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TWF - Tex Willer Forum

juanraza85

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da juanraza85

  1. Beh, qui c'e' la mia idea di una donna capricciosa, viziata e mercuriale. E non dite adesso che non esistono! Secondo me sono anzi la stragrande maggioranza. Messa così, devo dedurne che Kit Willer, non fosse perché si trova da quelle parti per un'indagine, sarebbe già scappato ventre a terra in direzione della riserva 😂..!! Ed invece, per ragioni di opportunità, si trova "costretto" ad assecondare i capricci e le paturnie della señorita Montoya 😁..!!!
  2. Personalmente, non mi sogno neanche di scandalizzarmi per la presunta spudoratezza di Manuela Montoya, in quanto ormai adulta e vaccinata, ed oltretutto non vedo in fondo cosa ci sia di male ad usare l'arma della seduzione (con Kit, con il quale forse spera di riallacciare il vecchio rapporto, ci sta, e ci può stare anche con quel campione dell'altro pretendente, se si tratta di fungere da esca per metterlo in condizione di non nuocere). Quel che mi ha lasciato perplesso sono stati i repentini cambiamenti di umore della fanciulla nei confronti di Kit: parte con strane frecciatine, poi lascia intendere con chiarezza la volontà di mantenere una certa distanza da lui ed infine, puntualmente (e direi prevedibilmente!), trascorre la cena a cercare di sedurlo. Insomma, avrei gradito una linea di condotta ben definita. P.S. A differenza di altri pards, non essendo rimasto io più di tanto colpito dalla vecchia storia in cui Manuela apparí, non nutrivo nessuna particolare attesa per il suo ritorno.
  3. Che la Manuela Montoya di questo primo albo -e, verosimilmente, di questa intera storia - non sia più la stessa ragazza che vedemmo nella precedente apparizione, credo lo abbiamo notato tutti noi che abbiamo letto e ricordiamo bene anche la storia di Glb. Non solo si comporta in maniera completamente diversa rispetto al passato, ma da quel che io ho percepito durante la lettura di ieri palesa anche sbalzi di umore e cambi di atteggiamento non indifferenti da pagina a pagina; difficile stabilire se ciò sia dovuto ad indecisione dovuta alla sorpresa di aver ritrovato Kit, oppure ad una sorta di instabilità emotiva (passatemi la battuta, per carità 😅), di certo mi sento di affermare che la gestione della bella ranchera ha sinora pregiudicato l'andamento in stile "telenovela" della storia.
  4. Con tre giorni di ritardo, ho finalmente potuto acquistare e leggere la prima parte della storia alla cui stesura ha attivamente partecipato anche @Carlo Monni. Purtroppo, devo dire di essere tra coloro che ne sono rimasti poco entusiasti: anche io, nel leggerla, ho avuto in taluni frangenti la sensazione di stare assistendo ad una telenovela, peraltro anche abbastanza prevedibile ed a tratti farsesca, anziché ad una delle classiche avventure alla Tex (che, in verità, al pari di Carson è stato sinora relegato in secondo piano dal galoppante ritorno di fiamma tra il figlio e Manuela Montoya). Non sono il solo, a quanto sembra, ad aver notato una vaga similitudine con la liaison tra il tenente Castillo e la padrona di Rancho Verde, né pare sia stato il solo a cogliere fin troppi elementi ripresi pari pari dalla precedente vicenda con la señorita Montoya: una giovane e ricca ranchera, un pretendente spocchioso ed interessato (oltre che tutt'altro che immacolato, unica differenza con il suo predecessore), un Kit Willer che - almeno per quel che si è visto sinora - riesce sin troppo facilmente ad adempiere alla sua missione di paladino della giustizia sgominando in doppia battuta la raccogliticcia teppaglia di turno. Poche le novità, che personalmente ho trovato assai indigeste ed inadatte al contesto texiano, come la mancata serenata dei lavoranti del rancho ai due colombi ritrovati e la farsesca messinscena con cui Kit e Manuela si sbolognano di due visitatori non graditi. Ciliegina sulla torta, ovviamente in negativo, i disegni di Laurenti, che pur ricordando alla lontana quello di Blasco mi hanno lasciato parecchio interdetto. Su carta, purtroppo, i difetti già evidenti nelle anteprime di un mese fa sono emersi in maniera ancor più preponderante: l'effetto "Mascara" penalizza oltremodo le fisionomie dei volti dei personaggi, di tutti i volti, con quello di Kit Willer che, reso sin troppo femmineo, emerge in modo ancor più palese. Per tacere dei mascelloni che, saltuariamente, fanno capolino...
  5. Veramente a me pare che la maggior parte dei pards del forum - Me compreso - che si è espressa in questo topic abbia avanzato qualche perplessità in merito alle tavole di Laurenti postate in anteprima. Allo stesso modo, immagino che tutti noi speriamo di poterci ricredere quando, tra qualche giorno, potremo ammirare il lavoro di Laurenti dal vivo...
  6. Che l'associazione sia un po' forzata e forse - aggiungerei - pretestuosa è fuori discussione, tuttavia se l'autore dell'articolo si è cimentato in tale disamina credo lo si debba in buona parte al fatto che, Storia alla mano, le istituzioni cattoliche si sono spesso rese protagoniste, nel corso dei secoli, di pratiche ed azioni che sono andate un tantino a cozzare con gli stessi principi religiosi (per usare un eufemismo) e di cui c'è poco di cui andare fieri... E non mi si venga a parlare di contestualizzazioni storiche! Chiedo scusa per l'off topic, che per quanto mi riguarda può terminare ora, ma di getto ho ritenuto di esporre tale concetto che prescinde dalla questione della forzata "civilizzazione" dei nativi americani...
  7. Purtroppo, @Poe, il genocidio dei nativi americani non si può dire sia stato solamente culturale. Ed è inutile aggiungere che quanto si legge nell'articolo rappresenta una pessima macchia per la società cosiddetta "civile" di noi bianchi...
  8. juanraza85

