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Leo

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  • Compleanno 01/05/1978

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    Maschile
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    storia, letteratura, sport, cinema, politica
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    Leo

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Reputazione nella comunità

  1. Leo

    [Maxi Tex N.33] La città che scotta

    Il soggetto è veramente il minimo sindacale, è sempre la stessa storia, come ho scritto anch'io il pilota automatico che utilizza Nizzi fa innescare un meccanismo analogo anche nel lettore, che legge "a mente spenta". Ora, un lettore più esigente (quale sono stato anch'io per tanto tempo) dovrebbe solo bocciare questa storia, l'ennesima trama abusata e di nullo interesse. La cosa assurda è che la sceneggiatura, briosa e frizzante, funziona. O forse è il nostro cervello che non funziona più, abituato ormai a tanta mediocrità? Dovremmo fare causa alla SBE per averci lobomotizzati a tal punto che ci accontentiamo di queste loro misere proposte? Non so, so solo che mi ci sono divertito, mi dovrò rassegnare a un declino cognitivo evidente...
  2. Leo

    [Maxi Tex N.33] La città che scotta

    Ma infatti ero ironico, Letizia!! non hai letto quello che ho scritto tra parentesi dopo aver usato la parola "nizziani"? Qui è facile essere scambiati per nizziani quando difendi una storia di Nizzi... se proprio devo darmi una patente, allora quella è da boselliano, ma preferisco fondamentalmente quella di texiano Non mi sei attenta, non mi sei
  3. Leo

    [Maxi Tex N.33] La città che scotta

    Buonissima, l'idrolitina. Noi nizziani (tanto ormai s'è capito che qua si deve necessariamente affibbiare un epiteto ai lettori che non disdegnano Nizzi) siamo di bocca buona, grana grossa, cara Letizia, grana grossa.
  4. Leo

    [Maxi Tex N.33] La città che scotta

    Non solo quelli, che pure mi sono piaciuti. Vedere battibeccare i due come ai vecchi tempi è per me un piacere, e credo che anche Nizzi si sia divertito nel riproporre le consuete, gustose pantomime tra i due pards (a onor del vero, nell'ultima parte della storia forse eccede un po'). Ma anche il resto l'ho trovato svelto, dinamico, tosto al punto giusto, complici anche i disegni di Torti che trovo molto efficaci. Se devo giudicare l'operato dell'ultimo Nizzi, non posso che concordare con la proposta di Diablero su una collana Nixi-Tex. Ciascuno legge ciò che gli piace senza nemmeno il timore di inoltrarsi in polemiche infinite sul forum: stiamo di fatto leggendo cose diverse, assecondando i nostri gusti. Così io posso continuare a pensare che i dialoghi proposti da Nizzi siano davvero frizzanti, non semplici battibecchi tra comari né acqua gasata con la CO2
  5. Leo

    [Maxi Tex N.33] La città che scotta

    Nizzi scrive una trama fatta sostanzialmente di azione, con atti di guerriglia ai danni di nemici poco all'altezza e con un finale sbrigativo e "faraciano". Nulla di nuovo sotto il sole, sempre la solita minestra per i suoi lettori da "bagno caldo". Leggi in relax, senza impegno, nessuna sorpresa, poco interesse. Ma tutto sommato è una buona lettura. Perché c'è ritmo, ci sono dialoghi frizzanti, c'è fluidità di narrazione. C'è tutto il mestiere di un autore che sa scrivere Tex e che continua a saperlo scrivere, magari anche divertendosi, nonostante e forse anche grazie alla sua età. Perché è meglio questo Nizzi che scrive senza particolari vincoli, da vecchio leone che ogni tanto si diverte a dare una zampata, con una leggerezza che in questo caso si traduce nel brio di questa sua buona sceneggiatura, che quello che non si vergognava di proporre Cane Giallo e i Fratelli Donegan, quando era bollito ma non voleva, perniciosamente, mollare.
  6. Leo

