Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

juanraza85

Ranchero
  • Contatore Interventi Texiani

    1695
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    36

Tutto il contenuto pubblicato da juanraza85

  1. A margine della fresca lettura della seconda ed ultima parte, ritengo che nel complesso Ruju abbia svolto un buon lavoro, coadiuvato da una prova ai disegni di Prisco che, partito un po' traballante nel primo albo, si è tutto sommato ripreso in questo secondo, anche se sarebbe bene accetto un tratto più "personale", ossia che tenti meno di imitare lo stile di altri disegnatori. In definitiva, pur non toccando vette di eccellenza, mi sento di affermare che l'autore sardo è a mio avviso riuscito - pur al netto di ritmi forse troppo veloci che non hanno concesso l'approfondimento di alcuni dettagli - a rendere la storia abbastanza interessante e piacevole da leggere, e tale da da non farla ricordare come una mera "storia di passaggio" tra la precedente avventura nel Grande Nord e la doppia di prossima uscita con Mefisto e Yama. In particolare abbastanza corretto ed azzeccato, a mio avviso, il lavoro di Ruju in relazione alla gestione ed alla caratterizzazione di Quercia Rossa, le cui peculiarità nel bene o nel male sono state secondo me ben incastonate nell'economia della sceneggiatura, uscendone quindi in un certo senso valorizzate, benché di contro si debba registrare una prestazione forse non troppo appariscente di Tex e Carson, forse poiché fedeli alla promessa di lasciare spazio all'anziano comprimario d'occasione per ottenere la propria vendetta. Apparentemente poco approfondita anche la figura dell'antagonista Chogan, ma probabilmente trattasi di una scelta ponderata al fine di far risaltare al meglio l'operato dei Nostri. In effetti, la possibilità di una sorta di spin-off non è da escludere. Diciamo che Ruju ha probabilmente voluto lasciare la porta aperta a tale soluzione, e sono anzi propenso a credere che se un domani dovesse ritenere di aver una buona idea al riguardo non disdegnerebbe di metterla in pratica. Personalmente, non parto così prevenuto, e d'altronde immagino non avverrebbe tanto presto.
  2. juanraza85

