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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [755] La cavalcata del destino

    Però Sherman collabora, per salvarsi la vita. Higgins non lo fa, continua nel suo atteggiamento da irriducibile. Poi, se glb fa la differenza tra mandanti ed esecutori, e l'esecutore è un pesce piccolo, a che pro la roboante "cavalcata del destino" per un pesce piccolo? Anche qui Diablero ci ha visto giusto, con questa storia è proprio Boselli a conferire importanza a un esecutore. Boselli dice: massi', Higgins non è così importante, la lancia si spezza perché quelli importanti sono morti. Ma poi nella sua storia non c'è solo una lancia che si spezza, c'è addirittura l'intervento di Lylith! Alla faccia della non importanza!!! Detto questo, la finisco davvero. Non credo di aver alzato i toni, si sta parlando e argomentando. C'è un'irriducibile differenza di vedute, ma io che mi reputo molto laico non mi scandalizzo che alcuni si facciano andar bene la storia, anche se a me sembra radicalmente sbagliata. Tuttavia le argomentazioni di Diablero (a parte la provocazione sulle intenzioni del Bos di voler distruggere il Giuramento, ma è per l'appunto una provocazione su) mi paiono le più centrate, più di quelle di Ym e degli altri amici che invece danno poca importanza al resto. C'è l'impossibilità fisica, ben argomentata da Diablero: tex lascia esanime a terra Higgins, fermato da Tiger, impressionato dalla violenza e consapevole che Tex ha passato il limite e sta uccidendo l'avversario. Ma vabbe, dite voi, c'è il patto col lettore. Passi, ok. C'è la lancia spezzata, sì Poe, lo ripeto a costo di sfiancarvi ma mi sembra un punto nodale. Eh, ma Higgins non è così importante. Va bene. Ok. E se non è così importante, a che serve una CAVALCATA DEL DESTINO, del destino, non di un pincopallo qualsiasi, con tutta la prosopopea che un simile titolo porta in sé per ingolosire il lettore, e addirittura l'intervento di Lylith? Lylith! Per uno "poco importante" Mah. La finisco qui, davvero stavolta. Scusate le ripetizioni, ma qui tutti ripetiamo, nessuno escluso. Perché cerchiamo di esprimere con forza i nostri concetti, cercando, a torto, di inculcarli nella mente dei nostri interlocutori. Quanto spreco di energie (ma un forum non è anche questo?)
  2. Leo

    [755] La cavalcata del destino

    Si intende ritorni di persone non morte. Perché se tornano persone morte (a parte Mefisto, ovviamente) c'è il rischio di svilire l'azione di Tex avvenuta in passato. Già con Wolfman si è rischiato molto: come abbia fatto a salvarsi, con un buco di coltello in pancia e una caduta nel vuoto di un dirupo innevato, è un mistero. Non nego di aver storto il naso. E non so come faranno con la Tigre. Ma Wolfman e la Tigre appartengono a quella parte della saga che a mio parere può subire qualche forzatura. Se invece forzi il giuramento, e ribadisco che non è solo una questione di leggi fisiche, ma proprio di sottotesto (che incredibilmente qui molti non vedono), tocchi una delle storie fondanti, una colonna portante, sbriciolata la quale ti cade in testa tutto l'edificio. Non si può banalizzare il tutto dicendo che, FISICAMENTE, Tex può essersi sbagliato (perché questo si sta dicendo, che Tex ha fatto un errore di valutazione); questa è una banalizzazione di qualcosa di più profondo, qualcosa che trascende le leggi fisiche: qui si sta dicendo che "gli dei" si sono sbagliati (perché spezzando la lancia hanno sbagliato i conti) e che il narratore onnisciente giustamente citato da Diablero si è sbagliato. Qualche giorno fa, vedendo i post di alcuni utenti autorevoli (cui si è aggiunto quello di Ymalpas) e quelli di Facebook, ho pensato che non tutti la vediamo allo stesso modo, che non è detto che io abbia ragione (addirittura un Villa ha elogiato la storia), e ho ammesso che Boselli in fin dei conti anche stavolta ha portato a casa la pagnotta con modalità non sbagliate come pensavo. Poi ho riletto Il Giuramento, ho letto altri post ferocemente critici qui, e mi sono convinto che la storia per me è indifendibile, perché tocca dei punti che semplicemente non andavano toccati. Anch'io non interverro' più sull'argomento, il troppo stroppia. Il Bos e Villa per me continuano ad essere dei grandi. Semplicemente, dovrò far finta che questo albo non sia stato mai pubblicato
  3. Leo

