Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Classifica

  1. Diablero

    Diablero

    Ranchero


    • Punti

      67

    • Contatore Interventi Texiani

      2994


  2. Leo

    Leo

    Ranchero


    • Punti

      21

    • Contatore Interventi Texiani

      2922


  3. juanraza85

    juanraza85

    Ranchero


    • Punti

      19

    • Contatore Interventi Texiani

      1673


  4. Magic Wind

    Magic Wind

    Cittadino


    • Punti

      19

    • Contatore Interventi Texiani

      208


Contenuto popolare

Mostrando i contenuti con la più alta reputazione dal 19/02/2024 in tutte le sezioni

  1. Ha perfettamente ragione @Letizia, non mi riferivo nello specifico ad un tuo commento, dato fra l'altro che non hai offeso nessuno. La mia era una riflessione "ad alta voce" su come sia ormai diventato un hobby sterile e soprattutto crudele stroncare qualsiasi storia che non provenga dalla penna di GL Bonelli, ammettendo che queste storie siano state realmente lette tutte e si ricordino perfettamente. E non voglio tirarmi fuori dal novero di coloro che talvolta abbiano storto il naso e criticato aspramente certe scelte, ma credo che adesso si stia proprio esagerando. Il lavoro che @borden e @PRuju svolgono da anni è soltanto encomiabile. Qualche storia, ma soprattutto qualche scena, non incontra il nostro favore? Nella maggior parte dei casi si tratta soltanto di punti di vista diversi dal nostro, raramente possono comparire discordanze con scene ormai consolidate nella nostra memoria, altre infine dovrebbero farci capire che oggi Tex mostra tutto nei dettagli, senza eludere o sorvolare come accadeva all'epoca di Bonelli senjor. Vogliamo sostituirci agli sceneggiatori ufficiali e scrivere da noi le storie di Tex che più ci interesserebbe leggere? Qualcuno come @Letizia hai il piacere di affiancare alle storie edite anche le proprie. In un altro caso recente, da un soggetto di un componente del forum è stata tratta una sceneggiatura scritta da @PRuju. Sarebbe dovuta diventare un capolavoro, dato che soltanto noi del forum abbiamo la Verità infusa. E invece? Credo di poter affermare che proprio quella sia stata una delle più brutte storie di Tex. Vogliamo dare la colpa a @PRuju ? Sarebbe un'ingiustizia, come da un bel pò di tempo accade con le sue storie, nella quasi totalità ben scritte, sempre accattivanti, con snodi geografici e temporali intriganti, un pizzico di apprendimento psicologico e anche del mistero che non guasta mai. Cosa vogliamo di più? Abbiamo rotto le scatole a tal punto @borden che ha preferito tirarsi fuori da certe atmosfere asfittiche e negative. Forse qualcuno sfoga qui le proprie frustrazioni o spera che le testate chiudano per un piacere soltanto sadico. Anche perché chi critica maggiormente si scopre poi non comprare gli albi regolarmente o ha sospeso l'acquisto anche da parecchi anni, oppure ha una visione così ristretta del personaggio che non si avvicina neppure ad una serie più innovativa come Tex Willer o agli album cartonati alla francese. Che pazienza devono avere questi nostri autori ... ma fortunatamente noi rappresentiamo una esigua parte dei lettori.
    8 points
  2. Alcune critiche a questa storia le condivido, altre proprio no. Per esempio questa: Non c'è nessun dramma psicologico? La storia ruota proprio su questo, su una mancata elaborazione del lutto da parte di Lagarde, che non riesce ad accettare la morte della fidanzata né del suo amico Larry (che è costretto ad uccidere proprio nelle primissime pagine per alleviargli le sofferenze), finendo per sentirsi in colpa e dialogare continuamente coi loro fantasmi che lo tormentano. E' un uomo fin dall'inizio sull'orlo del suicidio, che non ha più motivi per vivere, che vorrebbe ricongiungersi coi morti e che riesce alla fine a salvarsi solo grazie a Nadie prima, e a Tex poi, nella bellissima vignetta finale che da sola vale il prezzo dell'albo, quando Tex lo strappa dalle gelide acque, pensando: "Te la caverai Lagarde. E' tempo di ricominciare a vivere!" Un finale che - diciamo la verità - nessuno, neanche i più saputelli del forum avevano immaginato. Altra critica sbagliata, OBIETTIVAMENTE sbagliata: Non è proprio così: a p. 64 del secondo albo il capo dei Blackfoot dice a Jim Brandon, una volta capito che i colpevoli sono i trafficanti di whisky: "Voglio trovare quegli assassini più di quanto vogliate voi!"... "I miei guerrieri e io faremo la nostra parte", ecc. ecc. e per il resto della storia il capo Blackfoot accompagnerà Tex e gli altri combattendo nel finale e facendo fuori i trafficanti, persino quelli che si erano arresi, dicendo alla fine: "Giustizia è fatta!" Ragazzi, leggete meglio prima di fare critiche tranchant... Una critica che invece condivido è il finale affrettatissimo in cui Boucher e gli altri vengono fatti fuori piuttosto facilmente, soprattutto se paragonato alle lungaggini un po' noiosette in cui i Blackfoot si confrontano con le Giubbe Rosse e Tex, facendosi convincere da loro un po' troppo facilmente (considerando la rabbia che li aveva accecati fino a quel momento). Osservazione che invece mi sembra esagerata: Tex e Carson ogni tanto sbagliano, è sempre stato così. A volte si fanno infinocchiare, a volte valutano male la situazione, a volte gli avversari sono molto abili, a volte i nemici sfuggono momentaneamente alla loro caccia, fanno perdere le loro tracce, ecc. ecc. Ma se Tex e Carson sbagliano vuol forse dire che tutto ciò che combinano gli avversari dopo che i Nostri non sono riusciti a fermarli o se li sono lasciati sfuggire è colpa loro? Se questo fosse vero le soluzioni narrative per rendere Tex e Carson moralmente irreprensibili sono: 1) Tex e Carson non sbagliano mai, sono perfetti (sai che barba!) 2) Gli avversari vengono subito e definitivamente resi innocui non appena entrano in contatto con i Nostri (ma allora sì che le storie diventano davvero prevedibilissime!) Un paragone tratto dal n. 18 "Dodge City". Carson, che doveva affiancare il sospettato Sterling detto "Lupo grigio", si becca una botta in testa, con Sterling che nella vignetta gli dà pure dello "scemo". Sterling nel seguito della storia - bellissima, splendida avventura di GLB - darà del filo da torcere ai Nostri causando la morte di tanti coloni per mano degli indiani guidati da lui. Dovremmo dire che la morte dei coloni è imputabile tutta alla dabbenaggine di Carson? Nessuno credo l'abbia mai pensato. Comunque, tornando a Ruju, mentre nel primo albo secondo me riesce a rendere interessanti le due storie parallele (quella di Tex e Carson con Frank e quella di Lagarde coi suoi fantasmi), nel secondo albo no, visto che l'attenzione del lettore è tutta per Lagarde e Nadie, mentre la parte che riguarda Tex è piuttosto telefonata e noiosetta. Concludendo, primo albo da 7, secondo albo da 6. Voto complessivo: 6,5
    6 points
  3. Nota bene Diablero, ti stimo da tempo e sono sempre il primo a sostenere che l'allontanamento di Borden non sia dovuto alle tue motivate critiche, (figuriamoci Mauro ti teneva giustamente in considerazione per la tua indiscutibile competenza e acume) ma permettimi di dire che, ogni volta che alludi alla mancata capacità di capire un testo scritto degli altri utenti mi fai cascare le braccia. Il post di Jeff, oltre a esprimere un suo opinabile pensiero sulla faccenda, elogia pure il lavoro di Borden e Ruju sulla saga e magari qualcuno ha messo il suo like pure per questo, o sbaglio? Uno dei like è il mio, sebbene ti abbia sempre difeso da quella accusa, pensa te! Continuare a dare del lettore superficiale o poco sveglio con questa leggerezza è quel tipo di critica arbitraria e a senso unico che non accetto. Denota una forma di attezzosità che rischia di surriscaldare gli animi. Senza rancore...
    6 points
  4. Come sempre, quando non puoi imporre ad altri le tue critiche del "..." passi al turpiloquio becero, accusando gli altri di un tuo enorme problema: un Ego spaventoso a cui tutti dovrebbero inchinarsi. E' mai possibile? Una nuova tripla di Tex deve ancora uscire in edicola, avremo il piacere di leggere una storia di @borden e disegnata da Bocci che abbiamo visto non tantissimo in questa serie, ma che già in parecchi aspettano con impazienza e cosa sai dire? Le solite vecchie atrocità su tutti, autori e lettori !
    6 points
  5. Arrivo a commentare la storia in netto ritardo, come da un bel po' mi accade. Di solito in passato mi astenevo dal leggere i commenti degli altri utenti, prima di scrivere il mio, per non esserne influenzato, ma ultimamente ho perso pure questa abitudine. Di carne al fuoco ne è stata messa tanta in queste quattro pagine di discussione e come ovvio, le opinioni non sono tutte uniformi. Certo che passare dal 2 al 9 di valutazione, ti fa capire di quanto sia bella la varietà di giudizio nella vita e guai se così non fosse. Soprattutto mi capita spesso che, leggendo le critiche di coloro a cui gli episodi non piacciono, le trovo pure plausibili e motivate e mi chiedo se realmente è il mio modo di leggere e approcciarmi a Tex a essere inadeguato e superficiale, se a primo impatto il mio giudizio è differente. Ma per quanto motivate possono essere alcune critiche, ciò non toglie che ognuno, a seconda della propria sensibilità, assimila un'opera d'arte in maniera differente e non vi è nulla di scandaloso se alla fredda razionalità di alcuni, si contrapponga la visione più "romantica" e più fallace di chi si tuffa in una trama per sognare ad occhi aperti, trascurando snodi anche un po' forzati, ma funzionali alla narrazione di fantasia. Se non si è già capito, la lunga premessa serve solo a dire che al sottoscritto, la storia è piaciuta e mi ha davvero incollato alle pagine, anche se non è perfetta come giustamente fatto notare da utenti più freddi e razionali di me. Ho da tempo coniato la cosiddetta "Zona Ruju", ovvero un limbo di qualità costante senza eccessivi picchi o capolavori" in cui si attestano quasi il 90% delle prove dell'autore, al netto di un lieve calo di qualche anno fa e alcune composizioni più corpose. Questa che sto commentando, a mio avviso, supera quel confine e la reputo davvero una delle migliori prove di Pasquale sulla testata. Oltretutto è l'ulteriore conferma che lo sceneggiatore sta risalendo la china dopo un periodo di appannamento e ciò è un buon segno per i lettori e per Mauro nei suoi panni di curatore. Magari la storia è stata sceneggiata al rovescio e si avvale di qualche clichè; il tradimento di Big Frank sarà scontato e Boucher incide poco come villain, gli indiani non sembrano essere caratterizzati in maniera encomiabile e il mio amato Carson fa una figuraccia, ma nel complesso non si può non notare che ha un buon ritmo, discreta l'azione e molto funzionali gli snodi e i passaggi di scena. Ma soprattutto è affascinante l'intreccio che si viene a creare fra realtà e visioni oniriche, trovata che permette a Pasquale di far spiccare la figura di Lagarde e la tenera empatia che si crea con la dolce Nadie (ennesima figura femminile interessante nata dalla penna di Ruju) sono il quid in più in una storia, non esente di imperfezioni, ma splendida anche per questo. Se una lettura mi coinvolge e stimola la mia fantasia, accarezzando le giuste corde dell'anima, non mi soffermo troppo sulle presunte illogicità razionali di alcuni passaggi. Sono un lettore che legge "ad occhi chiusi"? Forse sì, ma poco mi importa se questo serve a farmi sognare e questa storia ci è riuscita. Anche l'epilogo è poetico e romantico, con Lagarde che viene riportato alla vita da Tex col bene placido dello spirito della defunta fidanzata, un passo verso un futuro presumibilmente destinato fra le braccia della bella e coraggiosa Nadie. Font è sempre un disegnatore adattissimo per queste tematiche e latitudini, tuttavia si riscontra una certa fretta realizzativa soprattutto nel secondo albo, con alcune vignette tirate un po' via, ma l'effetto ottenuto non è male e la sua prova è soddisfacente. Unico neo, la poca grazia con cui il maestro iberico ha caratterizzato le due donne dell'episodio, soprattutto in alcune vignette la visione della fidanzata defunta è troppo caricaturale e poco accattivante. Una maggiore cura su questo aspetto non sarebbe guastata, ma sugli sfondi e i paesaggi, il lavoro è stato notevole. Il mio voto finale è 9
