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TWF - Tex Willer Forum

Don Fabio Esqueda

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Tutto il contenuto pubblicato da Don Fabio Esqueda

  1. Don Fabio Esqueda

    Who Is Who

    S?, scherzavo solo sulla somiglianza!
  2. Don Fabio Esqueda

    Who Is Who

    Sei sicuro che non sia Sean Connery?
  3. Don Fabio Esqueda

    Il Tex Originale

    E' evidente che dire "vecchio Tex" è altra cosa da "Tex vecchio". Purtroppo - e lo dico da amante del Tex di GLB che generalmente non apprezza il Tex odierno - mi sembra che da alcuni lidi si sia voluto fare una polemica inutile anche in questo caso.
  4. Cheyenne non credo che Carlo si sia comportato da presentuoso nel fare bonariamente quell'invito, ma molto semplicemente ha scritto quello che molti pensano in questo forum. Perchè ci può stare che uno ami più le storie di un autore di Tex piuttosto di un altro, ci può stare che si critichi e magari anche molto radicalmente una storia, ma se da due/tre anni a questa parte tu vedi che alcuni lettori, sempre gli stessi, per ogni storia che esce la criticano, sempre allo stesso modo e dicendo che non ci trovano niente di quel che gli piaceva una volta, la domanda sorge spontanea: perchè lo comprano quel fumetto se non gli piace? Magari uno si stanca di entrare nel forum e leggere per ogni storia sempre la stessa critica. Pensano di poter cambiare le strategie editoriali della SBE? cinque/dieci persone su un bacino di duecentomila? Ma andiamo siamo seri! Vogliono ribadire il loro punto di vista? Mi sembra giusto ma uno, due, tre magari 5 volte ma se ogni storia ci dobbiamo leggere che secondo loro non è Texiana. Basta lo abbiamo capito. Mi piacerebbe leggere anche qualcos'altro ogni tanto e magari se i loro interventi non fossere sempre uguali verrebbero letti con più attenzione dal resto del forum. Filippo, ti assicuro che ho molta simpatia per Carlo Monni, e trovo molto spesso i suoi interventi interessanti e pertinenti, ma non è la prima volta che risponde alle critiche rivolte al nuovo corso di Tex con affermazioni di quel tipo. Il tono della critica spesso lascia a desiderare, è vero, come del resto succede per il tono degli elogi, ma il rimpianto del vecchio Tex è abbastanza diffuso e "smettete di comprare" non è una risposta. Avrei da dire tremila cose, ma in questo momento non ne ho il tempo n° la voglia (mi sto trasformando sempre più in un Oblomov milanese). Tuttavia, condivido ogni virgola della posizione di Cheyenne.
  5. Devo essere sincero: detesto l'accanimento preconcetto nei confronti di Nizzi, ma qui non l'ho visto. E' una recensione negativa, ma mi pare abbastanza ben argomentata e da parte mia piuttosto condivisibile: non mi sembra lo sparare a zero, a volte violento e volgare, della Feltrin. Anche a me è parso che l'autore sia rimasto un po' impantanato in topoi già visti e stravisti, senza quell'inventiva, quella brillantezza del grande Nizzi che fu. Giudizio molto diverso invece su Filippucci, che IMHO ha reso in modo magnifico le ambientazioni e in modo personale ma convincente i due pard. P. S. Gino D'Antonio si chiamava davvero Sergio o Loi lo ha ribattezzato così sua sponte?
  6. Don Fabio Esqueda

    [Color Tex n. 03] Lo Sciamano Bianco

    James, non so che dirti, ma a me - per dirne una - quel cielo azzurrino fintissimo fa schifo. E' troppo chiedere che uno speciale, che al colore dovrebbe essere dedicato, presenti un colore - appunto - che sia parte integrante della storia, e non solamente una verniciatura con photoshop?
  7. Don Fabio Esqueda

    [Color Tex n. 03] Lo Sciamano Bianco

    Specifico che non prender? l'albo non certo per la copertina (suggestiva, ma IMHO rovinata dal culturista, antitetico a Tex), quanto per la colorazione interna. Colorazione che, unita a varie altre cose, mi pare una mancanza di rispetto per i lettori, e specialmente quelli di lungo corso (che credo siano la maggioranza).
  8. Don Fabio Esqueda

