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Pedro Galindez

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Tutto il contenuto pubblicato da Pedro Galindez

  1. Pedro Galindez

    [Maxi Tex N. 12] Lo Squadrone Infernale

    ll problema, però, è che ben raramente il nostro ranger ha fatto strame di avversari impossibilitati a reagire e con le mani alzate ( quando pure ciò capita, poi, la cosa viene spesso delegata a qualcun altro e senza che Tex, almeno ufficialmente, ne sappia qualcosa come mostrano la sorte del colonnello Arlington in "Vendetta Indiana" e quella di Faccia Tagliata in "El Muerto" ; anche se avesse avuto voglia di tagliare a pezzi i soldati - banditi, poi, è estremamente dubbio che lo sceriffo e la sua "posse" sarebbero stati d'accordo e sarebbe stato assai difficile a Tex e Carson superare la loro opposizione ( del resto, se non ricordo male, lo sceriffo non ardeva dal desiderio di utilizzare come ausiliari degli indiani ) a meno di non mettere anche loro in condizione di non nuocere; quanto poi al perchè gli indiani rinuncino alla vendetta, sembra abbastanza evidente che si affidino incondizionatamente alla guida carismatica di Aquila della Notte, che dopotutto con il suo astuto piano li libera definitivamente dalla minaccia dei soldati.
  2. Pedro Galindez

    Albi Per Un Nuovo Lettore

    @Stevenovich: IMHO è la sigla che sta per In My Humble Opinion ( = a mio modesto parere ); si usa quando si vuole sottolineare che quella espressa è comunque una opinione personale che può essere legittimamente non condivisa da altri.@ Little Tex: per quanto riguarda la comparsa di semplici "mostri" ( veri o presunti ) si potrebbero citare "La voce misteriosa" ( nn. 45 - 46 ), "Le terre dell'abisso" ( nn. 47 - 48 ) e "La scogliera dell'orrore" ( nn. 253 - 254 ), mentre a come esempi di storie in cui l'orrore è ispirato dall'elemento soprannaturale o paranormale potrebbero essere menzionate quelle che vedono come antagonisti principali Mefisto o Yama ( come, a parte "Il figlio di Mefisto", già citata da Don Fabio, "Black Baron" ( nn. 93 - 95 ) e "Incubo!" ( nn. 78 - 80 ), oppure "La minaccia nel deserto" ( nn. 420 - 422 ) ). Come detto da don Fabio, però, l'elemento macabro non è molto frequente in Tex ( per citare un episodio recente, ha suscitato qualche perplessit? il fatto che Nizzi e Rossi in "Dieci anni dopo" ( nn. 567 - 568 ) abbiano mostrato un paio di cadaveri semicarbonizzati ).
  3. A giudicare dalla copia che ho comprato, dovrebbe trattarsi proprio di un difetto di stampa. di taluni esemplari, perchè non ho rilevato nessuna striscia nera verticale
  4. Per quanto riguarda il secondo punto ( l'altro fa parte dei topoi della situazione, ben esemplificati da storie così diverse come "Scacco matto" ( nn. 232 - 233 ), "I diavoli rossi" ( nn. 338 - 340 ) e "L'ultima diligenza" ( nn. 546 -547 ) . Un paio di ulteriori osservazioni sul resto dell'albo: .
  5. In effetti, mentre nella copertina del n. 593 vi è Tex che si ritrova di fronte alla "scena del crimine" qui invece lo vediamo "controllato" dal principale "cattivo" ( come del resto succede in buona parte de "La valle dell'odio" ), che per di più ha a propria disposizione un "ferro.... da tiro" ( e "del mestiere"), cosa che conferisce una certa inquietudine alla scena.
  6. Ecco la copertina del volume 211 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "Il killer"; comprender? le ultime pagine di "Athabasca Lake" ( nn. 530 - 533 ) e gran parte de "La valle dell'odio" ( nn. 534 - 535 ), cui si riferiscono il titolo e la copertina di Claudio Villa. ? Sergio Bonelli Editore
  7. Anch'io ho letto l'albo e le mie impressioni - finora sostanzialmente positive - poco differiscono da quelle di Ymalpas, Sam e Cheyenne. Finora siamo soltanto alle battute introduttive di questa vicenda "giallo - spionistica", in cui ad agire sono stati finora quasi soltanto gli antagonisti. Stavolta non mi pare si possa dire che Nizzi abbia ecceduto con lo spiegazionismo, anche se ( come è stato sottolineato da diversi post ) per chi conosce la letteratura gialla non è difficile fare qualche ipotesi: . Per quanto riguarda il secondo albo, ritengo assai probabile che ci sarà un notevole cambiamento di ritmo: il riassunto pubblicato nel sito della SBE ci ha già indicato il filo investigativo che Tex e Carson cercheranno di seguire, che li porter? dritti verso una o più trappole; vedremo se e in quale misura le soluzioni narrative saranno convincenti e gli antagonisti efficaci. Per quanto riguarda i disegni, Rossano Rossi riconferma anche per me l'efficace pulizia del suo tratto, capace di sintetizzare in maniera gradevole e personale gli influssi di Civitelli e di Ticci. Insomma, le premesse per una buona storia mi pare ci siano....
  8. Pedro Galindez

