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TWF - Tex Willer Forum

ymalpas

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Messaggi pubblicato da ymalpas

  1. Dal sito di uBC fumetti, questa curiosità:



    Sull'edizione cartacea de "La Repubblica" di oggi ( 01 febbraio 2008 ), a pag.27 il sociologo Alberto Abruzzese svela un progetto di trent'anni fa della Rai che prevedeva un telefilm di Tex, per il quale aveva realizzato delle sceneggiature insieme ad altri professionisti della comunicazione. Un estratto:


    Era un progetto della Rai di Fichera, alla fine degli anni '70, molto prima dell'accettazione della serialit?. Un lavoro pionieristico [...] il fumetto ha delle articolazioni interne che sono vicine alla scansione di un telefilm. Ci sono elementi che si ripetono, e c'è il climax finale. Ma c'è anche un problema: un fumette dipende moltissimo dalla partecipazione del lettore alla costruzione del testo. [...] Ognuno di noi ne ha scritte quattro (di sceneggiature, n. d. r.), tratte dalle storie di Gianluigi Bonelli. E andando avanti con il lavoro ci si convinceva sempre di più che Tex non poteva diventare un film, ma una serie. Invece purtroppo il nostro lavoro è stato totalmente sprecato e travisato con la realizzazione di due episodi che divennero un disastroso film di Duccio Tessari. Una vera follia, un massacro in cui noi non avemmo alcuna responsabilità.

  2. Un commento approfondito solo la settimana prossima in quanto detesto gli spoiler. Comunque albo ricco di azione, tensione, di sorprese, capovolgimenti di fronte, personaggi ricchi di personalit?, che il destino scherza di mettere a confronto e

    l'ennesima corda ballerina (tipicamente boselliana) a chiudere l'avventura!
    Una tra le migliori storie di Borden degli ultimi anni, tra molte luci e qualche ( piccola ) ombra. Voto 8/10Disegni di Font come al solito inguardabili.
  3. Ah beh, pazienza, allora dovro' aspettare qualche anno (con la mia attuale media di messaggi). Non buttaela via!

    Il numero di messaggi da raggiungere è veramente minimo, quindi serve solo un po' di spirito di partecipazione al forum! E' una misura che può sembrare antipatica, ma un forum purtroppo non vive solo di fans lettori, ecco quindi che si ricorre a queste piccole iniziative per invogliare tutti gli amici che vengono a visitarci a postare qualche messaggio :P
  4. DAL SITO SBE:


    Il 9 settembre 2008 approda in edicola il numero 575 di Tex, l'albo che permette al Ranger più famoso del West di tagliare l'invidiabile traguardo dei sessanta anni di pubblicazione. Un vero e proprio record per l'editoria a fumetti italiana, reso ancora più "prestigioso" dal difficile momento che il mercato fumettistico sta vivendo da qualche anno a questa parte. Per festeggiare l'evento, la nostra Casa editrice ha deciso di fare le cose in grande, preparando per i lettori delle avventure di Aquila della Notte una nutrita serie di sorprese. Prima di tutto, le tavole che compongono l'avventura saranno interamente a colori (ne trovate un corposo assaggio in questa stessa pagina): i disegni di Fabio Civitelli vengono esaltati dal "technicolor" e i personaggi e gli ambienti in cui si muovono sembrano letteralmente prendere vita. Ai testi ritroviamo Claudio Nizzi, e questa non è una sorpresa. Rappresenta, invece, un dono inaspettato la storia che lo sceneggiatore ha voluto architettare per questa occasione speciale: "Sul sentiero dei ricordi", infatti, ci permette di esplorare un periodo della vita di Tex di cui si conosce poco? il tempo, troppo breve, trascorso con l'amata Lilyth. Non a caso la coppia è protagonista anche della romantica illustrazione di Claudio Villa che impreziosisce la copertina dell'albo. L'ultima sorpresa legata a questa uscita davvero speciale è rappresentata da "Il massacro di Goldena", il romanzo western firmato da Gianluigi Bonelli nel 1951, che abbiamo deciso di omaggiare a voi lettori. Nelle sue quasi cento pagine, accompagnate dalle illustrazioni inedite di Aldo Di Gennaro, potrete scoprire la vena di romanziere del "pap?" di Tex. Questo volumetto, tra l'altro, ci permette non solo di festeggiare il sessantennale della più celebre creatura di G. L. Bonelli, ma anche il centenario dalla nascita del suo autore, a giusto titolo ritenuto il "patriarca" del fumetto italiano. Cominciate a segnare il 9 settembre in rosso sul vostro calendario: avete un appuntamento con la storia delle nuvole parlanti!


