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Pedro Galindez

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Tutto il contenuto pubblicato da Pedro Galindez

  1. Pedro Galindez

    Fernando Fusco

    Non posso che associarmi a tutte le considerazioni espresse da chi mi ha preceduto. Un altro vuoto che si apre nella storia di Tex......
  2. Pedro Galindez

    [501/504] Mefisto!

    IMHO GLB ha inserito i bracciali magici perché, altrimenti, dati i sempre maggiori poteri magici che Mefisto e Yama dimostrano nell'arco narrativo che va da "La gola della morte" ( nn. 39 - 40 ) a "L'ombra di Mefisto" ( nn. 265 - 268 ), affrontarli fidando nel semplice uso delle Colt sarebbe stato per Tex &Co. suicida ( a meno che, naturalmente, i due maghi non venissero colti da fulminanti attacchi di piccionaggine ). Non che quest'ultimo rischio sia stato sempre evitato ( le due ultime storie di GLB su Yama lo dimostrano, specie l'ultima ), ma almeno l'uso della magia più o meno "bianca" di Nuvola Rossa e di El Morisco mette i pards in una condizione meno disperatamente impari ( e del resto, già in "Incubo", senza l'"aiutino" di Padma Tex non avrebbe saputo letteralmente dove battere la testa..... )
  3. Pedro Galindez

    [645/646] Furia Comanche

    Dopo la lettura della seconda parte della storia mi pare di poter dire che , pur sembrandomi abbastanza leggibile e gradevole, sia abbastanza inferiore a "Mezzosangue", "Le catene della colpa" e anche al Texone ( disegni a parte ). Infatti, per quanto Ruju ce la metta tutta per occultare questo fatto, possiamo tranquillamente affermare che Tex esce sostanzialmente battuto su tutti i fronti in cui è impegnato in questa vicenda. Per quanto riguarda il complotto antiindiano di Mr. Johnson e dei suoi amici speculatori, . I disegni di Garcia Seijas, anche se ( come è stato detto da molti ) non gli hanno consentito di far valere la sua abilità nel rappresentare le figure femminili mi paiono buoni senza riserve. In sintesi, IMHO:soggetto 7 -sceneggiatura 6 --disegni 8 +
  4. Pedro Galindez

    [645/646] Furia Comanche

    L'ho appena preso e rapidamente scorso; viceversa, non ho trovato il Color.
  5. Pedro Galindez

    [530/533] Athabasca Lake

    S?, il capo dello Stato è il sovrano ( o la sovrana ) del Regno Unito, ma ha poteri ancor più limitati che in Gran Bretagna ( anche se nel XIX secolo erano comunque più ampi, specie in politica estera e in campo militare ).
  6. Pedro Galindez

    [530/533] Athabasca Lake

    Negli Usa no, ma a quanto pare in Canada non vi erano ( n° vi sono ora ) simili interdizioni, dato che il Senato canadese equivale alla Camera dei Lord inglese; anzi, tra i membri del governo canadese vi è ( come in Inghilterra ) un senatore che assume la funzione di "leader della maggioranza in Senato"; magari era questa la carica occupata da Sidney secondo Nizzi.
  7. Pedro Galindez