    [755] La cavalcata del destino

    E proprio perché è un fumetto i sottotesti vanno mantenuti. E il sottotesto, quello della lancia, qui è inequivocabile. E la storia della differenza tra mandanti e esecutori proprio non regge. Per nulla, con buona pace di Boselli
  4. Leo

    [755] La cavalcata del destino

    Ma la differenza la fa l'acqua. Higgins è più morto che vivo, dopo il pestaggio. Ha avuto modo di riprendersi rapidamente e fare tanta strada quanta ne ha fatta Sherman, per di più senza acqua? È forzato. E la lancia che si spezza? Se pure accettiamo la forzatura nelle "leggi fisiche", non ha alcuna importanza il valore simbolico della scena finale?
  5. Leo

    [755] La cavalcata del destino

    Esatto. E non gli lascia nemmeno acqua (che invece dà a Sherman). Nel deserto. Dopo un pestaggio pazzesco, con cui Tex ha investito Higgins di tutta la furia che ha dentro. Riguardate bene la scena: Tex in quel momento è assalito da foga omicida, è fuori controllo, non ha pietà per Higgins. E non ha alcuna intenzione di salvarlo. E difatti Higgins non può salvarsi, a meno di un miracolo posticcio. Possibile che questo aspetto possa essere messo in discussione? Perché se è così, possiamo dire allora che nel fumetto Tex tutto è possibile, nulla è quel che sembra, sospendiamo l'incrrdulita anche per le cose più ovvie e amen.
  6. La risposta è che Boselli non è da meno di GLB. Perché entrambi hanno CREATO Tex. Glb lo ha creato nel '48, ne ha fissato i tratti salienti, i comprimari, i valori. Ha dato vita a un linguaggio originale e vulcanico, direi rivoluzionario e non solo per i canoni dell'epoca. Boselli ha anch'egli CREATO Tex. Il Tex 2.0. Un Tex che purtroppo ha perso quel linguaggio, quella verve, ma è cresciuto in epicità, in comprimari, nei dialoghi (dialoghi più ordinari perché appunto privi della forza del linguaggio glbonelliano, ma pur nella loro ordinarieta' molto intensi, maturi, virili, direi forse anche più credibili). Boselli ha "normalizzato" Tex, perché non ha le doti del grande vecchio nel rendere il carattere che Glb ha dato al personaggio né la sua straordinaria, innovativa, lingua; normalizzandolo, però, ha dato forse vita a una sua versione più moderna e matura, rendendo questa protagonista di narrazioni che sono vette altissime, tra le più alte, dell'intera produzione Texiana. Ha lavorato per sottrazione, e sottraendo un po' di Tex a beneficio di altri personaggi, ne ha esaltato ulteriormente le doti, lo ha reso più granitico, solido, e in tutto questo più VERO, di quanto forse non sia mai stato. Sono stati entrambi seminali, Glb e Borden. Entrambi hanno creato Tex, attagliandone le caratteristiche alle epoche. E non bisogna dimenticare il fiato. Quello di Boselli è lungo quanto quello di Glb. Perché l'altra caratteristica è la prolificita', straordinaria in entrambi ma forse ancor di più in uno che, da anni, fa anche il curatore nonché l'autore di un altro personaggio; uno che dovunque si sia cimentato ha fatto il botto, dall'Odissea zagoriana alle straordinarie, per quanto limitate, esperienze di Mohawk River e del personaggio di Landsale. No, Boselli non ha nulla da invidiare a Glb.
  7. Leo

