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TWF - Tex Willer Forum

[508/510] Il Mercante Francese


Voto alla storia  

39 utenti hanno votato

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Soggetto e sceneggiatura: C. Nizzi
Disegni: F. Fusco
Periodicità mensile: Febbraio 2003 - Aprile 2003
Inizia nel numero 508 e finisce nel numero 510

 

Pierre Charbonne è quel che non si esiterebbe a definire un mercante senza scrupoli. Alleatosi con i Piedi Neri, lo spregiudicato individuo è davvero pronto a tutto pur di ottenere il monopolio del commercio delle pellicce nella regione. Ma a dare una mano a chi, come l'onesto Jim Colter, non ha la minima intenzione di cedere alla violenza di Charbonne e dei suoi accoliti, intervengono il nostro Ranger e i suoi tre pards...

 

 


© Sergio Bonelli Editore

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Che dire di questa storia, con la quale sceneggiatore e disegnatore riprendono una ambientazione cara in particolar modo al secondo?A mio avviso, si potrebbe commentarla con una frase di Gianni Brera a proposito di una partita giocata dalla nazionale italiana di calcio in maniera non trascendentale, ma attenta e decorosa: "Nulla avviene di entusiasmante, ma nemmeno di tristo". In effetti la vicenda scorre senza problemi, ma presenta anche diversi particolari che appartengono alla sfera del deja - vu: in particolare Snake Bill, il pistolero al servizio del "mercante francese" Charbonne ( anche lui non caratterizzato in maniera eccessivamente incisiva ) è una copia sbiadita ( persino nell'abito che indossa!; la benda sull'occhio ci è però stata risparmiata.... ;);) ) del Lou Caudill de "I predatori del grande Nord, con l'aggiunta di un nome che è una semplice variante di quello di Shady Bill, il personaggio corrispondente nella storia di GLB "Trapper", che è il modello di questa ( anche nel presentare due gruppi di indiani, ciascuno a sostegno delle due parti in lotta ). Per contro Nizzi si è soffermato maggiormente di quanto faccia di solito sugli aspetti sentimentali della trama

l'amore tra il mercante di pelli "buono" Jim Colter e la sua sposa shoshone Shawea
, a mio giudizio in maniera felice, dato che il personaggio di Jim Colter ne guadagna in risalto fino a diventare quello più riuscito dell'intera storia. Altro aspetto a mio avviso positivo è il ruolo più attivo del consueto che l'intreccio consente a Tiger e Kit Willer, anche se in quest'ultimo caso Nizzi riesce a renderlo decisivo per quanto riguarda l'esito della storia in maniera piuttosto forzata
facendo sè che, pur essendo ferito, disobbedisca all'ordine del padre di non partecipare all'attacco al fortino di Charbonne, giungendo in tempo per impedire che Tex venga impallinato alle spalle da Snake Bill il quale, pur essendo insperatamente riuscito a scappare dal fortino come voleva, torna stranamente sui suoi passi per cercare di saldare il conto al nostro ranger; la cosa pare un antecedente dell'analogamente illogico comportamento di Pablo Carrizo nella recente storia dei Buffalo Soldiers
Come si è detto in precedenza, Fusco ama parecchio ambientazioni di questo genere e la cosa si riflette sulla sua prova che mi pare più che buona. In sintesi ( e IMHO ):soggetto 6,5sceneggiatura 7- disegni 8+
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  • 7 mesi dopo...

Una classica storia alla Nizzi, con il classico prepotente di turno,Charboonne il mercante francese, che per avere il completo monopolio del commercio di pellicce non esita a compiere tramite i suoi uomini, sabotaggi ai danni di Jim Colter. Alla richiesta di aiuto del generale Jim Davis,Tex risponde con la squadra al completo. Una buona storia, forse con troppi dialoghi inutili che rendono la lettura leggermente pesante, ma a parte questo una discreta prova di Nizzi. I quattro pards sono in ottima forma, e sono costretti per ben due volte a compiere dei tuffi in acqua di una altezza considerevole. Tra i quattro, quello che spicca di piu' e' un Tiger in forma smagliante, che riesce a liberare Tex dagli indiani nemici. Ed e' un bel vedere ammirare le imprese del navajo, per troppo tempo tenuto in naftalina dallo stesso Nizzi. Simpatica la caratterizzazzione di Jim Colter, fisicamente somigliante a Buffalo Bill, sposato con un indiana, che trova subito la simpatia di Tex, che gli ricorda la sua situazione familiare. Un altro comprimario, a cui e' addirittura e' dedicato il titolo di un albo e' Snake Bill, che non fa altro che accumulare degli insuccessi dopo l'altro, e che si rivela un rivale non degno di Tex. Il finale e' forse un po' fiacco, con in nostri che non incontrano quasi nessuna resistenza. I disegni di Fusco sono ancora di buon livello, malgrado presentano i primi timidi segni di stanchezza.

