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pecos

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  1. Natural, io direi che il 47 sia Freccia Rossa, credo che tu ti sia confuso... Io comincio dall'inizio, la parte più facile (qualcuno deve pure farla ) 1. Tex 2. Carson 3. Kit 4. Tiger 5. Timothy O'Sullivan 6. ? 7. ? 8. Gros-Jean 9. Pat 10. Ely Parker (?) Ho un po' di dubbi come si vede... qualcuno viene in aiuto?
  2. wow!!! Chi riesce a riconoscere tutti?
  3. pecos

    I Nuovi Libri Sbe

    Curiosa iniziativa editoriale, quella di pubblicare in un'altra edizione una storia appena uscita sul mensile...
  4. pecos

    [676-677] Il ragazzo rapito

    Lo sfondo della versione definitiva non è comunque male. La camicia nella versione di Villa è ovviamente infinitamente più bella, ma ormai la politica editoriale sul giallo della camicia di Tex la conosciamo benissimo (purtroppo).
  5. pecos

    [673/675] Il segno di Yama

    Beh ma è chiaro che gli autori scrivono quello che pare a loro. Ogni allenatore decide che squadra mandare in campo, non sta certo a sentire cosa ne pensa ciascun tifoso! Accontentare te, con ulteriori spiegazioni e chiarificazioni di cosa può fare adesso Yama e cosa no, avrebbe magari scontentato altri lettori che odiano gli spiegazionismi e se ne infischiano delle incongruenze con dettagli di vecchie storie che magari non ricordano nemmeno più. Ma perché tu dovresti valere di più di loro? Questo per dire che non è possibile che un autore stia ad ascoltare tutte le fazioni di lettori e scriva pensando ad accontentare tutti - che poi va a finire che scontenta tutti allo stesso modo.
  6. pecos

    [673/675] Il segno di Yama

    Comunque capisco quanto l'argomento ti stia a cuore, perché effettivamente i problemi di continuity ci sono (ma c'erano anche prima, a dire il vero). Boselli ha voluto fare una scelta, che personalmente non mi crea particolari problemi (ma non perché sono di bocca buona e mi va bene tutto, piuttosto perché preferisco apprezzare altri aspetti, come quello di leggere una bellissima storia, e soprassedere su alcuni dettagli che per il mio occhio sono di secondo piano). È perfettamente comprensibile e legittimo che tu non sia d'accordo con quella scelta e che dia un giudizio negativo sulla storia in base a questo discorso, che peraltro hai perfettamente argomentato nel tuo primo intervento.
  7. pecos

    [673/675] Il segno di Yama

    Calmaaa... Anzitutto non prendertela così tanto con il povero Natural Killer, il cui post era ironico e, conoscendo il suo stile, non certo provocatorio né irrispettoso nei tuoi confronti (al contrario, tu la frase "persone come te che si accontentano di tutto senza fiatare, nel tuo caso per paura di rovinare il tuo rapporto con Boselli" potevi risparmiartela). Penso che il suo post ironizzasse più che altro sulla diatriba a proposito dell'eccessivo spiegazionismo che è uno dei topic che periodicamente ritorna sui forum di Tex. Il tuo punto di vista è pienamente condivisibile ovviamente, per chi ama la continuity questa storia pone qualche problema non da poco (a mio parere quello davvero significativo è il primo punto del tuo elenco). Ma prima di tutto non avere la presunzione di pensare che a tutti importino le questioni a cui accenni: ci sono anche quelli per cui un fumetto o un film sono solo un momento di svago, ma mica vuol dire che la presenza di questa parte di pubblico porti gli autori a diminuire la qualità del loro lavoro! D'altra parte abbiamo sul groppone da 70 anni contraddizioni irresolubili all'interno della saga, ma siamo andati avanti lo stesso. Poi potrei ad esempio chiederti: quanto tempo passa tra una storia e l'altra del ciclo Mefisto-Yama? Qualche anno? Allora com'è che Kit ha tutte le volte vent'anni? Anche questa è una contraddizione! Non penso infine che questa storia sia stata fatta "tanto per fare", anzi la qualità della sceneggiatura e dei disegni è eccelsa. Boselli sapeva senza dubbio quel che faceva nello scrivere questa storia, evidentemente ha pensato che il "mettere ordine" tra i poteri di Yama fosse la cosa giusta da fare a questo punto della saga. Se vorrà darci qualche altra spiegazione, siamo qui ad ascoltarlo...
  8. pecos

