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TWF - Tex Willer Forum

R come Ramon

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Tutto il contenuto pubblicato da R come Ramon

  1. Guarda che sei tu che continui. Smetti di tirarmi in ballo, tra l'altro senza avere il buon gusto di nominarmi, e io smetterò di risponderti. Anzi, smetto gà da ora, visto che sai scrivere grandi storie di Tex (tipo l'ultimo ciclo sulla serie regolare) ma purtroppo non sai come si fa a conversare con toni civili in un forum (e non sono certo il primo a dirtelo, ma evidentemente repetita non iuvant). E per favore non ricominciare, se no diventi ancora più noioso e monomaniaco. E guarda un po', questo lo pensano anche altri.
  2. Non penserai che i due prodotti vengano fruiti nello stesso modo, vero? O, per fare un altro esempio, che si legga Tex come si legge Tiramolla, con la stessa attenzione e le stesse aspettative? C'è una profondità diversa, e le opere hanno un livello di verosimiglianza diverso... va beh, non mi ripeto Io, se fossi un autore che cura molto il suo lavoro, fa molte ricerche ed è molto rigoroso, sarei felice di avere lettori attenti ed esigenti, perché questo sarebbe un segno della bontà e della qualità del mio lavoro, e per questo mi farei andar bene persino le volte in cui mi evidenziano qualcosa che non va (perché può succedere). Se invece dà fastidio, come mi pare di capire da questo commento, vorrà dire che ci metteremo tutti a leggere Tex senza lo spirito critico che si merita e riducendo al minimo il nostro livello di lettori. Personalmente, mi farò andar bene anche la storia in cui Tex si trasforma dopo essere stato punto da uno scorpione radiattivo.
  3. Non torno più sulla questione, ribadendo solo, per l'ennesima volta, che il punto non è come ha fatto Tex, il punto è se può essere credibile una storia con uno snodo tale. Continuare a proporre spiegazioni significa che non si è afferrato il senso del mio intervento. Pazienza.
  4. No, guarda, ti sfugge il punto. Non sono io che non capisco come sarebbe potuto succedere. Vuoi una spiegazione migliore di tutte quelle che hai proposto tu? Tex sale in camera e si autoinduce il vomito (roba non adatta a un fumetto popolare, lo so). La tua 5, perdonami, prevede Tex con camicia e pantaloni pieni di caffé che finisce sul pavimento (prova tu a versarti due tazzone così dentro una manica) ma Jonah non nota niente... a parte il fatto che lo vediamo chiaramente con la tazza alla bocca e l'albergatore che lo fissa Poi, se ti rileggi la storia, vedrai che Tex dice "Ho finto di bere il caffé" e quindi anche tutte le tue altre ipotesi crollano (e anche la mia). Ma, come dicevo, non è questo il punto. Una storia, un racconto, ha delle regole; non è che puoi metterci dentro quello che pare a te come pare a te basta che poi vinca Tex; ci deve essere una coerenza interna, i meccanismi devono funzionare all'interno della storia, non fuori. Se succede qualcosa di apparentemente impossibile in un contesto realistico come quello di quella storia di Tex, noi lettori dobbiamo capire come è successo all'interno della storia, se no le regole del racconto, che si basano sulle sue premesse, vengono violate e noi si resta come quando ti raccontano una barzelletta che alla fine non fa ridere (perché anche la barzelletta, che è un miniracconto, in quanto tale ha le sue regole). Il "come", per usare i tuoi termini, è sempre fondamentale nelle storie di tipo realistico. Non basta dire "Tex l'ha fatto, in qualche modo che non sappiamo" per far funzionare tutto. Se ci trovassimo in una storia con Mefisto, che ha premesse di realismo magico o di paranormale (fai tu), sarebbe diverso: non avrebbe senso cercare spiegazioni razionali alla magia, ma proprio perché le premesse del racconto sono diverse. Se per te è importante il "cosa" e non il "come", dimmi se accetteresti questa scena. Tex è inseguito da 5 ladri di cavalli su un altopiano. Sono tutti appiedati e armati. Tex fugge sotto il fuoco dei cattivi, si ritrova sul ciglio di un burrone e cade giù. I nemici raggiungono il bordo e guardano giù: non ci sono rocce sporgenti, né appigli, solo un centinaio di metri di caduta. Ma il corpo di Tex non si vede sul fondo del burrone. Improvvisamente, un colpo di pistola fa saltare la colt dalla mano di uno dei cattivi: è Tex, che è dietro di loro al riparo di una roccia. Segue un breve scontro a fuoco in cui i razziatori hanno la peggio. Tex si incammina a recuperare la mandria. Stando al tuo ragionamento, questa è una scena che accetteresti. O ti chiederesti come diamine ha fatto a non morire nella caduta e a sorprendere gli avversari? Saresti soddisfatto di non avere spiegazioni, proprio come nella scena del caffé? Perché guarda, se fosse così faresti felici tutti gli autori di Tex, che non dovrebbero più preoccuparsi della coerenza interna delle loro storie: a un certo punto Tex fa qualcosa di apparentemente impossibile che risolve tutto e loro non hanno il problema di razionalizzarlo nel racconto. O è importante il "cosa", non il "come" solo per "La terribile banda"? E perché mai? Guarda, io avrei abbandonato il tema del caffé prima di te. Ma se vengono fatte delle osservazioni che dimostrano che non si è compreso il senso della mia critica, mi viene il dubbio di non essermi spiegato bene e cerco di argomentare meglio. Tu dici, in sostanza, che in Tex possono succedere delle cose apparentemente impossibili e inspiegabili e le si devono accettare e basta, perché una spiegazione razionale ce l'avranno ma comunque poco ci deve importare di qual è. Io dico che questo tipo di narrazione deve avere una coerenza interna legata alle sue premesse, come d'altra parte ogni tipo di narrazione, pena la fine della credibilità di quella particolare storia. Spero di essermi spiegato bene. Vi prego, però: non trattatemi come un troll che si diverte a rompere gli utenti del forum dilungandosi su cose di nessuna importanza. Io argomento, faccio esempi, illustro concetti. Siamo qui, tutti, per discutere di Tex, di come ci piace e del perché ci piace; per me, come spero di aver chiarito, lo snodo del caffé è importante perché non ha rispettato la verosimiglianza e la coerenza interna che ci si aspetta da una storia non "magica" di Tex. Un peccato, perché interrompe il divertimento e la sospensione dell'incredulità, e io da Tex mi aspetto sempre il meglio. Sbaglio?
