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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 05/01/2020 in tutte le sezioni

  1. Caro Leo e caro Valerio, è un piacere leggervi, ognuno accresce il pensiero dell'altro. Inutile dire che quoto al 101 per cento i vostri commenti sul grandissimo Nizzi, i suoi tanti pregi ed i suoi pochissimi difetti. Altrettanto inutile paragonare il meritorio lavoro di Boselli e di Ruju, paladini del Tex 2.0
    1 point
  2. Ma si. Non è affatto una pallida copia. Poi nessuno critica Boselli, assolutamente, anzi..ad avercene di Boselli. Un grandissimo. Nizzi ha le sue opinioni, ha 80 anni, ha opinioni radicate e non gliele cambi. Tuttavia è stato e resta un maestro, uno che ha scritto per Tex delle storie strepitose, manierismo o non manierismo. Lo stesso Borden, in un filmato su youtube in non mi ricordo quale fiera del fumetto dice "lo guardo lavorare e lui è Tex, quello che scrive io dico ecco, questo è Tex". Nizzi scrive(va) Tex come nessuno. Certo, è un Tex vecchia maniera. Boselli è Tex 2.0. Altrettanto bello, diverso, più adatto all'oggi. E con idee e soggetti sempre interessanti. Nizzi è più legato al classico, magari a volte i soggetti non sono freschissimi (ma molti del periodo aureo lo erano eccome), ma quello che scrive è Tex, è un Tex DOC, i dialoghi di Nizzi sono insuperati. Bastano due pagine de "la leggenda della vecchia missione" per stendere, a livello di dialoghi, chiunque. Poi nessuno nega le cadute, ci mancherebbe, ma io preferisco vedere il meglio di ogni autore. Su Ruju, mi auguro che il meglio debba ancora venire. Sarei il primo a gioirne. Per ora vedo un ottimo artigianato. Un paio di storie belle (quelle citate qualche post fa da Monni) e per il resto tanta routine, routine piacevole, Tex classico, ma routine.
    1 point
  3. Credo che l'evidenza porti in direzione opposta: basta vedere cosa viene pubblicato oggi per rendersi conto che molta della parte "tecnica", del MESTIERE del fare fumetti, si è persa, e forse per sempre. Gli autori più giovani spesso schifano e disprezzano la "fredda" tecnica perchè si ritengono (o vorrebbero essere) "artisti". Oppure non hanno mai avuto l'occasione di impararla, partendo da autodidatti o fidandosi di certe "scuole" di fumetto che insegnano ben poco. Non confondere la capacità di PARLARE di tecnica, imparata con quelle quattro nozioni di semiotica all'università e qualche parolone, con l'effettiva padronanza del "mestiere". È come paragonare un telecronista con un campione. "sicuramente il telecronista è più bravo, guarda come sa parlare bene" Tex è stato sempre abbastanza "protetto" e chi ne ha scritto i testi di solito ha sempre avuto almeno un solido mestiere, ma se guardi al fumetto in generale, oggi c'è da mettersi le mani nei capelli, a vedere il livello tecnico di gran parte degli sceneggiatori, spesso ormai incapaci persino di scrivere dialoghi decenti... Ovvio che noi ricordiamo sempre i più bravi, non gli scarsi, e ogni epoca ha avuto i suoi scalzacani. Ma quando penso ai più grandi sceneggiatori di fumetti della storia, sono tutti o quasi nomi di un altra epoca. Dove sono i Caniff, i Goscinny, gli Eisner, i Kurtzmann, gli Oesterheld, i Barks attuali? (persino Alan Moore si è ritirato...) (ma anche nella narrativa, vedo un sacco di Fabio Volo, ma non trovo un Salgari o un Leiber o un Howard...) G.L. Bonelli non avrebbe saputo parlare di semiotica, ed è vero che scriveva in maniera istintiva (almeno apparentemente, a leggere le storie, ma ci sono anche quelli bravi a dare quell'impressione...). Ma era un istinto guidato dalla conoscenza di un sacco di opere di narratori precedenti. il "mestiere", la "tecnica", ce l'ha quello che ti sa riparare una sedia perchè ne ha riparate migliaia prima. Non quello che avrà riparato tre sedie in vita sua, tutte male, ma sa citarti a memoria la catalogazione scolastica delle sedie...
    1 point
  4. Non sono assolutamente d'accordo. Per quanto mi riguarda, Ruju mi comunica sempre emozioni. Le sue storie non saranno capolavori ma, per esempio, "La prova del fuoco" ci si avvicina moltissimo. Finora, Ruju non mi ha mai deluso mentre Nizzi lo ha fatto molto spesso. Nizzi possiede un'ottima tecnica che gli ha permesso di andare avanti per un bel po' anche dopo che la sua crisi creativa era iniziata ma spesso gli mancava il cuore. Una cosa che gli ho sempre rimproverato anche quando era al suo meglio, era il manierismo, l'appiattimento troppo sul modello G.L. Bonelli sino al punto di rifare intere sequenze di vecchie storie dello stesso. Non a caso le sue storie migliori sono quelle in cui non prova a scimmiottare GLB ma è se stesso, scrive alla Nizzi.
    1 point
  5. Guarda, Gabriele, non potresti trovarmi più d'accordo: anch'io non capisco mai i commenti entusiasti per le storie di Nolitta... Ma i gusti sono gusti.
    1 point
  6. Strano che nessuno, nel parlare di questa bella storia di Nolitta, abbia evidenziato come Tex sia più che mai "fallibile" (rispetto al solito, ovviamente), e che si trovi in difficoltà più di una volta: Tex fallisce nella missione con cui la storia si apre, ed esplode in una francamente incomprensibile strigliata al tenente pur essendo anche lui ivi presente; si trova con le spalle al muro sia con Negrito che riesce a mettere nel sacco sia Willer che Carson (andando anche a rincarare la dose, dicendo esplicitamente che Aquila della Notte non si sarebbe mai fatto sorprendere tanto "stupidamente") sia con l'ancor meno temibile, se non per una certa furbizia nello scegliere i tempi, Walter Kelly; non era previsto neppure che per qualche non ben precisato motivo una delle sentinelle si accorgesse della pistola puntata alle spalle di Don Navarrete ed alla fine, pur accorgendosi Tex del pericolo con un momento di anticipo, i due rangers vengono quasi messi nel sacco dai rurales. Lascia perplessi infine sia il comportamento iniziale di Tex e Carson che rifiutano la missione per poi tornare bruscamente indietro al primo episodio di violenza che casualmente incrociano (e che era del tutto prevedibile) sia Tex che finisce, per chiudere il cerchio, sfogandosi sul medesimo tenente di cui sopra attendendosi addirittura che i soldati intervenendo non facessero alcun testimone fra i rurales, così da evitare facilmente problemi politici internazionali (quando il fine giustifica i mezzi, insomma, frase già altrove citata in questa stessa storia).
    1 point
  7. Beh veramente buffo... Non è che Nizzi, quel giorno, si era presentato in redazione con un vistoso rossetto?
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  8. Tex non fa la figura del pirla? Accidenti, mi sembra che all'inizio ci sia scritto "Testi: Nolitta", ma forse devo controllare.
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  9. Va be', dire che nelle storie di Nolitta il nostro eroe è fallibile è come sparare sulla Croce rossa. Se ti metti a contare le figure da pirla che fa Tex fai la stessa fine che se contassi le natiche femminili nei fumetti di Manara: vai in pensione prima di aver finito.
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