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TWF - Tex Willer Forum

[202-203] Quattro Sporche Canaglie


jim Davis
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Soggetto e sceneggiatura: Guido Nolitta
Disegni: Erio Nicolò

 

I responsabili del massacro della scorta di un carico d'argento danno filo da torcere a Tex Willer, ma alla fine vengono sconfitti. E a Tombstone, sempre per merito di Aquila della Notte, cala il sipario anche su un altro manigoldo, il gambler Wendell.

 

 

 © Sergio Bonelli Editore

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Guest Wasted Years

Si... storiella interlocutoria, con il Tex solitario ed imbronciato di Nicol'. Sicuramente è collocata male, in mezzo a storie sceneggiate e disegnate meglio, ma non è malvagia. Direi un 6,5... tendente al 7, via!

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  • 3 settimane dopo...
  • 2 mesi dopo...

Questa storia, pur essendo un riempitivo che rischia di rimanere schiacciato tra "L'oro del Colorado" e, soprattutto, "I ribelli del Canada", mostra un discreto ritmo narrativo e si lascia leggere piuttosto bene. Tex si mostra vigoroso e risoluto ( e magari anche un po' troppo iracondo ), ma, per una ragione o per l'altra, la fortuna non sempre lo assiste ( anche se

il bandito messicano avesse aggiustato un po' più la mira, questa avrebbe potuto essere l'ultima sua avventura
) e alcune sue scelte paiono fatte apposta per fornire argomenti a chi sostiene che il Tex di Nolitta è modellato sul suo Zagor, ossia è un eroe che sbaglia spesso e volentieri, con conseguenze negative per coloro che gli stanno vicino. Infatti
dopo che lui e i suoi compagni di viaggio sono stati depredati e immobilizzati alla stazione di posta, Tex cerca di liberarsi per impedire ai banditi di sorprendere a tradimento un carico di argento e per evitare, come dice, che alla fine uccidano lui e gli altri; senonchè è proprio il suo intervento a fare involontariamente sè che i furfanti uccidano gli uomini di scorta all'argento, mentre i suoi compagni di viaggio vengono risparmiati dai banditi, che si limitano a prendere in ostaggio la cantante Glenda
; di conseguenza ( anche se non ci sono vere e proprie figure da "pollo" o da "piccione" ), malgrado il ranger si rifaccia poi , è difficile che il lettore non rimanga un po' perplesso di fronte ai risultati della sua azione ( un po' come accadr? poi, in misura ancor maggiore, ne "Il segno di Cruzado" e in "La grande minaccia" ). Abbastanza piacevoli, ma privi di meriti particolari, i disegni di Nicol' ( e Gamba ). Insomma, a mio parere:soggetto 7sceneggiatura 7 -disegni 7 + Modificato da Pedro Galindez
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Guest Wasted Years

Immagine postata


Una tavola a colori in anteprima dal sito della Sergio Bonelli Editore.

Si nota che il Tex Nolittiano, per quanto atipico, mantiene una grande dose di durezza e decisione.

Caratteristiche che hanno contribuito a imprimere nella memoria di molti appassionati storie come questa, buone ma apparentemente non memorabili.

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Appena letta. IMHO, idea molto buona ma non sviluppata come si deve. Ricollegandomi a quello che diceva qualcuno, sembra quasi che questa storia sia stata inserita per riempire lo spazio fra L'ORO DEL COLORADO e I RIBELLI DEL CANADA. Lo spunto narrativo è ottimo, ma viene sviluppato in poco spazio; e non solo, ma anche il poco spazio dedicato a questa storia viene sfruttato male: per esempio, trovo completamente inutile la sequenza finale in città. Comunque, ottima la caratterizzazione dei personaggi e splendidi i disegni di Nicol'.

