Letta oggi questa storia: se questo è, come ha scritto qualcuno, il "fondo" toccato da Nizzi, sinceramente pensavo peggio, visti i giudizi così severi sul suo lungo periodo di crisi.
Intendiamoci, la storia, a parte qualche aspetto (la figura del vecchio sceriffo, ad esempio, non mi è dispiaciuta) è in sé alquanto banale nel suo svolgimento, ma Nizzi la porta avanti con indubbio mestiere, sorretto, bisogna dirlo, dai magnifici disegni di un Civitelli in stato di grazia. Nulla mi memorabile, sicuramente, ma nemmeno una storia da stracciarsi le vesti per l'indignazione. È vero: il coinvolgimento di Anderson era "telefonatissimo" ed evidente fin dall'inizio. Ma era forse meno "telefonato" dell'identità segreta del Siats, di cui abbiamo letto nel recente "Il mostro del gran lago salato"? A mio avviso no, eppure per una storia che, onestamente, per mediocrità se la gioca, a mio avviso, con questa (e non è nemmeno sorretta dal "mestiere"), non ho letto tanti giudizi così "tranchant" sulla sceneggiatura (anzi, proprio sullo sceneggiatore). Insomma, mi sto facendo l'idea che, in quache modo, le storie peggio riuscite di Nizzi vengano giudicate da molti, quasi a priori, in maniera più severa rispetto alle storie meno riuscite di altri sceneggiatori, per alcuni dei quali sembra esserci invece addirittura un "pregiudizio positivo". Non entro maggiormente nel merito per non sollevare polemiche, anche perché, essendo stato lontano per decenni dal mondo di Tex, non mi sento legato a priori a questo o a quello sceneggiatore, se non, per ragioni "sentimentali" al grande GLB. Mi ritengo insomma neutrale nel giudicare, non sentendomi parte di nessuna "tifoseria". Poi, chiaramente, ognuno ha i suoi gusti e le sue preferenze.
Certo è che Nizzi, tra tutti gli autori di Tex, mi sembra quello che maggiormente divide i giudizi tra estimatori e detrattori.