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Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [666/667] L'onore di un guerriero

    Leggo con piacere Sam Stone (tutto bene, pard?) cui non fa difetto nemmeno stavolta l'acutezza nel cogliere i dettagli: non avevo fatto caso all'assenza improbabile di avvoltoi e lupi, ma trovo l'osservazione assolutamente pertinente. Dal canto mio, credo che vi sia un'altra piccola incongruenza (S P O I L E R): se Tex e Lunga Lancia erano così amici, come mai Tex non era a conoscenza dell'esistenza di un fratello del sakem crow? La scelta narrativa è chiara: se l'avesse saputo, i suoi sospetti si sarebbero immediatamente accentrati su di lui, e quindi Tex non doveva saperlo. Mi sembra lievemente forzato, ma è poca cosa. Due piccole sbavature formali che ho notato sono: - a pagina 44, quando Tiger dice: "Non c'è traccia tanto lieve che un Navajo non LA sappia trovare": il LA sembra di troppo - a pagina 46, nella seconda vignetta, un Crow chiama il sakem "Grande Lancia" e non "Lunga Lancia". Piccolezze ovviamente, che mi sono però saltate agli occhi più dell'articolo determinativo, che francamente mi ha lasciato del tutto indifferente. La spiegazione di Mauro sulla pronuncia alla francese (GLI Sciaiennes) anzi mi convince appieno, anche se capisco alcuni nostalgici che hanno storto il naso. Per parlare della storia, Soldatiacavallo si lamenta in maniera abbastanza schietta della banalità della storia, addirittura della sua sciatteria. Richiama, a sostegno della propria tesi, il mancato utilizzo del Wampum, ma se proprio devo essere sincero, ciò che mi ha disturbato dell'ingresso dei nostri nel villaggio Cheyenne è l'assoluta mancanza di considerazione per Carson: solitamente, i capi indiani rendono onore anche a Capelli d'Argento, il valoroso amico di Aquila della Notte. Stavolta non c'è segno di tale deferenza, e me ne dispiace. Sulla banalità della trama invece posso essere d'accordo, ma ciò che è importante in una storia è lo sviluppo della sceneggiatura: è vero che qui la trama è quella, abusatissima, del traffico d'armi e di gruppi ribelli, ma la storia promette, per il prosieguo, sviluppi imprevedibili grazie allo scontro intestino tra Lunga Lancia e suo fratello: è in questo rapporto tormentato, in quel contrasto stridente tra l'amore per il proprio fratello e le proprie responsabilità di capo, che si svilupperà l'evolversi della storia. Questo è il punto focale, e non si può che apprezzarlo. In un fumetto seriale come il nostro, in cui i destini dei pards sono sostanzialmente immutabili, gli elementi di pathos non possono che venire dai comprimari, sulle cui sorti gli autori possono sbizzarrirsi per destare curiosità ed empatia nel lettore. Quindi, evviva Ruju, che non ha timore di calare nelle sue storie comprimari ben tratteggiati, spesso tormentati, personaggi comunque che rendono non scontate storie e trame che pure non si discostano dal solco della tradizione. Infine Ticci: è un piacere rivederlo. Non so quanto il suo sintetismo attuale sia frutto di una scelta stilistica e quanto di un certo inevitabile invecchiamento, ma le sue vignette sono sempre un'emozione.
  2. Leo

    [664/665] Partita Pericolosa

    Gli scontri solitamente avvengono alla fine. Fino alla "fine", appunto, la storia si dipana piacevolmente. Io non mi sono annoiato. Alla fine tu ti aspetti lo scontro: stavolta non c'è stato per precisa scelta dell'autore. Può dispiacere. Ma può anche piacere, una tantum. L'avversario è mediocre, non la storia. Sempre di gusti si parla: contesto il tuo sillogismo che se l'avversario è mediocre la storia lo è altrettanto. Non la penso così. La storia può essere onesta pur con un avversario non all'altezza di Tex. Il fatto che da Faraci non sia mai arrivato un personaggio con gli attributi nella sua produzione texiana dispiace anche a me. Ma questa pesante assenza può rendere per nulla epiche le sue storie, non necessariamente mediocri. La risposta di Ymalpas rende anche meglio, esempi alla mano, ciò che volevo dire con il mio post.
  3. Leo