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Ma a me invece è piaciuta... molto classica, per carit?... ma un Tex così arcigno non lo avevo visto spesso(l'ultimo indiano lo ammazza praticamente a sangue freddo), forse sbaglier?, ma non è lo sbaglio quasi comico di Zagor (o reso comico dalle gag di Cico), è uno sbaglio che gli pesa, uno sbaglio che ha fatto sè che si sentisse in errore... e infatti era pronto a rimediare andando disarmato e senza cavallo dietro ai banditi... anche se poi la frotuna lo ha aiutato offrendogli pistola&cavallo. Mi è piaciuto il personaggio di Morton, furbo capo della combriccola, e anche gli altri 3 banditi erano decisamente ben caraterizzati (dal violento bravaccio al freddo cecchino passando per il messicano)... secondo me una breve storia da 8.

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  • 2 mesi dopo...
Guest Colonnello_Jim_Brandon

Eh si, siamo di fronte ad uno di qui casi tipici del centinaio d'oro... "Quattro sprche canglie" è una storia scorrevole, particolare, a suo modo davvero intrigante oltre che ricchissima di "spunti" Nolittani... Tuttavia ha una grandissima sfortuna, ossia quella di trovarsi "incastrata" tra due storie EPICHE ossia "l'orodel colorado" e "Missione a Great Falls" le quali, nella loro magnificenza, mettono non poco in ombra una storia che, di per sè, ha parecchio da raccontare. Una cosa su tutte spicca da questa stori, ossia Tex! Un Tex particolare, un Tex diverso. Ma non tanto diverso dal tex GLBonelliano cu ci si era abituati nel leggere le storie precedenti. Ma un ex diverso ANCHE dal canone Nolittiano CLASSICO. Infatti Tex in questa storia, differentemente dalla maggior parte delle strie sceneggate da Nolitta, non ?lo "sbirro" tutto d'un pezzo che vede il proprio ideale di giustizia al di sopr di tutto... Qui Tex recita la parte del "cavaliere solitario"! Il ranger dipinto da Nolitta è un personaggio schivo, deluso, ma soprattutto vendicativo. Un personaggio che, come nei western leoniani, non trova pace sinch? non ha saldato il conto anche all'ultimo dei cattivi. Un cavaliere pallido con camiciotto giallo! A pare questo, direi che la storia si sviluppa sui canoni del western più "classico"... l'assalto alla diligenza, l'eroe feito, la fanciulla rapita... Una buona storia ne complesso!VOTO : 7

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  • 1 anno dopo...
  • Rangers

Sono d'accordo, ci troviamo davanti ad una buona storia, ma che risulta sicuramente in tono minore trovandosi posizionata tra due perle come "L'Oro del Colorado" e "I Ribelli del Canada". Qui Nolitta ha voluto mostrarci un Tex inizialmente in difficolt?, appiedato dopo uno scontro con un pugno di "ladrones" indiani che hanno cercato di farlo secco per rubargli armi, stivali e cavallo. Naturalmente, come si diceva negli interventi prima del mio, questo Tex è diverso da quello di GLB. Non tanto per gli ideali di giustizia, che sono comunque presenti, ma soprattutto nel suo modo di pensare e agire. Buona l'idea di inserire personaggi così diversi sulla diligenza: una bella ragazza che sta per diventare cantante di saloon, un rappresentante di profumi e il classico giocatore delinquente che tante volte abbiamo incontrato. Nolitta si diverte a mettere più volte in difficolt? il ranger, in modo da esaltarne probabilmente le abilità:- l'attacco già citato dei ladroni indiani, dopo il quale ne esce senza cavallo;- diventa prigioniero dei banditi, insieme agli altri occupanti della diligenza;- viene messo fuori combattimento una prima volta, senza che abbia la possibilità di gettarsi sui banditi (come spesso invece avrebbe fatto il Tex di GLB);- riesce a liberarsi, ma viene colpito di striscio alla tempia, svenendo nuovamente. Dopo questa serie di difficolt?, Tex parte deciso alla ricerca della ragazza ormai ostaggio e preda facile dei banditi, riuscendo a liberarla dopo un altro breve scontro. Storia quindi molto semplice, allungata poi nel finale con lo scontro e uccisione del giocatore, che si era invaghito della ragazza-cantante. Rimane comunque una storia leggera e piacevole, una sorta di pausa per la bellissima seguente avventura!! Voto: 7 :trapper:

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  • 2 settimane dopo...

