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TWF - Tex Willer Forum

[500] Uomini In Fuga


theLord
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Messaggi consigliati/raccomandati

  • 4 mesi dopo...

Tex 500-Uomini In Fuga

Buon centenario.
Apparentemente.
Forse ad attrarre sono i disegni del maestro Ticci, anche se non abbastanza ispirato dal soggetto, forse il fatto che qualcuno torni di nuovo a metter le mani sull'oro dei monti Navajos o, perchè no, anche lo scempio fatto alla tomba della cara Lilith.

Fatto sta che, andando a spluciare attentamente il corso degli avvenimenti, non si può far a meno di notare numerose sviste ed incongruenze che in un albo celebrativo, esteso come di consueto su sole 110 tavole, non ci dovrebbero stare.
E' vero che non è semplice sceneggiare un volume autoconclusivo, ma quando si è autori di Tex da vent'anni, beh, occorre saperci fare.
Credo a tal proposito si sia lasciato fin troppo spazio a Claudio Nizzi, quando in realtà era meglio farlo uscir di scena con tanto di fiori ed applausi.
Invece no.
Si è preferito lasciarlo proseguire, ed ecco un soggetto-copia de "Gli sciacalli", con tanto di indiani che tremano all'idea di entrare nell'hogan di Aquila Della Notte per dar la notizia del sacrilegio attuato da ignoti alla già citata lapide, quasi dovesse divorarli.
I dialoghi sono spenti, morti, così come le figure dei due pards.
In particolare va ricordato il continuo brontolare di Carson, tipicissimo della profonda crisi Nizziana.

Tornando al discorso iniziale, anche un grande qual'? il senese Ticci non è coinvolto più di tanto dallo svolgersi degli eventi, così da apparire frettoloso, in un certo senso poco curato, specialmente nei volti e nei paesaggi, vero punto forte del disegnatore.
Probabilmente questa scorrettezza va ricercata negli stretti tempi di consegna:molti di voi ricorderanno infatti come fu proposta a Ticci l'inchiostrazione delle ultime sequenze per mano di Fabio Civitelli, proposta che però venne immediatamente rifiutata dal primo.
Apro una parentesi per gli ottimi acquerelli, pochi,? vero, ma in grado di mostrare ancora una volta di che pasta è fatta l'arte made in Poggio Alle Rose.

Colori superiori ai precedenti centenari, anche se migliorabili e da migliorare.

Soggetto:8
Sceneggiatura:7,5
Disegni matita\china:8,5
Acquerelli:9
Colore:8
Globale:8

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  • 2 mesi dopo...

A me è piaciuta. L'oltraggio alla tomba di Lilith è una trovata piuttosto originale ed ha introdotto il personaggio di Jaimas che, spero, in futuro potr? essere ripreso. Ticci è il mio disegnatore preferito assieme a Villa e quindi non mi dispiacciono neanche i disegni, sublimi gli acquarelli.8

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  • 5 mesi dopo...

Questo albo centenario non è certamente all'altezza di SuperTex o meglio ancora di Tex 200. A mio avviso è inferiore anche al Tex 600. In sostanza il soggetto sarebbe anche buono (ancorch? tutt'altro che originale) ma la sceneggiatura mi sembra un p? fiacca. Dei disegni mi sono emozionato per gli acquarelli mentre le tavole colorate le ho trovate sulla stessa linea della sceneggiatura. Forse dipende dal colore o forse dipende dal fatto che Ticci e Nizzi in questa storia non mi sembrano più l'accoppiata vincente vista in altre avventure tipo Fuga da Anderville, La maledizione di Escondida, Il ragazzo selvaggio, ecc.. La copertina è forse l'elemento migliore dell'albo. In sintesiSoggetto 7Sceneggiatura 5,5Disegni 8 in acquarello e 6 in ordinarioCopertina 10Voto finale 6-

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  • 1 mese dopo...