  5. Tex non è 007 e non è la Casa di Carta (che non ho mai visto)... come già detto, le leggi della fiction realistica non sono le stesse per tutte le opere; ognuna crea il suo mondo e propone al lettore o spettatore il suo livello di realtà (o di irrealtà). La logica interna di ogni storia prevede che certe cose siano possibili, altre no; vale persino per le favole. Come diceva infatti Rodari, se un bambino passa una porta e si ritrova trasformato magicamente in gatto, quando ripasserà la porta al contrario tornerà necessariamente bambino (a meno di ulteriori spiegazioni); la logica interna di ogni racconto, per quanto fantastico, deve avere un suo rigore. E comunque anche James Bond non fa sparire misteriosamente le sostanze Immaginiamo questo. In una storia futura Tex è prigioniero di una tribù di indiani, che lo vuole far fuori. Però gli danno la possibilità di scegliere la sua fine: o trafitto da una lancia, scalpato e poi fatto a pezzi o bevendo una pozione velenosissima preparata dallo sciamano. Va beh, avete capito come fa a salvarsi Dite che gli indiani controlleranno bene che la beva? E Johan vi pare che non abbia controllato? Se Tex non beve la pozione dello sciamano, non muore e pazienza, lo scalperanno eccetera. Ma se Tex non beve il caffé, Johan rischia di essere fatto poi fuori da Tex o dai suoi complici, che potrebbero accusarlo di tradimento. E' fortunato, perché finisce "solo" in galera, ma di sicuro avrebbe voluto evitare anche quello. Riguardiamo la sequenza: nella prima vignetta Johan chiede a Tex se vuole altro caffé, Tex risponde di sì e appoggia la tazza al bancone, con Johan che glielo versa dalla caffettiera, dall'altra parte del bancone. Nella seconda vignetta Tex ha la tazza alla bocca, inclinata quasi completamente per bere; Johan è sempre dall'altra parte del bancone, a un passo di distanza, che lo guarda. Nella vignetta successiva Tex si allontana dicendo "Buonanotte" (quindi non sta tenendo il caffé in bocca) e la tazza è sul bancone. Vi pare che Johan, che è sempre dietro il bancone, non abbia controllato per vedere se l'aveva vuotata per la seconda volta? Per quanto scemo sia, ci avrà tenuto alla pelle, no? Certo: si può dire, e c'è chi lo dice, che Tex è un prodotto di evasione leggera, una distrazione mensile che si legge al volo per staccare un po', e in fondo chissene se magari la storia fa un po' acqua. Si può dire, ci mancherebbe, ma questo cozza con lo studio della realtà del west americano fatta da autori e curatori (Bos, sto guardando proprio te), la ricerca di livello non meno che accademico sulle tribù indiane, l'approfondimento degli eventi storici, l'attenzione alle storie già narrate, ecc ecc. Tex ha un livello di coerenza con la realtà del tempo che è raro nel mondo del fumetto seriale e per me questo è uno dei suoi maggiori motivi di interesse. Vado pazzo anche per Cocco Bill e Lucky Luke, d'accordo, ma per ragioni diverse Bos, sinché se ne parla e sinché ho qualcosa da dire, parlo, è un forum, accipicchia, serve per discutere, mica siamo a scuola nell'ora di lezione p.s. sono intollerante al caffé (sul serio!)