    [Texone N. 18] Ombre Nella Notte

    Come hanno già osservato in molti, la trama di questo Texone ricalca in qualche maniera la vicenda letteraria del Dottor Jekyll e del suo malvagio alter ego Mr Hyde, oltre che prendere spunto da una storia memorabile come Diablero!. Date queste premesse, al netto delle altre scelte di sceneggiatura operate da Nizzi, nel complesso la storia risulta abbastanza gradevole, oltre che ottimamente disegnata da De Angelis, per quanto non esente da dettagli che forse avrebbero potuto essere curati meglio. Su tutti il casus belli atto a coinvolgere nella vicenda Tex ed i pards (una volta tanto al gran completo), ovvero la mancanza di notizie del padre lamentata da Thomas Ferguson da un paio di mesi: facendo un salto in avanti, d'accordo che lo studio di un antidoto che riportasse alla piena normalità il suo amico dottor Stevens richiedeva senza dubbio grande impegno ed abnegazione, ma trovo poco credibile che il dottor Ferguson possa essersi sentito obbligato a non inviare neanche uno straccio di lettera al figlio, tanto era il lavoro da svolgere tutti i giorni per tutto il giorno. Parimenti, quanto all'eccentrico ed amorale - ma a suo modo geniale - Stevens, un peccato che Nizzi non abbia ritenuto di lasciare almeno intendere quale potesse essere stata la motivazione che al tempo lo aveva indotto ad abbandonare la medicina e dedicarsi ai suoi bizzarri quanto pericolosi esperimenti, che all'atto finale si rivelano per lui una sorta di contrappasso dantesco, tale da trasformare progressivamente la sua assenza di morale in un rimorso senza rimedio che lo conduce sino alla morte. Per il resto, azione ridotta ai minimi termini: senza neanche prendere in considerazione l'uccisione della sventurata creatura nei sotterranei della villa di Stevens (a questo riguardo, mi rimane un po' forzato credere che gli aiutanti del dottore siano riusciti per ben due anni a tenergli nascosta la mancata soppressione di ben dieci creature), fondamentalmente Tex si trova in pericolo in due sole occasioni, allorquando Valance tenta di mandarlo a suonare l'arpa: nella prima circostanza, in cui Tex elimina due delle creature, strano che non avesse pensato di vegliare meglio dopo aver subodorato che Valance e soci la sanno lunga sulla storia delle rapine (e, in tal senso, non si capisce perché non abbia voluto con sé uno dei pards, considerando che Thomas, da buon piedidolci, non sa usare le armi da fuoco), nella seconda se la cava grazie al tempestivo intervento dei pards, la cui presenza al completo risulta nel complesso assai poco valorizzata.
  9. juanraza85

