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TWF - Tex Willer Forum

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  1. Ieri
  2. juanraza85

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Ho sempre trovato estremamente toccanti le avventure di Tex ambientate durante la Guerra di Secessione, cui il Nostro si è di fatto trovato costretto a prendere parte suo malgrado, a causa della quale ha visto morire amici come Rod Vergil o John Walcott, assistendo contestualmente al compimento di orribili atti di crudeltà che gli hanno svelato il lato peggiore della natura umana. Di tali peculiarità non è certo privo questo Texone, in cui Tex e Kit Carson rievocano a quattro mani un'avventura vissuta insieme durante la guerra (la prima, e probabilmente anche l'unica), densa di azione, colpi di scena e tantissimo pathos, in cui pur paradossalmente militando su fronti opposti perseguono lo stesso obiettivo, quello di salvare la vita di alcuni coloni texani di origine tedesca, colpevoli di opporsi con fermezza allo schiavismo del Sud. L'obiettivo, purtroppo, è raggiunto solo in parte, ma i Nostri - coadiuvato da Damned Dick e dall'affascinante agente Pinkerton Kate Warne - riescono comunque a fare giustizia e ad uscirne moralmente vincitori. La sceneggiatura di Boselli, impostata come altre volte su un doppio binario narrativo, vede i due futuri pards (i due si conoscono, ma non sono ancora inseparabili) impegnati in una delicata missione, ciascuno per conto proprio: Tex, in compagnia dell'allora inseparabile Damned Dick, è incaricato da Kate Warne di condurre in salvo in Messico un buon numero di coloni tedeschi "rei" di essere fedeli all'Unione, senza sapere che al contempo ha assunto di propria iniziativa il medesimo impegno anche Carson, che pur formalmente fedele alla confederazione sudista intende evitare un massacro, inimicandosi in tal modo vari colleghi Rangers e, soprattutto, la soldataglia al comando del fanatico James Duff, ai cui ordini agiscono anche assassini incappucciati incaricati delle azioni più spregevoli (tra cui anche un tentato omicidio ai danni del Rangers, che naturalmente fallisce). Le due sottotrame procedono speditamente ed autonomamente in perfetta sincronia, dando modo ad entrambi i Nostri di risultare fondamentali, finendo poi per convergere nel finale, quando però il destino si mette di mezzo, ed una quarantina di coloni tedeschi, separatosi in precedenza dalla carovana, vengono brutalmente impiccati al culmine di uno scontro a fuoco con gli uomini di Duff. Tra essi c'è anche Konrad Bock, amido d'infanzia di Tex, costretto dunque a subire un trauma assai simile a quello che aveva avuto suo malgrado protagonista Rod Vergil. In un finale estremamente enfatico, Tex e Carson - più Damned Dick e Kate Warne, of course - rendono comunque giustizia a Bock ed alle altre vittime del vile massacro annientando una volta per tutte la masnada agli ordini di Duff, che dal canto suo rivela fatalmente la propria vera natura di sciacallo: vista la mala parata, non solo non esita a tentare la fuga, ma manifesta anche l'intenzione di fuggire col bottino per goderselo in Messico, in barba ai tanto decantati proclami "patriottici". In una sequenza piuttosto cruda ma al contempo toccante, Tex e Carson si gettano all'istante al suo inseguimento, ma invano: dopo aver eliminato un suo commilitone più genuinamente patriottico, un Duff comunque gravemente ferito non esita a darsi la morte con la propria pistola, onde evitare di subire un processo da yba giuria di odiati yankees. Se la sceneggiatura di Boselli risulta così coinvolgente, va da sé che buona parte del merito è da attribuire alla maestosa prova ai disegni di Dotti, autore di tavole curate nei minimi dettagli ma al contempo dal tratto molto pulito, senza eccessivi e soverchi orpelli. Senza dubbio, una delle sue migliori prestazioni di sempre sulle pagine di Tex
  3. Hellingen