    [Color Tex n. 03] Lo Sciamano Bianco

    La copertina "lunare", sicuramente ben poco western, è comunque suggestiva. Ad ogni modo, per quanto sia il rischio di perdermi una bella storia, io non comprer? l'albo. E questo perchè, se è insensibile alle rimostranze dei forumisti, sono certo che la SBE non lo sia alle loro pecunie. Mi sembra dunque la miglior protesta contro una colorazione indegna, assolutamente irrispettosa dei lettori: forse pensano di poter dormire sugli allori, che tanto lo zoccolo duro Tex lo compra sempre. Cosè non sarà, per quanto mi riguarda.
  9. Don Fabio Esqueda

    [Texone N. 28] I Pionieri

    Io credo che, al di l' delle intenzioni dell'autore, il dubbio su Alce Grigio sia un elemento estremamente positivo della storia. Diciamo che, se Boselli tale dubbio non aveva intenzione di crearlo, gli è andata di culo. O altrimenti è stato bravo: bastava nulla per scadere nel patetismo, e invece tutto il "gioco" tra i Wilikins e il presunto figlio è gestito in modo delicato.
  10. Don Fabio Esqueda

    Aiuto per storia

    Errata corrige... parlando con mio padre (? lui il lettore Texiano accanito) mi ha detto che quell'albo è sicuramente prima del numero 520, e comunque degli anni 2000 E il capo indiano si chiamava Joselito, non Juanito La storia cui fai riferimento è Testimoni d'accusa (nn.471-472) di Nizzi e De La Fuente. Vediamo se i moderatori riescono a capire il tuo problema, oltre che spostare la domanda nel topic apposito. Nel frattempo, benvenuto sul forum!
  11. Don Fabio Esqueda

    [Texone N. 28] I Pionieri

    Ma l' è il contrario! Il figlio è il VERO figlio e per di più va a finire male! Non c'entra un fico! Anche se è chiaro che è TRA le fonti possibili, ma non certo l'unica... Chiaro che hai rimescolato un po' le carte, ma chiaro anche che lo spunto vien da l' (vedasi la sequenza del coltello). Comunque mi piace quando permane il dubbio, così come fu per la paternit? di Carson: il tutto è gestito con grande delicatezza, laddove basta un nulla per sforare nel melenso. Alce Grigio è il vero figlio o no? Ognuno può trovare una sua risposta. La mia è la stessa di James...
  12. Don Fabio Esqueda

