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Don Fabio Esqueda

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Tutto il contenuto pubblicato da Don Fabio Esqueda

  1. Concordo con Paco, e fornisco un esempio per tutti: 'Chinatown' !E' la storia con più errori della storia di Tex ( la lista è nella mia piccola recensione della storia, nella sezione apposita, ma anche i miei colleghi ne han fatto notare altri ), ma quant'? bella....
  2. Don Fabio Esqueda

    Il "disegnatore Principe"

    Non faccio in tempo a stare due ore lontano dal forum, ed ecco che si scatena una battaglia di Hastings !Sono un po' stanco, e faccio fatica a seguire un discorso articolato in cui si finisce a parlare pure del buon David Hume!Domani legger? bene il discorso, e sapr? parlare con maggior raziocinio, ma nel frattempo...1) Non concordo sul fatto che la bravura tecnica non sia oggettivabile: ci sono nozioni grafiche che sono oggettive. Il fatto che una testa sia proporzionata o no è oggettivo, e in questo - lo dico da galleppiniano fino al midollo - Villa è superiore, al di l' del fatto che Galep, negli ultimi anni, avesse problemi di vista che gli impedivano di dare il massimo. Detto questo, rendiamoci conto che un fatto è disegnare tutto da solo, con tempi ristrettissimi, col rischio di non poter mantenere la famiglia ( la professione del disegnatore doveva essere davvero un azzardo, ai tempi ), un altro è potersi permettere di disegnare solo sei albi in venticinque anni ( non voglio dire certo che Claudio sia uno sfaticato, ma che il tempo permette una maggiore cura del disegno! )2) Il paragone tra i due disegnatori è inattuabile, dal momento che uno è nato nel 1917, l'altro nel 1959, uno a Casal Di Pari, l'altro a Lomazzo, e ogni altra cosa. Prima di paragonare i disegnatori, bisognerebbe paragonare le loro vite.3) Concordo sull'idea che non sia la maggior capacità tecnica a determinare la grandezza di un artista, che non è un designer che deve produrre cose in serie, n° un miniaturista, ma un uomo che deve riprodurre, tramite il disegno, il suo universo.4) Il Tex di Villa, fantastico in alcune storie, come 'La Congiura' , non mi piace se deve diventare la versione ufficiale del nostro ranger. Questo Tex muscoloso come Rambo non è il mio Tex, che invece è l'eroe riflessivo, dubbioso di Galep. Pur superiore tecnicamente, Villa presenta un Tex che sta alla versione originale come Vin Diesel di XXX sta a De Niro di Taxi Driver. Anzi, mi sembra che rappresenti un po' la volgarit? dei tempi, e dico così nonostante io abbia solo 26 anni. Vi racconto un aneddoto. Passeggiando per il porto di Ancona, di rir?torno dalla splendida Dubrovnik, mi trovavo con un amico davanti ad un'edicola, in cui acquisto 'Giochi di potere'. Quando lui, che mai ha letto Tex ( non credo sappia nemmeno chi sia Carson, per intenderci), ha commentato, nel vedere la copertina, 'Ma quant? è diventato zarro Tex! ', devo dire che l'ho capito.5) Detto questo, Villa mi piace moltissimo, oltre ad essermi molto simpatico umanamente: e tuttavia il Tex di Galep emana un fascino più intenso, l'odore di una dedizione all'epoca davvero pionieristica....
  3. Don Fabio Esqueda

    Il "disegnatore Principe"

    Son d'accordo con Wasted: al di l' del fatto che ho amato sempre molto più il Tex 'umano' di Galleppini rispetto al Tex 'muscoloso' di Villa (pur bravissimo) , non si può effettuare un paragone simile. Galep ha disegnato Tex non dormendo la notte ( Sergio Bonelli ricordava di quando, la notte, nella stanza di Galep la luce rimaneva accesa...), e ha sfornato un numero infinito di storie... Il buon Claudio ha disegnato solo sei, dico sei, storie di Tex in quasi 25 anni di carriera... anche se è vero che è giusto considerare lui il disegnatore principe, dal momento che il suo tratto grafico è quello a cui, grazie alla prima immagine, cioè la copertina, associamo il personaggio. La situazione in effetti è paradossale: un grande disegnatore, copertinista di Tex senza disegnare Tex...
