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TWF - Tex Willer Forum

ymalpas

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  1. ymalpas

    [571/572] Il Fuggiasco

    E' online sul sito SBE la trama di questa storia di Boselli e Seijas. Sembrava un riempitivo, ma potrebbe rivelarsi una gran bella storia... l'idea di un bandito redento, che lotta contro il destino e l'ingiustizia non si era ancora vista su Tex!
  2. ymalpas

    Domande A: Claudio Villa

    Non so se vuoi, ma... Parliamo di Fusco? Nei vari forum c'è chi apprezza soprattutto i suoi primi lavori ( fino a "Il marchio di satana" ), io lo trovo geniale nella fascia 300/400... da un punto di vista tecnico è giusto affermare che il suo ultimo Tex ricalca solo il modello ticciano?Vorrei anche un tuo parere su Vincenzo Monti che mi piaceva tantissimo, un uomo che è stato giudicato come un artista con tanti limiti... un onesto operaio della matita e della china... fino a che punto è giustificabile un giudizio simile? L'hai mai conosciuto? Se si, potresti scrivere in una riga un aneddoto sulla sua persona?
  3. ymalpas

    Domande Ai Cestaro

    Ho letto alcuni giorni fa su TWO che sulle pagine della rivista "Fumo di China" è data in "forse" la continuazione della vostra collaborazione nella realizzazione degli albi di Tex?E' una notizia che mi lascia sconcertato! Cosa c'è di vero ?A quando la pubblicazione della vostra storia? Se non luglio/agosto di quest'anno, possiamo sperare nel gennaio 2009 ?Ormai, se non avete già finito la storia di Faraci dovrebbe mancarci poco... qualche notizia sul vostro prossimo lavoro "texiano" ( speriamo ) ?
  4. ymalpas

    [Texone N. 22] Seminoles

    Sul Texone di D'Antonio ( Nolitta ) e Lucio Filippucci di prossima pubblicazione, riprendo del materiale postato anni fa da Zeca sul sito di TWO: FUMO DI CHINA - Lei sta scrivendo ( ha quasi finito ) un Texone, disegnato da Lucio Filippuci, ambientato anche in Florida... GINO D'ANTONIO - Un po' piu della metà si svolge... altrove, non anticipiamo troppo. Non è facile fare Tex, ho cercato di essere molto fedele ai canoni classici: questa storia mi serve anche per impratichirmi. Nel caso mi capitasse di scrivere qualche altra storia potrei diventare un po' piu "audace"... Avevo pensato di "eliminare" Carson facendolo infortunare: si faceva male e lo affidavano ad una donna di mezza età, la vedova di un predicatore, per curarlo. E lei gli avrebbe fatto un sacco delle cose che lui non sopporta: minestrine, gli avrebbe letto la Bibbia... Ma Bonelli non ha voluto: lo mandiamo all'infermeria del forte! è molto attento a non introdurre "novità" che il lettore tipo potrebbe contestare. DOMANDA - Parlando del texone che sta scrivendo, come ha affrontato la storia, e i comprimari? GINO D'ANTONIO - In questa storia del Texone non si sono comprimari importanti. Ho messo fuori gioco Kit Carson perchè volevo cambiarlo un po' ma mi sentivo bloccato. I personaggi che agiscono di più sono Tex, una guida scout e un indiano Seminole, il capo di una tribù piccola. C'è una lunga fuga e inseguimento, che finisce in Louisiana. Ma non c'è un carattere forte nuovo. DOMANDA - E un personaggio preesistente, magari un po' intoccabile come Tex, come lo si affronta? GINO D'ANTONIO - Con incertezza. Con timore di quello che si può o non si può fare. Ci sono in Tex parecchi limiti, anche se pochi divieti, che riducono le possibilità di azioni, di invenzione e si rischia di fare storie tutte uguali. Scrivendolo credo di essere stato fedele alle cose principali, magari me ne correggeranno, ma ecco, soprattutto, finita questa storia mi si è creato un affetto, un piacere, che mi fa venir voglia di scriverne anche un'altra, perchè vedo meglio che è un personaggio che offre delle possibilità di storia al di l' della scazzottata, ho imparato a conoscerlo... L'avevo affrontato con timore sapendo che dovevo anche un po' cambiare il mio modo di fare, tenendo i ritmi meno serrati... sono libero, ma con dei limiti. Per esempio avevo iniziato la storia dove Tex appariva alla 35esima pagina e Bonelli non ha accettato, non si fa con Tex. Magari è accaduto già, ma di regola non si fa. .
  5. ymalpas

