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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 13/05/2020 in Messaggi

  1. Concordo. Il paragone è improponibile a mio avviso. Il recente ritorno di Nizzi, sebbene non "stratosferico" o esente da pecche, si mostra quantomeno onesto e dignitoso; parecchie sue storie post 500 invece, obiettivamente furono indifendibili.
    1 point
  2. Questo era il mio commento quando uscì in edicola. Questo per dire che non ho mai difeso Nizzi a spada tratta. Spero proprio che storie come questa rimangano un amaro ricordo, mentre ritengo sia inutile accanirsi sulle nuove storie come "La rupe del Diavolo" che pur con i suoi difetti (e i suoi pregi) mai e poi mai potrà essere assimilabile a una storiaccia come questa.
    1 point
  3. Signori, qui ci troviamo di fronte ad una storia TIPICA di Boselli, una storia che contiene tutte le caratteristiche e tutti gli elementi delle sceneggiature boselliane. 1) E' una storia d'atmosfera, dove la componente EVOCATIVA è fortissima e sfruttata al meglio. Già la prima scena provoca un brivido lungo la schiena, quando si vede una canoa solitaria che placidamente viene lungo il fiume. Una canoa a prima vista placida, ma che "ha la morte a bordo!" e, mentre il lettore legge queste inquietanti parole, vede contemporaneamente l'ombra di una mano pendere dal bordo della piccola imbarcazione. Le prime vignette iniziali sono già un capolavoro. Subito dopo incontriamo Jim Brandon, destinatario della lettera trovata addosso al morto della canoa. In quel suo dire e non dire, in quella sua mascella contratta, in quella sua fronte corrugata, il maggiore Dickens come il lettore leggono una verità nascosta, una consapevolezza di Brandon circa il contenuto di quella lettera che tuttavia il colonnello non vuole svelare. E la scena successiva, in cui Brandon, vestito in borghese, saluta i suoi sottoposti con le parole "Addio, amici", conferma che il Colonnello ha capito chi si cela dietro quel messaggio oscuro, e sa di dover fare i conti con il proprio passato. In questa scena rivedo il Carson de Il Passato di Carson, quando fa il misterioso davanti allo sceriffo Devlin, dicendo: "Bannock non esiste! Ma io sarà l' per partecipare alle esequie del caro, vecchio Ray": stesso sguardo pensoso, stesso modo di fare misterioso, stessa sensazione di un passato lontano e oscuro che riaffiora. Che spettacolo, Boselli: chapeau. 2) I comprimari di spessore naturalmente Jim Brandon, che qui ha più "dimensioni": non è solo la giubba rossa, è anche il giustiziere in cerca di vendetta, l'amico di un uomo che non è riuscito a salvare e l'uomo innamorato e non corrisposto. E poi Dawn, per cui non posso non quotare l'ottimo Virgin per quanto dice nel post precedente: anche lei è una personalit? a più dimensioni, forte e fragile, dapprima fa il doppio gioco e poi si schiera dalla parte giusta. La sua scena sexy ? inusuale in Tex, ma nient'affatto sgradita: aggiunge anzi vigore e pepe al personaggio. Quindi il vecchio sciamano che chiama e salva Brandon: poche vignette, ma splendide. E infine i cattivi: il malvagio Jericho, l'inquietante Ghost, ed ovviamente Red Duck: viso aperto da simpatica canaglia, uomo che fa girare la testa alle donne, ma anche violento e perverso (uccide la sua donna perchè la considera cosa sua e non può permetterle di lasciarlo), e scaltro e ipnotico, dato che riesce, con i suoi modi, il suo carisma, la sua follia e con l'indubbia sconcertante orbita d'oro, a soggiogare con la paura una tribù di Seskan (questo probabilmente è l'aspetto meno credibile della storia, ma non essendo del tutto inverosimile ed essendo anzi stato sfruttato in molteplici soluzioni narrative, me lo faccio andare più che bene). 3) Il sapiente uso del flashback qui scaglionato in più tranches, il flashback rivela il passato di Jim, il suo amore non corrisposto e l'omicidio della donna amata. Ed è un flashback non sempre netto, ma spesso trasognato, rivissuto da un uomo delirante, e questa sua indefinitezza, questo suo svelarsi strato dopo strato, questo suo essere più sogno che non effettivi ricordi, lo rendono straordinariamente ricco di pathos ed estremamente emozionante. Scena indimenticabile è quella della tomba sul ciglio dello strapiombo sul mare: scenario quanto mai suggestivo e commovente, degno di un grande regista. A Borden il tema del passato che ritorna è molto caro, e nelle sue avventure i flashback non mancano mai: espediente narrativo efficacissimo per emozionare, in cui il Nostro, anche in tal caso, si rivela Maestro. Certo, ho rilevato delle incongruenze: all'inizio, Gros-Jean dice che è meglio non avere a che fare con quella gatta selvatica, alludendo a Dawn, ma poi si scopre che invece lui è addirittura il suo tutore ed a un certo punto è anzi ben felice di averla con sè come guida. Inoltre, sempre Gros-Jean racconta a Tex di aver tentato di salvare il padre di Dawn insieme a Jim Brandon, ma in seguito si apprende che Gros-Jean non ha mai parlato di Dawn a Brandon in quanto questi era pur sempre una giubba rossa: ma come, prima tentano di aiutare insieme il padre e poi Gros-Jean diffida al punto di non parlargli della figlia? Inoltre, e soprattutto, Brandon SA che Noatak ha una figlia: dopo la sua morte e la morte della madre Mary, Brandon se ne disinteressa? Come è possibile che non riesca a scoprire che fine abbia fatto? Possibile che non faccia ricerche e non scopra che la figlia è accudita da una famiglia grazie all'intervento di Gros-Jean° Mi sembrano incongruenze belle e buone, forse Borden qui, IMHO, non è stato troppo attento... Ma ciò comunque non sminuisce la grandezza di questa straordinaria storia. Infine, anch'io avrei preferito che fosse Brandon a uccidere Red Duck, anche se mi sono molto piaciute le parole di quest'ultimo che, in punto di morte, si compiace che Brandon ancora una volta non sia riuscito a prendersi la sua vendetta: canaglia fino alla fine, e con stile. E' una storia TIPICA di Boselli, dicevo all'inizio: per questo, ritengo che Borden sia il più grande autore mai apparso su Tex (e non solo.) Ovazione.
    1 point
  4. L'unica cosa che non apprezzai di questa storia fu il finale: uccidere Golden Eye era compito di Jim Brandon, anzi, della legge canadese (come lo stesso Jim sostiene)... ho visto quell'intromissione di Tex un po' forzata...
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