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pecos

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  1. pecos

    [Maxi Tex N. 19] La Giustizia Di Tex

    Discorso vecchio, io sono invece tra quelli che pensano che i capolavori veri e propri si trovino solo tra le storie di una certa lunghezza (non le ottime storie, di cui abbiamo diversi esempi anche tra storie piu` brevi). Visto pero` il proliferare di collane che propongono storie brevi o brevissime (almanacco/magazine, color tex, album tex), mi piacerebbe che il maxi ospitasse invece storie da 330 pagine. Purtroppo la scarsa programmazione degli anni passati e la velocita` dei disegnatori, come sappiamo, lo rendono impossibile almeno nei prossimi anni.
  2. pecos

    [658/660] Winnipeg

    in quale parte del mondo sei, Pecos? Germania. Non troppo lontano, ma abbastanza per non poter avere gli inediti in tempo reale... Sto pensando seriamente a farmeli mandare per posta dai miei!
  3. pecos

    [Maxi Tex N. 19] La Giustizia Di Tex

    Ci siamo lamentati e ne abbiamo chiesto anche la chiusura. Sui maxi andrebbero belle storie e storie ben disegnate. Il che non è esattamente il nostro caso: cioè storia epocale, disegnata da ??? ( scommettiamo una birra che ??? sarà uno dei ben noti "velocisti" rimasti senza lavoro ? ) Tra le storie che sappiamo essere in lavorazione, dovrebbe essercene una di Boselli e affidata a Del Vecchio, prevista sul maxi: che Borden stia parlando di questa, o si tratta di un nuovo soggetto (e affidato a chi?). Tra l'altro, scorrendo il topic delle storie in lavorazione, mi pare che le uniche per ora destinate al Maxi siano Ruju&Cossu (che pero` non dovrebbe essere di 330 pagine, e deve essere complementata da un'altra storia) e Ruju&Diso, che dovrebbero occupare i maxi 2016 e 2017. E dopo?
  4. pecos

    [Maxi Tex N. 19] La Giustizia Di Tex

    :help: :clapping: Merita invece, come scelta, il . Le storie epocali le voglio sulla serie regolare, mica a fare compagnia agli ultimi dimenticabili maxi Tex. Qui non sono d'accordo. Per anni ci siamo lamentati della scarsa qualita` della collana e abbiamo auspicato un rilancio della stessa in tutte le maniere. E ora che si prospetta un Maxi Tex degno di questo nome, che Boselli stesso definisce EPOCALE (chissa` poi in che senso...), ci lamentiamo e rimpiangiamo le storie anonime degli ultimi anni?
  5. pecos