    [18] [Almanacco 2011] La Città Del Male

    Dico anch'io la mia sulla storia dell'Almanacco. Date le sue ridotte proporzioni, l'intreccio difficilmente avrebbe potuto risultare eccessivamente complesso, ma ( a differenza di quanto IMHO è avvenuto in "Faccia di Cuoio" ) la sua lineare semplicit? non è stata dissimulata con digressioni e diversioni, ma sfruttata per dare vita ad una vicenda magari non originalissima ( come si è ricordato, Tex si è dovuto confrontare coi soprusi patiti dai nativi ad opera dei bianchi fin dalle origini ) ma dal ritmo narrativo veloce, piacevolmente narrata e con degli antagonisti magari non eccezionalmente temibili sul piano individuale ( tranne - in parte - il navajo rinnegato Mechero ) ma numerosi e capaci di sfruttare le opportunità tattiche che la via scelta da Tex per portare a Gallup Frank Mason offre loro. Come è stato rilevato in questa discussione, qualche elemento criticabile non manca nella trama: ; non mi pare però che essi incidano più di tanto nell'economia della vicenda. Se i disegni di Torricelli in "Faccia di Cuoio" si rifacevano al modello di Galep, quelli di Danubio mi pare guardino in parte a Gamba, in parte a Sommer; i modelli non sono magari così affascinanti come quelli seguiti da Torricelli, ma i risultati mi sembrano molto efficaci e rispettosi della tradizione grafica del personaggio. In sintesi, IMHO:soggetto 7,5sceneggiatura 8disegni 8
  9. Ecco la copertina del volume 210 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "L'ora della verità" ( nn. 530 - 533 ); comprender? buona parte di "Athabasca Lake" ( nn. 530 - 533 ). La copertina di Claudio Villa rappresenta la versione in controparte di quella del n. 531 della serie regolare. ? Sergio Bonelli Editore
  10. Ecco la copertina del volume 209 della "Collezione Storica a colori", da oggi in edicola con il titolo "La morte nel buio": comprende la parte finale de "I fratelli Donegan" ( nn. 526- 527 ), "Il diadema indiano" ( nn. 528 - 529 ) e le primissime pagine di "Athabasca Lake" ( nn. 530 - 533 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riferiscono alla seconda storia. ? Sergio Bonelli Editore
  11. Questa è la copertina del volume 208 della "Collezione Storica a colori" da domani in edicola con il titolo "Sfida alla vecchia miniera": conterr? l'ultima parte de "I lupi rossi" ( nn. 523 - 526 ) e l'esordio de "I fratelli Donegan" ( nn. 526 - 527 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riferiscono a quest'ultima vicenda. ? Sergio Bonelli Editore
  12. Ecco la copertina del volume 207 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "La terra dei Pawnee": comprender? le ultime pagine di "Kiowas!" ( nn. 521 - 522 ) e la prima parte de "I lupi rossi" ( nn. 523 - 526 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa fanno riferimento alla seconda delle due storie. ? Sergio Bonelli Editore
  13. Ecco la copertina del volume 206 della "Collezione Storica a colori", in edicola da oggi con il titolo "L'agente indiano": comprende l'ultima parte di "Muddy Creek" ( nn. 519 - 520 ) e quasi tutta "Kiowas!" ( nn. 521 - 522 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riferiscono alla seconda vicenda. ? Sergio Bonelli Editore
  14. Questa è la copertina del volume 205 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "Tempesta di sabbia": conterr? la conclusione de "Il luongo viaggio" ( nn. 515 - 517 ), "Pioggia" ( n. 518 ) e la parte iniziale di "Muddy Creek" ( nn. 519 - 520 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riferiscono alla seconda storia. ? Sergio Bonelli Editore
  15. Pedro Galindez

