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TWF - Tex Willer Forum

juanraza85

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Tutto il contenuto pubblicato da juanraza85

  1. juanraza85

    [03/04] Fuorilegge

    In attesa del ritorno di Mefisto e Yama ormai imminente, ho deciso di rileggere tutti i precedenti confronti dell'uno e dell'altro contro Tex ed i pards, e non potevo dunque cominciare dalle origini. All'epoca della mia prima lettura della storia, nel lontanissimo 2004, da lettore di Tex ancora giovane ed imberbe quale ero, e soprattutto reduce dal ritorno dalla morte di Mefisto e dal recupero nei mesi precedenti di tutte - o quasi, ora non ricordo di preciso - le precedenti avventure che vedevano coinvolto lui o la sua (in)degna progenie, rimasi alquanto colpito dal trovarmi dinanzi ad uno Steve Dickart ancora lontano anni luce da quello che aveva messo a dura prova i nervi dei quattro pards sin dal successivo incontro con gli Hualpai come manovalanza: pericoloso tessitore di imbrogli, spia senza scrupoli, astuto furfante e saltimbanco da strapazzo quale copertura, pur senza aver ancora acquisito conoscenze di magia nera (o, chissà, piuttosto le aveva perdute e non le aveva ancora recuperate?) sin dalla sua prima apparizione Mefisto si dimostra in grado di risultare insidioso come nessun altro per Tex, probabilmente l'unico avversario che sia stato in grado di metterlo davvero in difficoltà, forte di un'intelligenza fuori dal comune (non ancora accompagnata da sinistre arti magiche). Risultato raggiunto grazie all'astuzia ed all'avvenenza della perfida sorella Lily, tanto bella quanto scaltra ed abile commediante, anche se va sottolineato come il loro gioco sia ulteriormente facilitato dall'incredibile ingenuità del tenente Roller, poi pagata a carissimo prezzo: passi l'infatuazione per una femme fatale come Lily Dickart, sulla cui astuzia mi sono già soffermato, ma personalmente ho trovato un po' sovraccaricata la sua caratterizzazione da parte di GLB, forse l'unico neo nella sua sceneggiatura (i riferimenti geografici non particolarmente precisi non ritengo sia il caso di considerarli veri e propri errori, considerando la data di pubblicazione originaria e le oggettive fonti di approvvigionamento di informazioni dell'epoca). D'altro canto, GLB si fa ampiamente perdonare con una trama che non lascia spazio a pause, ricca di colpi di scena (su tutti Tex incastrato e carcerato in attesa di essere giustiziato), nonché impreziosita dall'introduzione di personaggi come lo sfortunato pard d'eccezione Tom e, soprattutto, Montales, al suo esordio nella serie. Il fatto, poi, che questa storia sia strettamente concatenata alle precedenti e successive, in quella continuity che contraddistingue le prime storie della serie, me le fa apprezzare ancora di più, con un velo di nostalgia, cui ovviamente contribuisce il tratto grafico di un Galep ancora alle prime armi.
  2. Non sarà il massimo dell'originalità come tu dici, ma in fondo sono tanti gli psicopatici ed anche i serial killer, nella vita reale, l'origine della cui follia è stata individuata o almeno attribuita a bullismo e maltrattamenti vari subìti in età fanciullesca. Del resto, a pensarci bene, il male ha origini banali. Per quanto mi riguarda, invece, sono rimasto un po' perplesso dall'inimicizia che, nell'albo, sussiste tra Comanche e Kiowa, che invece in altre storie - mi viene in mente, ad esempio, La grande invasione - vengono indicate come tribù sorelle, o almeno affini per costumi e tradizioni. Poi, le tribù Comanche erano più di una, per cui può anche darsi che alcune di esse fossero invece in cattivi rapporti con i Kiowa...
  3. Leggendo l'albo la funzionalità del titolo è impossibile da non cogliere ...
  4. Dopo la lettura del primo albo, anche io mi accingo a svolgere considerazioni non molto dissimili da quelle di @Innocente: anche io ho avvertito la sensazione di aver letto la prima parte di una storia di transizione, ma probabilmente trattasi solamente di un condizionamento dato dalla precedente epica storia nel Grande Nord e dalla doppia con Mefisto e Yama che seguirà questa, e promette di essere ancor più epica. Che la mia sensazione sia fondata o meno, e come ripeto probabilmente non lo è, non cambia comunque un giudizio nel complesso positivo dopo la lettura del primo albo. Le vicende sin qui narrate da Ruju, il quale ci ha regalato un albo dal contenuto insolitamente "introduttivo", ben si intonano con la scelta del titolo e, soprattutto, con la personalità di Quercia Rossa, spalla d'eccezione per Tex e Carson. Anche i disegni di Prisco, che nelle anteprime non mi erano sembrati un granché, su carta non mi sono sembrati così male, nonostante il tratto mi sia parso un po' discontinuo tra pagina e pagina. In ogni caso, continuo a preferire di gran lunga la sua precedente performance ne Le schiave del Messico.