    [Maxi Tex N. 19] La Giustizia Di Tex

    :help: :clapping:
  6. C'è una fascia di lettori di Tex scambia per canone texiano il proprio gusto personale. Non parlo di te, Pecos, ma approfitto del tuo post per chiarire il mio pensiero, che non è il loro. Se è indubbio che ci sono dei canoni stabiliti e da cui ormai non si può deviare, è anche vero che altre cose erano strettamente legate all'epoca in cui furono pubblicate e possono essere fatte in modo diverso ora. Negli anni 50 le donne erano praticamente sempre vestitissime con pochissima pelle scoperta a parte quella del viso.In omaggio a questo dovremmo volere che le ballerine da saloon siano sempre coperte da capo a piedi? Su Tex la rappresentazione grafica della violenza segue il canone di non mostrare nulla di veramente forte e uno schizzo di sangue non rientra in questi limiti e non mi crea alcun problema. A parte alcuni punti fermi che riguardano perlopiù esclusivamente la natura dei personaggi, la loro essenza e il loro comportamento (in parole povere: la loro caratterizzazione), quello che si può fare o non far, far vedere o non far vedere dipende dalla sensibilità degli autori e da quella dei lettori e varia a seconda del'le epoche. Con questo non ho mai avuto problemi. Mostrare il sangue non è qualcosa di contrario al canone o a una presunta estetica texiana, è semplicemente qualcosa che prima non si poteva fare e adesso sì. Prendiamo la scena della storia "I sabotatori" in cui il giovane ingegnere va a letto con Bethanie Marsh per poi rubarle i documenti. Quella scena GLB non l'avrebbe mai scritta negli Anni Sessanta anche se l'avesse pensata, perché in quel periodo non sarebbe stata ammissibile. Nel 2011 non mi risulta che qualcuno abbia sollevato serie obiezioni. Non è detto che una cosa, solo perché non la si è fatta per 40 anni non la si possa fare mai. Sono due punti di vista diversi: assodato che nella tradizione texiana il sangue viene raramente rappresentato (indipendentemente dalle motivazioni, che abbiamo capito sono da ricercare piu` nella censura che nella volonta` degli autori), - oggi che la censura non c'e` piu` e la sensibilita` dei lettori e` cambiata, si puo` mostrare il sangue (in nome di un maggior realismo?), oppure - si puo` continuare a mantenere Tex entro dei canoni estetici consolidati in decenni di vita editoriale. Secondo me sono entrambe posizioni con le loro motivazioni e condivisibili. Onestamente, non so cosa vorrei davvero vedere su Tex. Quando usci` Magico Vento, mi salto` all'occhio proprio il dettaglio del sangue dalle ferite e il modo molto diverso di rappresentare gli scontri a fuoco rispetto a quello a cui ero abituato su Tex, e mi piacque tantissimo. D'altra parte Tex ha la sua storia e la sua estetica... ps: tornando in topic, in questo caso trattandosi di un'uscita speciale che si caratterizza proprio per la maggior liberta` grafica, il problema del sangue per me non si pone proprio. Diverso e` il discorso riguardo al viso di Tex, che vorrei rimanesse riconoscibile anche su questi cartonati...
  7. pecos

    [658/660] Winnipeg

    Torno brevemente su questa storia che ha gia` tante pagine di commenti... Non c'e` niente da fare, le storie di Boselli sono sempre quelle che accendono le discussioni piu` calde (ma in questo caso anche Font ha la sua importanza nel catalizzare l'attenzione dei forumisti ) Appunto, riguardo a Font: e` un autore che a me piace tantissimo e che, per quanto ne dicano i suoi detrattori, e` da anni una delle colonne portanti della serie. Boselli ne ha fatto quasi un suo beniamino, affidandogli alcune delle sue storie piu` importanti. Secondo me in certe situazioni il tratto di Font e` impareggiabile: basti guardare gli splendidi paesaggi della prateria in "La mano del morto", o le tavole di "Colorado Belle", la storia in cui secondo me da` il massimo della sua arte. Il problema e` che questa, per come si e` sviluppata sinora, non e` una storia da Font: giocata quasi sempre in spazi ristretti, con vignette sempre centrate sui personaggi, senza quelle ampie vedute paesaggistiche in cui Font da` il meglio. Le anatomie sgraziate sono, come ben noto, il punto debole del disegnatore. Secondo me la storia andava affidata ad un altro disegnatore per essere valorizzata al meglio (ma c'erano comunque motivi importanti per assegnare la storia a Font, come le tempistiche di realizzazione e il fatto che Dallas e` un suo personaggio, cosi` come la storia precedente). Tornando a questa storia, per ora il primo albo si e` rivelato molto intrigante con diversi misteri insoluti e sicuramente c'e` grande attesa per il proseguimento. Per ora la storia e` molto lenta e verbosa e il primo albo e` una sorta di preludio in cui vengono presentati attori e scenario, ma mi aspetto un deciso cambio di ritmo gia` dalle prossime 110 pagine. Due sono gli elementi principali su cui Boselli si gioca le sue carte: 1) L'assassino misterioso, che tanti dettagli seminati lungo la sceneggiatura mi portano a individuare in un ben preciso nemico di Tex, come ho scritto qualche tempo fa. 2) Il ruolo di Kid Rodelo: si schierera` alla fine dalla parte dei buoni, o mostrera` la sua anima nera? Ho apprezzato molto la discussione precedente sui personaggi "grigi" e mi trovo in pieno accordo con il post precedente di Tahzay. Non nascondo che una redenzione del Kid mi lascerebbe piuttosto perplesso (anche se bisogna poi vedere come verra` realizzata), e gia` commentando il finale di "Giovani assassini" avevo scritto che questo avrebbe avuto senso, dal mio punto di vista, soltanto se nella storia seguente Kid si fosse rivelato davvero irrecuperabile. Mi trovo quindi in accordo con Ymalpas quando dice Detto questo, abbandono il topic per evitare spoiler, dato che potro` leggere i prossimi due albi solo in dicembre al mio rientro in Italia
  8. Indubbiamente però di sangue nelle storie di Tex se ne è sempre visto ben poco, e ancor meno schizzi e fiotti di sangue dalle ferite. Al di là del fatto che ciò sia dovuto alla censura e non alla volontà degli autori, il fatto è che su Tex si è consolidata nel tempo un'estetica in cui la violenza è attenuata dalla rappresentazione della stessa priva dell'elemento "splatter" (termine con cui intendo non solo lo splatter "estremo", ma anche dettagli come il sangue che schizza dalle ferite). E' perfetto l'esempio che riporta Virgin qualche post fa, dell'eleganza di Letteri che ritrae gli uomini colpiti in testa che si coprono la faccia con le mani. Ci sono eccezioni chiaramente, come avete ricordato, ma il canone estetico su Tex è questo. Indipendentemente dal fatto che fosse o meno voluto da GL Bonelli o fosse il prodotto della censura, un disegnatore che rappresentasse le sparatorie con maggiore realismo e con schizzi di sangue ad ogni colpo si porrebbe automaticamente al di fuori della tradizione. Mi sembra comunque che siano diversi gli autori che negli ultimi anni stanno andando in questa direzione, su Tex.
  9. pecos

