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Dix Leroy

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Dix Leroy

  1. A parte lo sfondo che (non so come esprimermi meglio) "stacca" poco dai protagonisti io non vedo grossi errori di prospettiva o di anatomia. I cappelli hanno la giusta forma e i personaggi mi sembrano azzeccati. Da ex-disegnatore (ero troppo precipitoso di vedere un lavoro finito per inserirci troppe rifiniture) i miei rispetti. Magari disegnare una storia intera potrebbe essere complicato, però io proporrei che Burningbullet realizzasse almeno una copertina di un color invernale.
  2. Mi trovo praticamente sempre in disaccordo con l'Avv. Monni ormai su qualsiasi argomento e forse per partito preso, ma sono contento per lui che una sua idea sia stata approvata e trasformata in una storia per la serie regolare (probabilmente non mi piacerà affatto ma se si trova sulla testata ammiraglia è ufficiale e tanto basta). Se tutta la sceneggiatura fosse sua opera mi verrebbe da dire che copertina e disegni la fanno sembrare tanto un mero riempitivo tappabuchi (la copertina non mi piace per niente: il volto della ragazza non è riuscito, il Kit di Villa non è né il classico Tex ringiovanito e nemmeno il quasi indiano visto nel texone). Tex sullo sfondo sembra quasi dissociarsi dall'intera questione! Le tre tavole della storia mi ricordano tanto il tratto di Lina Buffolente, che andava benissimo sul Piccolo Ranger, ma i disegnatori di Tex dovrebbero essere di un'altra stoffa.
  3. Per una volta posso tranquillamente contestare un tuo scivolone e senza paura di beccarmi la tua solita ramanzina. Se per me il matrimonio è solo un cumulo di sciocchezze perchè diavolo dovrei essere sposato? Ma il fatto di non essere sposato non mi da nessun diritto di avere avventure spiccia o amorose con la prima che passa (anche perché non è poi così facile che accada nella vita reale). Ah, ci sono i farfalloni per carità, ma affermare che succede a tutti gli uomini è una assurdità. Per questo che in ogni fumetto o film o libro o fiction di avventura (io non seguo nessuna opera di genere sentimentale) quando questo succede mi fumano le orecchie.
  4. Posso essere d'accordo, ma la ritengo migliore di quella del 281 "Il Giustiziere" realizzata da Galep da cui sembra essere ispirata. Poi ultimamente sembra quasi che la fisionomia di Tex nelle copertine sia altalenante, ma anche nel periodo classico questo succedeva praticamente sempre. Non dimentichiamo che le migliori copertine di Galep erano in realtà rivisitazioni di poster o romanzi western. La staticità delle pose non sempre è un problema, ci sono bellissimi esempi in tutti e due i sensi. Una volta un tale mi disse che nella copertina i personaggi devono sempre "guardare in macchina", ma io ne contestai la cosa mostrando decine e decine di splendide immagini dove questo non succedeva. Ma come sempre accade alla fine ognuno rimane della propria opinione. Una delle copertine che mi sono sempre rimaste impresse è quella di "Gilas", dove di Tex neanche si vede il viso.
  5. Devi valutare due aspetti Condor. L'illustrazione e il suo scopo. Un bellissimo disegno, colorato con tutte le sue sfumature può essere un'opera d'arte, un quadro da contemplare e che ogni volta ti appare in maniera diversa o che ti svela un particolare che prima non avevi notato. Una copertina va buttata nel marasma di un espositore da edicola, in cui si confonde tra mille proposte, magari semicoperta da altre copie uguali o da cose fin troppo simuli e deve attirare la tua attenzione, altrimenti resterà lì e non lo porterai a casa. La camicia tutta gialla di Tex potrà non essere verosimile, sempre uguale e senza particolari, ma è la prima cosa che vedi quando hai puntato l'occhio nel settore fumetti. Sempre, da sempre e per sempre (speriamo)
  6. Aggiungici l'ultimo Maxi (con il quartetto spostato un centimetro più a destra però...)
  7. Villa è un copertinista nato (il suo ultimo Texone è in pratica una serie di copertine). Dovrebbe riempirle meno di particolari e quando lo fa sono nettamente migliori e stare più attento alle proporzioni. Sono uno dei pochi a preferire la colorazione al computer rispetto alle sue indicazioni (i suoi visi sempre tra il viola e il paonazzo non mi piacciono proprio). Anche Piccinelli dovrebbe "tirar via" in modo che le copertine non siano solo "bei disegni realizzati meticolosamente" ma sopratutto degli "specchietti per le allodole". Una copertina piena zeppa di piccole cose e piena di piccole aree a colori in edicola scompare. Provate a sistemare qualche albo a caso come se fossero in un espositore: vecchi e nuovi Tex o vecchi e nuovi Zagor. Fateci una foto e poi guardatela, scommetto che il vostro occhio cascherà subito sopra una illustrazione di Ferri o di Galep.
  8. Dix Leroy