    [762/764] Il Mistero del Monte Rainer

    Secondo me c'è di fondo un discorso sul tipo di fumetto che si va a disegnare e su quanto i lettori e la casa editrice tollerano i diversi tipi di disegno. In passato i lettori tendevano di più ad affezionarsi ad un fumetto anche per un unico tipo di disegno. Tex in questo senso è un esempio lampante, perciò non è strano che un disegno molto o troppo affollato possa dare un po' fastidio, cioè può essere bello da vedere ma non adattissimo al vecchio Tex. Oggi i lettori hanno sviluppato gusti diversi, hanno più termini di paragone, si cerca di proporre nuove soluzioni. Perciò il disegno equilibrato ma leggermente espressivo di Ticci o dei primi disegnatori che è poi quello che più o meno tutti visualizzano quando pensano a Tex (assieme a quello di Galep) e che pur lasciava un minimo di spazio (come è naturale) allo stile personale del disegnatore, è stato affiancato ad altri tipi di disegno. Se avessero detto a Bocci di non esagerare con i dettagli forse non l'avrebbe fatto, il che non vuol dire imporgli cosa fare, solo ricordargli che Tex ha 75 anni e tutto sommato non è proprio un fumetto per sperimentare troppo. Bocci è molto bravo, però non credo dovrebbe fare come fa su Tex perché il fumetto bonelliano classico non si presta ad essere una lettura pesante, cioè il lettore deve poter cogliere subito la vignetta e ciò che rappresenta. Poi il dettaglio, il tratto, chi più chi meno. Però il disegno deve essere riconoscibile. Anche Cossu a volte, con la sua linea chiara, (o quelli simili a lui) diventa poco leggibile perché l' occhio non riesce a distinguere bene le figure.
  4. Black Jim

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    Un grazie sentito a @Lucero e @Leo per aver riportato il giudizio e la recensione di @Poe, davvero molto bella=> ¡Messo +1 !
  5. Magic Wind

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    Questa storia non è affatto male. Ruju stavolta mi è sembrato decisamente sul pezzo. E’ un racconto che recupera lo schema narrativo dei suoi lavori più riusciti, quel “Tex-noir” con cui aveva esordito sulla serie, inquadrando il personaggio da una propria personale e originale angolazione. Il Tenente Lagarde, il co-protagonista di questa storia, ricorda infatti altri personaggi tormentati e perseguitati dal passato come il ranger Jack Loman, il bandito redento Guillermo Blanco o il meticcio Makua. Altro aspetto positivo, che avevo già sottolineato riguardo al primo albo: il modo corretto con cui Ruju fa muovere la coppia Tex - Carson. Per due albi vivaddio non ho letto il vecchio cammello lamentarsi che ha freddo, che ha fame o che gli fanno male i piedi. Buona la struttura della storia che scorre su diversi binari paralleli che si incrociano sul finale. E’ un metodo narrativo che non fa calare la suspense. Le criticità della storia sono in certe scorciatoie un po’ facili (tipo Carson che si fa scappare Big Frank, cosa che può starci ma che magari bisognava costruire in maniera più credibile) e nel tempismo con cui tutti gli eventi alla fine si incastrano perfettamente tra di loro. Intendiamoci, l’arrivano i nostri è un classico della narrativa avventurosa ma Ruju tende un po’ ad abusare dei salvataggi dell’ultimo secondo, che fanno sicuramente spettacolo, ma anche alzare pericolosamente la soglia della sospensione dell’incredulità. Il bianco e nero potente ed espressivo del Maestro Font è perfetto per una storia del genere, sia nella rappresentazione degli ambienti, che nel caratterizzare i personaggi, anche se nel finale ho notato qualche tavola un po’ “tirata via” (forse anche lui, come Venturi, ha dovuto consegnare in fretta?).
  6. Carlo Monni

    [Tex Willer N.56/57] Comstock Lode

    Questa è più una domanda da topic delle anteprime, ma risponderò ugualmente. Lo rivedremo a giugno sul suo primo Texone disegnato da Giuseppe Palumbo. In più ci sono almeno altre tre storie sue in lavorazione, se non sbaglio.
  7. Tex_Mat