    [673/675] Il segno di Yama

    Capisco il tuo punto di vista, ma ho l'impressione che quello che avresti voluto vedere sia impossibile. Spiego: Tu sostieni che gli alleati siano ben poca cosa, ma non sono d'accordo. Lefeuvre non è distratto, anzi ha in pugno Tex e Carson, ma è proprio quest'ultimo che lo distrae, mentre Tex sfodera l'arma segreta - il coltello nello stivale! Lefeuvre è un avversario di tutto rispetto, ma Tex e Carson sono più forti di lui: non potrebbe essere diversamente! Anche Rinchen mette Tex e Kit in serissima difficoltà, ancora una volta è l'abilità di Tex ad avere la meglio. Di più non possono fare, perché le regole del gioco vogliono che alla fine sia Tex a vincere. La ragazza, infine, non è sbadata, anzi recita benissimo la sua parte; è solo Kit che si accorge del suo doppio gioco scoprendole il medaglione. Ma come avrebbe potuto prevedere che quel marpione di Kit le sbottonasse la camicia? Dimentichi che Yama e Mefisto agiscono per forza così, da lontano, per mezzo di magie e illusioni, vedere un faccia a faccia praticamente non ha senso. Ovviamente non ha senso mettere Yama di fronte a Tex fisicamente; ma abbiamo già visto che anche il suo nuovo potere di muovere gli oggetti a distanza non è servito a molto nella notte a casa del Morisco, quando i pards non si aspettano nulla di simile; come potrebbe colpirli adesso? Senza contare che avrebbe bisogno di un'arma (che non può portare con sé, ma deve trovare direttamente sul luogo...), sarebbe di fronte a diversi avversari molto più abili di lui... Yama deve necessariamente colpire a distanza, e l'inferno urlante è certamente potente, Tex e pards la scampano solo per il rotto della cuffia e con una buona dose di fortuna... Sono contento comunque che alla fine la storia ti sia piaciuta
  9. pecos

    [673/675] Il segno di Yama

    Leggo, qui e altrove, alcune critiche dovute alla pretesa modestia degli aiutanti di Yama, o di un piano troppo cervellotico ma in fin dei conti poco efficace di Yama (trappole telefonate, scrive l'amico Gas Gas qui sopra). Personalmente non sono per niente d'accordo, anzi credo che sia questa una delle avventure in cui i pards sono messi maggiormente in difficoltà. Le trappole in cui cadono - a partire dall'apparizione di Yama a casa del Morisco, per proseguire con le bambole Vudù, i demoni marini e i serpentoni finali - sono decisamente pericolose e mettono a dura prova il fisico di Tex e pards, che ne escono (vivi, ma non propriamente illesi) solo grazie alle loro straordinarie capacità e a una buona dose di fortuna. Ma poi è ovvio che deve finire tutto in un certo modo, i piani di Yama non possono certo andare a buon fine! O qualcuno vorrebbe che finalmente uno dei pards ci lasciasse le penne? Questo è ovviamente un limite di queste storie, in cui già in partenza si sa come andrà a finire, ma il bello sta nel vedere cosa succede in mezzo...
  10. pecos

    [673/675] Il segno di Yama

    Dimenticavo... (SPOILER) Grandissima la chicca del coltello nel tacco dello stivale!!! Queste cose fanno andare i texiani in brodo di giuggiole
  11. pecos

    [673/675] Il segno di Yama

    Grande Boselli e grande Civitelli! Come scrivevo qualche giorno fa dopo la lettura dei primi due albi, Boselli si mantiene saldamente all'interno della tradizione, senza stravolgere l'impianto classico delle storie del ciclo Mefisto-Yama (fatto principalmente di una lunga marcia di avvicinamento di Tex e pards al covo dell'antagonista, quasi sempre in un luogo esotico, costellata dei tentativi del nemico di turno di colpirli facendo appello alle forze occulte, fino al finale pirotecnico). Anche l'alleanza con i rappresentanti delle forze oscure di diverse culture e tradizioni (principalmente indiane, ma ci sono anche quelle tibetane e, per non farci mancare niente, il vudù!) è qualcosa di già visto, ma tutti gli ingredienti sono dosati alla perfezione e i tanti personaggi hanno alla fine tutto lo spazio che meritano, con ruoli ben definiti all'interno della narrazione. Insomma, un'ottima storia che riprende un grande nemico e lo fa nel migliore dei modi, dando nuova linfa a un filone che sembrava esaurito, impreziosita dai disegni di Civitelli che pur distanti anni luce come stile dal Galep de "Il figlio di Mefisto", illustrano magistralmente le invenzioni boselliane (per rimanere all'ultimo albo, ottima tutta la sequenza nella Valle della Morte, in cui mi sarebbe piaciuto vedere anche un bel vignettone grande). Per me storia da 9, sicuramente una delle migliori della saga e una delle storie più glbonelliane degli ultimi anni. Una curiosità per Borden: per l'"inferno che urla" e tutta la parte finale con i "serpentoni", ti sei rifatto a una precisa tradizione/mitologia indiana, o è tutto frutto della tua inventiva?
  12. pecos

