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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 25/04/2024 in Messaggi

  1. sempre secondo il tuo punto di vista,comunque
    1 point
  2. Non a caso ho scritto nel mio intervento che "ognuno ha i suoi gusti e le sue preferenze." E ci mancherebbe. Non per questo però non posso domandarmi quale vespaio si sarebbe alzato se Nizzi avesse scritto una storia come, chessò, "Il pistolero voodo". Che Nizzi sia un autore "divisivo", lungi dall'ipotizzare complotti di sorta, mi pare un fatto, constatabile leggendo i vari thread. Forse il motivo è che, avendo rappresentato per lungo tempo l'autore principale (e, per un periodo, pressoché unico) della testata, l'aspettativa sulle sue storie è sempre stata conseguentemente alta. Personalmente, se mi limitassi a liquidare, ad esempio, "Netdahe!" come un polpettone confuso, noioso e indigesto (ad arrivare a parlare di "ciofeche" proprio non riuscirei), mi sentirei però quantomeno ingeneroso nei confronti di un autore che, accanto a storie che possono essere meno riuscite (come è normale capitino a tutti), ne ha scritte altre che per me sono dei veri e propri capisaldi della storia texiana e che costituiscono, in questo senso, dei "capolavori". Io credo che ne abbia scritti anche Nizzi. Per concludere e tornare in topic, questa è per me una storia sicuramente in tono minore (molto aiutata dai disegni di Civitelli), ma non una "ciofeca". Sono curioso, a questo punto di leggere alla prima occasione "I fratelli Donegan", che costituisce, a detta di molti, l'apoteosi della "ciofeca nizziana".
    1 point
  3. Letta oggi questa storia: se questo è, come ha scritto qualcuno, il "fondo" toccato da Nizzi, sinceramente pensavo peggio, visti i giudizi così severi sul suo lungo periodo di crisi. Intendiamoci, la storia, a parte qualche aspetto (la figura del vecchio sceriffo, ad esempio, non mi è dispiaciuta) è in sé alquanto banale nel suo svolgimento, ma Nizzi la porta avanti con indubbio mestiere, sorretto, bisogna dirlo, dai magnifici disegni di un Civitelli in stato di grazia. Nulla mi memorabile, sicuramente, ma nemmeno una storia da stracciarsi le vesti per l'indignazione. È vero: il coinvolgimento di Anderson era "telefonatissimo" ed evidente fin dall'inizio. Ma era forse meno "telefonato" dell'identità segreta del Siats, di cui abbiamo letto nel recente "Il mostro del gran lago salato"? A mio avviso no, eppure per una storia che, onestamente, per mediocrità se la gioca, a mio avviso, con questa (e non è nemmeno sorretta dal "mestiere"), non ho letto tanti giudizi così "tranchant" sulla sceneggiatura (anzi, proprio sullo sceneggiatore). Insomma, mi sto facendo l'idea che, in quache modo, le storie peggio riuscite di Nizzi vengano giudicate da molti, quasi a priori, in maniera più severa rispetto alle storie meno riuscite di altri sceneggiatori, per alcuni dei quali sembra esserci invece addirittura un "pregiudizio positivo". Non entro maggiormente nel merito per non sollevare polemiche, anche perché, essendo stato lontano per decenni dal mondo di Tex, non mi sento legato a priori a questo o a quello sceneggiatore, se non, per ragioni "sentimentali" al grande GLB. Mi ritengo insomma neutrale nel giudicare, non sentendomi parte di nessuna "tifoseria". Poi, chiaramente, ognuno ha i suoi gusti e le sue preferenze. Certo è che Nizzi, tra tutti gli autori di Tex, mi sembra quello che maggiormente divide i giudizi tra estimatori e detrattori.
    1 point
  4. Aspetta, piace... I Fratelli Donegan è una cagata pazzesca. La ritengo, forse, la cosa più brutta mai scritta su Tex prima di certe cose di Faraci. Ma anche Le Foreste dell'Oregon, quella roba incommentabile che è il lungo viaggio e quella di cane giallo sono tra le cose peggiori mai scritte e pubblicate su Tex (e, quantomeno, Fort Sahara tra gli extra). Ma questa in qualche modo mi è piaciuta abbastanza. Penso sia per via dello sceriffo Daves, figura che mi ha divertito.