    [726/727] Il pistolero vudu

    Sapete che effetto ha avuto l'operazione "medagliette"? Ho comprato gli albi, li ho lasciati incelophanati e sono andato nel web a cercarmi i pdf.
  9. Dix Leroy

    [726/727] Il pistolero vudu

    Le cose sono un pochettino cambiate negli ultimi mesi: non so gli avvocati ma purtroppo c'è già tanta gente che ora ha altri pensieri che entrare in edicola e prendersi tutti i Bonelli per la collezione di patacche. E lasciando perdere che non ho più posto in casa, ogni mese che passa potrebbe toccare anche a me di dover pensare a come rimediare qualcosa da mangiare invece che qualcosa da leggere. Per mandare avanti una azienda non sono portato, ma a volte vedo lungo e i fatti mi danno ragione quando non ho più interesse a una rivalsa.
  10. Dix Leroy

    [726/727] Il pistolero vudu

    In effetti alcuni costi fissi non li avevo considerati, quindi la stima di una ipotetica "copia unica" era troppo ottimistica. Il resto del discorso resta valido: più c'è venduto meno il prezzo del prodotto può scendere, dipende solo da quanto ci si vuole guadagnare sopra. L'espediente delle "patacche" non farà salire di una sola copia le vendite degli albi Bonelli, anzi io prevedo un nuovo aumento forse già verso la fine dell'anno. O questo oppure una radicale trasformazione del prodotto, che forse doveva essere già stata effettuata.
  11. Dix Leroy

    [726/727] Il pistolero vudu

    Nemmeno io ho studiato economia ma il ragionamento da fare è abbastanza semplice. Più copie di un fumetto vengono stampate (purchè vadano poi vendute) meno costerà la copia singola. Se Tex per assurdo fosse prodotto in una copia singola questa costerebbe perlomeno trenta o quarantamila euro. Se invece la tiratura fosse cento volte quello che vendono adesso potrebbe essere a colori e costare la metà.
  12. Il nemico del giovane Tex doveva essere Kit Carson, ma mi ricordo di averlo già scritto. Me ne sono reso conto quando ho cercato invano di leggere l'odissea con i Seminoles. Carson al posto dell'agente federale sarebbe stato perfetto: ovviamente la situazione doveva restare sospesa e diventare una sottotrama fissa fino all'epico confronto finale in cui diventavano amici. Da allora ho la persistente sensazione che "Tex Willer" sia diventata una interminabile attesa per ritornare alla storia della "Mano Rossa", che non era neanche tra le mie preferite della prima parte della saga.
  13. Dix Leroy

    [726/727] Il pistolero vudu

    Ragazzi, abituatevi e pensate a rinunciare a qualcosa (visto che le paghe non aumentano), perché gli aumenti sono appena cominciati. Se l'emorragia di lettori continua il prezzo potrebbe variare quasi a ogni uscita. Dall'anno scorso ho tagliato tutti i fumetti Panini, visto che il più economico saliva a 5 euro ad albo. Una curiosità: dall'anteprima risulta che il prossimo volumone di Tex Willer non è più a colori (svista o cambio editoriale?)
  14. Dix Leroy

    Il Tex di Boselli è veramente Tex?