A mio avviso questa è una delle migliori storie dei centenari. Semplice e con soggetto visto e rivisto ma questa volta con qualcosa di più che ha attirato la mia attenzione. Forse gli splendidi disegni di Ticci arricchiti da tavole all'acquarello e il fatto che fu una delle prime storie che lessi. Originale la trovata dei cattivi di profanare la tomba di Lilith. A mio avviso questo spunto poteva essere usato per una storia a sè da sviluppare in alcuni albi. I colori trovo che penalizzino i disegni. Tex è nato per essere in bianco e nero e per lasciare all'immaginazione del lettore i colori. Voto 7,5 alla storiaVoto 8,5 ai disegni

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  • 1 mese dopo...

A me è piaciuta. L'oltraggio alla tomba di Lilith è una trovata piuttosto originale ed ha introdotto il personaggio di Jaimas che, spero, in futuro potr? essere ripreso. Ticci è il mio disegnatore preferito assieme a Villa e quindi non mi dispiacciono neanche i disegni, sublimi gli acquarelli.8

anche a me piacerebbe rivedere, in azione nelle future tavole questo navajos, molto in gamba.... un po' sanguinario.... ma l'oltraggio lo giustifica, la storia nel complesso fila via liscia.... , ma non l'ho trovata cosi' spregevole come tanti di voi affermano ma la figlia del ricercatore che fine fa???Effettivamente i nemici di tex qua sembrano un po' dei dilettanti allo sbaraglio.... stupende le tavole iniziali e finali e molto toccante la storia delle 2 aquile!!!
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  • 4 mesi dopo...

Ciao, sono nuovo del forum, ho 36 anni e leggo tutto tex dal 1987(ne avevo 11 quando mio padre porto'a casa il tutto tex n.15 ). Ricordo che lo lessi tutto d'un fiato ed anche se non l'ho piu'riletto lo ricordo a memoria. Forse quando ho acquistato il numero 500 di tutto tex pochi giorni fa, l'emozione del ricordo mi ha preso il polso, ma francamente giudico la storia del 500 una buona storia celebrativa che scorre piano, a ritmi lenti, mai forzati, come un racconto deve essere. Le storie che piu'mi aggradano e'vero sono quelle di un albo completo e l'inizio del successivo e quasi la meta'del precedente, ma in questo n.500, con una storia che doveva adattarsi al numero di pagine ho trovato un ritmo bello e asciutto e tutto il sapore di una caccia all'uomo(o meglio agli uomini)con tanto di mordente, calcoli, pause, trucchi, accellerate, freni di un uomo molto molto piu'riflessivo, calcolatore, tanto diverso da quell'uomo del west che conobbi 25 anni fa. Nel complesso una buona storia celebrativa a mio parere per i motivi che ho scritto.

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  • 7 mesi dopo...

Ritengo che molti dei giudizi dati a questa storia siano ingiusti, l'idea della

profanazione della tomba di Lilyth
è ottima, e forse è un peccato che sia stata sviluppata in una storia di un solo albo. La trama riprende quella di Dugan il Bandito ma comunque non è uno scandalo perchè se si vuole
attingere all'oro dei Navajos per forza in quelle grotte bisogna andare
cambiano però le modalit? che vi portano i banditi, nel primo caso GLB fece affidamento sulla voglia di acqua di fuoco di un indiano, in quest'altro caso invece la trovata è molto più arguta. D'altronde di quell'oro ne sono a conoscenza in molti ed è chiaro che in molti vorrebbero mettere sopra le man. Probabilmente andava sviluppata meglio la parte finale, ma dovendo fare affidamento su un numero di pagine ridotto non c'erano altre soluzioni
ad esempio nell'inseguimento i banditi potevano farsi scudo del professor Ferguson, ed inoltre non si fa cenno alla liberazione di sua figlia, cose che sarebbero state sviluppate sicuramente meglio contando su un maggior numero di tavole
In conclusione appare evidente che si vorrebe che un numero centenario o celebrativo fosse memorabile, tanto è vero che lo si stampa a colori (scelta opinabile per me che amo il B/N) però viene poi a mancare la materia prima necessaria a far sè che lo sia, e cioè un adeguato numero di tavole. A questo punto se il numero deve essere celebrativo che si faccia uno strappo alla regola presentando una storia di almeno 160 tavole in maniera tale che la sceneggiatura abbia il giusto respiro.
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  • 2 anni dopo...

