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ymalpas

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  1. ymalpas

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (2000-2009)

    Per me 2000, 2005, 2008. Spareggio 1985. Decade pessima.
  2. Si vota questa volta per le tre migliori annate comprese nel decennio 2000 / 2009. Ricordiamo di votare fino a tre annate nel sondaggio e di indicare poi le preferenze nel messaggio che si posta nella discussione allegata. (clicca per ingrandire) In questo sondaggio si vota anche per lo spareggio tra le annate 1981 e 1985 giunte a pari punti (13 punti): Di seguito si ricordano le storie per ogni annata: 1981 Il segno di Cruzado/Il figlio di Cochise/Il marchio di Satana/Il solitario del West/Artigli nelle tenebre 1985 Il colonnello Watson/Uno sporco imbroglio/Il passaggio segreto/Luna Comanche/Gli avvoltoi/Fuga da Anderville/Tex 300/La locanda dei fantasmi
  3. ymalpas

    [673/675] Il segno di Yama

    Purtroppo inutilizzabili
  4. ymalpas

    [673/675] Il segno di Yama

    A solo titolo di curiosità posto una pagina di sceneggiatura di GLB con le sue indicazioni e a destra la tavola realizzata da Galep. ( clicca per ingrandire l'immagine ) Da notare che per Mefisto GLB aveva previsto la fascia sulla fronte, che Galep tolse. Per Yama invece le consegne dovettero essere più strette.
  5. ymalpas

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (1990-1999)

    1990, 1992, 1997
  6. Il terzultimo sondaggio sulle migliori annate di Tex contempla adesso la decade 1990-1999. Anche in questo sondaggio si esprimono fino a un massimo di tre preferenze. Il sondaggio chiuderà domenica prossima. clicca per ingrandire e vedere tutte le storie, annata per annata, dal 1990 al 1999:
  7. Da Focus: La Piramide della Luna, la seconda più grande costruzione del complesso rituale precolombiano di Teotihuacán, in Messico, ha nascosto un segreto (anzi, due) per 1700 anni. Sotto alla struttura che si erge per 43 metri, ci sarebbero infatti un tunnel e una camera nascosta, a una profondità di circa 8 metri. Da oubliettemagazine.com: Nell’America Centrale, anche se prevale la cremazione, si sono trovate mummie nella regione mixteco-zapoteca dello Yucatan, in Guatemala, in Costa Rica e a Panama. Interessante anche il tema del sacrificio e della mummificazione dei bambini (nella foto, eccezionale lo stato di conservazione, ma bambino inca argentino). Non è un soggetto, però visto che anche le piramidi precolombiane avevano camere segrete e cunicoli, vista l'incessante ricerca dell'uomo di reperti preziosi all'interno di tali costruzioni, dato che il tema della mummia su Tex sia da GLB che da Borden sia stato utilizzato con relativa fortuna, proporrei a Borden di riscrivere una nuova storia sulle mummie questa volta ambientandola in Messico e con la presenza ovviamente del Morisco.
  8. ymalpas

    [752] Fratello di sangue

    Una tripla pronta però c'era: il maxi di Tex e Casertano, per tacere di quello di Alessandrini, disegnatori che finiranno per esordire sulla serie maggiore prima o poi. E di storie in rimanenza per il maxi qualcuna c'era. Per me Giusfredi ha avuto una bella idea che non poteva essere sviluppata su più albi e visto che Font era libero e che con lui aveva già collaborato sul cartonato, si è pensato di spedire Nizzi sul Maxi e questa storia sulla regolare, dato soprattutto il tema celebrativo. Altrimenti diciamocelo, proprio per il tema, sarebbe stata più appropriata per uno speciale.
  9. ymalpas

