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San Antonio Spurs

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Tutto il contenuto pubblicato da San Antonio Spurs

  1. San Antonio, non Sant'Antonio, lo puoi tenere a bada scrivendo periodi contortosi come questo. Perché fanno passare ogni voglia di leggere una persona così malmostosa. Stammi bene, ché sto meglio anche io.
  2. Da giornalista ho notato che quando fai una domanda precisa su un fatto documentato e sul quale l'intervistato è in fallo (fatto/fallo) la risposta manca o è evasiva. Più difficile che sia del tipo "Sono stato frainteso", perché comporterebbe la spiegazione.
  3. San Antonio Spurs

    [745/747] Vancouver

    Cagata pazzesca che potevi risparmiare. Sì, volutamente bastardo, io.
  4. Travestita da suora, ovviamente. O fa troppo Mefisto nizziano?
  5. Nove anche per me. Concordo. Quello era da 10. In quanto al penultimo capitolo, partiva molto bene e si concludeva nella più volte ricordata e deprecata maniera, ma per quanto risicata la sufficienza penso si possa negarla solo per partito preso.
  6. E' un "buco" che avrei piacere di vedere colmato; più in uno speciale che nella serie Tex Willer, anche perché i poteri Mefisto li acquisisce in una fase successiva a quella del primo incontro con il giovane Tex. Ad ogni modo, credo che la "fame" del personaggio sia stata ampiamente saziata in questo sette numeri e che l'ultimo tassello mancante possa restare tale ancora per diverso tempo. Così come penso che dell'ultimo episodio l'unico personaggio plausibile (o se vogliamo, spendibile) per un ritorno sia Lily e che il finale dell'ultimo albo sia indicativo di una possibilità in tal senso.
  7. Vorrei sottolineare una dichiarazione di Borden che è passata inosservata e che invece dovrebbe avere molta importanza per chi vuole confrontare le due vicende: la prima è una storia a San Francisco. Con Mefisto. Non è una sottigliezza, è una finezza.
  8. Non è per questo, è che fin dalla sua prima apparizione non mi ha colpito e se l'essere sfigurato l'avrà inacidito continuo a non vederlo come un personaggio di spessore. Diciamo che lo ritengo uno di quei comprimari per il quale fatico a immaginare una presenza davvero pericolosa, dunque importante. Ma ogni "allenatore" poi ha le sue fisse, come quando il Ct Ventura voleva mettere in campo De Rossi per battere la Svezia e il giocatore rispose: «Ma ci deve andare uno che sa fare gol». Ecco, Nick Castle goleador non lo sarà mai.
  9. Ma solo a me Nick Castle pare un sopravvalutato senza troppa arte né parte? Boh, si continua ad invocare un suo ritorno, come sperare in un nuovo "Amici miei" e invocare la ricomparsa della contorsionista del rigatino.
  10. Quasi 750 numeri e quasi 75 anni, solo Mike Bongiorno in un lungo periodo ha potuto ripetersi come personaggio variando gli scenari e parliamo di un fuoriclasse. Tex ha una base di partenza nell'immaginario e nel concreto western, ma già quasi da subito le trame spaziano coinvolgendo altre situazioni ed avendo altre ispirazioni: dal giallo all'horror, dalla fantascienza al gotico, dal fantasy a quello che volete. Era necessario già allora, lo è a maggior ragione adesso che non ci siano storie solo bang bang, zip, indiani, cattivi, whisky, mandriani, rancheros. Indiana Jones è un professore che dal suo ateneo americano gira il mondo e si trova alle prese con di tutto e di più oltre ogni logica e aspettativa da aula universitaria, unisce cultura e azione, Hollywood e il Monte Sinai. Così è Tex, da Cochise a Mitla e dal Monte Rainer ai Mogolloni: deve cambiare scenari, devono cambiare gli avversari e se si riporta in prima pagina Mefisto è normale che si debba "esagerare" con certi poteri, suoi e di altri, perché si deve parlare di kryptonite e non di barattoli di spinaci. Ad ogni modo, di Mefisto e di Yama non credo che nessuno di noi debba più preoccuparsi e personalmente nemmeno mi inquieta la storia sul Monte Rainer, sarei più preoccupato per il rischio di nuove avventure con sceriffi corrotti, proprietari arroganti e comprensivo per il recupero di vecchie figure dall'album dei ricordi. Il "Toh, chi si rivede" non ha mai smesso di funzionare, ma meglio senza troppe pagine di "Do you remember...". Ah, qualcuno si è lamentato perché Borden non ha spiegato ancora o del tutto l'acquisizione dei superpoteri da parte di Mefisto. Ci sarà spazio in qualche pubblicazione parallela al mensile. Non ci fosse, penso che staremmo bene in larga maggioranza.
