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ymalpas

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  1. Soggetto e sceneggiatura : Guido Nolitta Disegni: Fernando Fusco Periodicità mensile: Novembre 1984 è Febbraio 1985 Inizia nel numero 289 a pag. 71 e finisce nel numero 292 a pag. 39 Una contea del Wyoming è dominata dal Cheyenne Club, covo di ricchi allevatori capeggiato dal colonnello Watson. L'associazione foraggia una cricca di sedicenti giustizieri per montare false prove di furti di bestiame ai danni dei proprietari terrieri più deboli per poi sterminarli e arraffarne i ranch! Tex, in missione da quelle parti per arrestare il bandito Mills, prende le difese delle piccole fattorie... © Sergio Bonelli Editore
  2. ymalpas

    [297/299] Fuga Da Anderville

    In una chiara mattina di settembre, un treno corre attraverso le aride praterie del New Mexico. - Che il diavolo ti porti Tex! Vuoi deciderti a dirmi dove stiamo andando ? E il vecchio cammello riceve dal suo pard una misteriosa lettera, scritta da un certo Howard Walcott di Richmond, che in un’incerta grafia, contiene il seguente messaggio: Caro Willer, dopo tanti anni credo di potervi rivelare la verità sul conto dei miei nipoti John e Leslie. E Walcott deve essere un tipo maledettamente importante se gli basta scrivere poche righe per far schizzare il nostro tizzone d’inferno sul primo treno per la Virginia, commenta mellifluamente Carson. - Al diavolo, se avessi saputo che intendevi portarmi in capo al mondo, avrei preferito starmene ad oziare nella riserva. - Però non immagini quello che perderesti, mi hanno detto che a Richmond ci sono dei fantastici varietà con ballerine francesi che… - Ballerine francesi ? - Già… e pare che si presentino al pubblico con piccanti calze a rete… Comunque se vuoi scendere devi deciderlo in fretta, perché stiamo giusto per arrivare a Albuquerque. - Scendere ?... Vorrai scherzare satanasso! E con che coraggio potrei mai presentarmi a tuo figlio dicendogli che ti ho abbandonato nel corso di una missione ? Non pensarci nemmeno Tex! Il tuo vecchio pard non ha molta simpatia per i treni ma non ti lascerà andare solo in una città sconosciuta, piena di insidie, di pericoli… - … e di ballerine francesi! Una vecchia storia da raccontare è proprio quello che ci vuole per ingannare il tempo durante un lungo e noioso viaggio in treno. Una storia che è un itinerario a ritroso nel passato di Tex, quello triste, amaro e cruento della guerra civile americana. Ma oltre che rinverdire i fasti della bonelliana Tra due bandiere ( n° 113 ) questa avventura ha il merito di tingersi fin dall’apparizione dell’oscura lettera del vice governatore della Virginia, di un giallo a tinte forti. Eravamo nel 1864, racconta Tex, in settembre era caduta Atlanta e in novembre il presidente Lincoln era stato rieletto. Dopo la battaglia di Shiloh in cui vidi in tutto il suo orrore il vero volto di quel maledetto conflitto che opponeva fratelli a fratelli, promisi di non sparare più un solo colpo di fucile… E da quel momento, sfruttando il suo accento texano che gli permetteva una libera circolazione negli stati confederati, Tex si limita a prestare pacificamente la sua opera ai nordisti scortando mandrie di bestiame destinate alla sussistenza delle truppe o accettando di recapitare messaggi da un comando militare all’altro. Fu appunto nel corso di una di queste missioni, continua Tex, che feci la conoscenza dello schiavo Tom e quindi del suo padrone, John Walcott. In un paese che la guerra aveva profondamente diviso ideologicamente in due radicate fazioni, non è strano fare la conoscenza di un originale tenente nordista, nato e cresciuto tra le piantagioni di cotone del profondo sud della Virginia, che appoggia la causa antischiavista. Per John Walcott, il nord è storicamente dalla parte giusta e rappresenta l’avvenire, a differenza del sud, che con le sue sterminate piantagioni di tabacco e di cotone, è l’immagine di un passato ingiusto da cancellare. Inguaribile ottimista e amante del rischio, la vita senza il rischio è una minestra insipida, ma anche molto affabile, John Walcott è il Damned Dick della storia, l’amico solare e luminoso di Tex. L’altro nipote, il tenente sudista Leslie, è invece il classico bellimbusto gallonato che se ne sta impettito come se avesse ingoiato una scopa. Per lui i grandi industriali del nord vogliono solo rovinare l’economia del sud e sostituire le piantagioni con fabbriche e commerci d’ogni genere. Autoritario, sicuro di se e arrogante, provoca Tex che non lo ha in simpatia e lo accusa di essere una spia nordista. Tra i due sono subito scintille. Ma Leslie è un cattivo inconsueto, integerrimo e integro moralmente, un uomo sinceramente legato alla causa del sud ma nella sua anomalia anche un dannato figlio di coyote, che la sera stessa non esita a inviare una pattuglia sulle tracce di Tex e dello schiavo Tom che si è unito a lui, con la speranza di acciuffarli e appenderli all’albero più vicino. I cugini Walcott sono così diversi e trincerati nelle loro idee e pensieri che lo zio Howard, che veglia premurosamente su di loro, ha imposto addirittura un patto di non belligeranza. Funzionario della Tesoreria di Stato, il vecchio Walcott è un tipo quadrato, padrone di se, ma anche un uomo bonario che cerca di barcamenarsi come può tra i due galletti della famiglia ( anche se la sua simpatia va velatamente tutta al nipote John ). Quest’ultimo ha ricevuto l’ordine di attaccare un convoglio sudista guidato dal cugino Leslie, che trasporta una cassa piena di lingotti d’oro, appartenenti al tesoro della confederazione. Il drappello confederato, colto di sorpresa resta in breve tempo decimato dall’assalto e John provoca la fuga del cugino. Al sangue non si comanda. Così il giorno dopo, mentre il reparto nordista è impegnato nel guado di un tratto acquitrinoso, è raggiunto e attaccato da una compagnia sudista, che superiore di numero ha ben presto il sopravvento. La cassa ha l’aspetto piuttosto solido ed è chiusa con un robusto lucchetto, ma quando il capitano la apre, sorprendentemente si rivela colma di pietre. Mistero. La tappa successiva per l’ufficiale nordista è il tristemente famoso campo di Anderville, che ricorda storicamente quello di Andersonville, North Carolina. Immerso in un malsano ambiente paludoso era il più malfamato dei campi sudisti. Vi erano stipati non meno di trentamila prigionieri, un terzo dei quali morì a causa delle malattie provocate dalla denutrizione, dalla sporcizia e dai continui maltrattamenti. Il maggiore Dark, del III° Cavalleria del Kentucky, nel tentativo di recuperare l’oro, affida a Tex il compito di inoltrarsi in pieno territorio nemico e liberare John Walcott. Così il ricco uomo d’affari sudista Edgard Tennyson, munito di un salvacondotto con la firma abilmente falsificata del generale Lee e il suo schiavo Tom ( un tipo piuttosto sveglio