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TWF - Tex Willer Forum

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  1. Jim Brandon

    Jim Brandon

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Contenuto popolare

Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 06/01/2021 in tutte le sezioni

  1. Concordo sul fatto che la storia di Nizzi sull'ultimo color presenti, oltre ad incongruenze della sceneggiatura, anche la grossa pecca di presentarci Tex e Carson che se ne vanno bellamente al ristorante, situazione che non può non far alzare il ciglio a chiunque ami Tex. A mio avviso, anche a rischio (molto alto) di un "incidente diplomatico", questa parte avrebbe dovuto essere emendata in fase di revisione, perché davvero improponibile. Mi fanno però un po' sorridere le schermaglie serrate, in questo ed altri thread, tra qualche (sparuto) ultras nizziano e chi ha fatto, invece, della critica allo sceneggiatore di Fiumalbo una vera e propria mission. Per rispondere alla domanda del topic, a mio avviso Claudio Nizzi non necessita di una rivalutazione, perché è innegabile che, oltre ad aver scritto diverse storie di buon livello, quando non ottimo, sia stato per un certo periodo una colonna portante della collana, assicurandone la continuità in una fase di passaggio molto difficile. Prova ne è anche il fatto che a tutt'oggi in Bonelli gli passino, a mio avviso colpevolmente, situazioni impubblicabili come quella dell'ultimo Color, che a qualunque altro sceneggiatore sarebbero state tagliate senza pietà. È altrettanto innegabile che, ad un certo momento, il declino creativo lo abbia portato ad abbassare vertiginosamente il livello delle sue storie, fino ad arrivare al punto in cui, come nel caso delle due ultime della serie regolare, ci si accontenta che siano almeno "leggibili" e senza grosse incongruenze (sul tema "mutandoni" ci sarebbe da discutere). Ognuno di noi ha il suo sceneggiatore preferito, e posso certamente capire che il Tex di Nizzi, le cui storie sono spesso sorrette soprattutto dal "mestiere", piaccia meno di altri. Lo stesso Boselli, accanto a pietre miliari "il passato di Carson" e tante ottime storie ne ha scritte altre come la soporifera ed interminabile (con coda anche sul Maxi, ma di ben altro livello) "Netdahe!". Succede anche ai migliori. Succedeva anche a GLB. Chiudo in proposito dicendo che in questi giorni ho riletto alcune storie del "centinaio d'oro e devo dire che vi ho ritrovato la "vera essenza" di Tex: un susseguirsi di avventure, situazioni e battute ironiche in cui davvero non cambierei una virgola. Avrete capito che GLB è il mio sceneggiatore preferito, anche se capisco bene che il suo Tex non sarebbe oggi replicabile, perché ne diverebbe la sterile imitazione, e che i tempi per forza di cose, cambiano. Di questo va reso merito a chi è venuto dopo di lui: da Nizzi fino a Boselli, che oggi tiene saldamente e meritatamente le redini della collana.
    4 points
  2. Diavolo sei riuscito a mettere d'accordo antinizziani e pro Nizziani in un colpo solo. 3 positivi, anzi 4, in un colpo solo manco il miglior Diablero e' arrivato a tanto. Niente da dire, bel post.
    2 points
  3. Buongiorno a tutti, vi lascio un mio recentissimo studio del nostro (intitolato : "Il riposo dell'eroe") unito ai miei auguri di buon anno!
    2 points
  4. Grande Tex è giovane, quando capirà che il forum non è un ring ma un posto dove, guardiamo questa bella discussione tutt'altro che sterile riguardo ai risultati, arricchire la propria passione e il sapere anche con i contributi di chi la pensa diametralmente all'opposto di te... abbiamo spaziato su ben quindici anni di storia editoriale di Tex e conosciuto meglio la personalità di uno dei disegnatori che in assoluto restano tra i miei preferiti. Impagabile come fatto. E latitano gli interventi di un Carlo Monni con il suo sapere texianamente enciclopedico, per non parlare dello stesso Guarino che non si collega da svariati mesi al forum.
    2 points
  5. La fretta è cattiva consigliera e mi scuso. Hai affermato di avere smesso di comprare le storie brevi e mi sono fatto prendere dall'istinto, esagerando con le parole. Chiuso OT.