    [Texone N. 28] I Pionieri

    Prima di intervenire in modo specifico e - si spera - esaustivo - voglio sentire ancora un po' di pareri. Mi limito però qui a far notare una cosa, che penso sia sfuggita ai più: la vicenda dei Wilkins e Alce Grigio è chiaramente ispirata a Cavalcarono insieme (Two Rode Together) di John Ford. Se c'è qualche forzatura logica, indicata da Tahzay, è perchè Boselli si è rifatto a un preciso modello cinematografico.
  13. Ho appena riletto questa storia, cui per la verità ai tempi dell'uscita (2006), in un periodo in cui mi ero un po' distaccato dalla serie, avevo dato solo poco più che una sfogliata. Mi è piaciuta e non poco. Molto solida, senza passaggi superflui o poco convincenti. Tex e Carson protagonisti validissimi nell'azione ma sempre col sorriso sulla bocca, come nella più tipica tradizione di Gian Luigi Bonelli. Grandissima abilità da parte degli autori nel creare un Grande Nord cupo e violento, onirico quanto inospitale, sorta di rifugio per la peggiore feccia delle terre calde. Proprio a riguardo di quest'ultimo punto, colgo l'occasione per notare come Boselli sappia valorizzare benissimo le qualità dei disegnatori: era accaduto con Ortiz, accade qui con Repetto, IMHO alla sua miglior prova su Tex. L'artista argentino interpreta bene i pard (per quanto si appoggi in modo un po' pedissequo al modello di Ticci, come già fatto notare da Paco), ma è addirittura eccelso nelle ambientazioni: il gelo di queste lande desolate si sente sulla pelle, così come il calore del bivacco (magnifica, nel primo albo, l'ultima vignetta di pag.73). Una vicenda che, come detto, si snoda con un ritmo perfetto (ottimo l'inserimento del lungo flashback iniziale), e che si apre a un finale notevole: pur essendo personaggi del tutto diversi, la sorte di Lafferty mi ha un po' ricordato quella del frate di La leggenda della vecchia missione (Nizzi - Ticci) e dona al racconto un nuovo risvolto drammatico; ed allo stesso modo Bones e Pollard tanto ricordano il Lester Mills di I dominatori della valle, quasi citata peraltro con l'entrata di Tex da Fitzgerald col cadavere di Ryan (ricordate l'ingresso col carro nello Cheyenne Club nella storia di Nolitta?). E' proprio nelle ultime pagine, prima di una chiusura "legalitaria" cui forse avrei preferito una chiusura col sangue, che le figure dei due killer, ormai attanagliati dalla paura, acquistano vera forza e spessore. Chiudo con una riflessione sul bell'intervento dell'utente Vace, che riporto: Le mie idee sulla pena di morte sono del tutto identiche alle sue. Anzi, posso dire che ai tempi feci i suoi stessi pensieri a riguardo del finale di Oklahoma!, quando Carson si dice disposto a pagare per vedere Cummings impiccato. Con gli occhi di oggi, trovo invece giusto che gli autori (per la cronaca, penso proprio che Boselli e Berardi siano contrari quanto il sottoscritto e Vace) scelgano il linguaggio di Tex (e pards) assecondandone la natura di uomo giusto ma anche legato al suo mondo, un mondo in cui i cattivi sono cattivi e stanno bene solo in una cassa di pino. Aprir? presto una discussione in cui sviluppare questo spunto. Ah, i voti : Soggetto: 9 Sceneggiatura: 9,5 Disegni: 9,5 Giudizio in stelle: ****/*****
  14. Dissento completamente su ogni punto del discorso. Mi chiedo peraltro che senso abbia questa consequenzialit? logica più naturale=più bello. Erano naturali i Tex e Kit bianchi di Spettri? Evidentemente no, ma è stata una scelta geniale e efficacissima. La copertina scartata è molto più dinamica, IMHO. De gustibus...
  15. A parte il fatto che un conto è il colore piatto (piatto? > ) di Galep e un altro quello di Photoshop, non capisco come, tra tanti cambiamenti assurdi che son stati fatti, l'unico che andrebbe adottato subito viene considerato come troppo rivoluzionario. Per non parlare del colore-porcheria dello speciale estivo. Colori di Villa subito!!!
  16. Forse è penalizzata dal formato a striscia, che obbligava di fatto a un racconto d'azione, ma questa storia IMHO non regge il confronto nè con le altre due sul passato dell'eroe - Il giuramento e Tra due bandiere (che tra l'altro la contraddice in modo evidente) - nè con i due capolavori sulle "antiche gesta" di Tiger e Carson. Si legge in modo gradevole, con un Tex prima maniera (ovvero molto violento, talvolta, come sottolineato da AtTheRocks, in modo poco convincente), ma lascia davvero in secondo piano l'intimità dell'eroe: non vediamo neppure il volto del padre Ken (il cui cadavere è lasciato peraltro a lungo insepolto), mentre è sbrigato in breve il rapporto col fratello. Proprio quest'ultimo rappresenta un'occasione sprecata, giacchè