  4. Ho dimenticato un accenno ad un disegnatore che, nonostante la sua avventura texiana non sia stata lunghissima, credo sia stato amato da molti lettori: Alberto Giolitti, con quel tratto che mi ha fatto sempre simpatia ... Non trovate che assomigli, per certi versi, a quello di Sommer?
  5. Scusate il parziale off topic, ma devo ringraziare davvero la nostra Cheyenne per l'empatia che mi ha dimostrato!Concordo su tutto! Man mano che si va verso il numero 400 il mio amore per Tex diminuisce... Su Tex bisogna essere conservatori: le storie senza una durata precisa, la copertina in cartoncino e non in plastica, colorata ad acquerello e non al computer, la scritta 'Testo di G. L. Bonelli, le didascalie ( che Boselli ha annullato, distruggendo Tex), etc. etc. Questo è Tex: non la scatola di tonno in cui le sciagurate scelte editoriali lo stanno trasformando. Ma pensate se la prima Tigre Nera non avesse avuto inizio a pagina 75 de 'Il regno del silenzio' : sarebbe la stessa storia di cui siamo innamorati? No!Mi scuso dell'off topic, ma era troppo importante!Tornando sulla discussione, la scelta di Venturi non mi sembra male... Considerando che Villa non è (al momento, si spera! ) disponibile per la serie regolare, e che Civitelli ( che, come sapete, non amo ) non mi sembra adattissimo per un' ambientazione come San Francisco ( il tono chiaro dei suoi disegni mi pare poco conciliabile col tono cupo che dovrebbe pervadere la storia) , ecco che la scelta del disegnatore bolognese mi parrebbe buona. Peccato davvero per Villa, anche perchè la sua San Francisco ( 'La congiura') era veramente ai livelli del maestro Letteri !
  6. :S: E' una classifica onestamente impossibile!Come faccioèPremesso che, se è richiesta una top-five, non è giusto fare ex-aequo, e che mi dimenticher? di metà dei disegnatori, provo nella mission: impossible.1) Galleppini2) Ticci3) Ortiz4) Frisenda5) VillaTanto perchè capiate la mia crisi morale nel fare la classifica, vi rammento chi ho lasciato fuori: Magnus, Kubert, Nicol', letteri, Fusco, Capitanio, i Cestaro ( tra i nuovi disegnatori i migliori), etc. etc.
  7. Odiosa l'idea di preconfezionare le storie in un numero preciso di albi: fossero almeno tre, ecco che la storia avrebbe respiro. Questa soluzione mi sta facendo davvero disinnamorare di Tex: mi pare di essere al supermercato, dove al posto della pasta compro un Tex già salato e inscatolato. Ma quant'? bello leggersi le storie che iniziavano a pagina 30 di un albo, e finivano a pagina 74 dell'albo dopo, o qualsiasi altra cosa? Quant'era più libera la fantasia degli autori?Ho tanta, ma tanta, nostalgia dei bei tempi....
  8. In effetti non ho letto 'Lo Squadrone Infernale' : del resto, ho poca conoscenza dei Maxi, tra i quali ho ricordo solo di 'Oklahoma', 'Il Treno Blindato', 'Il Veleno Del Cobra' e 'Nei territori del Nord Ovest'. La scena che mi hai descritto, in effetti, mi costringe a rimangiarmi la mia considerazione!Un altro esempio che mi sovviene è il texone di Kubert, da me riletto due giorni fa, in cui l'elemento violento è forte ( il tentativo di stupro, il massacro dei Colter, l'uccisione di Frank Barrett da parte del fratello ). E altro esempio celebre è pure 'Furia Rossa', con quella scia di sangue che Tiger si porta dietro ( tuttavia, il lettore sa che quella di Tiger è rabbia, odio, ma non crudeltà fine a se stessa). C'è una cosa da dire, però: il fatto che Nizzi non abbia quasi mai presentato un Tex in solitaria ( che 'Il Cavaliere Solitario' sia l'unico caso? Mi sta venendo il dubbio...) determina il fatto che i pard stemperino la narrazione anche quando è cruda (pensiamo al 'moscerino' che importuna Carson alla fine di 'Furia Rossa' ! ). Invece, cosa strana, Segura presenta un Carson simpaticissimo, ma la storia rimane cruda: il mio riferimento, qu?, è 'Il Treno Blindato'.