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Se all'epoca in America le regole per votare erano le medesime di adesso (guarda le elezioni del 2020), al pari di qualsiasi altro cittadino americano credo che Tex avrebbe potuto votare dove voleva, ed anche più di una volta. Tanto non vi erano registri elettorali come in Italia, dunque pressoché nessun controllo.
  3. Di tutte le storie che hanno visto antagonisti Mefisto e/o Yama, questa è di gran lunga la peggiore, purtroppo un passo falso di GLB, uno dei pochi commessi nel corso della sua lunga carriera. Una storia che, secondo una mia impressione, era stata al tempo pianificata come un'avventura di ampio respiro, con un impianto di base molto ambizioso, ma che purtroppo nella messa in pratica ho trovato assai malriuscita. Si salvano parzialmente i disegni di Galep, a mio giudizio un po' più statici del solito ma comunque di livello più che accettabile. Come ormai era divenuta prassi consolidata nelle vicende che hanno visto Tex ed i pards scontrarsi con Yama, la storia inizia con la fine della precedente avventura: Yama, salvatosi dal vorticoso fiume posto sotto il teocalli dello Yucatan solo grazie a una torma di pipistrelli inviati dal padre Mefisto, si trova poi a colloquio virtuale col sinistro genitore, che gli detta una vera e propria "agenda della vendetta" contro Tex e compagni, ordinandogli di svolgerlo in due tempi, dapprima ricorrendo ai seguaci del voodoo di Tampa e successivamente ai superstiti aztechi della Sierra Encantada (ove i pards avevano a suo tempo sconfitto Tulac ed il Signore dell'Abisso). Premettiamo che già la tempistica della storia mi ha lasciato molto perplesso, poiché il terzo capitolo di Yama vs Tex inizia già nel viaggio di ritorno dei quattro pards da Veracruz a Tampa, dove i Nostri non hanno alcuna difficoltà nello sgominare i tentativi, invero piuttosto goffi e inconsistenti (a partire dal tentativo di pestaggio per finire con la strega che tormenta Tex tramite la bambolina), che i seguaci del voodoo mettono in atto al solo scopo di lanciare una sorta di ammonimento ai quattro, che sulla via del ritorno verso l'Arizona fanno tappa dal Morisco (la cui casa ha fatto in tempo ad essere ricostruita dopo lo scontro con Rakos che, come sappiamo, avviene DOPO l'avventura contro Yama nello Yucatan, andando dunque di fatto ad intersecarsi tra due scontri con Yama tra loro contigui ), e da qui si recano nella Sierra Encantada per lo scontro finale, dove la magia dello stregone di Pilares consente a Tex di battere con sorprendente facilità uno Yama ormai allo stremo delle forze fisiche e psicologiche. Per tutta la durata della lettura, che per quanto mi riguarda l'eccessiva verbosità - altro che il ritorno della señorita Montoya, verrebbe da dire ! - ha reso poco scorrevole ed anzi assai pesante, mai si ha l'impressione che Tex ed i pards possano correre reali pericoli e nemmeno avere particolari difficoltà, né contro i vuduisti, né tanto meno contro gli aztechi. Neanche la strega di Tampa, che si diverte a tormentare Tex con un paio di "pungiglionate", crea davvero problemi (un po' troppo forzatamente immediata, a tal proposito, l'intuizione di Tiger relativa alla bambola voodoo), ma la Palma d'oro per la peggiore performance tra gli antagonisti spetta senza alcun dubbio a Yama. Proprio lui, Yama, nonostante i propositi bellicosi di immediata vendetta nei riguardi di Tex, sembra invece giungere a tale appuntamento stanco ed agitato: certo, gli anelli magici che El Morisco fornisce ai quattro pards - uniti alle sue conoscenze di magia nera - sono un ostacolo che lui non poteva preventivare, ma al di là di questo lungo l'intero arco della storia il figlio di Mefisto dà l'impressione di stare progressivamente esaurendo le energie psicofisiche, e con esse le proprie capacità occulte, culminando nell'enigmatica dissoluzione della sua sagoma nel finale (a causa della quale, avremmo appreso in seguito, cade in depressione e rimuove qualsiasi conoscenza di magia), dimostrando quindi in maniera definitiva e roboante di essere una versione depotenziata del padre. Piuttosto grottesca, a mio avviso, la decisione di GLB di affiancargli Aryman, pipistrello parlante con volto da diavoletto, che può essere evocato da Yama con una ridicola formuletta ("Ari, ari, Aryman!", roba che manco su Topolino credo propongano più...), o toccando il sigillo col serpente su quella specie di casco da parrucchiera per signore che Mefisto impone al figlio. In realtà un demone, inizialmente indicato come una sorta di consigliere per Yama e col passare delle pagine diventato una sorta di maggiordomo, a tratti non sembra trattenere una sorta di disprezzo per il figlio di Mefisto. Avrebbe potuto essere evitata, su tutte, la sequenza del suo conciliabolo con un avvoltoio, degno forse delle più scadenti fiabe di Esopo (quelle eventualmente mai pubblicate, intendo).
  4. Presidente assai chiacchierato, di fatto un dittatore più che un presidente. Non è certo da considerarsi un caso, del resto, se in quel paio di circostanze nella saga texiana in cui ricordo che si accenni al presidente del Messico nel "presente" non se ne fa il nome: credo sarebbe un po' troppo associare il nome di un galantuomo come Montales ad un personaggio controverso come Porfirio Diaz .
  5. Storia più che buona, anche se dal mio punto di vista non un capolavoro, specialmente se confrontata ad altre avventure di Tex ambientate nel nord del continente americano. In ogni caso, è sempre un piacere vedere i quattro pards al gran completo districarsi in contesti innevati ed ancora semiselvaggi, come in questo caso il Montana, così distanti geograficamente e non solo dalla loro Arizona. Trama scorrevole e senza fronzoli, quella orchestrata da GLB, ben coadiuvato nella parte grafica da un Tocco ancora alle prime armi, che non parte benissimo (nelle primissime vignette i volti sono estremamente allungati, quasi alla Leo Pulp senza nasone ), ma impiega poco a registrarsi ed a sfornare una prova abbastanza convincente, in particolare per quanto riguarda i maestosi scenari delle Montagne Rocciose. La morale che potremmo trarre dall'incipit della vicenda, seppur banale, è che se non è Tex a cercare guai da redimere, sono i guai che vanno in cerca di Tex per essere da lui redenti; ed è decisamente ciò che accade stavolta, quando nei pressi delle Rocciose i quattro si imbattono in maniera del tutto casuale nel cadavere di un sioux, prossimo a diventare pasto per un piccolo branco di lupi. Scacciati con le cattive i famelici animali, Tex ed i compagni non fanno fatica a notare quanto pelle ed ossia sia il cadavere del povero indiano, è dopo aver individuato e raggiunto il villaggio da cui questi era partito non tardano a comprenderne il motivo: la tribù di Falco Nero, con cui vive anche il frate missionario padre Fulton, sta letteralmente morendo di fame a causa di aiuti del governo mai pervenuti. Dai racconti di padre Fulton, Tex e Carson comprendono subito quel che sta accadendo: nelle vicinanze del villaggio, infatti, è stato individuato un ricco giacimento d'oro, cui il missionario aveva già attinto per acquistare dall' agente indiano - nonché ricco mercante ed imprenditore di Great Falls - Nick Billing ulteriori beni di prima necessità, senza pensare (piuttosto ingenuamente, direi) che proprio ciò aveva attirato sul villaggio le losche mire di Billing, il quale - come Tex scopre poco dopo, sbatacchiando come solo lui sa fare il suo complice sergente Slater - ha deliberatamente trascurato di inviare i rifornimenti per l'inverno col cinico calcolo di sterminare per fame la piccola tribù e, dunque, avere poi campo libero per impadronirsi dell'oro. Un piano tanto abbietto quanto ben pensato, non fosse per la benedetta variabile Tex Willer che, manco a dirlo, decide di ristabilire Giustizia, lasciando Kit e Tiger a procurare cacciagione per i Sioux e, soprattutto, occupandosi in prima persona con Carson di dare una lezione a Billing, avvalendosi in più della collaborazione dell'onesto sceriffo Logan. Non che Billing se ne stia fermo; al contrario, tenta in ben due circostanze di far uccidere Tex e Carson, oltre ad inviare alcuni dei suoi a dare il colpo di grazia alla tribù di Falco Nero (la quale, secondo i suoi calcoli, avrebbe ormai dovuto essere allo stremo), ma le sue velleità vengono letteralmente mortificate dai quattro pards, che pur agendo in coppie separate si rivelano avversari troppo in gamba per banditi che, alla prova dei fatti, si rivelano alquanto inconsistenti. Finale dal sapore agrodolce: se da una parte i militari del vicino forte inviano i sospirati rifornimenti alla tribù, a Great Falls il mercante Billing riesce a suo modo a sfuggire ai rigori della legge, annegando nel Missouri nel tentativo di traversarlo con una slitta che, però, risulta troppo pesante da sostenere per lo strato di ghiaccio ancora troppo sottile.
  6. juanraza85