  6. Ehi, un momento. Ci sono diversi livelli e sfumature di sospensione dell'incredulità. Non è che da una parte c'è il neorealismo e dall'altra l'intrattenimento, nel quale vale sempre tutto, e finisce lì il discorso. Per restare nel tuo esempio, Tex evidentemente non è un esponente del neorealismo ma non ha nemmeno la stralunatezza di Trinità: i film di Barboni hanno una loro dimensione di irrealtà, Il fumetto di Tex ne ha un'altra. Il mondo di Tex ha del fantastico, che i film di Trinità non hanno, ma ha poca inverosimiglianza rispetto a questi. Le caratteristiche di Trinità si spingono quasi nel surreale, Tex è "solo" un uomo eccezionale dalla mira miracolosa. Trinità (e Bambino) hanno una comicità paradossale volta a strappare la risata (tipo l'esempio della brocca che facevi tu, che fa ridere proprio perché impossibile), i momenti divertenti in Tex sono sempre realistici (tipici gli scambi di battute con Carson). Ci possono piacere tanto sia Tex che Trinità, naturalmente, ma le premesse che accettiamo quando ce li godiamo sono diverse: la sospensione dell'incredulità varia da opera a opera. Se leggo Tex, ad esempio, accetto che lui abbia una mira sovrumana, che tiri cazzotti che fanno volare, che i suoi nemici normalmente abbiano una mira mediocre, ma poco altro. In fondo quello che lui riesce a fare lo fa con la sua volontà, la sua tempra, la sua tenacia e la sua intelligenza; ha un sesto senso per annusare i mentitori, ma è una caratteristica che si trova anche in alcune persone nella vita vera. Il realismo di fondo delle sue storie non fa altro che evidenziare ancora di più la sua straordinarietà, sì, ma di uomo. Tex non fa sparire le cose: se lo facesse, mi chiedo perché non fa sparire le pistole dei cattivi ogni volta che stanno per sparargli Se il suo caffé avvelenato scompare, c'è una spiegazione, magari legata alla sua intelligenza e alla sua velocità di mano; ma se non me ne viene dato conto all'interno della storia, finisce la mia sospensione dell'incredulità (solo per quella storia, ovviamente). Non posso accettare quel passaggio solo perché lui è "Tex l'invincibile": la sua straordinarietà di uomo la voglio vedere all'opera, e vedergli fare cose che a me, in quel contesto, sembrano impossibili, senza capire come possa aver fatto, mi fa perdere la magia di essere nel sudovest statunitense a fine '800. E' come se vedessi improvvisamente Spiderman volare, senza spiegazioni su come abbia fatto. A quel punto, se ogni tanto si mette a fare cose incredibili che a quanto ne sapevamo non poteva fare, chissene se si attacca ai muri e spara ragnatele sintetiche da un marchingegno che si è costruito? Crolla il valore delle sue caratteristiche che avevamo accettato e che ce lo avevano fatto piacere. Nel caso di Tex, crolla il valore delle sue caratteristiche umane, il che è ancora peggio.
  7. HA!!! Che dire... concordo perfettamente con te! p.s. si è parlato prima nella discussione di infanzia e della possibilità di portarsene sempre un po' dentro... ho davvero molto apprezzato il fatto che, come autore del soggetto, hai saputo guardare (e farci vedere) Tex con gli occhi di un bambino. Grazie.
  8. R come Ramon

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Naturalmente rispetto il tuo punto di vista in quanto autore. Aggiungo perà che considerare solo il Zagor nolittiano come canonico è, per quanto rispettabilissimo e magari anche condivisibile,una scelta, appunto, e come tale discutibile e opinabile. Zagor, piaccia o no, è arrivato ai nostri giorni anche perché altri autori ci hanno messo mano e hanno continuato a far sì che vendesse e che avesse un suo pubblico. Anche con Tex dopo GLB è successa la stessa cosa, ovviamente, e qualunque lettore di entrambi può dire (e qualcuno lo ha fatto anche in diversi post di questa discussione) che cosa apprezza di quanto i diversi autori gli hanno lasciato. Ripeto: rispetto la tua scelta, ma se prima dici che chi non è d'accordo con te ha una visione parziale di Zagor e poi dici che quello canonico è solo quello di Nolitta, la contraddizione è evidente. Aggiungo, e spero con questo di aver chiarito il mio pensiero, che il tuo Zagor (di cui mi riconosco colpevole di non aver letto le storie), comunque non è lo Zagor di Nolitta, perché siete - ovviamente - due autori diversi. Accetto senza verificare l'idea che il tuo Zagor possa essere compatibile con Tex; resto con molti dubbi riguardo a quello di Nolitta, di cui, facendo qualche calcolo, ho letto molte storie a suo tempo. Ma certo Parto dal punto 3, perché sui primi due credo che si siano capite da parte di entrambi le rispettive posizioni e tutto sommato non credo ci sia bisogno di ripetersi: 3) Il sovrannaturale in Tex, per quanto canonico e boselliano, mi piace poco, come poco mi piace nel western in generale. E' il mio gusto e non cerco di giustificarlo, perché i gusti personali non hanno bisogno di scuse. Detto ciò, faccio un distinguo tra il sovrannaturale e altre imprudenti avventure tipo i dinosauri e le spore aliene, che spero siano stati episodi singoli, perché questi sono attentati contro la credibilità di Tex, o meglio, del suo mondo. O meglio, accetterei di ritrovare gli alieni solo se Tex per una volta avesse come suoi pard Tiramolla e Geppo Naturalmente Tex, come tutti i personaggi dei fumetti popolari, ha dell'irrealistico a piene mani: non è mai invecchiato, centra le pistole in mano ai cattivi, ecc ecc, lo sappiamo bene; il punto è che il suo non realismo, per farci mantenere la sospensione dell'incredulità, deve avere dei confini magari non rigidissimi ma comunque abbastanza chiari; non è che perché Tex ha ancora tutti i denti pur avendo preso 10.000 cazzotti sugli stessi (cosa assolutamente irrealistica, dicono in coro il mio dentista e il mio amico che fa boxe), allora esistono gli UFO e magari i viaggi nel tempo (altra cosa irrealistica ma che in più compromette lo scenario in cui si muove il ranger). 