    [755] La cavalcata del destino

    Nessuno è depositario del verbo. Voi autori dovete però custodirlo, preservarlo, non alterarlo. In Per l'onore del Texas, Carson e Damned dimenticano di essersi già incontrati. Anche in altre circostanze c'è stata qualche piccola forzatura, nella tua riscrittura del passato: ci sta, nessuno ne fa un dramma né lo considera un tradimento, sono piccole strettoie, probabilmente inevitabili, che vanno attraversate a cuor leggero. Ma in questa storia no. I miei toni non sono carichi come quelli di Diablero, però il punto va tenuto. Far tornare Higgins (per fargli fare le stesse cose del passato, tra l'altro, anche se questo è un aspetto che al massimo nuoce solo alla bontà della storia in sé) è sbagliato. Perché c'è una lancia che si spezza. Perché c'è una vendetta compiuta. Perché c'è un giuramento esaudito. Perché c'è una delle storie più iconiche della saga che andava lasciata stare, già perfetta in sé, senza bisogno di inutili appendici. E non lo dice un nerd che sacralizza Il Giuramento, che grida alla lesa maestà, che protesta alterato per l'oltraggio al Vate. Lo dice un lettore amareggiato che vuole coerenza nell'epopea, lo chiede un lettore romantico che si è emozionato allo spezzarsi di una vecchia arma conficcata in una dura pietra da anni, lo pretende un datato texiano che SA che in quel momento, su quella roccia, gli dei sono intervenuti sulla lancia perché i colpevoli sono tutti morti. Perché chi doveva pagare ha pagati. Tutti. È troppo? È da nerd? Perdonami, Mauro, ma credo proprio di no.
  8. Leo

    [755] La cavalcata del destino

    Bentornato Valerio! Mi fa piacere che tu scriva di nuovo.
  9. Leo

    [755] La cavalcata del destino

    Stiamo parlando della dimensione mitica del fumetto. La lancia che si spezza è il simbolo della vendetta compiuta. Al 100 per cento. Io sono laico quanto vuoi, ma una delle scene iconiche di questa saga è quella, e la sopravvivenza di Higgins l'ha un po' depotenziata, demitizzata. Non mi straccio le vesti, perché stiamo parlando di fumetti e su questi non faccio guerre di religione, tanto più se altra gente la pensa diversamente da me e io non ho la pretesa di possedere la verità assoluta. Ma proprio perché sto parlando di fumetti metto in evidenza una contraddizione che mi verrà in mente quando rileggerò Il Giuramento. Stridera', quella lettura, con la conoscenza del futuro datami da questa nuova storia. Storcero' il naso, è finirà lì.
  10. Leo

    [755] La cavalcata del destino

    Apprezzo la franchezza. Non è la prima volta che una storia celebrativa "lega" le mani all'autore, che si sente in dovere di inserire un quid in più, con i connessi rischi. Qui dici addirittura che la storia forse è "di mestiere", scritta piu da editor che da autore. Apprezzo la franchezza, ripeto. Per la storia di Mefisto, al di là del richiamo che una saga in 7 albi con l'arcinemico può avere per i lettori, credo invece che tu abbia ragionato innanzitutto da poeta che scrive per sé stesso, prima ancora che da curatore. Lo si vede negli albi dei Cestaro, gotici e dampyreschi, li hai scritti con godimento. Ma anche là non è andata benissimo forse perché, al di là dei tuoi eventuali demeriti, è proprio il personaggio di Mefisto che funziona meno ormai. Così come funzionano poco i ritorni, sia quello di questa storia, clamoroso, che quelli delle storie precedenti, che riesumavano invece personaggi già in sé privi di carisma. Non è facile, lo so. Alcune ciambelle riescono, altre no. Anche se ciò non toglie che anche queste ultime possano poi piacere ai più. Da parte mia, c'è sempre rispetto per il vostro lavoro.
  11. Leo