Voto complessivo alla storia:7

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Bellissima storia a mio parere seppur, come già detto da Antony,Classica, ma rimane una storia degna di nota (IMHO)Interessante la figura di Colter sposato come Tex con un'indiana figlia del capo tribù. Forte la scena

del combattimento tra gli indiani per la liberazione di Tex, e con Colter che esce a fine combattimento con la giacca sporca di sangue
Finale senza grandi colpi di scena (tranne
quando Kit uccide Snake Bill proprio mentre quest'ultimo sta per uccidere il padre
) ma pur sempre un bel finale. In conclusione do come voto generale un 7/8, e un merito speciale a Fusco per gli ottimi disegni :)
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La figura di Jim Colter è chiaramente ispirata a quella del celebre trapper e scout Jim Bridger, che in uno dei suoi almeno 3 matrimoni con donne native, sposè la figlia del famoso capo Shoshone Washakie, Mary Washakie. Curiosamente, Bridger e Washakie erano più o meno coetanei e

contrariamente a quanto capita al povero Alce Zoppo
il capo Shoshone sopravvisse di vent'anni al genero.


Immagine postata

Jim Bridger

Immagine postata

Washakie, capo degli Shoshone.

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  • 1 anno dopo...

Sembra quasi che Nizzi abbia scritto questi tre albi appositamente per smentire i suoi detrattori, almeno per quel che riguarda la tanto contestata caratterizzazione dei quattro pards, che qui appaiono in gran spolvero-uno su tutti,Kit Willer, che diventa il protagonista del finale. Un'ottima storia, dunque, con alcuni momenti addirittura splendidi e una serie di comprimari sicuramente ben delineati dalla penna dello sceneggiatore. Uno dei personaggi migliori della storia è Colter. Non solo Nizzi lo caratterizza molto bene, restituendoci l'immagine di un uomo onesto e di ?ampie vedute?, ma soprattutto lo sceneggiatore sembra aver delineato il personaggio con l'intento di creare un doppio di Tex, uno che viva episodi di vita simili, e che faccia ricordare a Tex il suo passato, quasi a intervallare l'avventura con un minimo di malinconia. Da questo confronto, esce fuori quello che Tex, rispetto a Colter, ha perso e ha avuto:la moglie e il figlio. Qui abbiamo un Tex che mette un po' più in mostra la sua umanit?, che appoggia il braccio sulla spalla del figlio e dice:??. e oggi, oltre al ricordo di lei che porto sempre nel cuore, a rammentarmela ogni giorno c'è il figlio che mi ha lasciato?. L'umanit? del ranger ritorna anche nel finale, dove si comporta come un padre vero che rimprovera il figlio.?Non ho mai alzato la voce con te??, ecco che sappiamo qualcosa in più sul Tex padre. Per tornare a Colter, bisogna dire che il mercante è protagonista di una scena davvero bella quando, per vendicare gli Shoshone, si lascia prendere dall'istinto e dalla sete di sangue, ammazzando a più non posso. Nella seconda vignetta di pag.20 un Fusco straordinario ci mostra un uomo che sta ritornando in se stesso, sbigottito, quasi sorpreso di quello che è successo. A vedere i quattro pards di questa storia non si possono che trovare ridicole le accuse mosse a Nizzi rispetto alla caratterizzazione del quartetto. Lo sceneggiatore si dimostra molto bravo in quello che, rispetto ad altri sceneggiatori, ha avuto il torto di aver mostrato poco:i pards divisi. La divisione dei pards è secondo uno dei metodi migliori per farne venire alla luce l'autosufficienza , le caratteristiche individuali;e il fatto che Tex venga fatto prigioniero (e credo che questa volta non ci sia motivo di gridare al piccione) ha il merito di mettere in rilievo il terzetto dei pards. Tiger, innanzitutto, che come con Bonelli segue le tracce, si butta da solo sulla pista del nemico, pianifica il modo per liberare Tex. Un Tiger instancabile che non conosce riposo, che si accorge dei nemici perchè ha l'orecchio finissimo e si introduce nei campi nemici silenzioso e armato di coltello. Anche Carson fa la sua buona figura, senza fare niente di straordinario. Piuttosto è l'accoppiata Carson-Kit a essere sempre piacevole da guardare, mossa, questa volta, davvero abilmente. Quando con Tex fa bruciare il magazzino di Charbonne sembra di rivedere il simpatico filibustiere di ?Cheyennesè. Ma soprattutto è di kit che bisogna parlare!Mi chiedo:davvero Nizzi ha odiato Kit? Uno sceneggiatore che offre al figlio di Tex la ribalta nel finale, mostrandoci lo scavezzacollo bonelliano che agisce di testa sua, che rischia la vita per salvare il padre (cosa che succeder? anche nella storia successiva), che si dimostra risolutore, può davvero essere odiato da chi lo mette in scena?In ogni caso, l'ultima vignetta di pag.111 (omaggio a ?Black Baron°?) è un Capolavoro!Detto questo, bisogna aggiungere che l'azione non manca, i nostri per ben due volte si devono gettare da una rupe (e forse è questa ripetitivit? che si deve condannare), i nemici sono tosti e anche spietati al punto giusto. Insomma, non siamo al cospetto di un capolavoro, ma questa è sicuramente un ottima e divertente storia, che un 8 se lo prende tutto (e anche qualcosa in più, se ripenso al ?Tex umano? di cui parlavo). Fusco, a parte qualche indecisione, soprattutto nel rappresentare le facce dei cavalli che-forse è solo una mia impressione-mi sono sembrate spesso ?strane?, ha fatto il solito ottimo lavoro. D'altronde, per quel che riguarda ambientazioni nordiche, sarà difficile trovargli un degno sostituto!