    [Maxi Tex N. 05] Nei Territori Del Nord Ovest

    Inutile dire, amici, che dissento dall'articolo che ho postato sopra. Il mondo è vario e neanche il buon Boselli è esente da critiche, da quanto ci è dato di leggere. Mah...
  6. ymalpas

    [Maxi Tex N. 05] Nei Territori Del Nord Ovest

    Articolo tratto da : www.fumetto. it A cura di: Giuseppe Pica Qualche anno fa, in un incontro tenuto presso l'Universit? ?La sapienza? di Roma, Sergio Bonelli, in un dibattito sul fumetto, ammise candidamente che lui, editore, non avrebbe mai permesso ciò che la DC Comics stava facendo in quel periodo con un personaggio immortale come Batman: la decostruzione del mito, l'analisi psicologica dei suoi motivi e delle sue pulsioni, un nuovo approccio nel raccontare le sue storie, la narrazione impietosamente realistica delle sue gesta. No, lui non l'avrebbe mai permesso con il suo Tex. Piuttosto, avrebbe chiuso la testata. Ecco spiegato, allora, come mai ci sono stati Arkham Asylum, The Killing Joke, The Dark Knight Returns, storie che tutti - TUTTI - gli appassionati del medium fumetto hanno letto e apprezzato, almeno una volta. Ecco spiegato, purtroppo, come mai, alle soglie del 2002, sia uscito fuori il maxi Tex ?Nei Territori del Nordovest?, ennesima storia del ranger più famoso d'Italia, letto ininterrottamente da numerose generazioni di lettori perchè sempre uguale a se stesso, sempre ripetitivo, sempre granitico nel suo mondo, un mondo in cui i buoni sono buoni e i cattivi cattivi; in cui il bianco abbaglia, e il nero copre tutto con la sua cappa. E basta. Francamente, in tempi come questi, in cui tutti discutono sulla ragion d'essere di un medium da sempre disprezzato, da sempre deriso, da sempre fonte di derisione per i suoi fruitori (nonostante gente come Buzzati, Eco e Citati ne abbiamo cantato le lodi), non si capisce davvero come si possa ancora proporre una storia così piena di stereotipi, di sensazioni di d'ja-vu, di ripetitivit?. O meglio, non si capisce come mai i lettori permettano ancora a storie del genere di arrivare in edicola. La storia: Jim Brandon, l'amico ?giubba rossa? del dinamico duo sparisce misteriosamente in una missione personale in Alaska. Naturalmente, Tex Willer e il fido Carson (oramai sempre più relegato al ruolo di macchietta, quasi fosse un ?Cico? qualunque), una volta venuti a conoscenza della cosa, non ci pensano due volte, e corrono in suo soccorso, sventando agguati come niente fosse, ammazzando cattivi senza il minimo rimorso, dispensando giustizia come noialtri al mattino facciamo colazione, perchè loro possono farlo. S?, loro sono i ?buoni?. Dai personaggi di contorno al soggetto in sè, tutto fa acqua in questa storia, e dire che da più parti si plaudiva al nuovo e coraggioso approccio che Boselli stava dando alla serie, svecchiandola. Mah. Tutto fa acqua, dicevamo, tranne i disegni di un autore ?mito?, quell'Alfonso Font che, grazie a serie come ?Clark e Kubrik: Spazialisti ltd' e ?Il Prigioniero delle Stelle?, tanto per citarne un paio, ha dimostrato di essere (continuando a farlo, peraltro, con ogni nuova storia da autore completo) uno degli artisti più capaci della sua generazione. Qui alle prese per la terza volta con il ranger più fascista della storia del mondo, Font, una volta di più, dimostra di essere uno dei più grandi al mondo, riuscendo a rappresentare in maniera coerente ed efficace paesaggi innevati e foreste (allora) ancora inesplorate, nativi americani e bufere di neve, impressioni di freddo tagliente e ambienti fatti di legno e pietra, dando la sensazione di esserci effettivamente stato, in quei luoghi; di averli conosciuti davvero, quei poveri disperati che sopravvivevano in condizioni improbe in attesa di un colpo di fortuna che, probabilmente, mai sarebbe arrivato. Ma non è un po' poco? Il fumetto non è forse altro? Non serve anche a raccontare storie, a intrigare il lettore, a stimolarlo in maniera intelligente? Non erano queste le qualità migliori di serie western come ?Blueberry?, ?Ken Parker? e la mai troppo compianta ?Storia del West? di D'Antonio?
  7. ymalpas