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    Storia discreta. Ho trovato piacevole la vicenda di Lagarde, ciò che premeva raccontare a Ruju, al netto della prevedibilità o meno dell'esito (ammetto che quando leggo le storie... leggo le storie ! Difficilmente penso a come potrebbero proseguire o terminare. In questo senso raramente le trovo prevedibili ). Ho apprezzato molto la pagina finale. La girandola di personaggi, azioni e scene di contorno - Tex e Carson, Big Frank, l'avvocato, gli indiani, i banditi, le giubbe rosse - in alcuni momenti li ho trovati ben inseriti nella vicenda, in altre parti un po' meno convincenti e molto è già stato detto. Aggiungo tre lievi osservazioni: L'evoluzione di Nadie che passa in mezza giornata dall'aver assistito a una strage nella sua tribù, i suoi parenti afferma Lagarde, a bearsi del flirt con quest'ultimo mi è apparsa fin troppo repentina, forse effetto più di un colpo in testa che di un colpo di fulmine o forse gli stavano tutti parecchio antipatici La scelta di Jim Brandon di affidare la spedizione che dà il via alla vicenda a Lagarde, sconvolto dalla perdita della fidanzata e indifferente ai possibili rischi, è un po' debole. Ruju , furbescamente , si fa giustificare dallo stesso Jim facendogli dire che non ha mai avuto dubbi sulle capacità operative di Lagarde (2° albo, pag. 68)... tra cui però dovrebbe esserci la capacità di valutare correttamente i rischi... Il confronto finale aperto tra Lagarde e Big Frank, armato e con Nadie in ostaggio, per quanto di sicuro effetto scenico, è illogico, come tutti i casi analoghi: è evidente che la soluzione migliore sarebbe colpire Big Frank di sorpresa e non pararglisi davanti pretendendo che molli l'ostaggio e si faccia ammazzare o arrestare. Elementi, questi e alcuni di quelli già evidenziati da altri che, nel complesso, non mi hanno impedito di godere della lettura. Con un appunto, però: Carson sorpreso da Big Frank per me è un errore, un errore molto grave. Ritengo accettabile che Tex o gli altri incontrino avversari più abili per qualche caratteristica (per esempio conoscenza dell'ambiente) o che siano in difficoltà per qualche causa non a loro imputabile (cavalli più freschi, condizioni ambientali come neve/pioggia, ignoranza di alcuni retroscena...). Non mi piace, invece, quando Tex e pard commettono marchiani errori. In generale, se proprio vogliamo usare l'espressione essere fregati, per me lo sceneggiatore dovrebbe costruire la scena per giustificare il fatto che i pard, al meglio delle loro possibilità in quella situazione, possano essere credibilmente fregati. Motivo per cui ho trovato la scena di Carson messo fuori gioco un errore grave. In quel momento, la situazione con gli indiani si è tranquillizzata (hanno riconosciuto Aquila della Notte, abbassato le armi e accettato di parlare con lui), quindi l'obiettivo unico di Carson è non far fuggire Big Frank... che riesce a raccogliere un ramo o un sasso, avvicinarsi a Carson e colpirlo senza che questi se ne accorga o reagisca, anche solo con un colpo di fucile... per me totalmente non credibile. Significa che Carson dava tranquillamente le spalle a Big Frank. E Ruju, sempre furbescamente , non ci mostra come ciò sia avvenuto, altrimenti credo sarebbe stato impossibile non far passare Carson per un piedidolci dell'est. I disegni non mi sono dispiaciuti e l'ambientazione nordica è sempre affascinante. Come voto darei 7.
  8. Ultima settimana