    [726/727] Il pistolero vudu

    La mia stessa opinione: Ruju ha effettuato scelte di sceneggiatura, sulle quali mi sono già espresso, che purtroppo anche dal mio punto di vista hanno pregiudicato la piena riuscita della storia.
  10. Terzo albo dal sapore di spartiacque tra i primi due e gli ultimi due numeri, non solo dal punto di vista della sequenzialità, ma anzi soprattutto perché rappresenta una sorta di (relativissima) tregua tra i pericoli appena superati parallelamente da Tex e dai compagni di viaggio da una parte e la coppia composta da Kit Carson e Ray Clemmons dall'altra. Non che questo ne pregiudichi la piacevolezza, anche perché non si può certo dire che l'azione ed i pericoli per Tex vengano a mancare del tutto, e credo sia un ottimo preambolo di quel che ci aspetta negli albi a seguire.
  11. juanraza85

    Interviste Agli Autori

    Diciamo che, prendendo per buona tale asserzione di Nizzi, dovremmo dedurne che i lettori apprezzerebbero le storie di Tex solo ed esclusivamente perché ci sono Tex ed i pards. Interpretando tali parole, dunque, Tex ed i pards potrebbero anche ritrovarsi a combattere nello spazio profondo, che tanto essendoci loro i lettori apprezzerebbero la storia a prescindere 🤔... Mah!!!
  12. juanraza85

    [Texone N. 17] Mercanti Di Schiavi

    Riletta proprio oggi a distanza di diversi anni dall'ultima volta e, come sovente accade, gli anni in più ed i gusti maggiormente affinati mi hanno permesso di rivalutare con piglio più critico questo Texone, che all'epoca della sua uscita trovai ottimo. Il mio giudizio, dopo questa nuova rilettura, resta nel complesso abbastanza positivo, tuttavia non ho avuto difficoltà nel coglierne i punti deboli. Su tutti, una trama piacevole ma con troppe situazioni poco chiare, o addirittura lasciate in sospeso. In primis, la rocambolesca fuga di Tex e Carson dalla caserma dei rurales corrotti: d'accordo che i Nostri riescano a scappare, ma siamo rimasti col dubbio se i murales abbiano proseguito nelle loro ricerche per qualche tempo o, piuttosto, se abbiano desistito quasi subito. Per tacere, poi, del camuffamento di Tex e Carson da soldati di don Obregon: strano davvero, per non dire assurdo, che due esperti uomini di legge come loro - posto che, ovviamente, non avrebbero mai potuto uccidere i due soldados di cui prendono il posto per raggiungere la Barranca - si siano limitati a legare ed imbavagliare i due sventurati nella stalla adiacente all'abitazione in cui questi stavano trascorrendo la nottata; davvero non c'era un nascondiglio più sicuro nei dintorni, magari un boschetto appartato? E poi, d'accordo che Tex è notoriamente buon giudice di uomini e situazioni, ma chi gli assicura che Paco Fuentes saprebbe mantenere il segreto e/o che i due soldados non possano liberarsi o essere scoperti prima dei due giorni auspicati? Sono altresì rimasto perplesso dal comportamento di padre Elias. Strano riesca, a dorso di mulo, a raggiungere Tex e Carson un attimo prima che gli sgherri di don Obregon, che presumibilmente devono aver viaggiato a tappe forzate ed a dorso di cavallo, possano beccarli a Santa Clara. Ancora più strano che, tornato alla Barranca per aiutare Tex e Carson nella loro missione nascosto nel carro della stessa colonna in cui sono i due pards, nei tre giorni di viaggio fino alla meta non cerchi mai di far loro sapere della sua presenza, magari per concordare una linea di azione condivisa. Infine, non è dato sapere quale sia il destino dello sceriffo di Nogales e del venditore ambulante - anche questo visto nella cantina di Jacinto - che sono in combutta coi trafficanti di schiavi: si può solo presumere e sperare che Tex "fuori dal narrato" li abbia scoperti entrambi e dato loro il giusto castigo. Insomma, una storia gradevole ma ben lungi dall'essere eccezionale, ed anche contraddistinta da uno sviluppo della trama un po' prevedibile. Parimenti gradevoli ma non eccelsi, a mio personalissimo gusto, i disegni del compianto Sommer, forse tendenti un po' troppo al caricaturale.
  13. juanraza85

