Per me, invece, storia pressoché priva di interesse. Non c'è nulla di sbagliato nella sceneggiatura di Rauch, ma rimaniamo nel solco della tradizione del color tex d'agosto: una pubblicazione che già da diversi anni propone storie che non sono né carne né pesce, che si leggono così come si beve un bicchier d'acqua nella calura estiva. Una storia che non mi lascia niente. Come al solito, non è la storia che sia sbagliata, in fondo credo che sia quello che il lettore texiano cerca. Probabilmente sono sbagliato io, che non mi accontento più di letture così, ma vorrei leggere qualcosa di più elaborato. O anche solo di più frizzante. Il giochino di riconoscere le fattezze di attori hollywoodiani non vale il prezzo del biglietto, il prossimo anno ci penserò due volte prima di spendere quasi 7 euro per questa pubblicazione.
C'è anche da dire che ho iniziato la lettura già piuttosto infastidito. Motivo? Il Frediani, nella rubrica del mensile, pensa bene di riempire la sua mezza paginetta spiattellando per filo e per segno la trama del color tex. Ma davvero non c'è niente di meglio da scrivere in quella rubrica? Meglio mettere l'elenco degli arretrati a questo punto. Già la storia non brilla, se poi mi racconti pure in anticipo cosa succede mi cadono le braccia.
Bravo Scascitelli - non mi è mai piaciuto il suo tratto a dir la verità, ma è solo questione di gusti, qui riconosco l'ottimo valore del suo lavoro. Bravo anche Celestini ai colori.