  9. Questa è una delle differenze nella "visione del mondo" fra padre e figlio. Oltre alle differenze di stile, ciascun autore ha una sua visione di "come sono le cose" che trasmette nelle sue opere. può essere meno accentuata (o semplicemente più realistica tanto che il lettore non la vede, gli sembra "tutto vero", come negli anni 50 appariva normale magari il personaggio del nero ingenuo e scemotto che oggi spicca come razzista: la visione dell'autore è identica, ora la noti perchè non è più la tua), o può essere spiattellata ed evidente, con effetti fastidiosamente didascalici e paternalisti (tipo le storie attuali dove i cattivi sono sembra bianchi maschi etero e se vedi un personaggio di colore o gay sai che non solo è buono ma è pure perfetto sotto ogni aspetto). È da questo fatto perfettamente evidente che deriva l'idea molto in voga negli anni 70 che "tutto è politica" o "tutte le storie fanno politica", basata sullo scambiare ogni affermazione che riguardo l'umanità e la società con un affermazione politica. Nelle storie di GL Bonelli, l'ho già sottolineato molte volte, la visione dell'umanità è positiva: la gente magari può essere spaventata, o può essere ingannata dal cattivo di turno, ma fondamentalmente tendono se ben informati a fare la cosa giusta. Quante volte abbiamo visto comuni cittadini schierarsi con Tex e aiutarlo, anche quando era un fuorilegge? Quante volte abbiamo visto le vittime rappresentate in maniera addirittura eroica? (pensate ai commercianti di Goldeena in "massacro"). Questa cosa si riflette persino nella rappresentazione dei criminali: nelle storie di GL Bonelli quante volte abbiamo visto gente diventata criminale per debolezza o sfortuna (la famiglia in "il cacciatore di taglie", Juan Ortega in "Inferno a Robber City, etc.) o anche criminali incalliti che, nel momento decisivo, mostrano che non erano poi marci fino in fondo? (anche per questo sostengo che ne "la grande invasione" la rappresentazione dei carcerati è perfettamente GLBonelliana, oltre che Boselliana: l'idea dei personaggi negativi di GL Bonelli come cattivi da operetta è una delle tante puttanate sparse da Nizzi e dai fanzinari lecchini che le copiavano a pappagallo per puro pregiudizio) Per Nolitta NO: la visione dell'umanità di Nolitta è sostanzialmente negativa. Con Nolitta sono invece i personaggi "buoni" che messi alle strette mostrano quanto siano corrompibili, disonesti, avidi (quante volte in Mister No lo abbiamo visto?), la folla dei cittadini se la prende sempre con i "buoni", etc. Da questo punto di vista, e con le ovvie distinzioni fra i vari autori, quello che vedo è che in generale: - GL Bonelli e Borden hanno una visione positiva della natura umana (meno in Borden, ma comunque il saldo è positivo) - Nolitta, Ruju, Nizzi hanno una visione negativa e pessimistica (li ho messi in ordine calante di pessimismo, Nolitta aveva un pessimismo cosmico fuori scala, ma Ruju con le sue folle che se la prendono sempre con la gente sbagliata supera il comunque già pessimista Nizzi: quest'ultimo più che mostrare folle omicide tendeva a rappresentare la gente come avida e pronta a vendersi, e in generale dava motivazioni puramente egoistiche ad ogni cosa, persino il suo Tex doveva darsi motivazioni egoistiche per alzare il culo e andare ad aiutare qualcuno, quante volte dice cose tipo "devo andare a salvare quella gente, mi tocca, devo un favore al Generale Davies"?) - Gli altri: ancora non l'ho capito, non ne ho letto tante storie. Notare che GL Bonelli è il più ottimista e Nolitta è il più pessimista: metterli uno dopo l'altro non può che accentuare questa differenza (se aggiungiamo poi le differenze stilistica e la visione del personaggio, davvero Nolitta era l'ultima persona alla Bonelli che avrebbe dovuto scrivere Tex...)
  10. Allora...Piccola storiella di Nolitta dove usa una situazione usuale (la diligenza con il bottino da rubare), caratterizza bene i personaggi, mette Tex in difficoltà, lo rende sia tosto che filosofo (ultime vignette) contro quattro cialtroni. Storia riempitivo e disegni precisi di Nicolò.
  11. Black Jim