e buon conoscitore di quelle regioni ), si incamminano sulla via che conduce ad Anderville. Sosta e ristoro nel primo villaggio che incontrano nella loro strada verso sud. Ma nei ristoranti i negri non sono ammessi. Storie, ti ho detto che pranzeremo insieme e così sarà! dice Tex con una veemenza che non ammette repliche. E il ristorante prescelto, guarda caso, è quello della canaglia Hank, un sudista tutto d’un pezzo, che si è allontanato con i clienti verso la stazione, per vedere le truppe che partono al fronte… Dopo che si saranno spellati le mani ad applaudire, dice sarcasticamente la vecchia madre e gli sarà venuta la gola secca a furia di strillare i loro inni patriottici, si ricorderanno di avere fame e torneranno qui e io, dovrò sgobbare per servirli tutti assieme! Per lei i soldi non hanno colore ma Hank potrebbe avere qualcosa da ridire! E lo schiavo Tom mangia e ha una fretta del diavolo di consumare il suo pasto, non tanto per la fame quanto per la paura di vederselo comparire di fronte. Ed ecco infatti che il figliol prodigo ritorna nel ristorante. Hank, sbalordito da quello che vede, apostrofa minacciosamente il povero schiavo, che sta finendo di mangiare, coprendolo di insulti e imprecazioni razziste: - Ascoltami negro, hai scambiato il mio locale per una stalla ? Lo sai dove sono appena stato, negro ?... a salutare i nostri ragazzi che vanno a farsi ammazzare per difendere il nostro sacrosanto diritto a decidere da soli cosa fare o non farne dei fottuti musi di carbone come te ai quali il presidente yankee ha promesso di restituire la libertà! Termine fottuti a parte, è risaputo che Tex Willer, come ogni buon cristiano, non tollera essere disturbato mentre mangia. Non gli lascia quindi il tempo di continuare e dà inizio ad una delle sue classiche spazzolate, che fanno volare le pulci di dosso al malcapitato ristoratore. Sai usarla quella sedia? dice rivolto a Tom, ti do un consiglio, usala! E all’improvviso quello che poco prima era un povero e tremante schiavo del sud, prende coraggio e coscienza della forza dei suoi diritti e con le sue mani, che sembrano due badili, inizia a picchiare e scardinare le mascelle dei sventurati avventori. Un episodio tipicamente bonelliano, che mostra quanto Nizzi seppe trarre dalla tradizione, recuperando dal passato non solo espressioni verbali o situazioni peculiari, ma anche lo spirito che animava il personaggio nato dalla penna di Gianluigi Bonelli. Semplicemente grande. Il cammino per la roccaforte di Anderville è però ancora lungo e pieno di insidie. Giunti a un ponte, che per la sua posizione strategica è presidiato da un folto gruppo di soldati sudisti, Tex mostra il salvacondotto e tutto sembra miracolosamente procedere per il meglio ma ecco che da una tenda dell’accampamento, a rovinare tutto, appare improvvisamente il tenente Leslie Walcott, che obbliga i due ad un precipitoso salto nel fiume, l’unica via di fuga davanti a un fuoco incrociato da parte dei confederati. Appiedati, ecco che Tex e Tom giungono ad una fattoria. Rubare ( i cavalli )? Ci limiteremo a requisirli come preda di guerra! I due si avvicinano alla casa e si separano, il negro si infila nel pollaio dove semina un po’ di gazzarra tra i pennuti, il tanto che basta per svegliare i proprietari. E mentre il padre imbraccia il fucile, il figlio Jed, con una smorfia di piacere stampata nel viso, pensa tra se: “ci sarà da divertirsi, quando ha un maledetto negro tra le mani, pà diventa una furia” e va dritto ad infilarsi nella scuderia, dove Tex lo aspetta pronto a rifilargli una sberla. Il ragazzo scelto da Ticci per raffigurare il volto del profondo sud razzista tradisce una scarsa intelligenza già a partire dai lineamenti facciali. Tre giorni dopo è la volta dell’arrivo al campo di Anderville… una fortezza immensa e impenetrabile. John non mangia da quattro giorni, povero John, sembra lo spettro di se stesso e i nordisti come lui crepano di fame e stenti come mosche. Il sud è in ginocchio e i soldati, che la guerra ha reso disumani, non vogliono togliersi il pane di bocca per nutrire le diverse migliaia di prigionieri. Ma il tenente Walcott, pur estenuato dal lungo digiuno, tiene testa al comandante del campo, che dice: "Quel vostro Lincoln è un grande furbacchione. Con una mossa ( l’emendamento alla costituzione che abolisce la schiavitù ) si è guadagnato la simpatia di mezzo mondo e come se non bastasse, Shermann ha conquistato Savannah e nessuno riuscirà a fermare la marcia delle sue truppe verso il sud". Il comandante non si fa illusioni e non si chiama Leslie Walcott, per lui ciò che conta è solo l’oro della Confederazione, per rifarsi una vita. Ma John tiene duro e ripete con una cadenza monotona che dell’oro, lui non sa proprio niente! Il comandante, poco propenso a credergli, non si rassegna. John non è mai stato il tipo dell’idealista tutto d’un pezzo, a West Point era un cadetto indisciplinato e ribelle, incapace di sottostare al regolamento e anche la scelta di campo in guerra rivela in lui una certa dose di opportunismo. È fin troppo chiaro che il tenente nordista ha le sue stesse mire e mente per impossessarsi dei lingotti alla fine della guerra. Ma John Walcott deve prima uscire vivo dal carcere di Anderville e il comandante ha in serbo per lui il più penoso e ripugnante dei lavori nel campo di prigionia: il trasporto dei cadaveri nella palude, dove la sepoltura non è cristiana e i corpi sono ingurgitati dalle sabbie mobili. Tex aspetta l’occasione giusta per entrare nel campo, occasione che gli viene offerta fortuitamente da una colonna di trenta uomini che devono rimpiazzarne altrettanti, che da Anderville saranno trasferiti al fronte. Il nostro tizzone d’inferno riesce a sostituirsi a uno dei soldati e indossata la divisa del nemico, varca insieme al drappello sudista il portone d’ingresso del campo. Ma il progetto di fuga è già in pericolo, John è sul punto di essere trasferito in un carcere meno duro, grazie alla supplica del cugino Leslie indirizzata al presidente Davis in persona. Bisogna agire il giorno stesso e Tex, che ormai l’idea delle sostituzioni incomincia a divertire parecchio, decide di far evadere John che sul carro dei morti destinati alla palude dovrà fingersi leggermente defunto, mentre lui prenderà il posto di uno degli uomini della scorta. Ma proprio all’ultimo momento, la recluta sudista alla quale Tex aveva rubato la divisa, legata e imbavagliata male da Tom, riesce dopo molti sforzi a liberarsi e a dare l’allarme: c’è una spia nel forte! Ma il carro ha tutto il tempo di lasciare il campo, è semmai il ritrovamento della guardia di scorta che Tex aveva stordito, a mettere sul chi vive il comandante del campo che scatena immediatamente una caccia all’uomo. Lo schiavo Tom, ritenendosi responsabile, noblesse oblige, prende la difficile e coraggiosa decisione di sacrificarsi per i compagni, rallentando l’avanzata