    Al Tex di Bonelli, va sempre bene: nei casi estremi perde lucidità, se disarcionato si alza, prende entrambe le pistole e avanza sparando contro i nemici non importa quanti siano. Tanto è certo che il suo "creatore" scoverà un sistema per farlo al massimo ferire di striscio alla tempia. Il Tex di Nizzi gioca tanto sul "fattore Q", ciondola e gioca a fare l'investigatore, finché riceverà l'imbeccata giusta per risolvere la questione. A quello di Nolitta va sempre tutto storto, ma alla fine almeno porterà a casa la pellaccia. Infine quello di Boselli è talmente intelligente che ha già letto la storia e sa come va a finire! Scherzo ovviamente, ma alla fine Tex è l'eroe e per forza di cose o vince o pareggia. Quelle poche volte che ha perso al lettore medio può far venire il pensiero di aver sprecato del tempo.
  15. Per un lettore come me, che predilesse Tex rispetto alla concorrenza per l'alternanza tra puro Western e vicende "misteriose" questa storia è il prototipo dell'avventura perfetta. Quando seppi che il film di Tessari si basava su questa sceneggiatura ero entusiasta. Poi durante la visione provai a essere conciliante, paziente, accomodante... poi non vedevo l'ora finisse per andarmi a rileggere il fumetto. Non tutto quello che funziona sulla carta va altrettanto bene sul grande schermo (almeno col budget che c'era). "Il signore dell'Abisso" rimane comunque un colossal (a fumetti).
  16. Dei voti io ricordo una cosa sola: se era sei era una grande soddisfazione, sei e mezzo una festa. E sono stato ancora più contento quando non ho avuto più la necessità di avere sei di media. E quindi anche io non voto praticamente mai, a meno che non siano elezioni o referendum. Questa storia ho avuto modo di leggerla in maniera completa non più di un anno fa. Avevo recuperato gli albi mancanti all'origine, ma era il periodo che Nicolò non mi piaceva. Ottima storia proprio perché rompe il solito schema, ma effettivamente lo scoprire chi aveva organizzato il complotto non era l'obiettivo principale nella testa dell'autore.
  17. Dix Leroy

    [113/115] Tra Due Bandiere

    Ci sono molti fattori che tolgono oggettività al giudizio su Galleppini da parte dei vecchi lettori (sottoscritto compreso). Se tolgo l'affetto per la prima rappresentazione del personaggio (e nei primi cento albi il Tex di Galep vince su tutti i suoi sostituti/collaboratori), resta l'opera seriale di un grande professionista, forse troppo legato a ritmi forsennati con i quali era cresciuto. Sul fatto di "calmarsi" con lo sfornare tavole su tavole. Galleppini era fatto così, non sarebbe stato lo stesso se tenuto a freno, mentre altri (ad esempio Muzzi o anche Uggeri o Benvenuti) erano insofferenti alle scadenze e avrebbero voluto soffermarsi di più nei particolari. Il tratto di Galep degli anni sessanta era molto diverso da quello del decennio precedente, e mentre egli era più soddisfatto di quello che riusciva a disegnare negli anni settanta (almeno prima dei problemi alla mano) io cominciai a stufarmi dei pesanti tratteggi con cui cercava di apportare maggiore qualità alle vignette. Il resto è solo un lento e triste declino, ma non era solo l'autore a voler lavorare: il Tex di Galep era apprezzato e richiesto, non dimentichiamolo.
  18. Dix Leroy

    Annata di Tex 2020

    Confermo anche io che "Ultimate Spiderman" almeno nella gestione Bendis/Bagley è stata assolutamente deliziosa. Li ho presi e letti tutti avidamente. E' stato l'intero universo Ultimate a collassare portando con sé proprio Peter Parker, per poi rinascere con un nuovo tessiragnatele (Morales) che ripercorreva le gesta del predecessore onorandone la memoria. Poi come al solito la Marvel ha rimescolato le carte e non mi sono più trovato a mio agio, esattamente come anni prima avevo mollato la DC dopo l'ennesimo reboot. Ma è il fumetto americano a seguire questa tattica, e negli ultimi anni l'avevano portata anche al cinema.
  19. Dix Leroy