    [164/166] Apache Kid

    Senza dubbio alcuno, tale storia rappresenta una delle più alte vette narrative raggiunte da GLB, che qui attinge alla Storia mescolando con sostanziale accortezza, al netto di qualche licenza, la vera vicenda dello scout Apache Kid ad un'avventura di Tex, nell'occasione accompagnato dal solo Carson. Una delle storie della saga che, meglio delle altre, contribuisce a far comprendere a noi lettori quanto difficile fosse la condizione dei nativi americani nel West, e come fosse sempre pronta a deflagrare, anche a causa di un semplice fraintendimento, la convivenza tra uomini bianchi ed uomini rossi, a tutt'oggi mai del tutto risolta. In una sceneggiatura che trasuda malinconia e tristezza sin dalla prima pagina e che, giunta a conclusione, non può che lasciare un'enorme e spiacevolissima sensazione di amaro in bocca, splendidamente valorizzata nella sua drammaticità dai disegni dal tratto tipicamente malinconico ma assai empatico di Erio Nicolò, GLB cuce maestosamente addosso a Tex i panni di paladino della Giustizia (con la G maiuscola, che intende dunque indicare quella che si applica con il buonsenso prima ancora che con un freddo e rigido codice di leggi), tratteggiandone la risolutezza nel difendere a spada tratta, e senza alcun secondo fine che non sia quello di difendere strenuamente la pace nella zona, la causa di Apache Kid e dei suoi compagni, vittime di una punizione eccessiva e sostanzialmente evitabile da parte dell'ottuso capitano Pierce, tipico militare tutto d'un pezzo e ciecamente ligio al protocollo. Nonostante, in effetti, Tex - e con lui Carson - funga più da spettatore che da attivo protagonista della vicenda, credo sia impossibile non rimanere ammirati dalla caparbietà con cui, spalleggiato dal fedele pard (il quale, invero, resta abbastanza in secondo piano per l'intera storia), il Ranger si adoperi in tutti i modi dapprima per ottenere un trattamento coi guanti bianchi per Apache Kid ed i suoi compagni (esponendosi in prima persona, ma venendo beffato all'ultimo dal capitano Pierce e dal generale Miles, nei confronti dei quali Tex non manca poi - in due scene da applausi - di esprimere tutto il suo sdegno, con Carson che, più per salvare le apparenze che per altro, tenta di contenerne l'impeto), in seguito tentando di limitare i danni che la banda di ex scout, ormai del tutto fuori controllo poiché consapevoli di non avere più nulla da perdere, dissemina nella regione. Molto suggestivo il finale, in cui Tex e Carson riescono finalmente a raggiungere Apache Kid ed i suoi compagni, sventandone l'ennesimo eccidio di fatto inutile ed arrivando addirittura ad offrirgli ospitalità nella sua riserva, a patto che essi abbandonino le loro scorrerie. Pur riconoscente ad Aquila della Notte per ciò che ha fatto ed è pronto a fare per lui ed i suoi uomini, lo scout decide di continuare per la propria strada, e non passa troppo tempo prima che, fatalmente, giunga la sua ora nell'ennesimo scontro a fuoco. Muove inevitabilmente a commozione l'ultima scena, quando i pards al gran completo rivengono i resti di Apache Kid, cinicamente lasciati alla mercé di coyote ed avvoltoi, e provvedono a dargli sepoltura, assicurandogli dunque un pizzico di quella Giustizia che avrebbe meritato molto tempo prima.
  7. Pur non raggiungendo le vette di eccellenza della precedente storia di Tex con lui antagonista, per quanto mi riguarda Il ritorno di Yama è un'altra di quelle avventure che non può non rimanere impressa nella mente di un lettore appassionato. Al contrario di quanto sostenuto dal mio quasi omonimo pard @Juan Ortega nel post appena precedente al mio, la gestione di Yama da parte di GLB mi ha lasciato abbastanza soddisfatto: partendo dal presupposto che Yama non è palesemente in grado di eguagliare il defunto genitore in quanto a carisma, seppur paradossalmente dotato - almeno così mi è parso, in particolare in questa seconda comparsata - di poteri anche superiori a quelli del padre (facile, verrebbe da dire, quando si dispone di un patrimonio di conoscenze già a sua disposizione in una catasta di libroni, e dunque solo da approfondire ), come ad esempio la capacità di uccidere a distanza tramite una sorta di teletrasporto di un sicario (Loa nella precedente avventura, l'indio maya che attenta alla vita di Nuvola Rossa in questa), stavolta a mio parere il figlio di Mefisto si mostra più maturo ed accorto nei comportamenti, nonché se vogliamo più capace di ricorrere alla diplomazia, come dimostra la sua decisione di costituire attorno a sé una schiera di fedelissimi che insignisce di onori sacerdotali, consapevole della probabilità di dover prima o poi fronteggiare la rivalsa della bella Manuela e del suo fido Matias. In altre parole, ai miei occhi lo Yama che si trova di fronte Tex appare più maturo e padrone delle arti oscure, ed anche determinato nel perseguire la sua vendetta. Salvatosi miracolosamente dal terribile naufragio del suo veliero, Yama si ritrova nei pressi delle coste della penisola dello Yucatan, dove viene tratto in salvo da alcuni indigeni di ascendenza maya cui fa credere di essere reincarnazione di Kukulcan, e condotto nel loro covo nei pressi di un grande tempio nella lussureggiante foresta dello Yucatan, dove fa la conoscenza di Manuela Romero e da dove non tarda a ricamare un nuovo tentativo di vendetta ai danni di Tex e dei pards, i quali non solo raccolgono la sfida senza troppo esitare, ma hanno anche la felice intuizione di fare tappa a Città del Messico per chiedere maggiori indicazioni al vecchio amico Montales. Decisione, questa, che segnerà la loro fortuna (un altro colpo da biliardo nella sceneggiatura di GLB, secondo me), poiché Montales li incarica di recapitare un importante messaggio a Manuela Romero, figlia e legittima erede del defunto governatore di Tabasco costretta a fuggire nella foresta per sottrarsi alla volontà di ucciderla dello zio, in cui la fanciulla viene informata di poter tornare a riprendere possesso dei beni del padre. La mossa di Montales, di fatto, vanifica l'astuta trappola che Matias organizza ai danni dei quattro pards su commissione di Yama: se Tiger viene comunque condotto presso il tempio per essere immolato a Kukulcan (come Yama fa credere ai maya di cui ha ormai assunto pieno controllo), Tex viene catturato insieme a Kit e a Carson, ma parlando con Matias ha modo di comunicargli le novità riguardanti Manuela e non fa alcuna fatica a trascinare dalla sua parte i due, che da tempo avevano già iniziato a diffidare del figlio di Mefisto. Tali fortunose circostanze consentono ai pards di poter salvare Tiger Jack appena prima che i sacerdoti possano immolarlo a Kukulcan, e a sventare la nuova minaccia portata da Yama. Un epilogo, questo, che è forse la vera nota stonata della storia, e non le permette di eguagliare la precedente fino in fondo: la fase finale, infatti, si svolge forse in maniera un po' frettolosa, e soprattutto lascia il vago sapore di una "vittoria di Pirro, in quanto Yama, in un estremo tentativo di colpire a morte Tex con un dardo avvelenato, colpisce invece Manuela che, all'ultimo, si pone dinanzi al Ranger e muore al suo posto (decisione di sceneggiatura forse indispensabile, dato l'andamento degli eventi, ma forse un po' forzato, in virtù del fatto che Manuela avesse fatto la conoscenza dei pards solo poco prima), dopodiché si dà alla fuga e, sacrificando anche buona parte dei suoi "fedelissimi", finisce casualmente inghiottito dalle acque di un vorticoso fiume sotterraneo, venendo creduto morto (ma non troppo), ed invece come sappiamo si salva grazie all'aiuto dei piccoli figli alati della notte. Un peccato, dunque, che un finale dai ritmi un po' troppo affrettati abbia in parte mitigato una storia dall'impianto più che valido, in cui GLB ha a mio modo di vedere ben gestito e caratterizzato Yama, ed anche la sfortunata Manuela ed il suo fedele Matias, alleatisi allo stregone più per disperazione che per convenienza, e mai davvero in sintonia con lui. Magnifici anche i disegni di Galep, bravissimo ad illustrare la giungla dello Yucatan in tutta la sua selvaggia ed incontaminata bellezza, per tacere del teocalli.
  8. juanraza85