    [726/727] Il pistolero vudu

    Nizzi tra breve diverrà noto su questo forum come L'INNOMINABILE 😂😂😂..!!!
  14. Mi sento quasi chiamato in causa 😁, ed in quanto tale ritengo di non potermi esimere da un telegrafico commento. Già in passato, nel commentare questa storia, espressi la mia opinione secondo cui si trattava di una storia dalla trama ben congegnata e molto piacevole da leggere, benché evidentemente non tra le migliori in assoluto della ormai ultrasettantenale saga texiana. Io ne apprezzai, in particolare, il non stravolgimento della caratterizzazione di Juan Raza rispetto alla sua prima apparizione, nella quale aveva avuto modo di redimersi dalle azioni criminali compiute sino ad allora. In questa storia, troviamo un Raza convinto della propria scelta di stare dalla parte della legge, pur mantenendo intatto il proprio innato desiderio di libertà e, soprattutto, conservando l'ombrosità che lo contraddistingueva nella precedente apparizione. Peculiarità, queste ultime due, che contribuiscono a far sì che i colleghi rangers (ivi compresi Carson e, sia pure in maniera più sottile, lo stesso Tex) conservino un velame di diffidenza nei suoi riguardi e, soprattutto, consentono a Vance Daniels di incastrarlo ed ottenere quindi la sua rivalsa. Già all'epoca, dopo aver letto il primo albo mi sembrava impossibile, in quanto sin troppo scontato, che Raza potesse essere davvero colpevole delle azioni che gli venivano attribuite; al contrario, rimasi sorpreso in positivo - come lettore, intendo, di constatare successivamente che ad orchestrare tutto era stato Vance Daniels, che dapprima aveva conquistato la fiducia di Raza e poi, mosso da un'opinabile volontà di vendetta, lo aveva consegnato a Don Amargo. Ultimo ma non ultimo, il finale all'insegna dell'azione e, insieme, delle emozioni forti e contrastanti, sfociate in una profonda ma azzeccatissima amarezza: Jesse Hawks si immola per salvare Raza, i rangers presenti intendono impiccare seduta stante Daniels, Raza toglie - opinabilmente, per carità - tutti dall'imbarazzo sparando a bruciapelo su Daniels per poi riconsegnare la stella di ranger e starsene da solo, Tex e Carson contestualizzano la situazione e chiudono un occhio, lasciando andare Raza per la sua strada. Finale narrativamente più adeguato, secondo me, non poteva esserci. P.S. chissà che, prima o poi, Raza venga riproposto una terza volta...
  15. juanraza85