    [755] La cavalcata del destino

    Non sappiamo se sia la maggioranza, e non sappiamo se abbia ragione. Se tu, Frediani e Villa avete realizzato questa storia, forse qualche domanda sul fatto che sia veramente errata o meno dovremmo porcela. Io me la pongo, altri no e apprezzano la storia così come è. Io me la pongo, e continuo a darmi la stessa risposta. Higgins non poteva essere vivo (per ragioni puramente materiali, di resistenza fisica, di ore passate senza acqua nel deserto, di condizioni fisiche già fiaccate dal pestaggio di Tex) e soprattutto Higgins non DOVEVA essere vivo per ragioni puramente "metafisiche", immateriali. Perché quella lancia spezzata stava ad indicare che la vendetta era compiuta, ma compiuta davvero, senza strascichi che in futuro avrebbero prodotto altra morte con le stesse modalità della povera Lilyth. Questo è il passaggio che continuo a contestare con forza, sia perché lo ritengo impossibile (vedi il lungo post di Diablero) sia perché lo ritengo non corretto, quasi sacrilego! Epperò guardate Paco Ordonez, che non si fa guastare la lettura, come i tanti su Facebook che postano felici: perché non siamo tutti uguali, e se io devo farmene una ragione, deluso, per il fatto che un aspetto per me così evidente e inaccettabile tale non è per altri, ebbene me ne faccio una ragione ed esprimo qui la mia incazzatura. Senza fare guerre di religione ma esprimendo con fermezza il dissenso per una soluzione per me detestabile.
  12. Leo

    [755] La cavalcata del destino

    Ok che è acritico. Nulla di paragonabile con quello che si può leggere qui, dove c'è una profondità di analisi stupefacente. Ma è rappresentativo dei lettori? Del gradimento per questa storia? Credo possa esserlo quanto e più del forum. Con quel metro, Boselli non ha sbagliato poi tanto. Il lavoro di curatore e autore lo ha svolto come doveva. Per i puristi, è da crocifiggere. Anche per me, in questo caso 😜
  13. Leo

    [755] La cavalcata del destino

    Su Facebook ci sono commenti entusiastici. Che sia o meno sul viale del tramonto, si tratta di lettori a cui questa storia non è solo piaciuta, ma ha addirittura entusiasmato. Dove sta l'assenza di buon senso nel dire che c'è una larga fetta di lettori che non si fa problemi su Higgins e che ha saputo amare questa storia? Paco, ad esempio, non è un lettore della domenica, eppure leggete il suo bel commento. Io credo che Diablero abbia dimostrato perché Higgins non poteva sopravvivere, e ho trovato questa storia molto, molto infelice, ma evidentemente sono solo una voce in un coro composito e variegato. Il buon senso non sta nel sminuire i contributi di Facebook, ma nel prendere atto che ci sono lettori diversi, livelli di lettura diversi, gusti diversi. Se addirittura Villa si è commosso, chi siamo noi per dire che lui ha torto e che questa è una ciofeca indigeribile in modo indiscutibile e oggettivo? Ci siamo sovrapposti nel commento. Ciao Paco, è sempre un piacere leggerti Questa è una parte bellissima. Vignette da incorniciare, da pag.21 a pag.24. Meravigliose.
  14. Leo

    [755] La cavalcata del destino

    Ecco, credo che @Exit nell'ultimo commento abbia centrato il punto. La storia tutta è finalizzata ad arrivare ad una scena, e cioè ad una vendetta di cui nessun lettore di Tex sentiva la necessità di un rinnovo. La storia di GLB era compiuta, definitiva. I morti sono morti, anche quando non ne abbiamo visto la morte, lasciamoli in pace. Inventarsi un'improbabilissima (vedi l'ottimo post di @Diablero sul punto) sopravvivenza solo per far tornare nella tomba poco dopo un personaggio tutt'altro che memorabile, che scopo ha? Se fosse un Mefisto, e desse vita tramite questo escamotage ad una lunga ed epica saga, potrei ovviamente capirlo (e anche lì, gli esiti non sono stati dei migliori). Ma resuscitare un Higgins, mettere la storia al servizio della vendetta (di nuovo) nei confronti di quest'ultimo, significa solo rendere scialbi e soporiferi gli altri cattivi della vicenda, significa rendere noiosa l'intera storia, che non ha una funzione in sé ma è asservita a quella scena finale, di cui tutti conoscono l'esito e che riguarda un personaggio tutt'altro che memorabile e che se ne poteva stare ben bene nell'inferno in cui lo aveva indubitabilmente confinato GLB. Gli albi celebrativi necessitano di un'idea speciale, ne convengo, ma cambiare il passato in questo modo, riesumare cadaveri per farli tornare nella tomba in circa 120 pagine, cadaveri peraltro senza una personalità tale da spingere il lettore a volerli rivedere in vita (un Wolfman ha più senso, per intenderci), è la premessa a storie che, senza dare nulla in cambio (un po' di sano divertimento, ad esempio), rubano qualcosa ad un passato mitico che dovrebbe restare passato, e restare mitico. Peccato perché i disegni di Villa sono disumani. Stavolta al nostro Borden la ciambella non è riuscita.
  15. E' incredibile che si ritrovino le storie così, dal nulla, negli archivi della casa editrice Buon per noi, che leggeremo un inedito di GLB. In merito al disegnatore, ricordo che in un'intervista Tarquinio disse che non avrebbe disegnato Tex perché la casa editrice gli chiedeva di rifarsi a Galep, e per lui questo era una diminutio. Insomma, devo ritrovare il testo, ma ricordo che la sua fu un'uscita un po' presuntuosa e soprattutto critica nei confronti di Galep, quasi quest'ultimo fosse un artigiano al cospetto di un vero disegnatore.
  16. Leo