  5. Maverick Bunch mi ha ricordato, sotto un certo aspetto, Il mostro del Gran Lago Salato: se in quest'ultima fu lasciato intendere sin da subito chi si celasse dietro il sinistro travestimento del mostro, in quest'ultima fatica di Ruju si intende dal primo momento che Adam Walker sia stato incaricato di uccidere Tex. Mossa solo apparentemente telefonata, come lo era al tempo quella circa l'identità del mostro, poiché Ruju è stato poi in grado di spostare la vera attenzione e la vera suspense sul comportamento di Walker, su cui personalmente sono stato indeciso fino all'ultimo, e questo nonostante il cacciatore di taglie ad un certo punto dica chiaramente a Tex quale sia il suo ruolo nella vicenda. Di ciò, mi sento dunque di rivolgere un grande plauso a Ruju e, di riflesso, al soggettista d'occasione @Carlo Monni, bravi a tenere Walker narrativamente in bilico fino all'ultimo. Ed altrettanto bravi, secondo me, a gestire il ruolo nella vicenda dello sceriffo di Maverick, che si rivela essere il cliente che aveva incaricato Walker di uccidere Tex: nelle sue intenzioni, difatti, non solo il Ranger avrebbe dovuto essere ucciso per impedirgli di andare fino in fondo alla vicenda, ma Walker avrebbe contestualmente dovuto fare piazza pulita dei fuorilegge del Maverick Bunch, che tenevano lo sceriffo sotto ricatto. Un piano diabolico, forte di una grossa somma di denaro, andato in malora grazie all'onestà di fondo di Walker, evidentemente folgorato sulla via di Tex Willer . Dei disegni di @Fabio D'AGATA ho già detto di esserne rimasto assai soddisfatto: un tratto sicuro, ma al contempo pieno di dettagli e rifiniture, tale da risultare gradevole, che io ho avuto l'impressione fosse vagamente somigliante a quello di Piccinelli. Grandissima soddisfazione, parimenti, per Il ritorno del desperado, in cui @borden propone una tristissima pagina del passato di MOntales, ovvero lo sterminio della sua famiglia e, in particolare, della sua giovane moglie Maria, perpetrato dai governativi prima del suo incontro con Tex. La caccia ai colpevoli, che al tempo coinvolse anche Tex, si protrae ancora per anni alla ricerca dell'ultimo e più subdolo di tutti, tale Martin Salazar. Anche a questo riguardo, forse in apparenza non era così difficile intuire che dietro tale nome si celasse la persona di Raul Soto, fraterno amico ma anche rivale di Montales al tempo della morte della sposa, tuttavia a me piace credere che Boselli lo abbia lasciato intendere, sia pur soffusamente, per poi poter giocare molto sulla successiva evoluzione della vicenda; dapprima Montales riesce a rintracciare Soto alias Salazar a Yuma, in Arizona, dove vive sotto l'ulteriore identità fittizia di don Fulgencio Salinas, ricco e rispettato haciendero, e successivamente la drammatica vicenda raggiunge il suo apice allorquando, ritrovandosi faccia a faccia col vecchio amico/rivale Montales, don Fulgencio alias Salazar alias Soto afferma di averlo tradito per sete di potere e ricchezze, rancore per essere stato scelto da Maria a suo discapito, ma soprattutto perché stanco di vivere alla sua ombra. La sorte di Montales sembra segnata, ma con ammirevole tempestività Tex e lo sceriffo di Yuma sopraggiungono sul posto per fare piazza pulita dei pisoleros di Salinas e sbattere in gattabuia quest'ultimo. La bellezza di questa storia, oltre che dalla suggestione che la drammaticità della vicenda è in grado di evocare, non può ovviamente non trarre un grosso contributo dai sempre stupendi disegni di Dotti, autore dell'ennesima prova superlativa; e forse c'è da credere che, se fosse stata dipanata su più albi sulla serie regolare o su quella del giovane Tex, questa storia avrebbe in parte perso la suggestione che è stata in grado di trasmettere nel suo numero di pagine solo apparentemente risicato.
  6. juanraza85