    [Texone N. 06] La Grande Rapina

    La grande rapina lo considero il mio Texone preferito. Una storia stupenda, una grande prova d'autore di entrambi gli autori. Oggi me lo sono ritrovato tra le mani, non ho potuto per ragioni di tempo leggerne che una minima parte, ma ricordo l'entusiasmo che in me hanno prodotto le varie letture nel corso di questi oltre trent'anni. Mi innamorai di Ortiz, un amore che non è mai venuto meno anche in futuro, nonostante le ultime prove non fossero all'altezza del periodo iniziale. Nizzi ispiratissimo, autore credo di un vero e proprio capolavoro della saga. Era ancora il suo periodo migliore, e credo che questa sua storia, un western sporco e cattivo come poche altre avventure del nostro, sia da annoverare tra le sue vette più alte. Magnifico.
  7. Leo

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    E purtroppo è uno dei punti di partenza della storia. Un'altra cosa su questa storia: il soggetto è ottimo. La sceneggiatura è più che buona, ma si velocizza molto nel finale. Boucher scompare di scena troppo rapidamente, quando sembrava avere i crismi per essere invece un cattivo di altro spessore. Credo che l'accelerazione delle ultime scene, che ha impedito uno sviluppo più arioso e magari epico, sia la solita costrizione dei due albi, quando magari, con qualche pagina in più, poteva darsi maggior robustezza alla fase finale.
  8. Leo

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    La storia è buona, anche grazie alle sottotrame che la alimentano e all'ottimo personaggio di Lagarde. CONTIENE SPOILER Mi resta però un tarlo: già il giorno dopo l'arrivo al Forte di Tex e Carson con Big Frank come prigioniero, c'è un avvocato pronto a difendere quest'ultimo e degli scagnozzi pronti a farlo fuori una volta che sarà scarcerato. Ma come ha fatto, in quelle sperdute latitudini, Pierre Boucher a sapere che Big Frank era stato preso prigioniero? Già il giorno dopo, soprattutto. E subito convincersi ad ammazzarlo. Da qui parte poi l'avventura, con Tex che convince Frank ad affidarsi a loro per non essere fatto fuori dai suoi ex sodali. Sta in piedi? Secondo appunto: Carson che si fa fregare. Non aggiungo altro. Lagarde è un personaggio riuscito. La debilitazione per lo stress patito nei giorni in cui, nell'inverno più glaciale, tutti i suoi compagni sono morti si aggiunge alla probabile prostrazione mentale che già il tenente doveva avere per la morte della fidanzata. Il suo amico Larry e la sua Angelica tornano a consigliarlo, lo rendono paradossalmente più lucido proprio in quei momenti di nebbia in cui parla da solo. Ci sta che Nadine se ne innamori e che comprenda il dramma interiore e la malattia di quello sfortunato. I disegni sono più caricaturali del solito, alcune vignette francamente rese male, con personaggi storti e scalcagnati. Discontinua la resa dei personaggi, da Nadine, a volte bella ragazza e altre volte poco gradevole, a Big Frank e ai pards. Solo su Boucher c'è continuità, perché brutto e truce lo è sempre, anche nelle vignette migliori. Come simili disegni, con le loro sproporzioni e con i loro aspetti sgraziati, possano entusiasmarmi e narrare con così tanta efficacia una storia nordica come questa, è una contraddizione che non mi spiego, un mistero della fede. Poco male, non lo svelo, me li godo e basta. È comunque un espediente classico, usato in mille situazioni da Glb, Nizzi e Boselli. In effetti sono troppo lontani da casa, ma le spiegazioni potrebbero essere tante, e di solito, anche in passato, non ci sono state date. Forse stavolta Ruju poteva inventarsi qualcosa, dato che il Canada è in effetti un tantino lontano, però io credo che spiegazioni su quest'aspetto possano pure essere tralasciate.
  9. Leo