    [752] Fratello di sangue

    Il patto di sangue che suggella la fratellanza e che ci riporta con la mente a quello di Tex e Lilyth, un tema che ben si presta a inaugurare i festeggiamenti per il 75° anno di vita editoriale del personaggio. Ieri pagando l'albo all'edicolante, salta fuori un nonnetto in vena di chiacchiere che sbotta: toh Tecchisi (Tex), lo vendono ancora! Lo compravo quando ero bambino (immagino nel 1948). Mi piace l'idea che, incuriosito, il nonnetto si sia preso poi la sua bella copia, se non spaventato dal prezzo, che non è più così "popolare" come ai suoi tempi. Che cosa ne avrà tratto dalla lettura? Kit Willer che porta una iella della malora anche in questa storia, innanzitutto, anche se da lettore delle strisce forse è un particolare che gli sarà sfuggito. Poi il racconto intorno al fuoco e il tema del passato, in modo particolare quello di Tiger, ma anche il Kit Carson più giovane, brizzolato, e anche questi credo che siano particolari che il nonnetto non sarà riuscito a cogliere del tutto. Avrà sicuramente sfogliato l'albo con le tavole di Font e ho tutte le ragioni di pensare che il nostro si sarà detto che ai suoi tempi lo disegnavano meglio e che come Galep ormai non se ne trovano più. La storia l'avrà letta lo stesso e qui, pur non cogliendo tutti i particolari nostalgici, si sarà detto che tutto sommato ancora oggi scrivono delle belle storie (vai a spiegare che l'ha scritta un certo Giusfredi, alla sua prima storia sulla serie regolare, che come età ha quella di kit Willer). Tutto sommato c'è la possibilità che anche il mese prossimo il nonnetto si ripresenti all'appuntamento, peccato che non siamo già a settembre con l'albo di Boselli e Villa, ma solo al Wolfman di Ruju e Del Vecchio.
  10. ymalpas

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (1980-1989)

    1980, 1985, 1988.
  11. Fine epoca Bonelliana e Nolittiana,intermezzo Boselliano e inizio di quella Nizziana. Una settimana per votare fino a un massimo di tre annate. Clicca per ingrandire e vedere le storie per ogni annata:
  12. ymalpas

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (1970-1979)

    Sondaggio chiuso!
  13. Comunque questa storia, più che chiudere il classico cerchio, lo lascia apertissimo. Vorrei chiedere a Carlo Monni di pensare a una terza storia con Manuela Montoya, stavolta disegnata da Civitelli, lontana come ambientazione e temi da quella che con Boselli ha scritto alcuni anni fa e il cui peccato, se ce n'è uno, è proprio quello di ricordare troppo da vicino la storia scritta quarant'anni fa da GLB.
  14. ymalpas

    La Serie Di Kit Willer

    Riletta. Kit Willer assente. Non è una storia di vendetta. Il tema della comunità russa isolata dal mondo sembra ripresa dai numeri 42 e 43. I nemici Leval e Wong (il drago) fanno pensare a altre storie. Siamo in Alaska e non in Canada. È vero che per un attimo le vignette con Gros-Jean e Brandon ci portano al Tranello, idem anche gli indiani del nord, ma a parte questo non vedo altri riferimenti. È una storia di neve, ghiaccio, slitte e lupi, di sopravvivenza e affetti familiari traditi. Se davvero esistesse una storia completa sulla vendetta della Mano Rossa (canadese), su cui Boselli potesse mettere mano aggiustandola quel tanto che basta...
  15. ymalpas

    La Serie Di Kit Willer

    Me la rileggo questo pomeriggio, intanto.
  16. Poi si è fatto perdonare con i suoi texoni e Buffalo soldiers.
  17. ymalpas

