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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 17/04/2021 in tutte le sezioni

  1. Nello staff stavamo giustappunto notando una certa tendenza, negli ultimi tempi, a svalutare le opinioni altrui con espressioni decisamente forti e contrarie all'etichetta del forum, in particolare dopo aver svolto professione di tolleranza. Se proprio vogliamo proclamarci tolleranti, cerchiamo di fare in modo che alle parole seguano i fatti. Idem per quanto riguarda, come già segnalato da @pecos, lo spam: per carità, nessuno ha l'obbligo di scrivere solo post memorabili; ma almeno si potrebbe evitare di intasare il forum con decine e decine di messaggi puerili che nulla aggiungono alla discussione. Grazie.
    3 points
  2. Sì, secondo me la presenza dei Nez-Percé è volutamente ambigua - è vero che Tex li vede, ma è anche vero che loro non rispondono ai suoi richiami, ne sono indifferenti, quasi come se se ne fossero già andati, come se fossero già ritornati al loro altrove... Simboleggiano proprio quel mondo che se ne è andato, ormai appartengono al passato, la loro presenza nel presente è solo temporanea. Io ci ho visto questa suggestione, poi se vuole Borden potrà confermare che era proprio questa la sua intenzione... ma in ogni caso, non è forse vero che ogni opera di letteratura poi diventa indipendente dalle intenzioni dell'autore, ed il bello non è forse che ogni lettore ci può leggere, in fondo, quello che vuole?
    2 points
  3. Non mi offendo per così poco. Però cerchiamo davvero una maggiore serenità nei giudizi e nel modo di porci verso gli altri forumisti. E soprattutto ricordiamo che nessuno qui tra noi detiene verità assolute per il semplice motivo che non esistono. Insomma cerchiamo di non litigare per cose che restano puerili. Se Galep poteva contare su Corteggi e dei coloristi che valorizzavano le sue copertine, la colorazione photoshop rende un pessimo servizio a quelle di Villa. Hai voglia di sperimentare quando poi il tuo lavoro è penalizzato nella fase conclusiva da scelte sbagliate compiute da altre persone. Con le copertine di Tex Willer, Dotti e Boselli hanno maggiore libertà e difatti, sebbene Dotti non abbia ancora raggiunto il livello di perfezione che tutti riconosciamo a Villa, convincono più di quelle dell'inedito. Colori a tinta unita spesso irrealistici ma che bucano: la copertina tutta gialla arrivata finalista nei sondaggi degli oscar texiani assegnati a febbraio la dice lunga sui gusti dei lettori. Non il miglior disegno di Dotti, ma evocativo, dove il colore ha avuto indubbiamente una buona parte nel successo della copertina. Forse se iniziassero a colorare le copertine del mensile come colorano quelle di Dotti, senza andare a strafare come fanno i coloristi delle edzioni americane di Zagor (Rubini), sarebbe un notevole passo avanti. Una copertina come Guatemala è rovinata soprattutto da una colorazione indegna di questo nome.
    2 points
  4. Chi scrive esprime la sua opinione, poi che sia una verità universale non sta scritto da nessuna parte. Piuttosto, un tuo intervento come questo: Non ti atteggi tu qui più di tutti gli altri a detentore di verità universale ? Non sei maleducato nei miei confronti quando esprimo una mia critica (motivandola peraltro), tacciando le mie parole o le mie idee di "idiozia" ? Ti segnalo ai moderatori per questo.
    2 points
  5. In effetti, così come scritto nel mio commento e fatto notare da @Leo, la scena dei Nez-Percé, fin dalla prima lettura, l'ho trovata onirica, quasi metafisica. La chiave di lettura di @pecosè molto intensa e mi affascina. Credo che l'intenzione di Borden, durante la composizione, fosse proprio quella di lasciare libera pista alle varie interpretazioni dei lettori, visto che è funzionale da entrambi i punti di vista. Nel mio commento specificavo un aneddoto personale, ovvero che il secondo albo riuscii a leggerlo solo dopo una decina d'anni con la ristampa; son certo che la stessa scena se l'avessi letta in diretta da teenager, mi avrebbe portato a propendere verso una spiegazione più razionale, fisica, mentre all'occhio di un lettore ormai quasi trentenne, si è mostrata sotto una sfaccettatura molto più profonda, nostalgica e metafisica. Nella letteratura si sa, l'autore indica la direzione, ma poi tocca al lettore scegliere quale sentiero seguire per giungere alla meta e non è detto che quest'ultima collimi con quella pensata dal compositore.
    1 point
  6. Concordo pienamente. Nelle sue primissime storie, Boselli ha trattato tutte le tematiche, dimostrando in tempi rapidissimi e sorprendenti la sua versatilità. E' come se avesse già preparato per tempo, prima ancora di sapere se sarebbe rimasto a scrivere su Tex, tutto un campionario di esordi, uno per ciascun genere. E per ora in ognuno ha centrato l'obiettivo.
