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ymalpas

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Messaggi pubblicato da ymalpas

  1. 36 minuti fa, laredo dice:

    Tex  lascia una pistola con un colpo in canna a Sherman, non a Higgins...

    Non è un dettaglio di poco conto, ymalpas...

     

    Prevedevo la tua obiezione ma non cambia niente. Higgins è lasciato in mezzo al deserto a morire ma resta vivo. Ha una possibilità di salvezza come ce l'ha Sherman. Sono due uomini (invece che uno) condannati in un ambiente che lascia poche possibilità e una pistola. Il cerchio si chiude esattamente in questa storia, dove Higgins muore come Fraser, si suicida come Fraser, con la mediazione di Lylith (geniale trovata). È un finale catartico, dunque prettamente bonelliano, che replica quello di un'altra storia, Massacro, e lo fa in un modo inattaccabile, per me, e anche molto bello devo aggiungere. A chi Tex lasciava la pistola poco importa insomma. Non so spiegartelo meglio, qualcuno più bravo di me lo farà probabilmente.

  2. Intervenire dopo 14 pagine di discussione è difficile. Non vorrei entrare nel merito della polemica e con il mio messaggio vorrei solo tirare le somme su questa storia - speciale - per i 75 anni di Tex che sono anche 755 numeri della serie regolare. Ma credo che sia impossibile non prendere parte e spero di motivare sufficientemente la mia posizione.

     

    Bellissima la copertina di Villa. Molto belli i colori di Vattani che non sono un semplice piatto di contorno, ma intervengono con dei colori azzeccatissimi direttamente sulle chine di Villa. Sono rimasto abbagliato per diversi secondi dalla bellezza della prima tavola, che definirei onirica. Eravamo abituati a dei colori che rispettavano ossequiosamente le linee dettate dai disegnatori, non è stato il caso per questo numero, per cui posso dire che è un numero veramente concepito per il colore. Bene. D'altro canto capisco anche l'idea editoriale di darne delle versioni su cartonato in b/n per tutti quei lettori che preferiscono il b/n. Molto bene. Non mi capita spesso di essere d'accordo con le politiche di marketing della SBE, ma in questo caso le sposo entrambe.

     

    Passiamo a un punto dolente: la mia copia è rovinata da una decina di tavole "sfuocate". Esattamente come quelle della storia del maestro a Manhattan diversi anni fa. Non ho letto tutti i messaggi di questo topic, forse è solo un caso, ma non fa piacere. Non sono di quelli che fanno restituzioni agli edicolanti, mi terrò la copia fallata.

     

    Per il numero dei 75 anni ci si aspetta una storia speciale. Quando diversi anni fa, non ricordo quando esattamente, Boselli ci parlò di questa storia, con Lilith, nata da un'idea molto bella e originale di Frediani, ricordo che rimasi sorpreso dalla possibilità che da quella epica materia si potesse ancora trarre qualcosa di veramente nuovo e interessante. Sbagliavo, evidentemente. Qual'era poi quest'idea? Nella storia di GLB quando Tex si lascia alle spalle Higgins, più morto che vivo, lui è ancora in vita. Il Tex di allora è lo stesso della storia di Fraser, lascia ai suoi avversari secondo un medesimo schema narrativo una pistola con un colpo in canna e pochissime possibilità di farla franca. Nel caso di Fraser ci mostra chiaramente come faccia uso della pistola per togliersi la vita. Con Higgins no. All'indiano che gli chiede se lui possa in qualche modo sopravvivere risponde con un "Quien sabe!" Qui la trovata per me geniale di Frediani è di concludere la vita di Higgins allo stesso modo di Fraser, con un colpo che si spara in testa, con la sua mano guidata però da Lilyth e questo è bellissimo, perché la vendetta del solo Tex raccontata dalla storia di GLB diventa qui una vendetta di Lylith o anche di Lylith. Le ultime tavole sono da brivido.

     

    C'è poi la trama secondaria e questa è di poco conto, non adombra quel sentiero che il lettore vuole percorrere con la lettura. Quindi, a parte i nuovi personaggi della Pinkerton, azzeccatissimi, non vorrei aggiungere altro. Certo è che il filone della Pinkerton per anni dimenticato sembra offrire oggi tante possibilità narrative.