    [664/665] Partita Pericolosa

    West hai ragione, ed infatti io non parlo mai dei due ricconi. Il loro perdere la testa è forzato e siamo d'accordo. Ma quei due per me hanno pochissima importanza nell'economia narrativa, sono zero. Se Faraci avesse speso qualche vignetta in più (che magari non aveva) per farci vedere come Tex li incastrava, a me cosa sarebbe cambiato? Francamente nulla. L'antagonista è il Sergente Duncan, e questi perde in modo credibile, e fa la fine che merita. Duncan è il personaggio con cui confrontarsi: la sua "inconsistenza" (riprendo da te) è ontologica al personaggio, che era stato pensato così: un bastardo che sa far male, uno che rende succube il proprio comandante, ma in fin dei conti un mediocre, non certo un gigante che può rivaleggiare con Tex. Non era questa una storia pensata per l'epica, concepita per un avversario degno di Tex. E' una storia onesta, ordinaria, il Sergente Duncan è il mediocre che doveva essere. Ed è lui che bisogna annientare; degli altri (importanti come pretesto, ma nella sceneggiatura praticamente ininfluenti), francamente mi importa poco.
  4. Leo

    [664/665] Partita Pericolosa

    Non sono in casa e scrivo dal cellulare. Non riesco a leggere tutti i commenti (che vedrò con calma domani) ma chiedo scusa a chinasky per la leggerezza con cui l'ho associato a Gianbart. Chi di leggerezza ferisce di leggerezza perisce
  5. Leo

    [664/665] Partita Pericolosa

    In disaccordo totale con Gianbart e Chinasky: evidenti cantonate, stravolgimenti del personaggio, "gabbie letterarie" non rispettate, leggerezza nel gestire il personaggio? Leggerezza nel dare certi giudizi, direi io. E scusatemi la franchezza.
  6. Leo

    [Romanzi A Fumetti 03] Painted Desert

    I dubbi di Havasu erano anche i miei, e condivido con West10 che la sindrome di Stoccolma sia un po' "tirata per i capelli". E' senz'altro un diverso modo di fare fumetto, come dice Mauro, e ciò presuppone un diverso approccio anche da parte del lettore, che deve privilegiare la parte grafica e le sensazioni "a pelle" a discapito dell'ariosità della storia e di più approfondite spiegazioni (che non necessariamente devono sconfinare nello spiegazionismo ma nemmeno possono scomparire, posto che esse dovrebbero comunque agevolare una più fluida comprensione della trama). Per il resto, pur non volendo sminuire l'importanza e il prestigio dell'iniziativa (un bravissimo! a Borden è doveroso per la vitalità con cui sta conducendo la testata), continuo a ritenere che Tex sia un un fumetto da Kolossal (lunghe e corpose storie) e non da telefilm, soprattutto se il telefilm costa quasi 10 euro . Sono felicissimo di incontrare quanti di voi potranno venire al raduno e soprattutto di conoscere Borden, un mio mito non solo d'infanzia nei confronti del quale avrò un tale timore reverenziale da non riuscire a spiccicare parola
  7. Leo

    [662/663] Carovana di Audaci

    Buona storia, con il cattivo che mi ha ricordato l'avversario di Christopher Lambert ne Highlander - L'Ultimo Immortale: sadico e violento, faceva paura a guardarlo. Come molti di voi avete detto, è una classica storia di transizione, con qualche bang bang di troppo e buone sequenze. Sconta il soggetto deboluccio, ma è sceneggiata bene. Faraci rimanda ancora il suo appuntamento con l'epica; Partita pericolosa sembra già meglio (dal primo albo), speriamo bene. Disegni di Dotti avvincenti.
  8. Leo

    [664/665] Partita Pericolosa

    Io per anni ho letto il Tex di Nizzi, che di fantastico ci metteva poco o nulla.. e sono tra quelli che non lo gradiscono particolarmente... preferisco le storie concrete come questa di Faraci francamente. Ma la varietà va bene eh.
  9. Leo

    [664/665] Partita Pericolosa

    Deja vu? Eccome! Trama trita e ritrita, "nizziana", come dice Ymalpas (con accezione positiva, ovviamente)? Assolutamente sì. Però. Però è un piacere. Ambientazione sempre affascinante (mi ricorda l'appena visto Revenant), dialoghi freschi e frizzanti, pards in gran spolvero e un cattivo odioso al punto giusto. Non credo, come dice Sam, che sia uno stupido: non sarà un genio, ma è quel tipo di bastardo che sa far male. In tutto questo, una rivolta ute e un ragazzo da salvare, nipote peraltro di quel gran bel personaggio, pur nella brevità della sua apparizione, rappresentato dal vecchio ranger in pensione amico di Carson. Gli ingredienti sono sempre quelli, non ci sono forse i colpi d'ala agognati da qualcuno, ma c'è tanta sana texianità. E scusate se è poco.
  10. Leo