Io credo che questa sia una delle storie meno texiane tra tutte quelle firmate da Nolitta. Davvero, al posto di Tex ci sarebbe potuto stare qualsiasi altro personaggio-il Clint Eastwood della trilogia del dollaro, ad esempio. D'altronde sono convinto che il riferimento allo spaghetti-western, anzi, all' eroe tipico dello spaghetti western, sia ben evidente:colui che agisce in scena è appunto un "Cowboy senza nome", che viene dal nulla e di cui non si sa niente;che, pur agendo indubbiamente da eroe, pare quasi scocciato da questo status, come se quel che volesse più d'ogni altra cosa è semplicemente bersi un caff? o farsi un bagno nel fiume. E' un Tex, questo, che sembra entrare in scena eroicamente di controvoglia, con un certo fastidio. E' un Tex che pare essere un'uomo qualunque, normale, il cui mestiere non è di certo quello dell'eroe. E' dunque una storia, questa, che rispetta molti canoni nolittiani:Tex è da solo, per esempio, e questo è un'altro elemento che, secondo me, rende il tutto ancora più strano, ancora meno normale, una anomalia che si aggiunge ad un Tex già anomalo. E' questa storia che inaugura(e non "Mingo il ribelle") una delle sequenze tipiche nolittiane(anche questa mutuata dallo spaghetti-western):Tex catturato, impotente di fronte ai suoi nemici!... alcune volte, a questo motivo,Nolitta aggiunge il pestaggio("Mercanti di schiavi","Tortura"):questa volta il nostro si becca solo un pugno in faccia. Nolitta mi piace molto:? colui che ha scritto alcune tra le mie storie preferite di Tex. Ma sono convinto che i difetti che oggi riscontriamo nel Nizzi attuale e in Boselli, siano difetti già presenti nelle storie di Nolitta:l'antieroicit? che si può riscontrare in alcune storie di Boselli,?, per esempio, tra gli elementi dominanti del Tex nolittiano;il Tex troppo spesso catturato, con le mani in alto e il cinturone abbassato,? più presente in Nolitta che in Nizzi. Questa storia ha altri elementi di anomalia;anzi, ha l'elemento anomalo per eccellenza:la donna!... una donna con cui Tex ha un rapporto strano, davvero strano:non si capisce bene se i due si piacciono, e soprattutto non si capisce cosa provi Tex:comincia a provare qualcosa di più serio(non credo!), o più semplicemente prova per la ragazza una sana attrazione fisica?La storia in sè non è malvagia, anzi, si lascia leggere che è un piacere. Della sceneggiatura non mi è andata già un'altra piccola cosa:il fatto che i banditi non hanno fatto fuori i prigionieri, lasciandosi alle spalle degli scomodi testimoni(voi al posto loro che avreste fatto?). Se devo dare un voto alla storia, le d' un 6,5. Nolitta ha scritto ben altro!, e basta dare un'occhiata allo storione che segue questa!

  • +1 1
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  • 8 mesi dopo...

In effetti questa storia non è un capolavoro ed inoltre risulta schiacciata fra due storie di ben altro spessore. I disegni di Nicol' non l'aiutano. Il tratto di Nicol' duro, spigoloso a tratti piccolo mal si adatta ad una storia in cui una donna fa da protagonista. La donna nelle intenzioni di SB doveva essere la classica femme fatale che attrae gli uomini ed i guai come le mosche ma disegnata da Nicol' non da proprio questa impressione, anche il suo viso in molte vignette risulta molto duro. La scena finale dell'uccisione a saloon la trovo un p? forzata. Inoltre rientrato in città Tex non si preoccupa neppure di restituire il cavallo preso in prestito per l'inseguimento dei tre rapinatori, anzi il cavallo bianco che utilizza per lasciare la città sembra proprio lo stesso. Voto alla storia 8, ai disegni 7.