    [538/539] Colorado Belle

    Ho apprezzato moltissimo il tuo commento, Kamoose, come anche la storia cui fa riferimento, una delle piu belle. Una scena che tu non hai citato e che a me colpì molto fu quella in cui il reverendo vuole parlare con Blackbird per avere notizie della sorella. La buona fede dell'uomo di chiesa non consente a quest'ultimo di immaginare gli abissi dell'animo umano, a differenza di Tex che insiste perché quel confronto non abbia luogo, perché il ranger ne conosce perfettamente l'esito, da conoscitore di uomini qual è. E infatti poco dopo, lo sguardo terribile, di pura malvagità, di Blackbird, confermando quanto Tex si aspettava, sconvolge il fratello di Alice che non riesce più a sostenere la vista di quegli occhi abietti e perversi. Scena a mio parere superlativa. Circa la scena finale, io all'epoca non la trovai telefonata. La Colorado Belle che parlava all'inizio della storia, è un fantasma o è ancora viva? C'è ambiguità, non risolta fino alla fine della storia. Che lei potesse intervenire sul finale era da aspettarsi, d'accordo, ma la bellezza di quella scena sta nel NON intervento di Alice: la ragazza non fa nulla per salvare il fratello, si limita ad apparire, con uno sguardo disperato. Forse ancora non ha alcuna consapevolezza di ciò che è diventata, per questo è terrorizzata, con lo sguardo sperduto. È un attimo, e poi scompare: un'apparizione lieve e fugace, ma decisiva, e che stretta al cuore, poi, a vederne i resti in quel pozzo! La vignetta finale poi, nella città fantasma battuta dall'indomabile vento del Colorado, con Charles che si volta per l'ultimo saluto alla sorella, è il suggello perfetto al capolavoro di Boselli e di Font.
  17. Leo

    [753/754] Wolfman è vivo!

    Ma infatti delle perplessità le ho. Non mi hanno rovinato, tuttavia, il piacere della lettura
  18. Leo

    [753/754] Wolfman è vivo!