    [Magazine N.01 - 2016] Artigli! - Maria Pilar

    Con molto ritardo, finalmente anch'io ho letto il Magazine. Riprende molto dal vecchio Almanacco, nel contenuto più che nella grafica, e da questo punto di vista non lo apprezzo molto, perché preferirei pagine di storie e non di redazionali. Anche la carta, se devo dire, la preferivo lucida a quella ruvida già presente in tutte le altre pubblicazioni. Mi concentro allora sulle storie: 1) Artigli: non amo le storie brevi, e questa non fa particolarmente eccezione, anche se conferma ancora una volta quanto Ruju si sia calato nel fumetto Tex: ottimi i tempi e i dialoghi, ottimo il suo Tex, che è puro Tex. Anche storielle del genere, se ben scritte, riescono alla fin fine gradevoli. 2) Maria Pilar: ahi Mauro, perché scrivere una storia col giovane Carson e confinarla in un arco di 32 pagine? Non mi spingerei allo spin-off agognato da James, ma gradirei qualche robusta storia di più di misere 32 pagine per esaltare quello che per molti è il personaggio preferito della serie. Questi i miei più che contrariati pensieri iniziali. Poi leggo la storia e sono costretto a ricredermi: 32 pagine di pura bellezza, anche per i sensazionali disegni di un Bocci da urlo: che schianto, Maria Pilar! Ma se la ragazza è fantastica nella sua fisicità, è comunque Boselli che la rende così seducente, conferendole una personalità coraggiosa, grintosa e passionale, all'altezza del suo fisico da paura. L'ultima pagina la vedo tutt'altro che triste: è anzi il tripudio della gioia di godersi la propria gioventù, da parte di due giovani che sanno di non avere un futuro come coppia ma che vogliono vivere appieno l'attimo, il loro momento, e senza grossi scrupoli colgono le gioie della loro passionalità giovanile. Quel "closed" finale è un esplicito inno alla gioia e alla gioventù, a quella gioventù del Vecchio Cammello che speriamo Boselli riproponga ancora.
  11. Leo

    Le grandi storie Tex

    io ne prenderò alcune, ad esempio non mi perderò Il Passato di Carson. Colorado Belle ci sta benissimo, ma l'assenza de Gli Invincibili è una pugnalata al cuore.
  12. Leo

    Guglielmo Letteri

    Anch'io l ho sempre detto con l accento sulla prima e. Poi parlando al telefono con borden in occasione di un'intervista, lui lo metteva sempre sulla seconda r ho capito. Ma per me resterà sempre sulla prima e
  13. Pur essendomi piaciuto meno del precedente, ho trovato anche questo Color Tex un buon prodotto editoriale, che mi conferma nuovamente il fatto che, mentre non amo (per niente!) le storie brevi di un albo (e purtroppo quella del mensile ora in edicola non fa eccezione), sono invece ben lieto di degustare queste storie brevissime, col loro ritmo iperveloce e avvincente. Le storie migliori credo che siano quella di Ruju, che pure ha un debito evidente con Chemako di Ken Parker (per la figura di Belle McEveer), e quella di Boselli, senz'altro dampyriana (e come no!) ma con la giusta atmosfera e con un ottimo e inquietantissimo cattivo, che forse avrebbe potuto meritare altro palcoscenico ma che sta benissimo anche qui. I disegni li ho apprezzati tutti, con una menzione particolare per quelli di Tisselli, che si fanno ricordare per la loro lontananza dalla tradizione texiana e la loro vicinanza, anche qui, allo stile kenparkeriano, quasi che la citazione berardiana (che a mio parere c'è) di Ruju abbia in qualche modo influenzato l'eccellente artista portandolo a ricordare Milazzo.
  14. Leo

    [661] Ricercato vivo o morto!

    Ma i cattivi devono usare termini dispregiativi per questo lo chiamano "sbirro". Ai loro occhi è quello ma solo ai loro.
  15. Leo

    [661] Ricercato vivo o morto!

    Tra le storie singole c è anche la bellissima "Pioggia" di nizzi.
  16. Leo

    [662/663] Carovana di Audaci

    Totalmente infatti. Essendo simile il tema (la carovana) le copertine hanno riferimenti comuni. Ma sono del tutto differenti quanto a concezione e respiro e per quanto quest ultima di villa sia molto bella, quella di galep ha un impatto visivo eccezionale
  17. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Anche per me. La sua evoluzione, palesata in Winnipeg, la trovo forzata e inverosimile. Thunder è un ex guerrigliero violentatore di donne e gratuito assassino: che rapporti può avere con un Grant et similia? Il suo personaggio è inquadrato perfettamente nella storia cruenta de I Sette Assassini, quello di Winnipeg può essere al massimo il fratello colto. Di certo non è lui.
  18. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Ha ragione Tazhay su tutto. Io renderei i sondaggi palesi. Pensiamoci!
  19. Leo