  9. Perchè ironica? No, son serissimo, Mister P !Visto che su Ubc anche 'Fuga da Anderville' è una storia così così, e appena si pronuncia il nome Nizzi piovono insulti, non mi fiderei molto dei giudizi negativi , se l'atteggiamento di Two nei confronti dello scrittore di Fiumalbo fosse analogo!
  10. Com' è disposto Two nei confronti di Nizzi?Se è come Ubc c'è da pensare al capolavoro!
  11. Beh, che ingiustizia !Da casa mia a via Buonarroti ci si mette 10 minuti di macchina, e a Sassari è già uscito? Che sia uscito anche qu?? Visto che non ho voglia di scendere, qualche collega milanese mi potrebbe dare notizie? ;)
  12. Come mai è già uscito a Sassari?
  13. Si è scatenata una bella battaglia tra Due e Anthony Steffen!Che dire? Come anche Anthony sa - visto che sui disegnatori non ci intendiamo molto- io sono un grande estimatore di Ortiz, in assoluto il mio preferito insieme a Ticci ( Galep fa storia a sè ): con due linee si crea già movimento. Altri disegnatori, tecnicamente magari più abili, non hanno questa capacità. Chiusa la parentesi disegnatore, concordo sul fatto che 'Oro Rosso Sangue' è un titolo infinitamente più bello di 'Sulle Piste Del West', che, tra l'altro, non si capisce cosa abbia a che fare con la copertina. Per quanto riguarda Segura, non ho letto 'L'Oro Del Sud', e quindi il mio giudizio si limita a 'Il Treno Blindato' : un Tex particolare, una storia violenta come raramente si è visto, dura, solidissima. Del resto, gli antecedenti violenti ci sono eccome, e bonelliani doc: 'Massacro' , 'Il Giuramento','Vendetta Indiana', o , opera di Nolitta, 'I Dominatori Della Valle'. L'elemento violento invece mi pare assente in Nizzi. Veramente non capisco questa critica allo sceneggiatore spagnolo...
  14. Sono molto curioso di leggere questa storia. Mi son perso molti Maxi, ma 'Il Treno Blindato' la ricordo come una storia di rara bellezza. Mi piace moltissimo lo stile 'aspro' di Segura, che va a nozze con il tratto sporco, espressivo di Ortiz (come ben saprete i due son legati da amicizia e sodalizio artistico ). A tal proposito, davvero non capisco l'avversione, comune a molti texiani, nei confronti del disegnatore spagnolo: è capace di creare pathos con tre linee, molto più di colleghi magari più preparati tecnicamente. Lo ritengo semplicemente un genio, e vedo nel suo tratto l'impulso, il movimento dell'artista: mi piace tantissimo quel tratto sporco, che emana sudore, puzza, profumo di West!Mi sarebbe sembrato davvero particolare un Tex in solitaria per una storia equivalente a tre albi: meno male che c'è il Vecchio Cammello!