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  • 1 anno dopo...

Storia veramente ben sceneggiata, degna di essere considerata tra le migliori dell'intera carriera texiana di Nizzi. L'antagonista di Tex e gli altri pard non è certamente al livello di, ad esempio, un Colonnello Oliveira o un Pedro Galindez, ma ciò permette all'intera vicenda di svilupparsi su binari differenti rispetto al solito: cito, in merito a ciò, la massiccia presenza dei Blackfoot, predominanti nella storia e, sicuramente, molto più pericolosi rispetto al capo Charbonne (la cui capacità di incutere timore agli avversari è sicuramente piuttosto bassa, sia per caratteristiche fisiche che di personale tattica operativa). Confesso la delusione provata nei confronti di Snake Bill (il cui nome viene addirittura usato come titolo per la seconda parte della "saga"), personaggio di poco conto nel computo complessivo e relegato ad una sorta di "segretario personale" di Charbonne. Molto bene tutti i Pards, con Carson e Kit Willer molto più attivi e "brillanti" del solito. Sui disegni: splendido come sempre, Fusco mi mancher? tantissimo su Tex; la sua presenza nella serie ha sempre rappresentato un punto di riferimento. Voto complessivo: 8

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  • 1 mese dopo...

Una storia che ricordo molto bene e con particolare affetto perchè fu una delle prime che acquistai agli inizi della mia passione per Tex. Ricordo piacevolmente di averla letta varie volte e infatti avendola ripresa in mano in questi giorni dopo anni me la ricordavo davvero davvero bene. Ricordo che ai tempi mi colp? molto la figura di Charbonne e di Snake Bill. Dopo una lettura recente mi rendo conto che la storia è buona seppur non sia un capolavoro e con ottimi disegni anche se preferisco il Fusco di qualche anno prima. Bello il finale con colpo di scena imprevisto. Sono convinto però che aveva maggiori potenzialità questa storia. Charbonne e Snake Bill si fanno catturare alla fine senza troppa resistenza. Voto 8 alla storiaVoto 8 ai disegni

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  • 4 mesi dopo...