    Wolfman è vivo! Ed è fin troppo poco il punto esclamativo del titolo, per esprimere la sorpresa per tale circostanza. E' proprio un vecchio difetto di Ruju, quello di far risorgere i suoi personaggi. Lo ha fatto con l'indiano che non muore con l'impiccagione, lo ha fatto con Guillermo Blanco nella superba storia che vedeva protagonista questo personaggio, e ora lo ha fatto con Wolfman, altro suo personaggio eccellente, grande antagonista di una bellissima storia invernale. Come abbia potuto, con una ferita di pugnale al ventre che immagino non lieve, e dopo la caduta rovinosa del finale della prima storia, salvarsi e sopravvivere, è un mistero dietro il quale l'autore abusa della sospensione di incredulità del suo lettore. Comincia quindi una storia che sembra la falsariga della prima, con Wolfman che ricatta un'intera cittadina spinto da un desiderio di vendetta, che mette gli uni contro gli altri chiedendo la pelle di Tex e Carson (la volta scorsa era quella di Tara e del fratello Percy), e con un giallo che, qui come lì, aggiunge pepe alla trama principale. Trama che, di per sé, è ridotta all'osso, con un paio di occasioni in cui i nostri si trovano faccia a faccia col bruto senza riuscire, incredibilmente per gli standard del ranger, a chiudere la partita. Abbastanza inquietante, il doppio fallimento. Se la partita con Wolfman si gioca quindi in più tempi, cosa che come si sarà capito mi lascia più di qualche perplessità, il giallo che vede coinvolta la famiglia dell'Est è a mio parere ben congegnato. Non sono un lettore di gialli e non ne conosco bene le convenzioni e le caratteristiche, né credo di saper intercettare gli indizi che l'autore dissemina qui e là, quindi immagino di essere in questo senso un lettore di bocca buona. Non ho volutamente letto i post degli altri pard che mi hanno preceduto nel commentare la storia; magari hanno già palesato le eventuali debolezze della parte gialla della vicenda: tuttavia, a me probabile lettore sempliciotto, l'elemento poliziesco è piaciuto, l'ho trovato ben innestato in una trama che, pur riprendendo quella della prima apparizione del personaggio, non ne è una semplice scopiazzatura (bella anche la sottotrama di Wade con Jody, ad esempio). Promuovo quindi questa bella storia, così come anche i disegni, efficaci, di Del Vecchio. Il suo Wolfman, incredibilmente, quanto a terribilità, non fa rimpiangere quello, poderoso e spaventevole, del maestro Font.
  19. Leo

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Sono boselliano perché Boselli è quello che mi ha emozionato di più, ma non sono di parte, perché non c'è una competizione. Se Nizzi o Ruju scrivono bene Tex, sono il primo ad esserne felice, ovvio. Certo, i dubbi sono leciti, e non a caso qualcuno ci chiama fans club. Ma io credo che quei giudizi così entusiastici siano frutto non tanto di un calcolo interessato, ma di genuina e magari giovanile passione. Poi, che questo porti qualcuno a scrivere che siamo ottenebrati non fa piacere, ma è sufficiente non leggerli, alla fine, continuando ad appassionarci per le belle storie e a criticare quelle che non ci vanno a genio.
  20. Leo

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Sì, è sempre "il problema" che regge la frase. Ma per quello che scrive PapeSatan l'errore c'è lo stesso.
  21. Leo

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Quale errore, non lo vedo... 😀
  22. Leo