della pattuglia… Addio Tex! ...addio signor John! Se un giorno i miei fratelli di razza saranno liberi, lo dovranno anche a uomini come voi! Claudio Nizzi sostituisce la parola padrone con quella di signore, e quella di schiavo negro con fratelli di razza, una finezza la sua, che non passa inosservata. Tex si accorge troppo tardi dell’assenza di Tom e vorrebbe tornare indietro, ma John lo trattiene, sarebbe una mossa inutile che renderebbe vana la morte dello schiavo. Bang! Bang! I negri sono portati per la musica… vi piace la mia bastardi ?Ma i sudisti ormai hanno raggiunto Tom e il suo fucile è scarico… viva… l’Unione… sono le ultime parole che dice e sono quasi il lamento di un popolo che si batte per la causa del nord e la sua libertà. È un boccone amaro per il nostro tizzone d’inferno e come tristemente confessa a Carson, ci ha messo parecchio tempo prima di mandarlo giù! Il racconto prosegue, sempre più avvincente. Quella sera dopo aver messo il maggior numero di miglia possibile tra loro e il campo di Anderville, Tex e John trovano rifugio in un vecchio fienile abbandonato. È venuto il tempo di chiarire la storia dei lingotti scomparsi. Io non so niente di quell’oro! John nega anche di fronte all’amico di essere il responsabile del dileguamento dei lingotti. E se con i confederati non ha cercato di discolparsi è solo perché avrebbe gettato l’ombra del sospetto sulla sola persona che era stata in possesso di quella cassa prima di lui e che su quell’oro doveva saperla lunga… suo cugino Leslie! Per la barba di Giosafatte! tuona Carson, un dannatissimo colpo di scena, ma ci avrei giurato, per giove! …quel piccolo bastardo di Leslie, soldato integerrimo e patriota tutto d’un pezzo era in realtà un vero ladrone! Tex e John sono più cauti nel loro giudizio. Il viaggio di ritorno a Richmond non presenta difficoltà, il ranger sa ormai come muoversi nel territorio nemico. Il vecchio Walcott è felicissimo della liberazione del nipote, ma un ombra si addensa sulla sua fronte, l’uomo ha paura di quello che potrebbe succedere tra i due cugini, l’oro è un perfido consigliere… Nega dunque di sapere dove sia Leslie e consiglia a John e Tex di trasferirsi in una piccola casa nel centro di Richmond, dove il vecchio servo Nathan li accompagnerà. È proprio quest’ultimo a rivelare ai due che Leslie si trova in realtà nel vicino quartiere generale dei sudisti. John è una figura troppo nota nella piccola cittadina per potersi avventurare alla ricerca del cugino. Così poco dopo è Tex a mettere le mani su Leslie e a convincerlo a seguirlo, ma il tenente sudista, che ha una profonda antipatia per il ranger, avvistata una pattuglia di ronda, non resiste alla tentazione di dare l’allarme e darsi quindi alla fuga per le stradine del quartiere. Tex lo insegue fumante di rabbia, ma una voce amica prima richiama Leslie in un vicolo oscuro e poi gli spara un colpo di pistola a bruciapelo in pieno petto: mi dispiace Leslie… ma dovevo farlo! Poco dopo davanti al cadavere ancora caldo finisce l’inseguimento del nostro tizzone d’inferno. Un pensiero folle gli attraversa la mente… Tex corre verso la casa dove John dovrebbe aspettarlo, se anche arriva prima di me, lo troverò col fiato grosso e sarà una prova sufficiente. Ma nella casa non c’è nessuno. È un indizio che pesa come una grossa pietra sul collo del tenente nordista. È anche un rapporto di profonda amicizia tra due uomini uniti dalla guerra, che dolorosamente si incrina. Insomma, John ti aveva preso per il naso! …se ho ben capito, dice Carson, era stato lui a grattare l’oro e adesso aveva chiuso la bocca al cugino che poteva smentirlo… Ma il comportamento di John è sempre più imprevedibile, Tex lo ritrova infatti una settimana dopo presso il reggimento del maggiore Dark. Quel ragazzo non finiva di stupirmi… mi raccontò che mentre aspettava di vedermi tornare con Leslie, un sasso era stato gettato nella casa, con un biglietto che lo avvertiva di fuggire perché i confederati lo avevano scoperto. Le parole di John Walcott sono sempre meno convincenti e l’oro deve trovarsi non troppo lontano da quei territori, non c’è altra spiegazione, conclude il ranger, che non troverà conferma alle sue astruse supposizioni. John Walcott muore improvvisamente alcuni giorni dopo per lo scoppio di una granata, nel corso di un bombardamento, portandosi con se il suo mistero. Le sue ultime parole sono tutte per Tex: implora l’amico di tante avventure di conservare un buon ricordo di lui. Difficile. Il lunghissimo flashback finisce qui, lasciando l’amaro in bocca. Tre giorni dopo, Tex e Carson sbarcano davanti alla residenza di Howard Walcott. Il fedele Nathan, incanutito, li accoglie con un malinconico commento che sottolinea ancora di più il triste decadimento dei valori: la vita qui non è più quella di una volta. Howard Walcott, dopo i rituali convenevoli, invita Tex nel suo studio privato. È il momento della verità sui due nipoti, i cui ritratti sono in bella vista sulla robusta scrivania. Il vecchio ha il cancro e i medici non gli danno più di tre mesi di vita. Non diventerà il nuovo governatore della Virginia e non presenterà la sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali. Ha poco tempo Howard Walcott e deve approfittarne per sistemare alcune faccende, una di queste è proprio la riabilitazione della memoria dei suoi due nipoti. Inizia così un altro breve flashback, che ricostituisce la trama mancante della storia. Il vecchio rivive lucidamente quei drammatici momenti che videro la scomparsa dei due nipoti e vogliamo credere che siano stati l’ossessione di tutta la sua vita. Nella cassa i lingotti d’oro non c’erano mai stati… A quel tempo Walcott, approfittando della sua posizione nella Tesoreria confederata, aveva sostituito il prezioso contenuto con dei sassi. A guerra finita, quell’oro sarebbe servito per finanziare la sua carriera politica alla quale l’uomo teneva più di ogni altra cosa la mondo. Fatalità volle che fosse John ad attaccare quel carico e che il giorno dopo sia lui che la cassa finissero di nuovo nelle mani sudiste. John veniva spedito a Anderville, Leslie lo pregava ripetutamente di intervenire per ottenerne la liberazione o l’internamento in un campo meno duro, ma il vecchio Walcott non poteva mettere a rischio i suoi progetti, e così si augurava che l’amato nipote, da quel campo infame, non facesse più ritorno. Leslie sapeva che era stato lui a sigillare la cassa e Howard Walcott non poteva correre il rischio che i due giovani incontrassero. La verità sarebbe infatti venuta a galla. L'oro è un cattivo consigliere... Il nipote doveva essere eliminato e così fu commesso uno dei crimini più orrendi e vergognosi che si siano mai visti sulle pagine del nostro popolare fumetto. La reazione di Tex davanti alla verità così meschina è furente, violenta e impetuosa. E incomincio col dirvi che siete l’essere più abietto che io abbia