    1 point
  6. https://www.lospaziobianco.it/avventuredicarta/2019/04/12/per-sempre-galep/ Link ad un bellissimo articolo su Galep, che fa capire meglio la grande statura sia della persona che del disegnatore e artista.
    1 point
  7. In assoluto Bonelli, come scrivevo in un altro post proprio stamattina. Le trovate, le avventure, il linguaggio e l'ironia dei dialoghi, con un Tex sempre pronto a gettarsi nella mischia, fin quasi a diventare simpaticamente smargiasso, sempre leale, ma pronto, se necessario, a mentire a fin di bene (con Carson che aggrottando la fronte pensa "spudorato mentitore") o a far uscire, sempre per una giusta causa, 4 donne in una mano di poker, fanno del Tex di GLB un unicum non replicabile. Poi nella mia classifica c'è Boselli, con il suo Tex più maturo, riflessivo, meno "dinamitardo" insomma (fino a diventare, talora, troppo serioso), che ci ha regalato storie epiche quali "Patagonia" e "il passato di Carson" e, come terzo, Nizzi, epigono e continuatore di Bonelli, che ne ha raccolto l'eredità e ha messo il suo mestiere al servizio di Tex, magari senza grandi slanci, ma mostrando la capacità di costruire (tralasciando il periodo del suo declino creativo) storie di altissimo livello (come ad esempio "Fuga da Anderville" o l'amaro "L'ultima frontiera"), di cui sono apprezzabili in particolare i dialoghi e le schermaglie con Carson. Da ultimo, una menzione per il Tex di Nolitta, che ha saputo comunque lasciarci delle storie memorabili anche se il protagonista è un Tex anomalo, più introspettivo, che spesso opera in solitaria, come ne "I ribelli del Canada", dove troviamo sullo sfondo una metafora degli anni di piombo in cui fu scritta, con tanto di "pentito", o "El Muerto", altra ottima storia rimasta negli annali Texiani per l'antagonista, roso dal desiderio di vendetta, ideato da Nolitta.
    1 point
  8. McParland, mi sa che non hai le idee molto chiare, nè sulla storia di Tex, nè su come si fanno i fumetti... stai contando RISTAMPE, non gli albi originali (con i tempi originali). Inoltre continui ad usare per i conti l'assurda misura degli "albi", che fa sì che una persona che abbia aiutato Galep in una vignetta (quindi "un albo!") abbia disegnato tanto quanto Magnus con il suo texone ("un albo!"). E questo è un motivo per cui i conti di Tex sono sballati. Poi passi a Magnus, e aggiungi un ulteriore motivo di sballamento: le "21.000 tavole" di magnus per albi da 120 pagine sono 175 albi in 7 anni. Magnus non ha mai fatto 175 albi in un unico periodo di 7 anni, mi sa che stai ancora sommando ristampe. Nel periodo in cui ha disegnato i 75 Alan Ford (in gran parte solo le matite, poi era chinato da Romanini, Chiarini e altri) Magnus ha disegnato (solo matite) solo 19 kriminal e 8 satanik, per un totale di circa 100 albi, 12.000 tavole, circa 1800 tavole all'anno. Ma forse sei convinto che fossero tavole come quelle di Galep! NON È COSÌ! Le tavole di kriminal hanno 2 vignette, cioè 2 DISEGNI. una tavola di Tex dell'epoca aveva 7-9 vignette, il quadruplo dei disegni! (e infatti... se non lo sai, le paghe dei disegnatori ne tengono conto, una tavola di due vignette viene pagata molto meno). Certo, ai tempi Magnus era uno stakanovista. Ma guardando le tavole, e i numeri... Galep lo era di più. E Magnus ha tenuto quel ritmo per un numero minore di anni. (per essere precisi, Magnus ha disegnato 102 kriminal, 62 satanik, e 75 alan ford, cioè 239 albi, in 11 anni, con una media di 2600 pagine da 2 vignette all;anno, in gran parte senza copertine Galep ha disegnato fino all'arrivo di Letteri e Nicolò 820 albi a striscia settimanale di 32 pagine (con 2-3 vignette) in 16 anni, pari a 26240 pagine (1640 pagine da 2-3 vignette all'anno), più le 820 copertine delle strisce, le 205 copertine degli albi d'oro, le copertine di Tex Gigante non ricavate dagli albi d'oro, le 132 copertine de "le avventure del west", e un sacco di altre copertine di altre serie (le sue copertine vendevano, quindi faceva le copertine anche a molte serie che non disegnava) Questo solo per parlare di numeri, poi ovviamente il confronto non ha senso perchè parliamo di generi diversi, stili diversi, quantità di dettagli e uso dei chiaroscuri diversi, epoche in gran parte diverse. invece di fare stì confronti, bisognerebbe solo levarsi il cappello di fronte alla mole di lavoro che ha fatto Galep in quegli anni...