3 bis La mia opinione è che creare i presupposti per un universo condiviso sia o un esercizio mentale per fan, che cercano di giustificare le incongruenze tra i vari mondi in cui vivono i vari eroi (cosa rispettabilissima, ci mancherebbe, ma che non mi appartiene) oppure un escamotage delle case editrici per vendere albi, perché una storia con Superman contro Batman tende a vendere di più di una storia col solo Batman o il solo Superman. Il mio sogno di lettore, che non deve preoccuparsi dei conti dell'azienda, è leggere storie validissime di Tex, e magari Zagor, Mister No, ecc ecc in cui ognuno ha il suo universo e i personaggi non si incontrano mai, perché le storie di ognuno di loro sono sempre favolose e le vendite sempre eccellenti. La specificità italiana della Bonelli non si può confondere con le caratteristiche della Marvel e della DC. Detto ciò, Bos è un grande autore (non lo dico per piaggeria) e comprerò anche il team-up Cico contro Mefisto. Ma con una punta di amarezza. 4) Non c'è niente di male a mantenere una parte infantile, sia chiaro, anzi. Non volevo essere denigratorio in alcun modo sui desideri infantili di tutti noi. Dico solo questo: i bambini vogliono TUTTO, anche l'impossibile, anche quello che sarebbe meglio non avere. Il mio bambino interiore vuole vedere Tex fare coppia con Dylan Dog e Carson con Java. La mia parte adulta si mette le mani nei capelli. 5) L'ho detto: Bos è un grande. L'incontro con Zagor evita il disastro, cosa che non sarebbe riuscita a molti altri autori. Detto ciò, i capolavori di Tex (e di Zagor, che a suo tempo leggevo) sono altri e continuo a pensare che sarebbe stato meglio evitare. 6) Mi spiego meglio. Tex è un quaranta/quarantacinquenne che adoro, ha una storia alle spalle che ogni tanto ha accennato in qualche serata intorno al fuoco e un'immutabilità che spero mantenga per sempre. Tex Willer è un ventenne con una storia in divenire. Apprezzo la storia ma non mi appassiona. Ovviamente è lo stesso personaggio, ma - gusti personali - preferisco il canone stabilito per il Tex classico. Se devo proprio argomentare, dico che lo trovo una rinfrescante antitesi allo spirito celebrativo della gioventù che trionfa ormai in tutti i campi e che spinge molti sessantenni a cercare di sembrare adolescenti e a comportarsi come tali. Sia chiaro: non ho niente contro la gioventù, anzi, ma leggo con un particolare piacere storie che parlano in maniera positiva di personaggi maturi, ormai sempre più rare nel maistream. Ci sono poi altri motivi, chiaro, ma non credo sia il caso di elencarli; in fondo, non siamo tutti (o quasi) qui perché ci siamo innamorati almeno in prima battuta del Tex classico? Da non fan della continuity a tutti i costi, poi, farei volentieri a meno delle storie che raccontano come Tex è diventato Tex: lo vorrei vedere solo come è. Ma sono gusti, c'è poco da argomentare. Ultima osservazione: la gente cambia con l'età, a volte diventa qualcosa di molto lontano da quello che era, in bene o in male. Il fatto che non mi piaccia il Tex giovane è, per me ovviamente, un segno di quanta distanza ci sia tra i due personaggi. Cico e Mefisto... scazzottata tra i due e poi diventeranno amici?
  9. R come Ramon

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Le tue, immagino. Hai tutta la mia comprensione Proviamo a restare sul pezzo? Hai argomentato in maniera decisa, ho controargomentato. Se hai altri argomenti sarò ben lieto di leggerli, ma i tuoi mal di pancia credo interessino solo al tuo gastroenterologo Ecco, vedi che qualcosa lascia anche lui? Lo Zagor di Nolitta e basta? Ma non ero io quello che aveva una visione parziale di Zagor? Scherzi a parte, di Cico ho un ricordo preciso ma è anche vero che da tempo non leggo le storie dello spirito con la scure, e dicendo questo rispondo anche a Zagor70. Mi correggo: Cico sanguina.
  10. R come Ramon

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Mettiamola così: ogni personaggio si porta dietro un universo, nel senso che la caratterizzazione di un eroe comprende sempre personaggi ricorrenti, vere e proprie "spalle", paesaggi, ambientazioni, ecc ecc. Poi, naturalmente, si può prendere il personaggio così com'è, senza Carson o senza Cico, ed è sempre lui. Qui, però, concordando con te sul fatto che i protagonisti dell'albo non sono Tex Willer e il ragionier Rossi, trovo che Zagor non si sia portato dietro (oltre a Cico) diversi aspetti della sua caratterizzazione che abbiamo visto in molte sue storie, in particolare quelle che peggio si potevano conciliare con il mondo di Tex. Intendiamoci: hai fatto bene, perché se no non avrebbe funzionato l'incontro. La mia sarà anche una visione parziale e personalissima (sul pensiero debole, sono più un nichilista cioraniano), ma diciamocelo: Zagor per conoscere Tex qualche cosa l'ha dovuta lasciare a Darkwood. In ogni caso, non ho nessun dubbio che Cico si incontrerà con Tex. Ormai il sacro confine è stato violato
  11. R come Ramon

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Cosa sarebbe stata? Una lunghissima serie di storie di Tex senza soprannaturale. Non sto dicendo che quelle con Mefisto, streghe ecc ecc non siano belle storie; dico che non essendo un fan del fantastico nel western, su Tex ne avrei fatto a meno. Chi vuole "snaturare il personaggio Tex"? No, guarda: lo voglio proprio come è ma lo preferisco senza magia: posso? Poi, se non si accetta che altre persone abbiano gusti diversi dai propri - o dalla maggioranza dei lettori di Tex - questo è un altro discorso. Io non sprecherei nemmeno un secondo a cercare di convincerti che deve piacerti qualcosa che non ti piace. Se tutti avessimo gli stessi gusti e le stesse opinioni, sarebbe un mondo peggiore di quello che visita Yama in "Il figlio di Mefisto".