     

    Per concludere non è la migliore storia di Boselli, ma probabilmente la migliore nata per finire in un albo speciale. Se c'è un appunto che vorrei fare allo sceneggiatore, l'unico, riguarda Kit Willer. Quando Tex si lancia nella cavalcata del destino sulle tracce di Higgins, avrebbe dovuto avere al suo fianco anche il figlio Kit. Non è concepibile che lui sia rimasto indietro, e quanto sarebbe stato bello se Lilith con il suo sguardo avesse abbracciato il suo "uomo" e contemporaneamente anche il figlio, che in punto di morte fu ben lieta di sapere lontano da se, al sicuro nella missione tra i frati.

  3. <span style="color:red">4 ore fa</span>, Befankio dice:

    A volte mi chiedo perché ricordo bene le storie vecchie invece le storie nuove, già solo di pochi mesi fa, faccio una fatica enorme a ricordarle, sarà la vecchiaia? Perché le storie vecchie mi sono rimaste più impresse? Provate anche voi questa sensazione? :azz:

     

    È una cosa che succede più o meno a tutti. Ma è sempre una questione di tempo, quel tanto che basta che ci consenta di abbracciare con la memoria un certo spazio temporale. Quando ho ripreso la lettura degli inediti di Tex nel 2005, ricordo che riuscivo a elencare nel giusto ordine tutte le storie dal numero uno al numero cento, e così via, mentre delle storie allora in edicola della fascia 500 non riuscivo non solo a metterle una dopo l'altra ma anche a ricordarne i titoli. Oggi che sono passati 20 anni ricordo titoli e ordine delle storie della fascia 500, mentre la cosa mi è impossibile per quelle recentemente uscite della fascia 700.

  4. Ma guardate che se cito a caso solo tre delle ultime storie di Boselli, quella sull' Erebus della serie regolare, quella dei seminoles sulla nuova serie, quella del dark carnival sul Texone, sono assolutamente le prime tre che mi vengono in mente, siamo davvero lontani dai livelli irraggiungibili di GLB? O ci sta molto il fattore nostalgico e che per le storie di Boselli, specie le ultime, ci manca lo spazio temporale per valutarle per quello che sono?

  5. Per qualcuno potrebbe anche sembrare una bestemmia, ma invito comunque a riflettere sulla portata delle storie scritte dal suo amico e allievo Mauro Boselli.

     

    Come mi è nata questa idea? Qualche giorno fa riflettendo sulle parole dello stesso Mauro Boselli sulle ''perle'' date ai porci nell'ambito di quella discussione sull'inedito bonelliano che sarà pubblicato a novembre.

     

    Non voglio dire che la notizia non sia clamorosa e che una storia così un po' tutti ce la sognavamo, però ecco mi sono reso conto che tutto sommato nutro più aspettative per la storia di Villa (che non ho ancora comprato) e per la successiva della Tigre che per le 110 pagine del futuro cartonato.

     

    E una simile idea, non mi avrebbe mai sfiorato le meningi se stessimo a parlare delle storie di un Nizzi, Ruju, Manfredi o Rauch, mi perdonino.

     

    Certo il GLB della fascia dal numero 100 al numero 175 è stato immortale. Ma quanto gli è da meno il Boselli della serie regolare degli ultimi trent'anni, della nuova serie del Tex giovane e dei texoni e dei cartonati?

     

    Una qualità costante, ha inanellato una serie di capolavori e qualche storia che è certo minore o meno riuscita, ed è straordinario che al contempo si sia speso anche per altri personaggi da Dampyr a Zagor.

     

    Per me ha ormai superato il suo maestro.

  6. <span style="color:red">1 ora fa</span>, borden dice:

    In questi casi il mio consiglio professionale è di ricominciare con una trama completamente diversa. Se un soggetto non va è inutile e insensato rappezzarlo per farlo diventare una cosa che non c’entra più niente con l’originale Lo si butta.

     

    Beh, comunque questo topic era nato come un gioco e poi ne è venuta fuori anche qualche storia pubblicata, e questo fatto è davvero positivo e immagino anche immensamente gratificante per tutti quelli che si sono visti approvato un soggetto.

