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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 22/12/2019 in tutte le sezioni

  1. Per me è già sbagliato (e fa deragliare tutto il discorso, e qualunque logica) il porre la questione come un alternativa fra "è una azienza a fini di lucro o è una onlus". Come se essere un azienda obbligasse a seguire una SOLA politica commerciale, uguale per tutti, tipo "unisci i puntini da 1 a 32" (e allora ci si chiede a cosa serve pagare un manager, se tanto tutti devono fare le stesse scelte, basta copiare gli altri...) E come se Bonelli per cinquant'anni avesse diretto una onlus, senza mai guadagnarci nulla! In realtà, dire "è un azienda, deve guadagnare" non vuol dire ASSOLUTAMENTE NULLA. Non ci sono due aziende con la stessa identica politica commerciale. Dipende dal tipo di prodotto, dal pubblico, dai mezzi, dal rischio, e da tantissimi fattori. Bonelli non dirigeva una onlus. Dirigeva un'azienda che ha reso MILIARDI guadagnando più di tutti i suoi concorrenti, con politiche basate sulla fideizzazione del pubblico. Anche quella è politica commerciale, esattamente come fare un editoria speculativa con le variant. Bonelli invece di spillarti un sacco di soldi subito finchè non ti schifavi e mollavi, preferiva acchiapparti e tenerti come cliente per tutta la vita. E appunto è diventato in questa maniera il più grande e ricco editore di fumetti italiano (alla faccia della Onlus...) mentre i suoi concorrenti "più furbi" o fallivano uno dietro l'altro, o si riducevano ai minimi termini. Non è ovviamente nemmeno un discorso di "allora fideizzare il cliente è sempre meglio che speculare e spremerli?". Bisogna prima di tutto essere bravi, magari se Bonelli era meno capace quella politica sarebbe fallita. O, viceversa, forse quelle politiche più speculative avrebbero avuto più successo se gestite da altri. Inoltre, dipende dal tempo per cui pensi di durare: io cito spesso come esempio la bancarotta della Marvel negli anni 90, ma intanto, mentre la Marvel andò in bancarotta, il trafficone speculatore di Wall Street che se l'era comprata e l'aveva devastata moltiplicando le testate, era scappato all'estero pieno di soldi! Il SUO piano aveva avuto pieno successo, solo che il suo piano non teneva in minimo conto la sopravvivenza dei fumetti Marvel... (per chi non seguiva i fumetti Marvel, e magari per precauzione nel caso arrivino anche in Italia degli emuli, il suo piano era brillante, anche se spregiudicato: dopo aver comprato la Marvel mise a bilancio il suo costo per l'acquisto, come fecero del resto anche in Italia con Telecom e tante altre industrie privatizzate per esempio, così riempì l'azienda di debiti mentre lui l'aveva ottenuta praticamente a costo zero. Poi raddoppiò le testate da un mese all'altro. Mentre i fan ancora non capivano che succedeva e per alcuni mesi comprarono tutti questi numero 1, con diverse variant, i profitti della Marvel raddoppiarono in brevissimo tempo. A quel punto trasformò la Marvel in una società quotata in borsa, presentandosi come un manager vincente che raddoppiava i profitti da un mese all'altro. Le azioni andarono a ruba, lui incassò una valanga di soldi, e scappò all'estero per non pagarci le tasse e per varie questioncine legali per come aveva taciuto troppe cose nelle comunicazioni societarie. Intanto le vendite dei fumetti Marvel precipitavano e le azioni che erano state comprate in borsa a cifre che sfioravano i 100 dollari l'una, dopo pochi anni valevano - se trovavi un compratore - 1 centesimo l'una...) Spero che basti come esempio: se lo scopo di tutti è guadagnare soldi, non esiste però una maniera unica per farlo, ci possono essere mille modi, e molti di questi modi non fanno bene per niente all'azienda stessa. La cosa sconcertante della Bonelli è che hanno abbandonato un modello ancora vincente, per quanto non più come una volta (la Bonelli aveva bilanci ancora largamente attivi, era un azienda floridissima), come se fosse "superato", come un paio di scarpe rotte, schifato e apertamente disprezzato (tutti i commenti sul fatto che "la Bonelli è un azienda", non sono altro che questo, un dire "ADESSO è gestita come un azienza, mica come prima!), anche e soprattutto a livello di comunicazione con il pubblico - un post su Facebook come quello di alcuni giorni fa che diceva apertamente che bisogna avere abbastanza soldi per potersi permettere di collezionare i loro fumetti tampo fa sarebbe stato impensabile. E hanno sostituito questo modello commerciale, disprezzato e deriso pur essendo perfettamente funzionante con...? Non è ancora chiaro dove vogliono arrivare con le nuove iniziative, ma direi che, PRIMA di poter dire che sono ottime, MIGLIORI della politica precedente, sarebbe il caso che lo dimostrassero con i numeri. E i bilanci degli ultimi anni dicono tutt'altro.