    [217/219] Guerra Sui Pascoli

    Non proprio visto che .
  16. Ecco la copertina del volume 204 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola col titolo "La mappa del tesoro": comprender? le battute finali de "Le foreste dell'Oregon" ( nn. 513 - 514 ) e la prima parte de "Il lungo viaggio" ( nn. 515 - 517 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riferiscono alla seconda storia. ? Sergio Bonelli Editore
  17. I miei gusti e le mie impressioni personali ( le uniche cose in base alle quali valuto i disegni texiani ) non mi rendono eccessivamente incline ad apprezzare le versioni dei principali personaggi texiani fornite da Font e ( in una versione per me leggermente più gradevole ) da Mastrantuono; stesso discorso debbo però fare per l'evoluzione ( IMHO definibile piuttosto come "involuzione" ) subita dallo stile di Ticci, che nelle sue ultime prove lo ha a mio avviso portato al paradossale risultato di accumulare linee e tratteggi per ottenere figure scarsamente definite e/o invecchiate ( certe sue versioni di Tex e Carson potrebbero a mio parere far testo in proposito; probabilmente, però, nel caso del disegnatore senese occorre mettere in conto anche l'età sempre più avanzata, come a suo tempo per Galep e Letteri ). Anche l'evoluzione stilistica dei fratelli Cestaro non manca di suscitare in me qualche perplessit?: è comprensibile che i due artisti campani, dopo le loro due prime prove, abbiano cercato una strada più nettamente personale e distinguibile da quella dei "numi tutelari" dello stile classico texiano nella sua versione moderna, ossia il Ticci del periodo di mezzo e Claudio Villa ( vi ricordate tutte le accuse di scopiazzare Ticci che furono a suo tempo rivolte a Della Monica è ); il problema è però che le tavole de "Lo sceriffo indiano" mostrano ( come detto del resto da Ymalpas ) linee più spezzate e anatomie più irrigidite, che talvolta lasciano al lettore l'impressione di figure scolpite nella pietra (anche se non nel legno di Mastrantuono ); si tratta al momento di una sensazione ancora relativamente fuggevole, ma non mi augurerei affatto che i due disegnatori continuassero in questa direzione. Più favorevole è invece l'impressione che mi lascia Ortiz, il quale, pur con un segno "sporco" la sua parte, mi sembra sia riuscito nelle sue prove migliori ( il Texone, "Sulla pista di Fort Apache", "La miniera del fantasma" e "La maschera dell'orrore" ecc. ) a mantenere quel minimo di contatto con i disegnatori della scuola classica sufficiente a farsi apprezzare da gran parte dei lettori; la sua involuzione attuale mi pare più che altro figlia dell'età avanzata e del superlavoro. Quanto a Fusco, mi pare non si possa negare come anche lui ( proprio come attualmente Font, Mastrantuono e Ortiz ) sia stato per lungo tempo oggetto "d'invincibil odio e d'indomito amor", per giunta sulla base di motivazioni in parte paragonabili, dato che la nerboruta struttura del suo Tex ( ma anche dei pards e della maggior parte dei comprimari e degli antagonisti ) appariva assai fumettistica e ben poco realistica ( oltrech?, in talune occasioni, non molto rispettosa delle proporzioni ), senonchè, almeno IMHO, queste enormi corporature rimanevano comunque "carnose" e non "petrigne" o "lignee", tanto da poter essere comunque osservate con molto piacere ( non disgiunto, talora, da un sorriso tra il divertito e l'ammirato ). Per quanto riguarda la situazione attuale, non mi pare che Sergio Bonelli abbia molte possibilità di non continuare ad alternare disegnatori di stile "classico" e "sintetico". Tex non è più quella realtà semiartigianale che era fino agli anni Settanta, giacch? i lettori si aspettano disegni molto curati e