  15. Ahaahaaa, non so perchè, mi piace di più recensire le cavolate dei capolavori!La storia non esiste, e pare un remake mal riuscito del texone ticciano 'Il Pueblo Perduto', che aveva il suo forte nei paesaggi del maestro senese. Qu? invece il disegno di Civitelli, più adatto alla città che ai paesaggi, che io non amo, ma di cui riconosco la capacità tecnica, è sprecato. Per il titolo, io suggerisco una citazione dostoevskjiana, 'L'Idiota', al posto di 'Tumak il C-****e' : un titolo assurdo, per un personaggio nullo (mi ricorda il caso di 'Mingo il Ribelle' ). Ridicola la pianificazione editoriale, mi associo a Ymalpas. Voto:2
  16. In effetti è una scelta molto ardua, e non mi sembra molto logico definire l'una migliore dell'altra. Non sono neppure troppo d'accordo sul fatto che entrambe abbiano il proprio nucleo in un sentimento di amore. Lo ha senz'altro 'Il Passato di Carson', non 'Furia Rossa' , dove il vero tema, secondo me, è il passaggio dalla prima giovinezza all'età adulta. Non è la storia d'amore il punto focale, l'amore tragico diventa una metafora della fatica adolescenziale: ho sempre visto la storia nizziana come un romanzo di formazione, per certi versi simile a 'Infanzia, Adolescenza, Giovinezza' di Tolstoj. E questa maturazione avviene attraverso quasi una dialettica hegeliana ( spero che qualcuno mi capisca, son figlio di professori di filosofia e sono una specie di 'spugna' di informazioni! ) , per cui il riconoscimento di sè avviene attraverso il riconoscimento dell'altro ( cioè Tex!!! ): è l'amicizia che permette a Tiger di essere Tiger. Invece nella storia boselliana il 'dolore' d'amore , di cui il buon Kit stesso ci racconta, nel dialogo con Lena, è veramente il punto centrale: lo sceneggiatore milanese ci rende proprio insicuri del fatto che il Carson che abbiamo sempre conosciuto, con le sue battute, le sue premonizioni funeree, le sue bistecche con le patatine, avesse tal sorte già scritta: gli eventi avrebbero potuto portarlo su altri sentieri, ad un destino diverso rispetto a Tex, Kit junior e Tiger Jack, ed è una scoperta veramente sconvolgente. Carson poteva non essere Carson! Come, acutamente, ha scritto AtTheRocks, altra differenza fondamentale è proprio il fatto che Tiger ha superato (dialetticamente! ) il passato, mentre Carson deve affrontarlo nel presente: quindi, cambia totalmente lo stile della narrazione, malinconico, ma sereno, nel primo caso, cupo e pieno di apprensione, nel secondo. La storia boselliana presenta poi una straordinaria galleria di personaggi (Personaggi, non i 'soldatini' riprodotti in serie di adesso), cui, invece, Nizzi non è interessato: lasciatemi solo ricordare lo straordinario personaggio di Johnny Lame, lo zoppo codardo. I finali, da brividi, rispecchiano le differenze suddette, anche nel ritmo: duro, ma sereno, laddove è un ricordo, incancellabile, ma ricordo, agitato, laddove il superamento sta per avvenire, ma non è ancora tale. Capolavori incredibili, li metto alla pari nell'Olimpo Rangeriano. Fatemi avere tanti pareri, mi farebbe un gran piacere!
  17. Uhm, il buon Boselli dovrebbe leggere attentamente queste parole...
  18. Un grandissimo disegnatore... Non la penso come l'Indio, io l'ho sempre visto come più adatto alle avventure nel Grande Nord rispetto alle storie 'desertiche' ( è bravissimo anche l', si intende !). Il disegno postato da AtTheRocks è bellissimo, vivo: a mio giudizio la grandezza dell'artista ligure è proprio nell'abbinare corpi massicci ad un continuo senso di movimento (guardate l'alligatore), effetto ottico veramente difficile da rendere. E che belle le sue paludi... Mi piacerebbe capire il perchè la sua ultima storia apparir? sull'Almanacco Del West, che nessuno compra, e non, come meriterebbe, sulla serie regolare. Mah...