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  5. In realtà esiste anche una ( bellissima ) ristampa cartonata, con la prima delle copertine ( quella blu ) che ho postato qualche giorno fa ( da sogno ), pubblicata, credo, da un piccolo editore e oggi ( purtroppo ) esaurita. L'ultima volta che ho avvistato il libro è stato su ebay... alla modica cifra di 500 aquilotti o giu di l'!!!

  6. Lo scandalo, a ben vedere, è un altro.

    Chi oggi vuole leggere la storia deve rivolgersi a un mercatino dell'usato oppure puntare su ebay qualunque cifra pur di accaparrarsi una copia sgualcita.

    Non esiste un edizione in commercio di questo capolavoro!

    Questa è la schermata del sito SBE con il pallino rosso che segnala l'albo esaurito.

     

  7. Non posso fare a meno di osservare il nuovo capolavoro di Villa. La fisionomia di Tex è stata ringiovanita di molto ( notate soprattutto il volto ) e la camicia gialla è quella che il ranger/fuorilegge era solito portare nei primissimi numeri illustrati da Galep. Bellissima anche Lilyth, stretta al marito in un inconsueto momento di tenerezza ( e forse anche di paura, da quel che mi sembra di leggere nel suo volto e nella più che visibile tensione di Tex ). I colori della copertina sono forse troppo forti. Da notare specialmente il rossore accentuato sui volti dei protagonisti.

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    Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
    Disegni: Fabio Civitelli
    Periodicità mensile: Settembre 2008
    Albo autoconclusivo
    Colori: GFB Comics



    Per molti le rovine della missione di San Joaquin non sono che un cumulo di pietre erose dal vento. Ma per Tex è un luogo che evoca lontani ricordi che portano la sua mente al periodo più felice della sua vita, quello in cui cavalcava a fianco della dolce Lilyth. Proprio tra le mura di quella missione, i due hanno infatti vissuto una terribile avventura, che ha rischiato di spezzare anzitempo il loro legame. è l' che l'orgoglioso e spietato apache Cuervo Malo li ha stretti d'assedio con la sua torma di rinnegati, costringendoli a una disperata resistenza!... Seduto intorno al fuoco, in compagnia dei suoi pards, Tex racconta un frammento del suo passato che fino a oggi non aveva mai rivelato!

    Allegato: Il massacro di Goldena
    Un romanzo western scritto da Gianluigi Bonelli, illustrato per l'occasione da Aldo Di Gennaro. Originariamente pubblicate nel 1951, le pagine di questo racconto ci fanno conoscere il papà di Tex sotto una nuova luce, quella di narratore in prosa, alla ricerca di un nuovo linguaggio letterario, sulle tracce dei suoi autori americani prediletti, la cui scrittura era caratterizzata da uno stile particolarmente duro e dinamico.




    ©  Sergio Bonelli Editore

  9. A mio parere inoltre il suo declino ( se, come pare, non disegner? più altre storie ) è stato molto più contenuto di quello di altre colonne della testata, come Galep ( certo condizianato pure dalle condizioni di salute ), Ticci o lo stesso Letteri.

    Una storia inedita dovrebbe essere già pronta e pubblicabile ( forse su un almanacco ) già a partire dal 2009. Attualmente starebbe realizzando una nuova avventura, sempre di un albo, per Tito Faraci, pubblicabile dal 2010.
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    Dal Blog di Tito Faraci ( http://nova100. typepad.com/tito_faraci/ ):