    [168/169] L'idolo Di Smeraldo

    Questa è la prima storia disegnata da Fernando Fusco. Per i lettori di allora rappresent? una rottura, l'inizio di una nuova fase. Sono in molti infatti a credere che il periodo d'oro glbonelliano finisca proprio con l'inizio di questa avventura. Affrettiamoci a dire, noi, a torto. L'impianto narrativo è originale, quasi atipico, tanto che si è voluta ravvisare l'impronta del figlio Sergio ( per qualche lettore, alcuni dialoghi sarebbero tipicamente nolittiani ). Se questo fosse vero dovremo retrodatare la "prima volta" di Sergio Bonelli di circa un'anno, al 1974. Il tratto di Fusco è ancora incerto. Questo primo Tex sembrerebbe una semplice trasposizione del suo "Lone Wolf", la tecnica andr? affinandosi con le storie successive. Bonelli scelse per lui una storia classica di indiani, riportando in auge gli odiatissimi Hualpai. Sono presenti tre dei quattro pards, manca infatti solo Carson. Peraltro Tex resta da solo per quasi tutta la storia, tanto quasi da poterci lasciare dire che l'azione si svolge in solitaria. Questo non è del tutto vero ed è anche uno dei motivi che più servono a farci apprezzare questa storia. Nella parte centrale dell'assedio, egli è pur sempre in compagnia di un folto stuolo di ragazze poco vestite ( sei o sette ), con le quali trascorre un'intera notte, immaginiamo non priva di tentazioni. Nell'immagine sotto, una delle donnine di Fusco: L'abbiamo scelta non a caso, perchè questa giovane indiana il cui nome resta per sempre perso ( non è infatti l'Hanaba ricordata nella trama tratta dal sito della SBE, che potete leggere sopra ) muore eroicamente al fianco di Tex, è uno dei momenti più tragici di tutta la serie: sangue innocente, sangue di una fanciulla. Di una bella donna. La rabbia viene smorzata dall'epica avanzata dei navajos, una carica che ne vendicher? il martirio. Una storia per l'appunto semplicemente - epica - nella sua banalit?, una delle tante testimonianze dell'imponente scrittura bonelliana. Il tema dei sacrifici e delle giovani minacciate dagli Hualpai ricomparir? pochi anni dopo nell'albo celebrativo a colori numero 200, con i disegni però di Aurelio Galleppini. Un appunto personale: splendido anche l'inizio della storia col salvataggio di Tex della bella Hanaba, su una canoa abbandonata alla furia delle rapide... davvero emozionante! Hanaba è una delle tante coprotagoniste del periodo classico che meriterebbero di essere riportate sulle pagine di Tex!
  8. - Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Luigi Bonelli Disegni: Fernando Fusco Periodicità mensile: Ottobre 1974 - Novembre 1974 Inizia nel numero 168 a pag. 34 e finisce nel numero 169 a pag. 62 Indagando su certe misteriose sparizioni di donne indiane sui monti Keibab, Tex e Tiger Jack salvano la giovane Hanaba dalle rapide nelle quali l'avevano gettata gli Hualpai, durante un arcano rito sacrificale. Con uno stratagemma, Tex penetra nel campo dei sanguinari pellerossa e libera le altre fanciulle prigioniere. Dapprima inseguito e poi assediato sulla Montagna Sacra con le donne indiane liberate, Tex attende i rinforzi e resiste agli assalti dei diabolici Hualpai. La bella Hanaba muore eroicamente e quando accorrono i Navajos, del campo dei crudeli pellerossa non rimangono che pochi tizzoni fumanti. Copyright: Sergio Bonelli Editore
  9. ymalpas

    Domande A: Claudio Villa

    Nei giorni scorsi, mentre rileggevo l'appassionante avventura di Nizzi e Ticci intitolata "Fuga da Anderville", mi sono chiesto come mai Nizzi non abbia optato nella scelta del nome del campo di prigionia per il vero nome storico, cioè Andersonville... Anderville suona meglio, un nome che è magico, fascinoso... ma può bastare questo a spiegare una scelta che rimane discutibile ?Tu cosa ne pensi Claudio è Oggi, sembra che si sia orientati verso una maggiore attenzione verso la verità storica, Sergio Bonelli specie nelle sue storie di Tex ha sempre tratto spunto da qualche vicenda strettamente legata alla storia... secondo te quali dovrebbero essere in un fumetto come il nostro i confini tra la relat? e l'immaginazione ?
  10. ymalpas