    1 point
  9. @MacParland Il tuo post mi è piaciuto: chiaro, senza politically correct, molto coraggioso. E che mi sento in larghissima parte di condividere. Neanch'io sono un fan di Galep, tutt'altro. E non per gli sfondi ma quanto proprio per lo stile che non è di mio gradimento. Ricordo che, da piccolo, quando andavo a pescare i Tex dal negozio di fumetti usati cercavo sempre quelli con Letteri, Ticci o Nicolò (il mio preferito) mentre evitavo il più possibile quelli con Galep. Ma lui è il creatore grafico di Tex e, almeno per me, va oltre qualunque classifica. C'è riconoscenza, gratitudine, rispetto per il grandissimo professionista. Pensa che per mio suocero (amante di Tex ben prima che lo diventassi io) esisteva praticamente solo il Tex di Galep e nelle storie in cui non c'era lui (chiunque fosse lo sceneggiatore) storceva sempre un pò il naso. E quando si parla dell'ultimo Galep mi torna sempre in mente la toccante intervista presente in "Tex disegni e disegnatori" (a cura di Francesco Bosco) rilasciata poco prima della sua morte. Si può leggere tutta la sua tristezza, venata di malinconia, nel dover abbandonare la sua creatura, il "suo" Tex. Nell'elencare i suoi guai fisici cita, oltre agli occhi come prontamente riportato da Diablero, un mal riuscito intervento alla cervicale che ne limitò la funzionalità della mano destra: immagino che goduria per un disegnatore. Qui, anche se non condivido, mi hai fatto sbellicare dalle risate Anche se su Kit Willer non posso proprio darti torto: l'effetto in alcune storie è quello un pò di uno scimmione! P.S. Toglimi una curiosità: ma sei veramente giovanissimo come mi sembra di aver letto in altro post?
    1 point
  10. Non ti confondere, quella è la fascia del massimo splendore DI TEX (e comunque non è esatta, andrebbe circa dal 70 al 180), NON quella di Galep! Negli anni 70 Galep aveva già i primi problemi agli occhi, e faceva già fatica (anche per quello, oltre ovviamente per il fatto che aveva più disegnatori ad affiancarlo, aveva ridotto la produzione) Galep purtroppo ha avuto il periodo migliore nel momento in cui reggeva davvero la baracca da solo (con qualche aiuto non accreditato a matite o chine, ma raramente per vent'anni è uscita una striscia in cui non avesse fatto almeno una delle due), cioè, ad un certo punto ha prodotto 32 strisce alla settimana, cioè in media 140 strisce al mese, 47 TAVOLE! per paragonarlo al tuo "campione" di 100 albi, è come se su 100 ne avesse disegnati 43 interi! (che vista la maniera strampalata di contare gli "albi" invece che più correttamente le "tavole", nella tua classifica risulterebbero un numero compreso fra 43 e 86...) E, a questi ritmi, non solo ha mantenuto per vent'anni una qualità elevatissima, ma per me "ha fatto la differenza": non ti chiedi mai come mai Tex abbia avuto quel successo, e El Kid, Yuma kid, Hondo, kociss, i Tre Bill, e tutti gli altri eroi western non disegnati da Galep, no?