    A essere precisi, anche se il mio nome troneggia sinistro in copertina e in questo libro ci sono tante cose scritte da me, l'autore non sono io.
    Io sono l'oggetto, l'argomento. E con pieno diritto il libro porta la firma di Davide Barzi (con il quale, piuttosto, io ho scritto - almeno in minima parte - "Le Regine del Terrore. Angela e Luciana Giussani: le ragazze della Milano bene che inventarono Diabolik" ).
    Nel 2004 Davide ha vuotato i miei cassetti, anche quelli più segreti. Ha frugato pure nel cestino della carta straccia.
    Ne ha tirato fuori soggetti e lunghi brani di sceneggiature per Topolino, Dylan Dog, Diabolik, Lupo Alberto e altro. Peccato che all'epoca mancassero ancora all'appello Tex e Brad Barron.
    E poi Davide mi ha fatto raccontare qualcosa di me, del mio lavoro. Di cosa faccio e, soprattutto, di come lo faccio...
    Quello che uso per scrivere fumetti non è il metodo. è solo un metodo. E questo volume non è un manuale, ma solo una testimonianza. Una lunga chiacchierata fra amici.
    Questo libro da tempo era esaurito. Mi è capitato spesso di sentirmi chiedere dove trovarlo, in occasione di fiere e incontri, più o meno casuali, con i lettori. Rispondevo facendo spallucce: ?Non lo so... io sono soltanto l'argomento.?
    Adesso però ho scoperto che è stato ristampato. Trovarlo non dovrebbe più essere un grosso problema.
    Bene. Mi fa piacere, parecchio, e mi auguro che arricchisca Davide Barzi: l'autore. Come oggetto, io sono felice.



    ***



    [...] In queste giornate al lago, sono in balia dei ricordi. Quasi tutti belli, anche quelli in cui fanno capolino persone che non ci sono più.
    E mi ricordo di tutte le storie che ho scritto qui, soprattutto quelle dei primi tempi.
    Avevo un modo folle, irrazionale. Sceneggiavo vignetta dopo vignetta. Non passavo a quella successiva, se non avevo scritto in forma definitiva, in tutte le sue parti, quella precedente. Avanti così, fino alla fine. Pensavo la storia mentre la scrivevo. Era un flusso, una corrente che non tornava mai indietro.
    Solo una rilettura, prima di spedire in redazione, giusto per levare i refusi (quelli che riuscivo a vedere)...
    Macinavo tavole su tavole così. Tiravo dritto, come uno schiacciasassi. Uno schiacciasassi veloce, per la verità. Decine e decine di tavole al giorno, su computer del paleolitico. E pensare come è difficile, oggi, portare a casa cinque o sei tavole decorose a fine giornata...
    Ero divorato da una specie di febbre. Ma certe volte mi dispiace un po' essere guarito.
    Non è così che si scrive, non credo. Però, in tutta onest?, di molte di quelle storie oggi non cambierei una vignetta, una virgola.

  11. Nel 1948 il piccolo appartamento di via Aurelio Saffi, a Milano, è condiviso da Tea Bertasi ( in Bonelli ), dal figlio Sergio e da Aurelio Galleppini, giunto nel capoluogo lombardo dalla Sardegna l'anno precedente. E' questa la sede della redazione delle Edizioni Audace. La signorina Antonia, prima segretaria di Tea Bonelli ( nonchè zia di Liliana Gentini, attuale segretaria personale di Sergio Bonelli ) è la giovane donna alla quale Galep si ispira allorch? deve disegnare il personaggio di Florecita, nipote di El Diablo ( albo n° 1 intitolato "La Mano Rossa" ). Tempo dopo, è la stessa Tea a ispirare a Galep, come già ricordato sopra, lo splendido personaggio di Manuela Guzman!

  12. Alcuni salienti commenti dedicati al film nella bella discussione che era stata intavolata nel vecchio forum...


    Anthony Steffen diceva:

    Budget limitato, effetti speciali da film di serie C, scelta sbagliatissima della storia(potevano benissimo sceglierne un altra o ripercorrere le fasi salienti della vita di Aquila della Notte) regista non adatto, poco appoggio di S. Bonelli alla produzione del film.
    L'unico elemento positivo a mio avviso e' stata la scelta di G. Gemma come interprete di Tex, perche' fisicamente e come eta'(all'epoca era ancora quarantenne) era l'unico nel ruolo.



    Doc Hollyday ovvero Gunny repplicava invece:

    Forse se ci fossero stati Charlton Heston (Tex) e Jack Palance (Carson), come all'epoca si parl' (per una produzione by Warner Bros.) a quest'ora avremmo potuto gridare al miracolo.