    Galleria Di Tex Di Disegnatori In Generale

    Molto molto belli entrambi i disegni, non solo i personaggi (grazie per il "mio" Carson) ma anche per gli sfondi, realizzati in maniera perfetta. Ci vuole mano e talento anche solo per copiare, complimenti Bob
  10. Leo

    [70/72] Pueblo Bonito

    In effetti no. Nizzi, soprattutto il Nizzi dei primi tempi, che secondo me ha sempre avuto più problemi sui soggetti che sulle sceneggiature, si "rifugiava" spesso in situazioni e personaggi ripresi da Glb, con alterne fortune. Nel caso di Zhenda, la retcon è del tutto gratuita e non giustificata nemmeno dalla qualita della storia.
  11. Leo

    [438/440] Gli Invincibili

    La storia è interamente di Boselli. L'ho intervistato anni fa su questa avventura e gli ho fatto presente che lo sparo al ragazzino in processione era una scena inconsueta per la sua carica di violenza. Lui mi rispose che il ragazzino era solo stato ferito (ma in realtà dalla vignetta non si evince questo, glielo dissi anche) e che comunque la scena (che per me come ho già detto è bellissima) andava contestualizzata. In quell'intervista gli chiesi pure cosa ne pensasse dei terroristi politici alla Shane (che in patria aveva ucciso poliziotti e uomini politici) e lui mi rispose che anche Michael Collins e Mazzini adottavano metodi terroristici, ma sono stati eroi per la libertà delle rispettive patrie.
  12. Leo

    [438/440] Gli Invincibili

    Il mucchio selvaggio non c'è solo nella scena finale, ma anche nella sequenza, drammatica e bellissima, della processione di sangue. Sono omaggi ma al contempo sono scene perfettamente incastonate nella storia, non sterili rimandi ma momenti centrali delle vicende narrate. E' una sceneggiatura ricca di rimandi: coglie elementi dalla Storia, dalla letteratura, dal cinema e li mescola in una vicenda raccontata in maniera semplicemente entusiasmante. Pensate che gli Invincibili sono esistiti davvero, davvero hanno assaltato il cellulare e davvero hanno ucciso un poliziotto. È tratta dalla Storia anche la successiva fuga verso la ferrovia nonché l'assassinio politico, narrato poche pagine dopo, di Lord Cavendish, a seguito del quale Boselli fa fuggire Shane verso l'America. Per l'assassinio del poliziotto, inoltre, furono condannati a morte - pare - alcuni uomini che forse non avevano commesso il fatto, mentre il principale colpevole riuscì a fuggire. Mi è sempre piaciuto pensare che quegli uomini fossero tanti Danny Moran, che magari avranno maledetto, in punto di morte, il loro Shane, colui che nella realtà li ha abbandonati. Mi piace pensare che Boselli abbia attinto anche da questa circostanza per tratteggiare il personaggio di Danny, traditore per un senso di rivalsa nei confronti di Shane ma in definitiva vittima della sua codardia. Per me questa resta la storia più bella della saga. Dopo Il Passato di Carson.
  13. Leo

    [Texone N. 20] Canyon Dorado

    Il peggiore credo sia invece Mercanti di schiavi. Assurdi i livelli a cui era arrivato l'autore e con lui il nostro personaggio.
  14. Leo

    [Texone N. 20] Canyon Dorado

    Una storia dinamica, c'è Cochise, accadono un mucchio di cose. Ma... ma è priva di mordente, di pathos, di ispirazione. È un compitino, a tratti divertente, ma mai realmente convincente. Il Texone dovrebbe ospitare sempre storie di un certo spessore, come Sangue sul Colorado o L'ultima Frontiera. Così invece è uno spreco.
  15. Leo

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    Una recensione semplicemente bellissima. Complimenti, mi hai reso questo Texone ancora più prezioso. Sarebbe da stampare e da tenere tra le pagine di Sangue sul Colorado. Io sarei stato più largo sul voto, ma importa poco. Naturalmente concordo anche su La ballata di Zeke Colter, storia berardiana, breve ma poetica e intensa. La migliore, tra quelle dei magazine, per me.
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