    [645/646] Furia Comanche

    Più propriamente il calibro più comune dei Winchester era il .44.40, e prevedeva pallottole un po' più piccole di quelle calibro .45 della Colt Peacemaker. E' vero che era assai diffusa una versione di quest'ultima arma ( la "Frontier" o "Six - Shooter" ) che permetteva di usare le stesse cartucce del Winchester, ma credo che in questo caso dobbiamo assumere siano state usate armi calibro .45 ( del resto Crane non usa il Winchester, ma lo Sharps a colpo singolo e quindi non ha bisogno di una pistola dello stesso calibro del fucile, dato che lo Sharps usava pallettoni incompatibili con qualunque pistola ). Quindi:1) Tex e Carson ( magari osservando i bossoli che il capitano e i soldati non si sono curati di cercare ) capiscono che il maggiore e i suoi subalterni sono stati liquidati a pistolettate;2) dato che gli indiani usano raramente questo tipo di armi, gli assassini sono probabilmente bianchi;3) la deduzione (2 ) viene corroborata dalla scoperta delle tracce di due cavalli ferrati ( e solo di quelli; se fosse stato Wasape il responsabile delle uccisioni, probabilmente si sarebbe portato appresso molti più guerrieri, quasi sicuramente non tutti con a disposizione un cavallo ferrato ). Insomma, non c'è IMHO molto da ridire sul ragionamento di Tex, al limite, si potrebbe discutere della poca accortezza di Zimmer e Crane ......
  8. Per quanto riguarda la sparatoria al pueblo, va anche notato che Guerrero spara da una distanza parecchio elevata per un Winchester ( che era preciso fino a circa 250 metri ), dato che, dopo che i due pards hanno bene o male guadato il fiume, restano loro da percorrere ancora 300 metri; insomma ( a meno che Canzio non abbia attribuito al fucile una precisione assai superiore a quella reale ) non è che "Calavera" avesse tutte queste possibilità di spazzare via sia Tex che Carson. Sempre per quanto riguarda le anticipazioni del futuro della saga texiana, va segnalata anche la maniera in cui Guerrero gabba Tex nel loro ultimo confronto: è esattamente la stessa con cui il ranger verrà turlupinato da Ma' Chase ( che però, almeno, è una donna, che Tex non potrebbe sbatacchiare come un bandito anche se la sua anima fosse più nera della pece ) in "Bande rivali", la storia immediatamente successiva a "L'oro di Klaatu".
  9. Come è stato detto in diversi interventi precedenti, "L'oro di Klaatu" segna diversi cambiamenti nella saga texiana: nuovi sceneggiatori ( per la famosa crisi creativa di Claudio Nizzi ), un nuovo copertinista e, soprattutto, la ricerca di nuove tonalità espressive. A mio parere infatti, una delle innovazioni più significative introdotte da Decio Canzio nella saga è l'attenzione all'evocazione ambientale, anche indipendentemente dalle caratteristiche e dalla consistenza dei personaggi, laddove in GLB, Nolitta o Nizzi essa, anche quando era più marcata ( si pensi per esempio all'elemento horror ne "Il figlio di Mefisto" ) contribuiva semplicemente ad enfatizzare l'urto tra Tex e i suoi antagonisti; in questo caso, invece, la realtà nevosa, malinconica e misteriosa del Kaibab Plateau, con il suo contorno di miti indiani e di natura generalmente ostile, ma aperta ad inopinati tocchi sentimentali ( il ruolo da simpatica "mascotte" del cane "Stracci" ), si impone ai personaggi e al lettore ( anche grazie agli splendidi disegni di Fusco, beneinteso ), conferendo alla vicenda un'aura crepuscolare nettamente individuata e personale. Il fascino dell'ambientazione ha IMHO portato molti lettori ad accogliere con entusiasmo anche la miscela di elementi tradizionali ed innovativi che Canzio ci propone nella presentazione di Tex e Carson e nel loro rapporto con il principale loro antagonista nella vicenda, Nick Guerrero "Calavera" . Per quanto riguarda il primo aspetto, Canzio ha ripreso i battibecchi a base di reciproche frecciatine tra Tex ed il suo vecchio pard della tradizione di GLB e Nizzi, rendendoli divertenti, ma talora così esagerati da rischiare ( anche più di Nizzi, a cui questa menda è comunemente associata ) di ridurre Carson a una macchietta un po' stupida, tanto poco il vecchio Kit riesce a seguire i ragionamenti di Tex; in compenso, però Canzio gli concede uno zuccherino nel n. 401. facendogli pestare uno degli sgherri di Guerrero, mentre, negli scontri a fuoco, sia lui che Tex hanno i loro bravi momenti di gloria. Sul piano strategico - tattico, invece, i due pards mostrano IMHO più di una incertezza, e ciò soprattutto per il modo in cui si pongono nei confronti di Guerrero. A mio avviso ( magari anche perchè Canzio, che doveva amare abbastanza questa sua creatura, voleva renderla il più possibile simpatica; un tratto, questo, che, come diversi altri , avrebbe contagiato la nuova ondata di sceneggiatori texiani [ Medda con la continua proposta ai lettori del giornalista Addison e Boselli coi ritorni di Lena, Donna, Juan Raza, Bronco Lane, Laredo, Durango e Kid Rodelo]) i pards ( come del resto parecchi lettori ) hanno preso un po' troppo per oro colato la sua autoproclamazione di essere un personaggio "grigio"; di grigio, infatti, mi pare che Guerrero ( a differenza di un Andy Wilson o di un Lucero ) abbia ben poco, e sarebbe semmai più opportuno definirlo un "gangster intellettuale", che ricopre la sua natura di leader criminale ( ha o non ha imposto il "pizzo" a tutte le attività di Mine Creek, da quella mineraria alla prostituzione? ) con una