    OSCAR TEXIANI PER IL 2021 (FINALISSIMA)

    Già il solo fatto che GLB abbia creato Tex a mio avviso dovrebbe assicurargli a prescindere una sorta di riconoscenza da parte di coloro che leggono Tex. E chiunque legga Tex, secondo me, non può non essere rimasto o rimanere rapito dal modo e dalla naturalezza con cui GLB ha saputo caratterizzare Tex ed il suo mondo, al netto certamente di alcuni errori dovuti alla difficoltà nel documentarsi che per forza di cose si aveva all'epoca e ad altri fattori. Poi, è legittimo che ad un qualsiasi possa piacere di più lo stile di un altro autore rispetto al suo, ma dire che non piacesse affatto mi pare eccessivo.
  7. juanraza85

    OSCAR TEXIANI PER IL 2021 (FINALISSIMA)

    I primi due voti per me sono stati estremamente facili: Alla ricerca della navi perdute miglior storia e La campana nella nebbia miglior copertina. Ho avuto qualche dubbio in più per quanto riguarda il miglior personaggio, ma infine ho deciso di premiare la bella e tostissima Lily.
  8. Non capita troppo di frequente che la seconda apparizione di un personaggio risulti più gradita della prima. Il più delle volte il confronto è sempre sbilanciato all'universo, ed invece la storia del ritorno di Paul Balder non solo non ha nulla da invidiare alla prima comparsata dell'ex cacciatore di scalpi riciclato ranchero, ma addirittura risulta migliore della precedente, almeno per quanto mi riguarda. Nizzi, senza dubbio autore di una buonissima sceneggiatura, decide opportunamente di sviluppare la storia guardandosi bene dal ripetere lo schema narrativo della prima sortita di Balder, quando, nella veste di ricco proprietario terriero, ricorreva a qualsiasi mezzo per accaparrarsi le terre dei confinanti; al contrario, ottima la decisione di incentrare la vicenda intorno alla pianificazione della vendetta che El Carnicero sogna di prendersi ai danni del quartetto dei pards. Una vendetta pianificata in ogni dettaglio, tra cui il ricorso alla banda di fuorilegge capitanata da Sheldon (più agguerriti ed astuti di Macho & company) e nel complesso ben circostanziata, che non giunge a compimento grazie anche al fortuito aiuto dell'albergatore di Gallup, che riconosce da un anello la bella Zelda, "segretaria" di Balder, incaricata di catturare Tex facendogli bere whisky drogato (La fortuna, come sempre, viene in aiuto di Aquila della Notte, anche se in un modo o nell'altro se la sarebbe cavata lo stesso. Tex è il solo del quartetto ad essere in grande spolvero lungo tutte le pagine, essendo da solo contro l'intera banda agli ordini di Balder per via della cattura degli altri tre pards (Kit e Tiger catturati con un trucco tutto sommato banale, Carson sopraffatto nel corso di una breve lotta), ma armandosi di pazienza ed astuzia - unite ad un pizzico di buona sorte che, per carità, non guasta mai - riesce lo stesso a liberare i pards ed a sventare la vendetta del Carnicero, che è svolta muore sul serio dopo una drammatica caduta dal tetto era sfuggire all'interno che sta divorando la sua magione. Storia di livello alto, dunque, anche se non mancano dettagli che avrebbero potuto essere meglio curati: all'inizio, Kit e Tiger cadono in un'imboscata