    1 point
  11. Non mi sono mai espresso, sul papà grafico di Tex, che a me non è mai piaciuto. Mi ricordo di aver letto da qualche parte, che Galep non riuscì a dare il massimo, perchè pieno di lavoro. Così ho fatto una ricerca, per vedere quanti albi hanno fatto i disegnatori, nella fascia 101-200 ovvero il periodo di massimo splendore di Galep. La classifica è la seguente: Letteri 42 Nicolò 33 Galleppini 31 Ticci 18 Muzzi 10 Fusco 6 Giolitti 2 Ovviamente le storie, prima non finivano tutte nell'ultima pagina, ma finivano in maniera casuale, anche dopo 5/6 pagine. Quindi può essere che Galep abbia disegnato più pagine di Nicolò, poichè può aver disegnato più albi completi. Però questa regola vale per tutti i disegnatori di quel periodo, quindi alla fine direi che la classifica è giusta. La cosa che più non mi piace di Galleppini, sono gli sfondi. Nelle storie di Galep, non esistono, e se ci sono, sono appena abbozzati. Mentre gli altri disegnatori gli sfondi li mettono eccome! Penso per esempio a "Sulle Piste del Nord" o "Terra Promessa" disegnate entrambe da Ticci, dove gli sfondi ci sono, e sono anche ben fatti. Anche Fusco faceva dei bei sfondi, mi viene in mente "I Ribelli del Canada" che non è di quella fascia, ma appena successiva. Letteri che era il più veloce, metteva degli sfondi molto belli, a partire dal suo bellissimo cielo, fatto di linee nere. Un altra cosa che non mi piace del Tex di Galep, sono i pards. Ho detto una bestemmia, ma per me è così. Tex ha una faccia da scemo (che è ripresa in parte dal volto di Cooper) e gli altri pards non sono tanto migliori. Nulla di paragonabile ai volti di Letteri, del primo Ticci, Fusco. Anche il Tex di Nicolò mi piace molto, anche se assomiglia più a Rodolfo Valentino, anzichè a Tex.
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  12. Che il plotone di esecuzione del forum si prepari. Bel commento!
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  13. Concordo. E' una rilettura che ho fatto anch'io in primavera, e concordo anche su questo. L'essenza di Tex sta nelle storie di GLB. E se è vero che alcune cose cambiano e non sono più proponibili, altre suscitano invece qualche rimpianto, primo tra tutti il linguaggio esplosivo.
    1 point
  14. Tex che sogna la sua giovinezza, il suo vecchio mondo prima del "diluvio", fa tenerezza. Il ranger granitico della serie regolare qui è poco più che un ragazzo, e ci stanno bene dei "lampi" di fragilità, delle nostalgie cui indulgere, sia pure nella forma inconsapevole del sogno. Poi, comincia la riscrittura de "Il Passato di Tex". Ora, io ho sempre reputato questa storia di GLB non bella, e sicuramente la più brutta tra le storie campali dei quattro pards. Molto meglio di lui ha fatto Nizzi raccontando il passato di Tiger e la drammatica vicenda del matrimonio di Kit Willer. Di Carson non parliamone neppure. Ora, invece, riscritta in modo "caldo", scopro che mi piace, e molto. Segno che il soggetto si presta a divenire una grande storia, ma è la sceneggiatura che fa la differenza. Mi chiedo se il confronto tra le due storie, con la mia netta preferenza verso la seconda (ma anche @Letizia si è espressa negli stessi termini), nasca dai tempi in cui le storie sono scritte, o dallo stile diverso degli autori, o ovviamente da entrambe le cose. Che GLB sia più freddo di Boselli è lampante. Ma è solo questo? Probabilmente, la storia di GLB risente anche del passare degli anni, e quindi in questo senso è una storia più datata? Paradigmatica in questo senso è la sequenza in cui Tex fa fuori tutti i componenti della banda Rebo. Il Tex di GLB arriva in paese e si mette da solo contro tanti, in un'impresa davvero suicida. Un'impresa del tutto in linea con il personaggio, che però lo fa apparire sì come determinato, ma anche come folle, perché pensare di cavarsela in una simile impari contesa è semplicemente una cosa da pazzi. Il Bos a mio parere ci ha pensato, e si è sentito in dovere di aggiungere le vignette delle pagine 48 e 49 dell'albo "Resa dei conti al White Horse", con Tex che ricorda sé stesso e suo fratello bambini, palesando il rimpianto per quel legame reciso che ha distrutto il suo passato per sempre: sono queste le motivazioni che lo portano a dire: "non m'importava di vivere. Volevo solo la vendetta". Sono gli stessi pensieri che ha fatto anche il Tex di GLB, solo che il grande vecchio non li ha esplicitati, mentre Borden lo fa. E non è uno spiegone, un qualcosa che il lettore poteva ben immaginare da sé: è un differente stile di scrittura, e mi chiedo quanto contino i tempi e quanto le