  12. R come Ramon

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Rispondo alle tue osservazioni, sempre in maniera amichevole e costruttiva. Resto dell'idea che Zagor sia stato texizzato (parola orrenda, ma ci siamo capiti). Zagor, come tutti i personaggi dei fumetti, ha delle caratteristiche; una di queste si chiama Cico, il quale qui è assente e nemmeno menzionato, perché, parere mio, troppo lontano dall'immaginario di Tex. Cico è un personaggio particolare: Tex e Zagor se feriti sanguinano, lui no, perché se lo facesse non ci farebbe più ridere. Ecco perché non è presente: gli mancano delle caratteristiche che sono indispensabili per apparire in una storia di Tex. Zagor, poi, qui sembra un uomo sì circondato da un'aura leggendaria e un po' perso tra il reale e l'immaginario, ma in fondo è compatibile con gli sfondi texiani, limato di quelle caratteristiche che gli avrebbero fatto oltrepassare i confini del western più classico. Se ad esempio intorno al fuoco si fosse messo a raccontare di quella volta col vampiro o di quell'altra con gli alieni, sarebbe mai stato possibile che seduto davanti a lui ci potesse essere Tex Willer? Il futuro ranger non sarebbe come minimo scoppiato a ridere, concludendo che il tipo era suonato senza rimedio? Mi si dirà: ma anche Tex non si è forse incontrato con streghe, Mefisto, dinosauri e alieni? Verissimo, ma differenza che con Zagor, a mio giudizio gli incontri del ranger con alieni e dinosauri sono stati errori terribili, da dimenticare (spero soprattutto da parte degli autori) e che hanno messo a durissima prova la credibilità degli scenari texiani; per quanto riguarda la magia, io avrei preferito non trovarla, ma a piccole dosi capisco che ci possa stare: pur se spiazzante, non è irrimediabilmente straniante come le spore aliene o i T-Rex. Insomma, non fa grandissimi danni (ma io la eviterei comunque). Zagor, insomma, qui non è il Zagor a tutto tondo, ma un personaggio del quale ci viene mostrato qualche aspetto, ovvero quelli più attinenti alla serie di Tex. Ho visto tante mappe degli USA nelle storie di Tex e non ci ho mai trovato Darkwood. Non ho il minimo interesse per una qualunque continuity o qualunque universo condiviso bonelliano; per me ogni eroe vive nel suo mondo e lì deve restare; i vari incontri tra i personaggi magari hanno anche prodotto belle storie e ci hanno indubbiamente tolto delle curiosità un po' infantili che tutti ci portiamo dietro (mamma, cosa succede se Tex e Zagor si incontrano??), ma alla fine sono indebolimenti del concept originale, che è la cosa che ha fatto sì che li amassimo per quello che sono. Credo all'impegno della redazione di non voler precipitare le cose e voler essere parsimoniosi nelle future accoppiate, ma io avrei evitato del tutto la cosa, anche se capisco quanto possa essere proficua in termini di vendite e di richiamo (mio cugino non leggeva Tex da quarant'anni e si è comprato quest'albo per curiosità, e magari chissà, ricomincerà a leggerlo). Certo, io non devo fare i conti con i bilanci. Sul terzo punto trovo le tue argomentazioni piuttosto convincenti. Va detto, comunque, che per me il protagonista di Tex (che mi piace moltissimo) e quello di Tex Willer (che non mi fa impazzire) sono due personaggi diversi con una diversa continuity e che, sia chiaro, spero che non si incontreranno mai Dato che ormai il dado è tratto, non vedo l'ora dello special Cico contro Mefisto
  13. La spiegazione tecnica che hai dato non può spiegare qualunque buco di sceneggiatura, altrimenti non si potrebbe più distinguere una storia ben scritta da una storia mal scritta. La sospensione dell'incredulità non può essere la scusante di qualunque inverosimiglianza, se no ci potrebbe capitare persino di vedere il ranger planare giù dai canyon e atterrare dolcemente perché in quel momento, guarda caso, c'era una fortissima corrente ascensionale. Naturalmente la sospensione dell'incredulità c'è in tutte le storie di Tex, ma un conto è applicarla per, ad esempio, la mira infallibile di Tex (che pure a volte fallisce il bersaglio, il che ce lo rende più "reale"), un conto è fargli sparire nel nulla una tazza di liquido sotto gli occhi di uno la cui vita dipende dal fatto che Tex la beva. La prima è una delle caratteristiche eccezionali del personaggio che ci vengono proposte dagli autori e che accettiamo, la seconda è sì un'altra caratteristica eccezionale, ma di Mandrake, che è un mago, non di Tex. E sia Mandrake che Tex hanno bisogno di spiegazioni, se fanno qualcosa che non è caratteristico delle loro eccezionalità. Se vedessimo Mandrake che fa fuori cinque avversari armati sparando cinque precisi colpi da una colt sarebbe la stessa cosa: non ci crederemmo (a meno di una spiegazione convincente che ci deve essere data all'interno del fumetto) perché sappiamo che quella cosa lui non la sa fare. Le convenzioni tra autore e lettore devono essere salde, pena la fine della sospensione dell'incredulità: Spiderman non ha la