patina di cortesia, buone maniere e ..... "filosofia da strapazzo" ( come finisce per chiamarla persino il fin troppo ingenuo Tex di questa storia ). Quando entra in contatto con i nostri eroi, Guerrero si trova in una poco lieta congiuntura: dato l'esaurimento delle miniere e il calo della popolazione dell'"allegra metropoli" su cui regna con pugno di ferro, il suo principale obiettivo per mantenere potere e ricchezza ( oltre che il controllo dei suoi sgherri, che mostrano la tendenza a rispettare molto meno di prima la sua autorit?, come ci fa vedere lo scontro tra lui e Scofield ) è di trovare l'oro di Klaatu ad ogni costo. Perciò, non appena qualche parola smozzicata di Carson gli fa pensare che lui e Tex sappiano qualcosa di Scofield e della mappa indiana che lui gli ha sottratto, cerca di far loro sputare il rospo mandandogli contro un paio di sgherri per pestarli a dovere. L'esito infelice del tentativo lo induce a usare la cortesia e le buone maniere, cosa che d' inizio ad una serie di lodi e dichiarazioni di ammirazione nei confronti dei due pards, che percorrerà come un filo rosso tutta la vicenda.... insieme però ai tentativi di liquidarli che Guerrero effettuerà ricorrendo prima ai suoi sgherri, poi alla banda di desperados di El Tigre e infine alle sue capacità di simulatore, mescolando però il tutto con una enorme quantità di buone parole, in specie per Tex. Mentre la strategia a base di piombo caldo non incontra un grandissimo successo, le parole mielate di "Calavera" producono un frutto notevole: Tex ( e in parte anche Carson ) per quanto si lascino ogni tanto sfuggire qualche espressione poco carina nei suoi confronti, finiscono per convincersi che un uomo che professa per loro tanta ammirazione abbia in sè "del buono" ( si vede proprio che l'incenso è il più pericoloso dei gas venefici ; di nuovo, ritroveremo qualcosa del genere nel futuro della saga, coi tanti personaggi boselliani che tessono le lodi di Tex e dei pards, talora, come il boss di New Orleans Gaston Lagrange di "Omicidio in Bourbon Street", allo scopo di poterli fregare meglio, più o meno come Nick Guerrero ) e questo fa loro tenere la guardia anche troppo abbassata in almeno un paio di occasioni. La prima è la scena della loro cattura ad opera della banda di El Tigre; anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una scena che precorre il futuro, ovvero le non poche occasioni in cui, nel successivo sviluppo della saga texiana, Tex e Carson saranno costretti a ....."slacciarsi i cinturoni" ( a gran furore dei lettori, massime di quelli "tradizionalisti" e massime contro Nizzi ); mi sento però di dire che la scena non solo avrebbe potuto essere "gestita meglio" ( come dice Ymalpas ), ma che è stata gestita piuttosto male, giacchè i due pards gettano le loro pistole di fronte a una mezza dozzina di bandidos posizionati un po' più in alto ( quando invece avebbero potuto senz'altro provare a combattere, magari facendosi scudo di Guerrero che era davanti a loro e a portata di mano ); tanta remissività sarebbe IMHO inspiegabile se non si ammettesse che Tex e Carson non vogliono ammazzare Guerrero ( viceversa, quando Tex, sfuggito per l'inopinato intervento del barcaiolo Murphy al tentativo di Guerrero di liquidarlo, tornerà a liberare Carson in ostaggio dei bandidos, non avrà alcuna remora a sparare, persino quando El Tigre si farà scudo col corpo del suo vecchio pard ). Anche la scena dell'agguato al guado, che a molti lettori è parsa la dimostrazione della natura ambivalente di Guerrero ( che smette di sparare dopo aver colpito Carson alla coscia ) può essere IMHO spiegata nella stessa chiave machiavellica del suo comportamento precedente: Guerrero ( che non è riuscito a trovare l'oro ) è scoraggiato e risente della ferita alla spalla destra infertagli da Tex; sa perciò che difficilmente potrà liquidare ambedue i pards - e liquidandone uno non potrà che ottenere una comoda dimora sotto un metro di terra fresca ad opera dell'altro -, ma che sarà essenziale per lui indebolirli ferendone almeno uno, cosa che gli permetterà di arrendersi con la fama di avversario cavalleresco e di aspettare che gli si presenti una chance per rovesciare la situazione, come in effetti avverrà quando il curioso Tex lo avrà portato a contemplare il tanto bramato oro; stavolta sarà invece l'indiano custode dell'oro a salvare la buccia di Tex.... e a portare finalmente Nick Guerrero alla fine della pista, provocando anche un commosso, ancorch? breve, compianto funebre del nostro ranger nei suoi confronti ( piuttosto incongruo visti tutti i tentativi di Guerrero di fare la pelle a lui e Carson ). Una vicenda insomma, che presenta un notevolissimo fascino nei suoi elementi di sfondo e di contorno, ma un Tex e un Carson, che pur centrali come in passato ( malgrado il rilievo che Canzio dà al "suo" Nick Guerrero, questi non è IMHO ancora un "personaggio ruba -scena" alla maniera in cui lo sono, tanto per fare un paio di esempi, Juan Raza o Raphael Tenebres; del resto, Canzio segue l'esempio nolittiano nell'impostazione della sceneggiatura, mantenendo Tex e Carson sempre in scena, a parte che nel prologo della vicenda, in cui ci viene mostrata la fine di Scofield ), improntano la loro azione ad una incertezza ed erraticità davvero inusuali per i tempi in cui fu pubblicata la vicenda. In sintesi, IMHO: soggetto 6,5 sceneggiatura 6 - - disegni 8,5
  10. Pedro Galindez