Qualche giorno fa ho finito di leggere La Maschera dell'Orrore, da cui ho tratto grande soddisfazione. Tanta azione, situazioni ben congegnate, paesaggi naturali mozzafiato, una girandola di personaggi riusciti (Gil Baron, l'agente indiano, lo stesso trippone Bennett). Di quest'ultima storia si possono dire più o meno le stesse cose, ma, nonostante tutto, la sua lettura mi ha lasciato più freddo. Quoto Paco per le sue parole su Colter e sull'umanit? di Tex, ma, a parte questi aspetti, ho la sensazione che qui gli autori fossero un po' appannati: i dialoghi non sono freschi come altre volte, la trama si dipana bene ma non entusiasma, probabilmente manca il carisma di un avversario vero, che certo non è rinvenibile nelle abbastanza opache figure di Chambronne e di Snake Bill. La stessa cosa posso dire sul capitolo disegni: il tratto di Fusco rivela abbastanza pesantemente, a mio parere, la stanchezza dell'autore, e proprio non posso fare a meno di fare un confronto (per la contiguit? temporale di cui parlavo prima) con La Maschera dell'Orrore, dove i paesaggi di Ortiz fanno sgranare gli occhi tanto sono belli. Sia chiaro, non sto facendo un confronto tra i due disegnatori, Fusco per me è un intoccabile, ma stavolta i suoi disegni, con ancora negli occhi le vignette dello spagnolo, mi sono parsi non entusiasmanti, sfilacciati, non all'altezza del nome dell'artista.

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  • 3 settimane dopo...
  • 9 mesi dopo...

Storia che inizialmente promette bene ma poi tradisce le promesse. Le prime tavole introducono temi che poi non saranno sviluppati:1) lo sconfinamento in Canada di cui tanto si parla alla fine non avviene2) Particolari metodi investigativi alla Tex Willer non vengono usati a parte l'incendio al magazzino. Anche l'assalto al forte è molto corretto.3) i battibecchi iniziali tra Tex e Carson si esauriscono in breve4) Tex non riesce a scoprire in 3 albi l'infiltrato al forte!!!5) non si parla più dei militari nonostante si fosse discusso del loro possibile ed essenziale contributoHo l'impressione che la storia sia stata scritta da mani diverse..

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  • 1 anno dopo...

Ho dato 7 a questa storia per tre motivi: ho avvertito una certa "stanchezza" nella trama, con alcuni scambi di battute tra i protagonisti che sembravano degli riempitivi ininfluenti però ai fini della storia. 

Snake Bill mi è sembrato un personaggio non dico marginale ma nemmeno così di rilievo, cosa che invece mi sarei aspettato prendendo in mano il secondo albo.

Volto Sfregiato: la sua remissività,il suo chiedere più volte perdono a Charbonne, cozzano con l'orgoglio e la decisione che un capo indiano dovrebbero avere.

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  • 6 mesi dopo...

Ben scritta e sceneggiata questa storia di Nizzi, riletta recentemente. È un "classico" che chi ama Tex non può che leggere con piacere, con personaggi ben deliniati, con una trama sempre avvincente e anche ben disegnata da Fusco. Ho letto che qualcuno segnala incongruenze, ma la storia si sviluppa in maniera lineare e non mi piace, in generale, andare a sindacare sugli sviluppi della trama e dei personaggi, laddove siano comunque coerenti e plausibili... preferisco il piacere della lettura. Voto 9.

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  • 1 anno dopo...
  • Sceriffi

Questa tripla è una classica storia di Nizzi, non al livello dei tempi d'oro ma comunque una lettura piacevole e divertente. Non è priva di difetti: a parte l'onnipresente origliata, ho percepito un po' di ripetitività (i nostri devono gettarsi per ben due volte da una rupe per sfuggire ai nemici, una soluzione che denota anche qui una certa povertà di idee dello sceneggiatore), e il solito eccesso di spiegazioni (ogni azione viene prima discussa, poi mostrata, a volte raccontata di nuovo, togliendo vivacità e suspence). Ma al di là di questo, la storia è sicuramente buona, merito forse anche del suo ampio respiro. Non mi soffermo ora sui dettagli della trama, mi limito a un apprezzamento per il personaggio di Colter, davvero ben riuscito, e a rimarcare l'ottima gestione dei pards da parte di Nizzi, in particolare Tiger, un aspetto su cui si sono sempre concentrate le critiche dei detrattori. Opinabile invece la scelta di dedicare il titolo di un albo a Snake Bill, nemico in fin dei conti non particolarmente memorabile. Fusco in netto calo.

