Visto l’esiguo numero di pagine e la trama esile, è ovvio classificare questa insolita prova di Nizzi nella categoria dei riempitivi. Si nota nitidamente, che l’episodio è alquanto atipico, considerando il metro stilistico dell’autore usato sulla serie e ciò spiazza un po’ il lettore che volesse esprimere un giudizio in merito. Cerco di spiegarmi meglio: il soggetto a mo’ di novella, infarcito di amore, tradimenti, invidie e rivalse, il tutto consumato fra finzione e realtà, palco e carrozzoni, non dispiace, anzi si fa leggere volentieri. Il problema è che qui non ci troviamo al cospetto di una novella illustrata, bensì di un episodio del ranger più famoso d’Italia e qui s’impunta il carro! (similitudine che calza a pennello visto i mezzi di locomozione utilizzati dalla compagnia Morgan! )
Si ha l’impressione (come spesso mi capita in alcune storie di Nolitta) di leggere una storia con Tex ma non di Tex. In effetti il traffico di oppio che porta all’uccisione del ranger amico e l’avvio delle indagini dei nostri, non si rileva il fulcro centrale della trama, bensì un contorno per giustificare la presenza Tex e Carson. La trama si dipana fra origliate (anche troppe!) e colpi di scena, alcuni notevoli come l’assassinio inconsapevole sul palco di Rick, dopo la sostituzione dei proiettili a salve dovuta al subdolo Ruby (altro personaggio controverso che passa dall’essere un abile manipolatore a un monumentale ingenuo visto la fine che fa, dopo essersi fidato di Eva). In fondo i due rangers sembrano solo spettatori e non risultano affatto risolutivi, sia ai fini delle indagini, visto che le imbeccate giuste arrivano da altri, sia ai fini dell’assicurare i colpevoli alla giustizia, anticipati dal destino sovrano che elimina gli artefici del traffico.
Non si capisce in effetti perché abbozzare la presenza di una gang cinese, se poi Tex non entra mai in rotta di collisione con l’associazione con a capo il “venerabile” Wuang Ching. La trama ne risulta così menomata, visto che è quasi innaturale che i due rangers si limitino solo a constatare la fine dei corrieri dell’oppio e non risalgono ai caporioni del traffico. Leggerezza di Nizzi o poco spazio a disposizione per ampliare la sceneggiatura? Troppo abulici e svogliati i nostri anche nei confronti dello sceriffo sfaticato, in altre situazioni lo avrebbero preso come minimo a calci sul fondo dei calzoni. Riassumendo: credo che gli aspetti negativi superino quelli positivi e di conseguenza, a mio avviso la sufficienza non viene raggiunta. Buono il debutto di Venturi sulla regolare, un disegnatore che avevo già apprezzato su Dylan Dog e che subito mostrò di essere degno per la serie ammiraglia. Disegni molto dettagliati, bilanciati e dinamici e ottima espressività dei personaggi. Il personaggio nero di Eva che esce dai pennelli dell’abile disegnatore, detiene forse il record di taglia di reggiseno, visto che Venturi sembra optare per una quinta abbondante! A parte le battute, la buona prova grafica del debuttante artista rientra nei pochi fattori positivi della storia.
P.s. Interessante lo spunto di discussione in merito alla copertina fuorviante dell’albo n. 451; in effetti la scena ripresa da Villa poco ci azzecca con la trama. Tuttavia noto una sottigliezza dell’autore che forse non è casuale: il viso del boss cinese ci appare immerso nella penombra: casualità, o il buon Claudio volle mandarci un messaggio subliminale, facendoci intendere che il villain dagli occhi a mandorla fosse destinato a non incontrare il nostro eroe? Il mio voto finale è 5