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    Quoto @Poe, ottimamente precisato: anch'io non ho capito alcune critiche(ma altre sì!), alla fine Piedi Neri e Giubbe Rosse si limitano a ritardare il loro arrivo, mica disertano, e intanto mandano in avanscoperta i loro campioni.Certo poi bastano loro a far piazza pulita, ma non c'è errore in questa scelta. Idem su Tex, che è convincente con la sua osservazione che Lagarde avrebbe potuto uccidere gli indiani sopravvenuti (quello che è meno convincente è il fatto che i Piedi Neri accettino di parlare con Jim Brandom invece che attaccare subito pur desiderando combattere; e attaccare, dopo aver parlamentato, sarebbe stato un massacro come argutamente osserva Jim). Tutto sommato bene la storia tra Nadie e Lagarde (avrei preferito qualche vignetta muta in meno e qualche nuvola SIGNIFICATIVA in più, ma ci sta la scelta di Ruju, lo sceneggiatore è lui e bella la scena in cui Nadie segue il "suo uomo"). Ho trovato invece un po' troppo tutto insieme non la botta inferta a Carson in sé (no problema), ma che accada proprio mentre Tex (appena arrivato) sta parlando coi Black Foot e Jim (troppe coincidenze, per me si poteva sceneggiare meglio). Poi Big Frank veramente malvagio nell'uccidere il suo amico per un binocolo e una spiata e molto "fesso" a sperare di poter fregare Tex e Boucher(¡ma probabilmente non aveva letto i precedenti 760 numeri più i bis, ahilui!), ma bella l'idea di ricattare Lagarde perché uccida Boucher.Tutto sommato bene caratterizzato👍. Da parte sua Boucher, per uno che ha fatto sterminare indiani e Giubbe Rosse, si è rivelato un avversario da poco (fin dalla scelta degli osservatori lasciati indietro e della sorveglianza della sua valle- scegli due tonti? Poi ok nel finale eri allo scoperto e vada anche per l'agguato all'alba di Lagarde, ma andiamo: Tex a cavallo da dove è uscito, i suoi uomini dormivano ?). Ho invece trovato obiettivamente stancante e sfribiante la parte introduttiva con molti dialoghi inutilmente logorroici e vuoti se non didascalici. Come sempre erroneo per me la strage degli indifesi/arresi, ok la compie un "selvaggio" indiano e tutti proviamo empatia con la sua vendetta (tutti in realtà no!Diciamo comprensione) e ok Carson grida "Rowtag no!". ¿¿Ma non è presente Jim Brandon che avrebbe il dovere di arrestarlo anche se i tre probabilmente sarebbero stati poi condannati a morte?? <=> Tanto più che "come sempre" Tex fredda Boucher DOPO essersi fatto sparare, lui. Qui non c'è la scusa di Kit Willer che è solo e in Messico... Certo nel finale affrettato Ruju ha buon gioco a non dover riprendere la cosa (e credo sia passata sotto silenzio), ma sarebbe stato necessario almeno due vignette della serie: Jim Brandon "Dovrei portarti al Forte e farti impiccare...Ehm no, ho bisogno della pace coi tuoi e dopo tutto erano assassini", cosa che ovviamente difficilmente Jim avrebbe potuto dire, oppure Kit:"Che ne pensi Jim, dopo tutto è stato accecato dalla vendetta", Jim "Non ho visto niente-ero impallato da Tex!!😂-, tutto gli uomini di Boucher sono morti nella battaglia, no?". Per me stonatura grave (ma in linea col "carattere" quel che ricordo delle sceneggiature di Ruju). Invece bene che nell'ultima pagina, bellissima, Lagarde non torni da Nadie, gli auguriamo di farlo (dove la trova un' altra donna così?) e di tornare prossimamente nella collana oltre che nella colonna dei Monties, ma giusto che con Tex (finalmente superuomo: due salvataggi in acque gelide, praticamente impossibile o "da Tex"👍) ci sia la sua fidanzata a salvarlo. Infine, concordo con @Laramie sui disegni di Font. Non mi fa impazzire e qualche posa mi è sembrata un po' legnosa, quasi goffa, ma i personaggi sono riconoscibili e le scene gustose e ben realizzate, concordo anche sul fatto che l'ambientazione ha aiutato, ¡sempre bello il Canada delle Giubbe Rosse! Sempre bella la copertina di Villa. Sempre bello leggere Tex e questa volta con un Ruju sorprendente ¡e positivo! Copertina 8 Disegni 7,5 Soggetto 8 Sceneggiatura* II ALBO 6 (Dialoghi 5) Finale 10 Voto complessivo II ALBO 7- *Per la precisione: parte preparatoria (4), troppo lenta e un po' inverosimile tutta la parte blackfoot, (poi sentinelle sceme e ci può stare, ma sfortunatissime=>Tex passa e sale sul monte proprio mentre si fanno il caffè?!), arrivo a pelo dei nostri (6), sparatoria con uccisioni a sangue freddo e Lagarde che toglie il cavallo a Jim Brandom e fa presagire pessimo finale (2), ma Finale NON alla Ruju DIECI-10-DIECI, una lieta, felice, sorprendente sorpresa che dà senso ai due albi (e relativi fantasmi). poi certo "a logica" l' avventura dovrebbe finire con l'arresto di Rowtag e una "bella" rivolta indiana ¿magari in un prossimo albo? ma in realtà spero che Ruju ce la risparmierà... ne sono sicuro anzi!
  12. Laramie

