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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 26/10/2020 in tutte le sezioni

  1. Dal 1982, quando cominciai, per molti anni ho letto Tex con grande passione. Da ormai circa una ventina d’anni invece, lo leggo più per abitudine e affetto che per altro. Le “nuove” storie non riescono proprio ad appassionarmi, come invece continuano a fare le precedenti, ogni qualvolta mi levo lo sfizio di tirarle giù dalla libreria e rileggerle. Credo che le storie di Tex abbiano perso mordente quando è entrata in crisi la vena creativa di Claudio Nizzi e ritengo che Mauro Boselli, una volta raccolto il testimone, anziché restituire loro l’incisività perduta, abbia intrapreso un percorso che ha portato allo snaturamento del personaggio e dello stile narrativo texiano. Cerco di elencare di seguito gli elementi principali di questo processo. 1) Nelle storie del passato Tex è un eroe classico. Ciò significa che nel suo mondo non c’è spazio per il dubbio e la complessità psicologia: il bene e il male sono perfettamente separati e riconoscibili, e l’eroe è tale in quanto sommo rappresentante del bene. Questa semplicità è ciò che rende la lettura piacevole e rassicurante. Piacere ingenuo ma autentico, che viene al lettore dal partecipare all’invincibilità dell’eroe, celebrata senza distrazioni, e dal godere della sua capacità inesorabile di castigare i cattivi, i prepotenti e gli arroganti. Distrarsi dalla realtà identificandosi con Tex, in un mondo ideale nel quale il bene vince senza sé e senza ma: questa è la caratteristica essenziale della narrazione texiana come l’abbiamo conosciuta nei primi cinquant’anni. Nelle storie di Boselli invece tale caratteristica sfuma, si perde nella complessità psicologica dei personaggi comprimari e nell’alternarsi di stili narrativi che esulano dal genere avventura. E quel piacere della lettura si attenua o svanisce del tutto. 2) Le storie classiche tendono interamente e direttamente verso un’unico scopo preciso: la vittoria di Tex sui cattivi. Ed è ciò che le rende avvincenti. Avvincente è l’avventura, le peripezie, i rischi che il protagonista e i suoi pards affrontano fino alla vittoria finale. Ancora una volta, non ci sono distrazioni rispetto a questo percorso. Nelle storie di Boselli questo obiettivo si perde invece in mezzo a svariate altre suggestioni che sembrano renderlo meno essenziale e prioritario, aggiungendo ancora una volta un elemento di complessità che non corrisponde alla natura del personaggio e della saga. 3) Nel Tex classico i personaggi comprimari svolgono delle pure funzioni narrative (il cattivo, la vittima, l’aiutante, ecc.) il cui scopo è esclusivamente quello di esaltare la centralità del protagonista (e dei suoi pards), dando risalto alle sue caratteristiche peculiari. Nelle storie di Boselli invece i personaggi comprimari sono maggiormente caratterizzati dal punto di vista psicologico, divenendo spesso più rilevanti di Tex stesso, il quale finisce per non essere più il vero protagonista della saga. In un mondo psicologicamente complesso la psicologia semplice dell’eroe classico risulta inadeguata e poco affascinante. 4) Una delle caratteristiche essenziali del personaggio di Tex nelle storie classiche è l’astuzia. Tex non ha la meglio sui nemici solo grazie alla rapidità delle sue pistole ed alla forza dei suoi cazzotti, ma anche grazie alla sua furbizia: quasi sempre Tex ha un “piano” per dare sacco matto ai cattivi. Talvolta il piano viene svelato al lettore in anticipo, ed il gusto della lettura sta nell’esserne complice; mentre la suspense sta nel timore che qualche imprevisto possa impedirne la realizzazione. Altre volte il lettore è messo al corrente del fatto che Tex ha escogitato un piano, ma questo non gli viene rivelato. Il gusto della lettura sta allora nello scoprire vignetta dopo vignetta quale idea geniale abbia partorito la mente del ranger questa volta. Nelle storie di Boselli questo elemento dell’escogitare un piano, semplicemente non esiste più. E ciò toglie spessore al personaggio di Tex rendendolo un eroe sbiadito. L’insieme di tutti questi aspetti fa sì che le storie di Boselli possano risultare gradevoli, ma non arrivino mai ad essere appassionanti e avvincenti come molte delle avventure precedenti. In definitiva Boselli sembra non credere fino in fondo al personaggio di Tex così come fu immaginato da Gianluigi Bonelli. Il suo stile narrativo è stato giustamente definito “corale”: ma il punto è che la coralità non si addice alle peculiarità della saga di Tex Willer la cui caratteristica essenziale è invece la preminenza eroica del suo protagonista.
    1 point
  2. Siamo di fronte ad una ragazza piuttosto giovane che si è appassionata a Tex e tu ti lamenti del suo tatuaggio? Ahi , ahi Virgin. Io da parte mia , alla faccia dei pessimisti sono felice che ci siano lettori giovani e persino donne.
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  3. Per favore, evitare di linkare certe robe: stanotte mi sveglierò urlando perché mi rivedrò in sonno quel tatuaggio e quel piercing.
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