    [726/727] Il pistolero vudu

    Una certa somiglianza con Slash c'è... Anche questo dettaglio, in effetti, avrebbe potuto essere curato un filino meglio...
  16. juanraza85

    [726/727] Il pistolero vudu

    Io vorrei invece soffermarmi brevemente sul medaglione/amuleto che Ruju ha introdotto quale spiegazione per giustificare come mai, sul finire del primo albo, Carrillo non fosse morto benché Tex lo avesse colpito in un punto vitale. Premettendo che in realtà, dopo la lettura dell' albo dello scorso mese, avevo pensato che sotto la giacca il pistolero nascondesse una sorta di "giubbotto antiproiettile" ante litteram più o meno improvvisato, ho trovato l'escamotage adottato da Ruju più che passabile nel contesto di una storia del genere, che per essere apprezzata o almeno accettata abbisogna di una discreta capacità da parte nostra di sospendere l'incredulità. Se proprio devo trovare un appunto da muovere, avrei preferito che, nel corso del secondo ed ultimo duello, l'amuleto ancor più potente forgiato da Marine si limitasse a deviare la traiettoria dei proiettili esplosi dalla colt di Tex lateralmente rispetto al corpo di Carrillo, ma in fondo ciò che conta è che la "magia" molto umana di Tex abbia infine trionfato. Detto ciò, aggiungo di avere anche apprezzato la gestione di un personaggio seppur marginale come il vicesceriffo Smith; dopo averlo visto fuggire come un ragazzino impaurito dopo essersi trovato dinanzi Carrillo la prima volta, confesso di averlo subito bollato come un vigliacco inetto senza spina dorsale, invece sono rimasto piacevolmente sorpreso allorquando si è dapprima presentato di sua iniziativa al cospetto di Tex e Carson colmo di vergogna per restituire la stella, incassando però rinnovata fiducia da parte loro e promettendo di non lasciarsi più prendere dal panico quando avrebbe rivisto Carrillo. Promessa che il buon Smith non solo ha mantenuto, ma ha anche pagato con la vita nell'adempimento del proprio dovere, una scelta che per quanto spiacevole ho trovato adeguatissima all'impianto della narrazione.
  17. Credo tu non abbia afferrato il fondamento del topic... Si trarrà di buttare giù un soggetto, ergo fornire uno spunto, non elaborare una potenziale storia pagina per pagina 😏... La trama, eventualmente (o meglio, MOOOLTO eventualmente), vi andrebbe imbastita sopra, almeno così credo. Che poi possa non piacere, a te come a chiunque altro, è del tutto legittimo e lo accetto, sia chiaro 😉.
  18. Dopo tanto tempo, ho deciso di provare nuovamente a cimentarmi con questo topic, buttando giù un soggetto cui ho iniziato a pensare durante la fresca rilettura di Colorado Belle, da cui ho mutuato alcuni personaggi. Mi scuso in anticipo qualora lo trovaste troppo lungo e/o un po' troppo crudo, in ogni caso mi farebbe piacere conoscere la vostra opinione. La vendetta di Little Wolf Nella prima metà dell'800, molti bambini e bambine indiani rimasti organi venivano sottoposti a programmi di rieducazione. Questo fu anche il destino di Little Wolf, ragazzino di etnia navajo, che dopo la morte dei genitori fu spedito presso il "Bentley Institute" di Philadelphia, istituto considerato all'avanguardia nella "rieducazione" dei giovanissimi nativi. In tale istituto, Little Wolf ed i compagni subirono terribili angherie da parte del personale, in particolare da parte degli inservienti Ridley e Sidwell e dei secondini Wetmore, Nokes e Keller, coperti dal sadico capo delle guardie Grissom e dal dottor Simmons, medico dell'istituto che non esita a trattare i ragazzi come cavie. Tali atrocità, perpetrate dai farabutti approfittando della debolezza e della codardia del direttore Wilkinson (il quale, frustrato poiché insoddisfatto del suo incarico, passava le sue giornate in