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  • 1 anno dopo...

Il "mestiere"e la professionalità che Nizzi ci mette sempre (tranne rari casi) nella stesura delle trame si vede in una classica storia riempitiva come questa.

Nizzi è in evidente crisi di idee,ma riesce a far quadrare bene la storia,con un buon risultato.Mi è piaciuta molto la figura dell impresario di pellicce sposato con la bella ragazza shoshone.Riusciti bene i combattimenti tra Indiani di opposte fazioni, non male la figura di Snake Bill,meno riuscito il ruolo da protagonista del Mercante Francese.

On 17/12/2010 at 11:38, paco ordonez dice:

Un'ottima storia, dunque, con alcuni momenti addirittura splendidi e una serie di comprimari sicuramente ben delineati dalla penna dello sceneggiatore. Uno dei personaggi migliori della storia è Colter. 

Non sono d accordo sui momenti splendidi...d accordo,Kit salva Tex ma questo è l' unico momento di suspence in tutta la storia.

A parte Colter,i comprimari sono poco "spessi"...

Sarà che io da Nizzi mi aspetto sempre il massimo e sono abituato ai livelli sontuosi del terzo centinaio,ma la storia non mi ha entusiasmato né particolarmente colpito.

On 17/11/2012 at 14:35, Leo dice:

dialoghi non sono freschi come altre volte, la trama si dipana bene ma non entusiasma, probabilmente manca il carisma di un avversario vero,

Giusto Leo...questa analisi mi trova del tutto d accordo

I disegni sono tra i peggiori di Fusco...

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Storia non bella, ma non da bocciare. Nel senso che, per fortuna, non si notano comportamenti di Tex che non sono da lui o, quantomeno, che diano fastidio alla lettura. Perché ormai è in quest'ottica che si leggono le storie di Nizzi di questo centinaio, col terrore che Tex faccia o subisca qualcosa di cui ci si debba vergognare. Un pò come succedeva nel secondo periodo Toninelliano quando si temeva - pur in presenza di discrete storie - che Zagor facesse delle figuracce o venisse messo facilmente k.o. dal fuorilegge di turno.
Questa storia, dicevo, é esente da questi difetti, ma non si lascia ricordare per i suoi pregi, nel senso che non contiene alcun elemento che si faccia ricordare positivamente.
Disegni discreti.
Voto alla storia: 6,2
Voto ai disegni: 7

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  • 1 mese dopo...

Storia  che aveva delle belle premesse: ambientazione  nordica ,  ottimi disegni di Fusco, tre albi, splendide copertine di Villa... e invece una vera delusione. Si parte bene,  ma poi la storia  diventa noiosa e ripetitiva, con dialoghi pesantissimi  e artificiosi. Secondo me è  la prima storia della crisi post 500 che avrebbe colpito Nizzi .  Il finale, dall' attacco al forte in poi é  decisamente  bello e ci sono bei personaggi  quali  Jim  e la sua deliziosa e dolce moglie indiana , e ci sono delle buone  sequenze , quali lo scontro  tra i due gruppi indiani e il primo salto nel lago       ( ma è  decisamente strano che gli indiani non li inseguano, non é  poi così  pericoloso) . Bene usati i pards.  Splendida  la scena in cui Snake Bill decide di giocarsi il tutto per tutto fuggendo( " Animo Bill. Ora o mai più.": splendida frase).Tuttavia  i difetti che ho elencato soffocano questi pregi. La storia ricorda Trapper, ma quella è  molto più  bella. Assurdo che l' indiano morente  dica da sé  ai pards dove possono  trovare Charbonne, e ancora  più  assurdo che Tex interroghi un moribondo  per sapere qualcosa che lui sa benissimo.:craniate:

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  • 1 anno dopo...