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  • 1 anno dopo...

Nonostante sia un riempitivo tra una storia e l'altra io lo sempre trovata una gran bella storia!!Molto frequentemente queste storie interlocutorie dell'epoca venivano spesso dimenticate per il semplice fatto che la storia precedente o successiva, a seconda dei casi, era considerata all'unanimint? un capolavoro... Qu?, a mio parere, siamo di fronte a qualcosa di simile... E' difficile per un riempitivo che viene preceduto da una storia epica come L'ORO DEL COLORADO e susseguita da un capolavoro altrettanto epico (anche superiore) come I RIBELLI DEL CANADA, rimanere nella memoria di un qualsiasi lettore di Tex se nn questi conosca il personaggio meglio dei suoi parenti :DIo la ricordavo una bella storia e così si è rivelata.. Un Tex duro, granitico con i nervi d'acciaio e di poche parole. Capace di lasciare, inusuale conoscendo l'impulsivit? di tex, un p? troppo la briglia sciolta al Gambler molestatore di fanciulle che f? di tutto per meritarsi, soprattutto nella sequenza nella diligenza, gli schiaffoni del nostro eroe. Il cowboy senza nome cmq resta una gran bella storia con un gran bel Nicol'. Voto 7

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  • 2 anni dopo...

"Accidenti! Che hombre, quello!"
"Puoi dirlo! é un peccato che ce ne siano pochi come lui"

"..mi ha dato l'impressione di essere un hombre a cui non bisogna mai attraversare la strada"

Bellissima! Una delle migliori di Nolitta!
Tex, nel ruolo di Ringo-John Wayne, si trova catapultato in un grande omaggio ad "Ombre rosse"  di John Ford!
C’è George Bancroft, che non fa il "marescialloo" ma guida la diligenza, c’è il gambler tale e quale a John Carradine,  la bella ballerina simile a Claire Trevor, il rappresentante di profumi, anziché di liquori)!
Troviamo unTex duro e spietato,con le mani pesanti e infallibile con le sue colt! Prima elimina tre indiani vagabondi, che cercavano di derubarlo, tre delle quattro canaglie che danno il titolo alla storia (la peggiore finisce in gattabuia) e infine il gabler nel saloon!.. In un finale amaro dove il cowboy senza nome (il nostro Tex-Ringo) non può neanche godersi  una canzone che la ragazza, da lui salvata, vorrebbe dedicargli!
Splendidi i disegni di Nicolò!

Voto 10

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  • 3 anni dopo...

Storia carina,nulla di eccezionale.

Tex è sempre il classico antieroe Nolittiano. Pur di non rivelare la sua identità si fa passare da cowboy e accompagna i passeggeri della diligenza.i cattivi sono poca cosa,troppe lungaggini esasperate come i discorsi sui profumi in diligenza :P

Il rapporto tra Tex e la ragazza è ambivalente: sembra quasi che Nolitta faccia tentare a Tex un approccio con lei nel finale,che poi va a farsi benedire per via del gambler sbruffone.

Il finale con Tex che se ne va per la sua strada è davvero tristissimo...Tex con Nolitta è un altro personaggio, bisogna farsene una ragione...

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Questa l'ho riletta giusto qualche tempo fa, con un senso di fastidio che non mi ha abbandonato per l'intera durata della storia. Anche qui Tex sembra un Mister No meno scanzonato. E dire che, se non fosse per le consuete verbosità nolittiane la storia non sarebbe affatto male, un western minimale, malinconico e crepuscolare (splendida e amarissima la sequenza finale al Bird cage)... se il protagonista non fosse Tex.

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Gioiellino di Nolitta forse un pò troppo sottovalutato. Ricordo che quando lo lessi da ragazzo mi piacque così tanto da superare, nel mio gradimento, ben altre storie che adesso invece considero superiori, ma ciò non toglie che é una gran bella storia, un bel film western con l'eroe che entra in scena ed esce dalla stessa in modo plateale.

Eccezionali i disegni.