    La Serie Di Kit Willer

    Qualche immagine della sceneggiatura originale della prima striscia di Kit Willer. I pards avevavo a che fare con gli eredi della Mano Rossa e con un piano criminoso da parte del nemico, chiamato in queste strisce Bulder. La prima striscia era intitolata "La Mano Rossa", la seconda "Sul sentiero di guerra". Se alla Bonelli avessero tutti gli originali di questa sceneggiatura, farebbe una storia inedita di Tex ancora da pubblicare!!!! A chi la facciamo disegnare? Un cartonato alla francese di Ticci? Un GLB annata 1958, la stessa de "La gola della morte".
  18. Soggetti o suggerimenti. Forse ho confuso il quinto homo con il mistero della miniera. Quella con i Tuareg, così strana, fu suggerita dal figlio Sergio da quanto ricordo.
  19. Tra il numero 170 e il 364 moltiplica inoltre il numero dei soggetti scritti su richiesta dei figli o altri: Fantasmi nel deserto Assalto al treno Linciaggio I due rivali I quattro evasi Un mondo perduto La minaccia invisibile Almeno sette storie di poco più di una trentina che ancora gli restavano da scrivere, in una decina d'anni: circa il 25 % della sua produzione: è un autore che ha speso tutte le sue energie.
  20. L'avevano già fatto quarant'anni fa.
  21. C'era anche una regola implicita alla Bonelli per cui a un nuovo autore (Nolitta, Nizzi) andasse affiancato un disegnatore veterano riconoscibilissimo dai lettori, e chi meglio di Galleppini? Provate a pensare a"El Muerto" disegnata da un altro disegnatore. All'epoca dell"incidente GL Bonelli aveva circa una settantina di anni. Tex vendeva in edicola (inedito mensile) più di 500.000 copie, era cioè nel momento di massimo fulgore. GLB si era stancato e lo stop molto aveva dovuto influenzarlo se non a smettere di scrivere, almeno a rallentare la sua produzione. Qui entra in scena Nolitta, che ha al suo attivo il successo di Zagor (nel 1976 pubblica la storia dei russi, Kandrax il mago e Tigre) e dal 1975 c'è anche Mister No. Sappiamo che Sergio Tex proprio non se la sentiva di scriverlo, anche avendo le altre due testate da seguire. Alla fine degli anni settanta, in attesa dell'arrivo di Nizzi che si materializzerà solo nel 1981 (circa cinque anni dopo), molla del tutto Zagor (nel 1979 aumenta la produzione texiana). Il preteso controllo di GLB sulle sue sceneggiature sono solo frasi di circostanza di Sergio, probabilmente per rassicurare i lettori. Vediamo la situazione nei primi anni ottanta da un'intervista alla fanzine Fumo di China di Marcheselli e Spiritelli a GLB, per me molto esemplificativa: Dopo Fusco passiamo ora a Monti. Ottimo lavoro, di sicuro interesse. Dobbiamo rivedere di molto la teoria delle storie rimaste nel cassetto. Oltre a "Il medaglione scomparso", bisogna andare alle storie che precedono il 300 e cercare di trarne delle indicazioni. La storia "Uno sporco imbroglio", disegni di Monti, è stata cucita giustapponendo due storie completamente distinte ( quella della truffa ai danni dei navajos e quella del rapimento del banchiere e di sua figlia; la sutura si ha a pag. 8 del n. 293 ). La prima storia che dà il titolo all'albo dura esattamente 73 pagine, la seconda "Gli ostaggi" ne ha invece 82. Sappiamo che Monti ha iniziato a disegnare le sue storie texiane a partire dai primi anni ottanta (1981), cioè la prima parte di "Inchiesta pericolosa" che copre 127 pagine, dopo le quali subentra Ticci (da pag. 112 