    5 points
  6. Ecco due ritratti dedicati al nostro Kit Carson realizzati recentemente. Una buona giornata pards!
    5 points
  7. Critiche portando esempi, postando vignette, facendo capire il proprio punto di vista come lettore lo trovo interessante. Leggo sempre i post di autori come @Diablero ad esempio perché ti danno una prospettiva diversa. Sui toni e su certe espressione usate in passato (non remoto) in relazione ad autori e ad altri utenti ci sarebbe molto da ridire (ed è stato già detto). Poi è bello discutere, il sale del forum è anche questo, portando le proprie visioni. Siamo lettori diversi, con sensibilità diverse, background culturali diversi e gusti diversi. Certo è che approcciarsi in edicola ad ogni uscita di Tex in un certo modo non aiuta. Io spero sempre in una storia coinvolgente ogni volta, ogni singolo giorno. A volte gli autori ci riescono altre volte no. Dopo più di 700 numeri e alla mia età (42) anni forse è già tanta roba per me...
    4 points
  8. Con ogni probabilità, trattasi della storia di Tex più adrenalinica di sempre, sia in termini di azione che soprattutto in termini di pathos e di emozioni che è in grado di trasmettere indistintamente ogni volta che si va a rileggerla, foss'anche la centesima volta, foss'anche che la si conosce ormai a memoria. Davvero difficile, praticamente impossibile, trovare difetti in una storia così ben curata nei minimi dettagli, una storia di ampio respiro in cui Boselli mescola sapientemente avvenimenti che poggiano sulla realtà storica ed elementi frutto della sua inventiva, in cui non si contano i momenti da pelle d'oca, una storia in cui Tex è assoluto protagonista senza per questo oscurare i suoi pards, canonici ed occasionali (su tutti un fantastico Kit Carson), oltremodo valorizzata dai superlativi disegni di un Maestro del fumetto quale era il compianto Carlo Raffaele Marcello che, con ogni probabilità, con questa prova raggiunse il suo apice artistico e creativo. Boselli, come detto, sviluppa una trama al contempo ben delineata ma non poco complessa, che parte dalla vivace Galveston (teatro di un'epica scazzottata con riappacificazione finale tra irlandesi ed italiani, che ovviamente coinvolge anche i Nostri) per spostarsi poi sulla selvaggia Sierra Madre messicana. Tex, coadiuvato dai pards al gran completo (più l'erculeo e simpaticissimo Pat MacRyan, oltre al patriota irlandese Danny Moran, invero abbastanza impacciato), è sulle tracce di un gruppo di bandidos irlandesi sulle tracce del fantomatico tesoro dell'imperatore Massimiliano d'Asburgo, un gruppo agguerrito e quanto mai eterogeneo: Clarence " Hutch" Hutchendider, amico d'infanzia di Tex; il leader Lonnie Halloran, deciso e granitico; Will Kelly, dotato di una singolare e sagace autoironia; Grady Watts, taciturno e gran tiratore; Pagan O'Leary, ex patriota caduto in disgrazia; Tommy Gunn, malmesso e pessimista; il sudanese Karim, solo in apparenza mite; ed infine Shane O'Donnell, ultimo acquisto della banda. Se Boselli compie un ottimo lavoro nel valorizzarli tutti, rimarcandone peculiarità ed aspetti contraddittori, possiamo affermare senza esitazioni che con Shane O'Donnell rasenta il capolavoro, elevandolo di fatto ad autentico coprotagonista della storia: personaggio sotto molti aspetti ambiguo, dotato di un grande senso dell'amicizia ma al tempo stesso capace di prendere decisioni anche "forti" (che lo mettono a volte in cattiva luce), fervente patriota caduto in disgrazia e formidabile uomo d'azione, entra nella banda apparentemente per desiderio di arricchire sé stesso ed il losco socio Gutierrez, in realtà per destinare il tesoro alla causa feniana. Non che i Nostri fungano da semplici comparse, tutt'altro: non è anzi un'eresia sostenere che Tex, probabilmente, riesce ad ergersi come poche altre volte a protagonista e deus ex machina della vicenda: sempre in grado di mantenere la lucidità e di prendere la decisione giusta, alternando sfacciataggine e diplomazia alla più autentica temerarietà, coordina e guida alla perfezione i suoi pards, che dal canto loro non si limitano al compitino di sparring partners, ma anzi riescono tutti a trovare il proprio momento di gloria nell'epica battaglia decisiva presso il covo di Carrasco. Note di particolare merito per Kit Carson, sempre sul pezzo e pronto ad approfittare di qualsiasi errore del nemico (vedasi quando, nel bel mezzo della lotta, riesce ad impadronirsi temporaneamente della Gatling), e per Pat MacRyan, come sempre generosissimo, al punto da rischiare la vita senza esitazione per interrompere la tortura a suon di frustate nella schiena del malcapitato Karim. Ma la battaglia presso il covo del sedicente generalissimo Carrasco, ove tutti i componenti della banda oltre alla gloria trovano anche la morte (ad eccezione di Shane, Hutch e Karim), è solo una delle tante sequenze memorabili che si possono gustare lungo i tre albi della storia, e forse per assurdo neanche la più densa di pathos. Difficile, in verità, stabilire quale sia il momento più emozionante nell'arco di queste 330 pagine: per quanto mi riguarda, credo che sarò eternamente indeciso tra il prologo de facto, ovvero la morte di Shane per mano di Gutierrez e del vile traditore Danny Moran in quel di Tampico, a poche ore dalla partenza della nave con cui avrebbero dovuto ricondurre parte dell'oro di Massimiliano in Irlanda, o le ultimissime pagine, in cui un Hutch ormai sistematosi in un ranch nella valle del Pecos rievoca gli epici momenti vissuti insieme a Tex ed ai compagni della banda, i cui volti immagina di rivedere in cielo nell'ultima vignetta, da brividi lungo la schiena, capolavoro nel capolavoro di Marcello.
    4 points
  9. Ora, non vorrei alimentare il loop, ma il fatto che allontanino le donne da un luogo che sta per essere attaccato, magari subendo un assedio che potrebbe finire sanguinosamente, non mi sembra quell'idea ridicola che tu cerchi di far passare. Per te è sempre tutto ridicolo, da scompisciarsi dalle risate. Mah! Il fatto stesso che le donne siano viste nel vecchio accampamento da uno degli sgherri di Maclean è un caso fortuito, derivante dal fatto che lo sgherro in parola ha fatto un giro largo per evitare la pista. Nessuna contraddizione, per me. Nessuna boiata, appunto. Il primo che passa, ok, ma solo perché ha fatto un largo giro per evitare la pista della valle. Scelta di sceneggiatura altro che indifendibile, ma assolutamente legittima e sensata. Le differenze rendono questa storia non una scopiazzatura, ma solo una storia ispirata a un'altra opera. Le differenze, che sono poi i veri punti di forza della storia: - il bel dialogo tra padre e figlio, lo scontro tra generazioni e diverse epoche, una scena a mio modo di vedere molto riuscita. - il fatto che i ragazzi siano fratello e sorella, stratelefonata quanto vuoi, ma non per me, e immagino per tanti altri lettori. - l'intervento del vecchio con l'uccisione del proprio figlio, atroce, tragico, stupendo. - i personaggi di contorno, tutti ottimamente caratterizzati, come l'infermiera, lo sceriffo, il giudice. Sono questi elementi, non certo la componente d'azione - che è simile in tante opere narrative - a rendere la storia "berardiana". Io l'ho adorata. Ma sono di grana grossa anch'io Sei fortissimo. Tu questo lo chiami "sceneggiare con i piedi". Non c'è bisogno di spiegare che le attenzioni del ragazzo colpiscono Maud. E se nella prima scena il pestaggio sconvolge la fanciulla, nel successivo incontro lei, un po' ingenuamente, si fa irretire dal bel ragazzone. Non c'è davvero bisogno di esplicitare le ragioni della "trasformazione" di Maud, nelle storie d'amore di quell'età i comportamenti contraddittori sono la norma. Le tue capacità divinatorie rendono te un essere eccezionale, ma non confonderti con la media dei lettori. Non molti di noi sono svegli quanto te, quindi noi, poco inclini all'intuizione, le storie ce le godiamo. E tra i "noi" ci sono tanti utenti, da quello che ho letto in questo topic. Tutti poco svegli Rimane una bella rivisitazione di un film, con varianti importanti e con una loro profondità. Resta una bella storia, almeno per il pubblico di grana grossa. Un forum intero di lodi sperticate... che tu ti senti in dovere di distruggere. Tanto che devi autocontrollarti per non farlo. Perché non accetti che alcuni queste storie le trovino belle? Perché non pensi che tutte le magagne che vedi tu magari gli altri non le vedono, sempre ammesso che ci siano davvero (perché in molti casi io continuo a non vederle nonostante tutte le tue iperdettagliate spiegazioni, vedi questa storia o Fuga da Anderville). In definitiva, perché non ci abbandoni alla nostra cecità? Perché non ci lasci credere che Babbo Natale esista, e non ci lasci godere di una storia come questa se la troviamo bella? Perché devi distruggerla a tutti i costi minando il piacere ingenuo di quanti, più naif di te, la ritengono un capolavoro? In una parola, Diablero, perché sei così cattivo?
    4 points
  10. Questa storia non è affatto male. Ruju stavolta mi è sembrato decisamente sul pezzo. E’ un racconto che recupera lo schema narrativo dei suoi lavori più riusciti, quel “Tex-noir” con cui aveva esordito sulla serie, inquadrando il personaggio da una propria personale e originale angolazione. Il Tenente Lagarde, il co-protagonista di questa storia, ricorda infatti altri personaggi tormentati e perseguitati dal passato come il ranger Jack Loman, il bandito redento Guillermo Blanco o il meticcio Makua. Altro aspetto positivo, che avevo già sottolineato riguardo al primo albo: il modo corretto con cui Ruju fa muovere la coppia Tex - Carson. Per due albi vivaddio non ho letto il vecchio cammello lamentarsi che ha freddo, che ha fame o che gli fanno male i piedi. Buona la struttura della storia che scorre su diversi binari paralleli che si incrociano sul finale. E’ un metodo narrativo che non fa calare la suspense. Le criticità della storia sono in certe scorciatoie un po’ facili (tipo Carson che si fa scappare Big Frank, cosa che può starci ma che magari bisognava costruire in maniera più credibile) e nel tempismo con cui tutti gli eventi alla fine si incastrano perfettamente tra di loro. Intendiamoci, l’arrivano i nostri è un classico della narrativa avventurosa ma Ruju tende un po’ ad abusare dei salvataggi dell’ultimo secondo, che fanno sicuramente spettacolo, ma anche alzare pericolosamente la soglia della sospensione dell’incredulità. Il bianco e nero potente ed espressivo del Maestro Font è perfetto per una storia del genere, sia nella rappresentazione degli ambienti, che nel caratterizzare i personaggi, anche se nel finale ho notato qualche tavola un po’ “tirata via” (forse anche lui, come Venturi, ha dovuto consegnare in fretta?).
    3 points