conosciuto in vita mia! La vostra sola vista mi fa rivoltare lo stomaco, Walcott! Quello che avete fatto è un abominio. Il vecchio sembra incassare con filosofia, salvo poi spararsi un colpo di pistola sulla tempia, a bruciapelo appena il ranger ha varcato la porta. Al vecchio Nathan, che chiede ragione dell’incomprensibile gesto del padrone Tex trova solo il coraggio di dire che Howard Walcott era logorato da una malattia più incurabile dello stesso cancro con cui la mano del destino l’aveva colpito: il rimorso! John era simpatico anche a me! … fino al giorno in cui un infame intrigo riuscì a sporcare la nostra amicizia con l’ombra del sospetto… Nauseato dalle rivelazioni del vecchio Walcott, il ranger accusa il colpo, la cui portata è sconvolgente anche per un uomo solido come lui. Mai così duramente messo alla prova, Tex ha solo fretta di trovare un bar luccicante di specchi, un bel locale pieno di rumore e di gente, dove bersi un monumentale bicchiere di birra, in compagnia naturalmente del vecchio pard, che lo accompagna silenzioso, inforcando il cavallo lungo il triste viale che divide le immense piantagioni di cotone che si estendono ai lati, così mirabilmente disegnate da Giovanni Ticci. Un Tex umanissimo nei suoi sentimenti, per una volta un uomo che sbaglia. La storica infallibilità del ranger è messa in dubbio da un infame intrigo che distorce la sua visuale dalla verità violata. Per vent'anni ha ritenuto più colpevole che innocente l'amico John. Nel trascinante alternarsi di colpi di scena, il genio di Nizzi sta proprio nel presentare al lettore un personaggio che anche nella debolezza dei suoi sentimenti è un grande. In cuor suo forse sente la sua amicizia tradita, ma i dubbi lo assalgono fino alla fine e la confessione finale di Walcott, l'ultimo capitolo di una tragedia familiare, dovrebbe essere in fondo liberatoria dei tormenti del suo animo, ma sappiamo tutti che in fondo non è così semplice liberarsi del proprio passato. Una storia immensa che inizia con il più classico degli espedienti narrativi, il litigio burlesco sul treno, da commedia triviale, e si chiude con un finale tormentato, che si situa sul campo opposto del dramma vissuto.
  3. Soggetto e sceneggiatura : Claudio Nizzi Disegni: Giovanni Ticci Periodicità mensile: Luglio 1985 è Settembre 1985 Inizia nel numero 297 a pag. 73 e finisce nel numero 299 Durante un viaggio in treno, Tex racconta a Carson di quando salvò il nero Tom da un linciaggio durante la Guerra di Secessione, e conobbe il ricco Howard Walcott con i suoi nipoti John e Leslie, uno nordista e l'altro sudista? Durante la Guerra Civile, l'ufficiale nordista John Walcott aveva sottratto un baule d'oro ai confederati, salvando la vita al cugino Leslie, gallonato sudista. Ma poi John era stato catturato dal nemico, e siccome la cassa recuperata dalle giacche grigie conteneva soltanto pietre, era stato spedito nel campo di prigionia di Anderville per sciogliergli la lingua. Gli unionisti, sicuri che John avesse nascosto i lingotti, incaricarono Tex di liberarlo. Sotto mentite spoglie, accompagnato dal nero Tom, Willer dovette superare mille insidie, rischiando di finire fucilato come spia! Penetrato nel terribile campo di Anderville, dove i sudisti concentrano i prigionieri nordisti, Tex fa evadere l'ufficiale John Walcott nascondendolo sul carro che porta via i cadaveri. John avrebbe dovuto rivelare dov'era nascosto l'oro che credeva di aver trafugato ai confederati, ma dice di non saperne niente. E il mistero resta tale: il cugino sudista Leslie muore ucciso da ignoti e John, sospettato da Tex dell'omicidio, salta in aria su una granata! Anni dopo, quando il politicante Howard Walcott convoca Tex a Richmond, l'incredibile verità sulla fine dei suoi nipoti John e Leslie salta finalmente fuori. © Sergio Bonelli Editore
  4. I messaggi del vecchio forum... Vace Nella serrata e coinvolgente avventura del sepolcro azteco, Bonelli/Letteri ci ripropongono il classico modulo della caccia all'antico tesoro. Infatti i nostri due pards si sostituiscono alla guida - uccisa in un misterioso attentato - della spedizione dei fratelli Roswell, che intendono riportare alla luce un antico tempio situato in un punto imprecisato della Sierra Madre mentre nello stesso tempo svolgono indagini sull'omicidio. Tex non ci metter? molto a capire che il mandante dell'omicidio è proprio un uomo della spedizione ma alla fine i nostri dovranno vedersela anche con un gruppo di "desperados" messicani attirati dal tesoro. Una delle migliori storie del Bonelli della fase calante, probabilmente l'ultimo tocco d'artista prima del buio: se non altro proprio grazie all'esperienza cinquantennale in fatto di sceneggiature notiamo una maestria non trascurabile nel descrivere situazioni caratteristiche e vicende affascinanti (vedi finale nel tempio)... Anche Letteri d' il meglio di sè in questo genere di affascinanti avventure misteriose. Magari a Bonelli possiamo rinfacciare il fatto di non essere un giallista perfetto: 1. l'autore, infatti, si illude se crede di poterci lasciare col fiato sospeso per 200 pg tentando di "nasconderci" l'uomo misterioso (penso che si capisca sin dalle prime pagine) 2. piuttosto discutibile anche il fatto che Mister x riesca ad eliminare i componenti della spedizione senza mai essere scoperto. Voto complessivo: 6,5 Anthony Steffen Storia riletta qualche settimana fa. Secondo me niente di speciale; il solito tesoro nascosto; solita spedizione alla ricerca di esso; e solita maledizione finale. Per di piu' e' intuibilissimo il misterioso assassino del gruppo e questo rende la storia poco imprevedibile. Si respira la stanchezza di un autore che ha gia' dato tutto. Un Letteri nella media del periodo.
  5. Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Luigi Bonelli Disegni: Guglielmo Letteri Periodicità mensile: Marzo 1983 - Aprile 1983 Inizia nel numero 269 e finisce nel numero 270 a pag. 93 Tex e Carson proteggono la spedizione archeologica dei fratelli Rick e Tony Roswell dagli attentati dei sicari ingaggiati da un nemico sconosciuto. Il primo indiziato è Domingo Ortiz, un tipaccio dalla grinta patibolare, ma quando Tex e i suoi pards entrano nella sua topaia per interrogarlo, lo trovano con la gola tagliata e accanto a lui giace il cadavere del suo stesso assassino! Il mistero si infittisce, mentre la spedizione scortata dai rangers raggiunge la Sierra Madre, lì dove un tempio sommerso sembra celare un antico tesoro azteco. Mentre i pards e gli uomini della spedizione Roswell lavorano di piccone per riportare alla luce il tempio azteco sommerso, in cerca del favoloso tesoro che vi è custodito, un nugolo di desperados messicani alleati con l'ignoto sabotatore è pronto ad attaccare! Tex e i suoi compagni sventano la minaccia e sulla sommità dell'inquietante teocalli cade finalmente la maschera del traditore! © Sergio Bonelli Editore
  6. ymalpas