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Tutti personaggi che sono stati utilizzati per la prima volta quando su Tex non badavano alla Storia, quella con la esse maiuscola. Guarda Bad Hand MacKenzie, la sua storia mi sembra simile, se non uguale a quella della realtà. Vedi i Mathers e Brown..... Boselli presta molta più attenzione alla storia rispetto agli altri. Siamo d'accordo, anzi d'accordissimo, che @borden tenga in maggiore considerazione rispetto ad altri sceneggiatori del passato la Storia, quando si tratta di mescolarla alle avventure di Tex, ed è una cosa che io per primo apprezzo moltissimo, esattamente come te . Il mio precedente intervento mirava perlopiù a ricordarti come in Tex e nel fumetto in generale, all'occorrenza, la Storia non sia un ostacolo così insormontabile allo sviluppo di una trama. Onde per cui, io credo ne consegua che la decisione di accantonare o meno l'affascinante Kate Warne dopo la sua prossima apparizione nel Texone in uscita tra un anno dipenderà solo ed esclusivamente dalle inclinazioni e dalle idee al riguardo di Boselli.
  9. juanraza85

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Torna l'anno prossimo nel texone di Dotti, ambientato durante la guerra civile. Poi, boh, farla tornare una terza volta sarebbe difficile, perché muore nel '68. Quest'ultimo dettaglio conta poco, nel mondo di Tex . Anche Ely Parker, quello realmente esistito per intenderci, svolse il suo mandato presso l'Ufficio per gli Affari Indiani solamente dal 1869 al 1871 (carica che invece, nel nostro fumetto preferito, mantiene tuttora a prescindere da chi sia il presidente), sotto il presidente Ulysses Grant, altro personaggio che Tex incontra due volte (benché il nome non sia mai esplicitamente rivelato, immagino per motivi di opportunità), nonostante nella realtà storica il suo mandato durò dal 1869 al 1877, un anno dopo la battaglia del Little Bighorn per intenderci. Per tacere, ultimo ma non ultimo, di Cochise, tra i più grandi amici di Tex. Il personaggio storico passò a miglior vita nel 1874, l'amico di Aquila della Notte è invece tuttora arzillo come un leone di montagna.
  10. Beh, non direi. Le tre avventure con Mefisto sono fra le più appassionati fra quelle pubblicate nei primi 100 numeri. E come "villain" era entrato nell'immaginazione di un sacco di ragazzi (pensaci: la sua ultima apparizione da vivo e come avversario è stata nel 1968, e i lettori hanno continuato a chiederne il ritorno fino al 2002, 34 anni dopo! (poi è arrivata la mefistolata e hanno smesso di chiederlo) Il fatto che era un personaggio difficile da gestire (soprattutto per la sua potenza) non significa che GLBonelli non sia riuscito a gestirlo bene. Nell'ultima avventura per esempio molti autori "moderni" ridono magari dei seminoles rappresentati come indiani generici, ma poi se gli fanno fare una storia di Mefisto lo fanno stare in un retrobottega ad evocare "realistici" dinosauri... GL Bonelli ti metteva un castello medioevale in mezzo alla palude, e la musica dell'organo nella notte mentre creature demoniache uscivano a colpire per conto di Mefisto.. Solo che, più di così, cosa gli facevi fare? Per me è (anche) per questo che l'ha sostituito con un personaggio più gestibile (o forse no, forse ha semplicemente pensato che era una buona idea per una storia senza stare a farsi le pive che ci facciamo noi... ) Il fatto che io abbia avuto l'impressione che Mefisto a suo tempo non fu forse gestito appieno ed al meglio non implica affatto, credimi, che io automaticamente consideri da buttare le storie glbonelliane con lui antagonista. Al contrario, basta rileggere i commenti relativi nelle apposite sezioni per capire quanto io abbia apprezzato le prime tre (includendo anche l'avventura in Messico, con Mefisto semplice spia con capacità di prestidigitazione), ed in effetti decisamente meno - in special modo dopo l'ultima recente rilettura - Black Baron. Questo, forse, potrebbe in parte spiegare anche la decisione di farlo resuscitare (un onore decisamente toccato a pochi, qualcuno dei quali certamente in possesso di virtù migliori di Steve Dickart , ma questo è un altro discorso), che poi Nizzi abbia realizzato una storia non pienamente soddisfacente (dal mio punto di vista, comunque, non del tutto disastrosa), anche questo è un altro discorso. La mia, ovviamente, è un'ipotesi strettamente personale, che non pretendo in alcun modo ergere a unica spiegazione plausibile .
  11. Poiché il sondaggio tira in ballo anche i nemici, secondo me non ci starebbe male neanche una storia in solitaria della Tigre Nera, magari anche ambientata nel periodo precedente al suo primo scontro con Tex...