  11. Sembra un paradosso ma Tex Willer non è Tex. Sembra un gioco di parole, ma non lo è perché non lo è ancora. Dunque, apprezzo la scelta di diversificare molto la linea narrativa, sicuramente più ricca di personaggi e di ritmo. In fondo, anche il primo Tex, quello di GLB, era contornato da molti personaggi che si alternavano, perché erano le storie stesse che lo richiedevano. Ne approfitto per chiederti un giudizio e nel caso una testimonianza: anche per quello che riguarda la struttura delle storie, l'allungarsi delle singole trame io vedo come spartiacque la prima avventura in Canada, quella con la comparsa di Jim Brandon e Gros Jean. Da lì lo stile della narrazione si discosta molto da quello delle primissime avventure, come se lo stacco temporale non mostrato dalla nascita di Kit in poi avesse ispirato l'autore a una conduzione diversa di storie e personaggi. Una sorta di maturità accelerata. Sbaglio di molto?
  12. E' un personaggio che ha avuto un ruolo e un'importanza rilevanti e che è da considerare il principale avversario di Tex nella saga, ma non è fondamentale. Sherlock Holmes è lo stesso anche senza Moriarty e infatti Conan Doyle lo ha lasciato perso nel Reichenbach. Apocrifi successivi lo hanno recuperato, ma "The great Detective" ha continuato a vivere di luce propria. Borden ha giustamente voluto costruirci una sua storia, come giusto per una persona sì cardine, in un'altra prospettiva, nella storia di Tex. Ha aggiunto il suo tassello o, come successo al cinema, ha girato il sequel di un film in precedenza ideato e gestito da altri e ha avuto tutto il diritto di mettere la parola fine all'esistenza terrena di Mefisto. Eh? Sì e la campanella dopo sarebbe stata annunciata con un tortoriano "Big Ben ha detto stop"...
  13. Su Civitelli devo raccontare un recente aneddoto, di quelli che chiamo "Spiccioli dall'edicola", con la premessa che non comporta un mio giudizio sul suo lavoro nello specifico di questa storia. Si presenta un signore e mi chiede "L'ultimo Tex con Mefisto". Come a tutti gli altri chiedo se gli piace la vicenda, mi risponde che non è per lui ma per la nipote. «Fa il liceo artistico e gli piace molto il disegnatore», spiega.
  14. A me sembra che spesso si facciano commenti dispersivi. Mi spiego. 1) Se uno dice che è meglio non usare offese e terme volgari, perché ricordare che è già successo altre volte? Basta commentare con qualcosa del tipo "Giusto, diamoci tutti una regolata", anziché entrare nel club del "Sì, ma il PD?" (Nota: era ed è un gioco di parole usate per commentare un certo tipo di giustificazionismo, la politica non c'entra) 2) Qualcuno parla di "magagne" e tu di "ineleganza". Dici anche tu che le magagne c'erano ma poi tiri fuori una questione accessoria. Perché uno con il ruolo di Borden, che è curatore forse prima ancora di soggettista e sceneggiatore, non doveva occuparsi di sistemare il tetto con le ultime tegole messe male di una costruzione sotto la sua tutela? E se posso usare un po' d'ironia, come non accusare di spiegoni non richiesta quando ci riveli di aver letto una storia una sola volta, a differenza ecc? Quando io sono diventato direttore di una certa rivista nessuno mi ha accusato di averne cambiato l'impostazione precedente e mi sono preso certi rischi dopo aver valutato certe esperienze (i gusti e le richieste dei lettori). Sono stato inelegante se dopo aver acquistato un'edicola ho disposto le riviste in maniera diversa da quello che faceva il mio predecessore?
