E' come dicevo io: dipende da come si leggono le storie. Per me i personaggi sono fondamentali.
Qui ti devo nuovamente contraddire. Io non campo affatto male per così poco. Quando leggo Fuga da Anderville, o Colorado Belle, o Cheyenne Club, provo un appagamento senza eguali: sono davvero un bambino nel paese dei balocchi, la persona più entusiasta del mondo. Tanto sono entusiasta di un certo tipo di storie, tanto riesco a farmi stare indigesta una storia come I Ribelli del Canada: esigere e pretendere un certo tipo di trame, o una certa qualità da parte dello sceneggiatore, non è una sega mentale, ma fa parte del piacere di leggere. E se una lettura la ritengo una non buona lettura, per le tante ragioni esaminate sopra, non è una mia sega mentale, ma è una lettura che non mi piace. Si può leggere in maniera approssimativa o approfondita, senza troppe pretese o confidando nello sceneggiatore, in cerca di un'oretta di svago o in cerca di un appagamento più duraturo (qual è quello che mi danno Shane, Glenn Corbett, Andy, ecc.). Non si tratta di seghe mentali né di campare meglio o peggio, ma di come si è abituati a considerare la lettura.
Diverso è il discorso di Carlo o di Juan Raza, che non si trincerano dietro la noncuranza per i personaggi (ma allora perché si legge, di grazia?) ma spiegano perché secondo loro quel personaggio è riuscito, nonostante le tante incoerenze. E' una risposta che mi piace di più, ma che contesto fortemente nel merito
Le risposte poi che mi piacciono più di tutte sono quelle di GLB e di Borden, non proprio due novellini. Ma alla fine, se la storia Vi piace a prescindere da tutto, buon per Voi, che avrete un bel malloppone da rileggere quando lo vorrete. Io ne ho altri, e su queste trecento e passa pagine non posso contare...