personalità dei singoli autori, in questa differenza che ai miei occhi appare molto significativa. Boselli ci rende compartecipi dei pensieri di Tex, amari e disperati, e in tal modo ne giustifica le azioni apparentemente dissennate. Quella vignetta con lo sguardo duro di Tex a pag.49 che guarda davanti a sé pensando: "volevo la vendetta" non è un'aggiunta da poco, perché spiega come un uomo, peraltro giovane, possa avere il fegato di andare a sfidare un'intera città con determinazione feroce. Tutto questo c'era già in GLB? Sì. Ma l'esplicitarlo ai miei occhi fa una bella differenza per la qualità della storia, per le emozioni che la lettura riesce a trasmettere. Anche del Tex di Bonelli sappiamo che vuole la vendetta: la differenza sta qui nel dedicarci una vignetta, un pensiero, nell' "interrompere" il flusso della storia con un pensiero messo al momento giusto. Altre differenze le si notano anche nella sequenza a pag.52 di "Resa dei conti al White Horse": le parole che Boselli usa sono le stesse di GLB, solo che la "regia" boselliana è di gran lunga più accattivante di quella bonelliana. Mentre la "telecamera" della storia originale è concentrata su Tex mentre pronuncia le sue parole di sfida, nell'albo di TexWiller esse sono centellinate in più vignette in cui Tex si vede poco: si sente la sua voce, si vede la sua ombra, ma l'attenzione è sull'interno del saloon, sugli occhi turbati degli avversari, sulla porta immobile del saloon. Non c'è Tex al centro di tutto; c'è tutto il resto, visto nelle reazioni provocate da Tex; il resto, in funzione delle azioni di Tex. Così come è maggiormente dilatata la sequenza della morte di Rebo: due sole vignette dedicate da GLB per liquidare l'odiato avversario, quasi due pagine da Boselli, con l'ultimo pensiero per Sam. Insomma, senz'altro lo stile dei due autori è diverso, e le epoche incomparabili: sta di fatto che il remake lo trovo una storia bellissima, che rileggerei e rileggerò in futuro altre volte, mentre la storia degli anni '60 l'ho ripresa in mano in questi giorni solo per confrontarla con la sua riscrittura, proprio perché non mi era piaciuta. La trovavo una storia d'azione, le cui motivazioni intime restavano sullo sfondo, senza far veramente breccia nel cuore del lettore (o, per lo meno, nel mio). Un po' come è accaduto per la mia percezione di Tra due bandiere: un'altra storia d'azione, con il contesto della guerra civile solo sullo sfondo, poco palpabile se non nel finale con la morte di Rod. Un'occasione sprecata, che invece Nizzi non si lascerà sfuggire con Fuga da Anderville. Con questo, non voglio mettere in discussione GLB o rinfocolare vecchie polemiche, ma faccio una mia personale riflessione sul fatto che lo stile asciutto del creatore di Tex si attagliava meglio alle storie d'azione e avventura, mentre non dava il meglio di sé nel far percepire il dramma dietro l'azione, la componente del ricordo, il vissuto (con l'eccezione de Il Giuramento). Il Tex di "Resa dei conti al White Horse" è un castigamatti mosso da una inestinguibile e bruciante sete di vendetta, e basta una sola vignetta come quella con Sam bambino, o un pensiero accennato in un'altra (che è la stessa magia che Boselli fa ne Gli Invincibili, in cui descrive il passato di Shane con poche ma significative vignette), per dare alla storia tutto un altro sapore. Un sapore delizioso, mentre la prima, per me, mancava di sale. Sono dettagli, ok, che però hanno cambiato la mia percezione della storia del passato di Tex. Tra le differenze, quelle che invece non ho particolarmente apprezzato (ma è irrilevante) è quella, già rimarcata da @Diablero, sull'uso del vaso di fiori. A mio parere, non c'era alcuna necessità che il vaso di fiori "sparasse": si poteva evitare questa piccola riscrittura, proprio data la sua irrilevanza. Passando alla seconda parte della storia, in "El Paso del Norte", la sequenza della lite tra rangers è fantastica. La comparsa di Carson, i suoi pensieri su Tex, sono ossigeno per i miei polmoni. Ben arrivato, Kit. Spero di viverne delle belle, con te, in attesa della miniserie a te dedicata, che Borden ha già finito di scrivere
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  15. Io son cascato bene, dopo la prima volta che ho accennato alla luna comanche, spiegando dove l'avevo sentina nominare, adesso è lei che me ne parla. Casualmente, ormai moltissimi anni fa, ho scoperto che era molto interessata anche alle copertine. E ne discutiamo insieme. Peccato che non sono mai riuscito a farle leggere una storia. Come pure con il figlio. Ma non si può avere tutto.