    [658/660] Winnipeg

    La frase di tazhay sui troppi talenti. (improbabili) condensa perfettamente il mio pensiero
  20. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Il secondo personaggio gianbart era il Drago
  21. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Per me il kid non è stata una sorpresa, ero sufficientemente certo che andasse così. Thunder l ho trovato improbabile, non semplicemente diverso dalla sua prima apparizione. Questa tripla è comunque una storia importante, ambiziosa, e se a tanti di voi è piaciuta - e molto - sarà anche una storia valida. Io l ho trovata pletorica, tortuosa, con personaggi ridondanti e non approfonditi a dovere o, nel caso di Thunder, stravolti in maniera non verosimile. I primi due albi erano così pieni di roba che avrebbero meritato più di un albo per la conclusione della vicenda, che per come si è conclusa non mi ha soddisfatto.
  22. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Red, pensa che io sono un sostenitore accanito dei tanti comprimari che Borden è solito mettere in scena. Lo ritengo il miglior autore in assoluto di Tex ed un autentico asso nel creare e gestire grandi comprimari, tanto che, in occasione delle mie sperticate lodi alla sua Mohakw River, storia zeppa di personaggi, lo ho incoraggiato a non farsi dissuadere dalle critiche e a dare sempre vita a grandi comprimari, anche, perché no, un po' ruba-scena a Tex: la saga del nostro ranger, da quando c'è Mauro Boselli, si è arricchita di personaggi memorabili, degni di appartenere all'olimpo della letteratura disegnata (non solo texiana). Non sto qui a rifare i soliti nomi, conosciuti ai più, ma credo che davvero Boselli abbia dato a Tex un contributo unico, affiancandogli od opponendogli personaggi poderosi, magnifici, non solo personaggi ma persone, con il loro vissuto, le loro emozioni, il loro essere autentici: personaggi nati per la particolare storia in cui sono apparsi ma universali nelle loro caratteristiche, personaggi che, seppur confinati in quella storia, avevano un passato e - a volte - un futuro autonomi, non quindi semplici pedine da opporre a Tex nella storia di turno. Ciò che invece, purtroppo, è a mio parere accaduto in questa storia, dove più che di fronte a persone mi è sembrato di trovarmi di fronte a marionette ritagliate apposta per opporle a Tex, vera carne da macello senza spessore né fascino: speravo almeno nei cinesi (che invece non ho proprio digerito, e la cui presenza mi sembra pletorica), o nel Drago, ma tutto si è risolto nella sola ed onnipresente figura di Jack Thunder, del tutto irriconoscibile peraltro rispetto alla sua prima apparizione, protagonista com'è di una metamorfosi (da straccione ad autorevole uomo-ombra di un grosso politico nonché capo di una setta orientale) troppo improbabile per essere vera o verosimile. In questo senso mi è venuto alla mente Espectro, a mio parere una delle figure meno riuscite di Boselli: è strano come Borden stia modificando in parte le proprie caratteristiche dando vita a personaggi con minor spessore: forse li ritiene più in linea con la tradizione, ma da personaggi come quelli che sapeva fare lui le storie hanno solo da guadagnarci. In questa storia c'è il Kid, ovviamente, che può essere considerato uno di quei personaggi cui mi riferisco e che rimpiango, ma stavolta, nel suo doppio gioco, l'ho trovato prevedibile...
  23. Leo