     

    Però da quei giorni ne è venuta fuori anche la notizia che tu hai, nella tua testa, molti più ''soggetti'' di quanti mai riusciresti a scrivere e questo sia per Tex che per altri personaggi, tipo Zagor.

     

    Se ti chiedessi un ''regalo'', non a me, ma ai forumisti, per un'altra discussione, ovvero offrirci uno di questi tuoi soggetti, bene articolato nelle sue scene (principali), di una storia breve ( max 32 pagine ), cioé tre o quattro righe di soggetto e quattro o cinque altre righe per le varie scene, per sperimentare esclusivamente le capacità di sceneggiare, per quelli che vorrebbero avventurarsi nel gioco? Chi dei forumisti riuscirebbe a essere più autenticamente Glbonelliano?

  7. <span style="color:red">1 minuto fa</span>, Il sassaroli dice:

    Se l'edizione non piace

     

    Il discorso è che per definizione un prodotto da libreria non è un prodotto da edicola. Non è solo una questione di dimensioni o di prezzo. Mi aspetto qualcosa di molto più curato.

    La copertina, per esempio. 

    Ci sono molti inediti galleppiniani che dopo un lavoro redazionale potrebbero fare davvero la differenza:

     

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  8. Clamoroso errore di marketing dare la notizia per mezzo di una rivista pubblicitaria online con una copertina non contrattuale. Qui l'errore è tutto della SBE. Che presto ne darà notizia sul suo sito con tanto di anteprime. Pretendere che Boselli spifferi tutto qui è infantile. E già molto che Airoldi ci consenta di esistere come forum. Un po' di pazienza. 

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  9. Una cosa certa è che la critica rivolta al prodotto editoriale (cartonato a 29 euro) andrebbe comunque fatta davanti al prodotto finito in vendita. È una cosa su cui Boselli si sta sgolando dall'inizio. Prendete, è solo un esempio, che il suddetto volume esca non con quell'orribile copertina ma con una copertina inedita di Galep acquarellata da leccarsi i baffi (dopotutto sono i 75 del Tex di GLB ma perché non ricordare anche Galep?). Ecco magari alla SBE stanno lavorando a questo, o altro di altrettanto entusiasmante, ciò che metterebbe in altra luce anche la difesa che ne sta facendo Boselli. Ecco, non sappiamo niente, neanche uno straccio di tavola. Quindi se vogliamo continuare a discutere della politica editoriale si può aprire un altro topic ma mischiare il tutto qui non va bene. Il giorno in cui, sempre un esempio, vedremo che la copertina è di Villa andrà bene lo stesso, potremmo criticarne i colori slavati e photoshoppati, ma prima di giudicare sarebbe un sacco più bello parlare delle nostre aspettative su questa storia che in fondo è la sola cosa che dovrebbe interessare veramente gli appassionati.

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  10. Se posso fare una o due domande ... 

     

    1) si può conoscere il nome della persona che ha scoperto il malloppo ?

    2) si può conoscere esattamente il punto dove il malloppo era stato nascosto ?

    3) si può sapere, infine, se con il malloppo c'era qualche altro reperto di qualche utilità ?

    4) il volume conterrà qualche intervento dello stesso Tarquinio (credo che sia ancora in vita ma non sono sicuro spero di si)?

    5) dato l'esoso prezzo di vendita il volume si presenterà rilegato in pelle umana, con cuciture eseguite a mano, e fregi in metallo prezioso? (scherzo, è che non trovavo la quinta domanda intelligente)

  11. E' un Tex d'autore che mi ricorda per l'originalità il Tex di Buzzelli, da qui la probabile bocciatura di Tarquinio come disegnatore in anni in cui sono reclutati nell'ordine Nicolò, Letteri, Ticci e Raschitelli (e poi Magni).

     

    Le storie di circa un albo in quel periodo sono abbastanza frequenti:

     

    CORSA ALLA MORTE

    MORTE NELLA NEVE

    DRAMMA NELLA PRATERIA

    MANO GIALLA

    L'ULTIMA CARICA

    NEW ORLEANS

    PONY EXPRESS

    DESERTO BIANCO

     

     

     

     

  12. Foto 1 di 1

     

     

     

    OMBRE DI MORTE

     

    di Gianluigi Bonelli e Sergio Tarquinio

     

    Cartonato b/n e colore di 216 pagine, 22 X 30 cm

     

    ISBN 978-88-6961-864-2

     

    In libreria dal novembre 2023.