    [Texone N. 22] Seminoles

    Nella prima tavola postata sopra, nell'ultima ( bellissima ) vignetta, si vede un uccello volare. E' un' aninga, volatile tipico della regione, molto simile ad un cormorano: Gli alberi dovrebbero essere dei cipressi, piante tipiche delle Everglades. Le Everglades sono una vasta zona paludosa subtropicale del sud della Florida, che si sviluppa a partire dal Lago Okeechobee. Oggi le acque ricoprono una zona larga 65 Km e lunga 160 Km, ma al tempo in cui si svolge l'azione della storia narrata da D'Antonio era molto più estesa. Molta attenzione ai dettagli da parte di Filippucci, quindi.
  11. ymalpas

    [Texone N. 22] Seminoles

    Il texone sarà, come avrete intuito dalle tavole postate sopra, parzialmente ambientato in Florida, tra i Seminoles. La prima nota dolente riguarder? Kit Carson. Il vecchio cammello, ferito, sarà confinato nell'infermeria di un forte. Gino D'Antonio aveva pensato di affidarlo alle cure di una donna che gli avrebbe preparato brodini caldi, ne sarebbero nati continui diverbi ( ma bonari ): la parte è stata però censurata dall'editore. Tra gli altri personaggi, oltre Tex, un ruolo chiave l'avranno una guida scout ( vedi sopra ) e un indiano Seminole, capo di una piccola tribu. La trama... ci sarà una lunga fuga e relativo inseguimento, che finir? in Louisiana. Il soggetto, se non ricordo male, è in parte attribuibile a Sergio Bonelli. Si tratta di una di quelle storie che concep? intorno al 1992, nel periodo della crisi artistica di Nizzi, che a differenza di "La strage di Red Hill" e di "Golden Pass" ( solo il primo albo della storia ), non concretizz? mai in una vera e propria sceneggiatura. E' lecito supporre che tale soggetto sia stato ripreso anni dopo dal compianto Gino D'Antonio, rielaborato ( vedi quanto riferito sopra ) e trasformato in una vera e propria sceneggiatura. Vedremo se ne sarà fatta menzione nei credits.
  12. ymalpas

    [199] A Sud Di Nogales

    La posizione di Tex ricalca quasi quella che assume nell'inedito in edicola a giugno: "Il fuggiasco". L'avete notato ?
  13. ymalpas

    [Texone N. 22] Seminoles

    Alcune tavole...
  14. ymalpas

    [Texone N. 22] Seminoles

    Speciale Tex n. 22 Soggetto e sceneggiatura: Gino D'Antonio Disegni: Lucio Filippucci Periodicità annuale: Giugno 2008 Tex deve impedire che il sangue seminole tinga di rosso le acque delle Everglades! Tex e Carson giungono a Fort Bliss, in Louisiana, per prelevare il seminole Ochala dalla galera e scortarlo fino a un tribunale del Texas. L'indiano è accusato di aver trucidato un allevatore locale e di avere assalito due ranger, uccidendone uno. Nell'agguato è rimasto ferito lo scout cajun Lafarge, che non vede l'ora di assistere all'impiccagione del pellerossa. Poco prima che il prigioniero venga preso in consegna dai due pard, però, Longknife, membro della tribù di Ochala, riesce a liberarlo dalla cella e a scomparire con lui nella notte. Tex e Carson si mettono sulle tracce dei due fuggitivi, decisi a riconsegnare Ochala alla Legge, proteggendolo, nel contempo, da tutti coloro che lo vorrebbero morto prima che sia sottoposto a un giusto processo? ? Sergio Bonelli Editore
  15. Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli Disegni: E. G. Seijas Periodicità mensile: Maggio / Giugno 2008 Inizia nel numero 571 a pagina 66 e finisce nel numero 572 Braccato dai suoi vecchi nemici Tex Willer e Sam Donovan, gli stessi uomini che lo arrestarono tredici anni prima, il killer Frank Harris, nonostante i suoi buoni propositi ( è intenzionato a rifarsi una vita ), è di nuovo in fuga dalla giustizia. Questa volta è innocente, ma non ha modo di dimostrarlo, e la sua unica speranza di salvezza è quella di eliminare i due rangers in un agguato sulle montagne. Inoltre, all'insaputa sua e di Tex, sulle sue tracce c'è anche una squadra di sicari inviati dal perfido Owen ... © Sergio Bonelli Editore
  16. ymalpas

    [569/571] Buffalo Soldiers

    Innanzitutto... felice di saperti ancora tra di noi!!!Sto aspettando il terzo albo per completare l'avventura e concedermi una seconda lettura dell'intera storia. Sul piano dell'innovazione, sarà anche perchè le scrivi, ma forse sottovaluti la portata delle tue storie ( lo dico in senso positivo, perchè comunque riesci sempre a sorprendere e stupire il lettore e dopo tanti anni non è facile e mi chiedo anche come fai ).
  17. ymalpas