    [Maxi Tex N. 11] Fort Sahara

    Questa immagine (dal sito di SBE) non chiarisce l'arcano. Quello vicino a Tex, somiglia a Montalesè E' lui, è lui!!!
  7. ymalpas

    [Maxi Tex N. 11] Fort Sahara

    Boselli ha detto categoricamente su un altro forum che nella storia disegnata da Spada non apparir? Montales, che dovrebbe invece rivedersi nella storia ancora in lavorazione di Piccinelli intitolata "Vendetta per Montales" e in un altra storia, probabilmente il texone cubano di Suarez ( a questo punto ti rimando al topic delle anteprime sui soggetti ). Nel maxi di Diso in uscita ad ottobre, la trama lascia intendere una presenza di Montales, e io spero proprio che ci sia!
  8. ymalpas

    [279/281] Il Ritorno Del Carnicero

    Alcuni messaggi dal vecchio forum... Vace Il ritorno del "Carnicero" fu la seconda storia di Nizzi pubblicata su Tex anche se in realtà fu la prima che scrisse, nel 1982; probabilmente anche perchè, a differenza di Bonelli e Nolitta aveva tutto il tempo che voleva per produrre sceneggiature, realizz? una delle più belle avventure degli ultimi tempi. Nella vicenda è presente il personaggio che pensavamo morto in un'avventura di 5 anni prima: Paul Balder, detto "El Carnicero". In poco tempo egli dimostra di essere uno dei nemici più pericolosi del nostro ranger; dapprima, infatti vediamo come riusc? a scampare alla morte, poi, recuperato il suo vecchio socio, decide di vendicarsi contro chi lo port? davanti al patibolo (i 4 Pards, appunto). Dapprima riesce a rapire Kit e Tiger e, successivamente, anche il vecchio Carson; Tex dovr? evitare di fare la stessa fine dei tre ma soprattutto scoprire dove sono nascosti e liberarli... Avvincente fino all'ultimo la trama orchestrata da Nizzi; nonostante il pluriusato tema della vendetta del nemico, l'avventura risulta comunque originale, dinamica e senza dubbio avvincente che porta ad un finale decisamente pirotecnico. Ferdinando Fusco, nel suo momento d'oro, è a grandi livelli. Voto 7,5 Mister P Davvero un'ottima storia, nonchè un'ottima carta di presentazione da dare ai lettori (che però all'epoca ignoravano che Nizzi e Nolitta scrivessero, oltre che Sergio Bonelli/Nolitta le avventure di Tex). Ottima la parte finale, cmq un bel 7,5 complessivo ai testi e ai disegni ci sta tutto. Da notare come solo in queste prime storie (quella del Carnicero, UN DIABOLICO INTRIGO e, forse, I DELITTI DEL LAGO GHIACCIATO) si può davvero parlare di una supervisione di GLB (principalmente nell'aggiustamento dei dialoghi), già dall'epoca del Capolavoro FUGA DA ANDERVILLE (1985) si può parlare di lavoro di Nizzi al 100% Corwin Uno dei ritorni che mi ha più convinto Il Carnicero è stato un avversario molto temibile, nonostante la mole gli impedisse l'agilit? negli scontri diretti... Il cervello era di prim'ordine ottima la performance di Fusco...
  9. Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi Disegni: Fernando Fusco Periodicità mensile: Gennaio 1984 - Marzo 1984 Inizia nel numero 279 a pag. 87 e finisce nel numero 281 A Gallup riappare un vecchio nemico di Tex dato per morto, Paul Balder detto El Carnicero! Era stato sul punto di tirare le cuoia, ma neppure Satanasso voleva avere a che fare con lui, e ora cova vendetta! El Carnicero, con l'aiuto della sua nuova amichetta Zelda, del bieco passacarte Strasberg e dello sgherro Sheldon, recluta una cricca di desperados e fa rapire Kit Willer e Tiger Jack! Seguendo le chiare tracce del sequestro, furbescamente disseminate dai tirapiedi del Carnicero, anche Tex e Carson cadono in trappola e soltanto Aquila della Notte riesce a scamparla! E mentre i pards marciscono in umide celle nei sotterranei del ranch di Balder, le indagini di Willer ripartono da Gallup, dove finge di cadere nel tranello di Zelda, che avvicina il Ranger e gli versa del sonnifero nel whisky. Willer era stato però avvertito da Decker del Gardenia Hotel, un occhiuto ometto che aveva già notato la maliarda, con un diverso abbigliamento ma con un identico anello. Aquila della Notte penetra così nel ranch del Carnicero, sforacchia un bel po' di tirapiedi e libera i pards... © Sergio Bonelli Editore
  10. ymalpas

    [282/283] Un Mondo Perduto

    Penultima storia che vede la collaborazione di Giorgio Bonelli nella realizzazione del soggetto.
  11. ymalpas