  11. Questa è una delle differenze nella "visione del mondo" fra padre e figlio. Oltre alle differenze di stile, ciascun autore ha una sua visione di "come sono le cose" che trasmette nelle sue opere. può essere meno accentuata (o semplicemente più realistica tanto che il lettore non la vede, gli sembra "tutto vero", come negli anni 50 appariva normale magari il personaggio del nero ingenuo e scemotto che oggi spicca come razzista: la visione dell'autore è identica, ora la noti perchè non è più la tua), o può essere spiattellata ed evidente, con effetti fastidiosamente didascalici e paternalisti (tipo le storie attuali dove i cattivi sono sembra bianchi maschi etero e se vedi un personaggio di colore o gay sai che non solo è buono ma è pure perfetto sotto ogni aspetto). È da questo fatto perfettamente evidente che deriva l'idea molto in voga negli anni 70 che "tutto è politica" o "tutte le storie fanno politica", basata sullo scambiare ogni affermazione che riguardo l'umanità e la società con un affermazione politica. Nelle storie di GL Bonelli, l'ho già sottolineato molte volte, la visione dell'umanità è positiva: la gente magari può essere spaventata, o può essere ingannata dal cattivo di turno, ma fondamentalmente tendono se ben informati a fare la cosa giusta. Quante volte abbiamo visto comuni cittadini schierarsi con Tex e aiutarlo, anche quando era un fuorilegge? Quante volte abbiamo visto le vittime rappresentate in maniera addirittura eroica? (pensate ai commercianti di Goldeena in "massacro"). Questa cosa si riflette persino nella rappresentazione dei criminali: nelle storie di GL Bonelli quante volte abbiamo visto gente diventata criminale per debolezza o sfortuna (la famiglia in "il cacciatore di taglie", Juan Ortega in "Inferno a Robber City, etc.) o anche criminali incalliti che, nel momento decisivo, mostrano che non erano poi marci fino in fondo? (anche per questo sostengo che ne "la grande invasione" la rappresentazione dei carcerati è perfettamente GLBonelliana, oltre che Boselliana: l'idea dei personaggi negativi di GL Bonelli come cattivi da operetta è una delle tante puttanate sparse da Nizzi e dai fanzinari lecchini che le copiavano a pappagallo per puro pregiudizio) Per Nolitta NO: la visione dell'umanità di Nolitta è sostanzialmente negativa. Con Nolitta sono invece i personaggi "buoni" che messi alle strette mostrano quanto siano corrompibili, disonesti, avidi (quante volte in Mister No lo abbiamo visto?), la folla dei cittadini se la prende sempre con i "buoni", etc. Da questo punto di vista, e con le ovvie distinzioni fra i vari autori, quello che vedo è che in generale: - GL Bonelli e Borden hanno una visione positiva della natura umana (meno in Borden, ma comunque il saldo è positivo) - Nolitta, Ruju, Nizzi hanno una visione negativa e pessimistica (li ho messi in ordine calante di pessimismo, Nolitta aveva un pessimismo cosmico fuori scala, ma Ruju con le sue folle che se la prendono sempre con la gente sbagliata supera il comunque già pessimista Nizzi: quest'ultimo più che mostrare folle omicide tendeva a rappresentare la gente come avida e pronta a vendersi, e in generale dava motivazioni puramente egoistiche ad ogni cosa, persino il suo Tex doveva darsi motivazioni egoistiche per alzare il culo e andare ad aiutare qualcuno, quante volte dice cose tipo "devo andare a salvare quella gente, mi tocca, devo un favore al Generale Davies"?) - Gli altri: ancora non l'ho capito, non ne ho letto tante storie. Notare che GL Bonelli è il più ottimista e Nolitta è il più pessimista: metterli uno dopo l'altro non può che accentuare questa differenza (se aggiungiamo poi le differenze stilistica e la visione del personaggio, davvero Nolitta era l'ultima persona alla Bonelli che avrebbe dovuto scrivere Tex...)
    3 points
  12. Piccola premessa: ho acquistato l'albo solo questa mattina, a dieci giorni dalla sua data di uscita ufficiale. L'amica Letizia, di cui apprezziamo tutti la sottile ironia, sui ritardi nelle consegne da parte del distributore, siamo nel 2024, troverebbe sicuramente le parole giuste per strapparci un sorriso, a me invece non sapete quanto mi girano le balle nel recarmi in edicola a tre o quattro giorni dall'uscita e trovare ancora la pila con i numeri vecchi del mese precedente. Beh, molto. Passiamo alla storia che ho appena finito di leggere. Non una delle migliori del simpatico Pasquale, purtroppo. Devo dire che l'indice di gradimento ormai lo esprimo, del tutto involontariamente, dal piacere che mi evoca la lettura. Mi spiego meglio, non è banale come sembra, questa cosa. Ho già spiegato che certi albi li compro e li metto subito nello scaffale senza nemmeno leggerli, ho una decina di storie che giacciono impolverate da anni in attesa di una lettura che non viene mai, è più facile che mi getti su una vecchia storia di GLB o del primo Nizzi piuttosto che leggere una storia inedita scritta da certi autori e disegnata da altri. Quello che è peggio, guardate, è il fatto che questo discorso, che qualche anno fa era relegato agli speciali, coinvolge oggi ormai anche la serie regolare. Siamo inondati di uscite texiane e circa un terzo di queste uscite non valgono un fico secco: questa è la verità. Non perdo più tempo neanche a leggere quello che scrivono e a guardare quello che disegnano. Pessimo segnale. Riassumendo: mi sono recato dopo 4 giorni in edicola e non trovando l'albo ci sono ritornato solo dopo 9 o 10 giorni. A casa, con l'albo ''grigio'' come lo chiamo, prima copertina in assoluto a essere quasi in scala di grigi, ho aspettato solo le ore pomeridiane per prenderlo e leggerlo. Sono arrivato alla conclusione con qualche sbadiglio, tra incontri telefonati e piccionaggine dei vari personaggi, non solo i pards, badate bene, ma proprio tutti, giubbe rosse, indiani e persino i nemici che o sanno tutto, vedi l'avvocatuccio onnisciente o non si preoccupano minimamente di guardarsi le spalle, vedi Boucher. Scelte narrative talmente pacchiane che saltano subito all'occhio e che inevitabilmente ti guastano la lettura, mi sembra tutto talmente evidente che gli autori, in questo caso Ruju, non possono non accorgersi della loro superficialità. Resto basito dai commenti positivi che riscontra una storia copiosa di difetti come questa. Ma trovatemi una storia di GLB (o di Boselli) che presenti questi buchi logici e questa superficialità, anche tra i numeri meno riusciti. 9 euro 80 centesimi, una banconota da venti se per caso prendete gli albi della regolare in duplice coppia (si lo so, sono fesso, ma per quanto ancora???), davvero non trovo di meglio come spesa? Questione autori presenti o assenti sul forum. Non vorrei che qualcuno si facesse condizionare dalla partenza di Borden, ma leggendo certi messaggi davvero sembra che per qualcuno la presenza di un autore debba esortarci a edulcorare le nostre critiche. Ma quando mai? Ora Pasquale ha scritto molte storie bellissime di Tex e non ha niente da dimostrare a nessuno: partendo da questa asserzione riterrei umiliante per me e per lui gridare al capolavoro per una storia che come ha già scritto qualcuno prima di me presenta degli evidenti limiti e che qualche pregio, o tocco di classe come l'ultima tavola, davvero inaspettata, non riesce certo a mascherare. Direi che è da questo tipo di sorprese che Ruju dovrebbe ripartire e non dai colpi in testa che piovono dal cielo, lui che è intelligente questa differenza ce l'ha sicuramente chiara in mente.
    3 points
  13. Magari mentre leggi la storia, preso dalle vicende, non ci fai caso, ma guardando le tavole così, una ad una... ma che cavolo gli ha fatto la carta bianca a Bocci? Perché davvero, pare non ne sopporti la vista, deve coprire tutto con la china (si vede soprattutto nella prima tavola"... Vabbè, a parte le battute: non è solo Bocci, ormai l'andazzo è questo, questo è "disegnare bene", riempire di segni ogni spazio senza più alcun equilibrio e "coprendo" la scena, perdendo la differenza fra un fumetto e un film (e anche nei film il background lo sfumano...) Non posso nemmeno dare la colpa principale agli autori: sono i lettori, pare, che si lamentano se non gli disegnano ogni dettaglio... (gli stessi lettori che poi si lamentano perchè i fumetti magari diventano pesanti, claustrofobici, difficili da leggere, mentre gli sceneggiatori si lamentano che i disegnatori sono troppo lenti e i disegnatori si lamentano che guadagnano poco perchè fanno poche tavole: Tafazzi è il Dio supremo di questa epoca...)
    3 points
  14. Articolo che mi ha fatto un po'... girare le scatole. Non per l'articolo in sé, che anzi mi segnala una cosa che non avevo notato, ma appunto per quello che segnala: la sistematica SOSTITUZIONE di copertine di Villa alle copertina "classiche" di Galep... E lo fanno persino quando si ristampano le storie classiche dello stesso Galep! Che senso ha? Villa è un bravissimo copertinista e siamo stati fortunati a trovare un simile sostituto per Galep, ma la sostituzione ha una DATA PRECISA: il momento in cui le storie iniziano ad uscire in prima edizione con le sue copertine! Quindi va benissimo la copertina di Villa per "il Passato di Carson", ma che senso ha usare la sua copertina per "Montales" che raccoglie tutte storie disegnate da Galep? la nuova direzione della Bonelli è convinta che i bambini che stanno comprando Tex a frotte si trovino spiazzati a vedere una "strana" copertina di un certo Galep al posto di una di Villa? O si sono tanto fissati sull'idea dell'avere "una immagine unica" di Tex che vogliono cancellare le vecchie copertine di Galep, non abbastanza "moderne"? O forse, più semplicemente... sperano che i lettori che hanno già quelle storie si ingannino e ricomprino lo stesso volume con una copertina diversa? Bah, comunque, contentissimo di avere quelle storie in originale, con le storie originali. per le ristampe mi compro l'anastatica settimanale, pur con i suoi errori mi dà molta più fiducia di questa direzione Bonelli...
    3 points
  15. I personaggi non saranno scritti da Freud,ma io comunque ho apprezzato che si sia dato un certo risalto psicologico ad alcuni di loro,anche se altri magari questo risalto non lo vedono.É abbastanza per i miei standard. Sul perché certi autori se ne siano andati,ognuno puo' dire quello che vuole,ma contano i toni,e spesso purtroppo ci sono molte critiche espresse in toni sgarbati e sarcastici,da qualche anno a questa parte.E questo purtroppo é grave.
    3 points
  16. In effetti no. Nizzi, soprattutto il Nizzi dei primi tempi, che secondo me ha sempre avuto più problemi sui soggetti che sulle sceneggiature, si "rifugiava" spesso in situazioni e personaggi ripresi da Glb, con alterne fortune. Nel caso di Zhenda, la retcon è del tutto gratuita e non giustificata nemmeno dalla qualita della storia.
    3 points
  17. Il mio giudizio su questa storia è che Nizzi aveva sicuramente la grande capacità di imitare (quando voleva) lo stile di altri sceneggiatori, soprattutto quando scriveva Texoni, dove cercava di adattarsi al disegnatore di turno e al tipo di storie che questi era solito affrontare, che fosse Kubert, Bernet, Ortiz o Magnus. In questo caso, dovendo sceneggiare una storia per Ivo Milazzo, decide di rifarsi allo stile di Ken Parker, pur con un ritmo più blando e un montaggio delle scene meno veloce rispetto all’originale; l’attenzione alla psicologia e all’umanità dei personaggi, così come ai rapporti economici e sociali, però, sono quelli tipici delle storie del biondo scout. Già 5 anni prima, con “La ballata di Zeke Colter” Nizzi aveva “berardeggiato”, giocando con i paesaggi delle foreste innevate, coi silenzi dei bivacchi notturni, con i dialoghi del protagonista col suo cavallo, e con comprimari fortemente realistici e poco idealizzati. Qui, nel Texone, fin dalle prime scene ogni vignetta vuole mettere in luce la condizione e il ruolo sociale dei singoli personaggi, sottolineando i prezzi delle merci, i debiti contratti, gli interessi economici di ognuno, la diversità di mentalità affaristica tra Mac Lean padre e il figlio senza scrupoli, e così via. Anche alcuni quadretti familiari e molti dialoghi che vogliono rendere la quotidianità ricalcano lo stile narrativo di Ken Parker (quando, per esempio, il dottore si sofferma sullo sciroppo per la tosse, o la madre del minatore si lamenta col figlio che ci si alza da tavola dopo aver finito di mangiare: tutti dialoghi realistici e quotidiani, insoliti per Tex). Allo stesso modo i due colpi di scena finali, da melodramma familiare (il quasi incesto, e il padre contro il figlio) sono espedienti che Berardi usa spesso nelle sue storie (un esempio tra i tanti "Casa dolce casa"). Però, secondo me, nonostante gli spunti e le influenze altrui, questo Texone, come la “Ballata di Zeke Colter”, non appare un albo derivativo, o un semplice esercizio di stile, ma una storia che Nizzi riesce a far sua, cercando di far immedesimare il lettore nei personaggi (come nel Texone di Parlov, e contrariamente invece a quello di Brindisi, secondo me abbastanza farlocco - a prescindere dal plagio prattiano). E la riprova è che anche Milazzo qui dà il meglio di sé (non l’avrebbe fatto con una sceneggiatura mediocre), realizzando una prova splendida. La prima parte è forse quella che sa un po’ troppo di già visto e prevedibile (Kit Willer accusato ingiustamente da tirar fuori di cella, tra l’altro fin troppo remissivo rispetto al Kit di GLB e di Boselli) ma i bei dialoghi comunque la ravvivano; nella seconda parte le scene d’azione, i divertenti personaggi secondari (come l’infermiera e Benny), il mondo dei minatori, la loro comunità, a cui Tex si rivolge in belle scene di massa, risultano a mio parere riusciti. Nel complesso, storia da 8.