    [645/646] Furia Comanche

    Letto il n. 645. Per quanto riguarda la scena iniziale . Riguardo al seguito della storia . Per ora i disegni di Gracia Seijas mi paiono molto eleganti, puliti ed efficaci. Insomma, pur con i limiti che la "gabbia" delle 220 pagine potrebbe imporre, mi pare che le premesse siano assai positive.
  11. Grazie, Ymalpas! Se vogliamo, ripescaggi del genere collegano Boselli alla tradizione di GLB, in cui personaggi del genere vengono spesso sfruttati ( il fratello del "grande cattivo" Milton de "L'asso di picche" occupa un ruolo assai simile in "New Orleans"; allo stesso modo, Diamond Jim, colui che fa rapire Kit Willer da Capitan Barbanera in "San Francisco", vuole con ciò vendicare l'uccisione di suo fratello, ganstger locale come lui, ad opera di Tex ne "La costa dei Barbari" ). La cosa però in "Spedizione in Messico", come ho già detto, mi pare funzioni assai meno bene perchè ( sebbene Boselli enfatizzi molto l'importanza dei fratelli Tipton, definendo Bill "il mandante politico del ring di Tucson", laddove GLB ne faceva più prosaicamente un funzionario sul libro paga del suddetto ring ) il personaggio rimane fin troppo a lungo nelle retrovie di un intrigo comunque partorito da menti tutt'altro che brillanti ( tanto per aggiungere qualcosa a quanto ho detto in precedenza, ci vuole una notevole dose di ingenuità da parte di Tex per non controllare che l'appoggio del comando dei rangers alla richesta di Masters sia una patacca, come affermer? di aver scoperto alla fine ) e giunto ad un passo dal successo soltanto per via del coraggio e dell'abilità dei rurales di Larriego e, soprattutto, Salinas ( e, forse, della loro sottovalutazione presuntuosa ad opera di Tex e Carson; tale presunzione potrebbe IMHO spiegare anche una leggerezza dei pards da te segnalata nella tua analisi, ossia la mancata neutralizzazione dei cavalli dei rurales dopo che la trappola di Larriego è fallita; anche così, comunque è strano che i pards non cerchino di scrollarsi di dosso i rurales puntando una Colt o un Winchester contro Larriego quando arrivano al passo su cui si svolge lo scontro decisivo ) . Un paio di curiosità per concludere: a ) Larriego, nel flashback in cui spiega a Tex i retroscena del complotto, afferma che il suo nome venne suggerito a Masters e Tipton da Max Wharton, che lo conosceva dai tempi in cui insieme contrabbandavono mandrie rubate dagli Usa al Messico; storicamente ( come mostra questa voce di Wikipedia cliccare qui )tale traffico ebbe come epicentro tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta del XIX secolo il canyon di Guadalupe, che collega la valle di Animas nel New Mexico ( in cui dovrebbe trovarsi la ghost - town teatro dell'incontro Masters - pards ) con la valle di San Bernardino in Arizona; per suprema ironia della sorte, i rurales, allo scopo di stronacare tali traffici, fecero persino alcune "spedizioni negli Usa" con tanto di assalti notturni ai contrabbandieri... b ) Masters, la mattina dello scontro decisivo con Tex e i Coyoteros, esorta i suoi ad alzarsi di buon mattino perchè l'uccello mattiniero acchiappa il verme; si tratta di una citazione de "L'isola del Tesoro" di Stevenson, in cui queste parole vengono messe in bocca a Silver quando si incontra col dottor Livesey la mattina in cui sta accingendosi a condurre i pirati alla ricerca del tesoro ( e.... a restare con un palmo di naso, esattamente come Masters ).
  12. "Spedizione in Messico" è IMHO la dimostrazione di come la tendenza a contenere le storie entro la gabbia delle 220 pagine ( nettamente prevalente nel corso del sesto centinaio texiano ) abbia spesso l'esito di ridurre lo spessore delle vicende stesse. Nel caso in questione, Boselli riprende la tematica della "missione pericolosa in territorio messicano", sperimentata nella saga texiana fin dalle origini ( come mostra "Ken Logan il duellista" ), contaminandola con gli intrighi politico - affaristici visti già in "In nome della legge", "Tucson" ( alla quale è connessa da un tenue filo, diciamo così, "fraterno" ) e "L'uomo con la frusta". L'inizio della narrazione ci porta già in medias res, con i quattro pards convocati in una ghost town dal loro committente, il capitano Masters dell'esercito Usa, che li informa del loro incarico ( riportare in riserva gli Apache Coyoteros di Calvado ) e di tutte le complicazioni che lo accompagnano ( nessuna ufficialità della missione, evidenziata anche dalla distruzione del dispaccio di convocazione di Tex & co., rischio di scontri con i rurales messicani tranne che per la guarnigione di Tecopah ). Già a questo punto, Tex e i pards potrebbero ( o dovrebbero ) capire che l'incarico puzza di bruciato: dovrebbero gettarsi nella bocca del lupo, senza alcuna copertura politica o militare, accompagnati dall'inesperto tenentino Baines, sulla fede della parola di un capitano ubriacone come Masters ( il paragone fatto da Leo coi cattivi da cartone animato mi pare piuttosto appropriato, visto che Spada gli ha conferito tratti che ricordano molto quelli del leone "cattivo" Scar del disneyano Il re leone; che Tex non si fermi a questa poco gradevole apparenza si può magari capire, ma è comunque un po'strano che accetti abbastanza acriticamente le informazioni - o la carenza di informazioni - che Masters gli ammannisce sui motivi della fuga dei Coyoteros, dell'atteggiamento delle autorità messicane e così via ); ad ogni modo, in nome della solidarietà per i Coyoteros, il dado viene tratto e la spedizione ha inizio, sia pure con mille manifestazioni di prudenza e diffidenza da parte dei pards...... accompagnate dai peana in loro onore del tenente Baines, il cui ruolo nell'impresa pare essere quello di .... claque