    1 point
  7. A mio avviso questo dimostra la grande varietà di queste prime sceneggiature di Borden, che vanno dal puro western delle prime storie con Marcello, alla fantascienza/horror de "La minaccia del deserto" o la successiva del Morisco, dal western alla John Ford di "Sulla pista di Fort Apache" ad un western sporco e cattivo come "I sette assassini". Il villain di questa storia è una sorta di Mad Doctor che strizza l'occhio a tutta una tradizione letteraria che nasce a fine '800 e che poi viene appunto ripreso soprattutto nei fumetti dei supereroi.
    1 point
  8. Mi autoquoto perché ancora una volta durante la lettura ho avuto la sensazione di leggere Batman e Joker, non Tex. Il Maestro richiama molto il cattivo che qualche anno prima era stato interpretato da Jack Nicholson nel film di Tim Burton: è un essere deforme, un terrorista, ha il gusto del grottesco (i pupazzetti e altre amenità). Questo tipo di storie inoltre richiede sempre una certa sospensione di incredulità, e questa in particolare la richiede in tutta la lunga sequenza finale, sin da quando Tex, con una chiaroveggenza improbabile, intercetta il nemico nei sotterranei presso il caveau della banca, per continuare con il Maestro che, pur non potendo immaginare a mio parere di poter essere scoperto da Tex, si imbottisce di esplosivo mettendo a repentaglio la sua stessa vita per un'eventualità (quella di essere scoperto da Tex, appunto) molto remota. Per non parlare del lanciatore di coltelli che resta due ore in acqua per poi immobilizzare in un baleno entrambe le mani di Liddel o dello stesso winchester di Tex perfettamente funzionante dopo qualche ora nel fiume. Nel mio primo messaggio parlai di finale infelice; oggi sono invece più accomodante: è proprio questo tipo di avventure che ha in sé un taglio non del tutto verosimile, e viste in questa ottica tutte le scelte narrative possono andar bene. Non saranno mai le mie storie preferite, come ho chiosato anche nel mio commento sulla più recente storia ambientata a New York. Nell'ottica della valutazione delle performance del nuovo autore (allora Boselli lo era), non si può che essere soddisfatti dell'avventura proposta. Al netto dei gusti personali, questa avventura è comunque avvincente e ha l'indubbio pregio di appassionare il lettore. C'è qualche spettacolarizzazione di troppo, alcune cose sono tirate per i capelli, ma ripeto che è proprio il tipo di storia che lo richiede: il suo fine è divertire, senza avere l'ambizione di assurgere al rango di capolavoro. E questo lo fa ottimamente: diverte, con situazioni umoristiche (molto carina la scena dell'arresto di un influente notabile della città, sospettato di essere Squeezy), con bei personaggi (sopra tutti Ben Ladykiller, che ricorda non solo l'omone de Il Miglio Verde ma anche il protagonista di Uomini e Topi e in questo senso chiedo a @borden se c'è qualche legame o se ci aveva mai pensato), e con la "liason" sentimentale tra Carson e Oaklehy. Al netto della brutta figura sulle anatre, che ho fatto fatica a digerire, il rapporto che si instaura tra il vecchio Cammello e la ragazza fornisce diverse occasioni a Carson per mettersi in mostra e di stare sugli scudi, ciò che ovviamente mi fa piacere. In merito al legame tra i due, @ymalpas in un suo precedente post dice che da parte della ragazza c'è per Carson molta simpatia e affetto, e non c'è dubbio che sia così. Tuttavia, nella scena del ristorante, Annie fa dei complimenti a Carson che io non derubricherei a semplice galanteria (invertita, in questo caso) di una giovane fanciulla a un attempato signore: le sue parole e i suoi sguardi tradiscono a mio parere una certa fascinazione di lei per l'anziano ranger, né è un caso che a cena inviti il solo Kit, omettendo di invitare anche Tex. Riprova di quanto dico è che Carson, che in fatto di donne non è uno stupido, si accorge di questa "attrazione", tanto che finisce per essere irretito anche lui: la scena finale, in cui decide di fuggire pur di non salutare Annie, palesa quel quid in più che è scattato nella testa di Carson, quid che è potuto scattare solo perché magari il vecchio ranger non esclude che ci sia uno spiraglio di apertura anche dall'altra parte. Certo, Annie è una fanciulla del West, non si perita di uscire col primo venuto dai capelli biondi e gli occhi azzurri, ma a me la sensazione che tra la giovane pistolera e il vecchio reprobo sia scattato o potesse scattare qualcosa rimane, e a mio parere non è solo una sensazione soggettiva, ma un messaggio più o meno esplicito che Borden ha lanciato. Nella mia rilettura delle boselliane, mi aspetterebbero ora Gli Invicinbili, ma ovviamente la salto. Non ho bisogno di rileggerla né potrei scrivere qualcosa di nuovo. Dico solo che, dopo sole cinque storie, vedevo nel nuovo autore la salvezza e il futuro di Tex. È andata così.