Voto alla storia: 8,7

Voto ai disegni: 9,5

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Spinto dalle discussioni a tema Nolitta avvenute gli ultimi giorni su altri topic me la sono riletta e... dov'era il senso di fastidio che avevo provato sette, otto mesi fa? :D

Continua a non piacermi il Tex nel primo incontro con gli indiani; una logorrea spesso tipicamente nolittiana; un Tex a volte sprovveduto, anche se qui men che in altre storie di Nolitta.

Confermo invece la bontà della scena finale al "Bird Cage" (nome quanto mai evocativo a indicare il destino di miss Glenda, quasi da reclusa della propria bellezza), una delle cose più efficacemente malinconiche mai viste su Tex, con quegli incontri con miss Glenda sempre in bilico col non detto, il bacio sulla guancia. Nolitta gioca col limite e lo fa mantenendosi nella piena ortodossia, ciò che è ancora più bello.

In fin dei conti una storia non epocale, elementare nel suo svolgersi, ma non da buttare. Devo tenere a mente che nel mio goliardicamente rimproverare Nolitta spesso ci prendo, ma non sempre ci azzecco. Questo è uno di quei casi.

Come voto, direi che un bel 7 ci sta tutto. Sempre efficaci e belli da vedersi i disegni di Niccolò, probabilmente il mio disegnatore classico preferito insieme a Letteri.

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  • 2 anni dopo...

Rileggendo questa breve prova, mi si è ripresentata l’annosa questione: ma quello di Nolitta è Tex? Personalmente ho sempre avuto un’idea chiara in proposito e spesso l’ho palesata nei commenti relativi alle storie composte dal compianto Sergio; un’idea in parte condivisa da altri forumisti e in parte no, visto che ho notato, che una buona fetta di utenti lo adora. Chiariamo: non ho mai messo minimamente in dubbio il talento compositivo di Nolitta, né tantomeno mi sognerei di dire che non fosse in grado di scrivere fumetti, anzi, a lui si devono storie memorabili e personaggi cardine del fumetto italiano, però trovandoci su un forum tematico dedicato a Tex, siamo chiamati a giudicarne l’opera sulla saga del ranger e qui si azzoppa l’asino! Mi sono sempre chiesto se il buon Sergio ci fosse o ci facesse; visto le sue qualità narrative, è mai possibile che non fosse in grado di scrivere episodi tenendosi nel possibile nei ben marcati solchi tracciati dal padre? Capisco che il personaggio non fosse proprio nelle sue corde, ma trovandosi costretto a scrivere per affiancare l’affaticato genitore, perché non sforzarsi a mantenere un minimo di coerenza e tradizione al celebre personaggio? Senza pochi giri di parole, per quanto alcune storie siano pure belle, ma in nessuna ha mai centrato le caratteristiche pecuniarie dell’eroe e non credo influisca la questione dello stile. Ovvio che ogni autore abbia il suo stile compositivo, se è per questo anche Boselli scrive in maniera personale e molto differente dal vecchio Bonelli, eppure il suo Tex è tutto sommato riconoscibile e alquanto bonelliano, quello di Nolitta non lo sfiora nemmeno di striscio. Mi chiedo: non è che Sergio inconsciamente, per senso di repulsione alla creazione del padre, finisse di proposito a prendersi simili licenze artistiche, che vuoi o non vuoi, finivano con snaturare il protagonista a prescindere dell’esito finale?