    3 points
  18. E qui ti sbagli. Ogni opera è fatta sempre per dire qualcosa, anche inconsciamente., al suo fruitore. Ogni opera dice sempre qualcosa del suo autore ed anche il peggior autore vuole comunque dire qualcosa, non si limita mai a narrare semplicemente e banalmente un fatto. Come minimo ti offre il suo punto di vista.
    3 points
  19. Dico solo un paio di cose su questa storia. In una società di forti conflitti sociali, tra interessi economici contrapposti, dove la Legge è una farsa (il processo a Kit Willer) al servizio dei potenti, tutti (senza eccezione) in questa storia agiscono al di fuori delle regole, compresi Tex e i pards, che non si fanno nessuno scrupolo a far saltare con la dinamite ogni ostacolo, a liberare Kit dal carcere a colpi di pistola e ad affrontare a viso aperto i potenti locali per difendere i minatori, così che il Tex di questo speciale - che imita lo stile narrativo e la filosofia di Ken Parker -, finisce per risultare perfettamente glbonelliano, nel suo desiderio di giustizia per i più deboli, anche contro la legge. Tex qui agisce come ha sempre fatto: dovendo affrontare un pericoloso assedio prende la saggia decisione (tipicamente western, adottata spesso anche dagli indiani) di allontanare le donne, visto che il villaggio dei minatori non è assolutamente un luogo inespugnabile, questa cosa non è scritta da nessuna parte, anzi al contrario viene detto ben due volte (fidatevi, c'è scritto!) che ci sono varie vie d’accesso al villaggio e gli assedianti, dopo aver subito la prima batosta, stanno già pensando di prendere una strada secondaria per aggirare i minatori di notte. Il luogo dove vengono nascoste le donne, inoltre, non è scelto da Tex, ma dai minatori stessi e solo la sfortuna lo fa scoprire dagli avversari. Tex quindi non ha nessuna responsabilità. E se anche l’avesse, non farebbe di lui un idiota ma un eroe che non sempre è perfetto, come il Tex di Glbonelli (anche il Tex di Glb sbagliava a volte le strategie). E comunque qui Tex non sbaglia nulla. Qui Nizzi non ha nessuna intenzione di ridicolizzare Tex (come fa invece in altre storie), semplicemente cerca di rendere il finale appassionante mettendo i Nostri in difficoltà (con le donne prese in ostaggio) e contemporaneamente creando il colpo di scena melodrammatico del padre Mac Lean che arriva e uccide il figlio indegno. L’ unica pecca che in effetti ci trovo è la vignetta sopra postata, quando Tex dice: “Quel gran bastardo ha avuto la meglio… ci ha battuti in maniera sporca, ma ci ha battuti”. Ecco: questa frase Nizzi se la poteva risparmiare, era meglio qualcosa del tipo “ci hanno incastrato, ma non tutto è perduto” o simili, anche perché nelle scene successive i pards non sembrano affatto così arrendevoli, visto che non si slacciano i cinturoni (come purtroppo in altre storie nizziane) e anzi tengono le armi ben in pugno, come a voler contrattaccare non appena possibile, non appena le donne siano al sicuro. Però, concludendo, a parte questo difetto secondo me veniale, i Nostri alla fine ne escono bene e sinceramente, considerando il Texone nel suo complesso (e a prescindere dall’apprezzamento che si ha o meno della storia), non si può certo dire che Tex qui faccia brutte figure o non sia il vero Tex.
    3 points
  20. Parlando di retcon, rileggere gli albi originali (in anastatica) mi ha fatto venire in mente una cosa... Questa: G.L.Bonelli ideò Tex (che avrebbe dovuto chiamarsi "Tex Killer") come un giustiziere solitario dai modi spicci, ricercato dalla legge per la sua "pistola facile" ma senza accuse precise di aver ammazzato innocenti o uomini di legge. Anche in questo (oltre all'età) la collana Tex Willer segue una retcon: qui Tex è accusato di omicidio già da prima dell'inizio della serie. Ma in questo caso Boselli è innocente: fu lo stesso GL Bonelli a fare questa retcon ne "il passato di Tex", descrivendo come Tex venga falsamente accusato dallo sceriffo corrotto e incriminato. Che lo stesso GL Bonelli (che aveva creato Tex Killer come una tanta serie di breve durata di quegli anni senza pensarci troppo) si fosse reso conto che l'idea del giustiziere solitario non poteva durare, si vede comunque già nelle strisce successive, con l'ingresso di Tex nei rangers.
    3 points
  21. Questa è più una domanda da topic delle anteprime, ma risponderò ugualmente. Lo rivedremo a giugno sul suo primo Texone disegnato da Giuseppe Palumbo. In più ci sono almeno altre tre storie sue in lavorazione, se non sbaglio.
    2 points
  22. Lettura corretta. Lagarde non ha elaborato il lutto, quindi veder morire i suoi compagni prima e dover uccidere Larry dopo gli fanno rivivere il trauma non risolto della morte della fidanzata fino a farlo disregolare. Esce di senno per proteggersi da un dolore troppo complesso da gestire. Parlare con i "fantasmi" di Larry e della fidanzata equivale ad una negazione della loro morte. La negazione è una delle prime fasi dell'elaborazione del lutto, evidentemente lui è rimasto bloccato a quella fase. D'accordo anche col tuo voto: per me è una storia da 6,5, massimo 7. Purtroppo oltre alla vicenda di Lagarde, vero protagonista dei due albi, non c'è molta sostanza. Se consideriamo anche i disegni di Font, che mi sono piaciuti molto (ma non moltissimo), allora potrei portare il mio voto finale ad un 7,5. È comunque una storia che ricorderò positivamente e anzi non escludo di poterla rileggere.
    2 points
  23. Non so, forse gli aggettivi che usiamo dovrebbero essere più moderati. Questa storia non è così negativa come potrebbe sembrare dalle critiche ricevute. Detto questo la sensazione di un finale in cui tu puoi contare su una specie di fortino e invece ti fai beccare col tiro al piccione in campo libero perché Tex e i suoi arrivano all'ultimo momento, in sincrono, per me lettore resta difficile da digerire. In una distilleria persa tra le nevi che nessuno dovrebbe facilmente trovare, tra l'altro e dove tutti finiscono per arrivare in un arco di tempo ristrettissimo. Allo stesso tempo l'atteggiamento da avvoltoio di Big Frank mi sembra esageratamente ottimistico nelle sue previsioni, e il fatto che vedendosi a mal partito si carichi di un ostaggio che gli rallenta la fuga e che tra l'altro rende certo un inseguimento da parte di mastini di cui ha potuto apprezzare la caratura, rende le sue scelte irragionevoli se non propriamente illogiche. E sono solo appunti sparsi che si possono opporre a una sceneggiatura che è tutto tranne che inappuntabile. Siamo su Tex e non su topolino, niente scorciatoie topolinesche è il minimo sindacale. A Borden, curatore, anche se fischiano le orecchie, troppe uscite conducono a questo e chi dice che il numero di storie su cui mi devo concentrare non influisce sul risultato finale fa a pugni con la matematica.
    2 points
  24. Per l'ENNESIMA volta (che mi sta facendo davvero girare le scatole stà cosa) sull'abbandono di Boselli... Siamo su un forum ed era facile immaginare che un sacco di persone, che magari nelle varie discussioni erano in totale disaccordo con lui, sarebbero poi corse a speculare sul suo abbandono dichiarando che l'aveva fatto perchè non tutti erano d'accordo con lo speculatore in questione... Si è detto che è stato perchè si criticavano troppo le sue storie (ma quando mai?), che era perchè si criticava troppo Nizzi (dimostrando, come minimo, scarsissima memoria, visto che fra quelli accusati più volte di "lesa maestà" verso Nizzi c'è stato anche lui, specie dopo il famigerato ultimo video-intervista al Degno Erede), che era perchè si criticava troppo la casa editrice (e anche qui, quante volte l'ha criticata anche lui?), mi aspetto di vedere fra un po' lamentele sul fatto che se ne è andato perchè c'è gente che non tifa Juventus, siamo su quel livello lì... Vorrei riportare in questa orgia di giacchette strappate un minimo di onestà intellettuale... L'abbandono di Boselli al forum sarà dovuto sicuramente anche a motivi di tempo, stress personali, etc che non sappiamo, ma il "fatto scatenante" è chiarissimo e dichiarato: l'estenuante discussione sulla ristampa di una vecchia storia ritrovata di GL Bonelli e Tarquinio. Una discussione in cui ero totalmente dalla parte di Boselli perchè la trovavo assurda: per una volta in cui la Bonelli fa un edizione CHE CELEBRA E RISPETTA GL Bonelli, si è sentito di tutto (persino l'idea di farla ridisegnare per mandarla in edicola!) e soprattutto queste lamentele sono andate avanti per settimane ignorando totalmente le sue risposte, fino a fargli girare le scatole. Quindi, niente di relativo alle sue storie (potrebbero avere influito, ma non lo sappiamo e lui lo nega), o a quelle di Ruju o di altri, ma il fatto che ci siano state polemiche assurde su una cosa tipo il ritrovamento di un inedito di GL Bonelli. Trattata da alcuni utenti come se fosse una nuova storia qualunque di un autore qualunque. Questa cosa, nella fantasiosa ricostruzione d qualcuno, in questo thread è diventata che Borden se ne sarebbe andato perchè "in questo forum si mitizza troppo GL Bonelli" e "si paragonano troppo le storie attuali con le sue"... Che non è solo falso, ma è proprio L'OPPOSTO di quello che è successo: almeno la "scintilla scatenante" dell'abbandono è che NON SI È RISPETTATO GL BONELLI... Utilizzare l'abbandono di Borden per dire "visto? Se ne è andato perchè qua si ricorda troppo GL Bonelli, mentre andrebbe dimenticato" è, questo sì, qualcosa che se fossi Borden mi terrebbe lontano a lungo da questo forum: fatico ad immaginare un offesa più grande per lui dello sventolarlo a mò di bandierina del movimento "scordiamoci GL Bonelli"... Anche nella corsa a "sfruttare" l'abbandono di Borden per portare acqua al proprio mulino bisognerebbe avere dei limiti di decenza... (e il fatto che il post in cui avviene questo totale tradimento della realtà abbia ricevuto ben 8 voti positivi mi fa capire quanto sia scarsa la memoria o la capacità di capire un testo scritto di almeno otto utenti del forum...)
    2 points
  25. La frequentazione di questo forum mi ha arricchito tantissimo, nella conoscenza delle storie del Tex e del fumetto in generale, facendomi diventare, negli anni, un consumatore più consapevole delle nuvole di carta. Però, così come @Jeff_Weber, anche io ho notato che negli ultimi mesi nel forum si è quasi scatenata una gara a chi trova più pecche nelle storie che vengono via via pubblicate. Ovviamente, tutte le critiche sono legittime e benvenute, ma altrettanto legittimamente intendo esprimere il mio affaticamento per questa continua caccia a cui assisto. Questa storia di @PRuju, per esempio, a me è piaciuta molto e la considero una delle sue più belle. Ha qualche difetto? Certo che sì, qualunque opera letteraria ha dei difetti, a cercarli bene: figuriamoci un'opera di alto artigianato, come un fumetto "popolare". Ma il Carson che si fa facilmente fregare lo troviamo anche in A sud di Nogales. Gli antagonisti monodimensionali io li vedo anche in Trapper. Di indiani ingenui sono pieni gli episodi scritti dal grande GLBonelli. Perché, semplicemente, non prendere il Carson raggirato, l'antagonista monodimensionale e gli indiani ingenui per quello che sono, e cioè degli elementi di una storia? Se la cosa è funzionale alla trama, va bene che Capelli d'Argento prenda una botta in testa e va bene pure che gli indiani non sappiano leggere le tracce. L'importante è che la storia, nel suo complesso, funzioni. E questa, a parer mio, funziona molto bene, anche grazie agli sgorbi evocativi, e per questo bellissimi, di Font.
    2 points
  26. Il diritto di critica è e deve rimanere sacrosanto, sia su un Forum tematico come il nostro, che nella vita sociale (e visto i tempi cupi all'orizzonte non è cosi scontato, temo occorra difenderlo coi denti questo diritto). Suppongo che sul Forum serpeggi ancora la grande amarezza per l'abbandono di Borden, ma non bisogna commettere l'errore di dare la caccia alle streghe o scaricarsi responsabilità a vicenda.