    [282/283] Un Mondo Perduto

    Alcuni messaggi dal vecchio forum... Vace Vorrei spendere qualche parola anche per questa opera bonelliana "fuori dagli schemi" del tutto particolare e catalogabile nel filone "avventuroso-fantastico", magari genere non proprio congeniale al ranger ma più facilmente riscontrabile nel nolittiano Zagor. Un'avventura, dicevo, che mi sa tanto di esperimento riuscito male di GLB. Si parla, infatti, del solito popolo misterioso estraneo alla nostra civilt? che, questa volta, però rapisce le squaw della tribù dei Klamath... Insieme a Gros Jean, al capitano Olden ed al prof. Steiner, i nostri 4 pards organizzano una spedizione sul monte in cui dovrebbero risiedere questi individui misteriosi, per far luce sui rapimenti. Grossa sarà la sorpresa quando i nostri si troveranno a contatto con gli abitanti del monte... Finale pirotecnico in cui i nostri dovranno passarne di tutti i colori per portare in salvo la pellaccia. Non propriamente un buco nell'acqua ma da ricordare se non altro per l'originalità... Che ne pensate? Mister P L'ultima zampata del vecchio leone Bonelli... riesce spesso a mantenere viva l'attenzione... Poi è anche l'ultimo episodio del Grande Nicol' 7+ ai testi, 7,5 ai disegni, a due mani, considerando che Monti riesce a camuffare bene il suo tratto e fingere, nelle ultime pagine, di essere Nicol'. Vace Mi ricorda il fatto del mutati geneticamente, uno Zagor... "La valle degli spiriti" - "L'uomo eterno" Zagor 189/191 di Pezzin e Gamba Aprile - Giugno 1981
  12. Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Luigi Bonelli Disegni: Erio Nicol' e Vincenzo Monti Periodicità mensile: Aprile 1984 - Maggio 1984 Inizia nel numero 282 e finisce nel numero 283 a pag. 47 Nel Grande Nord, un'ignota tribù scende dal Monte Rainier per rapire le donne dei Klamath e Gros-Jean, proprietario di una compagnia per il commercio di pellicce a Yakima, organizza una spedizione con l'aiuto di Tex. Il gruppo, al quale si accoda Hans Steiner in cerca del padre sparito anni prima, è tallonato a distanza da brutti ceffi attratti dal miraggio di un giacimento aurifero, che vengono però sterminati da loschi figuri incappucciati. Raggiunta la vetta del Monte Rainier è fra misteriosi macchinari e arcane incisioni rupestri è i pards cadono prigionieri di orrendi uomini squamati come rettili! © Sergio Bonelli Editore
  13. ymalpas

    [250/252] Giungla Crudele

    Riporto dal vecchio forum il messaggio di risposta di Mister P. Tra l'altro, in questa scena, Nolitta fa scoprire un altro lato che Bonelli padre non aveva, se non indirettamente, quasi mai affrontato: il patriottismo di Tex, non quello di tipo ottuso, ma quello di chi s'è trovato in mezzo ad una guerra civile, quello di chi lotta perchè la giustizia trionfi, quello del pioniere (o, nel caso di Tex, del figlio di pionieri) abituato a spaziare e a sopravvivere in un territorio vasto come quello del Sud Ovest. A cui non piace che il suo Paese sia definito quello die 'vaccari'. Phil Turner, dalla fattezze di Kirk Douglas, è diventato uno dei cattivi storici della saga di Tex. Da notare la differenza tra GLB e Nolitta quando avviene la morte di un nemico "grigio": nel caso di un Lucero è il Destino a compiere Giustizia, nel caso di Turner tutto è riportato su toni meno epici e progressiti (l'indio che ha imparato ad usare le armi e che cerca una sorta di emancipazione dall'uomo bianco).
  14. ymalpas

    [250/252] Giungla Crudele

    Sotto l'impenetrabile volta della foresta panamense, il caldo dell'aria irrespirabile e i tronchi, le liane e i cespugli che moltiplicano per dieci la fatica di ogni movimento ( prendo questa descrizione da Nolitta), Tex e suo figlio devono fronteggiare avversari infidi come gli indios bravos e i cuna ma anche traditori insospettabili che si celano tra le fila della stessa spedizione scientifica e militare che ha il compito di sondare il territorio per lo scavo dell'istmo. Un tipo di nemico inusuale per Tex che pur essendo grande conoscitore di anime si lascia ingannare. Non gliene facciamo una colpa, nel west ci sono dei valori in cui si può credere, che la civilt? ( dell'est ) che avanza non ha ancora distrutto: è lo stesso Phil Turner ad affermarlo, ma sono valori che si possono anche perdere e questo Tex lo scoprirà solo alla fine della storia e pagando a caro prezzo la sua "ingenuità". Il legame affettivo dell'amicizia gli impedisce infatti di leggere la verità negli occhi dell'antagonista. Se dei quarantaquattro uomini che formano la comitiva, in teoria chiunque potrebbe essere sospettato, lungo il corso della storia è lo stesso Turner a suggerirgli, ripetutamente e lo sottolineo, la chiave del mistero. Phil Turner è un essere ambiguo, disgustato dal mondo corrotto della politica, che rimpiange amaramente il west assolato che si è lasciato alle sue spalle, dove i nemici quando ti affrontano ti guardano negli occhi. Uno che assomiglia molto agli eroi negativi nati dalla penna di Boselli, a metà strada tra il bianco e il nero, ma che alla fine propende e non poteva essere diversamente per l'inferno, l'unica via di uscita per il crimine di cui si è macchiato. Correva la calda estate del lontano 1981 quando questa storia apparve in edicola. La data è impressa indelebilmente nella mia mente perchè in quei giorni per la prima volta mi sono avvicinato al mondo avventuroso di Tex. Una storia dal ritmo serrato, storia di sudore, passioni e tradimenti, fortemente evocativa nei paesaggi, quelli dell'Arizona, delle scene portuali e marittime, della città di Cartagena o della baia di Portobelo, il villaggio dei pescatori e ultima la giungla, che si anima e diventa protagonista come ad esempio nelle scene della vedova nera o in quella ancora più emozionante in cui Tex uccide il serpente, tutto questo è la nona storia di Nolitta. Erano gli anni in cui lentamente iniziava il declino della vena creativa di Bonelli, anni in cui egli lasciava campo libero alle sperimentazioni del figlio e non mancavano le critiche da parte di molti lettori che abbandonarono la serie. Possiamo dire a torto. Perchè il Tex di Nolitta è certamente diverso da quello di GLB, ma lo supera per certi versi. In ogni caso abbiamo in questa storia un eroe duro e tosto, se pensiamo che sono addirittura sei le scazzottate che si susseguono lungo i tre albi, memorabili le prime due ( entrambe ne Il solitario del West ) contro i marinai della Sea Glory ( 40 vignette su 9 pagine ) e contro gli ufficiali colombiani durante il ricevimento ( 53 vignette su 12 pagine ). La rissa durante la festa nel palazzo, tra i pappagalli impomatati, è epica e unica nel suo genere. Ma la festa si segnala anche per l'irresistibile scena comica del diverbio con l'ambasciatore, dove si sente fortemente la mano del guascone Nolitta: assolutamente da rileggere! Un breve appunto, tanto per restare in tema, è il ruolo svolto da Kit Willer. All'inizio della storia, la morte del navajo Tawaska conferma la tesi che non è molto prudente essergli amico. Sorprende l'esitazione e la preoccupazione del padre, restìo a farlo partire alla volta di Panama per accompagnare la spedizione, le rimostranze di O'Sullivan sono anche le nostre, ma Tex se ne esce alla grande con una battuta che ci mostra un lato insospettabile della sua umanit?. Peccato per Carson, che compare all'inizio della storia, ma non riesce ad imbarcarsi sulla nave diretta a Cartagena. Se proprio devo citare una nota negativa, è questa. I disegni di Ticci sono come sempre stupendi e sorprende la sua capacità grafica di adattamento ad ambienti come quello tropicale, che sembra affrontare con la stessa familiarità del soggettista, che ricordiamo è pur sempre il creatore di Mister No, evidentemente qui a suo agio. Belle anche le tre copertine di Galep.
  15. Soggetto e sceneggiatura: Guido Nolitta Disegni: Giovanni Ticci Periodicità mensile: Agosto 1981 - Ottobre 1981 Inizia nel numero 250 e finisce nel numero 252 Un branco di Apaches evasi compie massacri ai confini della riserva navajo! Kit Willer, visto uccidere il suo migliore amico indiano, cade in uno stato di malinconia: per risollevarlo, il fotografo O'Sullivan lo esorta a seguirlo in una spedizione scientifica diretta all'istmo di Panama con una scorta di marines per studiare la possibilità di aprire un canale. Tempo dopo, informato dall'amico colonnello Turner che la missione potrebbe subire dei sabotaggi, Tex raggiunge Kit, in tempo per scatenare una rissa al ricevimento consolare di Cartagena! La spedizione scientifica è oggetto di atti di sabotaggio e di aggressioni già prima di inoltrarsi nella giungla. Poi, nel pericoloso inferno verde è fra sciami di insetti, vedove nere e serpenti velenosi è il gruppo di esploratori al quale si sono aggregati Tex e Kit Willer viene ripetutamente attaccato dai Guaym, sanguinari indios bravos che scagliano frecce avvelenate! E il tradimento si annida anche tra i marines di scorta alla missione? Pur decimata dagli indios bravos e rallentata dai sabotatori, la spedizione nell'istmo di Panama riesce ad abbandonare il regno dei feroci Guaym. Il territorio dei Cuna di Cayapa non è meno pericoloso: Tex e Kit, per uscire vivi dal villaggio dove erano andati a parlamentare, devono prendere in ostaggio il capo della tribù, venendo a sapere che era stato colmato di doni dai misteriosi nemici, proprio per ostacolare la missione. Ma giunge alla fine il momento della resa dei conti, quando Tex scopre il volto dell'insospettabile traditore! © Sergio Bonelli Editore
  16. Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Luigi Bonelli Disegni: Fernando Fusco Periodicità mensile: Giugno 1981 - Luglio 1981 Inizia nel numero 248 e finisce nel numero 249 Sul Lava Flow, distesa di magma solidificato, si erge un macabro tempio, sede di una setta demoniaca che rapisce e sacrifica giovani donne zuni! Tex e Carson, indagando sulle misteriose sparizioni, fanno tappa a Quemado. Qui, in un pesante clima di diffidenza e omertà, adocchiano l'allevatore Sam Prescott, boss indiscusso del paese, e padre Crandall, lugubre ed enigmatico sacerdote della chiesa dei Figli dell'Apocalisse. I satanisti, per eliminare le prove dei loro misfatti, incendiano l'edificio sul Lava Flow, che cela uno spaventoso cimitero, zeppo di cadaveri decapitati. Con il fiato di Tex e Carson sul collo, gli appartenenti alla setta demoniaca che ha fatto numerosi proseliti fra la cittadinanza di Quemado passano al contrattacco! Rintanato in un lugubre sotterraneo, il misterioso e sanguinario capo dei diabolici satanisti dediti ai sacrifici umani e alle rapine, impartisce ordini di morte nei confronti dei rangers, riuscendo persino a intrappolarli in profonde gallerie inondate d'acqua. Ma la farina del diavolo finisce sempre in crusca e l'infernale villaggio viene ben presto purificato nel fuoco! © Sergio Bonelli Editore
  17. ymalpas