  12. Sono state considerazioni di questo tipo, in particolare, a far sorgere in me l'impressione che GLB possa aver creato Yama per "redimersi" dalla precedente gestione di Mefisto, probabilmente non valorizzato né approfondito appieno. Eh, chissà che fine ha fatto lo scheletro di Mefisto, praticamente lo calpestano (senza riconoscerlo) Yama e Loa a pagina 67 del primo albo, ma poi quando arriva Tex non c'è più... l'avranno gettato.. Non che fosse un elemento di rilevanza imprescindibile, tuttavia in quanto Arcinemico GLB avrebbe potuto concedere ai quattro pards la piccola soddisfazione di rinvenirne i miseri resti... Che poi, di fatto, i quattro più Thomas avessero in quei momenti ben altre priorità è un altro discorso. Ma già che c'erano ...
  13. A conclusione della mia recente rilettura di questa storia, ho potuto riapprezzarne appieno la bellezza, data in primis dalle atmosfere magiche, e non secondariamente da una sensazione di completezza che, a dirla tutta, io non avevo avvertito nelle precedenti storie con antagonista Mefisto. Quasi quasi, sono stato indotto a pensare che l'idea di GLB di far subentrare a Mefisto - ormai condannato a morte nei sotterranei del castello - potesse essere interpretata come una volontà di colmare una sorta di lacuna. Molto suggestivo, nonostante la "voce narrante" un po' inquietante, il preambolo della vicenda, che parte dalla conclusione di Black Baron: i militari di Fort Myers prendono a cannonate il castello dove risiedono Mefisto ed il Barone de Lafayette proprio nel momento in cui i due si stanno azzuffando a causa dei diamanti trafugati da Loa ed Orami, difesi a spada tratta dal Barone nonostante le fondate accuse di Mefisto. Entrambi i sinistri personaggi vengono colpiti dai crolli causati dalle detonazioni: il Barone, schiacciato da una colonna, muore sul colpo, mentre Mefisto, sotterrato da una gragnuola di pietre, dopo un po' si riprende, accorgendosi però di di avere alcune costole rotte e chissà cos'altro, e dunque di essere ormai vicino alla morte. Il suo odio per Tex Willer, tuttavia, lo induce a prendere contatti col figlio Blacky, artista girovago senza particolari talenti, invitandolo a proseguire nella sua vendetta e lusingandolo con i vantaggi che, pur al netto di esperienze assai spaventose, ne deriverebbero. Blacky Dickart non ci pensa due volte a piantare in asso l'imponente madre Myriam, e parte alla volta della Florida, dove non perde tempo nel prendere contatto con Loa, presa prigioniera dai Seminoles e divenuta moglie di Yampas, per impossessarsi dei libri di magia nera del padre e, poco a poco, apprenderne la conoscenza. Se inizialmente si può anche rimanere impressionati dalla relativa rapidità con cui il giovane (anche se dimostra infiniti anni in più ) apprende i rudimenti della magia nera, non si tarda molto a rendersi conto che, di fatto, Yama - il nuovo nome che le potenze oscure scelgono per lui - possiederà anche predisposizione per la materia, ma non ha né il carisma né il sangue freddo del padre. Basti pensare al suo viaggio nel Regno del Popolo di Petra, esperienza senza dubbio agghiacciante che lo lascia a dir poco terrorizzato (c'è poco da dire, il padre era molto più padrone della materia). Relativamente facile è per lui aiutare Loa a vendicarsi di Yampas, pressoché impossibile fare paura a Tex ed ai pards, che non solo raccolgono immediatamente l'invito a tornare in Florida, sulle prime persuasi che Mefisto sia ancora vivo, ma rintuzzano con una certa nonchalance tutti i tentativi di Yama di prenderli prigionieri. Solo allorquando Yama, con l'involontaria complicità del servo Thomas, tenta di intrappolarli negli stessi sotterranei dove giacciono i resti di Mefisto (strano, a proposito, che Tex e gli altri non vi si imbattano), i quattro pards hanno qualche oggettiva difficoltà in più, non fosse per Tiger Jack che, dimostrando di avere sensi molto sviluppati, nota una corrente d'aria provenire da un idolo, ne intuisce il perché e scova la via di fuga, poi completata dalla scoperta di un ulteriore passaggio che porta fuori dai sotterranei. Al pari del prologo, maestoso anche l'epilogo: Thomas, colmo di rancore verso Yama e Loa e desideroso di vendicarsi, torna a bordo del veliero che Yama ha reso la sua base e convince gli altri servi ad impacchettare i due "datori di lavoro" per consegnarli a Tex, commettendo però l'errore - di cui non poteva essere a conoscenza, intendiamoci - di gettare in mare la sfera magica del negromante, gesto che provoca dal nulla una disastrosa tempesta che, fatalmente, spinge la nave al largo, senza che Tex ed i pards, che assistono impotenti dalla riva a quanto accade, possano tentare qualcosa per impedirlo. La magia che permea l'albo dall'inizio alla fine, va detto, sembra aver positivamente ispirato anche Galep, autore forse di una delle migliori prove di sempre, regalando disegni accuratissimi e particolarmente rifiniti nei dettagli, sia per quanto riguarda le figure dei personaggi che per quanto concerne le selvagge ambientazioni. Stesso dicasi in relazione alle copertine, tutte colto suggestive, ad eccezione di quella, invero piuttosto anonima e decontestualizzata, de I quattro amuleti.
  14. A me piacerebbe molto una storia in solitaria con Tom Devlin...
  15. Proprio come te, e come ho già detto, io la trovo perfettamente ad hoc per una storia con Mefisto .