Riletta, mi sembra giusto riequilibrare i troppi (?) giudizi negativi con un buon/ottimo giudizio per questa storia. Il "limite" dell'albo unico ha senz'altro mortificato lo sviluppo della storia, ma non l'avvicente sceneggiatura e i bei disegni di Ticci (personalmente non piace solo come disegna il volto di Tex). Acquerelli In apertura e chiusura spettacolari, romantica la didascalia finale. Bella storia.

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  • 4 mesi dopo...
  • Collaboratori

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Vi siete mai chiesti del perché il numero 500 abbia un prologo e un epilogo colorati a tempera?

La risposta, insieme a un'altra marea di aneddoti, la trovate nel libro di Guarino "Tex secondo Nizzi" (se non lo avete ancora comprato è un imperativo comprarlo).

Nizzi aveva chiesto 130 tavole. Sergio aveva risposto picche. Così, per dare maggiore peso alla storia, lo sceneggiatore modenese pensò di riorrere all'escamotage delle tavole a tempera.

Il disaccordo con l'editore riguardò anche il titolo infine scelto: inizialmente era un altro, ma vi rimando alla lettura del sopracitato libro per tutte le dlucidazioni!



 

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  • 3 anni dopo...

Riavvolgendo la sbiadita pellicola del tempo, rievoco quella lontana estate del 2002. Ho il nitido ricordo di quanto fossi impaziente e su di giri, al pensiero di poter leggere in rapida sequenza il texone di Brindisi (disegnatore da me già abbondantemente apprezzato sulle pagine di Dylan Dog), l’albo a colori del centenario affidato per la prima volta ai pennelli del maestro Ticci, e la storia col ritorno di Mefisto, dopo decenni di assenza sulla saga, realizzata da Villa, il mio autore preferito. Il mio entusiasmo era pure giustificato dalle ottime due ultime prove che avevano chiuso il centinaio, con Nizzi che sembrava tornato in fase ispirata e Boselli reduce da un autentico capolavoro. Piccola digressione malinconica: se mi avessero detto che dopo la storia di Mefisto avrei dovuto attendere fino al febbraio del 2020 per rivedere una prova di Villa, avrei come minimo imprecato per un anno intero :capricci:. Chiusa la breve parentesi fuori contesto, riprendo col dire che la grande trepidazione di quella estate fu fatalmente disattesa. Non anticipando nulla in merito alle mie impressioni sull’attesissimo (e deludente) ritorno del mefistofelico stregone, anche “Uomini in fuga” fu una vera e propria delusione. Il sottoscritto fa parte della categoria di lettori che reputa le storie autoconclusive su Tex non sempre all’altezza del caso, e un episodio simile non può che rafforzare la mia tesi. Nizzi chiamato per la seconda volta a sceneggiare un albo celebrativo, riuscì a far peggio del suo “battesimo del fuoco” avvenuto con il numero 400. Un soggettino insulso e abusato, che richiama spudoratamente molte altre situazioni già viste su altre storie molto più valevoli ed epiche. L’idea dell’oltraggio alla tomba di Lilyth per creare un diversivo e distrarre l’attenzione dei pards dalle caverne dell’oro Navajos, non è male e offre all’autore una piccola parentesi lirica con Tex che giura rivalsa sul sepolcro dell’amata moglie, peccato solo che simile scena finisce ovviamente con l’essere comparata con quella splendida scritta da G.L.Bonelli e il paragone risulta impietoso. Il proseguo della sceneggiatura è di una noia mortale, con un susseguirsi di eventi triti e ritriti e svariati sotterfugi narrativi che si digeriscono peggio di una peperonata a cena. La banda di scalcinati va incontro a un contrattempo dopo l’altro che li porta a sciupare il loro iniziale vantaggio. Fra un morso di crotalo, un ferro perso, una stolta alla caviglia dell’immancabile esperto minerario ricattato che si ritrova suo malgrado a fare da guida ai tangheri, si arriva al velocissimo scontro finale nelle grotte che palesa totalmente l’inconsistenza degli avversari. Che poi al pensiero che il piano di modesti manigoldi simili, sia reso vano solo dall’inspiegabile confessione del moribondo nella capanna, mi induce ogni volta a chiudere il volume. Espediente debolissimo e poco plausibile e anche volendo ammettere il contrario, non lusinghevole per Tex. Senza questo gratuito colpo di fortuna con la “C” maiuscola, i nostri avrebbero continuato ad andare a farfalle e reputo questo snodo di trama non accettabile in una storia di Tex. I nostri si limitano solo a cavalcare per tutto il tempo e senza gli incidenti dei banditi e la loro stupidaggine che li induce addirittura ad abbandonare i fucili, l’inviolabile oro dei Navajo non sarebbe più stato tale e passa pure il messaggio che una “simile impresa leggendaria” poteva pure essere compiuta da un semplice impiegato alle poste. Unica nota positiva, i disegni del magistrale Ticci, a cui il colore nulla aggiunge, eccezione fatta per la coppia di tavole ad acquerello che aprono e chiudono la prova: autentiche gemme pittoriche del maestro. Certo il Kit raffigurato nella quinta vignetta di pagina 79 sembra il clone del padre e ancor più, nella pagina 91 Tex sembra essersi sdoppiato e parlare con un suo alter ego, tuttavia sono sottigliezze che poco inficiano la prova grafica dell’artista senese e proprio i suoi disegni, mi dissuadono a mettere un’insufficienza piena nella valutazione generale. Il mio voto finale è 5