tale rapporto viene presentato sotto una luce molto particolare: tra i due non corre buon sangue. Quando Sam si rifiuta di superare il Rio Grande, Tex, discutendo con Gunny Bill - il suo mentore, verso il quale viceversa il giovane eroe mostra grandissima stima: è il classico uomo che ha perduto il colore dei capelli ma non il coraggio - ne parla come di un timorato dalla legge; e emerge addirittura un evidente disprezzo quando ne rifiuta il danaro per la metà del ranch (n.84, pag.33). Il tema tuttavia rimane solo abbozzato e GLB chiude il cerchio con la vendetta contro Rebo, vendetta che si attua peraltro più per dovere di faida che per reale coinvolgimento emotivo. Come detto, l'unico spiraglio lasciato al sentimento (pur scevro da patetismo, errore in cui IMHO sono invece caduti spesso i successori di GLB) è nel rapporto con Gunny, quel "vecchio reprobo che diceva di esser stato con Sam Houston nella guerra contro il Messico" e "faceva un po' di tutto... cuoco, domatore di cavalli e mandriano, ma, appena aveva un momento libero, tirava fuori le sue pistole e cominciava a smontarle e a oliarle fino a renderle quasi nuove". E' al suo ultimo saluto che Galep dedica, nell'ultima vignetta di pag.28 (n.84), l'immagine più bella. Da lì in poi, azione gradevole ma per nulla significativa per il personaggio. Tra le note positive, alcune battute spassosissime sul finire del n.83: a pag.117 è irresistibile Carson, che rimprovera ai cani radunatisi attorno a lui di averlo scambiato per una bistecca di gatto; a pag.127, all'attempato ranger che si lamenta per non aver digerito la cena, Tex replica così: "Cosa pretendevi? Che con un colpo di fucile ti procurassi un bel quarto di vitello arrosto con contorno di patatine?" Soggetto: 6 Sceneggiatura: 6,5 Disegni: 9 Giudizio complessivo: *** su ***** P. S. La scena della vendetta per Ken Willer a Jimenez sarà ripresa, pressochè identica, all'inizio del n.105, con Tiger scudiero in vece di Gunny Bill.
  17. Io credo che Tahzay, e in tal caso condividerei perfettamente il suo ragionamento, intenda dire che un conto sono i valori (lealt?, uguaglianza delle persone, difesa dei più deboli, etc...) di Tex, un altro è il suo modo di stare in scena. A parer mio, il personaggio non è quasi mai stato snaturato secondo i primi, mentre lo è stato per quanto riguarda il secondo (fulcro narrativo che verte su altri personaggi, venir meno del suo tipico atteggiamento di uomo giusto dai modi poco ortodossi, etc...). P. S. Edito per dire che, erroneamente, sono intervenuto sull'ultimo post di Tahzay. Sul penultimo, ahimè, non ci ho capito nulla neppure io.
  18. La carne al fuoco è moltissima e non è facile intervenire in modo esaustivo, quindi evito di toccare punto per punto cercando invece di dire liberamente la mia. In primis, credo sia necessario un chiarimento: un conto è il rispetto del personaggio Tex, un altro quello della struttura narrativa della saga. Personalmente credo che il primo sia stato sostanzialmente rispettato, il secondo molto meno. Ma su questo punto torner? dopo. - Calo delle vendite Onestamente, Gianbart, su questo punto credo che la valutazione dei lettori sulle storie incida in modo minimale, se non nulla, sul fenomeno. La verità è che, sia per l'esplosione del fenomeno TV sia per l'avvento di Internet, si legge da molti anni sempre meno. Inevitabile che la SBE sia coinvolta anch'essa in questa crisi. - Gian Luigi Bonelli In questi giorni, anche da parte di utenti che stimo molto (con Leo ci scambiamo peraltro sempre pareri sugli articoli del Magazine, prima di consegnarli), ho dovuto sorbirmi cose allucinanti, che peraltro - non so che farci, ma è così - mi fanno dubitare della loro profonda conoscenza del Tex di GLB. Uno dei leitmotiv, sotto testo, è che le storie di GLB siano in genere divertenti, ma presentino personaggi in genere privi di spessore psicologico. Al di l' del fatto che ritengo molto discutibile che il valore di un'opera sia solo nella caratterizzazione dei personaggi, l'argomentazione mi lascia allibito. Gli esempi di personaggi stratosferici nel Tex del suo creatore sono migliaia e ne cito due per tutti: Hope e Barlow, che uccidono per noia. Semmai la differenza con Boselli, ma anche con altri autori, è che le psicologie emergono nell'azione, e non è la narrazione a costruirsi su di esse. Il tutto in linea con le "radici letterarie" di GLB, amante del feuilleton. Non è un caso che il Tex recente sia stato un pesce fuor d'acqua in varie occasioni: la cosa deriva evidentemente da questa alterazione. - Protagonismo di Tex vs spessore psicologico dei comprimari Altra questione, per cui riprendo un discorso