tesa dalla banda di Sheldon che li stava seguendo da due giorni (non si capisce come facciano a trovare con tanta facilità Tiger e Kit, né tanto meno a sapere che si trovino proprio in quel punto); infine, in conclusione, nonostante gli si riferisca che due dei suoi uomini sono stati uccisi da Tex, non dà alcuna importanza alla cosa ed anzi attribuisce la morte dei due ad un duello nato grazie ai fiumi dell'alcol. Nemmeno i disegni di Fusco, nell'insieme autore di una delle sue migliori performances di sempre, sono esenti da errori, come dimostrano le varie vignette con Balder raffigurato con l'orecchio destro al suo posto.
  9. Ho ben pensato di rispolverare questo topic ormai fermo da più di due anni con alcuni errori tecnici commessi dal compianto Maestro Fernando Fusco in quella che, comunque, resta nel complesso una delle sue prove più riuscite, Il ritorno del Carnicero. Nelle battute iniziali della storia, Paul Balder alias El Carnicero racconta di come si è salvato da morte certa nella precedente apparizione, specificando di aver tentato senza troppa convinzione il gesto estremo che, tuttavia, non ha infine compiuto, limitandosi a spararsi un colpo di pistola che gli aveva portato via l'orecchio destro. Tuttavia, in almeno tre vignette nel prosieguo della storia l'ottimo Fusco dimentica della menomazione che Balder si è autoinferto e riposizionare l'orecchio destro al suo posto. Non ho fatto caso ad eventuali altre dimenticanze, tuttavia mi preme precisare che esse non intaccano certo il grandissimo lavoro di Fusco .
  10. Credo tu abbia visto giusto. @Dawn non è la sola ad aver notato un giovane argentino che al tempo aveva deciso di tentare la sorte in Messico, per poi in seguito tornare nel suo paese e scalare le gerarchie dell'esercito...
  11. juanraza85

    [658/660] Winnipeg

    Fin qui ci ero arrivato, grazie ..! L'osservazione che avevo mosso in origine era relativa alla casualità che avevo rinvenuto nel fatto che Thunder si rechi in Canada dal vecchio complice e qui trovi un suo ex sodale. Dopo aver affrontato la questione con @borden, ne ho dedotto che dovrò evidentemente rileggere la storia per fugare tale dubbio.
  12. Non che mi sembri una priorità assoluta, e men che meno una questione di vita o di morte, tuttavia io coltivo la speranza che prima o poi tale dubbio possa essere fugato una volta per tutte...
  13. Ah Fulgencio Salinas... ci incrociammo Appunto, ho formulato l'ipotesi che Salinas possa avere scelto come nome di battesimo fittizio Fulgencio perché in fondo afflitto da senso di colpa, è magari per rimarcare a sé stesso l'ammirazione mista a rancore per l'ex amico.
  14. Parlavo unicamente del nome di battesimo con cui l'avversario si fa chiamare in quel di Nogales...
  15. ATTENZIONE AL POSSIBILE SPOILER!! Chissà come mai, io invece avevo pensato e tuttora non escludo che il nome di battesimo di Montales possa essere Fulgencio. Se così fosse, si tratterebbe a mio modo di vedere di una sottile raffinatezza stilistica da parte del Bos, ed inoltre dimostrerebbe la psiche complicata di tale individuo (il nome fittizio scelto potrebbe derivare da un senso di colpa che cova in sé ).
  16. juanraza85

