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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 27/02/2021 in tutte le sezioni

  1. Bellissima avventura di Tex, quella che tratta nella maniera di gran lunga più diretta l'esperienza di Tex durante la Guerra di Secessione, e che tramite la sceneggiatura di Gianluigi Bonelli ed i disegni di un Galep nel suo periodo di maggior splendore ci illustra compiutamente la lucida contrarietà del Nostro al conflitto, da lui condivisibilmente considerato una immane ed insensata follia alla quale, paradosso dei paradossi, egli e Damned Dick si ritrovano costretti a partecipare a causa di alcune sfortunate circostanze, che il loro amico Rod Vergil contribuisce non volendo ad innescare. Gli eventi successivi alla separazione da Rod, che decide di arruolarsi sotto la bandiera confederati, altro non sono in fondo che una fedele metafora di quel che avviene a chiunque si trovi a vivere in una zona di conflitto: volenti o nolenti, il mostro non ti lascia in pace, ed in un modo o nell'altro è impossibile ed utopistico riuscire a mantenersi neutrali e non coinvolti. Tutti elementi, questi, che Glb inserisce con sapienza nella storia, che culmina con una delle scene più toccanti della saga intera, che rivela una volta per tutte la vera faccia della Guerra (non c'è nulla di eroico, solamente dolore e sofferenze), ed al contempo da solo regala alla storia la sua immortalità: la battaglia di Shiloh si è appena conclusa, e Tex e Dick, appena giunti sul luogo, hanno il dolore di incontrare il loro amico Rod, che fa appena in tempo a salutarli per l'ultima volta prima di morire tra le braccia di Tex. Una scena da brividi lungo la schiena, conclusa degnamente dal discorso di Tex e dal fucile spezzato, elemento quest'ultimo forse un po' plateale ma senza dubbio molto significativo. A differenza del mio quasi omonimo @Juan Ortega, io non ritengo una carenza della storia la scarsa caratterizzazione degli ufficiali che compaiono, dal momento che il tema di fondo, a mio avviso, non è il combattimento in sé, ma la sua insensatezza di fondo; di conseguenza, gli attori restano sostanzialmente irrilevanti, conta solo (purtroppo) il tragico risultato.
    1 point
  2. Mi trovo allineato col giudizio di @Magico Vento La cosa che più mi ha impressionato della storia è la complessità della sceneggiatura che, pur nella sua lunghezza, non ha mai cadute di tono e si fa leggere con grande voracità. Le basi su cui poggia l'intera vicenda sono estremamente solide, non ci sono forzature o punti deboli. Ogni situazione è cucita con la successiva con estrema cura. E questo rende estremamente credibile una storia che, più la si legge, più si rivela avvincente. Yama, come antagonista dei quattro pard, non vale nemmeno la metà di Mefisto ma, proprio per questo, è ancora più verosimile perché è al suo punto di partenza nell'arte delle magie oscure e quindi deve rivelarsi fallibile quanto basta. E' un neofita e non potrebbe già essere al livello del padre (cosa che non succederà mai). Soffre quando scende negli inferi più profondi e terribili per cercare la risposta all'inefficacia della sua magia; e ne esce ancora più terrorizzato tanto da esprimere la sua ferma riluttanza nel doverci mai tornare. In fondo qui il suo lato diabolico è ancora embrionale e, nonostante l'applicazione nello studio dei testi oscuri lasciati dal padre, è ben lontano da essere un antagonista letale. Trovo Loa estremamente affascinante (comprendo bene perché fosse diventata la schiava preferita del capo Seminole ) e compagna perfetta per il figlio di Mefisto. E' l'anello di congiunzione con il passato di cui Yama ha bisogno e di cui si serve per compiere la sua missione vendicativa. Un unico difetto che posso trovare per questa storia è il finale un pò troppo affrettato e semplicistico. Chiaro l'intento a lasciare aperta la porta per un episodio successivo (e questo sicuramente ci sta) ma poteva starci una soluzione più articolata. Infine tanto di cappello per i disegni di un Galep veramente al TOP. Partner perfetto per le storie di Mefisto di GLB, così come Letteri lo era per El Morisco. A parte la copertina de "I quattro amuleti" (generica e fuori dal contesto della storia) le altre tre sono delle piccole opere d'arte.