di qualche tempo fa dell'ottimo Tahzay. Sembra quasi che chi vuole un Tex protagonista (e in GLB lo era quasi sempre, anche quando non era presente: vedasi La cella della morte e l'inizio di Gli eroi di Devil Pass, in cui è proprio l'assenza dell'eroe a creare alone sulla sua figura) desideri delle mezze calzette come comprimari. E' un teorema ridicolo, secondo cui un personaggio, per avere forza, deve essere protagonista o quantomeno occupare tanto spazio. Vi assicuro invece che esistono personaggi memorabili che compaiono in pochissime pagine, e non solo nelle storie di GLB: cito per tutti (per restare in ambito texiano, ma potrei attingere da qualsiasi contesto narrativo) Johnny Lame, lo storpio che ha sfidato la sua natura e cerca di scappare inutilmente dal suo destino. E cito anche Orso Che Corre, visto che è appena uscito sul nostro magazine un bell'articolo su Medda. Peraltro, non dovrebbero esistere gli Oscar al non protagonista, se fosse valido l'assioma da più parti proposto (o comunque implicito nelle argomentazioni). - Tex figlio dei tempi dello scrittore Che non si possa, e anzi non si debba, scrivere Tex oggi come nel '48 è fuori discussione. Lo scrittore DEVE mettere del proprio, un proprio che deriva dalle esperienze maturate nella sua vita e che sono figlie del suo tempo. Ho però anche la sensazione che, dietro a questa evidenza, ci si sia nascosti per far sè che valesse tutto. E' un equilibrio delicato, ma scrivere bene Tex secondo me è nel coniugare i cardini narrativi creati da GLB con il cambiamento dei tempi: c'è riuscito magnificamente Berardi in Oklahoma!, in modo minore - o, più che minore, poco continuo - altri autori. In alcuni casi (vedasi l'orribile Caccia infernale) Tex è morto. Per il momento mi fermo qui, ma la carne al fuoco è tantissima e avrei molto altro da dire. P. S. Leo, i capolavori son quelle opere che conservano valore in qualsiasi epoca. I fasti passati - e parlo di storie MONUMENTALI come Sangue navajo, Il giuramento, Il figlio di Mefisto, In nome della legge, Terra promessa o Odio senza fine - sono passati irreversibilmente, forse. Di sicuro non inevitabilmente!
  19. C'è talmente tanta carne al fuoco che sto aspettando una situazione più di quiete per dire la mia. Una cosa mi sento però di dirla: indipendentemente dai gusti, Tex è quello di GLB, che lo ha creato e sviluppato con caratteristiche basilari, senza le quali Tex non sarebbe. Gli altri autori ne hanno fornito un'interpretazione personale, per certi versi arricchendolo, ma sempre di interpretazione si tratta.
  20. Attendo ancora un po' a intervenire su tutti i punti sollevati, ma nel frattempo posso dire che Tahzay ha secondo me centrato pienamente il punto. Difficile essere più chiaro e incisivo.
  21. Prima di dire la mia in modo, si spera, esaustivo, vorrei capire una cosa: quale sarebbe la contraddizione tra protagonismo di Tex e spessore psicologico dei comprimari? Sembra quasi che se una figura non è protagonista debba essere superficiale: a questo punto, si potrebbe anche abolire l'Oscar al miglior attore non protagonista. O no?
  22. Trovo onestamente un po' assurdo il discorso di West10: è ovvio che, non essendo più tra noi, non si può avere la conferma di ciò che piacerebbe oggi a GLB. Il quale tuttavia ha creato e scritto per quarant'anni Tex, lasciando un "universo Willer" sorretto da elementi cardine. Ora, non si può escludere a priori che GLB oggi apprezzerebbe un Tex che scopasse a destra e a manca, che non sapesse sparare o partecipasse divertito a un massacro di indiani inermi (prendo gli esempi più assurdi): ma possiamo dire che tutto ciò è antitetico a come la saga è nata e si è sviluppata. Ci sono dei cardini per cui Tex è Tex, senza i quali non lo sarebbe più. Ciò detto, non sono neppure d'accordo con Paco su Alison (passi che una sceneggiatura sia sottoposta a modifiche prima della pubblicazione, ma qui si è cambiata la storia nelle ristampe!) e su Donna: Boselli è stato IMHO bravissimo a lasciare il dubbio su di chi sia figlia, salvo poi creare un seguito insopportabile come I sette assassini. E' il motivo per cui terrei nel dimenticatoio le due Misses Parker: il rischio del passaggio al romanzetto rosa è sempre in agguato, specie con un autore a volte melenso come Boselli.
  23. Don Fabio Esqueda

    [627/628] Salt River

    jack sei pazzo! SPOILERDonne impiccate in Tex! Ma quando mai? Beh, almeno una si è vista, in "Cheyenne Club" di Nolitta. Pu? essere che me ne sfuggano altre...
  24. Don Fabio Esqueda

    Tex Secondo Nizzi

    Grazie, Roberto, mi hai tolto un peso sullo stomaco .
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