    [658/660] Winnipeg

    Sicuro sicuro sicuro che questo non venga in qualche modo spiegato? Io credo di sì. Il Kid e Thunder non sono lì insieme per caso. Lo so, perchè non avrei mai scritto una coincidenza simile senza una qualche giustificazione. Ma non ricordo quale sia, E, come ho detto, non mi vado a rileggere la storia per dimostrartelo. Sarà un motivo in più per rileggere al più presto questa storia .
  17. juanraza85

    [658/660] Winnipeg

    Che la personalità di Jack Thunder dall'una all'altra storia cambi sensibilmente credo sia fuori discussione, tuttavia a mio parere ciò potrebbe trovare una spiegazione, se non esaustiva, quantomeno plausibile nel travaglio psicologico che perfino una belva psicopatico come Thunder si può immaginare abbia attraversato dopo il massacro della sua intera "famiglia" e, soprattutto, dopo essere miracolosamente sopravvissuto al crollo di una miniera (non sto qui a disquisire sul realismo o meno di tale circostanza, fatto sta che credo che un evento del genere possa lasciare un vistoso segno nella psiche di una persona). Sia chiaro, la mia è una personale interpretazione che non intende affatto ergersi ad unica verità assoluta . Semmai, se proprio bisogna andare di puntiglio sulla riproposizione di Thunder, dal mio punto di vista anche all'epoca sembrò coincidenza sin troppo curiosa che questi decida di rimettersi in pista sulla via del crimine riprendendo contatto con un vecchio complice (a tal riguardo, qualche aneddoto in più sulla loro passata collaborazione non avrebbe guastato) che vive in Canada, GUARDA CASO nella medesima zona in cui è andato a stabilirsi Kid Rodelo .
  18. juanraza85

    [658/660] Winnipeg

    Senza dubbio il comportamento di Jack Thunder nei riguardi di Tex, in considerazione dei loro "dissapori" antecedenti, è bizzarro, a meno che - e qui, a mio avviso, casca il proverbiale asino - l'odio che negli anni aveva sviluppato nei confronti del Ranger fosse così grande da indurlo ad anteporre l'orgoglio di sfidarlo a duello (seppure a determinate condizioni) ad una più comoda e pragmatica uccisione a sangue freddo.
  19. juanraza85