del n. 263 "Le terre calde" e disegna più o meno l'ultimo albo che mancava). Perché una storia disegnata a due mani? Monti si era rivelato lento e per mandare in edicola la storia nell'estate 1982 servì affiancargli il veloce Ticci. Ma nella storia si notano comunque due parti, come è stato già fatto notare da un altro forumista, quella di Monti ricca di azione e quella di Ticci in cui l'azione diminuisce e lascia spazio ai complotti di Turpin. Quando Monti lascia in sospeso questa storia che è chiaro non riuscirà a finire, siamo nel 1982, in redazione gli danno una storia di un albo "Bandoleros" (pubblicata a aprile 1983) e quindi il disegnatore si vede consegnare la parte finale di una sceneggiatura , molto sforbiciata, che Nicolò ha lasciato interrotta per la sua morte: "Un mondo perduto". Nel 1984 gli viene infine affidata "Uno sporco imbroglio". Sono, come detto, due piccole storie distinte, affidate non a caso a lui. Sono polverose storie rimaste nel cassetto ? La loro lunghezza non ne permette la pubblicazione, servirebbe allora uno Sclavi che in redazione ancora non si occupa di rimettere in sesto e portare a 110 tavole le storie brevi di GLB (come farà in seguito, probabilmente tra il 1985 e il 1987, con "La città corrotta o "Il medaglione spagnolo"). Si sceglie quindi la strada della cucitura. Sappiamo che la storia "Geronimo", disegni di Ticci del 1983, contiene una clamorosa svista che esclude qualsiasi serio lavoro di controllo redazionale (il capo Apache Delgadito viene presentato a Tex due volte in due momenti diversi della storia). Sergio Bonelli nella Posta di Tutto Tex si spinge a dire che il vecchio Bonelli aveva scritto le due sequenze a distanza di diverso tempo l'una dall'altra e nello scrivere la seconda si era semplicemente dimenticato della prima. Insomma tra il 1983 e il 1984 si pubblicano fondi di cassetto (rivisti e completati da GLB alla bell'e meglio o fuse tra loro) oppure abbiamo semplicemente un autore stanco che non riesce più a scrivere storie di 110 pagine o 220 pagine? A quelle già nominate si deve aggiungere "Dinamite" disegnata nel 1983 da Fusco (122 pagine) e la "Luna comanche" di Letteri di 159 pagine, disegnata invece nel 1984. In seguito Sergio trova in Sclavi il supervisore che cercava: sappiamo che nel 1985 a lui è affidata la bozza bonelliana de "La minaccia invisibile". Per circa un biennio lui si occupa di rattoppare le storie di GLB (gli succederà poi per un breve periodo Nizzi), molto probabilmente a partire dal numero 300, in previsione della loro uscita in edicola. Ma neanche Sclavi può fare miracoli, "Il medaglione spagnolo" resta così nel cassetto almeno per qualche anno.
  22. Corretto questi errori. Grazie per la segnalazione!
  23. Ufficialmente l'ultima storia di Gianluigi Bonelli è stata pubblicata nel numero 364 intitolato "Il Medaglione Spagnolo". Sappiamo che si tratta di una storia sceneggiata, come ha recentemente raccontato Carlo Monni, intorno al 1986 con il titolo provvisorio "Il segreto della Sierra Madre" (che era stato usato appena tre anni prima per un precedente albo di Tex), rivista e corretta da Tiziano Sclavi e poi affidata a Letteri che la illustrò probabilmente nel corso del 1988. La storia, ricca di imperfezioni, rimase quindi nel cassetto per qualche anno finché un titubante Sergio Bonelli non si decise a pubblicarla nel 1991, con tanto di prefazione iniziale. E' una