     

    Ritrovata negli archivi della Casa editrice è una storia inedita di circa 110 pagine di Gianluigi Bonelli risalente alla metà degli anni sessanta e disegnata allora da Sergio Tarquinio. Oggi vede la luce in un prestigioso cartonato in bianco e nero e a colori.

     

     

     

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  13. Ma Zagor era, ai tempi in cui lo scriveva Nolitta, un contenitore, cioè uno spazio in cui il suo autore riversava l'amore per le sue passate letture, nel genere avventuroso, fantastico, orroristico (se mi passate il neologismo), per tacere dei film che vedeva al cinema che ai tempi suoi era fatto soventemente di semplici adattamenti di classici della letteratura. C'è evidentemente il tarzanide, c'è il costume ( ma è un classico), c'è Verne, c'è Stoker (e Feval e Cyprien e Lamothe e Calmet e evidentemente Polidori e tutti i classici inglesi che hanno creato il genere fantastico ecc), c' è Frankenstein, c'è la bestia del Gevaudan, i classici western, c'è il genere picaresco spagnolo, c'è la Storia tout court, e c'è l'arte di un giovane autore di saper raccontare agli altri in maniera appassionante questi tesori della narrativa aggiungendo la nota comica di un personaggio, Cico, che ci riporta alle spalle comiche che letterariamente hanno sempre avuto la loro ragione di essere. Lo stesso Cico, con quello che già il suo nome lascia intendere, non e nemmeno una creazione originale nolittiana. Può piacere o non piacere, ma usare certi termini denigratori mi sembra in questo caso disconoscere tutto quello che c'è dietro, e non è poca roba. Il giorno in cui Zagor scenderà al centro della Terra, come gli eroi di  Verne o di Bessière (quello che ha ispirato la serie The 100), non sarà ridicolo anche se a qualcuno potrà sembrarlo, ed è una tragedia perche a queste persone manca il senso del wonder, semplicemente la capacità di sognare a occhi aperti e se permettete questo è molto triste.

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  14. <span style="color:red">8 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

    Poiché questa storia deriva da un'idea di Nizzi, cosa di cui suppongo che sarà dato atto in qualche modo, Boselli gli propose di sceneggiarla insieme ma lui rifiutò.

     

    Nizzi però avrà modo di dire che è una ciofeca e che lui l'avrebbe scritta diversamente e in puro stile, come sempre per lui, glbonelliano.

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  15. <span style="color:red">4 ore fa</span>, PapeSatan dice:

    Molto interessante e di piacevole lettura.

    Quel "volume 1" significa che ulteriori interviste sono state raccolte in un successivo volume?

     

    E' una raccolta di interviste che feci più di dieci anni fa tratte soprattutto dal web e che, come temevo allora, rischiavano di sparire con le pagine che le ospitavano. Ne ho un volume 2 più corto e più recente ma dovrei metterci mano per una necessaria revisione.

    • Grazie (+1) 2
  16. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

    Sulle date di produzione delle ultime storie di Galep, sei sicuro?

     

    Sulle date no! non sono sicuro! Però dalle date di pubblicazione delle storie precedenti possiamo dire che Galep realizzava circa un albo all'anno. Il 1993 fu particolarmente travagliato. Da quello che mi ha raccontato Francesco Bosco che fu uno degli ultimi a intervistarlo, cito a memoria perché trovare la fonte esatta mi prenderebbe troppo tempo, quell'anno fu particolarmente drammatico, con un'operazione chirurgica di quelle considerate di routine che non riuscì (qui preferisco non aggiungere altro), in pratica smette di disegnare sicuramente già nell'estate 2003 e comunque anche nei mesi precedenti aveva il problema alle mani. Se davvero disegna 60 tavole in sei/nove mesi più o meno è quella la media che aveva negli ultimi anni, cioè leggermente inferiore ma comunque il rallentamento è comprensibile considerato lo stato di salute. Io tenderei a retrodatare l'inizio di Golden Pass alla tarda primavera del 1992, ma sono conclusioni non suffragate da prove.