    [Maxi Tex N. 19] La Giustizia Di Tex

    Perchè? Mai sentito parlare di titoli collettivi? Ci sono altri due titoli all'interno. L'errore è nella scritta "Una storia completa e inedita" che compare sotto il logo MaxiTex...
  10. pecos

    [Maxi Tex N. 19] La Giustizia Di Tex

    Malloppone autunnale da cui non mi aspetto molto, ma che comprerò comunque sperando in una lettura divertente. Sarà dura per me mandare giù i disegni di Cossu, disegnatore che non mi è mai piaciuto, mentre sono contento di leggere ancora un'ultima storia del grande Ortiz, che in passato ho amato tantissimo (e per questo chiuderò un occhio sulla qualità di queste ultime sue tavole, che prevedibilmente non sarà eccelsa). Mi auguro di leggere un Faraci in ripresa rispetto alle sue ultime per me deludenti prove. Menzione anche per la bella copertina "generica" di Villa, mi pare che ultimamente questo tipo di copertine stia ritrovando un po' di spazio sugli albi di Tex e questo mi fa molto piacere.
  11. pecos

    [658/660] Winnipeg

    Onestamente, non credo che in una storia del genere - in cui i personaggi principali sono tutti sue creazioni - Boselli vada a inserire come principale antagonista un personaggio del passato ma non suo. Come sappiamo, scriverà storie in cui ritorneranno personaggi creati dagli altri sceneggiatori, ma in questa storia secondo me stonerebbero un po'. ps: parlate tutti di questo personaggio come "nemesi di Tex", ma se andate a rileggere il dialogo è al contrario lui a dire che Tex è la sua nemesi... è ben diverso!
  12. pecos