    Galleria Di Maurizio Dotti

    Sospetto più che legittimo quello di rivedere Buffalo Bill, visti i trascorsi del Maestro...
  13. Sono anch'io perplesso dopo la lettura di questa storia... il primo albo decisamente bello e ricco di azione, il secondo invece un gran minestrone in cui Manfredi tenta di creare un'atmosfera di mistero e di intrighi che però si risolvono in una gran confusione. Poco conta che alla fine tutto si spieghi, il problema è che la lettura non è coinvolgente, ma macchinosa e contorta, e non si vede l'ora di finire l'albo non tanto per svelare i misteri, quanto per uscire da una trama un po' soffocante. Non è la mancanza di linearità che mi disturba (anzi, tutt'altro, ben vengano le storie con una trama che non sia solo un susseguirsi di bang-bang), ma ho l'impressione che l'intento di Manfredi, quello di confondere il lettore e stuzzicare la sua curiosità, non sia pienamente raggiunto. È in ogni caso una trama tipicamente manfrediana, con intrecci politici e un gioco delle parti in cui solo alla fine si scopre davvero chi sta con chi; ci sono molte storie simili su Magico Vento, storie che in quel contesto mi hanno fatto innamorare di questo sceneggiatore, ma ho l'impressione che su Tex non funzionino. Peccato, un altro colpo a vuoto per uno dei miei sceneggiatori preferiti (anche se personalmente Oro Nero non mi era dispiaciuta, anche se da Manfredi mi aspetto sempre il meglio). Ci sono comunque cose da salvare: l'intero primo albo, i dialoghi (uno dei punti di forza della scrittura di Manfredi), e non è nemmeno da buttare via l'idea di mettere Tex di fronte a un pugno di personaggi, i cui ruoli sono avvolti nel mistero ma legati da un singolo episodio del passato (l'assassinio di Alias) che, una volta spiegato, chiarisce quali siano i veri rapporti tra di loro... Poteva essere una bella idea, e originale, peccato per lo sviluppo che stordisce il lettore e non fa apprezzare appieno l'intento dello sceneggiatore. Sui disegni non c'è molto da dire, molto buoni come sempre, Sejias è una colonna dello staff attuale.
  14. Letto in ritardo anche questo Color Tex che si fa ricordare soprattutto per il reparto grafico - da parte mia promossi tutti i disegnatori, e la colorazione che effettivamente dà qualcosa in più alle tavole e non fa rimpiangere l'amato bianco e nero. Le storie invece sono carine (a parte quella brevissima e insignificante), ma come ho ripetuto più volte storie di questa lunghezza raramente riescono a coinvolgermi e a prendermi davvero, le vedo più come dei divertissement. Letture piacevoli insomma, ma niente che si lasci ricordare e che ti faccia chiudere l'albo pensando "Che bella storia che ho letto!". Tutto scorre troppo velocemente, onestamente tante storie di questo formato iniziano a stancare. Veniamo più in dettaglio a commentare le singole storie. Il mescalero senza volto. Rauch/Bocci Una delle più riuscite, con un nemico che si ispira chiaramente ad El Muerto ma non raggiunge certo i vertici di pathos e coinvolgimento della storia nolittiana. Tutto sommato abbastanza scontata, ma comunque ben narrata con un'ottimo dosaggio dei tempi narrativi nelle poche pagine a disposizione. Disegni stupendi, impreziositi dalla collaudata colorazione di Oscar Celestini. Voto 7. Rio Quemado. Boselli/Dotti Direi la migliore del lotto, con una trama non scontata e bei personaggi. Dotti lo conosciamo già e non è una sorpresa. Voto 8. Un cavallo di pezza. Barbieri/Venturi E questa, scusate, cos'è? Quindici pagine di nulla - non c'è una trama, non ci sono dialoghi, non c'è niente. Vuoto cosmico. Davvero non capisco il senso di pubblicare una cosa del genere. Voto 4. Amici per la morte. Testi/Laurenti Storia carina e ben scritta. Come già rilevato da Ymalpas c'è un certo rovesciamento dei valori texiani, con un cacciatore di taglie dalla parte dei buoni (mentre di solito quella dei bounty killer è una delle "razze" più odiate da Tex). I disegni mi sembrano i più particolari del gruppo, un tratto spesso e abbondante di neri, ma anche con linee morbide che mi hanno alla lontana ricordato il segno di Galep. Voto 7 Chupacabras! Burattini/Rubini Storia piuttosto deludente, questi mostri escono dal nulla e immediatamente vi sono rispediti dalle colt di Tex, un po' surreale il personaggio del professore, insomma l'idea si poteva sfruttare meglio, magari qualche pagina in più non avrebbe guastato. Voto 6.
  15. pecos