  15. Rappresento un campione minimo ma tutto sommato rappresentativo, senza fare cifre (che non mi sembra corretto, ma qualcosa aggungerò) do un dato di fatto e un'opinione: a tutti quelli che hanno acquistato Tex nella mia edicola ho chiesto un parere sulla storia in corso riscontrando solo giudizi positivi. Si trattava in tutti i casi di lettori texiani "esperti". Secondo: sui social la vis polemica è notoriamente più accentuata e in molti prevalgono la prima impressione e poi scarseggiano le riletture. Insomma, una pIù diffusa e dannosa superfIcIalItà. L'aggiunta: Tex mensile, Tex Willer, Color e il Maxi: ho venduto solo quelli, nessuno mi ha chiesto una sola copia delle varie ristampe.
  16. Quorum ego. Ma devo dire che non sono convinto del tutto del meccanismo orma innescato di proporre vecchi personaggi, anche perché comportano l'uso di quello spiegazionsmo che viene identificato come uno dei difetti di questa doppia storia soprattutto nella seconda parte. In conclusione (forse), Boselli ha osato comportandosi come Edoardo Bennato che nel 1980 fece uscire due album a distanza di 15 giorni l'uno dall'altro: avendo elaborato due soggetti con Mefisto e Yama ha scelto di realizzarli per tre+quattro numeri consecutivi. Decisione comprensibile, non avrebbe avuto senso e avrebbe attirato molte più critiche delle attuali staccarle, se non per un periodo lunghissimo (questa sarebbe stata la vera fantascienza). I due episodi sono diversissimi nella forma e nella sostanza, a partire dal ruolo iniziale di Mefisto che ci viene riproposto come un Moriarty che ha dimenticato Tex per dedicarsi solo ad affari malandrini. Nelle vicende iniziali a Bedlam l'unico legame con il passato è quel che resta di Yama e compare un nuovo personaggio di rilievo come Ruth. Ecco perché forse avrei preferito che quella vicenda venisse spogliata dell'inutile presenza di Yama con ll più semplice del stratagemmi: cancellare anche Mefisto. Voglio dire: inventare ex novo un altro personaggio truffaldino e malvagio che avrebbe riunito in sé le caratteristiche di un Maestro e un Proteus, magari mantenendo appena un pizzico di illusionismo. Credo che la storia avrebbe retto benissimo, ovviamente con qualche taglio e aggiustamento. Modifiche e adeguamenti necessari a questo punto anche aI quattro numeri successivi, asciugati dalla prima fase di inseguimento per iniziare dal carcere dove Mefisto si presenta per liberare la sorella. La presenza di Padma avrebbe avuto la stessa casualità, Yama sarebbe stato nelle stesse condizioni (con Ruth ad assisterlo) e i pards sarebbero arrivati a Mefisto sempre "grazie" ad una richiesta di aiuto dalla legge. Così non è stato e non pretendo di sostenere che così sarebbe stato meglio. Sono solo chiacchiere, in pieno relax. P.S. In realtà starei lavorando ma di sabato (e di domenica) l'edicola ha orari di afflusso ben distinti: dall'apertura e fin verso le 8.30 lavoratori, pensionati e comunque mattinieri. Poi un'oretta di pausa e quindi la seconda ondata (si spera).
  17. Su Liliana siamo sicuri?
  18. E' quello che ho supposto io. Dovevano esserci tutti i personaggi proponibili, tranne gli improbabili Pat, Jim Brandon e Gros Jean. Dimenticavo Montales.
  19. San Antonio Spurs

    [Maxi Tex N. 31] I Quattro Vendicatori

    Pesante è un aggettivo sintetico per tutto: la storia, le pagine, il prezzo, i disegni dei volti che cambiano in maniera confusa e confusionaria. Salvo solo qualche dialogo fra Tex e Carson in stile Sandra e Raimondo, Nizzi per me torna ad avere il suo significato in bolognese: lividi. Grazie, Setif Man, hai già dato. 8.90: una copia venduta. La mia, quindi acquistata.
  20. Contessa Lilianne Dickart vedova Leonov.
  21. Infatti. Probabilmente avverrà come alle elezioni per certi partiti che nessuno o pochi ammettono di votare ma che in realtà nel segreto dell'urna/ultima (pagina) poi invece praticano. Del resto il sito Bonelli - e la cosa non mi piace - ha sparso vignette specchietto per le allodole e fave per i piccioni, mescolando e confondendo ad arte. Sì, Padma, sei tornato e hai fatto un cameo, non serviresti per nessun'altra occasione futura. Ok, Narbas dagli occhi di bragia, hai le tue ragioni per essere incazzoso. Yama may e contiene battuta. Lily meno Bodaceus Woman di vent'anni prima (texianamente parlando). Ruth che spero non si riaffacci più come Nick Castle, sopravvalutato come Tosetto "Il Keegan della Brianza"
  22. Avanti, schieratevi, dichiaratevi, anticipatecelo. Chi leggerà "Il trionfo di Mefisto" dall'inizio e chi invece andrà subito all'ultima pagina? In ogni caso, il trionfo è di Borden, sapevatelo. Che ha creato questa attesa.