    [262/265] Inchiesta Pericolosa

    Predoni Rossi se non ricordo male, è la prima storia ufficiale del compianto Vincenzo Monti, dopo anni spesi come matitista e rifinitore. Il suo grande pregio, come ricordava Sergio Bonelli, risiedeva tutto nella sua capacità di adattare il suo stile a quello degli altri disegnatori texiani. Uno stile comunque originale quello di Monti, per certi versi assimilabile a Fusco, per molti altri soprattutto riconducibile al senese Giovanni Ticci, uno dei suoi maestri se mai ve ne furono, che condivise con lui la realizzazione di questa storia, disegnata a due mani, dopo che Monti aveva collaborato alla precedente storia ticciana, intitolata Giungla crudele.
  18. Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Luigi Bonelli Disegni: Vincenzo Monti e Giovanni Ticci Periodicità mensile: Agosto 1982 - Novembre 1982 Inizia nel numero 262 a pagina 95 e finisce nel numero 265 a pagina 43 La carovana della compagnia di trasporti Butterfield, venduta agli Apaches di Oreado dall'infida guida Sam Brendall, viene attaccata sulla pista di Las Crucesè ed è soltanto grazie a Tex e Carson che i pellerossa rimangono a becco asciutto! Brendall rivela di essere al soldo della Overland è impresa di Ned Turpin, concorrente della Butterfield è e viene cacciato via: inseguito dai suoi compari Apaches che lo accusano di avere la lingua biforcuta, si schianta in un canyon! Ma il defunto Brendall aveva altri complici: Gila Kid e il viscido Carlos, detto El Corto, padrone del Devil's Hole, ritrovo di trafficanti e tagliagole. Eliminato anche Gila Kid, Tex e Carson danno fuoco al Devil's Hole! Quindi appoggiati da Cochise, assumono un paio di oneste guide e la carovana della Butterfield riparte per Tucson! Ma dietro la guerra per le tratte commerciali, si cela ben altro marciume: quello del traffico d'armi e whisky con gli indiani ribelli! E così i rangers puntano direttamente sulla tana del lupo, a Lordsburg, sede della Overland. Bill Wyman, complice del padrone della Overland, spiffera tutto in cambio dell'impunità e la combriccola di sporchi trafficanti salta in aria con tutto il suo magazzino di armi e whisky. © Sergio Bonelli Editore
  19. ymalpas

    [226/227] Taglia: Duemila Dollari

    Stupenda la copertina di Taglia: duemila dollari. Una delle mie preferite in assoluto. Della storia, sono anni che la rileggo, ne ho un ricordo sbiadito, forse perchè non è delle migliori del repertorio bonelliano.
  20. - Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Luigi Bonelli Disegni: Erio Nicolò Periodicità mensile: Agosto 1979 - Settembre 1979 Inizia nel numero 226 a pagina 20 e finisce nel numero 227 In Arizona, i pards favoriscono la fuga di un poveraccio braccato da una pattuglia di volontari decisi a impiccarlo. Si tratta del minatore Rick Sander, aggredito e poi incastrato con una falsa accusa di omicidio da una cricca cittadina facente capo al banchiere Mart Holmer e al suo sgherro Sam Spring: lo scopo della gang è quello di allontanare da Redrock tutti i cercatori d'oro - vivi o morti - per arraffarne le concessioni minerarie. I gaglioffi di Redrock si scatenano contro i rangers! Gli Apaches di El Tuerto, complici della banda, vengono decimati; Sam Spring finisce al fresco; il vile sceriffo, prezzolato dalla gang, scappa via verso la Sonora. Il capo - il losco banchiere Mart Holmer - e John Pratt, truffaldino direttore dell'ufficio per le concessioni minerarie, sono attesi da un tragico destino... Copyright Sergio Bonelli Editore
  21. ymalpas