per i nostri eroi ( la cosa è in particolare gradita per Kit Willer, lietissimo di trovarsi di fronte qualcuno con cui recitare il ruolo dell'uomo esperto, autorevole.... e professorale ). Alcuni commenti, come quello di Leo, hanno trovato "incredibili" le "doti divinatorie" nell'avvertire il pericolo da parte di Tex e Carson durante la spedizione; a mio parere ciò può valere soltanto per lo scontro con la banda di cacciatori di scalpi di El Gordo, dove il mancato recupero di una freccia lanciata da Kit Willer innesca un susseguirsi di avvenimenti e previsioni davvero sproporzionato all'entità dell'evento e basato su fattori non prevedibili ( la presenza di uno yaqui esperto nel ritrovar tracce nella banda di El Gordo ) nè determinabili con sicurezza ( cosa diceva a Tex che la sua decisione di tenere acceso il fuoco in fondo ad un canyon con una sola entrata avrebbe provocato l'attacco proprio degli scalphunters e non dei Coyoteros o dei rurales ); la cosa è però necessaria alla vicenda per fare in modo che i superstiti banditi vengano poi trovati in amichevole accordo coi rurales di Tecopah, alienando loro la non molta fiducia che Tex e i pards hanno voglia di concedere loro e favorendo in tal modo il naufragio del piano concepito dal loro comandante, il capitano Larriego, per liberarsi degli incomodi nordamericani. A questo punto, al principio del n. 564, inizia quella che IMHO è la parte più avvincente della storia: contrariamente a tutte le previsioni, i rurales di Tecopah, prima coperti di disprezzo da Tex e Carson come degli indisciplinati deliquentelli da strapazzo ( il vecchio pard li chiama addirittura "soldatini" a pag. 32 dell'albo), sebbene colti di sopresa da Tex e privati del loro capo tenuto in ostaggio, si riorganizzano in un battibaleno e iniziano una caccia serrata, abile e tenace a Tex e compagni: Carson può anche dire che Tex ce la potrebbe fare anche da solo a fronteggiarli ( " uno contro venti, una bazzacola per un satanasso del tuo stampo" ), ma questa rodomontata non riesce ad evitare che la migliore conoscenza dei luoghi consenta ai messicani di prendere in trappola i due rangers, che se la cavano semplicemente grazie a "una serie di fortunati eventi" ( quando i rurales che li hanno aggirati li stanno per prendere sotto tiro dall'alto, alcuni detriti rocciosi cadono e richiamano la loro attenzione nei confronti del pericolo; Tiger, Kit e Baines, intanto, ritrovano senza nessun problema Calvado e i Coyoteros [ dopo che Tex, nell'albo precedente, aveva affermato che ci sarebbe voluto l'aiuto di qualche rurales come guida per raggiungere lo scopo (!)] e questi arrivano a crivellare di frecce i soldati messicani nell'esatto momento in cui stanno per impiombare alle spalle Tex e Carson ). Da qui in poi la vicenda si avvia rapidamente all'epilogo: Tex, messo alle strette Larriego, ottiene da lui una minuziosa ricostruzione del complotto ordito ai suoi danni e, in compagnia dei Coyoteros, si riavvia verso gli Usa. E' pur vero che i suoi nemici vengono avvertiti dai superstiti rurales e scalphunters degli eventi messicani, ma la cosa non serve minimamente a rendergli la vita difficile: l'organizzatore tattico del complotto, l'agente indiano dei Coyoteros Max Wharton, non sa fare altro che scappare; il capitano Masters, nonostante possa cercare di bloccare Tex e i Coyoteros su di un passo montano, non trova di meglio che mandare l' qualche scout indiano, facile preda delle tattiche guerrigliere di Aquila della Notte, e aspettare tranquillamente di farsi circondare nel suo accampamento ( va tra l'altro sottolineato che, nonostante Masters si vanti di disporre anche di pezzi di artiglieria, il lettore non ha mai il piacere di vederli, come non ha il piacere di valutare l'effettiva consistenza delle forze del prode capitano, le quali, a giudicare dai disegni di Spada, non sembrano molto superiori a quelle dei rurales di Larriego: verrebbe quasi da pensare che i fumi dell'alcool gli abbiano fatto credere di avere a disposizione un'intera armata , se non ci fosse il fatto che anche uno dei suoi subalterni accenna all'artiglieria per rassicurare il tremebondo Wharton ); il pezzo grosso politico del complotto, infine, Jim Tipton ( fratello del Bill Tipton che, in "Tucson", reggeva il gioco a Washington alla cricca di affaristi sgominata da Tex ), si lascia molto facilmente tirare fuori dalla sua elegante villa ( vegliata da un certo numero di guardaspalle ), abboccando a un falso invito di Masters; forse per evidenziare la pericolosità del personaggio, Boselli lo fa poi cadere vittima della Colt di Tex in risposta ad un suo tentativo di impiombarlo, ma la dinamica della scena ( con Tex che provoca Tipton per poterlo poi scazzottare e - probabilmente, come del resto ipotizza Baines - dimentica di raccogliere la Colt caduta a Tipton per consentirgli di provare a usarla e farsi ammazzare, mettendo così fuori causa le protezioni politiche che avrebbero potuto salvarlo ) è IMHO più interessante come precorrimento dell'analogo comportamento machiavellico del ranger ne "La guerra dell'acqua" ( dove però l'avversario ha dato ben più convincenti prove di malvagità e pericolosità, mentre in questo caso la scena presenta una sfumatura un po' troppo sinistramente maramaldesca nei confronti di questo politicante dall'aria da damerino ) che convincente in sè e per sè, dato che, come dice Tex stesso, questa è stata una "stupida e sfortunata congiura" I disegni di Dante Spada si attestano su un livello buono, anche se i lineamenti dei quattro pards ( specie di Tex ) risultano a mio avviso un pochino più rigidi e duri del dovuto. In sintesi, IMHO: soggetto 7,5 sceneggiatura 6,5 disegni 7,5
  13. Pedro Galindez