    Il vecchio Jonah Hex, altro utente che abbiamo perso per strada:

    Io lo vidi al cinema, inutile dire che fu una delusione tremenda, addirittura avevo dei vicini di poltroncina (due uomini sulla quarantina) che ridevano a crepapelle ad ogni scena. Io ero molto infastidito dal loro atteggiamento, però alla fine dovetti ammettere che non avevano proprio tutti i torti. Fu un fiasco talmente colossale che una domenica mattina il quotidiano locale apr? in prima pagina con una recensione devastante alla pellicola, con tanto di foto di Giuliano Gemma... William Berger divenne oggetto di critiche feroci per la sua interpretazione di Kit Carson: ci fu chi lo defin° "una vecchia cariatide", dissero che era troppo anziano per interpretare un Kit Carson credibile. Invece a me non dispiacque, anzi, lo trovai divertente e in alcuni atteggiamenti molto simile al Kit dei fumetti.




    Jonah Hex inser? anche questa neanche troppo vecchia intervista a Enzo Castellari


    E' vero che sono trent'anni che cerchi di realizzare un film su Tex Willer?

    Proprio nei giorni scorsi è venuto, da Milano, Giorgio Bonelli, il figlio (forse si riferisce a Sergio, ndJH), è lui che ha i diritti per fare il film di Tex Willer e abbiamo parlato lungamente: è dispostissimo a cederli, a entrare a partecipare con noi nel progetto; si sta muovendo un uomo di Berlusconi per Mediaset per farci avere i fondi, perchè sarebbe un "pilota", da qui nascer? poi sceneggiatura e tutto il resto. Erano secoli che non ci vedevamo, perchè lui era un ragazzino quando io ero stato su a Milano e avevo collaborato per mesi con suo padre a realizzare il primo Tex Willer, che poi non si fece, a suo tempo; voleva farlo pure di produzione Bonelli, temeva che tutti lo fregassero oppure chiedeva cose che non erano possibili e allora non si fece. Ma io sono stato il primo a passare dei mesi con l'autore a casa sua, a discutere sulla sceneggiatura.

    Come mai "Tex e il Signore degli Abissi", diretto da Duccio Tessari, non l'hanno proposto a te?

    Non so... allora non lo so, ma fu un problema della RAI: venne girato tutto con gli interni di RAI 3, come impiegati statali che lavoravano solo perchè era necessario che lavorassero, quindi ha avuto tutte le difficolt? possibili, Duccio, nel realizzarlo: pochi soldi... e poi non è il genere per Duccio, lui era molto spiritoso, divertente, piacevole, con humor vero e quello che ha messo nel film non era giusto per il personaggio di Tex. Poi, secondo me, era sbagliato Giuliano Gemma: non è Tex. Lui è Ringo!

    Eppure qualcuno ha detto che diretto da Castellari il film sarebbe stato un capolavoro...

    Con gli interni RAI penso che anch'io mi sarei trovato in difficolt?. Ricordo che andai a trovare Duccio mentre girava e mi disse: "Mamma mia, non sai quello che sto soffrendo". Il film non l'ho mai visto ma ai Bonelli non è piaciuto, malgrado nella sceneggiatura ci fosse anche questo Giorgio Bonelli...

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    Articolo tratto da Sorrisi e Canzoni, n° 30 del 28 luglio 1985.



    Un altro fumetto diventa film. La famosa pistola di carta di Tex Willer si trasferisce per la prima volta dalla vignetta alla pellicola con l'approvazione e la partecipazione del suo creatore Giovanni Luigi Bonelli. Perchè "tutto riesca come si deve e si adegui al meglio alle esigenze del cinema di oggi" si affida alle esperte mani cinematografiche di Duccio Tessari ( tra i padri a sua volta del western all'italiana con "Una pistola per Ringo '65 ), alla sempre giovane "faccia d'angelo" di Giuliano Gemma ( 46 anni ) nei panni di Tex e alle sue collaudate capacità western ( estrarre la pistola a tempo di record, sparare ruzzolando, galoppare come il vento, sorridere poco, portare il classico cappello Stetson come un guanto ) e, infine, , a un inedito ma convinto team di finanziatori pubblici che schiera tutte in fila Raitre, Cinecittà e Sacis ( già impegnatissima con le prevendite all'estero ).