delle rarissime storie di cui non si trovano tavole del disegnatore nel mercato del collezionismo, probabilmente perché non fu mai riconsegnata dall'editore a Letteri, forse a causa della sua lunga giacenza in Via Buonarroti. Letteri, che dal tardo 1987 smette di illustrare le storie di Nizzi, sempre nel 1988 illustra anche la penultima storia glbonelliana "Terra violenta". Si tratta di una piccola storia a sfondo storico (Skagway e Soapy Smith) che stavolta è Nizzi a rivedere in via di una pubblicazione che avviene a partire dal febbraio 1989: "In una delle ultime storie che scrisse, Terra violenta, che dovetti leggere e rivedere in sceneggiatura, Tex e Carson vanno in missione a Skagway insieme a Gros-Jean. Nella versione di Bonelli con loro c'era anche Tiger Jack, che in tutta la storia non aveva alcun compito specifico e il suo contributo al dialogo era un "Ugh!" pronunciato una sola volta. Ne parlai con Canzio e togliemmo Tiger". Il fatto che sia Nizzi e non Sclavi a correggere la sceneggiatura, sembrerebbe suggerire che questa storia sia una delle ultime scritte da GLB, se non proprio l'ultimissima. Siamo verosimilmente nel 1987 o nel primo semestre del 1988. Al periodo sclaviano, quindi precedente, appartiene invece la storia "La città corrotta" che Civitelli inizia a disegnare alla fine del 1986 o nei primi mesi del 1987. Anche in questo caso il titolo di lavorazione, "New Orleans", puramente indicativo della location, era già stato usato negli anni sessanta per un albo di Tex. L'albo è bonelliano per circa tre quarti e sclaviano per il resto. Cioè Sclavi sceneggia le pagine mancanti e come è ravvisabile anche dall'immagine postata in alto interviene per correggere i dialoghi scritti da Bonelli padre. La storia funziona, è quindi affidata a un giovane disegnatore, Civitelli, che come Letteri è chiamato dalla redazione a disegnare le ultime storie bonelliane. La precedente storia illustrata da Civitelli è infatti "Gringos" che lui disegna nel 1986. Sappiamo poco di questa storia, che sicuramente è stata rivista da Sclavi. Quest'ultimo si occupa anche della bonelliana "Il ranch degli uomini perduti" che un altro disegnatore giovane, Claudio Villa, inizia a disegnare nel tardo 1985. Tra il 1984 e il 1985 vedono la luce altre due storie di Gianluigi Bonelli: una è "Tex 300" disegnata da Galep e revisionata da Sclavi, l'altra è una storia "La minaccia invisibile" nata da un soggetto di Mauro Boselli e Giorgio Bonelli che Letteri disegna nel corso del 1985 e a cui GLB partecipa in maniera marginale. Sempre Sclavi si occupa di rivedere la parte di sceneggiatura da lui scritta, che è rintuzzata in quelle parti che aveva ridondanti. Anche di questa storia non si trovano tavole del disegnatore in vendita. Al 1984, come disegni, appartengono anche le storie "Uno sporco imbroglio" di Monti e "Luna comanche" di Letteri, Del 1983 è invece "Il carro di fuoco" di Ticci e "La foresta pietrificata" di Letteri. Queste storie appartengono probabilmente come sceneggiature al periodo in cui sono state disegnate e mostrano l'esaurimento della vena creativa di GLB. Questo è quanto mi sento di supporre sulle ultime sceneggiature glbonelliane di cui abbiamo parlato tante volte in altre discussioni: un argomento importante che però meritava un suo spazio a parte. Con i contributi di tutti speriamo di poter far luce su questo travagliato periodo.
  24. ymalpas