    [643/644] L'indomabile

    A mio avviso, nelle vignette postate da Ymalpas Tex si esprime in quel modo perchè vuole provocare Atwood in modo tale che si tradisca o quantomeno perda le staffe in modo tale che il ranger stesso possa rompergli la mascella come si merita ( come si è visto, solo il secondo obiettivo è raggiunto ). A giudicare però da quanto dice Tex a Carson a pag. 112 ( "Marton potrebbe decidere di non parlare" ) e soprattutto dal dialogo conclusivo fra Webster e Nantan, le cose non sono andate come pensava Tex: l'inchiesta sul traffico di armi e whisky si è conclusa favorevolmente per Nantan ( Webster pag. 113: "Non solo sei stato completamente scagionato (..... )ma hai avuto una menzione d'onore e un aumento di salario" ), però, come dice Nantan stesso, "il colonnello Atwood è sempre il comandante di Fort Rucker" e Webster ammette che "la giustizia dei bianchi non è perfetta", segno che o Marton non ha parlato o , se ha parlato, non è stato creduto. Vero che Tex , sempre parlando con Carson, si mostra fiducioso nella possibilità che Atwood faccia un passo falso, una volta o l'altra, ma al momento la cosa non si è verificata e , dato che Boselli non ha intenzione di ripescarlo in storie successive, chissà se si verificherò mai.
  14. Quest'ultima fatica texiana di Nizzi IMHO non presenta certo le stigmate del capolavoro, ma nemmeno può essere ritenuta illeggibile o indecorosa. Sul piano del soggetto, si può senz'altro dire che di originalità non ve ne è molta ( tutt'al più si può segnalare il fatto che i membri del "ring" di Denver, a differenza dei loro colleghi di tante altre storie del passato, vorrebbero usare il minimo indispensabile di violenza contro gli Utes, anche per non scandalizzare l'opinione pubblica degli stati orientali Usa; un tocco di autenticità storica, ma anche psicologica, che ci fa vedere questi cinici giornalisti affaristi e politicanti come canaglie "normali" e non come "mostri" ), ma la sceneggiatura non presenta buchi o incongruenze degne di nota, utilizza in maniera appropriata i tanti topoi che richiamano il Tex del passato e scorre in maniera piuttosto fluida e non priva di alcuni brevi ( anche se riusciti ) spunti patetici, specie nel secondo albo ( l'uccisione del dottor Desmond e le sofferenze degli Utes in marcia sotto sotto la neve), cui fanno eco i commenti amari dei due pards. Quanto detto sopra è però in parte controbilanciato da una percettibile mancanza di freschezza della stesura: per ognuno dei personaggi e delle situazioni dei due albi non è difficile trovare dei parallelismi nelle storie nizziane e bonelliane del passato ( il ring di Denver corrisponde a quello di Tucson dell'omonima storia dei nn. 211 - 213; il ruolo di Hierba Buena e del suo luogotenente Nigarath ricorde quello di Nuvola Bianca e di Cervo Veloce in "Le colline dei Sioux"; l'ex colonnello Hermann è l'ultimo discendente di una serie di militari antiindiani che , nelle sceneggiature di Nizzi, si era aperta col colonnello Middleton di "Messaggero di morte" ecc. ) e quasi mai quanto si legge in "L'oro dei monti San Juan" risulta altrettanto brillante e sapido. Un prova minore, insomma, se però, invece che con le storie citate, il confronto lo facessimo con "Gringos" o "Il medaglione spagnolo", la trama imbastita da Nizzi risalterebbe IMHO in misura assai notevole. Più semplice il capitolo disegni: Filippucci mi pare bravissimo nella resa dei paesaggi, dei fenomeni naturali ( il secondo albo, pieno di neve e ghiaccio, mi pare possa fare testo in proposito ) e degli interni, ottimo nella resa dei personaggi minori e assai buono in quella di Tex e Carson. In sintesi, per me: soggetto 6,5 sceneggiatura 7 + disegni 9