    2 points
  27. Samuele Frasca Fumettista ed illustratore italo-svizzero. Ha collaborato con il Corriere del Ticino ideando Amore 7.0 (testi e disegni), fumetto a strisce che ha come protagonisti una coppia di coniugi immersi nelle situazioni di vita del quotidiano dai risvolti comico-umoristici. La serie è stata pubblicata sul settimanale Ticino7, di cui ne è uscita in seguito una raccolta in volume monografico pubblicata da Fontana Edizioni. Nel 2018 esce La profezia del guerriero, graphic novel tratta da una storia vera contenuta nel Libro dei Giudici da lui sceneggiata ed illustrata edita da Fontana Edizioni. Il titolo è stato selezionato fra le 15 migliori opere per il premio "miglior fumetto svizzero 2018/19" indetto dal festival del fumetto Délémont BD. Sempre grazie alla collaborazione con Fontana Edizioni, esce a fine 2021 Un segreto nella foresta, il suo primo racconto per bambini e ragazzi scritto ed illustrato. L'avventura ha come protagonisti tre fratellini di un paesino di montagna, coinvolti, come il titolo anticipa, in un mistero da svelare. * * * Ciao a tutti, dato il molto materiale realizzato nei più recenti anni dedicato al mondo di Tex e pards, frutto della mia passione per il ranger ed il suo mondo, ho deciso di aprire una galleria apposita. Quella inserita sopra è una mia brevissima biografia artistica, per quanti non mi conoscono. Vi ringrazio e spero che i lavori condivisi possano piacervi! Inizio con uno fra i miei più recenti disegni dedicato al nostro in sella al suo destriero immersi in una pressoché sconfinata prateria.
    2 points
  28. Altro ritratto, stavolta a figura intera, dedicato a Capelli d'Argento alias Kit Carson.
    2 points
  29. O spesso non accorgersene proprio.Com' é il mio caso. Datemi pure del fesso,ma così sono riuscito a godermi tantissime storie che altri invece non hanni gradito.Quindi preferisco rimanere " cieco".
    2 points
  30. Ho riletto la storia e mi sono anche riguardato il Cavaliere Pallido: praticamente, la storia è stata ricalcata dal film, comprese le facce di molti coprotagonisti. E, sì, la decisione di Tex di mandare fuori dalla zona le donne è stata una decisione incredibilmente idiota. Tanto che ha provocato il fallimento dell'impresa. E non si può sentire Tex che dice in modo rassegnato che hanno perso. Quell'allocco non è Tex. Per non parlare di Kit Carson/Cico che muore di fame e Kit Willer che, per soddisfarlo, va a fare la spesa in città e poi, per farsi un bicchierino, anche se il padre non voleva, va al saloon con l'indiano, provocando tutti, facendo lo smargiasso e così allungando inutilmente la storia. Sono scene davvero ridicole. Purtroppo Diablero ha ragione, e io sono d'accordo con la sua analisi.
    2 points
  31. La storia è buona, anche grazie alle sottotrame che la alimentano e all'ottimo personaggio di Lagarde. CONTIENE SPOILER Mi resta però un tarlo: già il giorno dopo l'arrivo al Forte di Tex e Carson con Big Frank come prigioniero, c'è un avvocato pronto a difendere quest'ultimo e degli scagnozzi pronti a farlo fuori una volta che sarà scarcerato. Ma come ha fatto, in quelle sperdute latitudini, Pierre Boucher a sapere che Big Frank era stato preso prigioniero? Già il giorno dopo, soprattutto. E subito convincersi ad ammazzarlo. Da qui parte poi l'avventura, con Tex che convince Frank ad affidarsi a loro per non essere fatto fuori dai suoi ex sodali. Sta in piedi? Secondo appunto: Carson che si fa fregare. Non aggiungo altro. Lagarde è un personaggio riuscito. La debilitazione per lo stress patito nei giorni in cui, nell'inverno più glaciale, tutti i suoi compagni sono morti si aggiunge alla probabile prostrazione mentale che già il tenente doveva avere per la morte della fidanzata. Il suo amico Larry e la sua Angelica tornano a consigliarlo, lo rendono paradossalmente più lucido proprio in quei momenti di nebbia in cui parla da solo. Ci sta che Nadine se ne innamori e che comprenda il dramma interiore e la malattia di quello sfortunato. I disegni sono più caricaturali del solito, alcune vignette francamente rese male, con personaggi storti e scalcagnati. Discontinua la resa dei personaggi, da Nadine, a volte bella ragazza e altre volte poco gradevole, a Big Frank e ai pards. Solo su Boucher c'è continuità, perché brutto e truce lo è sempre, anche nelle vignette migliori. Come simili disegni, con le loro sproporzioni e con i loro aspetti sgraziati, possano entusiasmarmi e narrare con così tanta efficacia una storia nordica come questa, è una contraddizione che non mi spiego, un mistero della fede. Poco male, non lo svelo, me li godo e basta. È comunque un espediente classico, usato in mille situazioni da Glb, Nizzi e Boselli. In effetti sono troppo lontani da casa, ma le spiegazioni potrebbero essere tante, e di solito, anche in passato, non ci sono state date. Forse stavolta Ruju poteva inventarsi qualcosa, dato che il Canada è in effetti un tantino lontano, però io credo che spiegazioni su quest'aspetto possano pure essere tralasciate.
    2 points
  32. Il mucchio selvaggio non c'è solo nella scena finale, ma anche nella sequenza, drammatica e bellissima, della processione di sangue. Sono omaggi ma al contempo sono scene perfettamente incastonate nella storia, non sterili rimandi ma momenti centrali delle vicende narrate. E' una sceneggiatura ricca di rimandi: coglie elementi dalla Storia, dalla letteratura, dal cinema e li mescola in una vicenda raccontata in maniera semplicemente entusiasmante. Pensate che gli Invincibili sono esistiti davvero, davvero hanno assaltato il cellulare e davvero hanno ucciso un poliziotto. È tratta dalla Storia anche la successiva fuga verso la ferrovia nonché l'assassinio politico, narrato poche pagine dopo, di Lord Cavendish, a seguito del quale Boselli fa fuggire Shane verso l'America. Per l'assassinio del poliziotto, inoltre, furono condannati a morte - pare - alcuni uomini che forse non avevano commesso il fatto, mentre il principale colpevole riuscì a fuggire. Mi è sempre piaciuto pensare che quegli uomini fossero tanti Danny Moran, che magari avranno maledetto, in punto di morte, il loro Shane, colui che nella realtà li ha abbandonati. Mi piace pensare che Boselli abbia attinto anche da questa circostanza per tratteggiare il personaggio di Danny, traditore per un senso di rivalsa nei confronti di Shane ma in definitiva vittima della sua codardia. Per me questa resta la storia più bella della saga. Dopo Il Passato di Carson.
    2 points
  33. L'ispirazione a "The Wild Bunch" è palese, basta vedere anche la copertina del primo albo... Di solito apprezzo poco queste "citazioni", ma qui Boselli lo fa "alla vecchia maniera", come già avvenuto in storie come Il Tranello in passato: senza fastidiose "strizzatine d'occhio", senza piegare i personaggi alla voglia di "citare" (come ha fatto Recchioni trasformando il fratello di Tex in un pistolero per citare "Cane di Paglia"): questa è una storia di Tex che cita The Wild Bunch, ma rimane prima di tutto una storia di Tex. E che è perfettamente godibile anche se non vedi nessuna delle cuitazioni, perchè non ti lascia l'impressione che stia facendo riferimento a qualcosa che non hai visto...
    2 points
  34. A questo proposito: nella versione originale a quanto pare Zhenda avrebbe dovuto morire e con lei tutti i suoi indiani,ma siccome Civitelli aveva reso " troppo teneri" i personaggi,si decise,non so se la redazione o l' autore,per il finale alternativo( più bello e originale a parer mio.Vero che forse Zhenda se la cava troppo a buon mercato,e infatti lo dice perfino Carson stesso,ma tutto sommato nel contesto non é così stonato). Nel contesto delle storie di Nizzi (che quando non erano proprio comiche erano comunque grottesche) magari sì, è un "teatrino" dove nulla ha senso, nulla ha sostanza, tutti mangiano bistecche e patatine e si fanno tante battute... Ma nella storia originale (che Nizzi avrà letto distrattamente fregandosene come al solito), Zhenda ha "solamente" ucciso un vecchio amico di Tex, che era pure il sacerdote che l'ha sposato con Lilith ed è stato il suo stregone, del suo villaggio, per anni (al funerale di Freccia Rossa era ancora lui lo stregone, quindi è stato lo stregone di Tex per più di 15 anni prima di essere sostituito da Nuvola Rossa). Non solo: si è alleata con i bianchi per uccidere altri Navajo, ha cercato di uccidere il figlio di Tex in un sacrificio umano, e solo l'intervento di Big Elk, che ha sacrificato la sua vita per ucciderla salvando kit, ha impedito che il figlio di Tex venisse ucciso. Macchissenefrega? Nizzi se l'era scordato, quindi se n'è scordato pure Tex. E pure Kit. Se nell'ultimo almanacco invece di Ta-Hu-Nah incontrava Big Elk, un cazzotto sul naso non glielo levava nessuno, e si sarebbe meritato anche un "e la prossima volta tuo figlio te lo salvi da solo, stronxxx!"
    2 points
  35. Uno studio a figura intera dedicato al nostro realizzato la scorsa estate. in due versioni: b/n e "Technicolor".
    2 points
  36. Ora, non vorrei alimentare il loop, ma il fatto che allontanino le donne da un luogo che sta per essere attaccato, magari subendo un assedio che potrebbe finire sanguinosamente, non mi sembra quell'idea ridicola che tu cerchi di far passare. Per te è sempre tutto ridicolo, da scompisciarsi dalle risate. Mah! È Nizzi stesso a CERTIFICARE, in maniera inequivocabile, che è stata una boiata. Questa è una storia. E in una storia IL CASO NON ESISTE. Ogni conseguenza di ogni azione è voluta dallo sceneggiatore per dire qualcosa al lettore. Nessuno sceneggia tirando i dadi per decidere se una cosa riesce o no (alcuni ci hanno provato, con scarsi risultati). Se un personaggio fa una scelta strategica in una battaglia, e quella scelta porta al disastro e alla sconfitta in una battaglia che altrimenti aveva già vinto, allora è lo sceneggiatore stesso che ti sta dicendo "visto? Ha fatto una boiata e te l'ho appena dimostrato" Nella realtà Tex poteva fare questa boiata e avere fortuna che non se ne accorgeva nessuno (questo accade nelle storie di Nizzi quando lui stesso non si rende conto che è una boiata o quando non vuole che se accorga il lettore: quindi quando vuole cercare di far vedere La Tigre Nera come una mente geniale, i suoi sicari indiani vestiti da indiano girano tranquillamente con i pugnali sguainati in città senza che nessuno li veda e la vittima in mezzo ad una città intera di gente che lo aiuterebbe non chiede aiuto. Se fosse stata di Tex l'idea di mandare i due indiani invece li beccavano subito). Non è un discorso di "probabilità", non esiste dubbio, non esiste caso: è lo sceneggiatore, nella storia, che ti dice "questo personaggio ha avuto un idea geniale" e "questo personaggio ha fatto un errore colossale che gli farà perdere lo scontro". POI, il lettore può dire "un momento, ma è un idea stupida" (come faccio io con i piani della Tigre Nera), o "Ma sai che invece l'idea di Tex non era mica tanto stupida come appare in questa storia, ha solo avuto sfortuna che la prima persona che passava ha trovato le donne lasciate sole e indifese sulla strada per aggirarli" come dici tu, ma sono considerazioni in cui SIAMO IN DISACCORDO CON LA STORIA, che nel primo caso ci vuole dire "La Tigre Nera è una mente acutissima" e nel secondo "Tex è un idiota e le sue idee idiote hanno portato i minatori alla sconfitta" Se per te quella non era una boiata, sei in disaccordo con quello che dice Nizzi nella storia che hai letto. E se non ti convince il fatto che nulla in una storia accade per caso, chiediti PERCHÉ l'errore decisivo che fa sconfiggere Tex e pards lo fa PROPRIO TEX, e non siano invece le donne stesse a voler andar via, o i minatori ad aver paura per loro. Non è una domanda difficile: quando nel soggetto ti viene l'idea di usare lo spostamento delle donne come "decisione catastrofica" che porterà alla sconfitta totale di Tex e pards, perchè non torni indietro a cambiare quella vignetta per far prendere la decisione a qualcun altro? Forse perchè quando l'hai scritta già pregustavi con soddisfazione l'ennesima figura di merda per un personaggio che disprezzi? No. Mi devo autocontrollare per NON DIRE COME LA PENSO. Siamo in un forum di discussione. Dove tutti dovrebbero poter dire la loro su ogni storia. Per lodarle o criticarle. Ma con Nizzi non funziona così. Finché sono lodi, va bene, il tread va avanti per pagine e pagine. Appena arriva la critica, inizia la bufera, gli attacchi, gli strilli di lesa maestà Finisce che Nizzi non si critica più. Perché ogni volta sono sempre le solite polemiche, e allora pensi "ma chi me lo fa fare di dire come la penso? È meglio che stia zitto" Sai quante persone, in privato qui nel forum o di persona, mi hanno detto che su Nizzi non intervengono per questa ragione? Più del triplo dei fan di Nizzi che fanno quelle polemiche. E sono solo quelli che me lo dicono, molti non me lo diranno nemmeno.. I "fan sfegatati" di Nizzi, povere vittimelle che piangono sempre atteggiandosi a povere vittime indifese, in realtà hanno creato un clima in cui SI HA PAURA di criticare Nizzi. Che è quello che volevano.