    Domande A: Claudio Villa

    Grazie mille!Con Repubblica siamo agli sgoccioli...!
  18. ymalpas

    Domande A: Claudio Villa

    Ciao Claudio, scusa se rompo ancora con queste domande, che copertine stai disegnando attualmente è Eppoi, niente di nuovo sul fronte della storia di Boselli o dobbiamo per forza considerarla momentaneamente accantonata ?
  19. ymalpas

    Domande Ai Cestaro

    Avevo intravisto sul blog di Raul una tavola della nuova storia... Ecco adesso anche questa bella immagine di Gianluca... Decisamente sembra certa la presenza dei lupi nella trama! E la cosa mi intriga parecchio: hanno un ruolo marginale oppure sono da annoverare tra i protagonisti dell'avventura a tutti gli effetti ? So che non potete rispondermi... complimenti comunque, queste anteprime confermano che siete in splendida forma!
  20. ymalpas

    Nadir Quinto

    Nadir Quinto e Tex... Non tutti sanno che questo autore, classe 1918, artista prestato al Giornalino per il nizziano "Larry Yuma" nel 1979 ( nonchè per numerose altre riduzioni di classici della letteratura ), dal 1992 era al lavoro su una storia di Tex intitolata "I Lupi del Colorado", che lasciò incompiuta il 15 marzo del 1994, quando mor? a Milano. Quelle che seguono sono due immagini postate precedentemente da Zeca che mostrano come l'artista avesse realizzato almeno un centinaio di pagine... Questa sarebbe dovuta essere la pagina numero 19 del numero 429 intitolato "Morte di un amico", storia poi completamente ridisegnata da Fusco: E questa presumibilmente l'ultima tavola da lui realizzata, quella di pagina 24: Alcune domande sembrano essere doverose riguardo all'opera ultima di questo autore. 1 ) Nadir Quinto stava realizzando un Texone è 2 ) Quante pagine aveva disegnato è 3 ) Aveva completato la storia e questa fu poi rifiutata dall'Editore è 4 ) Perchè Sergio Bonelli, se incompiuta, non la fece semplicemente continuare a Fusco come avvenne subito dopo con la storia de "La strage di Red Hill" di Giolitti / Ticci è Questo topic dovrebbe servire a fare un po' di luce sulle ombre che avvolgono come un velo di mistero un nome noto del fumetto italiano, corteggiato da Sergio Bonelli fin dagli anni sessanta. Ecco il "diario di bordo", del 1992, a cura di Claudio Nizzi ( per il quale dobbiamo ringraziare sentitamente l'amica Daniela "Segnali di Fumo" per averlo messo cortesemente a nostra disposizione ): potrebbe aiutare a fare un po di luce sul caso. Come si legge in questa pagina, sappiamo per certo che la storia era stata inizialmente pensata per la serie regolare, cosa che ci induce a pensare che Nadir Quinto sarebbe dovuto entrare a far parte dello staff dei disegnatori texiani. Nizzi parla anche di una storia affidata a Capitanio, poi finita su un texone. Nulla ci vieta di pensare che alla fine, visti anche i problemi di salute dell'autore, Sergio Bonelli sapendo di non poter contare più su di lui, potesse aver suggerito l'idea di un texone, per omaggiare la sua arte... ma sono solo ipotesi! La storia, poi disegnata da Fusco, conta però solo 190 pagine invece delle tradizionali 220 di un texone. Se davvero si era pensato ad un albo speciale, dobbiamo presupporre che la storia sia stata accorgiata di una trentina di pagine, seppure ci viene difficile stabilire dove possano esserci stati, ipoteticamente, dei tagli. Il mistero è fitto.
  21. ymalpas

    Interviste Agli Autori

    Dal sito: http://www.coopfirenze.it/info/art_3053. htm Il nipote di Tex Incontro con Giovanni Ticci, fumettista senese di Stefano Giraldi Senese, della contrada del Nicchio, 65 anni, di professione disegnatore di fumetti western e in particolare di Tex Willer , il più popolare eroe del fumetto italiano. Giovanni Ticci, questo il suo nome, ha illustrato fino ad oggi 7004 tavole del ranger più amato d'Italia, creato da Gianluigi Bonelli (testi) e Aurelio Galeppini (disegno grafico), e pubblicato per la prima volta quasi sessant? anni fa: era il 30 settembre 1948. Quando ha iniziato a disegnare fumetti? Avevo 16 anni, all'epoca studiavo ragioneria. Andai a trovare mio zio a Milano, fu lui a presentarmi Roy D' Amy , l'autore de "Il Sergente York". Volle vedere i miei schizzi, all'epoca io mi divertivo a disegnare, e mi prese nella sua bottega. Poi cosa accadde? Con lui imparai il mestiere, passai al disegno d'avventura arrivando, qualche anno dopo, alle avventure spaziali. Ma ero lento e un po' distratto: a volte ci ripenso con tenerezza. Al western come c'è arrivato? E a disegnare Tex Willer ? Mi è sempre piaciuto disegnare storie ambientate all'aperto: montagne, foreste, praterie, per me il western rappresenta una vera passione. Nel 1967 sono entrato a far parte dello staff della Sergio Bonelli Editore e da allora disegnare Tex è stato ed è un lavoro che mi ha dato momenti di grande entusiasmo, e non solo professionale. Devo a Tex il privilegio di essere conosciuto. Un'ultima domanda: se per un evento straordinario, in un universo parallelo, dovesse incontrare Tex Willer in carne e ossa, cosa gli chiederebbe? Di fare una cavalcata fianco a fianco con lui.
  22. ymalpas