  15. In effetti Cardoso non è quel che si dice un personaggio simpatico: rientra comunque nel topos western che connota come corrotti e inclini al crimine quasi tutti i rappresentanti del potere messicano ( sia esso politico, militare, giudiziario o penale ), tanto più se ricoprono una carica come la sua ( il suo collega di Escalante in "L'uomo con la frusta" viene mostrato soprattutto come un uomo arrogante ed impettito, ma i maltrattamenti che le guardie infliggono ai detenuti fanno capire che sotto questa scorza tutt'altro che gradevole.... la sostanza è anche peggiore ; anche il cinema di ambientazione carceraria presenta un buon numero di figure di direttori altrettanto feroci e disonesti, indipendentemente dall'estrazione nazionale ). Il fatto che salvi pelle, libertà e carica si deve essenzialmente alla sua scelta di mandare contro Tex essenzialmente i bandidos ( e non i poliziotti o i rurales, che gli avrebbero reso assai più difficile arraffare il "tesoretto" di Olivera e Velasco ), tenendosi nelle retrovie, anche perchè ( altro punto a suo favore ) sa benissimo quanto siano pericolosi i due pards ( una cosa del genere spiega anche il fatto che si salvi un personaggio tardo - nizziano a lui molto simile, lo sceriffo di Bishop di "Dieci anni dopo", anche lui subdolo, prudente e calcolatore come Cardoso ); la cosa non è molto gradevole per il lettore ( e in questo hai perfettamente ragione, Shane ), ma IMHO: a ) aggiunge un piccolo tocco abbastanza appropriato di realismo amarognolo alla vicenda; b ) permette di innescare il meccanismo che porter? alla mala morte di Olivera e Velasco ( probabilmente accolta con molta soddisfazione dai lettori, specialmente nel caso del primo ).
  16. A parte la questione dei "pesci piccoli", il problema coi rapitori del figlio di Conchita era che Tex e Carson dovevano innanzi tutto salvare il bambino: se avessero "chiesto educatamente" ad Olivera di rivelare i nomi dei rapitori e il posto in cui era tenuto, avrebbero comunque dovuto perdere tempo ad organizzare un'irruzione per liberarlo e non era affatto scontato che ne sarebbe uscito illeso. Quanto a Cardoso, Tex e Carson non lo conoscono, mentre Olivera, dopo che ha "cantato", è un semplice "corvaccio spennacchiato" ( come lo definisce Carson ) incapace di provare sentimenti diversi da un abietto terrore; perchè, dunque, avrebbe dovuto denunciare Cardoso? E chi avrebbe creduto alla parola di un carcerato evaso contro quella del carceriere?
  17. IMHO, ciò non si è verificato per almeno due motivi:a) Olivera doveva mandare il famoso telegramma soltanto quando fosse stato al sicuro ( cioè non prima di aver almeno oltrepassato la frontiera americana ) ; seppure Tex e Carson fossero riusciti a scoprire dove si nascondeva ( ma non ci riesce nemmeno Cardoso, pur più pratico dei luoghi rispetto ai due pards ) un eventuale telegramma spedito dal Messico non avrebbe ottenuto gli effetti desiderati e , bene che andasse, il figlio di Conchita sarebbe rimasto per un tempo indefinito in compagnia dei suoi rapitori. b ) Tex e Carson incontrano faccia a faccia Olivera soltanto all'inizio della fuga; ammesso che avessero avuto voglia di sbatacchiarlo, avrebbero avuto ben poco tempo per farlo, dato che Emiliano Ruiz e i suoi non perdono molto tempo per iniziare l'attacco alla diligenza, mentre in seguito, durante l'assedio alla vecchia missione, i due pards devono acconciarsi ad armare di fucile persino Potrero e Olivera ( i quali, a onor del vero, fanno la loro parte, stendendo morto un bandido ciascuno ). Per quanto poi riguarda la scena dell'"arrivano i nostri" da parte dei rurales, la sua rapidit? un po' sbrigativa è dovuta almeno in parte IMHO alla necessit? non eccedere i due albi di lunghezza ( "l'editto dei due albi", come lo chiama Nizzi nel suo libro - intervista con Roberto Guarino ); comunque, non è affatto illogico che i rurales si buttino ventre a terra innanzi tutto alla caccia dei bandidos, mentre Tex, altrettanto logicamente, non ha alcuna voglia di spiegare come mai stia affrettandosi verso la frontiera americana in compagnia di un pregiudicato ufficialmente morto.
  18. Pedro Galindez