    3 points
  2. Guarda, ti conosco ormai troppo bene per sapere che non è il tuo caso ma sia qui e soprattutto su facebook ho letto fin troppi commenti sulla SBE che costringerebbe i lettori a comprare le varie edizioni. Nessuno è costretto a comprare alcunché questo è sicuro. Se poi uno è un completista compulsivo che compra tutto quello che esce, comprese n versioni della stessa storia, beh è un problema suo.
    1 point
  3. La gravità risiede nel fatto che il solo indizio a disposizone dello scerifffo sia in definitiva solo la fede professata dal giovane. Probabilmente l'unico testimone oculare sopravvissuto non è stato in grado di dare ulteriori elementi quando è stato interrogato la prima volta (è solo un ragazzo) mentre è decisamente più chiaro quando a interrogarlo è Tex (parla infatti del padre dei cattivi mormoni con quell'occhio "strano" che è uno dei particolari rivelatori che mettono subito Tex sulla buona strada). Tex, non lo sceriffo, che pecca infatti di eccessiva sicurezza o superficialità investigativa. Per il resto lo sceriffo sembra meritare la stella che indossa, la pratica di portare a spasso i prigionieri legati con una fune alla mano infatti è testimoniata ampiamente nella serie, a cominciare dalla famosa copertina dell'albo "In Nome Della Legge" dove è lo stesso Tex a subire questo trattamento. Ciò non toglie la "ruvidezza" di questo tutore della legge per farne un modello archetipico ( a differenza della famiglia mormone che accoglie Tex e dello stesso Tex sempre pronto a spendersi al servizio della giustizia). A questo proposito sono forse il primo a mettere in risalto una particolare vignetta in cui, se non mi sbaglio, per la prima volta in questa collana Tex esprime una professione d'intenti che praticamente ne lascia intravvedere il suo futuro al servizio della legge ? Trovatela! In ogni caso, mentre nelle prime due, tre storie di Boselli che abbiamo letto il Tex fuorilegge agisce come angelo vendicatore venendo in aiuto alla giovane Tesah o all'altrettanto giovane Kate Warne, è in questa storia forse più che nella precedente con Mefisto che possiamo dire di aver trovato il germe del Tex futuro ranger, cioè del personaggio che davanti all'ingiustizia subita da terzi, a lui del tutto sconosciuti, decide per conto suo di investigare per ripristinare lo stato di legalità perturbato proprio dai crimini commessi dai cattivi antagonisti. Un filo tenue unisce in ogni caso quel giovane Tex che riceve mandato da Kate Warne (la prima donna a individuare nell'animo di Tex le potenzialità di "agente" al servizio della legalità) di investigare per conto della Pinkerton e questo Tex in fuga, braccato dagli sceriffi e dai cacciatori di taglie e quindi costretto continuamente a guardarsi le spalle e a nascondersi in luoghi desolati (come le montagne dell'Utah - a quando l'incontro con il cacciatore di castori?) che decide questa volta autonomamente di mettersi dalla parte della legge, insomma una continuity che piano piano, seppure in maniera cosi poco appariscente, descrive la formazione del personaggio e spiega ai lettori il suo divenire quell'icona della giustizia che tutti conosciamo, fatto capitale confermato anche dal primo speciale di Ghion che come storia si situa subito dopo questa di Ruju (ed è un