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    Osservazione giusta, allora riformulo: alla base c'è un dramma psicologico che sfocia immediatamente nel disturbo psichiatrico 😝 Comunque mi sono accorto che non ho parlato dei disegni di Font, rimedio subito. Personalmente, al netto di qualche sbavatura più che comprensibile, ho trovato il segno di Font galvanizzato da questa storia, evidentemente l'aveva sentita in modo particolare. L'ambientazione canadese, poi, si sposa benissimo con il suo tratto attuale. Ora io non sono assolutamente un esperto di disegno, ma mi viene da pensare che l'ambientazione innevata gli sia più congeniale rispetto a quella tipicamente western dove invece, per rendere al meglio, occorre abbondare con segni e dettagli e più abbondi più incappi nelle sbavature, ecc. Anche in "Fratello di sangue", che era ambientato nella prateria e con molte vignette "spoglie", il suo segno mi era sembrato in netto miglioramento rispetto alle sue prove più recenti. Font fa 78 anni nel 2024, quindi non so per quanto tempo intende disegnare Tex, però credo che affidargli questo tipo di storie sia il modo migliore per chiudere la carriera in bellezza.
  13. Exit

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    @Poegrazie per avermi fatto notare un errore evidente. Devo essermi proprio addormentato nel finale. È giusto allora alzare il voto finale 4
  14. Io non mi metto certo a fare paragoni tra Bocci e Magnus, (anche se potrei benissimo dire la mia opinione), ho solo detto che quella vignetta della prima tavola che è ambientata nel bosco è bella particolarizzata e curata e mi ha ricordato il disegno di Magnus. Scusate ... terza vignetta.🙋‍♂️
  15. laredo

    [762/764] Il Mistero del Monte Rainer

    Per me è normale che sia sovraffollata e non esagera per niente. Bocci ha un tratto prettamente realistico, non poteva disegnare Kit e Tiger rinfilare cazzotti a due uomini su uno sfondo bianco, sono circondati come dovrebbe essere una rissa caotica che coinvolge tanti uomini.. De gustibus..
  16. frank_one

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    Lettura corretta. Lagarde non ha elaborato il lutto, quindi veder morire i suoi compagni prima e dover uccidere Larry dopo gli fanno rivivere il trauma non risolto della morte della fidanzata fino a farlo disregolare. Esce di senno per proteggersi da un dolore troppo complesso da gestire. Parlare con i "fantasmi" di Larry e della fidanzata equivale ad una negazione della loro morte. La negazione è una delle prime fasi dell'elaborazione del lutto, evidentemente lui è rimasto bloccato a quella fase. D'accordo anche col tuo voto: per me è una storia da 6,5, massimo 7. Purtroppo oltre alla vicenda di Lagarde, vero protagonista dei due albi, non c'è molta sostanza. Se consideriamo anche i disegni di Font, che mi sono piaciuti molto (ma non moltissimo), allora potrei portare il mio voto finale ad un 7,5. È comunque una storia che ricorderò positivamente e anzi non escludo di poterla rileggere.
  17. Poe