    [Texone N. 29] L'orda Del Tramonto

    Non direi che l'usbergo fosse completamente inutile per Vladar; anche con Tex che gli spara da pochi metri nel finale, gli consente comunque di cavarsela con un paio di ossa rotte, come esplicitamente detto nel dialogo finale tra lui e Zaira ( in cui comunque si puntualizza che gli aveva consentito di uscire completamente indenne dalle fucilate del principe Florian ); oltretutto ( se non ricordo male ) non si riesce nemmeno a vederlo bene, sicch? forse sarà stato più affine alla lastra di ferro di Eastwood che alla cotta di maglia del Frodo de "Il signore degli anelli". Una curiosità: nel 1895, qualche anno dopo quelli in cui si dovrebbe svolgere l'azione del Texone, il leader politico bulgaro Stefan Stambolov, che era stato primo ministro del principe Alessandro di Bulgaria ( il grande nemico del principe Florian del nostro Texone ) e del suo successore Ferdinando, venne ucciso da alcuni sicari che lo gettarono a terra e gli fracassarono la testa a coltellate ( anzich? provare a colpirlo al cuore ) perchè sapevano che sotto le vesti indossava un giubbetto corazzato; non so se Ruju conoscesse questo fatto, ma comunque la cosa aggiunge IMHO un ulteriore tocco di plausibilit? storica alla trama.
  19. Pedro Galindez

    [Texone N. 29] L'orda Del Tramonto

    In effetti, il significato scientifico della parola nictalopia mi pare che sia quello citato da Shane, anche se spesso viene usata impropriamente nel significato ricordato da Natural Killer. Ad ogni modo, IMHO, anche se non viene detto esplicitamente da cosa derivi la capacità visiva notturna di Vladar, la "scena con il lupo" citata da castoro66 e il discorso del principe Florian a Tex e Carson ( coi suoi cenni al vampirismo ) indirizzano il lettore più verso una spiegazione paranormale che verso una naturale.
  20. Pedro Galindez

    [Texone N. 29] L'orda Del Tramonto

    Per quanto riguarda la prima pecca segnalata da Pablo non bisogna IMHO meravigliarsene troppo . Un altro punto interessante della trama si colloca IMHO nel finale: .
  21. Pedro Galindez

    [Texone N. 29] L'orda Del Tramonto

    La vicenda di questo Texone può essere datata con una certa precisione: a pag. 77 il principe Florian dice di essere stato costretto all'esilio due anni prima dall'attuale principe di Bulgaria, Alessandro. Si tratta di Alessandro di Battemberg, nominato principe di Bulgaria dalle grandi potenze europee nel 1879 dopo il congresso di Berlino del 1878 e rimasto sul trono fino al 1886, quando venne costretto ad abdicare. Florian precisa che ciò è avvenuto a causa di vecchi rancori. Di conseguenza, la vicenda non può essere datata a prima del 1881 - 82 o dopo il 1886.
  22. Pedro Galindez

    [Texone N. 29] L'orda Del Tramonto

    Grazie dei complimenti, Shane !Per quanto rigarda il tuo dubbio, penso che alla SBE non abbiano nemmeno considerato la possibilità di rifare i volti meno gradevoli di Tex e Carson: ciò che un tempo era considerato ammissibile e lecito con illustri disegnatori stranieri poco familiari con la saga texiana ( Wilson o anche De La Fuente ), sarebbe probabilmente stato preso per una mancanza di rispetto da Roi, che fa invece parte a pieno titolo della scuderia bonelliana.
  23. Pedro Galindez

    [Texone N. 29] L'orda Del Tramonto

    IMHO non si tratta tanto del fatto che, come dice Shane, "Carson non ci fa una bellissima figura" in determinati scontri quanto del fatto che . Quanto ai disegni, il discorso e IMHO alquanto più semplice ( e, dovessi fare anche per loro un paragone con "Patagonia", Frisenda batterebbe IMHO Roi senza discussione e senza merc? ): Roi, a parte che nei primissimi e in taluni primi piani, ha spesso dato il minimo di definizione possibile ai volti di Tex, di Carson e talora anche degli altri personaggi: in diverse vignette pare quasi che i nostri due rangers siano immersi in una nebbia che cancella i loro lineamenti ( o almeno parte di essi, come il naso, la bocca e le orecchie, cosa che d' loro in qualche caso un'aria vagamente reminiscente degli zombie o dei vampiri ); ciò qualche volta accentua felicemente le tinte gotiche della vicenda, ma spesso lascia una non piacevole impressione di "non finito" ( non certo in senso michelangiolesco ) o di "tirato via" ( non certo in senso tintorettesco ) che mi fanno, per contrasto, rivalutare l'Ortiz de "L'indomabile" o, per rimanere nel quadro dei Texoni, l'Ambrosini de "Il prezzo della vendetta", pur con tutte le ineguaglianze che la sua opera presenta. In sintesi, IMHO:soggetto 8,5sceneggiatura 8disegni 6,5
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