privi della minima imperfezione e approssimazione. Ciò porta spesso i disegnatori a lavorare a ritmi inferiori alle 10 tavole al mese, talch? risulta inevitabile per la SBE tenere sotto contratto almeno una decina di disegnatori texiani, la cui cultura grafica non può non essere poco omogenea, tanto più in quanto nell'ambito della critica texiana l'accusa di epigonismo può essere più letale per un disegnatore di quella di "mancato rispetto della tradizione" ( un po' come, se vogliamo, fino a qualche tempo fa è capitato con Nizzi e Boselli a proposito delle sceneggiature ): oltre alle critiche piovute anni fa su Della Monica, si possono citare in proposito le accoglienze realtivamente tiepide fatte alla prova fornita da Piccinelli in "Vendetta per Montales" e le accuse di plagio nei confronti di Galep rivolte a Torricelli a proposito della sua ancora inedita fatica texiana. Insomma, nel futuro prossimo, penso che la veste grafica delle storie texiane continuerà ancora a variare e a far discutere.
  18. Per quanto riguarda i disegni di questa storia, posso dire anch'io che lo stile di Mastantuono, sebbene un tantino più gradevole di quello di Font ( al quale è comunque IMHO assai prossimo ) o di quello di Diso, mi pare poco gradevole nella resa dei pards, ma anche in genere fin troppo secco e, se così posso dire, "ligneo" nella resa dei personaggi ( che paiono, chi più chi meno, non tanto disegnati quanto intagliati ). Quanto alla vicenda, ritengo, come già altri hanno scritto negli spazi informatici, che si tratti di una storia alla quale Boselli ha probabilmente voluto conferire un taglio "classico" e lineare, un po' come era avvenuto in "Intrigo nel Klondike". A mio parere, però, quest'utlima vicenda ( pur racchiusa anch'essa in due albi )si presentava molto più ricca e variegata nelle peripezie e nei personaggi. Qui invece, dopo un primo albo a carattere prevalentemente introduttivo, soltanto Carson ( e in misura minore Tiger, che con perfetto timing arriva a salvargli la buccia ) brilla di luce propria come investigatore e uomo d'azione, mentre Tex e Kit, arrivati a Vegas con le idee fin troppo chiare, si trovano di fronte degli antagonisti certamente abbietti nell'utilizzare la maschera della legalit? per coprire i loro crimini, ma IMHO troppo passivi e "ipnotizzati" dal mito dei pards ( un po' come i rispettabili cittadini che si trovano in analoga situazione nella nizziana " Patto criminale" [ nn. 395 - 397 ], che però cercavano di evitare il loro triste destino con impegno e risultati maggiori ) per essere realmente pericolosi sul piano dell'azione ( nessuno - credo - si aspettava un esito diverso della "Sfida all'OK Corral " che conclude la vicenda ). Anche gli elementi che altri lettori hanno valutato in maniera molto positiva ( l'attenzione che nel secondo albo viene dedicata ad una delle vittime dei sedicenti "giustizieri", la vedova dello sceriffo Bronson, e la citata sparatoria conclusiva ) , pur inseriti nella vicenda in maniera fluida e appropriata, non mi paiono realmente così innovativi ed eclatanti come è parso ad altri: personaggi analoghi alla vedova Bronson e anche più incisivi di lei sul piano dell'azione si sono già visti nella citata "Patto Criminale" ( la vedova dell'indiano ucciso all'inizio della storia ) e nel Maxitex "Rio Hondo" (la vedova di un vaquero messicano ucciso per aver osato ribellarsi al "padreterno del paese" ); quanto al secondo caso, una resa dei conti non meno emozionanti e un po' meno immaginabili ( il precedente cinematografico è sempre presente nell'immaginario del lettore appassionato del western classico ) vi erano già ne"Il passato di Carson" e persino in "Ritorno a Culver City" ( complici, in questo caso, gli splendidi disegni di Civitelli ). Insomma, a mio parere:soggetto 7,5sceneggiatura 7 +disegni 7--