    Articoli Su Tex

    Articolo tratto da : http://www.smemoranda.it/agenda/1993/16_me... ila_della_notte Data : 1993 Testo di : Sergio Bonelli Aquila della notte Già, a cosa serve la notte? A guardare videocassette, a scrivere sceneggiature di fumetti, a leggere libri e quotidiani. Oggi sarebbe questa la mia risposta. Ma non è sempre stato così. Un tempo facevo il viveur, il nottambulo, il conte Danilo delle notti milanesi (almeno ci provavo). Mi piacerebbe raccontarvi la mia grande scalata sociale dalle balere della profonda periferia meneghina ai tavoli del Chez Maxim parigino. Ma non interesserebbe nessuno. E francamente, dando una rapida, molto rapida, occhiata allo specchio, direi che la figura appesantita e l'occhio da pesce lessato che mi ritrovo attualmente toglierebbero credibilit? alla rievocazione. In fondo vengo ospitato su queste pagine perchè sono un editore di fumetti. Perciò vi parler? delle notti di un personaggio a fumetti. No, non Dylan Dog. D'accordo, lui è sicuramente un tipo notturno, e dopo il tramonto conduce una vita molto intensa, con incontri piacevoli e altri che lo sono molto meno. No, parlare di Dylan Dog sarebbe troppo facile. E poi le sue notti non hanno segreti: le potete trovare ogni mese in edicola. Vi dir? invece delle notti di un personaggio non meno amato e molto più riservato sulle sue attività notturne: il nostro caro, vecchio Tex. L'argomento delle notti di Tex è un vero tormentone, per il sottoscritto. A ogni incontro con i lettori, a ogni mia partecipazione a un Festival dell'Unit? o all'inaugurazione di un oratorio di paese, c'è sempre qualcuno che mi fa la domanda: e le donne? Che cosa faceva Tex con la moglie indiana Lilyth, che era anche un bel pezzo di figliola? E che cosa fa quando bazzica le focose atmosfere dei saloon, tra il balenare delle scollature e delle giarrettiere delle sciantose? Be', la mia risposta ufficiale è anche quella di mio padre Gianluigi Bonelli, il creatore di Tex: "Tex è un uomo normale, con gli istinti di un uomo normale, ma preferisce andare a donne tra un'avventura e l'altra". Insomma, lo fa ma non lo dice, con la discrezione di un vero gentleman della prateria. E quello che fa quando i lettori hanno richiuso l'albo sono solo affaracci suoi. Cosè saranno scoraggiate le malelingue che insinuavano scherzosamente di rapporti particolari di Tex con il vecchio Kit Carson o con Tiger Jack. Lilyth, per Aquila della Notte, era una vera moglie, in tutti i sensi (almeno una delle loro notti ha avuto un frutto, il giovane Kit), e il loro era stato un romantico matrimonio alla pellerossa, con tanto di cerimonia di sangue. Alla vita matrimoniale di Tex e Lilyth ho voluto dedicare la pagina che tutti i texofili avrebbero voluto leggere ma che io non ho mai avuto il coraggio di pubblicare sulle pagine di Tex. Ve la presento qui: una delle misteriose notti di Tex, preparata con la complicità un po' riluttante del suo creatore grafico Aurelio Galleppini e nonostante la totale disapprovazione di Bonelli padre. La vedete nella pagina accanto. Nelle notti di Tex, insomma, accadevano fatti che non sono mai stati raccontati. Altri li abbiamo raccontati, però, con quella ricchezza di particolari che ha permesso a Tex di raggiungere il n.380 e la bellezza di ben 45389 tavole a fumetti. Nelle notti di Tex ci sono le fiammate degli spari di Colt e Winchester, ci sono le apparizioni dell'uomo-lupo Diablero e degli enigmatici Figli della Notte, gli incantesimi delle streghe e le magie di Mefisto. Ci sono le cavalcate notturne nella prateria, magari all'inseguimento di un folle assassino travestito da scimmione e che agita una sciabola malese. Ci sono gli attacchi ai ranch dei signorotti prepotenti, con Tex e Carson che rubano i cavalli ai cowboy addormentati (loro non lo sanno, che la notte non è fatta per dormire) e poi danno fuoco a tutta la baracca. Ci sono le gelide nuotate nei fiumi per salire di nascosto sulle bische galleggianti, e le eroiche difese in fortini, templi in rovina, canyon e foreste pietrificate per resistere agli attacchi indiani, mentre nel cielo scuro si disegnano le traiettorie delle frecce incendiarie. Già, a questo proposito, c'è un popolare detto (se l'abbia pronunciato per la prima volta un serio antropologo o uno scrittore di romanzi western, questo non ve lo so dire), secondo il quale gli indiani non combattono mai di notte. Figuratevi se avessimo dovuto tenerne conto! Avremmo dovuto rinunciare ad alcune delle più belle sequenze d'azione notturna. Per fortuna, a volte ci viene in aiuto il cinema. In La mia pistola per Billy, di Ted Kotcheff, si svolge il seguente dialogo tra Gregory Peck e un tizio nascosto come lui sotto un carro (fuori ci sono gli indiani). Il tizio:"Gli indiani non combattono mai di notte: è contrario alla loro religione." "A me quelli non sono sembrati poi tanto religiosi!", gli risponde Peck. La notte non è fatta per dormire. Nemmeno per gli Apaches.
  23. ymalpas