  16. In realtà quella cui ti riferisci tu è la sua penultima comparsata; l'ultima è stata in La seconda vita di Bowen, del 2019. Comunque sia, anche io sono curioso di vedere quale spazio sarà ritagliato per Devlin, che da quanto si intuisce non passerà bellissimi momenti con Mefisto... Tornando sulla copertina, in precedenza ho omesso di dire la mia sul logo recante la M di Mefisto, e convengo che si sarebbe potuto evitare, in quanto mi sembra assai pleonastico. Non sono d'accordo con @ymalpas, invece, riguardo l'assenza di Mefisto in copertina, che presumo sia stata risparmiata per qualcuno dei successivi albi. Non che ci fossero sorprese o misteri da mantenere, poiché del ritorno dell'Arcinemico sappiamo tutti da un pezzo, ed i pochi lettori che non lo avessero appreso sul TWF o sul sito SBE lo avranno saputo dalla quarta di copertina dell' albo di questo mese, per cui mi piace pensare che Villa abbia voluto in qualche misura ricalcare lo sguardo satanico di Mefisto della copertina del numero 501.
  17. La copertina è stupenda, pur al netto dell'inquietudine che potrebbe suscitare. Le tinte così cupe, che di primo acchito potrebbero risultare pesanti, sono però adattissime dato il contesto. Lasciamo assai ben sperare anche le due pagine postate. Dalle anticipazioni di trama fornite da @ymalpas, Mefisto sembrerebbe tornare ad incrociare la strada dei pards in maniera apparentemente casuale. Se così dovesse accadere, ma faccio fatica a crederlo, sarà interessante vedere cosa ha escogitato @borden .
  18. I numerosi post scritti negli ultimi giorni mi hanno stuzzicato al punto da farmi venire voglia di andare a rileggere questa storia, di importanza a dir poco fondamentale nella saga texiana. Inutile ribadire che si tratta di una storia memorabile, in cui GLB ci mostra un Tex duro e risoluto come raramente lo si è visto nel perseguire la propria vendetta, ma al contempo anche fragile e malinconico. Del resto, non avrebbe potuto essere altrimenti, dopo che un'epidemia di vaiolo provocata ad arte con un carico di coperte infette ha mietuto numerose vittime tra i Navajos, tra cui anche la stessa Lilyth. Praticamente impossibile non commuoversi e non provare un brivido nel momento in cui Tex, al colmo del dolore per la perdita della propria amata, urlando a squarciagola promette di vendicarsi dei criminali che hanno causato la mortale epidemia, scagliano una lancia sulla tomba della donna per sancire il giuramento. Relativamente facile, per Tex e Tiger, risulta fare giustizia ai danni di Higgins e dei suoi uomini, coloro che avevano materialmente consegnato le coperte infette nella riserva, decisamente più studiata la rivalsa nei confronti dei mandanti Brennan e Teller, nel frattempo stabilitisi ad El Paso, benché la rivalsa riesca solo a metà, poiché Brennan riesce fortunosamente a salvarsi e a dileguarsi per anni. Fino al giorno in cui Tex apprende per caso nuove notizie sul suo conto e, forte della determinazione che lo contraddistingue quando si tratta di mantenere una promessa (una promessa che, soprattutto in questo caso specifico, DEVE essere onorata), si getta come un lupo sul sentiero di caccia insieme ai pards sulle tracce dell'ex trafficante di armi, ora riciclatosi rispettabile banchiere. Poco importa che, nel frattempo, Brennan si sia spostato in Louisiana, dove si appresta a diventare proprietario di una bisca galleggiante. Tex ed i pards lo inseguono senza esitare, trovando insospettabili alleati che li aiutano ad imbastire una vendetta da pelle d'oca, facendo vivere a Brennan un'esperienza che lo ricatapulta ai misfatti compiuti tanti anni addietro, terrorizzandolo con scheletri e sinistre voci, ed infine ponendo fine alla sua vita, in un drammatico incendio della barca condotta al largo, lontano da occhi indiscreti. Da brividi la durezza - comprensibile - ostentata da Tex nell'attimo in cui la tragedia ha il suo compimento, ed estremamente suggestiva l'ultima vignetta della storia, quando nel momento stesso in cui Brennan trova la morte una raffica improvvisa di vento spezza la lancia incastonata sulla tomba di Lilyth, con la colonna sonora dell'ululato di un coyote solitario. Non esito, per concludere, a definire questa come una delle più alte vette narrative mai raggiunte da GLB, se non la più alta in assoluto, è lo stesso vale per Galep, autore di una delle migliori prove di sempre, nella quale contribuisce non poco a rendere al meglio lo stato d'animo che accompagna Tex per tutta la durata della vicenda.
  19. Intanto, impossibile non commentare la bellezza e la suggestione della copertina del primo albo, che io azzarderei ispirata a quella del n° 436 della regolare Wild West Show, anche se è superfluo aggiungere che il colpo d'occhio regalato dalla cover de I guerriglieri di Juan Cortina è notevolmente superiore.
  20. Ammirare Jesse Hawks ancora giovane e con la vista ancora efficiente sarebbe un'ulteriore chicca in una storia che già di per sé promette molto bene...
  21. juanraza85