vista a raggi X per vedere attraverso i muri, Mandrake non sa fare a cazzotti, Tex non fa sparire nel nulla le cose. Per restare nel tuo esempio, Arsenio Lupin, Fantomas, Dexter, James Bond e Diabolik entrano in luoghi supersorvegliati senza farsi beccare perché hanno la caratteristica di poterlo fare; va aggiunto, comunque, che tutti sono decisamente meno realistici di Tex, il quale ha quindi bisogno di trame più credibili degli altri personaggi, ai quali si perdona di più, o meglio, si concede di farci sospendere di più l'incredulità perché più "fantastici". Tu scrivi Tex e non Diabolik con i suoi marchingegni, ti tocca essere più rigoroso. Hai voluto la bicicletta? Data la stima grande che ho di te come autore, so perfettamente che queste cose le conosci molto meglio di me. E sai benissimo che quella che tu chiami "spiegazione insopportabile", quando Tex ha fatto qualcosa di apparentemente inspiegabile, nelle storie di Tex l'abbiamo trovata molte volte, e a mia memoria non è mai stata insopportabile, perché ben collocata e ben esposta. Si può fare, e tu lo sai bene perché l'hai già fatto: è capitato molte volte, ad esempio, che a fine albo Tex chiarisse dei passaggi o dei fatti rimasti oscuri. No, mi spiace: qui la trama non regge perché Tex fa qualcosa di impossibile (per lui); non ci viene data all'interno della storia una spiegazione accettabile di come potrebbe averlo fatto e quindi arrivo alla fine della storia non credendoci, il che rovina tutto il divertimento.
  14. D'accordo, ma così la storia è inverosimile. Allora è meglio lo spiegazionismo che, se plausibile, avrebbe potuto essere reso in modo non così insopportabile e non ci avrebbe fatto venire i dubbi di trovarci di fronte a una trama con un buco grande come l'albergo Sempre ammesso, ripeto, che la spiegazione fosse davvero valida: io resto convinto che l'albergatore, per scemo che potesse essere, non avrebbe dato il via libera ai malviventi se non fosse stato assolutamente certo che Tex ha bevuto, perché ne andava della sua pelle. Va bene che nei fumetti i cattivi sono sempre stupidotti (partono da posizioni di grande vantaggio e però perdono sempre), ma non è che si può giustificare tutto con "il tipo non era tanto sveglio"... buttarne una tazza nella sputacchiera avrebbe fatto rumore nell'atrio vuoto, a parte Tex e l'albergatore, che non gli avrà tolto gli occhi di dosso. E se Tex avesse atteso il momento di distrazione dell'albergatore, lo stesso si sarebbe insospettito dal tempo che passava senza che bevesse. Dai, siamo onesti: chi di noi avrebbe dato il via libera ai complici se non avesse visto con i propri occhi Tex ingurgitare la pozione? Col minimo dubbio che il ranger potesse aver buttato il caffé da qualche parte mentre ci eravamo chinati a prendere qualcosa da sotto il bancone, ci avremmo scommesso la nostra vita?
  15. Se Tex lo butta, avrei voluto vedere dove e come lo fa (dentro il locale? mi sembra impossibile o quasi) e soprattutto come fa a farlo senza farsi vedere dall'albergatore, che, come detto, sa perfettamente che se Tex non lo beve lui fa una brutta fine. Stesso discorso se ne beve un goccio, anzi peggio: come poteva Tex sapere che anche un goccio non l'avrebbe messo KO (dipende da che sostanza ci hanno messo e dalla quantità)? E se ne avesse bevuto solo un goccio, l'albergatore come avrebbe fatto a non insospettirsi? Tieni poi presente che chiede a Tex se ne vuole ancora, offrendosi di versargliene di più nella tazza, quindi di sicuro non ne mancava solo un goccio. Se giustifichiamo tutti i buchi di sceneggiatura col discorso che è successo qualcosa di molto particolare (per non dire implausibile) che però non vediamo nei disegni, allora per definizione non possono esistere buchi di sceneggiatura nelle storie di Tex Continuo a pensare che sia una storia carina ma che nel suo snodo centrale diventa improvvisamente incredibile.
  16. Una raccolta di storie volutamente minori, e questo termine lo intendo non in senso qualitativo ma in senso di lunghezza e di respiro, tutte più o meno carine ma senza capolavori (che potrebbero starci anche in una storia molto breve). Riguardo la prima storia, presenta un inciampo che me la fa ritenere troppo irrealistica, persino per Tex che, come si sa, è uno che disarma gli avversari sparando alla loro pistola (sono un discreto tiratore e ho visto all'opera dei campioni, e approfitto per assicurare agli eventuali indecisi che è impossibile riuscirci, a meno di clamorosi colpi di fortuna). L'inciampo è questo: SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER non riesco a capire come si possa fingere di aver bevuto un caffé quando, dopo aver appunto finto di farlo, si è posata la tazza (ovviamente piena come prima) sul bancone, proprio davanti a chi ha servito la bevanda, il quale, si badi, per motivi legati alla propria sopravvivenza personale ha sicuramente messo tutta la sua attenzione nello scoprire se il cliente il caffé l'ha bevuto davvero oppure no.