  19. Il paragone tra la fine di Lansdale è quella di Fraser in 'Massacro!' è inattuabile, in primo luogo perchè quella di Fraser non è una fine. Analogamente il bandito abbandonato nel deserto ne 'Il Giuramento', o gli 'intrusi' de 'L'Oro Del Colorado', potrebbero essere ancora vivi: la scelta sulla loro sorte è del Fato, non di Tex. Borman, in 'Tucson', è ucciso a sangue freddo, ma non a tradimento: è un fatto già strano, e non mi sovvengono episodi simili. Brennan, sempre ne 'Il Giuramento' - sembra inutile specificarlo, ma credo sia giusto consentire anche ai lettori alle prime armi di seguire il discorso-, viene ucciso con un tranello, ma non è esattamente una morte 'telecomandata' come quella di Lansdale. Effettivamente, il caso in questione assomiglia molto di più a quello di Caudill in 'I Predatori Del Grande Nord', nonostante queste siano le parole di Tex a Carson: ' Non mi piace uccidere senza necessit?, lo sai benissimo... resta il fatto che quei due sarebbero comunque finiti sulla forca, perciò ho involontariamente abbreviato le loro sofferenze! 'Forse, anche qu?, una differenza c'è: in 'I Predatori Del Grande Nord' l'uccisione telecomandata ha anche un fine difensivo, visto che i nemici stanno accorrendo, mentre tale obiettivo non si ha nella storia di Manfredi. Ancora più insolito che Tex non sia orgoglioso delle proprie azioni, e che 'deleghi' ad Hawks le proprie 'responsabilità'... Quanto alla ragione del gesto del nostro ranger, ovvero la difficolt? a trovare prove che inchiodino il cattivo, vorrei ricordare, con un solo esempio, la geniale trovata nizziana in ' Bersaglio Tex Willer! ', con la sceneggiata di Rafferty: Tex ha sempre avuto pochi scrupoli, ma qualcuno sempre. Potremmo addirittura pensare agli scrupoli che Tex si fa nei confronti di un simpaticissimo personaggio come 'l''Artiglio Nero ('Il Laccio Nero'), che oltretutto è finito nei guai per sfortuna, e non per volont? dei nostri Pard! Quasi quasi Tex si ammazza per salvare uno che lo voleva dare in pasto ai topi!Detto questo, la dipartita di Lansdale è più unica che rara,Tuttavia, credo sia un gran bel finale, anche se è forse un po' retorica la frase sull'acqua come bene di tutti: Tex difende i deboli, ma non è un Rousseau che ragiona sull'origine della disuguaglianza sociale... E comunque, un finale non classico su una storia classica è una ciliegina sulla torta. Bravo Manfredi!
  20. Wasted, se dai un'occhiata a ciò che ho scritto sul Topic dedicato a Boselli, credo di aver ben spiegato l' cosa intendo per 'volgarit? boselliana' : lo sceneggiatore milanese ha creato spesso figure sopra le righe, sgradevoli, caricaturali, giocando con i generi (soprattutto l'horror) con troppa disinvoltura. Ecco, Nizzi invece, a mio giudizio, spesso noioso, non è mai andato sopra quelle righe. Concordo pienamente sul discorso della professoressa di matematica: fa sempre bene un bel bersaglio...
  21. In effetti la morte di Lansdale è molto strana: non si è mai visto Tex che uccida l'avversario senza affrontarlo da pari a pari. Questa scelta allontana Manfredi dall'universo del nostro ranger, e lo rende lontano dai modelli di Nizzi e Bonelli senior, cui sembrava appoggiarsi. L'uccisione di Lonsdale mi fa pensare solo ad un precedente, che mi ha lasciato un po' interdetto: l'uccisione di Borman in 'Tucson' ( non vorrei confondermi tra i nomi, mi riferisco al personaggio che Tex fa volare dalla finestra spaccandogli l'osso del collo). In ogni caso, il mio giudizio è piuttosto positivo, anche se, effettivamente, non è una storia di cui mi ricorder? in eterno: forse avevo solo bisogno di un po' di Tex, in mezzo al non -Tex di Boselli, che pure per certi versi apprezzo. Come sapete, non sono appassionato di Civitelli, ma su quello c'è poco da dire: de gustibus...