    [223/226] Missione Suicida

    Sergio Bonelli e Aurelio Galeppini, premiata ditta, insieme per la seconda volta. La prima collaborazione, per intenderci, è stata quella per il capolavoro El Muerto, tributo leoniano, votato dai lettori di Tex come la storia più bella degli ultimi cinque anni nel famoso referendum indetto nel lontano anno 1982 ( o giu di l' ). Lo ricordo con un pizzico di nostalgia quel periodo. Questa è la seconda storia consecutiva di Nolitta e mi sembra un dato tutt'altro che trascurabile. Perchè risente innanzitutto della immancabile comparazione con Sasquatch, amata o odiata che sia, pur sempre comunque una pietra miliare del Tex nolittiano. E nolittiana lo è molto anche Missione suicida. Per il suo Tex spavaldo e deciso, per le scenette comiche ( riuscite ) che vedono protagonista il vecchietto Carson, per la caratterizzazione dell'antagonista Don Diego Navarrete che avrà addirittura un emulo, a distanza di anni, nella figura del colonnello Watson. Tuttavia è proprio in storie come questa che si sente maggiore la nota stonata di Sergio Bonelli. A partire dagli ergastolani, ripudiati quasi subito, protagonisti mancati. Boselli che li ha usati, ci fa intuire che tipo di risorsa avrebbero potuto essere in questa avventura. Oppure il comportamento ambiguo degli indiani, che rappresenta una delle grandi e discusse novità nel panorama texiano di quegli anni. In attesa ovviamente della venuta di Cruzado... Il mio giudizio si attesta sulla sufficienza, non mancano infatti scene interessanti e piacevoli lungo tutto il corso della storia, peraltro il ricordo che ne ho, è di una avventura dove la fantasia e l'inventiva nolittiana non risulta pienamente espressa.
  22. Soggetto e sceneggiatura: Guido Nolitta Disegni: Aurelio Galeppini Periodicità mensile: Maggio 1979 - Agosto 1979 Inizia nel numero 223 a pagina 27 e finisce nel numero 226 a pagina 19 Dalle parti di Presidio, Tex e Carson assistono al massacro di un reparto militare che doveva bloccare un traffico di armi per il Messico. La frontiera è in fermento: il folle don Diego Navarrete sta radunando un piccolo esercito per invadere il Texas! E i due rangers devono sabotarne gli arsenali guidando un branco di ergastolani pronti a tutto pur di uscire dal carcere! Tex e Carson, non fidandosi dei galeotti, decidono di puntare da soli sul Messico! è una missione suicida ma i pards trovano due compari disposti ad affiancarli: Negrito e il padre Kiwa, capo dei fieri Apaches Coyoteros. Purtroppo quest'ultimo muore prima di entrare in azione, durante un conflitto con i Rurales, provocato dal losco Walter Kelly: fintosi amico, aveva poi tradito i due rangers. Il tranello di Kelly fallisce nel piombo e finalmente i nostri giungono al campo di Navarrete, ricettacolo di infami tagliagole. Nel campo dei mercenari, i pards individuano il loro bersaglio: l'inespugnabile arsenale! è l'astuzia a salvare la missione: messosi in vista come campione di poker, Tex viene accolto nella villa del boss, giocatore incallito. Il Ranger lo sequestra, costringendolo ad aprire la santabarbara. Una fragorosa esplosione e una pallottola in corpo spengono per sempre i sogni di conquista e la vita di don Navarrete. E sul Rio Bravo, un branco di vendicativi Rurales viene spazzato via dagli Apaches di Negrito. A missione conclusa, i rangers ricevono due lustre medaglie che donano subito a Negrito, coronando così un sogno del giovane Apache! © Sergio Bonelli Editore
  23. ymalpas

    [219/220] Il Complotto

    Una storia cittadina, una di quelle di cui il grande Letteri era il grande specialista. Ottima, splendida, la prima parte che sembra lasciare intuire un'avventura di ampio respiro. Stranamente, la seconda parte, appena 104 pagine, delude le aspettative. L'intreccio è frettolosamente concluso da un'autore di cui si avverte ormai la stanchezza. Siamo alla fine degli anni settanta, dominati dalla presenza di Guido Nolitta e sono gli ultimi bagliori di un grande vecchio del fumetto italiano, tristemente in declino sul viale del tramonto. Ed è un grande peccato, perchè questa avventura, con la giusta ispirazione , sarebbe risultata sicuramente una dei classici più amati di Tex. Da citare la presenza di Ely Parker.
  24. Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Luigi Bonelli Disegni: Guglielmo Letteri Periodicità mensile: Gennaio 1979 - Febbraio 1979 Inizia nel numero 219 a pagina 59 e finisce nel numero 220 a pagina 104 Giunti a Washington per ottenere da Ely Parker assicurazioni sui confini della riserva navajo, Tex e Carson incappano in un complotto ordito ai danni del candidato presidenziale Hayes, un politico onesto che fa paura a molti farabutti della capitale. I due pards, catturati, riescono a fuggire dalla nave che doveva colare a picco con loro rinchiusi nella stiva. I primi a pagare sono Sam Winter e la cricca della Irish Gymnasium; poi tocca al giuda che si rintanava nell'ufficio di Ely Parker. Il capo del complotto è un senatore è viene pestato a dovere e il killer incaricato di far fuori Hayes precipita da un palazzo, zavorrato di piombo. © Sergio Bonelli Editore
  25. ymalpas

    [217/219] Guerra Sui Pascoli

    Una storia divertente, complice anche uno degli antagonisti più riusciti, Paul Balder, detto "el Carnicero" che muore alla fine della storia di G. L. Bonelli. Anni dopo, siamo intorno al 1982, un nuovo autore si affaccia su Tex. Si chiama Claudio Nizzi, ha già scritto ( con successo ) qualche storia di Mister No ed è pronto al lancio definitivo nella testata principale della casa editrice sita in via Buonarroti. Il buon Nizzi per la sua primissima storia pensa al ripescaggio proprio del cattivo Balder... il proiettile lo ha colpito solo di striscio, come si intuisce dalla vignetta maldestramente disegnata da Fernando Fusco nelle pagine di Requiem per una canaglia, il salvataggio è possibile dunque, ed eccolo protagonista di un'altra memorabile storia, che sarà la sua seconda pubblicata e di cui parliamo più diffusamente in un altro topic.
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