  17. R come Ramon

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Quando c'è un team up tra eroi del fumetto, ovviamente entrambi "buoni" e dalla stessa parte, la prima cosa che i due fanno quando si incontrano è darsele di santa ragione, senza naturalmente arrivare a far vincere uno dei due (pena il declassamento del perdente, con potenziali ripercussioni sulle sue vendite) per poi fare coppia contro i cattivi. E' un passaggio che sicuramente il lettore medio si aspetta e che lo sceneggiatore non rifiuta mai, con qualche eccezione straordinaria in tutti i sensi (penso al Dark Knight Returns di Miller, in cui lo scontro è alla fine). Naturalmente, poi, verso la fine i due eroi fanno intendere la volontà di rivedersi (per acquisita stima reciproca che fa breccia nel loro egotismo sovrumano? perché vogliono ridarsele e stavolta arrivare alla vittoria di uno di loro?), minaccia che si concretizza quando c'è stato sufficiente risultato di vendite dell'albo. Qui non si è evitato lo stereotipo e la sinossi risulta, da questo punto di vista, totalmente prevedibile. Non so nemmeno se essere deluso perché obiettivamente era forse impossibile fare diversamente: nella loro immutabilità, i due personaggi non hanno le sfumature di Batman, che nel corso della sua storia editoriale è passato dal camp al tragico al pop ecc ecc, ed è quindi molto più malleabile dall'autore di turno. Non è un difetto in sé, il loro, è solo una elemento che rende faticoso e in una certa misura meccanico qualunque team up. Zagor è stato "texizzato" (reso più realistico e "da grandi") per poter apparire in una storia del ranger e Cico è naturalmente assente perché non texizzabile. Disegni quasi sempre eccellenti. In conclusione, tolti i passaggi da luogo comune, la storia è avvincente e ben disegnata, ma mi resta il dubbio che un tale incontro non s'avesse da fare. Non c'è niente da fare, Tex è tendenzialmente realistico, e infatti nella sua mappa degli USA non esiste Darkwood, mentre Zagor è tendenzialmente irrealistico: appartengono a due mondi diversi. E se davvero l'imberbe Willer e il maturo spirito con la scure si fossero mai incontrati, un tale evento avrebbe necessariamente prodotto tracce durature nel più giovane dei due, che ovviamente non si sono mai viste negli albi texiani. Bos ha un'abilità straordinaria e qui gli è riuscito un mezzo miracolo, ma forse erano più saggi i padri fondatori che tenevano ben separati i loro personaggi. Io, poi, preferisco anche la loro tendenza a scrivere storie fondamentalmente autoconclusive e con le apparizioni dei personaggi di contorno calibrate e comunque sempre ben "presentate", in modo da non confondere il neofita e/o obbligarlo a leggere valanghe di albi precedenti per poter apprezzare la storia, ma questo è un altro discorso. Nell'immancabile secondo incontro vedremo Cico contro Mefisto?
  18. Il plurale di "bue muschiato" non dovrebbe essere "buoi muschiati" e non "bue muschiati" (prima vignetta di pag. 87)?
  19. R come Ramon

    [Maxi Tex N. 29] Mississippi Ring

    Ripropongo qui il mio commento "normale" (come definito da virgin, che ringrazio sinceramente per la segnalazione della mia gaffe), postata in una nuova discussione sul maxi Tex in questione da me sciaguratamente aperta senza aver fatto una ricerca accurata per vedere se ne esisteva già una. Farò meglio la prossima volta, scusatemi tutti. Non sono neanche a metà, ma condivido qualche impressione: l'inizio mi è parso poco originale e foriero di una storia non eccelsa. Strada facendo, però, mi sta catturando sempre di più, e quelli che all'inizio sembravano luoghi comuni si stanno rivelando come piccoli drammi interni a una storia avvincente, anche se non perfetta. I disegni di Rotundo fanno il miracolo di trasportare nei posti in cui è ambientata l'azione: i suoi paesaggi, soprattutto quelli cittadini, sono spettacolari. Perdete tutto il tempo che serve a rimirare gli sfondi: non ve ne pentirete. Unica pecca sinora è il comportamento di Tex in uno snodo della vicenda: ?: Tex spara al killer con l'armonica, che cade nel fiume. Tex si sporge dal dirupo e vede una barca. Pronuncia una frase a effetto, si gira e se ne va. Il cattivo riaffiora vivissimo, ma Tex non lo sa perché se n'è andato. Pessimo ranger, pessimo! Ho cercato di utilizzare il codice per gli spoiler ma pare che non funzioni...
  20. R come Ramon

    Cartonati Di Tex

    E dal 17 settembre arriva Snakeman di Boselli e Breccia...
  21. Semplificando, nella pronuncia anglosassone (e quindi statunitense) la W si pronuncia U, in quella germanica V. Il nome Walter, ad esempio, in inglese si pronuncia Uolter (pensa a Walter Matthau) e in tedesco Valter. Gli esempi che tu porti sono di nomi italiani, e il Walter italiano è un calco dal tedesco; ecco perché la pronuncia è così. Ma ogni volta che trovi una W in inglese, la devi pronunciare U.