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  16. Parlò con Berardi, mentre disegnava "Oklahoma" , gli chiese di che colore fossero i capelli di un personaggio.
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  17. Scene a cui Nizzi, ci aveva abituato in passato. Ricordo il Maxi intitolato "Fort Sahara", dove mi sembra che nelle prime pagine, i Legionari, fanno una gran mattanza dei passeggeri di un treno e i nostri, rimangono nascosti con la coda tra le gambe ad assistere al massacro, senza muovere un muscolo o a tutte le volte, che ha fatto fare la figura del babbeo al vecchio cammello.
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  18. Ho deciso di commentare tutte le storie più vecchie di Tex che non avevo ancora commentato. Quale punto migliore della primissima storia? Un inizio fulminante (in medias res, come dicono quelli colti ) una ragazza in pericolo ed un cavaliere che interviene a soccorrerla, solo che non ha armature o lance, ma due micidiali sei colpi che non esita ad usare come e quando si deve. Il suo nome è Tex Willer, ma c'è chi lo chiama Tex il fuorilegge, Tex il giustiziere solitario, Tex l'uccisore (Tex the Killer, come quello che avrebbe dovuto essere il suo cognome nelle intenzioni originarie dell'autore). A quanto pare lo conoscono tutti: lo sceriffo che lo stava inseguendo e di cui non si sapr? mai nulla, Coffin, che si è già scontrato con lui ed è sopravvissuto per raccontarlo (e per sapere come e perchè i due si conoscono dovremo aspettare ben 18 anni) e soprattutto Tesah, la giovane indiana Pawnee figlia del capo Orso Grigio, che Tex ha conosciuto quando era una bambina. Il plot è semplice, per non dire semplicissimo: Tesah ha la mappa di un tesoro e Coffin la vuole. Quello che è sorprendente è quante cose accadono nell'arco di quelle che in termini odierni sono solo 32 pagine. Tex si scontra tre volte con Coffin, sfugge due volte alla morte e si vendica in un modo tipicamente da feuilleton. Da una trama così oggi anche il più scarso degli autori saprebbe trarre senza problemi una storia di almeno 220 pagine, eppure qui non si avverte la mancanza di niente, i tempi ed i ritmi sono perfetti. Dovrebbe rileggerla chi sostiene che Tex non è adatto per le storie brevi. Quanto ai disegni, buona la prova di Galep, il quale dovrebbe essere stato aiutato per le chine da un suo giovane allievo di nome Angelo Corrias (oggi ultraottantenne). Di una cosa sono certo, pur mancando di competenze tecniche specifiche: la tecnica di inchiostrazione non è quella tipica di Galep. Se sia dovuto ad una questione, diciamo così, di pura e semplice evoluzione o se anche in questa, come nelle storie immediatamente successive, c'è l'assistenza di Corrias, cosa molto probabile, non so dirlo con sicurezza. Alcune notazioni, per così dire, a margine: 1) Tex dice di aver incontrato per l'ultima volta Tesah dieci anni prima, quando lei era solo una bambina. All'epoca una nota simile non creava alcun problema, ma col prosieguo della saga qualche piccolo imbarazzo lo crea, a mio parere: quando e come Tex ha incontrato Tesah? E quanti anni aveva? E che ci faceva nel Kansas o nel Nebraska, terra dei Pawnee (sempre che non sia stato Orso Grigio a viaggiare a Sud con la figlia per motivi suoi, ma è meno verosimile del resto, per me)? Tenendo per buona l'attuale cronologia, dieci anni prima di questa storia ci portano a prima della Guerra Civile, quando Tex era solo un ragazzino e se pensiamo che l'abbia conosciuta durante la guerra, quando, in effetti, bazzicava per il Kansas, ci salta il riferimento ai 10 anni. Sono molto contento di non doverci pensare io a districare la matassa, se mai qualcuno vorr? farlo. 