    [217/219] Guerra Sui Pascoli

    Un Tex duro e risoluto come poche altre volte in oltre 70 anni di vita editoriale, quello che vediamo in azione nella sua lotta contro Paul Balder, alias El Carnicero, ex spietatissimo cacciatore di scalpi riciclatosi potente e - soprattutto - prepotente ranchero, individuo senza scrupoli, che non esita a far sloggiare dalla marmaglia ai suoi ordini i proprietari delle terre confinanti per ingrandire i suoi possedimenti. Un metodo piuttosto sbrigativo, che naturalmente non trascura di fare appolicare anche a danno dei due nuovi "proprietari" dell'ennesimo terreno su cui ha messo gli occhi, che rispondono ai nomi ed alle fattezze di Tex Willer e Kit Carson, i quali non solo liquidano a modo loro l'approccio indelicato degli sgherri di Balder, ma addirittura decidono di ripagarlo alla medesima maniera attaccando nottetempo il suo ranch, dandolo in buona parte alle fiamme. Deciso ad effettuare immediatamente una feroce rappresaglia, El Carnicero chiede supporto al bandido Manolo ed alla tribù yaqui al suo servizio, ex cacciatori di uomini di professione, ma anche siffatto tentativo si rivela fallimentare grazie al tempestivo arrivo di Tiger Jack con qualche dozzina di Chiricahuas, che conducono la vicenda al suo tragico epilogo (tragico per Balder, si intende, anche se non irrimediabilmente). Nel complesso, un'ottima storia, ricca di tipici elementi western (ex cacciatori di scalpi, rancheros prepotenti, piccoli possidenti incapaci di difendersi dalle angherie dei primi, indiani belligeranti, sparatorie, rappresaglie), che GLB ha saputo condensare ed amalgamare con grande sapienza, aggiungendovi quale ingrediente fondamentale un Tex che, come già ho sottolineato in principio, al pari dei suoi pards gioca duro come poche altre volte, evidentemente perché indignato dalle prepotenze e, soprattutto, dal sanguinario passato di Balder. Del resto, è anche in qualche modo comprensibile che un contesto duro nel quale Tex ed i suoi pards si ritrovano a dover portare Giustizia li induca a ricorrere da subito ad azioni decise, e tale durezza, presente dall'inizio alla fine della storia, è assai ben valorizzata dal tratto molto ruvido, ma pur sempre affascinante, del primo Fusco.
  20. In tutta sincerità, sono estremamente soddisfatto del Magazine di quest'anno, che personalmente ritengo essere quello di gran lunga più riuscito da quando tale uscita ha assunto l'attuale denominazione e relativa impostazione. Prometto e mi riprometto di non scendere troppo in particolari in questo intervento, in modo tale da non rischiare urticanti spoiler, però voglio dire di aver letto due storie molto ben strutturate. Conto, ovviamente, di dilungarmi di più tra qualche giorno, quando un po' tutti avremo letto l'albo. Maverick Bunch, sceneggiata da Ruju con soggetto del nostro pard @Carlo Monni, si lascia leggere con gran piacere nonostante gli eventi si susseguano con un po' di prevedibilità, comunque ben dosata e giammai stucchevole, grazie soprattutto all'ottima caratterizzazione del bounty hunter Adam Walker. La piacevolezza della lettura, va sottolineato, è stata molto facilitata dall' ottima prova ai disegni di Fabio D'Agata. Il ritorno del desperado, invece, trovo sia un piccolo gioiello. Boselli e Dotti ci narrano ed illustrano una drammatica vicenda del passato di Montales, accennata agli albori della serie regolare, che ha inoltre il merito ulteriore di lasciare aperte ulteriori porte per la serie del giovane Tex. Inoltre, sorpresa nella sorpresa, siamo andati vicinissimi ad apprendere un dettaglio privato di Montales su cui ci siamo posti spesso domande anche qui sul forum, in un topic appositamente creato; la curiosità è rimasta (o forse no ..?), del resto alcune cose piacciono appunto perché avvolte nel mistero. Molto interessanti anche gli articoli contenuti, in particolare ho apprezzato i reportage su Villa e Zapata e le loro trasposizioni cinematografiche, nonché il saggio sul filone dei western in stile "blaxploitation".
  21. juanraza85

