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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 24/09/2019 in tutte le sezioni

  1. La prima considerazione è che un personaggio come Bowen, tormentato e contraddittorio, non poteva che avere in Ruju il suo miglior narratore. La seconda è che la condanna a morte di Bowen l'ha decretata (involontariamente?) Faraci: nel senso che questa storia pare nata per correggere una stortura faraciana, l'omicidio a sangue freddo del padre di Tim. Una cosa del genere, imperdonabile, ha reso difficilmente accettabile la conversione a "buono" e ad "amico di Tex" di questo personaggio, a maggior ragione (e questa, a ben pensarci, è una incongruenza narrativa grossa) se lo si è voluto far diventare una sorta di "padre adottivo" di Tim. E Tim è stato testimone dell'omicidio! Insomma, bisognava correggere un po' di errori di Faraci: e la correzione più grossa non poteva che essere la morte (eroica o non eroica, conta poco sotto questo punto di vista) di Bowen. Quindi storia scontata? Forse in parte, ma fortunatamente a scriverla è stato un autore in piena ispirazione come Ruju, che costruisce un dramma avvincente e nel finale quasi commovente; un dramma in cui - molto più che nella precedente storia di Faraci - Tex e Carson sono ben presenti e attivi. Si conferma insomma il fatto che Ruju sa scrivere grandi storie con personaggi complessi, senza mai far venir meno il ruolo di Tex. Il seguito, quindi, è stato molto più bello e avvincente della prima storia. Peccato per i disegni. A mio avviso nella storia di Faraci Acciarino aveva raggiunto una sintesi stilistica bellissima, e una caratterizzazione di Tex e Carson ottima (specie nel secondo albo). Qui invece mi è sembrato di vedere un autore svogliato, sempre più stanco ad ogni pagina, con uno stile involuto lontanissimo da quanto visto in precedenza: certe vignette parevano solo poco più che sbozzate e concluse, per spicciarsi, con una inchiostratura grossa e senza nessuna ricerca del dettaglio. Con Acciarino, insomma, mi è sembrata ripetersi l'involuzione vista con Leomacs, nella storia di Manfredi lontano parente del grande disegnatore visto nell'esordio con Boselli. Un vero peccato, perché Acciarino mi sembrava uno dei più promettenti tra i nuovi disegnatori. Ma francamente, del disegnatore di questa doppia di Ruju faccio volentieri a meno.
    1 point
  2. A 14 anni (due in meno di GT) rimasi preso e conquistato dal ritmo e dalla freschezza di una storia che abbandonava i cliché di un Nizzi che ormai lavorava molto di maniera anche se ancora non era imploso. Personaggi tridimensionali e memorabili, un Vecchio Cammello lontano dalla versione macchiettistica che stava diventando predominante, una trama ariosa e complessa ma non gialla, un discorso sull'amicizia e sul tradimento che solo con una lettura superficiale non si può cogliere. Un affiatamento tra Bos e Marcello che ci avrebbe lasciato altri Capolavori della saga. Scrivo questo perché ero in procinto di fare dell'ironia sulla giovane età di GT, ma... diamine, ero più giovane di lui!
    1 point
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