    Annata di Tex 2020

    Decisamente troppa, troppa roba. Col Tex mensile mi sono fermato a Giugno quando è uscito il Texone, il color storie brevi l'ho letto e tutto sommato neanche mi è dispiaciuto, quello estivo sono sicuro di averlo letto però non me lo ricordo già più. Al cartonato ho dato solo una sfogliata e l'ho messo subito nello scaffale perché attendevo con troppa ansia il maxi dei Tre Bill che ho divorato, anche del maxi primaverile ricordo le riflessioni sui disegni che ho scritto nel forum ma poco altro. La storia dei seminoles mi ha stancato e l'ultimo albo non l'ho manco finito e col Tex Willer mi sono fermato. "Un uomo tranquillo" non è un albo di Tex e quindi vale come l'avventura magazine. Ah, c'era anche il Tex Willer Magazine di gennaio… a memoria sono confuso se c'era Pat o Gros-Jean in copertina, perché decisamente è passato troppo tempo e troppi albi comprati nel frattempo!
  20. Galep lo avrebbe fatto (e lo ha fatto nei cartonati Mondadori delle sue storie). Che poi non era giusto farlo perché si tratta di materiale storico se ne può parlare. Che sia brutta l'ultima pagina con una vignetta vuota credo sia oggettivo. Comunque meglio bianca che il solito disegno di Tex tratto dal n. 200.
  21. Dix Leroy

    [721/724] Attentato a Montales

    Alle dieci di lunedì mattina avrò già litigato col capo, col titolare e almeno altri tre colleghi e mancherà ancora mezzora alla pausa caffé.
  22. Dix Leroy

    Aurelio Galleppini

    A dire il vero non lo so nemmeno io. Ma che una volta ci propinassero cose che con la salute avevano poco a che fare è un dato di fatto. Di sicuro, ma non centra poi molto, i colori usati per i dipinti venivano preparati artigianalmente dai pittori, ognuno con la sua ricetta segreta, magari anche le stamperie avevano qualche trucco per rendere le copertine degli albi di Tex più sfavillanti. Ma sono contento che almeno nel presente gli albi vengano assemblati con una colla che resiste meglio che in passato. Di certo i colori scelti per le prime cover erano quasi sempre fondi pieni verde, rosso, giallo, azzurro mentre ora si tratta sempre di paesaggi con colori per forza di cose più tenui.
  23. Dix Leroy

    I disegnatori peggiori di Tex per voi

    Sono d'accordo e non è mia intenzione denigrare Pratt e le sue storie migliori. L'ho tirato in ballo perché è un ottimo esempio di grande illustratore per cui non ho entusiasmo. Tra un cartonato di Wheeling, uno che ne so… di Crepax e un albo di Asterix che mi manca non ho nessun tentennamento su cosa prendere. E invece vado matto per Kirby, John Byrne (quello di una volta) o Hogart, mentre non sopporto Gil Kane.
  24. Ho sempre sognato che venisse tratto qualcosa di speciale fuori serie da questa avventura. Per quello quando è successo non mi sono lamentato troppo che interrompesse un progetto editoriale di inediti a colori. Poi i colori sono stati fatti proprio bene. Se Galep fosse stato ancora tra noi ne sarebbe stato molto contento e se fosse stato ancora attivo avrebbe realizzato una vignetta finale ex novo per farla arrivare fino a fine pagina.
  25. Dix Leroy

    [Maxi Tex N. 27] I tre fratelli Bill

    I Tre Bill visti nel Maxi sono abbastanza fedeli all'originale, tranne che Black è meno spietato killer alla spaghetti western (non lo avevano ancora inventato) ma piuttosto l'intelligentone del trio, mentre Kid (almeno nella prima serie) è seriamente legato a Jenny, che comunque poi non si vedrà più. Sam è proprio mezzo Pat Mc Ryan e mezzo Gros-Jean. Ma sono variazioni che io da vecchio appassionato della striscia ho comunque gradito.
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