Non esiste regola senza eccezione, difatti anche la mia consueta ritrosia nei confronti delle storie autoconclusive brevi, viene spazzata come foglie secche al vento, dalla gemma narrativa in oggetto. Come definire "vendetta indiana"? Un cult? Una pietra miliare della saga? L'ennesima perla di Bonelli in provvidenziale stato di grazia? Non saprei dire, in caso fate voi, so solo che la lettura di questa splendida sceneggiatura lascia il segno e fa comprendere, in parte, i motivi che stanno alla base dell'immenso e longevo successo della saga. In poche pagine è condensato tutto il pensiero dell'autore: l'antimilitarismo, il rifiuto di ogni forma di razzismo, il desiderio di far trionfare la giustizia a prescindere della legge e dei regolamenti, la vendetta, anche crudele, contro la malvagità e poi il ritmo serrato, la strategia, dialoghi essenziali ed esplosivi. Tex in poche parole! Non uno sbirro giustizialista, non un facinoroso senza pietà per i marmittoni incolpevoli, ma un angelo della giustizia, spedito tra le lande selvagge del west per punire i malvagi, in barba ai regolamenti, e tutelare chi non ha colpe sebbene indossi una divisa. Il nostro eroe non ha connotazione politica alcuna, è solo un uomo giusto che si batte contro l'arroganza e le ingiustizie. Proprio per questo aspetto non cadrà mai di moda e continuerà a cavalcare spedito lungo i sentieri del successo. Chiusa la digressione, c'è da dire che lo spunto di trama è simile all'altro capolavoro "Sangue Navajo" di qualche anno prima, ma riesce comunque a farsi apprezzare, senza portare a comparare le due storie. Qui il tutto è incentrato nel piano certosino e perfetto per punire l'ottusità e l'odio del borioso colonnello Arlington. Bellissima la scena nel suo ufficio, in cui basta solo un attimo a Tex per capire di trovarsi al cospetto del consueto ufficiale con le pigne nel cervello. Il sangue degli Utes grida al cielo vendetta e Tex non si tira di certo indietro, ma per evitare il probabile bagno di sangue, dovuto all'ennesima rivolta indiana, spende tutto il suo prestigio e acume strategico, per ideare un piano di guerriglia atto a umiliare il rancoroso colonello e risparmiare i suoi commilitoni che hanno la sola colpa di eseguire ordini. Bonelli non vuole mostrarci tutte le giacche azzurre come ottusi portatori di stellette, infatti non mancano gli ufficiali che avallano i progetti del ranger, con buon senso, consci di essere sottoposti a un comandante inetto e pericoloso. In poche pagine l'autore riesce di par suo, a imbastire una sceneggiatura scoppiettante. Facendo leva sulla scarsa preparazione di Arlington, pieno di boria ma scarso di cervello, Tex lo conduce fuori pista e dopo varie peripezie, lo umilia e lo fa giustamente radiare dal comando generale. Ma il vero capolavoro è la sequenza finale con la cruda vendetta (doverosa aggiungerei) di Nashiya nei confronti dell'odioso Arlington, reo di aver trucidato il suo uomo e il suo villaggio. La vignetta finale in cui la fiera figlia di Nuvola Rossa depone lo scalpo nemico, sul tumulo funerario del marito, è pura poesia e sconfessa, a mio parere, chi sostiene che Bonelli non fosse capace di scrivere scene epiche ed emotivamente coinvolgenti. La figura di Nashiya, sebbene ai margini della vicenda, è splendida e prova quanto l'autore fosse un asso a delineare le caratterizzazioni femminili, mai banali, sempre profonde e di spessore, da qualsiasi parte di barricata fossero poste. La storia rappresenta pure il debutto di Ticci sulla saga e già solo questo basterebbe a renderla celebre. Il tratto del maestro è ancora in “costruzione”, molto giolittiano e lontano dal suo attuale stile, comunque s'intravede tutto già il suo immenso talento. Prospettive accattivanti, espressività facciali avvincenti, paesaggi mozzafiato, dinamicità all'ennesima potenza. Un predestinato che diverrà con merito la colonna portante della serie e punto di riferimento per quasi tutti i suoi giovani colleghi. Non mi dilungherò oltre, d'altronde in ogni mio commento relativo alle sue opere grafiche, non manca mai l'elogio per un maestro impareggiabile del fumetto e non occorrono altre parole per descrivere la mia immensa stima. Il mio voto finale è 10