    1 point
  9. Bella storia del duo Boselli - Marcello che risulta un po' sottovalutata rispetto alle altre che hanno fatto (o almeno, è la mia impressione guardando che titoli vengono più spesso citati parlando di loro). Eppure dovrebbe avere tutti i titoli per piacere: presenta "cattivi" caratteristici, un Tex e un Tiger in gran forma (se pensiamo che arrivò dopo anni di "gialli" in cui Tiger appariva raramente e solo per fare da spalla, nonostante il buon apprezzamento che aveva avuto Nizzi per "furia Rossa", si capisce quanto fossero per me come acqua nel deserto...) Credo che la danneggi un po' il finale. Non perché è tragico (ci può stare), ma perché è banale. il classico "colpo di scena finale" che ricorda al lettore che comunque il mondo è cattivo, la vita fa schifo e i buoni muoiono. Nel momento in cui il maggiore viene lasciato andare anche se degradato, ho capito come finiva, anche se ho sperato che non accadesse. Il cattivo che, indisturbato, fa secco il personaggio "buono" di fianco a Tex e a Carson, senza degnarli di uno sguardo, solo perchè è cattivo fino in fondo, per poi finalmente morire. È il tipico finale che, per il bene di un "colpo di scena" prevedibilissimo, fa andare tutto nei binari stravolgendo le caratterizzazioni (se è così facile sparare a Tex e Carson e uccidere, come fanno ad essere ancora vivi? Il maggiore è stato fino a quel momento descritto come un codardo, perché va a sparare lui invece di pagare qualcuno?). Tematicamente, che senso ha quel finale? Vuole dirci, magari "berardeggiando" un po', che i buoni perdono sempre e che non c'è giustizia? Va allora in contrasto con quello che si visto poche pagine prima, con il maggiore degradato sulla base della testimonianza di Torrance. Se si voleva un finale simile, il maggiore doveva farla franca, ridere in faccia a Tex e poi far sbattere Torrence in galera (sarebbe stato un finale molto alla Guido Nolitta...). No, il finale così è contraddittorio con tutto quello che si è visto prima, e pare messo solo perchè si pensa che il "finale tragico" dia maggior "peso" e valore ad una trama. Se si voleva far vedere la morte del maggiore, ma si pensava (anche giustamente) che sarebbe stato poco realistico farlo condannare, Tex poteva farlo secco prima che uccidesse Torrance. Boh, comunque un finale debole e deludente (e credo che sia per questo che la storia viene spesso "dimenticata", capita con le storie che non danno soddisfazione ai lettori), ma che non inficia quello che si è visto prima, a partire dall'incontro con i due disertori fino alla "confessione" finale di Mickey Finn, in queste prime storie Boselli fa un vero e proprio lavoro di "restauro" del mondo e della reputazione di Tex, in storie drammatiche, avvincenti e soprattutto "western". A proposito di Mickey Finn, non concordo con chi lo definisce un personaggio "grigio". un villan con motivazioni chiare a magari condivisibili non è un villain "grigio", è semplicemente un villain scritto bene. Se non ce le metti, se metti un villain alla "sono cattivo perchè sono cattivo, oh come sono cattivo", non è che sia un villain "meno grigio", è un villain meno caratterizzato. Poi in una serie western ci vogliono anche quelli (che mica puoi raccontare tutta la vita di ogni sgherro che Tex fa fuori...), e semplicemente avidità, vendetta o orgoglio possono bastare a giustificare tutti i nemici che vuoi: però quando vuoi un villain più "tridimensionale", un po' di spessore in più bisogna darglielo. Questo non lo rende "grigio": Hannibal Lecter è "grigio"? E Voldemort? E Thanos? e Il Dottor Destino? e Yama? Sono tutti villain che hanno motivazioni "comprensibili" per le loro azioni, ma non per questo sono "buoni" o "grigi"...
    1 point
  10. Alla sapiente e molto precisa analisi di Diablero, che fa cogliere molto bene quanto sia estremamente difficile riuscire a gestire in modo corretto e rispettoso di tante sottigliezze le figure dei protagonisti di Tex, (e che in effetti GL Bonelli sapeva realizzare con una maestria probabilmente insuperata, non a caso da "creatore"/"padre" di quei personaggi), vorrei solo aggiungere un dettaglio. Il carattere scherzoso e ironico di Carson nei suoi brontolii da consumato commediante viene poi mirabilmente reso anche dall'arte di Ticci, che accompagna quelle battute con una resa del volto accigliato e carico emotivamente di Kit, senza mai cadere però in una dimensione forzata o caricaturale. Ancora una volta, la linea discriminante fra chi sa realizzare una grande opera e chi cerca affannosamente di imitarla, ma di fatto non riesce nel suo intento, è molto fine, ma esiste...
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  11. " Cosa strilli vecchio gufo? Qui c' è gente che dorme." Se qualcuno mi chiede perchè Tex è il mio preferito...è per questo
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