    Tex vive e "lavora" nell'America del lontano west, ma è nato in Italia ( primavera del '48 ) e si sente italiano dalla punta dei piedi a quella delle sue pistole ( Colt naturalmente ), e sa che cominciando a giocare in casa, trover? almeno 400.000 fedelissimi ( tanto "tira" ogni mese un suo albo "gigante" ) pronti ad aspettare questa sua prima avventura cinematografica intitolata " Tex e il Signore degli Abissi ". Una delle prime scritte da Bonelli ( e oggi sceneggiata per il cinema da suo figlio Giorgio, Duccio Tessari, Gianfranco Clerici e Marcello Coscia ), ma anche "quella che meglio si prestava" dice Tessari " a un'edizione riveduta e corretta verso una dimensione ugualmente avventurosa, ma più magica, piena di misteri, con pietre leggendarie, cadaveri mummificati, sacrifici umani, grotte senza fondo, riti ancestrali. Un po' sulle tracce di Indiana Jones e dei suoi templi maledetti?".

    Ma il western allora? La risposta di Tessari è pronta e sorridente: "C'è anche quello e con tutti i crismi dovuti: sparatorie all'ultima cartuccia, scazzottate micidiali, piste da seguire tra rocce e deserti, cavalli lanciati in corse sfrenate. E comunque il filone magico-misterioso non è estraneo a Tex, tutt'altro. Ai suoi ammiratori non dispiace vederlo alle prese con paladini del Male come la principessa Tulac, il folle sacerdote Kanas, o l'incappucciato Signore degli Abissi?",.

    Giuliano Gemma da parte sua è soddisfatto come uno che sa che non sbaglier? il colpo. Dice: " Sono veramente contento di tornare nel West, ma soprattutto di fare qualcosa che si annuncia come nuovo e originale. Del resto dopo un - Marco Polo - americano, un - Giuseppe Verdi - e un - Cristoforo Colombo - inglesi, ci voleva un - Tex Willer - tutto italiano?".

    Interessante anche la dichiarazione del gran capo di Raitre, Giuseppe Rossini: " Abbiamo puntato molto su questo film e lo consideriamo - un pilota - per una eventuale successiva serie televisiva. Se andr? bene in Italia e dall'estero arriveranno richieste incoraggianti, chiederemo aiuto a Raiuno e ne faremo un appuntamento fisso".

    Non si è badato troppo alle spese, ad esempio. Quando il costo è salito dal miliardo e mezzo previsto ai due miliardi e duecento milioni, non si è storto il naso, ma si è alzata volentieri la posta ( Tessari lo conferma accollandosi tutta la responsabilità ). Poi gli esterni, tutti girati con lo sfondo classico dei western all'italiana, la Spagna intorno ad Almeria. Gli abissi ricostruiti con cura a Cinecittà. Un buon cast composto da Gemma naturalmente, William Berger ( Kit Carson ), Carlo Mucari ( Tiger Jack ), Flavio Bucci ( Kanas ), Isabel Russinova ( Tulac ), Riccardo Petrazzi ( Signore degli Abissi ) e lo stesso Giovanni Bonelli, che apre il film nei panni di un vecchio stregone che dice con voce vecchia e saggia: "Dicono che venisse dal Nord, come il vento gelido che spazza la prateria durante il Grande Inverno? Tex Willer? Dalle ultime regioni delle Montagne d'argento al fiume Azzurro delle lunghe canoe il suo nome era pronunciato con timore?".




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    IL FILM DI TEX WILLER






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    Il film su Wikipedia:



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    Tex e il signore degli abissi è un film western del 1985, diretto da Duccio Tessari e interpretato da Giuliano Gemma, William Berger e Carlo Mucari.

    Il film è la trasposizione di una storia a fumetti del famoso ranger del fumetto Tex Willer, che parte con l'albo intitolato El Morisco, prosegue con Sierra Encantada e termina appunto con Il signore dell'abisso (albi dal n. 101 al 103), scritta da Gian Luigi Bonelli e disegnata da Guglielmo Letteri.