  23. Vedi i post su Boselli per Sierra Nevada.
  24. Post basso? Gli amici cestofili capiranno. Borden come Egidio Calloni? I calciofili ricorderanno.
  25. Qualche considerazione sparsa sull’intera vicenda, nei suoi due tronconi collegati forse solo dalla comparsa di numerosi personaggi già conosciuti. E questa è già una nota. La vicenda parte dalla città più dark dell’universo texiano, San Francisco, per svilupparsi in una storia che non ha nulla a che vedere con sette e cineserie, porti, angiporti e porte segrete, ma che vede appena fuori porta (portate pazienza) un covo del male ancora più temibile di una fumeria o di un fumoso localaccio per marinai. In aiuto contro contro un Mefisto mai così Professor Moriarty, Boselli recupera la benefica P2 (Poliziotti e Palestrati) locale; gli sganassoni fanno più effetto delle armi da fuoco e il sipario cala sul primo atto. Nel secondo entrano in scena altri personaggi noti, da Lily al Morisco, più Narbas che si aggiunge al già rivisto Padma. Mancherebbe? (Manca ancora?) Loa, ma il piano di Borden è esplicito: per il gran finale o per quello che si crede/lascia credere lo sia sono presenti e coinvolti tutti i principali attori della saga di Mefisto, fra quelli che sono ancora vivi. Doveva essere così: si sono visti tutti, tranne quelli delle storie indiane e del terzetto Jim Brandon, Pat McRyan, Gros Jean che qui avrebbero avuto il sapore e il significato delle cozze e delal panna montata al Festival della ‘Nduja e della Soppressata. Visti tutti, tutti quelli degli intrecci dei precedenti sceneggiatori e non dico che Mauro si sia messo in competizione con GLB e quell'altro, dai… Diablero dillo tu per me, ma di sicuro ha voluto lasciare il suo segno da storico curatore e scrittore di Tex orchestrando una trama che più corale non si può, come un finale della Nona di Beethoven dove la gioia dell’inno sarà certamente per Mefisto quella di sentirsi trionfatore davanti a quella che considera la sua storica opposizione e a quella che si illude sia la sua claque. Le cose andranno diversamente, come si inizia a intuire e come non credo avverrà a causa dei parenti serpenti Blacky e Lily, non in maniera involontaria, almeno, come ostacolo o impiccio; mentre non mi stupirei se il colpo di scena finale fosse invece quello di un Mefisto che muore ucciso dal figlio o dalla sorella ma non in maniera colposa o preterintenzionale. Nel caso prevedo la prima e principale accusa a Boselli: quella di ridurre così Tex ad un elemento accessorio anziché affidare a lui il compito di scrivere la parola fine a tutta la questione. Rischi del mestiere per chi si è assunto la responsabilità di caratterizzare queste due storie di continuità, rendendole subito storiche sia per la formula che per la lunghezza, compresa quella delle pagine extra di ottobre. Non dirà mai “Tex c’est moi”, ma ci ha chiaramente detto “C’est mon Tex”. Inteso come globalità di un mondo nel quale a pagina 68 dell'ultimo numero ci propone perfino un inedito Yama in versione Loris Batacchi, capo ufficio pacchi. Torno ad occuparmi dell'edicola, dove l'altro giorno il distributore mi ha consegnato una copia della ristampa di un fumetto di cui ignoravo l'esistenza: "Ulula". Un giornaletto dei primi anni '80 sulla sia del successo, negli anni precedenti, dei vari Jacula, Vartan, Zora ma anche Lando, Il Tromba e Il Montatore. Doppia curiosità: in copertina sono ritratti due indiani allupati in stile Arrapaho degli Skiantos che non c'entrano nulla con la storia all'interno, ma soprattutto i disegni sono del grande e mai troppo rimpianto Giovanni Romanini.
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