     

    <span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

    Se Golden Pass l'ha iniziata nel autunno 1992 significa che quando è stato pubblicato il numero 400, con Bonelli che dichiarava che Galep era già al lavoro per la storia successiva, Galep aveva fatto solo 60 pagine in quasi 18 mesi... significa che quando ha scritto quell'editoriale, Bonelli invece sapeva che Galep non avrebbe mai concluso "Golden Pass"

     

    Quello che scrive Sergio Bonelli in quella posta è purtroppo del tutto inaffidabile. Nel febbraio 1994, quando esce il numero celebrativo a colori, Sergio Bonelli sa già che Galep non concluderà mai quella storia (è fermo, di fatto, come ho detto sopra, da sette, otto mesi circa). Su questo non sussistono dubbi.

     

     

    <span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

    Più interessante (e più difficile da spiegare) è la domanda opposta: perchè non l'ha lasciata nel cassetto e basta, senza farla ridisegnare? Un ipotesi è che comunque gli dispiaceva lasciare nell'oblio quelle 120 pagine di cui comunque era soddisfatto e gli piacevano. A favore di questa ipotesi c'è anche il fatto che l'ha fatta ridisegnare da Ticci, il disegnatore principale della serie in quel momento, a costo di "toglierlo" a Nizzi. Per me dimostra che comunque a quelle 120 pagine ci teneva.

     

    La domanda è questa. Ci teneva, perché non si è sforzato di dargli una conclusione? Dopotutto la stessa identica situazione presentava anche la sua penultima storia disegnata e interrotta da Giolitti e finita da... Ticci! Stessa identica situazione, a distanza di pochi anni. Probabilmente si sentiva troppo vecchio per scrivere il secondo o terzo albo. Se non pressato lui non scriveva!

     

    Piuttosto perché nel 1992 non pensò invece di ricorrere all'aiuto paterno ? Qui apriamo un'altra parentesi, ma anche ammettendo che le "forze" glielo consentissero, il desiderio di scrivere uno speciale fianco a fianco con Mauro Boselli GLB ce l'aveva, ma la SBE non glielo comunque avrebbe consentito. Qui se Borden si sente di puntualizzare, altrimenti è meglio lasciar perdere.

     

     

    Per chi volesse approfondire sul 1993 e Galep, inserisco in allegato il file con le interviste (volume 1) che compilai anni fa.

    INTERVISTE A VARI AUTORI.pdf

    • +1 1
  17. Quando Nizzi ha la crisi, siamo nel secondo semestre del 1991, il primo disegnatore a finire la sua storia e che si trova quindi nella necessità di iniziarne un'altra è Giolitti. Nizzi non riesce a gettare giù neppure una riga. Sergio Bonelli prende in mano imperiosamente la situazione. 

     

    1 ) gli era già successo negli anni settanta di scrivere delle storie quando fu il padre ad avere dei problemi fisici;

    2 ) dopotutto sta già scrivendo una sceneggiatura per Letteri, non gli costa nulla scriverne una seconda;

    3 ) Il disegnatore è Giolitti e da anni vuole scrivere una storia per lui, pallino che avrà per esempio anche con D'Antonio.

     

    Quali storie nascono nella sua mente? E' possibile che abbia ideato contemporaneamente due soggetti? Io propendo per il no:

     

    1 ) per Giolitti non vuole scrivere una storia qualsiasi, ma una storia con le giubbe rosse, di ambientazione canadese;

    2 ) in quel preciso momento non può sapere quanto durerà la crisi di Nizzi. Ha il segreto auspicio che esca da quella crisi in poco tempo, non ha in ogni caso l'immediata necessita di pensare anche a una seconda storia!

    3 ) Questo fatto è documentato da quello che sappiamo del primo semestre 1992: la crisi di Nizzi continua e diversi disegnatori mano a mano finiscono le loro storie. E' chiaramente comprensibile che Sergio non voglia cedere il timone a altri sceneggiatori, se avesse avuto in canna qualche suo soggetto (come "Golden Pass") non avrebbe esitato ad affidarlo subito al primo disegnatore libero. Ricordiamo che è lo stesso Sergio che ha appena bocciato Berardi e la sua signora storia. 