    Articoli Su Tex

    Articolo tratto da : http://www.smemoranda.it/agenda/1991/16_me... arca_in_america Data : 1991 Testo di : Sergio Bonelli Tex sbarca in America Io la conosco bene, l'America. Tex Willer è mio fratello. Proprio lui, il famoso ranger, quello che gli indiani chiamano Aquila della Notte e i desperados "puro veleno". Insomma, dopo la nascita di Tex, anch'io in America sono stato di casa, Per la verità, era proprio fatta in casa, quella nostra America. S?, c'erano gli indiani, gli sceriffi, i ranch, i canyon. Ma a indiani e sceriffi giocavano tutti i ragazzi degli anni Quaranta cresciuti con i film di Tom Mix e Ken Maynard (nel decennio precedente, ahimè, si giocava ancora a romani e cartaginesi). I ranch somigliavano stranamente alle cascine della Bassa, quelle immerse nella nebbia in inverno e nell'afa umida in estate, dove è più facile vedere buoi, vacche e solidi cavalli padani, piuttosto che bisonti, longhorns e mustangs. E i canyons, anche quelli avevano un'aria familiare, come le forre e i canaloni dell'Appennino Ligure, il nostro Far West dietro l'angolo, magari ancor più insellato e impraticabile di quello vero. I padri di Tex, come sapete sono due,: Giovanni Luigi Bonelli ( che è anche padre mio) gli ha dato la parola, è lui che scrive i testi del fumetto; Aurelio Galeppini (più noto come Galep) è il disegnatore e gli ha dato il volto. Quando, insieme, nel 1948, diedero vita a Tex, Bonelli e Galep conoscevano il West dai film, e soprattutto da quelli di serie B (il grande western degli anni Cinquanta, quello che piaceva anche a critici seri, non era ancora nato). Perciò, per documentarsi, andavano spesso al cinema. Il loro era un lavoro, che diamine! E siccome videoregistratori e home-video erano ancora da inventare, portavano penna e taccuino. Nel buio, prendevano appunti, facevano schizzi. Il più sfortunato dei due era certo Galep, che doveva disegnare. "Guarda quel cappello, Galep! - diceva Bonelli - Guarda quel fucile!" E Galep buttava già, alla cieca, i disegni. Poi, a casa, chi riusciva a decifrare quegli incomprensibili schizzi? E Galep, coscienziosamente, si aiutava imitando il cappello di feltro del nonno cacciatore e il fucile con cui tirava alle anatre. Cosè sono andate le cose, più o meno. Comunque, il loro West di fantasia aveva una sua verità che i lettori, in misura crescente, avvertivano. E il gusto di Bonelli e Galep era sicuro. Se dovevano ispirarsi a un film di serie B, andavano a vedere i primi John Wayne e lasciavano perdere i vari cowboy con la chitarra. Perchè non usavano i libri, per documentarsi?, potrebbe chiedersi qualcuno. Libri? Libri illustrati sul West, nell'Italia del primo dopoguerra? S?, i libri esistevano, ma bisognava andarseli a comprare in Inghilterra e America (e quelli illustrati scarseggiavano comunque). Il primo a farlo fu Rino Albertarelli, pioniere del fumetto italiano, anche di quello western, con il suo Kit Carson degli anni Trenta. Io ne seguii l'esempio. Era cominciata la nostra scoperta dell'America. Già alla fine degli anni Cinquanta, G. L. Bonelli immaginava le storie di Tex con la Guida Fodor del Vecchio West e pile di cartine geografiche accanto alla macchina da scrivere. I luoghi erano tutti veri (con preferenza per quelli dai nomi più suggestivi, come "Foresta pietrificata" o "Deserto dipinto"), e se Tex doveva andare da una localit? all'altra, cavalcava quelle tante miglia e ci metteva quelle tante ore, n° più n° meno. La