  22. Aveteragione, ma qui manca completamente l'ironia...
  23. Il segreto della missione spagnola Concordo con quanto già detto da altri: Tex cattura il terribile capo indiano Cohazay, e non ci viene fatto vedere mentre lo fa, nemmeno in flashback? E' come comprare Playboy e trovarci dentro tutte foto di donne col burqa Nell'ultima vignetta di pagina 90, solo io ho trovato l'"Impìccati" detto da Tex a Carson come una buonanotte un po' troppo aggressiva? Non vi sembra una ruvidezza un po' troppo lontana dagli scambi sarcastici e pungenti ma sempre affettuosi tra i due pards? Vi confesso che ci sono persino rimasto male, leggendolo. Ma come "Impìccati"?? Hanno mica litigato furiosamente mentre non li vedevamo? Già a pagina 35 Tex aveva minacciato, con un'espressione serissima, di tirargli un cazzotto in testa... dov'è finita l'ironia che da sempre regna sovrana sopra i dialoghi tra i due? A pagina 99, invece, Carson, forse ancora amareggiato per il lugubre invito fattogli da Tex 9 pagine prima, sta per uccidere un indiano a terra e disarmato. Non ci riesce solo perché Cohazay, giunto non visto alle spalle del ranger, lo tramortisce con un'asciata. Davvero Carson (che ovviamente non aveva visto arrivare i rinforzi) non avrebbe potuto decidere di fare la stessa cosa con l'indiano, poi salire sul suo (dell'indiano) cavallo e telare? Ci è diventato un freddo assassino? Disegni belli, a parte i volti inespressivi di Tex e Carson e i baffi del colonnello e di Zachary, che sembrano piuttosto dei piccoli ventagli appiccicati sotto il naso.
  24. Prima di tutto vorrei ringraziare di cuore tutti, ma proprio tutti i partecipanti a questo thread. Per me è stata una fantastica occasione per imparare un sacco di cose nuove e per scoprire punti di vista informati e sempre interessanti. Spero di sentire altri pareri e di potermi ulteriormente abbeverare alla fonte delle vostre conoscenze. Volevo solo dire una cosa sul fatto di allungare o accorciare una storia, un racconto, una sceneggiatura (di film o telefilm o fumetto), ecc. Per esperienza (ogni tanto scrivo delle cose) so che il problema di arrivare alla lunghezza desiderata non risolve mai semplicemente aggiungendo o togliendo qualcosa con l'accetta. Ogni narrazione degna di questo nome ha al suo interno un suo ritmo e dei rimandi costanti tra le varie parti. Faccio qualche esempio. Se nel corso di una storia molto cupa e drammatica, inserisco a un certo punto una scena divertente con Carson, lo faccio perché mi serve da una parte a stemperare la tensione, dando un bilanciamento al tono generale dell'episodio, e dall'altra a far percepire ancora di più la tensione quando, subito dopo, la narrazione torna a essere drammatica. Se io tolgo semplicemente la scena, l'episodio perde il suo equilibrio e la sua dinamica interna, diventando quantomeno una storia poco riuscita e soffocante, nella sua cupezza. Viceversa, se uno spostamento a cavallo al quale avrei dedicato due vignette, lo faccio diventare di tre pagine inserendo una lunga discussione tra i pards, devo sapere bene quello che sto facendo: i personaggi, in qualunque storia riuscita, parlano solo quando hanno qualcosa di importante da dire (a differenza di quello che facciamo tutti noi nella vita vera). Se la discussione è infarcita di luoghi comuni superflui (potrebbero essere Carson che si lamenta per i pericoli in cui si cacceranno, Tex che spiega quello che abbiamo già visto succedere o quello che faranno, ecc), il lettore la percepirà come artificiosa e inutile. Tutto questo per dire che se c'è la necessità di allungare o restringere una storia, la soluzione è solo una: riscriverla dall'inizio, rivedendola tutta e modificandola di molto. Poi, certo, ci potrebbe anche capitare, nel rivederla, che quella scena intorno al fuoco era inutilmente lunga, o che avevamo bisogno di aggiungere una scansione avventurosa prima che l'azione entri nel vivo, e che quindi per rendere la storia perfetta era in effetti necessario tagliare semplicemente una scena o aggiungerne una, ma questo è un altro discorso. Tutto, in una storia, deve essere indispensabile, per motivi esterni (sviluppo e coerenza) e interni (coesione, modulazione dell'interesse del lettore, richiami tra le varie scene), e quindi non possono esserci né allungamenti né tagli, sia che ci si chiami Shakespeare o che ci si iscriva a un forum col nome di R come Ramon (giusto per fare due esempi estremamente lontani 😉). Senza attenersi a questa modalità, il rischio è quello di scrivere facendo copia e incolla di topoi texiani modulabili più o meno a piacere su una trama più o meno tenue, ma quello, alla lunga, porterebbe alla morte del soggetto, perché non tutti sappiamo scrivere, ma tutti, quando leggiamo (naturalmente con vari gradi di attenzione), sappiamo distinguere storie indimenticabili da storie dimenticabilissime. E quello che ci lega a un fumetto come Tex è, prima di tutto, il fatto che certe storie non ce le dimenticheremo mai.
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