     

    Nel primo semestre 1992 Sergio non ha dunque il soggetto di "Golden Pass" pronto. Si rivolge a chi? Al fidato Decio Canzio. E' la soluzione più logica. Per Fusco Canzio scrive "L'oro di Klaatu", per Letteri chiama Nizzi chiedendogli uno spunto che lui gli darà, a partire da una sua vecchia storiella degli anni settanta.

     

    Ne Sergio ne Decio Canzio non ce la fanno insomma, anche perché ci sono Blasco e Marcello (che ha finito di disegnare la prima parte di sceneggiatura di "Yucatan"). Decidono dunque di provare con altri autori della casa editrice con la speranza che Nizzi si riprenda al più presto. Il primo individuato è Medda, che scriverà infatti la storia per Blasco  e poi nel 1993 anche la storia "Orrore!" per Letteri (qui si interromperà anche la sua carriera di autore texiano: le sue storie non hanno convinto del tutto (per le prostitute) e soprattutto Nizzi dal settembre 1992 ha ripreso a sfornare storie.

     

    L'altro autore è il jolly Mauro Boselli. Non c'è il bisogno pressante di una storia di Marcello da pubblicare, infatti lui inizia "Il passato di Carson" e poi la interrompe perché la necessità si sposta ora su Zagor con "L'esploratore scomparso" che disegna durante il 1993, per poi riprendere e finire Tex nel autunno 1994 a ridosso della pubblicazione (disegna l'ultima parte con il primo albo già in edicola). Nella testa di Sergio Bonelli probabilmente l'idea è di ricorrere a Boselli una sola volta e di lasciarlo invece su Zagor. Succede invece che Boselli ti scrive la storia di Tex più importante dall'era glbonelliana (e continua a esserlo). Merita dunque una seconda chance e paradossalmente sarà proprio nelle mani di Boselli che Sergio affiderà la sceneggiatura interrotta di "Golden Pass" di lì a qualche anno.

     

    Ritorniamo indietro però al 1992. C'è un altro disegnatore che ha finito di disegnare il numero 400 di Tex: Galep. Qui non sappiamo esattamente in che mese termina di inchiostrare le ultime pagine del numero a colori. Prima dell'estate? A settembre o mesi dopo? Non sapremo mai cioè se la sceneggiatura di "Golden Pass" nasce oppure no da un rifiuto di Nizzi di continuare a scrivere storie per un disegnatore il cui calo qualitativo (dovuto all'età e ai diversi problemi fisici) non lo soddisfa pienamente: è appena uscito da una crisi creativa è ha il bisogno assoluto di essere motivato al massimo per scrivere una nuova storia e sappiamo bene come la pensi Nizzi riguardo ai disegnatori che non gli piacciono.

     

    La finestra temporale in cui Sergio inizia a pensare e a scrivere le prime pagine di sceneggiatura per Galep è in ogni caso ridotta a pochi mesi, al massimo un semestre. Per Galep Sergio fa quello che non ha fatto per nessuno degli altri disegnatori, si sforza di scrivere una storia, perché glielo deve. Si tratta di scrivere una storia o comunque di iniziarla, tanto più che si rende subito conto che Galep non ha più lo stesso ritmo e procede con calma, a rilento. Da quanto ci ha detto Boselli in passato non esisteva un soggetto vero e proprio, ma solo degli appunti. E' una storia ironica, d'atmosfera, per cui decide di metterci Pat. Il titolo di lavorazione è "Colorado", quindi una storia tra le montagne, boomtown, ricercatori di oro, con i boscaioli. La trama del primo albo è banalotta, sa tantissimo di mera introduzione: Tex e Carson a cavallo lungo i sentieri di montagna, due ragazzi che cercano di impiombarli per sbaglio perché sono stati derubati, arrivo a Georgetown, gag di Pat Mac Ryan, scontro con lo sceriffo che lo ha arrestato, pagamento della cauzione, boxing-circus e incontro di pugilato. Fine della sceneggiatura nolittiana. Non è una trama articolata ma una sovrapposizione di scenette. Nolitta tira cioè avanti, forse ha la consapevolezza che Galep non la finirà mai, difatti lui ne disegna una sessantina di pagine di circa 125 di sceneggiatura già pronta. Non sapremo mai quale sarebbe stata la storia di Nolitta se l'avesse continuata lui. Nel gennaio 1997 la riprende invece Boselli, con l'editore ha uno scambio di idee, non esiste nessun soggetto ma solo una lunga introduzione senza i cattivi della storia e qualche appunto. A disegnarla sarà Ticci, e lo farà dall'inizio. Le poche tavole di Galep infatti non sono pubblicabili. C'è da chiedersi perché Sergio a quattro anni di distanza ritorni su questa storia. Certo Boselli non aveva bisogno di suggerimenti per scrivere nuove avventure. D'altronde questo primo albo è banalotto ed è un peccato che un grande autore come lui giunto alla sua ultima storia abbia pensato di consegnarla ai lettori con i testi di un altro sceneggiatore (senza nulla togliere a Boselli). Avrebbe potuto finirla lui e farla disegnare poi a Ticci. Non lo ha fatto e vai a capire perché.