    1 point
  5. Francamente, rileggendola, non capisco certi giudizi estremamente negativi su questa storia. Certo, ci sono punti deboli. Innanzitutto il mandande dell'assassino è abbastanza prevedibile, a pelle il tipo non mi è piaciuto fin dalle prime vignette che lo riguardano, il fatto che blocchi sempre lo sceriffo nei suoi propositi è abbastanza indicativo in tal senso. Poi Tex ha qualche imbeccata di troppo dopo 15 anni. E vabbè. Per il resto io trovo una storia più che discreta e un Tex in buona forma, in accoppiata con un alter-Carson di tutto rispetto. Un bel personaggio questo sceriffo in pensione, determinato e duro. Tex e lo sceriffo vengono presi in un tranello? Ebbè? Non hanno colpe particolari. Poi Tex si rifà subito scappando dalla finestra e tornando a fare giustizia. Tex, quasi da solo, uccide la gran parte della banda e dei loro aiutanti, non dimentichiamolo. Per me un buon Nizzi. La cosa che, alla fin fine, mi ha dato più fastidio, è l'eccessivo spiegazionismo, caratteristica quasi sempre presente in questo autore, d'altra parte. Civitelli maestoso. Si tratta davvero di un maestro del disegno, e io, francamente, sono molto contento che lavori ancora oggi per Tex, è un grande onore. Nizzi 7 Civitelli 9 (che je voi di?)
    1 point
  6. Storia discreta,che rileggo spesso volentieri.Si potranno giustamente criticare i limiti fastidiosi dell' ultimo Nizzi (lo spione,su tutto: dá allo sceriffo e a Tex un' informazione vecchia di venti anni!),una certa incapacità a far quadrare la trama (troppe scene tirate per i capelli, troppo arrendevole lo sceriffo corrotto, assurdo far assassinare uno dei tre cattivi dal killer una volta che questo si è arreso a Tex!) Scopiazzature a gogò da altre storie (Topeka,per esempio,con la banda di scampaforche che "miracolosamente" sverna nei pressi della location principale) Il cliché del vecchio stalliere che vive nella città morta è copiato di sana pianta da "El Muerto"... Il killer misterioso si trova SEMPRE a fagiolo nelle situazioni, inverosimile. Detto questo,Nizzi ci mette comunque il mestiere e la buona volontà per portare a casa il risultato,e l' scontro nella città morta è comunque ben fatto Lo aiutano in questo gli splendidi disegni di Civitelli. Nizzi non è a suo agio nelle sceneggiature in cui compaiono personaggi grigi come il governatore, personaggi né buoni né cattivi. Detto questo, come lettura è piacevole,ma non certo avvincente.
    1 point
  7. I punti deboli di questa storia sono stati già detti. Il vecchietto che rimane nella città abbandonata e va a caccia di conigli con un vecchio fucile, sarebbe bello capire come fa ad avere ancora munizioni dopo 15 anni, o gli autori della rapina che temono di essere riconosciuti... e per quale motivo visto che durante la rapina erano bendati. E poi il motivo per cui viene uccisa la moglie non viene mai spiegato. Tutto sommato però non è che siano problemi insormontabili tali da crocifiggere Nizzi che tra l'altro introduce questo sceriffo dipingendolo abbastanza simile al buon Carson "Vi piace lamentarvi ma non vi piace quando sono gli altri a darvi per vecchi" così suona più o meno una frase durante i colloqui tra Tex e lo sceriffo. Voto sette e mezzo.
    1 point
  8. Che la storia abbia dei punti molto deboli e' difficile negarlo. Dovrei rileggerla, ma ricordo che il soggetto faceva molta acqua, per non parlare del "Killer misterioso" svelato dalla copertina del secondo albo. Ma con tutto questo la storia si fa leggere lo stesso, non e' un portento di storia ma non e' neanche cosi' pessima. Per i disegni, se mi dici che Civitelli e' sprecato per la qualita' della storia potrei essere d'accordo(a lui affiderei solo le storie piu' importanti)ma che le locations o i personaggi non sono graficamente caratterizzati bene dai disegni mi trovi in disaccordo piu' totale. Trovo Civitelli adatto a qualsiasi tipo di ambientazione, che sia nel Messico o a New orleans.
    1 point
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