compagnia della bottiglia), finirono inevitabilmente per minare la psiche di Little Wolf, che una volta compiuti 18 anni venne rispedito presso i Navajos, dove tra i pochi che riuscirono ad instaurare buoni rapporti con lui vi era stato Kit Willer. Anni dopo il suo ritorno tra i Navajos, Little Wolf, tipo taciturno e solitario, ha ormai messo su un piccolo appezzamento di terra ai margini della riserva; un giorno, si trovano a passare da quelle parti due balordi razzisti, che hanno la brillante idea di andare a divertirsi a spese di Little Wolf: inizialmente colto di sorpresa e pesantemente malmenato, il giovane navajo riesce a reagire picchiando a propria volta i due e, in un impeto di rabbia, come si trovasse a rivivere i vecchi traumi, li uccide senza pietà facendo scempio dei loro corpi. Recuperato il controllo di sé e realizzato l'accaduto, decide di impulso di fuggire, e Tex, dopo aver appreso in ritardo del fattaccio ed aver inutilmente cercato di riacciuffarlo, altro non può fare che prendere atto della sua scomparsa. Tempo dopo, Aquila della Notte riceve una lettera da Philadelphia: ad inviargliela è stato Charles Morrow, che lo informa di alcuni efferati omicidi - contraddistinti dallo scalpo strappato a tutte le vittime - che hanno gettato nel panico la città, con la polizia che brancola nel buio. Tex e il figlio Kit (che non conoscono per filo e per segno il passato del giovane) decidono dunque di partire alla volta di Philadelphia, dove ritrovano il reverendo Charles Morrow e, con lui, i giovani Mark ed Annie, divenuti giornalisti presso un quotidiano cittadino e prossimi a sposarsi. Con il loro aiuto, i due Willer iniziano ad indagare sugli omicidi, nel frattempo cresciuti di numero, scoprendo che quasi tutte le vittime (eccetto un paio di balordi dei bassifondi di Philly) erano ex inservienti o guardie del "Bentley Institute", tutti trucidati e privati dello scalpo. Solo a questo punto, Kit Willer per associazione di idee collega i fatti di Philadelphia con quanto avvenuto tempo prima ai margini della riserva navajo, rammemorando che Little Wolf, tipo di poche parole, gli aveva accennato di aver passato vari anni in un istituto della città. Incoraggiati dal possibile passo in avanti, Tex e Kit riescono con l'aiuto degli amici a rintracciare l'ex direttore Wilkinson, e sottoponendolo ad un interrogatorio, apprendono delle angherie cui Little Wolf e gli altri ragazzi venivano sottoposti al tempo. Intanto, Little Wolf ha avuto la sua vendetta sui suoi vecchi aguzzini, ultimo dei quali il dottor Simmons (in questo caso, Tex e Kit lo colgono sul fatto e ne mancano di un soffio la cattura). Continuando ad indagare, anche con l'ausilio della polizia, i due Willer scoprono che il giovane navajo si è nascosto in una zona assai povera della città, presso una pensione di infimo livello gestita da un altro ex convittore del "Bentley". Riuscito a trovarsi faccia a faccia con lui, Kit cerca di convincere Little Wolf ad arrendersi e consegnarsi alle autorità, promettendogli un giusto processo; il giovane navajo, avendo maturato la falsa convinzione che Kit sia un falso amico, finge di arrendersi ma, approfittando di un momento in cui Kit ha la guardia abbassata, lo colpisce in testa e lo tramortisce, accingendosi ad infliggergli il colpo di grazia, non fosse per Tex che, per salvare il figlio, si trova costretto ad uccidere Little Wolf. Addolorati per l'epilogo della vicenda, Tex e Kit si ripromettono però di parlare di quanto hanno appreso nel corso degli eventi al loro amico Ely Parker, affinché sia posta fine a certe ingiustizie e, soprattutto, a certi presunti sistemi rieducativi.
  19. In effetti, Kit "Mascara" Willer è una battuta che rasenta la genialità 😂..!!
  20. juanraza85