    [215/217] Santa Cruz

    Uno dei migliori mix di puro western e soprannaturale che abbiamo mai potuto leggere sulle pagine di Tex. L'incontro in sogno di Tex col frate ucciso da Pepe Cardenas, che poi è il perno intorno cui regge l'intero impianto narrativo imbastito da GLB, risulta estremamente suggestivo e ben calibrato, poiché appunto trattasi di un soprannaturale che si manifesta in maniera non plateale né tantomeno prolungata su troppe pagine; una trovata a mio avviso da applausi, che giunge a sublimazione allorquando, la mattina successiva al bivacco presso le rovine della missione, Tex e Carson assistono alla fragorosa caduta della campana: segno evidente di come l'anima del povero frate, in pena per essere morto in terra sconsacrata ed in modo decisamente orribile, ha finalmente raggiunto l'agognata pace dopo aver trovato due persone disposte ad accogliere il suo appello per portare a pentimento i suoi due assassini, rei soprattutto di aver compiuto un gesto così immondo perché accecati dalla cupidigia. Tex e Carson, invero, non spandono eccessivo sudore per onorare la promessa fatta a padre Matias, soprattutto per "colpa" degli stessi fratelli Cardenas, i quali, forse colti impreparati dall'arrivo dei rangers (in quanto, non a torto, ritenevano di essere ormai al sicuro da guai con la giustizia per l'assassinio del frate), e forse anche poiché non circondati di scagnozzi particolarmente agguerriti, alla prova dei fatti risultano avversari poco ostici. Spalleggiati dall'onesto e simpatico sceriffo O'Connor, difatti, Tex e Carson sanno approfittare senza difficoltà delle circostanze che vengono a crearsi per rendere giustizia a padre Matias, Molto toccanti, in particolare, gli ultimi attimi di vita di Pepe Cardenas, che in punto di morte si pente del delitto commesso e dispone di lasciare i beni in suo possesso, ottenuti grazie al tesoro sottratto a padre Matias, alla missione da cui egli, il fratello ed il frate erano partiti in origine. Un grande contributo all'ottima riuscita di questa storia che rasenta il capolavoro lo danno senza dubbio gli splendidi disegni di Giovanni Ticci, autore forse di una delle migliori performances nella sua lunghissima carriera texiana. I suoi disegni, ricchi di espressività e contraddistinti da certosina minuziosità, rendono al meglio le forti sensazioni che suscita questa storia, nella quale forse stona solamente la sequenza in quel di Morelos: passi il trattamento che Tex e Carson riservano ai bulli del villaggio, che strappa sicuramente un sorriso, tuttavia dal mio punto di vista nulla toglie e nulla aggiunge all'economia di una sceneggiatura per il resto impeccabile, in cui grazie agli scambi di battute tra i due pards e lo sceriffo O'Connor non viene meno neanche qualche momento di ironia, che sicuramente non guasta in una storia dalle tinte così cupe.
  22. juanraza85

    [Tex Willer N. 37/40] Il Mio Amico Hutch

    Ieri, comunque sia, ho anche letto il terzo albo, nel quale la vicenda inizia ad entrare nel vivo, non tanto sotto il profilo dell'azione - nel complesso di portata non superiore a quanto visto nei primi due albi - quanto sotto quello della narrazione, poiché iniziano a dipanarsi molte questioni sulle quali Giusfredi aveva in precedenza sorvolato, o al massimo aveva lasciato intuire qualcosa ma senza chiarire del tutto, per ovvi fini di sceneggiatura. La lettura prosegue sui binari della piacevolezza e della scorrevolezza, e soprattutto lascia presagire un quarto ed conclusivo albo pieno di fuochi d'artificio, sia per quanto riguarda Tex ed Hutch che per quanto riguarda Kit Carson ed i suoi compari rangers.
  23. Anche nel Texone dello scorso anno, i personaggi e gli animali tendevano ad apparire un po' tracagnotti, ma evidentemente tali fattezze sono nello stile di Casertani, che per quanto mi riguarda non risulta poi così spiacevole, in quanto siffatte fattezze vengono compensate da un gran lavoro di caratterizzazione. La copertina, al netto delle caratteristiche sopra evidenziate, non mi pare così brutta, anzi, al pari delle tavole in anteprima, che secondo me grazie al colore mettono ancor più in risalto il lavoro di Casertano.
  24. juanraza85

    [Tex Willer N. 37/40] Il Mio Amico Hutch

    Al massimo si è creato 60 anni fa, con "Assedio al posto n.6" Io mi riferivo esclusivamente alla serie Tex Willer... Ricordavo perfettamente i tanti precedenti sulla regolare, mentre della cover dello Speciale Tex Willer 2020 non ho tenuto conto poiché, appunto, cover di un albo fuori collana.
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