Piaccia o non piaccia a Diablero, il nemico ricorrente, il Nemico con N maiuscola, è tipico della nararzione seriale fin da quando è nata. Non l'hanno inventata gli americani e nemmeno i pulp o le dime novels. In questo periodo sto comprando i volumi di Buck Danny, storico fumetto franco-belga ed anche lui ha un avversario ricorrente: Lady X.
Gli esempi portati non sono pertinenti perché si tratta in quasi tuuti i casi citati di storie non seriaii come Maus con un inizio ed una fine ben precisi e che raccontano una storia sola non più storie dello stesso personaggio. La Storia del West poi aveva una struttura molto più realistica e basata quasi sempre su storie vere. Ciò non toglie che in almeno tre storie Alan Hall sia stato un nemico ricorrente di Bill Adams.
Ogni serie che abbia una durata abbastanza lunga ha il suo nemico ricorrente e spesso più di uno anche se solo uno è quello vero, al massimo due.
Di solito i nemici principali si dividono in due distinte categorie: la nemesi classica che è in genere esperto in un campo diverso da quello dell'eroe. Sa fare cose che lui non sa fare e non può essere affrontato e battuto sullo stesso piano. Un tipico esempio sono Mefisto, che è un mago, per Tex e Hellingen, uno scienzioto, per Zagor. Un'altra categoria di supernemico ricorrente è il doppio negativo, uno, cioè, che è bravo nello stesso campo dell'eroe ma ne è una versone distorta, una sorta di gemello malvagio. Per Zagor è Supermike. Tex ne ha avuti due: Ruby Scott ed El Muerto ,ma per la struttura stessa della serie nessuno dei due poteva sopravvivere alla sua prima apparizione.
Quello che dice Borden è vero: il supernemico non lo programmi e non lo crei a tavolino,si impone da sé. Mister Jinx su Martin Mystere sono certo che nelle intenzioni originali di Castelli dovesse essere un antagonista usa e getta ma è piaciuto a lui ed ai lettori.
Anche io dubito che sia possibile averne uno per la serie Tex Willer vista la sua struttura ma non si può mai dire.