    [538/539] Colorado Belle

    E' sempre un piacere, per me, tornare a rileggere questa bellissima storia che, forse, è da sempre oggetto di una leggera sottovalutazione. Alla struttura tipicamente western, ricca di topoi quali la natura selvaggia, una tribù indiana, una variegata banda di assassini senza scrupoli ed una città fantasma, Boselli ha ben pensato di aggiungere un tocco di soprannaturale, appena accennato, una trovata assai "dampyriana" che, a mio parere, non solo non ne ha snaturato l'impostazione assai classica, ma al contrario le ha conferito il cosiddetto quid in più. Un risultato cui, ovviamente, ha contribuito non poco la superba prova ai disegni di Font. Credo proprio che Tex dica bene, alla fine: è come se lo spirito di Alice, in arte Colorado Belle, avesse effettivamente conservato un minimo di autocoscienza in attesa che il fratello Charles ne ritrovasse le spoglie e - aggiungerei - contestualmente potesse trovare finalmente pace con il contestuale castigo abbattutosi sui responsabili della sua morte. Per il resto, mi è piaciuta parecchio la caratterizzazione dei fuorilegge, a cominciare dal capo Deadman Dick, ciascuno con le sue peculiarità più o meno emerse e, quindi, non banalizzati come semplici criminali senza scrupoli. Stesso discorso per il loro (presunto) alleato Bisonte Nero, capo di una tribù di Utes nonché pittoresco filibustiere, oltre che naturalmente per gli occasionali pards dei Nostri, il reverendo Charles Morrow ed i giovani Mark ed Annie. Plauso ultimo, ma certo non per importanza, alla scelta di Boselli - evento non raro ma neppure così frequente in tanti anni di saga - di far coadiuvare Tex dal solo Kit, che non solo offre una prova impeccabile dimostrandosi degno figlio di suo padre, ma anche quando si trova a dover agire da solo lo fa con grande sicurezza e disinvoltura, prendendo sempre la decisione migliore.
  21. La stessa impressione che ho avuto anche io, ed aggiungo che anche gli altri volti disegnati da Laurenti in queste tre pagine di anteprima mi lasciano un po' perplesso. Ma sarei felicissimo se, quando tra un mese li vedremo su carta, dovessimo trovarli assai più gradevoli alla vista. Non ci resta che attendere. Per quanto riguarda la copertina, invece, chapeau! Molto evocativa, con il volto di Manuela Montoya nella parte superiore che rappresenta un evidente richiamo al passato per Kit Willer giustamente in primo piano, ed anche il formato scelto per il titolo secondo me si incastona alla grande con il disegno di Villa. Sulla storia in sé, la breve anteprima sembra riflettere una buona idea di base. In ogni caso, possiamo prepararci ad un giudizio particolarmente pignolo 😜...
  22. juanraza85

    [726/727] Il pistolero vudu

    Una volta tanto, devo ammettere con sommo piacere che le mie speranze hanno trovato accoglimento. Dopo aver letto la prima parte ed averla giudicata forse un po' troppo "viziata" da qualche dettaglio che forse avrebbe meritato di essere gestito meglio, a mio modo di vedere in questa seconda ed ultima parte della sua nuova fatica Ruju si è decisamente riscattato, facendoci immergere nello scontro aperto tra Tex e Carson da una parte e Carrillo e Marine dall'altra, per di più in casa di questi ultimi due (che dunque, oltre a fare intendere già dal primo albo di essere antagonisti alquanto rognosi e confermandosi tali in questo secondo, hanno anche il "fattore campo" dalla loro). Azzeccatissimo, secondo me, l'escamotage adoperato per chiarire l'esito del precedente duello tra Tex e Carrillo. Vorrei aggiungere un paio di cose, ma non vorrei rischiare di rivelare troppo per cui mi riprometto di attendere qualche altro commento. Posso solo esprimere il mio parere secondo cui Ruju, pur non avendo ancora raggiunto la piena consacrazione texiana, nel complesso ha realizzato - benché al netto, ripeto, di qualche dettaglio non curato al meglio - una storia che sa di incoraggiante passo in avanti nella giusta direzione.
  23. juanraza85

