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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 17/10/2018 in tutte le sezioni

  1. No Bob, la lettura tra le righe va ben oltre le intenzioni. "chi se ne importa di quello che pensi tu" è un concetto che non mi appartiene e non mi sognerei di esprimerlo neanche tra le righe, anzi il mio lavoro mi porta ad ascoltare e cercare di capire le ragioni degli altri, che si tratti di pazienti, familiari, colleghi o collaboratori Per cui continua tranquillamente a esprimere il tuo punto di vista senza pensare che io possa non averne rispetto. Il mio "basta che ci sia Tex" altro non era che un auspicio che quello che leggeremo sia il Tex che tutti conosciamo e riconosciamo. E non ho dubbi che con Boselli questo sia garantito.
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  2. La serie regolare, che proprio questo mese compie 60 anni di presenza in edicola (il primo numero uscì infatti nell'ottobre del 1958) e che si appresta a raggiungere i 700 numeri, è la colonna portante di tutta la produzione texiana e per motivi affettivi resta la mia preferita e quella che seguo con più attenzione e nella quale ritengo sia maggiormente necessario il rispetto dei canoni. Le serie vintage, dalle strisce agli Albi d'Oro e relative raccolte, ma anche la Raccoltina rossa, hanno un indubbio fascino oltre al notevole valore collezionistico. Penso che poterle avere sia un desiderio che accomuna molti texofili. I Texoni che propongono interpretazioni grafiche del mondo di Tex da parte di veri maestri del disegno, sia interni che esterni alla serie, sono, dopo la regolare, quelli che apprezzo maggiormente per l'elevata qualità media che li contraddistingue. I Maxi che si caratterizzano per l'elevata foliazione, salvo non rare eccezioni che hanno presentato ottime storie, hanno finito per essere accostati a una sorta di collana di scarto, sulla quale concentrare storie che per vari motivi sono state ritenute qualitativamente inferiori allo standard della serie regolare. Per il momento non è stato sufficiente il tentativo di nobilitare la collana con storie come Nueces Valley, se poi si è costretti a veder pubblicate storie ancora una volta, ahimè, sotto standard. I cartonati alla francese, la vera grande innovazione rispetto alla tradizione, finora hanno presentato storie di grande qualità con un'ottima cura di confezionamento, dalla scelta dei materiali alla struttura dei racconti fino alla realizzazione grafica e le colorazioni proposte. Infine le storie plasmate su color brevi e lunghi e Magazine con quest'ultima collana, che ad eccezione dell'ultimo celebrativo dei 70 anni, continua ad essere gravata dal retaggio della vecchia struttura da Almanacco. Le storie a colori lunghe non hanno, ad oggi, presentato storie memorabili e personalmente non appartengo, per ragioni anagrafiche, alla categoria degli amanti del colore (salvo la succitata eccezione dei cartonati). Apprezzo invece molto le storie brevi che consentono di valutare le interpretazioni di nuovi autori alle prese col ranger e che possono fornire nuove forze da aggiungere al ristretto numero di autori attualmente impegnato a portare avanti la testata. Se fosse in mio potere penserei di sostituire le attuali tre uscite di Magazine, color lungo e brevi,con un unico format quadrimestrale con le caratteristiche di un vero Magazine che accolga, con maggior flessibilità, articoli di approfondimento e più storie di lunghezza variabile tra le 32 e le 160 pagine, indipendentemente dal fatto che siano colorate. Potrebbe essere un contenitore dove eventualmente ospitare anche storie finora dirottate sul Maxi riservando a quest'ultima collana una maggiore attenzione qualitativa.
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