vero peccato averla letta prima di questa doppia). Boselli curatore sta dunque lavorando con grande finezza nell'unire gli episodi di questa collana facendone una sorta di grande romanzo di formazione (come lo sono i grandi classici dal medioevo, dal Perceval di Chretien de Troyes alla stessa Divina Commedia dantesca), per farci leggere quelle in edicole non solo come semplici nuove avventure western, ma come storie tra loro legate anche da trame nascoste che diano una coerenza a questa collana e la mettano al servizio della ben più imponente serie regolare mensile. Per chi parla di semplice riscrittura dei primi classici bonelliani (dove Tex diventa ranger in maniera un po' farfallonesca nell'albo "La mano rossa" incontrando Marshal, Carson e Arkansas Joe, ma è coinvolto nelle avventure da Bonelli di solito per discolparsi (vedi l'omonima storia in quell'albo o la prima con Mefisto nel terzo albo in cui ritorna ad essere il "Fuorilegge" che in fondo è sempre stato, o ancora la storia messicana con Montales dove diventa (numero 4) "L'eroe del Messico" solo per ricambiare il favore al'amico guerrillero messicano). Bonelli, in quegli anni, non aveva ovviamente chiara l'evoluzione da imprimere al suo eroe (consideriamo che la pubblicazione gli albetti poteva interrompersi da un momento all'altro), quindi il passaggio da una fase all'altra della vita di Tex fu allora tagliato con l'accetta. Oggi gli autori hanno ovviamente una visuale parecchio più ampia per descrivere, unire, raccontare, spiegare il perché di certi passaggi che allora, ripeto, avvenivano repentini ed erano accettati dai lettori senza troppe pretese. Solo andando avanti con la collana potremo veramente apprezzare questo lavoro da orificeria che in via Buonarroti si sta intessendo pazientemente, ma già incominciano a intravvedersi i primi frutti (altro che vacanze nel mare del sud di cui si va vaneggiando nella shoutbox proprio in queste ore). Mi sto dilungando forse un po' troppo ma un altro elemento che mi dare doveroso sottolineare nei cattivi mormoni è l'uso delle armi da fuoco, tradizionalmente osteggiate nelle storie precedenti dai mormoni che incontra il Ranger, armi che fanno di loro uno strano connubbio tra fuorilegge e gente di chiesa con la mente ottenebrata da idee oggi inconcepibili (ma pensiamo in Europa all'inquisizione non ancora abolita (lo sarà di fatto solo nel 1908), con il ratto delle due giovani donne che trova esempi financo nella storia antica e forse non sarebbe, per quei tempi, del tutto condannabile se consideriamo che il tutto è volto ad assicurare la sopravvivenza della famiglia in una terra poco ospitale. Che ne pensate?
    1 point
  4. Version 1.0.0

    2707 downloads

    Anche questo numero ha tanto da farvi scoprire, e già solo dai temi scommettiamo che non saprete da quale articolo iniziare! Curiosi? Durante l'attesa del Download iniziate ad immaginare allora cosa si nasconde dietro i seguenti titoli e... buona lettura! Editoriale C'era una volta Tex Willer Le ultime 100 di Galep Intervista a Maurizio Dotti Gilas Intervista a Giorgio Giusfredi Canestri e Fumetti! Fra la mia Emilia e il West Tex "Vivo o morto" La cucina di Tex: "Il Gumbo" La 6a Mostra del Tex Clube Portugal
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