    Il Tex di Boselli è veramente Tex?

    Già, personalmente mi sento di affermare che Colorado Belle sia una storia di Tex ma dalla forte impronta dampyriana...
  24. juanraza85

    [593/595] La Mano Del Morto

    In realtà, io intendevo sottolineare che l'incontro di persona non è potuto avvenire affinché fosse garantita quel minimo di attinenza storica che non guasta mai, soprattutto con personaggi realmente esistiti del calibro di Wild Bill Hickok. Anche perché, e in questo concordo con te, fare coesistere un personaggio del genere con Tex, seppure in una sola avventura e pur adattandolo al contesto texiano, non sarebbe stata impresa facile (non impossibile, ma di certo un po' ardua).
  25. juanraza85

    [593/595] La Mano Del Morto

    A distanza di diversi anni, ho deciso di andare a riprendere questa storia, riuscendo ad apprezzarla assai più della precedente lettura, o forse al massimo delle due precedenti, ed a rivalutarla appieno, ovviamente al rialzo. Una storia complessa, figlia di una delle trame a mio avviso più complesse ed arzigogolate che Boselli abbia mai realizzato, che trae spunto dal controverso omicidio di cui fu vittima una leggenda del West come Wild Bill Hickok. Davvero un peccato che, per ovvi motivi, i Nostri non abbiano potuto incontrare di persona Hickok, ma hanno comunque modo di collaborare con una pard d'eccezione come Calamity Jane e dipanare un intrigo fittissimo e complicatissimo, culminato con la morte di tutti i mandanti dell'omicidio di Wild Bill Hickok. Un intrigo in grado non solo di rendere la storia avvincente e mai banale, ma anche di ovviare alla scarsa rilevanza fattuale degli antagonisti di turno, eccezion fatta per Harrigan che, nel corso della vicenda, ha modo di redimersi e, di fatto, convince Tex e Carson a chiudere un occhio circa il fatto che aveva quasi ucciso il loro amico sceriffo Will Patterson (in diverse circostanze, dubito che i due pards sarebbero stati altrettanto indulgenti). Ottima, di contro, la caratterizzazione di Calamity Jane, sia pure rimasta in incognito fin quasi alle battute finali della vicenda, ma comunque inarrestabile nel contribuire in parallelo a rendere giustizia a Wild Bill, tallonata con caparbietà da Kit Willer, anch'egli protagonista di una nuova prova in solitaria per circa un albo, in cui non corre alcun pericolo ma dimostra tutta la sua abilità nel conquistare la fiducia del giovane sioux amico di Calamity Jane e scoprirne l'identità. Assai felice, a mio avviso, la decisione di affidare i disegni ad Alfonso Font, che con il suo tratto notoriamente assai adatto alla raffigurazione di un West duro e selvaggio è stato in grado di conferire un certo fascino ad una storia che rappresenta uno spaccato dell'epoca western nella sua fase più realistica nonché, in un certo senso, anche crepuscolare. Molto suggestive, in particolare, le pagine del primo albo in cui si ripercorrono l'omicidio di Wild Bill ad opera di Curly Jack McCall ed il farsesco processo che seguì, al pari di quelle in cui, nel terzo albo, si ammira la selvaggia bellezza delle Black Hills, oltre che quelle della resa dei conti finale a Deadwood.
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