    [673/675] Il segno di Yama

    I primi due albi non deludono le grandi attese per questa storia. Boselli si affida a un canovaccio abbastanza standard e consueto nella saga di Mefisto - Yama: incipit che descrive il ritorno del grande nemico, rivelazione a Tex, marcia di avvicinamento dei pards al nascondiglio esotico dell'antagonista, costellata di apparizioni a distanza di Yama e tentativi vari da parte di quest'ultimo di colpirli, il tutto inframezzato da qualche viaggio di Yama nei mondi dell'aldilà. Tutto già visto verrebbe da dire, e in effetti fino a questo momento la struttura base della storia rimane quella standard a cui siamo ormai abituati da tempo. Nonostante questo, Boselli - aiutato dalla grande arte del maestro Civitelli - riesce a scrivere una sceneggiatura coinvolgente e ricca di pathos. Decisamente riuscito è l'incipit, che mi ha riportato immediatamente alle atmosfere de "Il figlio di Mefisto", così come la scena della battaglia notturna con i nemici che sembrano moltiplicarsi e non finire mai (ottimo l'effetto che ne sortisce), e i nuovi poteri di Yama che gli permettono di impugnare oggetti a distanza. Finora quindi una lettura decisamente coinvolgente, che rimane nei binari classici ma apportando comunque elementi di novità. Forse l'intuizione migliore è quella di approfondire la psicologia di Yama, ponendo l'accento sulla sua schizofrenia e rendendolo più completo. Mi aspetto che nell'albo conclusivo i pards si trovino ancora più in difficoltà, prima di riuscire ad aver la meglio sul nemico...
  16. pecos

    [673/675] Il segno di Yama

    Finalmente sono rientrato in Italia per le ferie di Natale, e stringo nelle mani i primi due albi del ritorno di Yama! Prima di immergermi nella lettura, sento il dovere di ringraziare il curatore per la rubrica di pagina 4, finalmente una degna introduzione alla storia che stiamo per leggere e non la solita vetrina pubblicitaria! Spero che sia un buon segno e che anche in futuro si dia più spazio alla presentazione delle storie contenute negli albi... Detto questo, inizio finalmente la lettura!
  17. Due scene indimenticabili, soprattutto quella della roulette russa! Tex vestito da mormone poi è uno spasso! La storia non è particolarmente originale, ma quelle due sole scene valgono tutto il prezzo del biglietto. Peccato solo per la figura della nipote dei Brenton, che all'inizio sembra un bel personaggio ma poi viene completamente dimenticata dalla sceneggiatura.
  18. Di cosa si tratta? Sembra una tavola fatta e finita. Tra l'altro l'ombra del dinosauro nella prima vignetta è intrigante...
  19. pecos

    I Vip Che Leggono Tex

    Grazie Chinaski della segnalazione! Ci penso io a riportare il link, direi che sia questo: http://www.massimofini.it/1988/vecchi-e-nuovi-ipocriti-aquila-della-notte-vi-colpira Un bell'articolo!
  20. pecos

    [673/675] Il segno di Yama

    Per piacere però evitiamo gli spoiler completamente, almeno mettiamo un avviso. C'è anche chi come me non vorrebbe sapere certi dettagli prima di leggere l'albo.
  21. pecos

