Salve a tutti, sono nuovo del forum, ma vecchio lettore di Tex (ho raggiunto la biblica età di 24 anni! laughing ).
Questo texone, tra tutte le storie che ho letto (e, pur non potendo vantare l'universalit? della mia raccolta, è pur sempre discreta), mi ha fatto un'impressione profondissima, forse perchè, pur potendo essere, con qualche forzatura, classificata tra le storie "esercito vs. indiani", si distacca da questa corrente, e non soltanto per il semplice fattore geografico.
Infatti, grazie anche alla fedelt? storica e antropologica (credo si possa dire così) di Boselli e Frisenda, si ottiene ciò che personalmente considero un vero e proprio capolavoro, sia per la trama sia per la caratterizzazione dei personaggi, dai "regolari" a quelli che altri nel topic hanno giustamente chiamato guest-stars.
E, tra queste, quella del Maggiore/Colonnello Mendoza mi ha precipitato in un turbine di riflessioni, aiutato da quei bellissimi e penetranti primi piani resi così' bene.
Detto questo, perchè ho simpatizzato così tanto per lui? Perchè provo il desiderio di trovare delle attenuanti? Forse perchè ritengo che, al suo posto, io avrei fatto anche meno di quanto lui ha fatto, o quantomeno tentato di fare. Avrei tentato un impossibile accomodamento? Avrei permesso al mio rimpianto di fare un ultimo gesto umano? Non lo so, e per questo non mi sento di condannarlo, come altri hanno fatto in questo topic.
Ciò che so, è che la sua figura, così profonda e così tragica, è una che tra i miei albi si staglia più in alto di tantissime altre.
Mi scuso in anticipo se questo mio messaggio è particolarmente ingarbugliato e cervellotico, ma io sono un tipo cervellotico, e i miei messaggi tenderanno a essere ingarbugliati, temo!