    [Maxi Tex N. 19] La Giustizia Di Tex

    Io non sono deluso da questo Maxi, ma dal Maxi come prodotto editoriale. Un bel malloppone che potrebbe contenere storie di ampio respiro e potenziali capolavori deve accontentarsi di accogliere due storie semi-brevi il cui pregio principale è l'onestà... che peccato e che spreco. Due storie oneste, dicevo, che hanno il linguaggio giusto e scorrono con piacere: nella prima mi pare eccessiva la solidarietà di Tex nei confronti di uno che, pur avendo subito un'ingiustizia, si è poi comunque tramutato in un'autentica belva sanguinaria; nella seconda non ho invece capito il piano di Puma Nero: la sua ribellione in cosa consisteva? nello starsene rintanato nel deserto in attesa che i bianchi andassero a stanarli? "Siamo come ragni nella tela", ma che tattica di guerriglia è questa? Non l'ho francamente capita, forse Tito potrà darmi altre spiegazioni in merito. A parte questo, reputo soprattutto la seconda una bella storia, con bei dialoghi e personaggi efficaci: oltre a Puma Nero, mi sono piaciuti anche Cervo Veloce e il vilain della storia, la cui unica pecca è quella già menzionata di una troppo rapida ma in fin dei conti ininfluente confessione. I disegni di Ortiz, pur in tremendo calo, li trovo sempre suggestivi: ho trovato peggiori i cali di altri disegnatori storici della serie, francamente.
  24. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Tra ieri e oggi ho letto, per la prima volta, la bella storia "Antartica" di Zagor. Nel terzo albo introduci gli infernali antagonisti shayogan. Ti preoccupi di spiegarne l'origine di schiavi poi diventati ribelli, i loro rapporti con gli atlantidei loro creatori e poi loro vittime, quindi li schieri contro i protagonisti ( si vogliono pappare Zagor e Cico e tutti gli altri ), dando loro anche delle prospettive future ( acquisiscono l'intelligenza di coloro che si sono divorati, si impadroniranno dell'Endurance, colonizeranno il mondo, ridurrano l'umanità in schiavitù, e in scatolette ) prima che Zagor e Green trovino il modo di annientarli insieme all'ultima colonia atlantidea. In questa storia invece Tex e Carson incontrano un carrozzone, Ho Wang, Meifeng e Marvel. Scopriamo in seguito che la ragazza è succube del padrone, che a sua volta è terrorizzato dal Drago, che ricatta anche l'imbonitore Marvel. Scopriamo mano a mano che il Drago è alleato con Thunder, anzi che lo stesso Thunder è il Drago, che li ha assoggettati servendosi di loro nel attentato al giornale e nella trappola finale tesa a Tex e Carson nelle fogne di Selkirk. Thunder si serve dei cinesi e delle conoscenze pratiche dei gas allucinogeni di Marvel e questo secondo te deve bastare. Troppo pretenzioso chiedersi come si sia fatto passaere come il Drago tanto da asservirli visto anche che sono personaggi quasi folkloristici, certo non i comuni fuorilegge he hanno messo nella maniera più classica in vendita le loro pistole ? P.s Su Grant, per esempio, non mi faccio domande, perchè nell'albo hai già dato tutte le risposte. In passato era un socio di Thunder, ha accumulato ricchezze illecite, ha preferito cambiare aria e si è spostato in Canada, con i soldi cerca di farsi una posizione di rilievo nella regione, non solo dal punto di vista finanziario ma anche politico. Vuole dare di se l'immagine di un uomo pulito e non esita a servirsi di qualunque nefandezza per riuscirci. Non avevo letto questo post prima di pubblicare il mio ma ora lo quoto in pieno. Con la sola differenza che qualche domanda me la pongo anche su Grant, ma non per Grant in sé, quanto per la stessa figura di Jack, che in passato era uno sbandato già da guerrigliero, tanto da dover essere fermato dal sacerdote dei I Sette Assassini di cui ora non ricordo il nome mentre violentava una donna: ora lo troviamo influente addirittura con uno che sta per candidarsi a governatore... E' evidente che il primo Jack non c'entra per nulla con questa nuova versione. Su tutto il resto invece concordo: non sono per gli spiegoni, ma non trovo affatto "troppo pretenzioso chiedersi come si sia fatto passare come il Drago tanto da asservirli visto anche che sono personaggi quasi folkloristici, certo non i comuni fuorilegge che hanno messo nella maniera più classica in vendita le loro pistole". Una cosa è l'eccesso di spiegazioni, un'altra è la totale assenza di spiegazioni di situazioni già improbabili in sé. E' un po' la stessa cosa che dicemmo per Espectro, che dietro di sé non aveva storia né motivazioni note al lettore: ad alcuni può piacere, ma io preferisco sapere cosa spinge i personaggi a comportarsi in un certo modo: in assenza di spiegazioni, la presenza di Ho-Wang per me è forzata e importuna. E se Ym cita una storia di Zagor (che non ho letto), io cito le tante storie texiane di Borden che dava ai suoi personaggi anche di contorno una tridimensionalità oggi ignota: per me Ho-wang è una sorta di sagoma da video-game, destinata a finire impiombata come in effetti finisce: ma la cosa non mi fa piacere. Credo che i dardi servissero per far lamentare Tex, così che Thunder sapesse dove fosse il ranger e potesse sparargli con più facilità. Io ho trovato più indigesta la scena al buio con Kit, che in una stanza chiusa spara all'impazzata ma Thunder se ne infischia e lo centra in piena testa (lui cieco!) con una mazza...
  25. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Sì ma quando lo hanno detto a Tex?
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