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  • 4 mesi dopo...

Storia più che sufficiente, senza infamia e senza lode.

Ottimo lo spunto della profanazione della tomba di Lilith, discreta la sceneggiatura, un pò scontata la trama, con questo lunghissimo inseguimento e un finale molto affrettato.

Belli i disegni di Ticci come sempre, migliorabili i disegni e strepitosa la copertina.

Nizzi 6:50

Ticci 9

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Storia di una banda di sfigati a cui viene la bella idea di far allontanare Tex dalla riserva profanando la tomba della moglie (sic). E poi praticamente si fanno fuori da soli. Storia banale, già vista. Forse era meglio se Nizzi veniva fermato qui. Ma questo è il senno di poi. Soggetto e sceneggiatura 4, Ticci in grande spolvero, 9.

  • +1 1
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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

Storia di una banda di sfigati a cui viene la bella idea di far allontanare Tex dalla riserva profanando la tomba della moglie (sic). E poi praticamente si fanno fuori da soli. Storia banale, già vista. Forse era meglio se Nizzi veniva fermato qui. Ma questo è il senno di poi. Soggetto e sceneggiatura 4, Ticci in grande spolvero, 9.

Sai Loriano, io non riesco a scindere completamente la storia dai disegni. Per me una brutta storia come questa con dei bei disegni , rimane una brutta storia. E non riesco ad apprezzare neanche i disegni.

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Tim Birra dice:

Sai Loriano, io non riesco a scindere completamente la storia dai disegni. Per me una brutta storia come questa con dei bei disegni , rimane una brutta storia. E non riesco ad apprezzare neanche i disegni.

E hai ragione. Infatti come vedi ho dato 4 al soggetto /sceneggiatura e 9 a Ticci. Ma la storia rimane comunque più che insufficiente nel suo totale. Come del resto la prossima di Mefisto con Nizzi insufficente e Villa super.

<span style="color:red;">49 minuti fa</span>, Tim Birra dice:

Si. Cinque minuti di cammino a piedi. Così viene detto ne Il giuramento

E abbiamo detto tutto.

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  • 4 mesi dopo...

Una storia senza infamia e senza lode, figlia di una sceneggiatura nel complesso anche discreta, per quanto incentrata quasi esclusivamente su Tex e compagni che per l'intero arco dell'avventura altro non fanno che inseguire per mezza riserva un branco di balordi. Da ciò scaturisce una vicenda inevitabilmente monotematica e piatta, il cui principale elemento di interesse avrebbe potuto essere lo scempio perpetrato dai suddetti balordi alla tomba di Lilyth; se Nizzi intendeva risaltare questo dettaglio, tuttavia, a quanto pare ha toppato alla grande, poiché da quanto ho appreso dai precedenti post (e ho poi confutato riprendendo al volo Il giuramento) il buon Claudio ha clamorosamente sbagliato l'ubicazione della tomba della sposa di Tex, ponendola nel mezzo dei monti Navajos, mentre in origine questa era stata collocata nei pressi del villaggio centrale. Un errore non da poco, sotto il profilo della tradizione texiana, che al massimo potrebbe avere una sua logica per giustificare la facilità con cui i malintenzionati riescono ad arrivare fino alla tomba e a danneggiarla senza farsi beccare prima del tempo, ma che comunque dal mio punto di vista rappresenta una rottura non da poco con il passato.