    [673/675] Il segno di Yama

    Ah, c'è anche il Morisco! Stavolta Yama sembra proprio fare sul serio, allora!
  22. In realtà non ero sicuro di essere stato del tutto chiaro
  23. Le contraddizioni nella saga texiana ci sono, e non c'è alcuna cronologia con cui tutto sia perfettamente coerente. Sulla base di questo, ci sono diverse possibilità per decidere cosa fare nei prossimi episodi ambientati nel passato: 1) fregarsene in tutto e per tutto della cronologia e scrivere liberamente i nuovi episodi (che era poi il pensiero di GLB, ma che non condivido per nulla, anzi devo ammettere che le incongruenze che ha disseminato qua e là nella saga mi danno un po' fastidio); 2) scegliere una cronologia fissa e certa, che minimizzi il numero di incongruenze negli albi già scritti e con precise date per ogni episodio della vita di Tex, e attenersi scrupolosamente a questa; 3) essere elastici e scrivere nuovi episodi sacrificando l'attinenza ai dati storici, ma comunque mantenendo il più possibile la coerenza interna della saga. Detto questo, il mio pensiero è il seguente: si devono separare distintamente due cronologie: la CRONOLOGIA STORICA, ovvero le date storiche a cui si vogliono far risalire gli episodi di Tex (il pensare cioè che la vita di Tex sia immersa nella realtà storica), e la CRONOLOGIA INTERNA della saga, ovvero l'ordine cronologico degli episodi della vita di Tex e il numero di anni intercorsi tra un episodio e l'altro. La mia proposta è di cancellare completamente la cronologia storica: come anche ha ricordato Natural Killer nel suo preciso intervento, sono tanti gli aspetti storici che cozzano con quello che leggiamo sulle pagine di Tex (dalle guerre indiane che ormai negli anni '80 non c'erano più, alle figure storiche che negli anni in cui agisce Tex facevano tutt'altro o erano addirittura morte...). Mi piace pensare al mondo di Tex come a un mondo parallelo alla realtà storica, dove ci sono stati gli stessi avvenimenti ma magari con discrepanze di qualche anno, così che Tex li possa aver vissuti come sappiamo dalle sue storie. In altre parole, l'elasticità nell'interpretare la cronologia texiana dovrebbe essere nel non voler a tutti i costi individuare gli anni esatti in cui si sono svolte le vicende, ma nell'accettare che il West di Tex sia un pochino diverso da quello che ricordano i libri di storia, in cui gli eventi sono un po' sfasati... In quest'ottica, quella da preservare è certamente la cronologia interna, ovvero l'ordine relativo degli episodi della vita di Tex e la distanza tra di loro. In questo caso e con queste premesse (che però forse molti di voi non vorranno accettare), mi sembra che quella proposta da Borden sia un'ottima cronologia, soprattutto - come dice lui stesso - dal punto di vista della narrazione. Che ne dite?
  24. pecos

    [673/675] Il segno di Yama

    Infatti, stupendo! Stavolta i complimenti se li meritano tutti, bellissima presentazione dell'albo!
  25. pecos

    Il Mercato Di Tex

    Non credo che i fattori da te elencati possano fare davvero la differenza. Possono al più comportare lievi oscillazioni di mese in mese, ma la tendenza generale nasce dai fattori elencati da Borden, le cui parole sono molto amare per noi amanti delle avventure disegnate. Il fumetto, così come gli altri prodotti "da edicola", è stato soppiantato da un'offerta vastissima di prodotti per l'intrattenimento, e non ha quell'appeal sui "giovani" (non solo adolescenti, ma anche trentenni) che aveva in passato. Temo che il fumetto come genere "popolare" si sia perso per sempre, Tex ancora resiste perché ha uno zoccolo duro di lettori che però andranno via via ad esaurirsi, come è naturale. Oggi il fumetto si trasforma sempre più in un genere di nicchia, per appassionati più che per il lettore casuale, e anche Tex si sta volgendo verso questa direzione, ad esempio con la serie dei cartonati. Vanno sempre più di moda le cosiddette "graphic novels", vendono molto autori come Zerocalcare, ma il fumetto seriale è poco o per nulla considerato dalle nuove generazioni. Ed è un vero peccato, perché avrebbe tanto da offrire, e forse basterebbe poco perché tanti che hanno mai avuto in mano un albo di Tex si appassionassero e diventassero nuovi lettori...
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