cartina faceva testo. Da parte sua, Galep disegnava vere Colt e veri Winchester, vere bottiglie di whisky (non più improbabili fischi di Chinati come ai primordi) e realistici torrioni rocciosi dell'Arizona (non più il profilo del Catinaccio su cui, al posto del Navajos, era facile immaginare i rocciatori di Lecco o di Cortina). Con un'eccezione, però: finch? i western antireroici e crepuscolari del glia nni Sessanta non mostrarono cowboy in deshabill', ignorava (e noi con lui) che i rudi uomini del West portavano come biancheria intima, di preferenza, maglietta e mutandoni lunghi di flanella. Cosè Tex, sotto la camicia e i jeans, indossè un'italica canottiera e italici boxer, che al massimo, a Hollywood, si permetteva Marlon Brando in Un tram chiamato desiderio. E poich? in fondo gli donano di più, continua a indossarli tuttora. Anche i lettori scoprivano l'America insieme a noi della Casa editrice. E se un tempo Tex poteva permettersi tutt'al più un esotico, ma facilmente comprensibile Adi?s amigos, oggi lui e i suoi pards possono esprimersi tranquillamente come fanno nella tavola riprodotta qui a fianco. Tiger Jack chiama correttamente Bunkhouse il dormitorio dei cowboys. Il figlio di Tex definisce volontari che inseguono i banditi con l'esatto termine di posse. Tex, con la parola marshall, si riferisce a un eroico tutore della legge che ha funzioni diverse dallo sceriffo, e così via. I lettori di Tex sanno che il travois è un mezzo di trasporto indiano trainato dal cavllo, cyhe la Gatling e lo Howitzer sono armi micidiali, che lo hogan è abitazione diversa dal tepee, e sono in grado di non perdere l'orientam, ento tra i vari riferimenti geografici alla riserva Navajo. Possiamo persino permetterci ricercatezze come usare i termini originali per fuorilegge e cani della prateria. Solo ogni tanto, però. La tavola pubblicata è stata fatta apposta dal sottoscritto e Tex, abitualmente non parla in un miscuglio italoinglese come il Partigiano Johnny di Fenoglio. Ma neppure come l'americano a Roma di Sordi, oramai. Ha scoperto davvero l'America. O forse l'America ha scoperto Tex? Mah! Di sicuro so soltanto che mio padre è stato nel west, per la prima volta in vita sua, solo tre anni fa, in compagnia del sottoscritto. Attraversando in auto la Monument Valley, mi accorsi che, invece di guardare il paesaggio, leggeva un libro. Western, ovviamente. Mi indignai. "Ma come, Bonelli? Non guardi la Mionument Valley?" Lui alz? gli occhi. "Ma sè, ma sè la conosco bene..." Eh già. Sciocco io a non averci pensato. Lui ci vive da quarant'anni.
  24. Apro questa discussione dove postare articoli di pubblico dominio in cui parli di Tex Willer o dei suoi autori. Ricordo di specificare sempre e comunque la fonte.
  25. ymalpas

    Domande A: Claudio Villa

    Questa è una delle rare tavole della serie "Enguerrand et Nadine" che mi è stato possibile trovare su internet. Non credo che sia da attribuire alla tua mano, no è Comunque la domanda è questa: che ricordi hai di quei primi anni che dedicasti al mercato francese è E' stata l'opportunità che ti offr? la Dime Press oppure avresti continuato a lavorare per la LUG ( considerato anche il fatto che a differenza dell'Italia, oltralpe il fumetto è tuttora considerato una vera e propria arte ) ? Puoi dirmi dove potremo trovare questi tuoi primi lavori ( nel volume a te dedicato pubblicato nel 1998 si trova qualcosa è )
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