    [347/349] Zhenda!

    Sappiamo che l'incipit è preso pari pari dalla sceneggiatura del "Cagliostro" glbonelliano. Ci ha messo Lily, un personaggio sfumato, apparso in qualche striscia quasi cinquant'anni prima. Qual'era nelle intenzioni di GLB il personaggio di Lily? La pin-up sensuale, una marionetta nelle mani del fratello, una fatina che incantava il pubblico durante i suoi spettacoli, abbastanza spregiudicata da corrompere e sedurre il primo ufficialotto. In qualsiasi modo Nizzi l'avesse ripresa per te sarebbe stato sbagliato. ma quello è il personaggio e Boselli tale e quale l'ha ripreso sia nella sua versione giovanile (nuova serie) sia in quella da quarantenne. Così stai bocciando anche l'ultima di Boselli, dove il personaggio ha una sua autonomia e non fa ombra a Mefisto, anzi è il tassello che ne permette la sconfitta finale dopo l'effimero trionfo. E da sola ha tutte le possibilità di ritornare, se abbiamo interpretato bene le pagine finali dell'ultima storia. Per Boselli Lily è ancora una risorsa, altrimenti avrebbe potuto facilmente sopprimerla. No, non lo ha detto. La frase di kit può essere intesa in mille modi, oltre all'epitaffio. E il Mefisto in cerca di vendetta dal numero 39 in poi nemmeno si ricorda di aver avuto una sorella. Che nel numero 4 era un personaggio che arrancava, una femmina debole, prossima alla soglia della tenebrosa follia. Si ricorda invece di avere un figlio, un ingenuo da manipolare e da plasmare facendone il suo duplice. E gli affianca Loa che ne "Il figlio di Mefisto" sostituisce idealmente nella nuova coppia criminale proprio la sorella Lily, con la differenza che Loa è una femmina diversa, una figura guidata dall'odio e mossa dalla vendetta. GLB un personaggio ombra lo inserisce quasi sempre: come spalle abbiamo prima Lily, poi Padma, poi il barone, quindi con il figlio Yama c'è Loa, c'è Manuela e Matias, c'è infine Aryman. Non si sfugge alla regola. Come idea non sarebbe stata male. Ma c'è solo nella tua fantasia. Di vero c'è invece che Nizzi ha colmato una lacuna di Bonelli, che non si curava troppo nel dire ai lettori che fine facessero certi suoi personaggi. E su questo terreno vago si sta inserendo benissimo Mauro Boselli con le storie che sta raccontando nella nuova serie. Quando arriverà il momento, cioè alla guerra messicana, sono sicuro che lui avrà modo di spiegare come e perché Lily abbia fatto perdere le tracce per così tanto tempo e perché fratello e sorella non abbiano più incrociato le loro strade se non nelle storie pubblicate dopo l'anno duemila. Una sfida per raccontare nuove storie, che gli autori devono cogliere e non lasciare decadere. Quoto queste mie righe per chiedermi che storia di Mefisto avrebbe scritto Nizzi nel 1988 invece che nel 1996. Della depressione che lo colpì nel 1992 e che durò circa sei mesi (la fase acuta appena due), l'autore ha avuto modo di dire che negli anni successivi ci furono degli strascichi importanti, che riguardarono alcune storie che nascono bene e finiscono male (Yukon selvaggio, Yucatan, la seconda della Tigre Nera sono solo alcune delle indiziate, oltre alla storia di Mefisto dove dopo il primo ottimo albo Nizzi non capisce più niente).
  25. ymalpas

    [347/349] Zhenda!