    1 point
  3. Veramente un capolavoro questa storia, che è secondo me una delle più riuscite di tutta la serie di Tex. La scena iniziale è veramente ottima, in cui si ricapitola il finale di "Terrore sulla savana" e si aggiunge la scena in cui Mefisto contatta il figlio Blacky e infine muore, divorato dai topi. Questa scena è probabilmente una delle più belle, per tragicità, della serie. Molto curioso, secondo me, anche il fatto che Tex e pards entrino in scena solo a pag.92. Da lì parte una storia avvincente e ricca di colpi di scena, con anche delle memorabili sequenze, come le apparizioni che i pards vedono sul battello (e che respingono con i quattro amuleti, altra genialata di G.L.Bonelli) oppure lo scontro di Tex con lo Zombie, senza dimenticare tutte le magie di Yama, come quando lui si reca in un'altra dimensione per ricevere risposte o su come crei, insieme a Loa, lo zombie. Nel terzo albo, c'è molta più dinamicità e azione grazie all'attacco dei seguaci del voodoo contro i nostri pards. Geniale il modo con cui Yama cattura Tex e altrettanto geniale il modo con cui Aquila della Notte e i suoi pards riescono a uscire dai sotterranei del castello dove erano stati intrappolati. Il finale è meraviglioso, e in particolar modo le due vignette finali, davvero indimenticabili. Galep eccellente ai disegni! Realizza, come già nelle storie precedenti con Mefisto, le atmosfere magiche e horror in modo meraviglioso. Probabilmente uno degli apici del grande Galep. Per quanto riguarda le copertine, le ho trovate veramente belle, soprattutto quelle di "Il figlio di Mefisto" e "Il veliero maledetto". Soggetto/Sceneggiatura: 10 Disegni: 10
    1 point
  4. Le tre storie più belle. Non lo so, non saprei proprio dirlo. Posso dire le tre scene che, più di tutte, mi son rimaste nel cuore, e le storie che le contengono sono quelle che probabilmente porterò sempre con me. Non sono forse le più significative da un punto di vista texiano, direi anzi che due su tre non riguardano nemmeno Tex, il che è tutto dire sulla parzialità e forse l'erroneità di queste mie scelte scellerate. Forse, facendomi un'esame di coscienza, data la scelta che sto per esporre potrei dire di non essere un gran texiano? Forse Tex non mi appassiona poi così tanto? Come giustificare altrimenti quanto di seguito espongo? 1' scena: "a chi appartiene il morello là fuori, quello con la sella messicana?". Da qui, un Carson da applausi. 2' scena: "Shan van Vocht, sei venuta...per me? Riportami...a casa". Ho un debole, troppo forte, per Shane, perdonatemi. 3' scena: "Mi farai compagnia, vecchio Cammello?", poche parole che condensano, in un momento amarissimo per la vita di Tex, la sua grande amicizia virile con Carson. È forse questa la lista delle migliori storie di un texiano puro? Credo proprio di no. Eppure, queste scene mi provocano ancora, a distanza di anni, un brivido lungo la schiena, fanno parte di me. È il mio podio, non scacciatemi
    1 point
  5. E invece sono una delle cose migliori che Mauro Boselli, curatore di Tex, potesse immaginare di proporre ai lettori. A tutti coloro che non comprano questi cartonati posso dire che sbagliano, le storie finora si sono dimostrate tutte interessanti, mauro boselli non ha tradito mai la sua firma se non nell'unica volta in cui pure l'ha ammesso pubblicamente, il famigerato maxi di Fernandez, per cui comprate se ne avete la possibilità, magari non leggetele adesso queste storie, ma fra qualche anno, quando forse avrete cambiato idea. Posso capire le critiche per una storia non all'altezza, ma le critiche come nel forum di TWO rivolte al Tex giovane, queste sanno solo di partito preso. Le storie con il Tex giovane, sono, infatti, tra le migliori cose scritte negli ultimi anni (e penso anche al superbo cartonato di Manfredi & De Vita).
    1 point
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