  22. Un grandissimo sceneggiatore per un grandissimo personaggio. Claudio Nizzi è stato capace di seguire il modello di Bonelli senior senza che il nostro Tex apparisse invecchiato: non è cosa da poco. L'artista di Fiumalbo è uno scrittore classico: a mio giudizio, il principale motivo dell'antinizzismo è proprio questo. Ciò che è classico è noioso, questo il sillogismo dei tanti detrattori sbarbatelli, che si permettono di giudicare senza magari aver mai letto 'Fuga da Anderville' o 'Furia rossa'. Devo insistere su un tema: l'abolizione della didascalia da parte di Boselli. La scelta è chiara: rendere il personaggio più moderno, facendo sè che manchi la certezza spazio-temporale dalla narrazione. Ma Tex è Tex, non Dylan Dog, nato nel 1948, non negli anni '80. Ecco, Nizzi ha conservato quella certezza: è un grandissimo pregio, non un difetto, visto che stiamo parlando di Tex e West. Capace di notevolissime sottigliezze psicologiche ( pensiamo a Howard Walcott de 'Fuga da Anderville' , a mio giudizio il capolavoro), il buon Claudio è parimenti ironicissimo: a questo proposito, fantastico il titolo di un capitolo de 'La leggenda della vecchia missione' , 'Fratello Carson, Sorella Colt' !Gli ultimi anni hanno effettivamente segnalato un netto calo di qualità nei suoi scritti, spesso noiosi, ma, a differenza secondo me di Boselli, mai volgari, e comunque sempre texiani. Forse l'idea di un addio, ora, magari dopo quello che speriamo essere un capolavoro, 'L'Artiglio Della Tigre' , potrebbe non essere sbagliata: tuttavia, l'idea di Boselli(che, peraltro, per certi versi apprezzo) come primo sceneggiatore mi sa tanto di fine del mio rapporto col grande amore Tex ...
  23. Ragazzi, son d'accordo con quel che ha scritto, qualche mese fa, ormai, Tigerjack32 : anch'io ho la sensazione che si tenda sempre all'elogio (questo non significa che non vi siano pareri positivi autentici, si intende, e non lo dico perchè alcuni non condividono il mio parere negativo). La storia, da me riletta esclusivamente per curiosità, è secondo me non brutta, bensì orribile. Orribile perchè volgare : il buon Boselli, che, come avrete capito, non riscuote troppa simpatia nel sottoscritto (non umanamente,, ma come autore texiano! ), si diverte a giocare con i generi con una disinvoltura irrispettosa di Tex. Ne viene fuori un horror-splatter simile a quell'altra schifezza (a parer mio, ovvio) de 'La Minaccia Nel deserto' . Alcune figure sono proprio degne dei peggiori filmini per adolescenti, come il nanetto forzuto, figura volgarissima e fuori le righe. Immancabili poi le personalit? multiple alla 'Mission: Impossible' ( la 'doppia' Nephret), i soliti personaggi, che dovrebbero essere ambigui, mentre, invece, non hanno alcuno spessore psicologico e sono semplicemente abbozzati ( Juan Raza ), immancabile il solito mieloso ricongiungimento familiare, un must boselliano (pensate a 'Matador' ). La cosa incredibile è che lo stesso sceneggiatore che disprezzo è allo stesso tempo l'autore di storie che, pur molto poco texiane, sono capolavori letterari: 'Patagonia', 'Il Passato Di Carson', 'Sulla Pista Di Fort Apache' , 'Gli Assassini' , 'Gli Invincibili'... E' un mistero che non riesco a svelare... Capitolo Letteri: disastroso. E mi piange il cuore dirlo, perchè è sempre stato uno dei miei disegnatori preferiti, con quel tocco ironico, graffiante: l'ironia non c'è più, e il tratto va di pari passo con l'imbruttimento della trama. E' come se i problemi fisici di Guglielmo, comunque straordinario per la sua dedizione al ranger, avessero inciso più sulla finezza, che sulla precisione, del suo tocco: almeno, io la penso così. Come avrete capito, il mio voto complessivo è 2!