Dubito che simili sceneggiature proposte da un autore esterno avrebbero ricevuto approvazione, così come mi chiedo quanto Sergio avrebbe potuto tenere su la baracca senza l’arrivo di Nizzi nei primi anni ’80. Chiusa la lunga premessa, torniamo all’episodio in questione, che a mio avviso rappresenta l’emblema di ciò che finora si è accennato. Una storia western non eccelsa ma alquanto piacevole, forse un po’ lenta di ritmo e a tratti troppo riflessiva e verbosa per un fumetto d’azione del selvaggio west, ma l’autore mostra di saperci fare e in un brevissimo arco di pagine, cesella una trama accettabile. Questo giudizio però andrebbe bene solo se il Cowboy senza nome (che dà titolo all’albo) fosse uno dei tanti cavalieri solitari che popolavano gli spaghetti western negli anni ’70, ma trattandosi di un episodio di Tex, tutto cambia. Piccola digressione: la Bonelli potrebbe fare i remake delle storie nolittiane, trasformando Aquila della Notte in un Ted Wilson qualunque e indire una nuova collana editoriale chiamata Tuttowest :D. A parte le battute, trattandosi di una saga con dei paletti ben saldi, le incongruenze caratteriali è difficile non notarle. Già nell’incipit, il consueto monologo del Tex nolittiano che, in preda a un’eccessiva loquacità gratuita, pensa a voce e alta e dialoga col cavallo, mette a dura prova la pazienza del lettore. Poco male, a breve arrivano i tre scalcinati Apache che vogliono derubarlo e inizia l’azione, si pensa. Bene, anche qui Tex muove meglio la lingua che le braccia; bleffa con gli indiani lasciandogli il winchester scarico ma gira e rigira, dopo una decina di pagine finisce col perdere il cavallo. Tralasciando la sorpresa al trading post, dove oggettivamente non poteva prevedere il piano dei banditi, col proseguo della trama, a mio avviso, troppo spesso lo vediamo in eccessiva difficoltà al cospetto di quattro rubagalline, perché quello sono in fondo i villain della storia. Il modo in cui il nostro si libera a pagina 14 di Kaminsky, mi ricorda Spiderman a dire il vero: pose come quella dell’ultima vignetta di pagina 14 o la seconda e terza della pagina successiva, con le mani legate dietro la schiena sono al limite del credibile. Magari Nicolò con il suo disegno contribuì a ingigantire questa presunta incongruenza di postura, ma tralasciando questo aspetto, e il modo di agire successivo di Tex a lasciarmi interdetto. Nuovamente libero, il ranger preannuncia banalmente la sua presenza al bandito appostato sul tetto, facendo cigolare un piolo della scala in legno; può capitare, mi direte e vi do ragione, però mi chiedo cosa gli prenda subito dopo. Nella sequenza sul tetto, vediamo benissimo che Tex disarma il nemico, facendogli saltare di mano prima il fucile e dopo la colt, di fatto mi chiedo il perché, invece di averne ragione a suon di sganassoni, come logico, finisce invece con lo sparargli a bruciapelo e farlo precipitare di sotto. Questa cinica freddezza mancherà stranamente nella sequenza successiva, dove il nostro assiste inerme alla soppressione dei passeggeri della diligenza, senza nemmeno sparare un colpo in loro aiuto. Bah! Ancor più strano il fatto che un tiratore come Tex riesca a farsi fregare da posizione favorevole, al cospetto di avversari modesti che in altre condizioni si sarebbe pappato a colazione. La trama prosegue e l’arrivo fortunato dell’avventore al trading post cava d’impaccio Tex che a piedi avrebbe potuto far ben poco per salvare l’avvenente ballerina. L’esito del duello con i banditi è rapido e alquanto scontato, tanto è vero che, alla minaccia di Kaminsky, il lettore spera che alcuni complici misteriosi animino il finale, magari rappresentati anche dall’ineffabile gambler, nei panni di una presunta talpa infiltrata, ma niente. L’epilogo è solo costituito dalla scena della soppressione dell’odioso giocatore, ma solo perché ha fatto il cascamorto con la ballerina. Curiosa la scena del casto bacino di ringraziamento della bella donna dopo essere stata liberata da Tex e il dubbio che il nostro eroe barcolli dinanzi il suo fascino, rappresenta forse la cosa più interessante del finale, ma ovviamente sarà una prevedibile fumata nera. Sfruttato pure poco il piedidolci rappresentante di profumi: visto che è palese che sia innamorato della ballerina, c’era d’aspettarsi un maggiore coinvolgimento, magari pure una scenata di gelosia con Tex, invece sparisce fra le pagine e dire che all’inizio Nolitta ci “delizia” con un lunghissimo e inutile dialogo in merito ai profumi del west. Visto che non sono riuscito a essere breve nel mio commento, riduco al minimo il giudizio sul comparto grafico, considerato che l’opera di Nicolò ai pennini è come di consueto solida e regolare. Il suo Tex è sempre molto elegante e signorile, così come il tratto mantiene la solita pulizia ed espressività. E’ evidente che le prime due vignette di pagina 21 sono state realizzate integralmente da Gamba, lo stacco di segno si nota subito. Riassumendo: il voto per la storia generica sarebbe 7, per la storia texiana è 4; la media è presto fatta! (togliendo il mezzo punto per ciò che ho finora cercato di esporre) Il mio voto finale è 5