    [658/660] Winnipeg

    Lettura ultimata. Prevedo una pioggia, anzi una tempesta, di critiche su Boselli. Sarà una storia che dividerà i lettori, e - spero di sbagliarmi - penso che saranno in molti a non gradire questo primo albo. Primo albo che è fitto soprattutto di misteri e parole, la trama è intricata e si termina la lettura con molti punti di domanda. La storia ancora non è decollata, e forse è una di quelle che andrebbe letta tutta d'un fiato e non spezzettata in tre mesi; sicuramente sarà necessaria la rilettura del primo albo prima dei successivi. Per ora il giudizio è sospeso, non si può giudicare una storia del genere dopo il solo primo albo. Per il momento sono soddisfatto. Boselli riprende i suoi personaggi creando una mini-saga, con una continuity molto stretta con l'episodio precedente. Non è soltanto un ritorno di personaggi di storie passate, come su Tex è successo tante volte, ma un riprendere esattamente là dove si era interrotto l'episodio precedente. Un modo di scrivere che piace tanto a Boselli - basti guardare Dampyr, costellato da innumerevoli personaggi ricorrenti e sottotrame intrecciate - ma che credo con Tex abbia poco a che fare. Questa storia va bene, sono curioso di sapere cosa ha in serbo il destino per i fratelli Rainey, ma non vorrei che Boselli esagerasse in questa direzione. Per quanto io sia un amante di Font, in questo primo albo i disegni non sono davvero i massimo. Una trama così cittadina, fitta di personaggi e di dialoghi, non è la più adatta al disegnatore, che dà il meglio di sé negli scenari di ampio respiro. Forse, a meno che qualcosa non cambi con gli albi successivi, era il caso di affidare a qualcun altro questa storia (anche se Dallas è stata creata da Font stesso). Riguardo all'assassino misterioso, Al termine della lettura rimango della mia idea precedente.
  13. pecos

    [658/660] Winnipeg

    Dopo aver letto le prime 50 pagine dell'albo, ora la sparo grossa sul nemico misterioso (sotto spoiler, per sicurezza): Ora proseguo con la lettura, a domani per un commento approfondito.
  14. pecos

    [Color Tex N. 07] La Strada Per Serenity

    Recchioni promosso per questa sua classica e robusta interpretazione del ranger. L'autore dimostra un'ottima conoscenza del personaggio e dei meccanismi narrativi della serie, requisito fondamentale per ogni sceneggiatore che si confronti con Tex. Imbastisce quindi una storia nel solco della tradizione ma con qualche elemento di originalità, ad esempio nella figura dell'antagonista principale che però purtroppo non viene approfondita fino in fondo. Forse è questa una delle poche pecche di quest'albo, mi aspettavo qualcosa in più da questo avversario così particolare. Devo dire che comunque il formato del color Tex estivo non mi convince ancora del tutto. Le storie fino a qui si sono dimostrate tutte leggibili e piacevoli, ma mai niente di eccezionale, e rimango della mia opinione che Tex è un fumetto che dà il meglio di sé in storie lunghe: il formato del Color, con le sue 160 pagine, è destinato a contenere piacevoli intermezzi, ma niente di eccezionale. I colori sono quelli della tradizione, a cui ci hanno abituato i numeri precedenti e i numeri centenari sulla serie regolare. Da amante del bianco e nero, non mi dispiace una colorazione come questa ogni cento numeri della serie regolare come modo di celebrare la tradizione, ma in una collana che dovrebbe avere nel colore il suo punto di forza vorrei trovare qualcosa di più significativo, senza per forza arrivare allo sperimentalismo del color Tex autunnale. Altrimenti, preferisco mille volte il bianco e nero. Disegni ben fatti e ben curati, ma forse un po' anonimi: il colore mi impedisce sempre di apprezzare lo stile di un disegnatore fino in fondo. In conclusione, una buona storia che si merita un 8, e l'auspicio di rivedere ancora Recchioni - a cui vanno i miei complimenti - sulle pagine di Tex.
  15. pecos