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Mi piace scrivere, essere efficace nella scrittura. Una volta @Grande Texha scritto - e la cosa mi ha fatto molto piacere- che leggeva i miei commenti prima degli altri per farsi un'idea della storia di cui parlava il topic. Ringrazio anche te, Bob, pard compaesano, per i complimenti, e capisco anche quando mi definisci un "edonista del Boselli pensiero": sono un boselliano, perché su Tex Boselli mi ha dato tanto, con storie che pur restando di Tex hanno pizzicato le mie corde andando al di là del ranger e del West (penso al tema del Tempo, declinato in maniera sublime ne Il Passato di Carson, ai patrioti della verde isola di Erin, alla delicatezza di certe scene di Colorado Belle sul bene e sul male, all'ambiguita' dell'animo umano, tema così presente in tante sue storie). Il problema che poni del troppo zucchero è reale, me ne sono accorto leggendo un altro forum in cui ci descrivevano come dissennati. Come gente letteralmente ottenebrata dalla presenza del Vate, qui, nella nostra casa texiana. E capisco quindi anche Boselli quando è addirittura contento che ci siano delle voci critiche, tali da infrangere il coro stucchevole e sospetto di voci unanimi. C'è qui questo coro? C'è davvero la tendenza a scrivere commenti che vogliono essere eclatanti? Non escludo a priori che ci sia qualche caso, ma proprio qui ho letto tante critiche a Boselli. Alla sua lunghissima saga di Mefisto, ad esempio. Certo, è più facile e da' più soddisfazione, qui, parlare bene delle storie del Bos, perché lui è qui ed è facile che un lettore texiano provi nei suoi confronti sentimenti positivi, di gratitudine. Ehi Bos, ci hai fatto stare proprio bene con questa storia, sei stato superlativo. Che male c'è? C'è spreco di aggettivi? Inflazione di enfasi? E se invece fosse solo genuino, sincero entusiasmo? Dove finisce il godimento (godimento della lettura ma anche il godimento di esprimere la propria soddisfazione al diretto interessato) e dove inizia il servilismo? È un confine che c'e', ma che magari a volte non si vede. O non lo si vuol vedere. E allora qual è il rimedio? Censurarsi? Siamo in un forum texiano, io dico: ben venga l'entusiasmo! È l'idolatria che non va bene, quella di cui ci si accusa nell'altro forum. Non vi nascondo di essermi sentito a disagio, quando ho letto certi giudizi sferzanti nei confronti dei commenti postati qui. Mi sono sentito parte in causa, ovvio. Ma il problema è nostro, che siamo lettori texiani e siamo portati ad entusiasmarci per una bella storia di Tex, o è loro, che vedono la lesa maestà, la distruzione del personaggio, spacciandola come verità oggettiva e non come una loro personalissima, e un tantino talebana, visione delle cose? Il nostro forum potrebbe essere tacciato di lecchinaggio se OGNI storia del Bos fosse incensata acriticamente. Ma questo aspetto qui non lo vedo. Boselli è stato giustamente criticato per la sua saga mefistiana, ma anche per altre storie. Della scorsa annata, ricordo che c'è stata nel topic apposito una valutazione globalmente medio-bassa, molti lamentano i troppi ritorni, altri la presenza del passato non solo confinata su TexWiller ma anche sulla serie regolare. Io ho criticato il Texone di Carnevale, ho detestato la storia della figlia di Satania; ne ho scritto, ho storto il naso. Questo va fatto, e qui è fatto. Ma non va mortificato il gusto ad incensare una storia che ci ha appagato, che ci ha saziato, che riteniamo spettacolare. Va evitata la stucchevolezza, concordo (cosa non sempre semplice, magari), ma, per il resto, viva l'incenso, riempiamone il forum, se lo riteniamo giustificato. Tanto c'è sempre chi ammorba l'aria con i propri giudizi tranchant e ingenerosi, quindi non abbiamo paura ad esprimere soddisfazione
  23. Leo

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Io sono tra quelli che hanno commentato entusiasticamente questo Texone. L'ho fatto perché ho trovato la storia bellissima, mi ha impressionato per la gestione di Carson e in generale per la capacità dell'autore di sviluppare la sceneggiatura basandosi su un episodio della guerra civile poco noto ma significativo e qui ben raccontato. Quando una storia mi impressiona, mi entusiasma, esprimo questo mio sentimento. Lo faccio senza secondi fini e non per lisciare il pelo a Boselli: ho parlato male della sua versione di Mefisto, così come qui, in posizione assolutamente minoritaria, ho bocciato la storia del Texone di Carnevale. Perché non mi sono piaciute, perché le ho trovate non rispondenti ai miei gusti. Con lo stesso spirito mi approccio a commentare le storie che invece ho apprezzato, e lo faccio con uno stile spesso enfatico. Cerco sempre di asciugarne gli eccessi, di limare i miei interventi, spero sempre di non cadere nella retorica, ma lo stile resta enfatico, entusiasta, appassionato. Credo che questo non debba generare complessi di inferiorità in chi invece la storia non è riuscito a seguirla, perché ci può stare che una determinata sceneggiatura non sia nelle proprie corde. Ma è tutto qua, non ci sono, credo, lacchè boselliani qui, almeno io non ne vedo.
  24. Leo

    [753 BIS] Sulle tracce di Kit Carson

    Lo spunto originale (Carson braccato) e i disegni che, per quanto statici, sono spesso molto belli, tengono a galla una buona storia che, pur compressa nelle dimensioni ridotte imposte da questa operazione speculativa dei BIS, non froda il lettore, consentendogli di passare una mezz'oretta in compagnia di Tex e Carson, vecchi sodali di pomeriggi domenicali in spiaggia.
  25. Leo

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Non ho capito se è una frecciatina o un'adulazione A parte gli scherzi, un caro saluto Bob
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