 

Poco o nulla da dire riguardo gli avversari, decisamente sotto la media ed alquanto raffazzonati (basti pensare ai due che, pur consapevoli di stare per addentrarsi in una zona arida e desertica, sprecano una borraccia per riempirla di whisky), in sostanza decisamente non in grado di impensierire sul serio vecchie pellacce come Tex ed i fidi pards; anche ripensando a questo, suona ancora più strano come tipi del genere possano aver potuto arrivare indisturbati nel cuore delle terre dei navajos, oltraggiare la tomba di Lilyth e poi andarsene indisturbati (salvo, ovviamente, rallentare di proposito l'andatura per distogliere dall'attenzione di Tex i complici impegnati nell'esplorazione delle caverne zeppe d'oro dei monti della riserva).

 

In sostanza, per quanto nel complesso la storia possa anche essere leggibile, e di certo non è peggio di altri numeri che intendevano essere "celebrativi" (senza dubbio, è superiore sotto ogni aspetto a La voce nella tempesta, e francamente non è che fosse così difficile :lol:), trovo sia stato un peccato che Nizzi non sia stato in grado di imbastire di meglio per un traguardo significativo come il cinquecentesimo numero, per cui credo fosse lecito aspettarsi di meglio. Anzi, se si allarga il discorso e si considera il livello non proprio eccelso di molti degli albi centenari, possiamo affermare che forse questo è uno dei pochissimi punti deboli della nostra collana preferita.

 

Per contraltare, tuttavia, non ho potuto non rimanere più che soddisfatto dei disegni di Ticci, per di più colorati con sapienza (a proposito, della colorazione si è occupato lui o qualcun altro?), ed in particolare non ho potuto non rimanere estasiato dalle tavole acquerellate che aprono e chiudono l'albo.

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  • 5 mesi dopo...
  • 1 anno dopo...

Continua la mia rilettura dei numeri del centenario. Storia che in effetti avevo dimenticato, con un soggetto abusato, ma ben scritta e sceneggiata. Nettamente migliore dei precedenti nn. 300 e 400. Anzi, a differenza del n. 400 nel quale l'idea ottima era penalizzata da una sceneggiatura piuttosto deludente, neppure accompagnata da disegni accettabili per il precario stato di salute di Galleppini, qui partendo da un soggetto esile e già visto, la storia appare ben articolata. Meravigliose le prime e ultime tavole acquerellate di Ticci, fa strano invece vedere Tex e suo figlio Kit disegnati esattamente uguali. Proprio uno il clone dell'altro, nessuna differenza neppure in termini di stazza. In effetti, a voler essere obiettivi, anche nella meravigliosa copertina di Villa i 4 pards hanno tutti il medesimo volto, almeno lì soltanto quello. In conclusione, storia che poteva essere più originale come insegna Boselli che rimescola sempre gli ingredienti al meglio, ma certamente albo non disprezzabile e buon classico di Nizzi e Ticci.

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  • 1 anno dopo...
Il 11/3/2009 at 17:51, ymalpas dice:

La lunga estate di Tex con il numero 500 e il ritorno di Mefisto



Articolo di - Antonio Salvatore Sassu apparso su La Nuova Sardegna il 19 giugno 2002