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    Alcune critiche a questa storia le condivido, altre proprio no. Per esempio questa: Non c'è nessun dramma psicologico? La storia ruota proprio su questo, su una mancata elaborazione del lutto da parte di Lagarde, che non riesce ad accettare la morte della fidanzata né del suo amico Larry (che è costretto ad uccidere proprio nelle primissime pagine per alleviargli le sofferenze), finendo per sentirsi in colpa e dialogare continuamente coi loro fantasmi che lo tormentano. E' un uomo fin dall'inizio sull'orlo del suicidio, che non ha più motivi per vivere, che vorrebbe ricongiungersi coi morti e che riesce alla fine a salvarsi solo grazie a Nadie prima, e a Tex poi, nella bellissima vignetta finale che da sola vale il prezzo dell'albo, quando Tex lo strappa dalle gelide acque, pensando: "Te la caverai Lagarde. E' tempo di ricominciare a vivere!" Un finale che - diciamo la verità - nessuno, neanche i più saputelli del forum avevano immaginato. Altra critica sbagliata, OBIETTIVAMENTE sbagliata: Non è proprio così: a p. 64 del secondo albo il capo dei Blackfoot dice a Jim Brandon, una volta capito che i colpevoli sono i trafficanti di whisky: "Voglio trovare quegli assassini più di quanto vogliate voi!"... "I miei guerrieri e io faremo la nostra parte", ecc. ecc. e per il resto della storia il capo Blackfoot accompagnerà Tex e gli altri combattendo nel finale e facendo fuori i trafficanti, persino quelli che si erano arresi, dicendo alla fine: "Giustizia è fatta!" Ragazzi, leggete meglio prima di fare critiche tranchant... Una critica che invece condivido è il finale affrettatissimo in cui Boucher e gli altri vengono fatti fuori piuttosto facilmente, soprattutto se paragonato alle lungaggini un po' noiosette in cui i Blackfoot si confrontano con le Giubbe Rosse e Tex, facendosi convincere da loro un po' troppo facilmente (considerando la rabbia che li aveva accecati fino a quel momento). Osservazione che invece mi sembra esagerata: Tex e Carson ogni tanto sbagliano, è sempre stato così. A volte si fanno infinocchiare, a volte valutano male la situazione, a volte gli avversari sono molto abili, a volte i nemici sfuggono momentaneamente alla loro caccia, fanno perdere le loro tracce, ecc. ecc. Ma se Tex e Carson sbagliano vuol forse dire che tutto ciò che combinano gli avversari dopo che i Nostri non sono riusciti a fermarli o se li sono lasciati sfuggire è colpa loro? Se questo fosse vero le soluzioni narrative per rendere Tex e Carson moralmente irreprensibili sono: 1) Tex e Carson non sbagliano mai, sono perfetti (sai che barba!) 2) Gli avversari vengono subito e definitivamente resi innocui non appena entrano in contatto con i Nostri (ma allora sì che le storie diventano davvero prevedibilissime!) Un paragone tratto dal n. 18 "Dodge City". Carson, che doveva affiancare il sospettato Sterling detto "Lupo grigio", si becca una botta in testa, con Sterling che nella vignetta gli dà pure dello "scemo". Sterling nel seguito della storia - bellissima, splendida avventura di GLB - darà del filo da torcere ai Nostri causando la morte di tanti coloni per mano degli indiani guidati da lui. Dovremmo dire che la morte dei coloni è imputabile tutta alla dabbenaggine di Carson? Nessuno credo l'abbia mai pensato. Comunque, tornando a Ruju, mentre nel primo albo secondo me riesce a rendere interessanti le due storie parallele (quella di Tex e Carson con Frank e quella di Lagarde coi suoi fantasmi), nel secondo albo no, visto che l'attenzione del lettore è tutta per Lagarde e Nadie, mentre la parte che riguarda Tex è piuttosto telefonata e noiosetta. Concludendo, primo albo da 7, secondo albo da 6. Voto complessivo: 6,5
  18. Allora...Il recupero delle vecchie storie continua...I punti di forza per me di questa breve opera di GLB e Ticci sono i dialoghi tra Tex e Carson, i meravigliosi pennelli del nostro toscano e un finale sfizioso. I difetti stanno nella pochezza degli avversari soprattutto. Quindi storia godibilissima e Ticci sugli scudi.
  19. [OT]Black Jim, vivi in Spagna o in qualche paese latinoamericano?[/OT]
  20. Peccato che il rosso della camicia di Tex all'interno dell'albo lo possiamo soltanto immaginare.
  21. Per questo periodo camicia rossa sempre
  22. Una bella idea: ¡il ritorno della camicia rossa!🙂 ¡SOTTOSCRIVO! 🙂
  23. Laramie