     

     

     

     

    Ultime storie di Galep ?

     

    IL SEGNO DEL SERPENTE

    Pubblicazione: GIUGNO 1990

    Lunghezza: 224 TAVOLE

    Iniziata: AUTUNNO 1988

     

    SOLDATI A CAVALLO

    Pubblicazione: MARZO 1992

    Lunghezza: 184 TAVOLE

    Iniziata: PRIMAVERA 1990

     

    TEX 400

    Pubblicazione: FEBBRAIO 1994

    Lunghezza: 110 TAVOLE

    Iniziata: PRIMAVERA 1991

     

    GOLDEN PASS

    Pubblicazione: INTERROTTA

    Lunghezza: CIRCA 60 TAVOLE

    Iniziata: PRIMAVERA 1992? ESTATE 1992 ? AUTUNNO 1992 ?

     

     

  18. 11 ore fa, Carlo Monni dice:

    Non sono convinto: "La strage di Red Hill" era destinata a Giolitti e Giolitti non era esattamente un fulmine tanto è vero che fino ad allora gli erano state affidate storie abbastanza brevi. L'ultima sua storia pubblicata  prima di questa risale al dicembre 1991 e si può quindi presumere che l'avesse finita al massimo a settembre. Coincide con l'inizio della famigerata crisi di Nizzi. Non è affatto facile capire quale delle tre che  Nolitta comincia a scrivere in quel periodo sia l'ultima. Io punto su "Golden Pass"

     

    Per me dici bene, "La strage di Red Hill" è una storia che Giolitti inizia a disegnare nell'autunno del 1991: Nizzi è già fermo e Sergio Bonelli vuole scrivere da tempo una storia di Giubbe Rosse con gli indiani del Canada per Giolitti.

     

    Galleppini invece in quel momento sta illustrando le tavole del "Tex 400" a colori, una storiella come la definisce lo stesso Nizzi con Mac Ryan che si arruola nell'esercito e combina dei guai come suo solito e che lui ha scritto prima della crisi (è forse questa l'ultima storia di Nizzi prima della depressione acuta? Un altro aspetto da indagare).

     

    "Golden Pass" viene sicuramente dopo e io punterei a un periodo compreso tra l'autunno 1992 e al massimo i primi mesi 1993, considerando che Galep ne disegna per quel che ne sappiamo circa una sessantina di tavole e poi nell'estate dello stesso 1993, dopo l'operazione andata male, smette di disegnare per cause di forza maggiore.

     

    NLdzPw1.jpg

     

    La tavola o meglio vignetta con la paginazione più alta che è stata diffusa dalla SBE (nel settembre 1999, TuttoTex 301)  è la cinquantesima (Pat con il vitello) corrispondente alla pagina 54 del primo albo. 

     

    La storia de "Gli Uomini Giaguaro" invece è sicuramente retrodatabile per me al 1990 (considerato che Letteri nel 1989 disegna il Maxi Tex di Berardi e che tra il tardo 1992 e l'autunno 1994 disegna le storie di Canzio e Medda).

     

     

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