Per la stesura di questa tripla, Nizzi si affidò “all’usato sicuro”. Rispolverò le sempre care ambientazioni nordiche, con un soggetto semplice ma efficace, come la concorrenza fra mercanti di pellicce. Nel puzzle che ne venne fuori, brilla la caratterizzazione di Jim Colter, uomo onesto, coraggioso e molto innamorato della bella moglie indiana. Di contraltare non tengono il passo i villains, con Pierre Charbonne che dà troppo l’impressione di “tirare la pietra e nascondere la mano” e Snake Bill che si atteggia da grande pistolero, ma in fondo colleziona una batosta dietro l’altra. Rivediamo dopo un po’ il quartetto di clarini al completo e stavolta gestito decentemente dall’autore, che spesso ha mostrato carenze su questo aspetto. Buona la performance di Tiger, seguito a ruota da uno stoico Kit, che sebbene ferito, disubbidisce all’ordine del padre e nel finale gli salva la vita. Tex e Carson si difendono bene sulla lunga distanza e la trama scorre senza grandi intoppi, rallentando forse un po’ nel terzo albo. Non manca l’azione e qualche scena che richiama (non troppo velatamente) alla splendida storia degli anni 80 delle “Rapide del Red River”. Il tuffo dalla rupe, per l’occasione ripetuto due volte, sebbene molto emozionante, suona troppo di già visto e poi mi chiedo sempre il perché nessuno degli inseguitori imiti la stessa azione. Possibile che tutti i Blackfoot siano così codardi da non pensare “se ci sono riusciti loro, possiamo farcela anche noi”? :D Nel complesso prova discreta e senza eccessive sbavature, sebbene poco trascendentale, ma visto la media di Nizzi del periodo, lascia alquanto soddisfatti e si rilegge con piacere. L’intreccio funziona e non si basa su snodi narrativi forzati, pochi sussulti è vero, comunque mancano pure quei passaggi a vuoto che spesso in una storia poco riuscita ti inducono a chiudere l’albo. Tipica storia d’azione e avventura che ogni lettore si aspetta sulla saga e si è propensi a perdonare senza problemi alcuni dialoghi un po’ prolissi ed evitabili. Un esempio in proposito, puro emblema dell’involuzione nizziana nella stesura dei testi in quei periodi (o la difficoltà derivata dall’esigenza di allungare il brodo per riempire le canoniche 330 tavole), la scena di pagina 33 nell’ultimo albo, dove un funzionario del deposito di Charbonne, in una lunga nuvoletta di pensiero descrive oltre il lecito la modalità di ricezione e l’ordine del capoccia in caso di una visita dei quattro pards.  Già di suo una scelta simile appesantisce la sequenza, ma diviene del tutto inopportuna quando da lì a poche pagine Tex, come ovvio, conscio della recita del suo dirimpettaio, lo minaccia snocciolando per filo e per segno la medesima conclusione. A mio modesto avviso, essendo evidente la posizione del damerino omertoso, quasi si poteva sorvolare sull’imposizione di Charbonne e se proprio si voleva far menzione, bastavano le parole veementi di Tex. Comunque qui ci muoviamo sul campo della soggettività e so che potrei, giustamente, essere smentito da chi la pensa in maniera diversa; quindi non mi dilungo oltre su questi aspetti tecnici su cui, inoltre, non ho comunque cognizione di causa non essendo uno sceneggiatore. Passando all’aspetto grafico, Fusco in queste ambientazioni viene praticamente invitato a nozze: le storie con sullo sfondo il Canada innevato o le foreste del Montana sono pane per i suoi denti e anche per l’occasione se la cava alla grande, sebbene, concordo con alcuni, si cominciano a palesare fisiologici cali dovuti alla stanchezza di decenni spesi al tavolo di disegno tra matite, china, pennini e pennelli. Sempre molto efficaci, ma azzeccate, le grottesche fattezze con cui ritrae i pendagli da forca che appaiono nelle vignette, vedere Charbonne e Snake Bill per credere, mentre un po’ meno mi appassionano i nativi o le sue rappresentazioni femminili. Shawea meritava più grazia e appeal, ma come già affermato in un altro topic, non tutti gli autori, sebbene eccelsi, sono altrettanto abili nel tratteggiare il fascino e la dolcezza innata del gentil sesso, proprio per questo ben vengano sulla serie disegnatori come Laurenti, che non temono rivali su questo non trascurabile aspetto in un fumetto moderno.  Il mio voto finale è 7

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  • 1 mese dopo...