    [93/95] Black Baron

    A differenza delle precedenti comparsate di Mefisto targate GLB, quest'ultima devo ammettere di averla trovata una mezza delusione, o per meglio dire una grande occasione sprecata. Probabilmente, o almeno dal mio punto di vista, l'errore di GLB è stato quello di voler in un certo senso strafare, con l'inserimento di tanti personaggi - non tutti adeguatamente valorizzati - ed una gestione a mio parere non impeccabile delle tempistiche e della logistica degli eventi. In primis, fa rabbrividire che Tex venga informato dell'evasione dal manicomio criminale di Mefisto solamente DUE ANNI DOPO. Davvero difficile da digerire, anche in virtù del fatto che Flagstaff è abbastanza vicina alla riserva Navajo, senza considerare la reazione di Tex nell'apprenderlo: il Tex che conosciamo avrebbe messo come minimo a soqquadro l'ufficio del dottor Toland, adirato per non essere stato informato immediatamente dell'accaduto (per tacere del pensiero di ciò che, nei due anni trascorsi, potesse aver combinato l'Arcinemico), invece il Ranger e Carson si limitano a prenderne atto e ad attivarsi per rintracciarlo. Altra questione che non mi ha convinto, la gestione dell'alleato d'occasione di Mefisto, il Barone de Lafayette (nonché sedicente reincarnazione di Baron Samedi): potenzialmente avrebbe potuto risultare di grande utilità ai fini narrativi, invece GLB si limita a macchiettizzarlo come un fanatico vuduista fuori di testa, e neanche troppo arguto (vedasi come difende ciecamente Loa dinanzi alle successive e circostanziatiatissime accuse di Mefisto circa il furto dei diamanti), che si occupa solo di bearsi nelle proprie convinzioni di deità e di tenere i contatti tramite l'affascinante Loa con un mercante d'armi di New Orleans. Stesso discorso vale per quest'ultima, Otami ed il colossale Dambo: oltre al ruolo da essi avuto nel fare evadere Mefisto ed il Barone e poi affiancarli - o, forse, assecondarli - nella pianificazione dei loro deliranti progetti di conquista, Dambo altro non fa che coordinare l'attività bellica delle improvvisate truppe al suo servizio, mentre Loa ed Otami lasciano il segno principalmente per la sottrazione dei diamanti (avvalorando la tesi precedentemente accennata). Non pienamente valorizzati, neanche sotto il profilo grafico, i fieri e bellicosi Seminoles guidati da Yampas e dallo stregone Ho-Yan, che hanno comunque il merito di frapporsi da subito ai piani di Mefisto. Già, Mefisto, il grande Antagonista, anch'egli piuttosto sottoutilizzato, tra crisi di nervi e magie ai danni dei Seminoles, oltre che di un paio di apparizioni dinanzi a Tex ed ai pards buone soltanto a fargli salire la pressione. Il tutto, prima che il suo castello fosse distrutto a cannonate (e che i topi, come avremmo appreso in seguito, lo divorassero vivo). In conclusione, dunque, una storia non banale né da cestinare in toto (da applausi la mega rissa al Black Baron, tra esplosioni, battute e la gran faccia di bronzo di Tex nello spiegare a suo modo l'accaduto allo sceriffo di Tampa), ma data la presenza di Mefisto sarebbe stato lecito aspettarsi molto, ma molto di più. Anche Galep, autore nel complesso di una prova più che positiva, avrebbe potuto a mio parere adottare qualche accorgimento in più, specie nella raffigurazione dei Seminoles.
  22. juanraza85