2) Che ci sia stato o meno qualcosa fra Tex e Tesah è aperto a dibattito. Di certo c'è un'evidente tensione sessuale tra i due e credo che GLB abbia anche pensato, almeno per un po' a farne la compagna stabile di Tex per poi rinunciarvi quasi subito (Tesah riapparir? solo un'altra volta, infatti). 3) Non so voi, ma io ho sempre avuto la curiosità di sapere chi fossero i Sanderson di S. Thomas da cui Tex spedisce Tesah. Che ci sia una storia dietro degna di essere raccontata? 4) Nell'attuare la sua vendetta finale contro Coffin Tex usa una tecnica (gli avvertimenti teatrali con tanto di bigliettino) che sarà usata spesso in seguito ed ora è caduta in desuetudine (a c'è sempre la speranza che autori come Boselli e ne ricordino ancora come è accaduto in ?A sangue freddo?). 5) Domanda peregrina: ma il ranch di Coffin, che viene incendiato nel finale della storia non sarà proprio quello che Tex già incendi? ne ?Il passato di Tex? e che apparteneva Tom Rebo (di cui in questa storia Coffin che sembra aver preso il posto a Culver City?) e prima ancora a Sam Willer? Se è così, è proprio un ranch maledetto. 6) Per anni mi sono chiesto: e se Coffin non fosse morto nell'incendio? Di una cosa sono certo: per decidere di ripescarlo dopo tanti anni ci vorrebbe un'idea veramente forte. E con questo ho cncluso.
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  19. Domanda solo apparentemente difficile. GLBonelli è squalificato. Lui non sceneggia Tex, è Tex. Troppo facile così. Squalificato per mantenere corretta la gara. Nolitta è squalificato per assenza di storie da giudicare. Quando mai Nolitta ha scritto Tex? Nizzi è squalificato perchè ad un certo punto ha dato di matto, e ha praticamente sputato in un occhio a tutti i giurati, ha dato fuoco al podio, e quando sono intervenuti per portarlo fuori dal teatro stava calandosi i pantaloni per fare atti innominabili sopra una pila di albi di Tex. Boselli è squalificato perchè l'hanno beccato a riaprire la porta per far entrare Nizzi. Faraci l'hanno squalificato perchè copiava (citava) Quindi, il miglior sceneggiatore di Tex è Ruju.
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  20. (Battuta generica sul fatto che esista questo topic e sulla mia intenzione di bannare chi lo aprì)
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  21. Io sono solidale con te, anche se non in questa storia. A me non piaceva, e non piace un disegnatore che sul forum, e anche altrove, andava e va per la maggiore. Il suo Tex mi rovinava la storia, e anche belle storie. Penso che disegnate da altri sarebbero state anche più belle. Ma visto che sono in netta minoranza e non ho la presunzione di credere di essere nel giusto (dato che è un giudizio soggettivo) me ne sto zitto. Anche perché non sono pronto per il plotone di esecuzione. Sinceramente ne ricordo poche, anzi pochissime. Ma Boselli anche stavolta ha fatto un ottimo lavoro. Ma forse nei fumetti è più facile.