    2 points
  37. Vabbè, torniamo al Texone... Alcuni hanno detto "con qualche ispirazione" da "Pale Rider" ("Il cavaliere Pallido", del 1985 maggiore incasso western mondiale degli anni 80, quindi non certo un film di nicchia) Beh, direi che c'è ben più di questo: guardando come sono IDENTICI molti personaggi, anche nel nome (Megan diventa Maud, persino la comunità di Minatori nel film è Carbon Canyon e nel fumetto è Carbon Valley, pure il personaggio del Signor Jerkins ha la faccia di quello del film, etc.) direi che è una bella scopiazzatura, pure bella palese visto che Nizzi non si è nemmeno sforzato tanto di nasconderla (ripeto, dopotutto era "solo" il maggior successo western della decade precedente...). Le facce identiche indicano che ha persino dato a Milazzo foto dal film o persino il DVD a cui ispirarsi... Per vedere la differenza, palese, con un opera che davvero prende solo lo spunto, basta pensare che "Pale Rider" a sua volta non è che una versione più moderna (e più biblica) di "Shane" ("Il cavaliere della valle solitaria"). Solo che "Pale Rider" prende lo spunto di base e lo modifica, aggiunge, la rende una storia a sè stante. Nizzi invece addirittura fa mettere la stessa faccia ai personaggi... Quindi concordo con... E con... Tale è la somiglianza fra i due film, che diventa interessante guardare alle poche differenze. E capire perchè ci sono... Alcune sono banali (mettere la ragazzina in pericolo all'inizio invece del solo Vernon rende subito odiosi i cattivi senza bisogno delle scene iniziali senza Eastwood), ma una è da subito più interessante. Perché Nizzi aggiunge da subito un fratello maggiore "cattivo", al posto del padre? Perché il padre lo vuole "buono" (o almeno meno cattivo?) Si potrebbe pensare che è perchè voleva infilarci il tema dell'incesto, al posto del tentato stupro del film (che su Tex non avrebbe mai potuto mettere), ma il primo incontro fra fratello e sorella rende chiarissimo che lei lo odia e non lo sopporta (si danno del voi, lei piange e lo manda all'inferno, lui fa il prepotente più che il corteggiatore, è chiaro che vuole averla ma di prepotenza, non certo corteggiandola davvero). No, il motivo invece mi pare davvero palese: sin da subito, dalle primissime pagine, Nizzi si pone il problema: "chi salverà Tex quando verrà sconfitto?" Altre cose magari sono state aggiustate "in corsa", ma il fatto che il vecchio arriverà a salvare quei poveri piccioni è impostato da subito. (In realtà non ha alcun senso che il vecchio combattivo e tosto che alla fine fa fuori il figlio sia stato passivo fino a quel momento senza capire un tubo, ma raramente le trame di Nizzi hanno un senso). Poi c'è tutto il pezzo di kit che si catturare come un piccione che ovviamente nel film non c'è. Perché l'ha messo? Riteneva la "trama" troppo corta per un texone e ha allungato il brodo? Gli è venuta l'idea per qualche scena "umoristica" a scapito dei pards e non se l'è fatta scappare? Questo è molto meno chiaro, "your guess is good as mine", però farei notare che: 1) Si mettono nei guai per colpa di quel mangione di Carson, che ha finito le scorte e ha fame (pag 14) 2) Carson protesta che ha DAVVERO fame, e Kit e Tiger vanno in paese a far la spesa. Notare che "hanno fatto un largo giro per non farsi notare", e poi chi mandano in paese? Mica Carson e Kit o Tex, ci mandano Tiger, un indiano Navajo. Tanto per non dare nell'occhio... 3) Ovviamente (ci avrei scommesso nel momento in cui ho visto Kit "portasfiga" Willer e Tiger andare in paese invece dei soliti Tex e Carson) trovano un posto che non serve indiani. Tiger è stranamente sveglio per essere un personaggio di Nizzi, ma Kit è il solito pollastro Nizziano, inizia a strillare come un gallinaccio (si capisce perchè il padre non lo lascia mai andare in giro da solo) 4) Notare che NON DOVEVANO ANDARE NEL SALOON, è un idea di Kit per "sciacquarsi la gola" senza che il padre lo veda bere alcolici... in pratica kit ha interpretato la loro missione come una gita scolastica e pensa solo a sfuggire dal controllo dei professori per andare a bere alcol... 5) Kit, dopo aver fatto una figura da gonzo totale (non so se erano cose descritte in sceneggiatura, ma il contrasto con lui che entra tronfio e soddisfatto con un sorriso a 64 denti che brilla al buio di pagina 20 e inizio di pagina 21, il fatto che sia LUI ad attaccar briga - cosa ripeto normale se non dovessero evitare di dare nell'occhio - e a dare il primo colpo, oltretutto, a tradimento nelle palle, a pagina 23, per poi beccarsi la sedia in testa con la faccia da macaco... ) VIENE ARRESTATO.. dai, siamo onesti, FA RIDERE! 6) Poi c'è la scenetta con Tex e Carson che "recitano", e questa è una cosa nelle corde di Nizzi che gli fa fare spesso. E ogni volta li fa scoprire come capita anche qui... 7) Passata la "scenetta buffa" che occupa mezzo albo, si torna alla trama del film: come nel film i cattivi tolgono l'acqua, come nel film Tex e Carson con la dinamite la tolgono ai cattivi, tutto praticamente molto simile. 8) Altra aggiunta "comica" per alleggerire la trama, l'infermiera con il suo paziente. Boh, a me è sembrata una cosa così caricaturale da essere fastidiosa, davvero "di grana grossa" (non mi piace quando in una trama "drammatica" ci mettono così a vanvera personaggi così macchiettistici per far ridere: tanti si lamentano di Cico in Zagor, ma Cico è molto più integrato nel mood della serie e non è così caricaturale), ma capisco che a qualcuno può piacere... 8) Seconda grande differenza: mentre nel film il figlio del padrone tenta di violentare Megan-Maud, nel fumetto... si scoprono teneri innamoratini! Notare che prima si davano del voi (anche PRIMA che intervenisse Vernon, quindi anche quando erano da soli e non li sentiva nessuno), quando si rivedono a pagina 189 si chiamano per nome ("Norman" e "maud", e lei gli dice che "la mamma non vuole che parli con lui", segno che se non fosse per la mamma...). È un comportamento TOTALMENTE DIVERSO, nessuno dei due sembra la stessa persona, lui dice che "è di un altra pasta" (certo, ha "solo" fatto pestare a sangue Vernon di fronte a lei ridendo mentre la teneva ferma, cosa vuoi che sia...) Sembrano due personaggi mai apparsi prima provenienti da una storia diversa, non agiscono e non si comportano come prima e NON SI RICORDANO LA SCENA PRECEDENTE. (Ecco, questo è quello che chiamo comunemente "sceneggiare con i piedi", quando non ti preoccupi nemmeno di rileggere quello che hai già scritto...) Eppure...non mi ha meravigliato per nulla questo ovvio stravolgimento dei personaggi: Nizzi l'aveva stra-telefonato iniziando già a pagina 55: quando il vecchio Mclean inizia a parlare della donna che non ha potuto sposare (se era un film ci sarebbe stata la musica da scena melodrammatica) e pensi già "alè, è la madre di Maud". E pure che Maud potrebbe essere la figlia (Nizzi inserisce spesso questi anemici "gialli" che non hanno senso perchè non si cura mai di mettere abbastanza personaggi: di solito c'è una sola donna, chi potrebbe mai essere? Sono "misteri" buoni per i lettori pre-adolescenti del Giornalino...) Comunque, anche qui Nizzi non la tira in lungo: poche pagine dopo dice chiaramente che la donna è Linda ed è la madre di Maud... Così come è CHIARISSIMO a pagina 123 che linda ha avuto una relazione con il veccho Mclean e che Maud è sua figlia (andiamo, riguardate la pagina, più chiaro di così, l'ultima vignetta con la faccia "ho un segreto che non posso dirti" pare abbia la didascalia..) 9) Pagina 82, la sceneggiata di Tex e Carson viene scoperta grazia a... TA-DAN! UN ORIGLIONE!!! (chi l'avrebbe mai sospettato! (un origlione tra l'altro che è uno degli attori di "Pale Rider" sputato identico... ) 10) Pagina 153: Tex in persona ha avuto la geniale idea di spostare le donne dove sono indifese: essendo questa una storia di Nizzi, a questo punto È GIÀ TUTTO CHIARO: - è chiaro che le donne saranno catturate (il fatto che sia un idea di Tex in una storia di Nizzi certifica che è un idiozia anche se il lettore non ci ragiona troppo sopra) - È chiaro che Tex sarà sconfitto (è una storia di Nizzi, era chiaro già a leggere l'autore) - è chiaro che a salvarli sarà il vecchio Mclean il finale della storia da quel punto è una polenta strascicata mentre leggi attendendo stancamente che vengano "svelate" le cose che sono già chiarissime a 70 pagine dalla fine... Alla fine, cosa rimane? Cosa ha aggiunto Nizzi alla trama che ha riutilizzato? All'epoca non avevo ancora visto "Pale Rider" e non mi ero accorto del plagio, quindi avevo almeno dato il merito a Nizzi nell'idea un minimo originale e di alcune scene, però prese dal film. le differenze peggiorative rispetto al film hanno ammazzato le scene cambiate. i personaggi fratello e sorella quasi incestuosi già mi erano sembrati folli banderuole in prima lettura, il vecchio che salva il solito pasticcione incapace di Tex è insopportabile, che resta? Restano le scene comiche. le uniche in cui Nizzi ha messo un minimo di "mestiere", restano Kit che fa la solita figura da macaco al saloon perchè vuole bere whisky e attacca briga, e l'infermiera caricaturale. Non hanno nulla a che fare con il resto della trama ma almeno fanno ridere (se non pensi che quello dovrebbe essere kit). Come sempre, le uniche qualità di Nizzi sono quelle di un autore comico.
    2 points
  38. Ora sono SICURO che non hai capito i miei post. E mica solo questo. Probabilmente tutti quelli in cui ho parlato di Tex Willer dalla storia di Cochise in poi... Dopotutto, saranno solo TRENTA POST, come minimo, in cui sostengo che ABILMENTE, Boselli ha POSTDATATO APPOSTA la data di nascita di Cochise, per farlo rientrare nella cronologia Texiana in maniera plausibile.... e adesso devo leggere i tuoi post in cui contesti che secondo me "si sia sbagliato"... Non dovrei meravigliarmi. Scrivo online in forum, newsgroup, commenti, chat, etc da più di 30 anni. Ormai l'ho capito che la gente non risponde mai a quello che scrivi, ma a quello che crede che tu abbia scritto senza nemmeno degnarsi di leggerlo (su questo fenomeno nei commenti di Yutube hanno scritto persino studi universitari, in media pare che il commentatore medio non va oltre la prima riga del commento a cui risponde se va bene, mentre quando risponde a un video non li guarda nemmeno, nemmeno il primo secondo, niente). Ma un conto è saperlo, un conto è accettarlo...
    2 points