    [Tex Willer N. 37/40] Il Mio Amico Hutch

    Dopo aver letto il quarto ed ultimo albo, mi appresto a svolgere anche io considerazioni non molto distanti da quelle di @Diablorojo82. Il giudizio complessivo per la prima di Giusfredi resta più che positivo, così come per i disegni di Valdambrini, tuttavia ho avuto anche io l'impressione che, in quest'ultimo albo, gli eventi siano stati narrati in maniera un pelino troppo sbrigativa, in netta controtendenza ai ritmi assai più compassati dei numeri precedenti. In ogni caso, mi è piaciuta la gestione separata di Tex e Carson, che pur combattendo - ed infine sconfiggendo - i medesimi nemici stavolta non rischiamo mai di incontrarsi. Devo invece bocciare, dopo aver letto la storia, la scelta di aver posto Kit Carson in copertina nell'ultimo albo: essendo le sue imprese narrate in un numero esiguo di pagine, al netto della rilevanza comunque non irrilevante delle stesse, probabilmente renderlo protagonista solitario della cover non è stata una scelta del tutto azzeccata. Postilla finale: ho la sensazione che, prima o poi, potremmo ritrovare la figlia di don Arenas tra i piedi di Tex, o meglio ancora di Hutch (e quindi anche di Tex) .
  23. Prova più che dignitosa di Ruju in sede di sceneggiatura, bravo a caratterizzare a tutto tondo i personaggi principali con cui Tex e Carson hanno a che fare, in modo tale che essi non risultino banali o troppo facilmente inquadrabili. Sulle prime, devo ammettere di aver temuto di dovermi apprestare a leggere una versione 2.0 del rapimento di Manuela Montoya nella sua prima apparizione, invece Ruju ha mostrato a mio avviso grande abilità nel dare una svolta imprevista alla vicenda, culminata in un finale drammatico che, per quanto spiacevole sul piano empatico, io ho trovato perfetto quale epilogo dal punto di vista narrativo. Parimenti alla sceneggiatura di Ruju, per quanto mi riguarda sono promossi a pieni voti anche i disegni di Casertano, mai banali nelle singole caratterizzazioni dei personaggi, che anzi a colori risaltano ancora di più rispetto al canonico bianco e nero.
  24. juanraza85

    [78/80] Incubo

    Altra storia memorabile, forse addirittura superiore al precedente scontro tra Tex e Mefisto, poiché in questa seconda occasione il negromante si mostra agguerrito come mai prima, forte dei nuovi poteri appresi dal mago Padma, suo salvatore nel deserto anni addietro. Non solo dotato di poteri nettamente superiori alla volta precedente, ma contraddistinto da un odio inestinguibile, determinato dal lungo periodo di convalescenza e riabilitazione dopo la rovinosa caduta dalla rupe avvenuta anni prima ad opera di Tiger Jack, caduta che - per dirla con le parole di Mefisto - gli ha fatto soffrire "i tormenti di mille inferni". Una caratterizzazione, insomma, da vera e propria quintessenza del Male, quella che gli veste indosso GLB, e che non a caso gli vale l'affidamento del ruolo di Mano Sinistra del Drago Rosso, setta creata da Padma per aiutare la comunità cinese della zona. Poco importa che lo stesso Padma, mago tibetano esiliato dalla sua terra per aver voluto troppo approfondire le sue conoscenze di magia nera, ed ansioso di redimersi, tenti in ogni guisa di convincere Mefisto ad abbandonare i suoi propositi di vendetta: troppo grandi sono l'odio ed il rancore verso Tex ed i suoi pards, ma non tali da annebbiargli la lucidità che, come da norma, contraddistingue la sua follia. Solo un lucido folle, del resto, sarebbe in grado di architettare un piano tanto contorto e minuzioso per raggiungere l'obiettivo di rivalsa sul quartetto dei Nostri: un po' approfittando nuovamente dell'asservimento che gli hualpai delle vicine montagne mostrano ancora nei suoi riguardi, ma soprattutto dimostrando qualità nel camuffarsi da fare invidia allo stesso Proteus, ogni qual volta assume l'identità fittizia di Hilarius Fiesmot, gioviale e pacioso medico di Golconda, Mefisto tesse una trama che carpisce prima Kit, poi Carson ed infine Tiger Jack, tutti e tre imprigionati nella casa del dottor Fiesmot in attesa di essere orribilmente torturati. A determinare però la fine dei suoi diabolici piani di vendetta e di quelli, ben oltre il limite del delirio, di conquista del mondo, è la sua stessa tracotanza, che dopo l'ennesimo litigio lo porta a colpire ed uccidere Padma, il cui spirito è però in grado di fornire un aiuto fondamentale a Tex, facendo impazzire l'ex allievo e permettendo al Ranger di liberare i suoi amici. La bellezza ed il punto di forza di questa storia risiedono, per l'appunto, proprio nella capacità di GLB di ergere Mefisto ad Antagonista per antonomasia di Tex, ben più di come appaia negli altri scontri prima della morte, poiché appunto facendolo agire per buona parte della storia in prima persona lo mette in condizione di comportarsi da mattatore assoluto. Mai, infatti, credo sia capitato, in oltre 70 anni di avventure texiane, di vedere Tex ed i compagni così in apprensione e, se vogliamo, trasmettere l'impressione di essere più vulnerabili del solito (il solo a salvarsi, oltre a Tex, è Tiger Jack, abile a mantenere quasi sempre il sangue freddo, e cadendo tra le grinfie di Mefisto solo a causa di sfortunate circostanze). Inutile sottolineare, in aggiunta, che un Galep autore di una delle sue migliori prove in assoluto ha contribuito in maniera determinante nel tratteggiare al meglio la consacrazione dell'Arcinemico, sia nelle sue vesti originali, sia in quelle fittizie di dottor Fiesmot. Per tacere delle copertine degli albi in questione, tra le più suggestive di sempre.
  25. Non mi sembra pero' che Tiger l'avesse colpito. O mi ricordo male? La storia l'ho riletta pochi giorni addietro e Mefisto viene colpito, anche se probabilmente non in pieno, o comunque non in maniera grave. Il grosso glielo procura la caduta, costringendolo ad anni di riabilitazione (parole e musica di Mefisto nell'avventura successiva).
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.