  24. Certo ragazzi!I gusti sono personali, ed è bene che siano diversi, altrimenti non sarebbe possibile il confrontarsi, come dice saggiamente AtTheRocks. E' interessante il parallelo proposto da Wasted tra Civitelli e Letteri: in effetti il disegnatore romano è il capostipite di quel 'disegno pulito', che è l'oggetto della discordia. Tuttavia, nel suo tratto emerge quell'ironia che sento mancare nel tratto del disegnatore aretino, che , a mio giudizio, è eccelso tecnicamente, ma incapace di trasmettermi quel 'tocco d'artista' dei grandi. Vedo bei disegni completamenti inespressivi: Ortiz, magari meno bravo tecnicamente, sa creare un pathos che Civitelli non potr? mai trasmettermi. Scusatemi il parziale Off Topic, da cui esco immediatamente. Rileggendo l'albo, è proprio vero quel che dice Anthony: quanto sentivamo la mancanza di una bella scazzottata, o di una bella scena con bistecca e patatine!
  25. :S: Manfredi:"Avverto naturalmente un senso di responsabilità, che mi porta a una scrittura misurata e ad evitare le tentazioni a "strafare", perchè non c'è cosa peggiore che possa fare uno sceneggiatore chiamato a raccontare avventure di un personaggio creato da un altro autore e di grande tradizione, che pensare di poterlo stravolgere a proprio uso e consumo, o reinventare liberamente, magari per "aggiornarlo" al giusto di moda in quel momento. Tex è un classico e come tale va trattato. D'altro canto, ma ci pensate? Uno segue un personaggio dei fumetti fin da ragazzino, e da grande ti ritrovi a scriverne qualche avventura. L'importante è affrontarlo con assoluta normalit?, non farsene intimidire." :S: Ciò che ha dichiarato Manfredi sembra esattamente ciò che critico a Boselli, la mancanza di rispetto verso il personaggio... Al di l' di questo, ho letto solo oggi la storia: ben scritta, molto classica, con alcuni must western come il bagno nella tinozza... Non una sceneggiatura troppo coinvolgente, ma molto bonelliana, eccezion fatta per alcune atmosfere che sembrano rimandare a Peckinpah, estraneo all'universo di Gianluigi Magno (il citato bagno nella tinozza o la riunione, qu? sopra rappresentata, nel granaio)... e Carson è finalmente Carson! La scena al ristorante è veramente divertente, di quel divertimento di cui, grazie a Boselli, che pure è un artista, mi ero dimenticato... Peccato per una cosa: i disegni. Non capisco come Civitelli sia amato da così tanti texofili : per me è uno dei peggiori disegnatori texiani, e mi spiego. Tecnicamente, è uno dei più preparati, uno dei migliori: ma cos'è questo West lindo come un bicchiere fresco di lavastoviglie, bianco come una saletta d'attesa del dentista? Che roba ?? Manfredi dice di preferire disegnatori più 'sporchi', ma di rispettare la scelta della casa editrice per cui 'Tex è un tipo di personaggio nato in un'epoca in cui chi cadeva pistolettato non aveva mai la camicia sporca di sangue e in cui l'eroe anche quando affondava in una palude, pochi istanti dopo era miracolosamente asciutto e pulito'. Bene, non mi pare che Tex sia questo: si sporca eccome!Andatelo a chiedere a Ticci, forse il più grande disegnatore della storia del nostro ranger, a mio giudizio!Inoltre, lo trovo davvero un disegnatore inespressivo: il volto di Tex, in particolare, non ha un briciolo di umanit?, è sempre la stessa cosa, che mi è pure antipatica. Vogliamo mettere con la complessit? del viso texiano di Artisti come Galleppini, Ticci, Ortiz, Nicol'? Altri ancora hanno rappresentato il nostro ranger puntando meno sulla complessit? psicologica, ma con che ironia (Letteri, Villa, Monti, Fusco)... Paradossalmente, l'unico Civitelli che non mi dispiace è quello che dispiace, in genere, agli altri: il primo, quello di 'Fuoco Incrociato' o de 'I Cospiratori'. Qu? è proprio la minor padronanza tecnica a rendere più vero il disegno: acquisita fiducia nel proprio tratto, il buon Fabio si è messo a disegnare il mulino bianco. Non me ne voglia il buon Fabio, ma le opinioni è giusto che siano sincere. Un plauso speciale, infine, alla splendida copertina di Villa, il che è detto da uno che all'addio di Galep si mise a piangere... :S:
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