  39. C'è tutto il campionario di casi che confutano la tua idea, non ne manca nessuno di quelli che citi: 1) Cose fatte correggere dalla redazione in fase di sceneggiatura o addirittura già disegnate. Segno che non erano nel soggetto "dettagliato" (ma sai quante cose non sono in un soggetto, per quanto dettagliato?) 2) Cose aggiunte da Magnus senza per questo dover far "riapprovare" il soggetto. E infine... 3) A me, personalmente, Nizzi ai tempi di Sergio Bonelli ha detto che non mandava soggetti dettagliati e che nessuno gli controllava le sceneggiature. lo facevano solo i primissimi tempi per le primissime storie. Poi la procedura era: racconto sommario (credo a parole) sulle idee per la storia, Sergio Bonelli che gli dice "questa sì questa no", da quel momento approvata l'idea Nizzi mandava le tavole direttamente al disegnatore, la casa editrice le vedeva solo alla consegna. Forse ti confondi con l'epoca di Boselli come curatore... E poi... 4) Non importa quanto sia dettagliato un soggetto, la sceneggiatura è un altra cosa, se cambi qualcosa ti garantisco che la macchina da scrivere non si ribella per morderti... Ribadisco: la tua affermazione è "questa cosa che accadeva sempre non poteva accadere perchè <inserire cosa irrilevante a scelta>". Accadeva. Accadeva spesso. Accade spesso a tutti, da sempre, e ovunque. E l'esistenza di un inesistente soggetto dettagliato che in realtà non esisteva non avrebbe mai potuto minimamente impedirlo, come non lo ha mai impedito a nessuno, mai.
    2 points
  40. Traversa., il nome è Mauro Traversa. Io la penso in maniera del tutto opposta: buoni soggetti rovinati da una sceneggiatura pessima. Il mestiere Nizzi lo aveva del tutto perso già dal n. 500.
    2 points
  41. E infatti per me sono le parti peggiori della storia (tradiscono l'impianto "cinematografico" della trama per inserirci elementi melodrammatici da fogliettone più adatti alle corde di Nizzi: inoltre il primo è stra-telefonato e aggiunto in corso d'opera - è chiaro che non ci pensava minimamente nella prima scena fra i due, si vede il punto esatto in cui gli viene l'idea perchè inizia di colpo a seminare indizi a pioggia - e il secondo serve solo a fare salvare per l'ennesima volta Tex da qualcun altro) Sull'annoso discorso "Nizzi pre-crisi contro Nizzi post-crisi", la differenza principale è proprio questa, e lo stesso Nizzi l'ha ammessa più volte: dopo la crisi, non ha avuto più idee per Tex. TUTTE le storie post-crisi (almeno quelle che non erano state iniziaste prima) derivano o da soggetti altrui (aveva collaboratori abituali per i soggetti), o da soggetti riciclati di Larry Yuma, o da film o fumetti di altri (di solito scopiazzati senza scrupoli e senza citarli) o persino da idee di GL Bonelli (la Mefistolata, in cui si vede benissimo che dopo il primo albo non aveva idea di come proseguirla e va a braccio) o da storie precedenti sue (le storie della Tigre Nera praticamente hanno tutte la stessa trama) Altri aspetti della sua scrittura hanno un calo più graduale (man mano si passa da prendere l'idea di base a scopiazzare senza tante modifiche, la scrittura si fa più sciatta, etc - in generale si vede un continuo calo di impegno e di interesse, forse per stanchezza o semplicemente perchè scopriva man mano quanto poteva "tirar via" senza che facessero una piega), ma non questo, su questo lo stacco è netto. Che un autore che faceva così (possibile che alla Bonelli non avessero capito?) sia stato lasciato tanto a lungo su Tex, ribadisco che è una questione più da psicologo che da "critica"... Personalmente, su quest'albo: all'epoca ne rimasi molto deluso (soprattutto sul finale: oltretutto avevo già iniziato a notare che ogni singola volta Tex era salvato da qualcun altro, avevo già iniziato a fare il conto "da quanti anni Tex finisce una storia senza essere salvato da altri" ed erano già troppi anni), e soprattutto pensando allo spreco del talento di Milazzo. Certo che al confronto delle cose che ha scritto in seguito Nizzi questa fa un figurone, ma è solo un "effetto ottico", se la guardi dal fondo di un abisso...
    2 points
  42. Ottima la prima tavola di Bocci, mi ricorda una tavola di Magnus del Texone nella foresta dove disegnava tutte le foglie degli alberi. Bocci ci disegna benissimo anche le felci del bosco. Nelle tavole di Bocci, con il suo tratteggio, si vede molto grigio, che è un po inusuale nelle storie di Tex. Sara ancora meglio ammirare queste tavole a grandezza naturale.🙋‍♂️ Per quanto riguarda Diablero mi sa che Jeff Weber ha proprio ragione.
    1 point
  43. E poi ci meravigliamo se @bordensia scappato da questi lidi
    1 point
  44. Recentemente ho sfogliato il volume Rizzoli-Lizard su questa storia (che ho preso per i disegni di Milazzo, basta limitarsi a guardare le figure e la storia migliora...), e ho trovato queste "chicche" nell'intervista iniziale a Nizzi: Cosa pensava Nizzi di GL Bonelli, di Tex e dei suoi lettori, si può leggere in TANTISSIME interviste e video su youtube, in cui praticamente si dice che GL Bonelli faceva storie solo "pum pum" per cerebrolesi e che lui invece è molto più bravo, nelle sue storie non c'è solo pum-pum. (solo recentemente ha "riabilitato" Bonelli per attaccare... Boselli, accusandolo di "stravolgere Tex": il bue che dà del cornurto all'asino..) Anche questa intervista non fa eccezione, e anche qui Nizzi coglie l'occasione per ribadire la sua scarsa stima di GL Bonelli, di Tex e dei suoi lettori (lettori che secondo i "fan" di Nizzi invece non dovrebbero avere il diritto di criticare il loro Vate...) Ma la cosa più interessante è questa: Può darsi che sia la solita "sparata" in cui Nizzi si gonfia da solo: in realtà anche se dopo la famigerata "crisi per superlavoro" Nizzi è passato dalle 1100 pagine annue che lo mandarono in crisi a... oltre 1500 pagine annue in media (segno che ci metteva davvero impoegno, sì...) con un massimo di circa 1800 pagine nel 2003: se scriveva davvero dieci tavole al giorno, vorrebbe dire che ogni anno lavorava al massimo 180 giorni? D'altro canto, bisogna aggiungere il tempo per i soggetti e altre varie e eventuali (viaggi a Milano, mostre, correzioni, etc.). E guardando la QUALITÀ infima e la sciatteria di quella scrittura... sì, ci posso pure credere che "tirasse via" dieci pagine al giorno (ogni tanto magari meno, quando c'era la scena in cui sperculava Tex ci metteva più impegno) Insomma, crediamo a Nizzi per una volta, e facciamo due conti: si sa che prendeva più del doppio degli altri sceneggiatori (era la "tangente" che Sergio Bonelli era disposto a pagare pur di tenerlo su Tex, viste le soddisfazioni che gli dava ogni mese, e per il terrore che aveva al pensiero di tornare a scriverlo lui: visto che Nizzi di scrivere Tex non aveva più nessuna voglia e odiava il personaggio, fu stra-pagato per farlo di malavoglia). Non so quando fosse all'epoca, ma oggi si sa che gli sceneggiatori Bonelli prendono dai 50 ai 100 euro a tavola (e questa cifra NON è stata al passo con l'inflazione, anzi è ferma da tempo, prendevano di più in "valore reale" una volta). Quando prendeva Nizzi, all'epoca, rapportato alle cifre in Euro attuali? (all'epoca ovviamente era ancora pagato in lire). 150-200 Euro a tavola? Millecinquecento-duemila euro AL GIORNO? Per scopiazzare "il cavaliere pallido", o "la ballata del mare salato"? Per sputtanare Tex costantemente, storia dopo storia? Bisogna dire che Sergio Bonelli era disposto a pagare bene i suoi "piaceri": e leggere un Tex così sputtanato doveva essere un piacere davvero "impagabile"... Capite quando fa girare le scatole vedere oggi Nizzi atteggiarsi a grande autore "sprecato" su Tex, e mostrare tanto disprezzo per Tex e i suoi lettori, pensando quanto DAVVERO Nizzi deve, in termini non solo di "fama" ma pure economici, alla Bonelli, a Tex e ai suoi lettori?
    1 point
  45. Questo è un loop... Prendi una storia di Nizzi tendenzialmente piaciuta a tutti i votanti (voti da 7 a 10), prendi Diablero che giunge in punta di piedi a fare a pezzi l'autore, evidenziare la sceneggiatura con i piedi, la pochezza della trama (copiata), l'analisi dettagliata di alcune scene dove i nostri pards sono messi in ridicolo dall'autore, dove ci sono falle logiche, dove si legge stancamente, dove c'è un "giallo" buono per lettori ragazzini. Alla fine del loop, o tra le righe, si resta sempre con la stessa sensazione e con le stesse domande... Le puntuali e dettagliate analisi di Diablero sono in paradossale contrasto con la maggioranza dei votanti. Come mai? Come può essere? Dobbiamo imparare a leggere "meglio"? Dobbiamo imparare ad analizzare "meglio" ? Il loop continua con la rilettura della storia alla luce delle analisi di Diablero...
    1 point
  46. Parlando di com'era Tex all'inizio, bisogna dire che anche Tiger... ...e pensare che adesso devono sempre far sparare gli altri per primi...
    1 point
  47. Allora...Interessanti alcuni articoli però il vecchio Almanacco era tanta roba. L'articolo sul Morisco pieno di spoiler.😁 Passando alle due storie... Quella di Ruju è godibile, un po' scontata e con disegni discreti (Saudelli è particolare). Quella del Bos è di grande atmosfera e i disegni di Bocci sono perfetti. Da un po' mi sto avvicinando a Dampyr e quindi non mi è dispiaciuta. El Morisco ed Eusebio fanno il loro, un po' stonata l'infatuazione rapida del brujo di Pilares.
    1 point
  48. Vero che nel suo caso il danno è recuperabile, Nizzi la mostra per pochissimo tempo, ma in quel pochissimo tempo riesce ad aggiungere una quantità di stravolgimenti incredibile (a tutti i personaggi, non solo lei). La Loa del "figlio di Mefisto" era rosa dall'odio e dal desiderio di vendetta. E persino più motivata di Yama (che in fondo agiva soprattutto per avidità di denaro e potere, non aveva mai conosciuto il padre. Ma Loa aveva visto uccidere il padre Otami davanti ai suoi occhi, e poi era stata presa come schiava sessuale dall'uomo che aveva ordinato la morte del padre, Yampas! All'epoca la cosa sarebbe sembrata più strana e Tex ha sempre avuto problemi a sparare alle donne, ma con il senno di poi, era meglio lasciare Yama nel Veliero Maledetto (una fine iconica che era un vero contrappasso, per lui che trascinato dalla sua avidità aveva cercato di dominare le forze del male con la sua scarsa esperienza), e far tornare Loa nello Yucatan ad affrontare Tex la volta dopo! Ecco la Loa che ricordavamo: Nizzi prende questo personaggio e la prima cosa che pensa è "mmm... per me questa qui se si salva va a fare la fattucchiera di paese, vive tranquilla in una capanna senza grilli per la testa o desideri di vendetta, ma ha tanti problemi a trovare soldi, dopotutto è "solo" bellissima e con poteri magici e di evocazione demoni e zombie, che per denaro fa da guida per andare a resuscitare Mefisto per poi chiedergli scusa per averlo tradito..." È ancora salvabile come personaggio, ma uno sceneggiatore bravo che ci si provasse dovrebbe ricominciare da zero. Prima aveva motivazioni fortissime per desiderare la vendetta, o contro i pards o contro i Seminole, ma Nizzi le ha cancellate, mostrando che non ci pensa proprio. Adesso cosa gli fai fare, la rapinatrice di banche? Nizzi davvero al di là del "giallo" non arriva. Tutte le storie "potenti", con emozioni "forti", non solo non le sa scrivere ma credo che non le capisca nemmeno (come si fa a leggere "Fra due bandiere" e tutto quello che ne ricavi è che è una storia sbagliata perchè Tex doveva combattere con i "buoni"?) E invece anche per me quella è una colpa, un gravissimo errore, e un ulteriore prova della "sordità" di Nizzi di fronte a qualunque cosa in una storia non venga spiegato tre volte. Lily serve a Nizzi non solo per resuscitare Mefisto, ma anche per scrivere un personaggio più nelle sue corde (la vecchia avida arrampicatrice sociale quante volte si è vista in un giallo?), perchè Mefisto invece proprio non lo sapeva scrivere. Come risultato, nel ritorno di Mefisto... fa tutto lei. E cosa si mette a fare? Rapina diligenze. Con la copertura di un Saloon. Ti pare una storia di Mefisto questa? Nizzi la usa per mettere nella Mefistolata gran parte delle cose che i lettori hanno odiato. Mefisto in secondo piano. Mefisto scemo. Mefisto nascosto in un retrobottega che spia dal buco della serratura. Mefisto ridotto a rapinare diligenze. Perchè il vero capo di tutto è Lily, ed è lei che affronta davvero Tex. Ma Nizzi la rende una maliarda qualunque, abbastanza stereotipata. È "cattiva", ma dove è finita la diabolicità che ricordavamo? Dov'è la Lily che dice a Mefisto che un colpo in testa non è abbastanza per Tex, e ordisce lei l'intrigo per farlo accusare di omicidio? Lily è un personaggio "sbagliato" perchè, in una storia con Mefisto, sminuisce Mefisto. Se si