  19. Questa è la copertina del volume 203 della "Collezione Storica a colori", da doman in edicola con il titolo "Sotto falso nome"; comprender? la parte conclusiva di "Ritorno a Culver City" ( nn. 511 - 512 ) e la prima parte de "Le foreste dell'Oregon" ( nn. 513 - 514 ). Titolo e copertina di Villa si riferiscono alla seconda vicenda. ? Sergio Bonelli Editore
  20. Questa è la copertina del volume 202 della "Collezione Storica a colori", in edicola da oggi con il titolo "Il prigioniero dei Blackfoot"; contiene l'ultima parte de "Il mercante francese" ( nn. 508 - 510 ) e le battute iniziali di "Ritorno a Culver City" ( nn. 511 - 512 ). La copertina riprende ( dall'angolazione esattamente opposta ) quella dell'albo 509 della serie regolare, "Snake Bill"; anche il titolo ricalca un sottotitolo interno dello stesso albo. ? Sergio Bonelli Editore
  21. Ecco la copertina del volume 201 della "Collezione Storica a colori", da oggi in edicola col titolo "Missione segreta": comprende le battute finali di "A sud del Rio Grande" ( nn. 506 - 507 ) e la prima parte de "Il Mercante francese" ( nn. 508 - 510 ). A quest'ultima storia fanno riferimento il titolo e la copertina di Claudio Villa, che riprende una delle scene più spettacolari del n. 508. ? Sergio Bonelli Editore
  22. Ecco la copertina del volume 200 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "Fort Buffalo": comprender? le ultime pagine di "Mefisto!" ( nn. 501 - 504 ), "Guerra nel deserto" ( nn. 504 - 505 ) e le battute introduttive di "A sud del Rio Grande ( nn. 506 - 507 ). Titolo e copertina di Cluadio Villa si riferiscono alla seconda storia ( il secondo, anzi, riproduce il sottotitolo interno con cui essa si apre ). ? Sergio Bonelli Editore
  23. Ecco la copertina del volume 199 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola col titolo "Nelle mani di Mefisto": comprender? la maggior parte di "Mefisto!" ( nn. 501 - 504 ). La copertina di Claudio Villa riprende il momento culminante del n. 503 della serie regolare: lo scontro - a distanza - tra Tex e il suo arcinemico. ? Sergio Bonelli Editore
  24. Ecco la copertina del volume 198 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "Fiamme sul Texas": comprender? l'ultima parte de "La grande invasione" ( nn. 497 - 499 ), "Uomini in fuga" ( n. 500 ) e le prime pagine di "Mefisto!" ( nn. 501 - 504 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riferiscono alla prima delle tre storie ( di fatto la copertina riprende, con una diversa visuale e maggiore apertura sullo sfondo, quella del n. 499 della serie regolare, "Gli eroi del Texas") ? Sergio Bonelli Editore
  25. IMHO la cosa potrebbe spiegarsi con il fatto che Kit, proprio non ha mai potuto conoscere sua madre, sia cresciuto con un'acuta ( e dolorosa ) consapevolezza della propria condizione di orfano, che ha sempre avuto una persona cara in meno su cui contare ( cosa tanto più grave in quanto suo padre, aveva acquisito ai suoi occhi un status mitico che non sempre rendeva [ o rende; quante volte Kit Willer, specie nelle sceneggiature di Boselli si chiede cosa avrebbe fatto suo padre nella situazione in cui lui stesso si è venuto a trovare è ] facile a Kit confrontarsi con lui nella maniera in cui un figlio ordinariamente si confronta con suo padre ). Questo può spiegare - almeno in parte - la sua richiesta di liquidare Brennan in prima persona, anche se poi GLB , fedele alla sua logica narrativa basata sul primato dell'azione sull'introspezione psicologica, non insiste ulteriormente sul punto.
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