    [658/660] Winnipeg

    Ho già in mano "Winnipeg"! Prima della lettura, una nota: il titolo è la copertina del prossimo albo "La chiesa sulla collina", che mi pare non abbiamo ancora visto in anteprima, mi sembrano molto evocativi e mi piacciono molto. Anche se la mini-mini-anteprima in bianco e nero in seconda di copertina è davvero sacrificata... rimpiango i tempi in cui la presentazione del numero successivo occupava l'intera quarta di copertina. Che dire, mi aspetto molto dalla lettura, soprattutto dopo che Boselli ha detto che la storia sarà molto complicata... di quelle che mi piacciono quindi Ma prima, mi leggo il color tex di Recchioni!
  16. pecos

    [Texone N. 23] Patagonia

    Frisenda e` straordinario! Influenze di Milazzo ci sono sicuramente, d'altra parte Frisenda e` cresciuto su Ken Parker. Io lo adoro da quando lo leggevo su Magico Vento. Peccato che sia anche piuttosto lento e che abbia disegnato una sola altra storia di Tex, anche se spero in futuro di rivederlo.
  17. pecos

    [Texone N. 23] Patagonia

    Adesso che le acque si sono calmate... torniamo in topic! Io ho letto con interesse l'analisi di Wasted Years, incuriosito da una voce fuori dal coro quasi unanime che osanna (a ragione, secondo me) questa superba storia. Interessante soprattutto il fatto che Wasted, a differenza di tanti critici di Boselli, non lamenti una mancanza di quelle caratteristiche che ci siamo abituati a chiamare "texianità", ma si concentri invece sui singoli aspetti che trova poco riusciti della sceneggiatura. La storia ha una struttura ben precisa ed è divisa grossomodo in due parti: un lungo preludio (moooolto lungo), con un ritmo più blando, di presentazione della situazione e dei personaggi sulla scena: tu lo hai trovato noioso e verboso, io lo ho trovato un bellissimo affresco delle pampas e dei caratteri tanto diversi dei personaggi che si confronteranno nella seconda parte. E in tutto questo l'azione non manca. Poi con la conclusione della prima grande battaglia contro Calfucurà inizia la seconda parte: il cambio di atmosfera è decisissimo, l'aria si fa insieme tragica ed epica e porta alla emozionante parte finale (a proposito della quale non ho letto niente nella tua recensione: che ne pensi delle ultime pagine, che secondo me valgono la lettura dell'intero texone?) Poi ci sono alcune inesattezze che hai sottolineato qua e là, e alcuni passaggi un po' forzati, ma siamo in un fumetto e qualche licenza all'autore bisogna pur concederla. La sostituzione del comandante serve anche a coinvolgere il lettore creando quel senso di ingiustizia e di rabbia che lo accompagnerà fino alle ultime pagine. E' un espediente un po' forzato certo, forse un po' nolittiano, ma secondo me riesce nel suo scopo, e come ha spiegato Borden non è nemmeno troppo lontano dalla realtà storica. Sull'utilizzo eccessivo di termini in altre lingue sarei quasi tentato di darti ragione, alla prima lettura avevo faticato un po' a ritrovarmi tra tanti nomi sconosciuti.
  18. pecos

    [Texone N. 23] Patagonia

    La locuzione in questo caso (rivolta ai Tehuelches) è perfetta. In una repubblica possono ben esserci SUDDITI, in quanto contrapposti ai CITTADINI: dal dizionario, suddito è anche chi è soggetto alla sovranità di uno stato senza esserne cittadino e senza godere dei diritti di cittadinanza. O no?
  19. pecos

    [Texone N. 23] Patagonia

    Paco e Wasted, vi invito a chiudere qui questo battibecco che e` andato avanti per tutta la giornata e che non e` di nessun interesse per il forum. Se volete continuare o - come spero - chiarirvi fatelo privatamente, o se avete delle rimostranze comunicatele allo staff.
  20. pecos