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  • 7 mesi dopo...

Dopo le evidenti "stranezze" (o se preferite "peculiarità") della prima prova su Tex, "Caccia all'uomo" (quelle maledette manette) e dopo l'epica "El Muerto", Nolitta aggiusta un po' il tiro con la sua terza prova dove il nostro ranger in solitaria pare un po' più confacente allo standard texiano. Chiaro che il suo tratto si riconosce rispetto a quello del padre, ma lo trovo decisamente più centrato.

In questa vicenda viene adottato anche un tipico schema narrativo di Nolitta, proposto spesso anche in Mister No, ovvero separare la storia in più parti.

La prima, che funge da introduzione ma senza peso specifico nel prosieguo della storia, è quella dello scontro con i tre indiani.

La seconda, la più ampia, è quella in cui si dipana la storia vera e propria.

La terza, conclusiva, riprende un po' quello che si può definire il secondo tema della storia, ovvero le relazioni tra Tex e i passeggeri della sfortunata diligenza, che si concluderà con lo scontro a fuoco con lo stupido gambler.

A mio parere questo "Quattro sporche canaglie" è un buon albo, con diversi spunti interessanti e i soliti ottimi disegni del grande Nicolò.

Un gradino sotto alla storia che lo precede e diversi gradini sotto a quella che seguirà.

 

Interessante infine il Tex che non nasconde l'ammirazione per la bella Glenda ("Niente male davvero con quel vestitino!"), interesse tra l'altro evidentemente ricambiato dalla cantante; possibile che lui debba fare sempre la figura dell'irreprensibile e casto pard mentre solo Carson deve essere quello sensibile al fascino femminile?

E allora mi sono detto: "Eccheca**o, finalmente!!!!!".

Tra l'altro non fu proprio GL Bonelli, rispondendo ad una domanda sul rapporto Tex e donne, a dichiarare: "Tranquillo: fra un fumetto e l'altro, un salto ai piani superiori del saloon Tex lo fa di sicuro":D

Il 28/11/2018 at 18:00, virgin dice:

Come voto, direi che un bel 7 ci sta tutto. Sempre efficaci e belli da vedersi i disegni di Nicolò, probabilmente il mio disegnatore classico preferito insieme a Letteri.

A leggere queste parole mi si sono inumiditi gli occhi dalla commozione.

Ora SO che esiste un destino radioso per l'umanità.

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  • 5 mesi dopo...

Storia molto sottovalutata, con un Tex introspettivo, meno loquace del solito, malinconico e disincantato. La scena finale del saloon è la degna conclusione di quanto descritto nel racconto: al nostro eroe non resta che lasciare la città, senza più nessuna fiducia nel genere umano. Una chicca nascosta. Voto 10

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  • 1 mese dopo...

Da ragazzo questa storia mi piacque, riletta a distanza di anni non la considero che un riempitivo, senza infamia e senza lode.

Più che altro l'ennesimo omaggio a "Ombre rosse" di Ford (nei personaggi del gambler e della ballerina sulla diligenza), mentre la trappola ordita a trading post mi ricorda un altro film western più recente (che il buon Nolitta non ha fatto in tempo a vedere), "The hateful eight" di Tarantino 

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