    La storia si basa sul ritrovamento di misteriose pietre verdi da parte degli indiani. Queste pietre hanno la capacità, se colpiscono un uomo, di mummificarlo e renderne il corpo duro come roccia. Tex e i suoi fedeli amici devono riuscire a rintracciare il misterioso stregone che riesce a procurarsi queste pietre, e sconfiggerlo per sempre.

    Il film, che si rivel' un flop dal punto di vista commerciale, venne giudicato una cattiva trasposizione cinematografica e, probabilmente anche per questo, è rimasta tuttora l'unica pellicola dedicata al celebre eroe dei fumetti italiani. Tuttavia va tenuto presente che è sempre estremamente difficile la trasposizione in pellicola di un fumetto come Tex, popolarissimo e nell'immaginario dei lettori già perfetto nella sua realizzazione tramite immagini statiche (nei volti, negli atteggiamenti dei personaggi e nelle dinamiche di svolgimento delle storie). In effetti fu probabilmente per questo motivo che il regista, l'esperto Duccio Tessari, e la produzione decisero di realizzare il film attraverso sequenze statiche, in modo da rendere allo spettatore il film come se fosse un fumetto. Ovviamente la realizzazione non poteva che essere perdente nei confronti del fumetto, ma è improbabile che una trasposizione più dinamica avrebbe ottenuto migliori risultati. Considerazioni simili valgono anche per la non eccelsa qualità degli effetti speciali (anche quelli più elementari) e per le interpretazioni dei protagonisti (ad esclusione di William Berger) che non potevano, per i motivi già esposti, che essere inadeguati a rendere i personaggi originali. Di fatto il film non venne apprezzato neanche dallo stesso Gian Luigi Bonelli che, in qualità di scrittore, ideatore e editore del protagonista, sperava in un risultato migliore.






    Articolo tratto dalla rivista INK, a cura di Gianpaolo Saccomano:

    Durante l'ultima riunione di redazione il nostro direttore ci ha fatto notare che non è possibile dedicare un numero di Ink al genere western senza soffermarsi su Tex Willer e Compagni. Dal momento che sul personaggio a fumetti più amato dagli italiani si pubblicano una media di quattro volumi critici all'anno (senza contare i saggi brevi e gli articoli...), direi che è il caso di affrontare l'argomento da un'angolazione alternativa, spendendo due parole su uno dei momenti più controversi nella cinquantennale saga dell'eroe bonelliano per eccellenza: mi riferisco alla sua, alquanto discutibile, trasposizione cinematografica in "Tex e il Signore degli Abissi", diretto da Duccio Tessari nel 1985. Per tutti coloro che non lo avessero visto e per i lettori più giovani è doverosa una premessa: non si sono persi molto! La pellicola in questione è obiettivamente mediocre e, se non del tutto disconosciuta, ha comunque creato notevole imbarazzo e qualche rimpianto alla famiglia Bonelli. Vista la scarsit? di passaggi televisivi e la difficile reperibilit? sul mercato home video, è opportuno ricordarne la trama: sulle tracce di una banda di trafficanti darmi capeggiata dal perfido El Dorado, Tex, Carson e Tiger Jack, assistono impotenti all'eliminazione fisica di complici e testimoni per mezzo di micidiali dardi avvelenati che mummificano e pietrificano all'istante le povere vittime.

    La consulenza scientifica di El Morisco permette ai nostri di far luce su di una pericolosa setta di adoratori del dio azteco Xiuhtecutli che, capeggiata dal malvagio sacerdote Kanas e servendosi della misteriosa sostanza mummificante, intendono provocare una sanguinosa rivolta delle tribù di confine contro le autorit? messicane e gli infedeli statunitensi. Dopo varie peripezie, e non senza difficolt?, i nostri eroi manderanno all'aria il folle piano di Kanas battendosi, addirittura, con l'infernale Signore degli Abissi, un orrendo incappucciato che estrae la diabolica polvere dall'affiorato vulcanico nelle viscere del tempio azteco.