    [207/209] L'aquila E La Folgore

    Riletta da poco, questa storia si conferma divertente e scorrevole, pur non essendo un capolavoro della serie. Nonostante la trama non particolarmente elaborata, la genialità di GL Bonelli si esalta nel creare situazioni sempre originali che catalizzano l'interesse del lettore: in questo caso l'idea di far agire le due coppie Tex-Carson e Kit-Tiger separatamente, con il giovane Kit nei panni nientemeno che di un cacciatore di taglie assoldato per far fuori Tex e Carson, è una di quelle trovate che si fanno ricordare. Belli anche i diversi personaggi di contorno, soprattutto il mitico e simpaticissimo stalliere Pop. Ho notato anche un Carson decisamente più intraprendente del solito, che non si limita ad ascoltare passivamente le intuizioni di Tex - come purtroppo ci hanno abituato storie più recenti di questa - ma anzi prende più volte l'iniziativa. I dialoghi sono un altro dei punti di forza della storia, in alcuni punti davvero divertentissimi: oltre alle scene con lo stalliere Pop, anche lo scontro - verbale, e non solo - con i due attaccabrighe all'ingresso del saloon strappa decisamente una risata! Voto: 8.
  21. pecos

    [656/657] Nodo Scorsoio

    Beh ma una mamma che legge Tex non merita certo insulti, ma applausi!
  22. Bel sondaggio! Dico subito la mia distinguendo tra i vari autori BOSELLI: mamma mia, tanta carne al fuoco e tante storie che vorrei avere gia` per le mani! La scelta e` difficilissima, tra le piu` attese sicuramente il ritorno del Maestro e di Pat, e il "Magnifico fuorilegge" di cui abbiamo visto tante tavole in anteprima e che ci riportera` alle atmosfere dei primi numeri. Ma tra tutte penso di andare controcorrente scegliendo "Bad Hand"! Motivi: i disegni di Biglia - che mi piace moltissimo, dai tempi di Magico Vento - e soprattutto ho voglia di leggere una bella storia del genere "indiani e soldati" con un'atmosfera che si preannuncia epica e, come sappiamo dalle anteprime, tante scene campali. RUJU: qui, a differenza di Boselli, abbiamo diverse storie che si preannunciano "ordinarie" (senza cioe` ritorni di vecchi personaggi o tuffi nel passato), ma che sono convinto ci riserveranno delle ottime letture. Voto il ritorno di Proteus,, che indubbiamente e` quella che solletica di piu` la mia curiosita` per rivedere un antico nemico che pensavo ormai avesse ben poco da dire nella serie. FARACI: qui vengono le note dolenti, viste le ultime prestazioni dell'autore non ho molta voglia di leggere domani una sua nuova storia... Ma voto il texone di Breccia "I letti di lava", principalmente per il soggetto storico e perche` spero che il cambio di ambientazione porti un po' di originalita` nelle storie di Faraci.
  23. pecos

    [Color Tex N. 07] La Strada Per Serenity

    Scommettiamo sull'omonimia tra le due Cittadine? ​ Dici che non c'entra proprio niente? La coincidenza tra i due titoli sarebbe incredibile!
  24. pecos

    [Color Tex N. 07] La Strada Per Serenity

    La storia potrebbe avere qualche punto di contatto con il texone numero quattro: anche quello era infatti ambientato a Serenity, e il titolo di lavorazione, "Ore di piombo", rimanda chiaramente al titolo del texone "Piombo rovente". Mi aspetterei qualche riferimento alla storia di Nizzi e Zaniboni....
  25. pecos

    [201-202] L' Oro Del Colorado

    Storia indimenticabile soprattutto per la mitica "cavalcata" nel Colorado, una delle scene che rimangono scolpite nella memoria dei lettori. Tutto ruota attorno a questo episodio che e` il vero centro focale della storia e da` originalita` e vivacita` a un soggetto per il resto del tutto ordinario. Merita una menzione anche la prima - se non sbaglio - apparizione del mitico Big Cisco del trading post di Oraibi. Grazie ai dialoghi straordinari di GL Bonelli e ai disegni superlativi di Ticci, si lascia sempre rileggere che e` un piacere
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