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  22. La colpa è mia, lo ammetto. Vorrà dire che ti terrò compagnia quando sarai davanti al plotone di esecuzione. Nota il "sarai" e non "saremo". O meglio, io ci sarò, ma non davanti. Sarò a lato, con la sciabola alzata e pronuncerò l'ultima parola che udrai: "fuoco"
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  23. Sì, e poi, se la prossima volta Nizzi ne fa una ancora peggiore? "La SECONDA peggiore storia di Tex" non vale molto come pezzo da collezione... Mi ricordo ancora, quando nella mia ingenuità, dopo aver letto "la rimpatriata con gli amici crapuloni sulla tomba mobile di lilith" (a.k.a. Tex 500) mi ero detto "almeno, peggio di così non può andare"... e il mese dopo è iniziata la Mefistolata!
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  24. Io però non ascolto Jazz e Bossanova...
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  25. In realtà, da quello che afferma sempre la figlia Virginia, pare che fosse la notte il momento privilegiato per disegnare, con jazz e bossanova in sottofondo. Si potrebbe dire una specie di Diablero...
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  26. Devo rileggerla, non la ricordo per niente. Ne ricordo solo la copertina, con quella luna su quel cielo grigio, e quel titolo, la cui espressione sentivo per la prima volta (ero ragazzino) e che mi piacque tanto. A tutt'oggi, di fronte ad una luna particolarmente rossa d'estate, mi trovo a mormorare "Luna Comanche" con mia moglie che mi guarda perplessa
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  27. Dopo l'abbuffata (Nizzi ci tiene a farci sapere, nei dialoghi, che Tex si è mangiato praticamente da solo l'intera torta di mele, tanto che stavolta è Carson a prenderlo in giro per la quantità di cibo che si è sbafato), Tex e Carson se ne vanno. Senza alzare un dito contro gli assassini. Un dettaglio non da poco che Leo non ha citato: Tex ha visto delle tracce e ha trovato prove che inchiodano gli assassini, che lo sceriffo non può trovare. È Tex che sa che gli assassini erano in 2 su tre cavalli e sono arrivati in paese all'ora tal dei tali, e ha potuto chiedere al maniscalco chi erano. Sa quindi nome e cognome degli assassini. Ma lo sceriffo non lo sa e non può saperlo. Non ha l'abilità a cercare le tracce di Tex e comunque quando è arrivato le tracce erano probabilmente state cancellate dal via vai dei suyoi uomini. Lo sceriffo non sa che erano in due, non sa la storia dei cavalli. Ma Tex ha fatto quelle domande per mera curiosità, e anche questa blanda indagine si interrompe di fronte alla torta (scena: Tex va al saloon dove si trovano sempre i due assassini, gli dicono che non ci sono quella sera, che sono appena usciti. Tex e Carson vedono una torta. Appena la vedono cessano ogni indagine e si fermano lì a sbafare) Finora la torta, Tex e Carson se ne vanno dal paese SENZA INFORMARE LO SCERIFFO. E lo dicono pure, che "sarebbe loro dovere", ma se ne fregano e se ne vanno, probabilmente ridendo all'idea che il povero sceriffo gli assassini che hanno fatto una strage non li prenderà mai. Ma stavolta gli assassini di Nizzi sono persino più idioti del solito. È bastato SENTIRE IL NOME di Tex e Carson (non li incontrano nemmeno) per: 1) Pensare "caspita, Tex e Carson, quei due mastini resteranno in paese fino a che non ci arrestano o non ci impiombano! Ho letto tutti i numeri, è impossibile che uno come Tex pensi solo a svbafare e ci lasci indisturbati (il povero tapino non era stato informato del ritorno di Nizzi, le notizie nei paesini del west arrivano tardi) 2) Ideare un piano GENIALE: "visto che Tex e Carson sicuramente non se ne andranno e non ci lasceranno in pace, gli facciamo un agguato. Sai dove lo facciano? Nella strada che prenderanno per andarsene via e lasciarci indisturbati" (giuro, non così papale papale, ma queste cose i banditi le dicono e le fanno: sono sicurissimi che non se ne andranno quindi si appostano nella strada dove se ne andranno...) Sono però i banditi di Nizzi. Tex e Carson come al solito intontiti dal cibo gli arrivano a 2 metri senza accorgersi di nulla, ma i bandirti li mancano (ovvio). Da lì in poi basta che Tes e Carson sparino verso chi gli spara senza farsi tante domande...
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