    Nonostante sia tratta da un famoso soggetto di Gianluigi Bonelli (Tex n. 101, 102 e 103, splendidamente disegnati da Guglielmo Letteri), la storia non avvince e, vuoi per lo stile filmico di Tessari (a metà tra lo spaghetti western e lo sceneggiato televisivo), vuoi per una certa pochezza di mezzi nella realizzazione (ambientazioni assai dubbie ed effetti speciali da horror movie di serie B ), finisce coll'assomigliare a certi improbabili western di produzione tedesca o, nella migliore delle ipotesi, alle pellicole mitologiche che resero famosa la cinematografia italiana nei primi anni sessanta. A ciò si deve aggiungere l'infelice scelta degli attori: passi Flavio Bucci nei panni del terribile Kanas, e l'allora sconosciuto Carlo Mucari in quelli di Tiger Jack, ma per la miseria! che centra Isabel Russinova con le regine azteche! Che dire poi di un Giuliano Gemma, legnoso e non in parte, alle prese con quell'irresistibile mix di connotazioni di genere che fa dell'immagine grafica del nostro Tex qualcosa di unico ed irripetibile...?!

    Non serve che lo si giustifichi tirando in ballo il difficile raffronto con i tratti somatici di Gary Cooper, attore feticcio nella visualizzazione di Tex voluta da Aurelio Galleppini, piuttosto che con il volto di Charlton Heston nei disegni di Claudio Villa e degli autori attuali; semplicemente Giuliano Gemma non è adatto al ruolo e, nonostante le sue indubbie capacità atletiche, non suscita alcuna immedesimazione con il nostro eroe, sfiorando qua e l' addirittura l'antipatia.

    Sensazione che viene rafforzata dal divario linguistico che esiste tra il fumetto ed il film: nessuna delle tipiche espressioni con cui Tex strizza l'occhio al lettore (dal vecchio satanasso, al tizzone d'inferno, e così via), ricorre nei dialoghi e, alla fine, soltanto il Kit Carson, interpretato da quella vecchia gloria del cinema western italiano che è William Berger, ci ricorda che quelli che stiamo vedendo sono gli stessi personaggi del nostro fumetto preferito.

    Sia chiaro che certe sviste registiche rilevate (morti che sbatton le ciglia, acquari ottocenteschi illuminati da luci al neon, pesantissimi massi che rimbalzano al suolo, e altro ancora) non sono che peccati veniali se rapportati al grave torto perpetrato a noi lettori che, ancora oggi, non afferriamo il senso di tutta questa operazione. Ma come...?! dopo più di trentacinque anni di onorata carriera fumettistica, Tex e compagni approdano finalmente al grande schermo in una produzione RAI italiana (che prevede addirittura la realizzazione di un serial a puntate) e, alla fine con un incredibile pressappochismo, viene distribuito nelle sale cinematografiche un pasticciaccio simile lasciando noi lettori costernati e defraudati di un sogno?!

    E' probabile che Bonelli padre e figlio non abbiano avuto molta voce in capitolo durante la realizzazione di questo "Tex e il Signore degli Abissi" e, volentieri perdoniamo la comparsata di Gianluigi Bonelli nei panni del vecchio indiano narratore, visto che nessuno gli rende merito per essere stato il primo autore ad introdurre le tematiche relative allo sfruttamento e all'oppressione degli indiani d'America da parte della civilt? occidentale sposandone la causa con il suo Aquila della Notte... ma, se vogliamo essere d'accordo con Decio Canzio, direttore editoriale della Bonelli Editrice, che, in una recente intervista sostiene che il film su Tex forse non è poi così brutto e che, col passare degli anni, verr? rivalutato, allora accidenti! qualcuno mi deve spiegare perchè tutti i tentativi di trasporre un personaggio del fumetto italiano in versione cinematografica siano poi finiti in maniera così mediocre, quando non del tutto naufragati!... (e si badi che il dylandoghiano "Dellamorte Dellamore" di Michele Soavi, pur considerato un gradino più su, non fa eccezione alla regola...).

    Non sarà piuttosto che ancora oggi, negli anni del multimediale, l'industria cinematografica italiana e certa intellettualit? a la page si ostinino a considerare il fumetto e il suo ambito come roba per ragazzini o, nella migliore delle ipotesi, come un curioso fenomeno di sottocultura di massa?! Meditate gente, meditate... e leggete più albi (a fumetti, naturalmente!).



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    La locandina dell'edizione francese di Tex e il Signore degli Abissi...

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    Questo è il link a un vecchio topic dedicato al film:

    Il film di TEX E IL SIGNORE DEGLI ABISSI

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