Cavalca le praterie di un western di carta dal 1948, e malgrado i 54 anni di vita editoriale, è più pimpante che mai. Stiamo parlando di Tex Willer, un fenomeno editoriale, non solo italiano, che continua a dominare le edicole e si avvia verso una lunga estate calda, calda come gli scenari delle sue avventure e il piombo delle sue micidiali colt. I primi di giugno, infatti, la collana ?Tex Gigante nuova serie?, in edicola dal marzo del 1958, e che viene ristampata anche in tre edizioni diverse, ha festeggiato il numero 500 con un albo a colori, andato esaurito in un paio di giorni e già in corso di ristampa. Ma non c'è solo ?Uomini in fuga?, scritto da Claudio Nizzi, disegnato da Giovanni Ticci e realizzato a colori, come da tradizione, ma sta per uscire anche il Texone disegnato da Bruno Brindisi, ?I predatori del deserto?. La vera sorpresa, però, ci sarà a partire da luglio con il ritorno di Mefisto, con i disegni di Claudio Villa: una lunga avventura nel soprannaturale che ci accompagner? sino a settembre. Che Mefisto non si accontentasse di restare morto e sepolto i lettori di Tex lo sapevano già, ma che fosse così testardo nei suoi ritorni dall'aldil', sempre per annientare il ranger e i suoi pard, è una sorpresa nata da un'idea di Claudio Nizzi, da anni lo sceneggiatore principale delle avventure del nostro. Come dire che a volte ritornano e, nel caso di Mefisto, sempre più indemoniati. Come personaggio e come collana Tex, lo ricordiamo, è in giro dal 1948. Un fenomeno che ha pochi riscontri in tutto il mondo. Ci vengono in mente pochi nomi di personaggi con una vita editoriale simile o più lunga della sua: Superman, Batman e magari anche Topolino. Di più duraturo c'è e c'è stato molto poco. Quale ?, dunque, il segreto di questa lunga vita editoriale e di un successo che non conosce crisi? Ne abbiamo parlato con l'editore Sergio Bonelli, figlio di Gian Luigi, uno dei più grandi narratori del Novecento italiano e inventore di Tex e di centiania di altri personaggi, e anche lui sceneggiatore e creatore di grandi eroi di carta. Al grande successo di Tex 500 si aggiunge la spasmodica attesa per il ritorno di Mefisto. Questo vuol dire che è sempre Tex il più amato dagli italiani? ?Confesso che anche io sono stupito, non ricordo un'adesione così totale. Non ci aspettavamo un successo di queste dimensioni per il numero 500, tanto è vero che in meno di una settimana abbiamo dovuto ristamparlo. Questa è la conferma di un fatto irripetibile che fa capire, una volta di più, che c'è molto affetto intorno a Tex, che è tornato il fumetto italiano più venduto, scalzando Dyland Dog, anche se di poco, pur essendo un personaggio che ha un pubblico adulto, maturo, che non suscita più l'interesse dei ragazzini. Ma il successo c'è ed è innegabile e una parte del merito va sicuramente alla stampa che si sta facendo perdonare tutto il malanimo e le aggressioni contro il fumetto italiano di quando io ero ragazzo?. Questo numero 500 di Tex è stato particolarmente curato dal punto di vista tipografico? ?Anche se i colori non sono la nostra specialit?, devo dire che ne sono rimasto soddisfatto?. E come se non bastasse, dopo uno scintillante numero 500, sta per ritornare Mefisto ?Direi proprio che la gente "frigge" per il ritorno di Mefisto. E questa è una grande preoccupazione per me perchè ho paura di deludere i lettori, anche se Claudio Villa ha fatto un lavoro straordinario e Claudio Nizzi si è dimostrato, ancora una volta, all'altezza del compito di sceneggiatore principale di Tex?. Come mai il ritorno di Mefisto non è firmato, come sceneggiatore, da Sergio Bonelli-Guido Nolitta? ?Come sceneggiatore io sono già in pensione, e poi devo confessare che Mefisto, come argomento, non è proprio di quelli che a me piacciono più di tanto. Inoltre, quando Nizzi mi ha spiegato l'idea, con una buona giustificazione iniziale e con un approccio insolito e diverso da quelli usati precendemente da Bonelli padre, mi è sembrato giusto che questa storia toccasse a lui?. E ne sei soddisfatto? ?Personalmente trovo che mio padre abbia sfruttato abbastanza l'argomento Mefisto, ma il pubblico me lo chiede, me lo sollecita, e allora è quasi un dovere accontentare questo straordinario pubblico che non è severissimo con noi e che ci consente di ripeterciò. Se Tex gode di buona salute, come sta il fumetto bonelliano in generale? ?Tex è il fumetto italiano più venduto, e quindi gode di buona salute, ma non bisogna dimenticare che ogni anno c'è una perdita di lettori del 6,7 per cento e che, rispetto a sette anni fa, le vendite si sono dimezzate. Questo vuol dire che i giovani hanno altri interessi: la televisione, i videogiochi, la birra al bar, gli amici, ma non solo. E poi leggere fumetti è diventato più faticoso, pur non essendo questo il caso di Tex. Quando ero ragazzo io le storie erano più meccaniche ed elementari, adesso sono più verbose e sicuramente più faticose da seguire?. Malgrado la crisi, state preparando qualche novità? ?Questo, per noi, è un momento di riflessione. Negli ultimi tre anni abbiamo proposto diverse testate e in molti ci hanno accusato di voler invadere le edicole senza capire che dietro ogni testata c'erano progetti sofferti e vissuti per anni. Ognuna di queste testate si indirizzava a un pubblico diverso dal quale ci aspettavamo delle risposte chiare. Invece i segnali di ritorno sono scarsi: Julia continua ad andare molto bene, altri sono in calo, altri ancora non sono mai andati bene?. E la crisi irreversibile del fumetto? ?Questo conferma che dobbiamo pensare al fumetto come a un prodotto di nicchia e più caro, e non più di massa e popolare nei prezzi e nell'aspetto. In tutti i casi c'è un interesse per il primo numero e poi un calo pesante, quasi che la gente rimanesse delusa. E questa è colpa di noi editori che non siamo in grado di capire che cosa vuole il lettore che, viziato dal cinema, dai videogiochi, dagli effetti speciali, vuole forse cose superiori a quelle che gli può dare il fumetto legato alla fissit? dell'immagine e alla mancanza di suoni. Noi della Bonelli come tipo di lavoro non siamo mai stati quelli del mordi e fuggi e abbiamo sempre pensato a prodotti che andavano avanti per molto tempo e oggi non sappiamo bene quali debbano essere le proposte per un pubblico che sembra si stanchi molto presto. Oggi, magari, dovremo sfruttare gli eventi e mutarci, forse, in una squadra di predoni. Siamo quindi in meditazione e il nostro pubblico dovrebbe comunque essere contento di sapere che anche così stiamo sempre lavorando per lui?.