Piacevole ma non entusiasmante, di certo ben lontana dalle prove del Nizzi dei tempi migliori. Anche dal mio punto di vista, trattasi di una storia abbastanza lineare, con pochi sussulti ma, d'altro canto, priva di grosse sbavature. O meglio, una sola, e forse anche abbastanza marchiana: personalmente, ritengo che i Blackfoot di Volto Sfregiato, dopo la spietata strage compiuta al campo degli Shoshones, pur sapendo bene che il grosso dei guerrieri rivali era vivo, vegeto e non troppo distante, avrebbero dovuto prevedere l'eventualità che questi ultimi avrebbero immediatamente cercato vendetta una volta scoperta la carneficina, per cui ho trovato assai poco credibile che avessero trascurato di predisporre adeguata vigilanza in occasione del bivacco notturno, quando invece si sono limitati a lasciare un solo uomo di guardia a Tex, loro prigioniero. 

 

Detto ciò, la vicenda in sé è scorsa in maniera talmente lineare da indurre il lettore, almeno per quanto mi riguarda, a non dare più di tanto peso alla pressoché totale mancanza di valorizzazione degli antagonisti Volto Sfregiato e, soprattutto, Snake Bill e Pierre Charbonne, cui sono addirittura dedicati i titoli di due dei tre albi totali. Ancor più in particolare Charbonne, il gran burattinaio dell'intera faccenda.

 

Poco da dire su Volto Sfregiato, se non per la ferita da cui trae il nome, mentre ho trovato poco logico che Snake Bill, dopo essersi messo inizialmente in salvo saltando in groppa ad un cavallo in fuga dell'incendio del fortino, si sia premurato di tornare sui suoi passi per freddare Tex alle spalle, pur sapendo che poi avrebbe dovuto vedersela con Carson e Tiger (e rimettendoci invece la pelle grazie a Kit, provvidenzialmente sopraggiunto). Essendo riuscito a lasciare rocambolescamente il forte in fiamme e sotto assedio, sarebbe stato più logico se avesse cercato si eclissarsi il più lontano possibile da quei luoghi, anche perché dubito fosse così affezionato ai suoi compari o ai due vecchi amici che, a suo dire, Tex gli aveva ucciso anni prima.

 

Buona prova anche di Fusco, decisamente a suo agio nel disegnare storie nel profondo nord, benché da alcuni dettagli - in primis qualche volto - si evincesse qualche lieve segno di cedimento, per ragioni prettamente anagrafiche. 

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  • 2 mesi dopo...

Storia piacevole, questa. Non so quale fossero le ambizioni di Nizzi in questi tre albi, ma comunque ne è venuta fuori una buona storia. Nulla di trascendentale, certo, ma si legge con piacere.

Intanto c'è il quartetto al completo ed è in ottima forma. Belli gli atti di coraggio di buttarsi per ben due volte in acqua da un roccione, per sfuggire ai nemici. Molto bene Tiger, addetto a colpire senza farsi sentire i nemici a più riprese e bravo nel salvare Tex al palo. bene anche Kit, che salva il padre sul finale. Carson fa cose ordinarie per lui, ad ogni modo sono piacevoli i dialoghi ironici tra lui e Tex. Tex troppo distratto nel finale, quando se non ci fosse stato il figlio ci avrebbe rimesso la pelle. Incolpevole, invece, nella cattura, messo in trappola tra due fuochi.

Per il resto lavora bene ed ha come sempre idee e progetti di grande strategia per togliere le castagne dal fuoco.

I nemici sono tratteggiati un pò superficialmente. Sono cattivi e tanto basti. Buona sceneggiatura alla fin fine. Certamente non un capolavoro alla pari di quelli dei centenari precedenti.

Fusco a me piace sempre molto ed è a suo agio in questi scenari del nord.

Nizzi 7+

Fusco 8

Modificato da valerio
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  • 2 anni dopo...

Disegni spettacolari di Fusco, mentre a livello d sceneggiatura come già detto i 4 pards al completo become detto non deludono.

Mi è piaciuta molto la parte centrale con la guerra tra gli Shoshone di Colter e i Blackfeet, anche il finale con il salto nel fiume, il battello e l'assalto incendiario a forte è molto bello.

Punti dolenti i cattivi bianchi, che danno il nome ai primi due albi ma che sono piuttosto insipidi (soprattutto Snake Bill, mentre Charbonne è il classico piccolo vile affarista alla Glb) e la prima parte abbastanza ripetitiva, con tre falliti attentati ai danni dei pards pressoché identici.

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