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    Sì sì, ho usato un'espressione un po' colorita per dire che più che con un "dramma psicologico" abbiamo a che fare con dei disturbi psichiatrici 😅 Ecco, Rauch potrebbe essere il famoso "terzo uomo" in pianta stabile con Giusfredi e, spero, Barbieri a fare da special guest. Su Zagor è il miglior autore attualmente presente per distacco, almeno secondo me. Sto leggendo la sua saga su Britannia e le storie successive dell'anno scorso e sono nettamente le migliori storie pubblicate da ANNI a questa parte. Su Tex forse ha bisogno di ancora un po' di rodaggio, ma la strada è quella giusta. (a scanso di equivoci, qualcuno potrebbe rinfacciarmi che ho avuto da questionare con Rauch in occasione della sua storia pubblicata sul Magazine dell'anno scorso "La palude del morto". A parte che poi abbiamo avuto modo di chiarirci di persona a Collezionando 2023, quella disputa ideologica non c'entra nulla con l'opinione, altissima, che ho di lui come sceneggiatore)
  24. Black Jim

    [438/440] Gli Invincibili

    Vero. Comunque, pur apprezzando Shane -e non Danny, il traditore!- trovai la storia troppo violenta, bella intendiamoci, ma sopra le righe=> (anche se non quanto il Kit Willer che si rassegna ad assistere a un linciaggio in Messico🤔😑☹️😭😭) =>: lieto però di venir sapere da @Leo che il ragazzo sia stato "solo ferito", ne sarà lieta pure sua madre!😄.
  25. ymalpas

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    Non so, forse gli aggettivi che usiamo dovrebbero essere più moderati. Questa storia non è così negativa come potrebbe sembrare dalle critiche ricevute. Detto questo la sensazione di un finale in cui tu puoi contare su una specie di fortino e invece ti fai beccare col tiro al piccione in campo libero perché Tex e i suoi arrivano all'ultimo momento, in sincrono, per me lettore resta difficile da digerire. In una distilleria persa tra le nevi che nessuno dovrebbe facilmente trovare, tra l'altro e dove tutti finiscono per arrivare in un arco di tempo ristrettissimo. Allo stesso tempo l'atteggiamento da avvoltoio di Big Frank mi sembra esageratamente ottimistico nelle sue previsioni, e il fatto che vedendosi a mal partito si carichi di un ostaggio che gli rallenta la fuga e che tra l'altro rende certo un inseguimento da parte di mastini di cui ha potuto apprezzare la caratura, rende le sue scelte irragionevoli se non propriamente illogiche. E sono solo appunti sparsi che si possono opporre a una sceneggiatura che è tutto tranne che inappuntabile. Siamo su Tex e non su topolino, niente scorciatoie topolinesche è il minimo sindacale. A Borden, curatore, anche se fischiano le orecchie, troppe uscite conducono a questo e chi dice che il numero di storie su cui mi devo concentrare non influisce sul risultato finale fa a pugni con la matematica.
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