Ringrazio sentitamente per l'intervista di Sergio Bonelli sulla difficoltà di aprire e mantenere aperte nuove collane in un'epoca crisi del fumetto, sempre bello vedere la passione che allora animava la casa editrice. Pur nella difficoltà, in qualche modo si respira ancora l'aria di solidità e entusiasmo della società italiana del boom economico e la vicinanza ai lettori.

Ora, nonostante Tex Willer- che cmq è  sempre Tex- le cose vanno molto peggio e, a parer mio, pure Julia è illeggibile ☹️.

Bruttarello il fumetto solo per un'elite, ma soprattutto pessimo delle generazioni perse dietro tic-toc e spesso incapaci di comprendere ciò che leggono.

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Ho scritto molto di questa storia. Troppo. Il problema è che l'ho fatto soprattutto all'uscita, e sul forum Tex Willer Online (TWO), ora scomparso. Quando mi sono accorto che qui non avevo mai postato in questo thread ho provato a recuperare le mie vecchie recensioni anche con la wayback machine ma non ci sono riuscito, tutto perso.

 

Sarò quindi molto breve, giusto un "segnaposto" per "mettere a verbale" cosa penso di questa storia:  la considero una storia ignobile, che dimostra non solo quando fosse caduto in basso Nizzi, ma quanto poco davvero sapesse di Tex e quanto poco conoscesse le vecchie storie di GL Bonelli (solo in questa storia dimostra di non avere idea di dove sia davvero sepolta Lilyth e di non avere mai capito le storie di Zhenda, della Banda Dugan e la Cella della Morte).  Se ne è parlato poco però di quanto fosse ignobile, perchè subito dopo è uscita la Mefistolata che ha monopolizzato per mesi le discussioni.

 

A livello di "spregio del cadavere di lilyth e del Giuramento" solo il recente numero 755, dopo oltre vent'anni, è riuscito a superarla.

 

in generale, è una strana caratteristica costante di Tex il fatto che, dopo GL Bonelli, le storie "celebrative" sono quelle in cui è trattato peggio, come a celebrarne lo scempio...

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