    No, era chiaro fin dall'inizio, non ho fatto tue citazioni infatti, anche se ho preso spunto dalle tue deduzioni. Il mio interesse era solo mostrare che di "ritorni" è zeppa la letteratura popolare. E che anche su Tex sono frequenti (e su Zagor ormai vediamo solo quelli, pensa al vampiro morto e resuscitato in mille maniere e oggi prigioniero sotto i ghiacci, ma sarà morto?) Per il resto la penso come te, come ho già specificato nel mio precedente messaggio, per cui ho poco da aggiungere. Se un personaggio è morto, è inutile riportarlo alla luce specialmente se la storia è banale come l'ultima di Ruju che abbiamo letto. In effetti hai ragione, la rivediamo nel numero 501, e dire che GLB avrebbe potuto riprenderla in una delle due storie che scrisse in seguito. E' chiaro che Nizzi la inserisce tanto per far contenti i lettori, in quella storia ha poco da dire e resta infatti un personaggio di contorno di cui si dimentica presto. E' vero che la banalizza ma il danno non mi sembra tanto, insomma non la inserirei tra i personaggi rovinati da Nizzi. Che in quella stessa storia recupera però Lily Dickart, le dà nuova vita, e qui ha almeno il merito di aver permesso a Boselli di inserirla tra i personaggi dell'ultima trilogia, nonchè nella nuova serie. Che dire invece di Barbanera? Anche questo è un personaggio irriconoscibile rispetto al personaggio bonelliano. Complice anche la caratterizzazione efficace di Villa diventa definitivamente simpatico. Boselli lo sta riprendendo dicendo che lui si rifarà al vecchio lupo di mare degli anni settanta. Nizzi riprende anche personaggi minori, come il nolittiano Manuel Pedroza e ne "la leggenda della vecchia missione" certo non possiamo dire che lo rovina. La stessa cosa per il Carnicero, preferisco la storia di Nizzi a quella di Bonelli, uno dei rari casi. Ma questo perché una volta che riprendi un personaggio è perché ha lasciato un segno e riuscire a fare qualcosa di meglio non è un problema che ha solo Nizzi. L'ideale sarebbe partire da personaggi che apparentemente morti, come Wasape o Wolfman, possano essere costruiti tassello dopo tassello in nuove storie magari migliori delle precedenti, fino a farli diventare come la Tigre Nera o Nick Castle (che non è mai morto), cioè degli antagonisti di sicuro spessore, ricorrenti. E' una delle vie del fumetto. Qui ti sbagli, l'ispirazione è palese, anche se Nizzi pur riconoscendola ha affermato di non aver pensato di primo acchito a Salgari e a Sandokan. Le fonti modello della Tigre sono diverse e in primis lo è Mefisto. Forse la redazione aveva chiesto a Nizzi di scrivere una storia con un grande cattivo che ancora mancava nel suo repertorio. Nizzi pensò subito a una nuova storia di Mefisto ma Sergio gli mise l'alt. Per due motivi, il primo era che il vecchio GLB accarezzava sempre l'idea di scrivere un'ultima storia di Mefisto (magari con Mauro Boselli ad assisterlo?), ne parlava spesso, il secondo è che l'editore era rimasto scottato dalla precedente avventura. Cosa fa allora Nizzi? Si dice tra se e se che farà una nuova storia di Mefisto senza che questo si chiami Mefisto. Inizia a studiare il personaggio: la prima annotazione che fa è che deve essere un mattoide. Poi deve avere grande fascino. Non deve affrontare Tex direttamente ma tramite i suoi scagnozzi, pensa all'inizio a una setta di cinesi o negri (e quindi ad altri classici bonelliani), che il nuovo personaggio possa soggiogare con la sua mente. A tutto questo bisogna aggiungere un abbigliamento particolare che sia molto appariscente e teatrale. Vi ricorda qualcuno? E' proprio la Tigre Nera. In un secondo momento pensa a delle motivazioni psicologiche e qui entrano in scena le sue reminiscenze salgariane. Infine resta l'ambientazione e proprio in quegli anni dominano negli schermi televisivi le avventure di Indiana Jones. Nasce così la prima storia della Tigre Nera. Mi autoquoto. Questo è un caso su cui all'inizio ero proprio ostile al cambiamento. La prima storia non censurata di Coffin vede Tex nelle vesti di un giustiziere mascherato. La fonte di ispirazione del primissimo Tex sono i personaggi presi dalla letteratura di inizio secolo da Fantomas a Zorro (ma sono davvero una miriade). E' proprio la prima storia di Tex, il personaggio come andrà a delinearsi nelle storie successive è già un altra cosa. Nei primi anni sessanta il figlio Sergio con la censura cambia il senso della storia. Quando a Boselli sono commissionate le storie della nuova serie che può fare? Rispettare la primissima storia di Bonelli padre nello spirito che questa aveva prima della censura oppure seguire la strada indicata da Nolitta, cioè cercare di uniformare, cioè smussare quegli angoli che, ormai datati, rappresentano ormai una contraddizione? Succede così che Coffin non muore così tragicamente nell'incendio. Per i lettori della fine degli anni quaranta quella storia doveva apparire molto adulta nella sua brutalità, anche se i giovani di allora molto più di noi erano familiari con quella letteratura di inizio secolo. Oggi è preferibile la rivisitazione, con Boselli che se non vuole tradire lo spirito di quelle storie si permette comunque qualche piccolo cambiamento in nome del realismo, anche se sa già che non accontenterà tutta la platea dei suoi lettori (molti dei quali non seguono il giovane Tex Willer proprio per questo motivo).
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