voleva farla tornare era meglio farelo in una storia separata, con una sua vendetta separata (in cui aveva senso magari che agisse da un saloon) O meglio ancora, poteva essere una maliarda qualunque. Perchè Lily non doveva assolutamente essere "resuscitata". il; fatto che sia viva "uccide" le motivazioni di Mefisto. L'ho già detto altre volte, per me nelle storie di GL Bonelli, era dato per scontato che Lily fosse morta. E che fosse morta per colpa di Tex. Solo così si spiega un odio tanto sconfinato da aver fatto diventare folle Mefisto, tanto da rendere la vendetta su Tex la sua unica ragione di vita. Essere stati catturati non basta. poi è evaso, ha poteri tali che potrebbe fare una vita da nababbo, eppure lui è ossessionato da Tex. Anche dopo che Tiger Jack lo fa cadere da una rupe, non pensa a vendicarsi di Tiger Jack (pensaci, Tiger Jack lo ha reso un invalido per anni, anni di sofferenze, ma lui pensa SOLO a Tex, Tiger è un "collaterale". E come vuole vendicarsi di Tex? Lo vuole uccidere? No. Oh, certo, ALLA FINE lo ucciderà. Ma non vuole ammazzarlo per prima. Prima deve vedere soffrire e morire suo figlio e il suo migliore amico. Perché una vendetta tanto elaborata per vendicarsi di "mi ha messo in galera"? Se fosse solo quello Mefisto dovrebbe farlo finire in galera o impiccato. Non renderlo folle assistendo alla morte lenta del figlio. GL Bonelli non spiegava le cose tre volte. A volte non le spiegava proprio, te le lasciava immaginare. Ma se usavi l'immaginazione, te le diceva. E per me ce lo ha detto come è morta Lily. Pensa alla PRIMA vendetta di Mefisto. Le altre volte aveva complici, ostacoli, circostanze che lo spingevano ad "arrangiarsi", ma pensa invece alla prima vendetta. A "La gola della morte". Ha pianificato per ANNI, fino a che non è stato tutto perfetto. E nel suo piano, qual era la fine "perfetta" per Kit Willer e Carson? Pensaci, il piano prevede la cattura DEL SOLO KIT WILLER, sin dall'inizio. E cosa dice Mefisto a Tex e ai pards? E no, GL Bonelli non si era "semplicemente dimenticato" di Lily... "dicono fosse bellissima". GL Bonelli non usava le parole a caso. Quello che non poteva mostrare in un fumetto per ragazzi lo lascia immaginare. Lily è morta e Mefisto considera responsabile Tex. Forse è stato Mefisto stesso a ucciderla o causare la sua morte e per questo il suo primo piano era che Tex li uccidesse. Forse è successo in un deserto, mentre erano entrambi ricercati dalla legge (la fine che Mefisto riserva a Kit Willer e a Carson quando rinuncia a farli uccidere direttamente da Tex) Ma Nizzi se non gli spieghi le cose tre volte non le capisce, e tanto considerava GL Bonelli uno che faceva solo pup-pum, e entra anche qui come un elefante in una cristalleria. Pensaci, a come si comporta Mefisto ne "la gola della morte". E a come diventano "assurde" quelle stesse scene alla "luce" di quello che "Nizzi ci ha svelato". Lily non è morta, se ne è andata. Mefisto è stato arrestato ma è evaso, e per decenni ha pensato di vendicarsi di Tex. poteva diventare ricco e potente in qualsiasi altro posto, magari diventare Re o Arciduca da qualche parte in Europa, ma no, vive con una tribù indiana e campa da cani per anni perchè ce l'ha con Tex. Se l'è legata al dito. Nizzi con il ritorno di Lily ha rovinato un personaggio, ma non era Lily. Ha tolto ogni motivazione sensata a Mefisto. Alla luce del ritorno di Lily, Mefisto è un coglione che ha perso tutto, ha perso la vita, le ricchezze, il potere, tutto quello che avrebbe potuto avere, perchè se l'era legata al dito che Tex l'aveva arrestato. Poi Padma l'ha fatto impazzire, ma lui è fissato con Tex e non pensa a vendicarsi di Padma. Prima ancora Tiger Jack l'aveva reso paralitico e soggetto a dolori atroci per anni, ma Mefisto se ne frega, lui è fissato con Tex. O è un coglione, o ha una fissazione per Tex assolutamente irrazionale. Forse è innamorato di Tex, chissà. Chiamate Recchioni a farci un what-if con la storia d'amore fra Tex e Mefisto...
    1 point
  49. Rileggendo questa breve prova, mi si è ripresentata l’annosa questione: ma quello di Nolitta è Tex? Personalmente ho sempre avuto un’idea chiara in proposito e spesso l’ho palesata nei commenti relativi alle storie composte dal compianto Sergio; un’idea in parte condivisa da altri forumisti e in parte no, visto che ho notato, che una buona fetta di utenti lo adora. Chiariamo: non ho mai messo minimamente in dubbio il talento compositivo di Nolitta, né tantomeno mi sognerei di dire che non fosse in grado di scrivere fumetti, anzi, a lui si devono storie memorabili e personaggi cardine del fumetto italiano, però trovandoci su un forum tematico dedicato a Tex, siamo chiamati a giudicarne l’opera sulla saga del ranger e qui si azzoppa l’asino! Mi sono sempre chiesto se il buon Sergio ci fosse o ci facesse; visto le sue qualità narrative, è mai possibile che non fosse in grado di scrivere episodi tenendosi nel possibile nei ben marcati solchi tracciati dal padre? Capisco che il personaggio non fosse proprio nelle sue corde, ma trovandosi costretto a scrivere per affiancare l’affaticato genitore, perché non sforzarsi a mantenere un minimo di coerenza e tradizione al celebre personaggio? Senza pochi giri di parole, per quanto alcune storie siano pure belle, ma in nessuna ha mai centrato le caratteristiche pecuniarie dell’eroe e non credo influisca la questione dello stile. Ovvio che ogni autore abbia il suo stile compositivo, se è per questo anche Boselli scrive in maniera personale e molto differente dal vecchio Bonelli, eppure il suo Tex è tutto sommato riconoscibile e alquanto bonelliano, quello di Nolitta non lo sfiora nemmeno di striscio. Mi chiedo: non è che Sergio inconsciamente, per senso di repulsione alla creazione del padre, finisse di proposito a prendersi simili licenze artistiche, che vuoi o non vuoi, finivano con snaturare il protagonista a prescindere dell’esito finale? Dubito che simili sceneggiature proposte da un autore esterno avrebbero ricevuto approvazione, così come mi chiedo quanto Sergio avrebbe potuto tenere su la baracca senza l’arrivo di Nizzi nei primi anni ’80. Chiusa la lunga premessa, torniamo all’episodio in questione, che a mio avviso rappresenta l’emblema di ciò che finora si è accennato. Una storia western non eccelsa ma alquanto piacevole, forse un po’ lenta di ritmo e a tratti troppo riflessiva e verbosa per un fumetto d’azione del selvaggio west, ma l’autore mostra di saperci fare e in un brevissimo arco di pagine, cesella una trama accettabile. Questo giudizio però andrebbe bene solo se il Cowboy senza nome (che dà titolo all’albo) fosse uno dei tanti cavalieri solitari che popolavano gli spaghetti western negli anni ’70, ma trattandosi di un episodio di Tex, tutto cambia. Piccola digressione: la Bonelli potrebbe fare i remake delle storie nolittiane, trasformando Aquila della Notte in un Ted Wilson qualunque e indire una nuova collana editoriale chiamata Tuttowest . A parte le battute, trattandosi di una saga con dei paletti ben saldi, le incongruenze caratteriali è difficile non notarle. Già nell’incipit, il consueto monologo del Tex nolittiano che, in preda a un’eccessiva loquacità gratuita, pensa a voce e alta e dialoga col cavallo, mette a dura prova la pazienza del lettore. Poco male, a breve arrivano i tre scalcinati Apache che vogliono derubarlo e inizia l’azione, si pensa. Bene, anche qui Tex muove meglio la lingua che le braccia; bleffa con gli indiani lasciandogli il winchester scarico ma gira e rigira, dopo una decina di pagine finisce col perdere il cavallo. Tralasciando la sorpresa al trading post, dove oggettivamente non poteva prevedere il piano dei banditi, col proseguo della trama, a mio avviso, troppo spesso lo vediamo in eccessiva difficoltà al cospetto di quattro rubagalline, perché quello sono in fondo i villain della storia. Il modo in cui il nostro si libera a pagina 14 di Kaminsky, mi ricorda Spiderman a dire il vero: pose come quella dell’ultima vignetta di pagina 14 o la seconda e terza della pagina successiva, con le mani legate dietro la schiena sono al limite del credibile. Magari Nicolò con il suo disegno contribuì a ingigantire questa presunta incongruenza di postura, ma tralasciando questo aspetto, e il modo di agire successivo di Tex a lasciarmi interdetto. Nuovamente libero, il ranger preannuncia banalmente la sua presenza al bandito appostato sul tetto, facendo cigolare un piolo della scala in legno; può capitare, mi direte e vi do ragione, però mi chiedo cosa gli prenda subito dopo. Nella sequenza sul tetto, vediamo benissimo che Tex disarma il nemico, facendogli saltare di mano prima il fucile e dopo la colt, di fatto mi chiedo il perché, invece di averne ragione a suon di sganassoni, come logico, finisce invece con lo sparargli a bruciapelo e farlo precipitare di sotto. Questa cinica freddezza mancherà stranamente nella sequenza successiva, dove il nostro assiste inerme alla soppressione dei passeggeri della diligenza, senza nemmeno sparare un colpo in loro aiuto. Bah! Ancor più strano il fatto che un tiratore come Tex riesca a farsi fregare da posizione favorevole, al cospetto di avversari modesti che in altre condizioni si sarebbe pappato a colazione. La trama prosegue e l’arrivo fortunato dell’avventore al trading post cava d’impaccio Tex che a piedi avrebbe potuto far ben poco per salvare l’avvenente ballerina. L’esito del duello con i banditi è rapido e alquanto scontato, tanto è vero che, alla minaccia di Kaminsky, il lettore spera che alcuni complici misteriosi animino il finale, magari rappresentati anche dall’ineffabile gambler, nei panni di una presunta talpa infiltrata, ma niente. L’epilogo è solo costituito dalla scena della soppressione dell’odioso giocatore, ma solo perché ha fatto il cascamorto con la ballerina. Curiosa la scena del casto bacino di ringraziamento della bella donna dopo essere stata liberata da Tex e il dubbio che il nostro eroe barcolli dinanzi il suo fascino, rappresenta forse la cosa più interessante del finale, ma ovviamente sarà una prevedibile fumata nera. Sfruttato pure poco il piedidolci rappresentante di profumi: visto che è palese che sia innamorato della ballerina, c’era d’aspettarsi un maggiore coinvolgimento, magari pure una scenata di gelosia con Tex, invece sparisce fra le pagine e dire che all’inizio Nolitta ci “delizia” con un lunghissimo e inutile dialogo in merito ai profumi del west. Visto che non sono riuscito a essere breve nel mio commento, riduco al minimo il giudizio sul comparto grafico, considerato che l’opera di Nicolò ai pennini è come di consueto solida e regolare. Il suo Tex è sempre molto elegante e signorile, così come il tratto mantiene la solita pulizia ed espressività. E’ evidente che le prime due vignette di pagina 21 sono state realizzate integralmente da Gamba, lo stacco di segno si nota subito. Riassumendo: il voto per la storia generica sarebbe 7, per la storia texiana è 4; la media è presto fatta! (togliendo il mezzo punto per ciò che ho finora cercato di esporre) Il mio voto finale è 5
    1 point
  50. Una buona storia, corale come dice Paco (anche se io non la paragonerei mai a Gli Invincibili :malediz... ), in cui spicca in particolare la figura di Sagua, un debole animato comunque da sentimenti nobili di lealt? e coraggio. Il lettore lo apprezza, e lo apprezza anche Tex che in fin dei conti accetta di buon grado di dividere il potere con lui (che peraltro è suo cognato, nonchè zio di suo figlio ). Bellissima la sequenza iniziale, con i segni nefasti interpretati da Ta-hu-na fino all'assassinio dello sciamano, e la parte finale, con Big Elk che si immola per salvare il suo amico Piccolo Falco e Sagua che non si lascia irretire dalla rabbia mantenendosi lucido dopo la morte della madre. In mezzo tanta (forse troppa) azione, e un abuso di comunicazioni via etere: tra segnali di fumo, rulli di tamburi e riflessi del sole nello specchio, si eccede forse nel rappresentare le possibilità di comunicazione dei tempi, che per come è resa sembra più efficiente della nostra stessa Telecom :fumo:
    1 point
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.