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TWF - Tex Willer Forum

[317/319 ] Il Ragazzo Selvaggio


Voto alla storia  

45 utenti hanno votato

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Soggetto e sceneggiatura: C. Nizzi
Disegni: G. Ticci
Periodicità mensile: Marzo 1987 - Maggio 1987
Inizia nel numero 317 a pag. 97 e finisce nel numero 319 a pag. 88




Sui monti Sangre de Cristo, due cacciatori liberano da una tagliola un ragazzo selvaggio, il figlio di Matt Randall, rapito anni prima dagli Arapahos. Il ricco allevatore Randall si affida a Tex e a Carson per ritrovare suo figlio John. Ma qualcuno non ci sta. Negli anni, il giovane soprastante Willie Stoddard ha conquistato l'affetto di Randall e ora, se vuole ereditare il ranch, deve impedire il ritrovamento del ragazzo rapito! Eliminati due cacciatori, gli unici capaci di rintracciare John, ma fallito un mortale agguato contro i rangers, la spedizione di Randall parte lo stesso tallonata da Willie e dal suo bieco consigliere, lo zio Ruby.



© Sergio Bonelli Editore

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  • 3 settimane dopo...

ups .... Mi sono ricordato di essermi scordato di aggiungere al post la parte del riassunto relativa al n. 319 . Comunque eccola:Ruby Stoddard, dopo aver tentato di uccidere i pards e Matt Randall, viene spacciato da Tex. E il perfido Willie, che aveva tradito l'affetto di Randall progettando l'assassinio del di lui figlio John, disperso da anni, viene sgozzato dalla sua stessa preda, il ragazzo selvaggio. E quando i feroci lupi accerchiano il bivacco della spedizione, un giovane belluino dai capelli biondi esce dal branco e si riunisce al padre! è Sergio Bonelli Editore

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Come è stato spesso affermato, lo spunto iniziale di questa storia medio - corta ( 212 pagine, meno di due albi ) è identico a quello di "Sulle tracce di Tom Foster": anche qui infatti Tex e Carson sono incaricati di ritrovare un ragazzo catturato dagli indiani. Molto diversa è tuttavia la presentazione di coloro che affidano loro l'incarico: i parenti di Tom Foster restano infatti fuori campo e, nel caso del fratello, sono presentati in maniera marcatamente negativa, mentre Matt Randall ci si mostra subito in tutta la profondit? del suo amore paterno. A tale amore si contrappongono però il cinismo e l'avidit? di due persone a lui vicine che faranno del tutto per impedire a lui ed ai pards di portare a termine con successo la ricerca del ragazzo. E' questo contrasto di sentimenti che d' vita alla parte "d'azione" della storia ( imboscate e sparatorie ); esso si sarebbe prestato ad una contrapposizione manichea tra il "buono" Randall e i "cattivi" Ruby e Willie, ma Nizzi scansa la trappola, conferendo un certo realismo ai due vilains, e paradossalmente soprattutto a quello che più si sarebbe prestato ad una caratterizzazione sopra le righe: Ruby Stoddard, lo zio del giovane soprastante di Randall, Willie. Ruby è certamente una canaglia: a giudicare da come ne parla, la sua conoscenza di Tex e Carson pare dovuta ad un passato da pistolero o da desperado, che si rivela pure nell'abile e cinica progettazione di trame criminali a beneficio di suo nipote. Tuttavia, l'affetto che ha per lui è sincero e abbastanza disinteressato ( anche se ovviamente avrebbe tutto da guadagnare se Willie ereditasse i beni di Randall ): infatti

quando si accinge ad attaccare nel sonno Randall, Tex e Carson, accampati sui monti Sangre de Cristo, vieta a Willie di accompagnarlo, perchè non vuole che si macchi del sangue dell'uomo che è stato il suo benefattore e soffra in seguito per il rimorso; successivamente, dopo che i pards hanno saldato il conto a lui ed ai suoi tirapiedi, le sue ultime parole sono per discolpare Willie ed evitare che paghi il fio delle sue trame, anche se ciò non riuscir? a salvarlo: Willie verr? infatti ucciso, in una specie di paradossale contrappasso, dall'inselvatichito John Randall, colui che il giovane soprastante voleva privare della sua eredit? ed uccidere
. Il culmine della storia si ha però quando i "cattivi" sono usciti di scena, con il drammatico incontro all'alba tra Tex, Carson e Matt Randall da una parte , e il giovane John Randall coi lupi che lo hanno allevato dall'altra: la scena inizia come un terribile incubo divenuto improvvisamente realtà, ma l'amore paterno del vecchio Randall, ben assecondato dalla saggezza di Tex ( che non ricorre al facile uso del Winchester ), porter? ad un esito felice la vicenda, in un crescendo di drammaticit? e di patetismo, che Nizzi riesce a rendere commovente senza farlo diventare dolciastro, cosicch? ci vuole un siparietto comico dei due pards per liberare il lettore da una tensione difficilmente sostenibile. I disegni di Ticci sono di ottimo livello, tanto nella resa dei personaggi che, più ancora, in quella degli sfondi naturali. La mia valutazione personale ?, in sintesi,:soggetto 9,5sceneggiatura 9,5disegni 10. Modificato da Pedro Galindez
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  • 1 anno dopo...

Bellissima storia, anche se il soggetto non e' originalissimo sia nel mondo dei fumetti che nell'ambiente cinematografico. Anche se leggendola puo' dare una sensazione di dejavu, dato che G. L. Bonelli aveva scritto in passato una stora con un soggetto simile ("L'indiano bianco") ritengo che questa scritta da Nizzi sia sicuramente piu' avvincente e piu' ricca di pathos, anche grazie agli splendidi disegni di un Ticci quand'era ancora Ticci. Emozionanti e commoventi le scene finali dove Tex e Carson, come i lettori, fungono da spettatori di una delle situazioni piu' impressionanti e anomale di tutta la serie. Come gia' detto da Galindez, le battutine tra i due pards per stemperare l'altissima tensione di quei momenti, sono graditissime e azzeccate come al solito. Avventura semplicemente indimenticabile.

Soggetto: 8
Sceneggiatura: 9,5
Disegni: 9

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  • 5 mesi dopo...

Storia veramente bella, non era facile affrontare il vecchio tema del bambino cresciuto tra gli animali selvatici senza fare troppo l'occhiolino ai vari Tarzan o Mowgli. Nizzi ci riesce introducendo nella storia i due vilains il cui inserimento, però, annulla necessariamente il romanticismo del soggetto. Il ragazzo cresciuto tra i lupi

si vedrà, sia pure per un motivo nobile come la riunione con il proprio padre, sradicato dal mondo duro ma leale e privo di ipocrisie
in uno che non conosce e dove dominano l'avidit? e il tradimento. E anche se l'incontro e il riconoscimento tra padre e figlio è tra le scene più commoventi del ciclo, trovo che forse un più forte significato abbiano
la morte del lupo tra le braccia (o zampe?) di John, che lo guarda con occhi che sebbene conoscano la morte sono pieni di dolore
e, alla fine della storia
il nuovo, momentaneo distacco del ragazzo da suo padre, per un ultimo saluto ai suoi fratelli di una vita
Voto alla storia: 9
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  • 1 anno dopo...
  • Rangers

Beh non sarà un storia con uno sfondo originalissimo, Nizzi si ispira infatti a cinema, a romanzi e addirittura alla Bonelliana "Sulle tracce di Tom Foster" (con la chiara citazione e ricordo di quell'avventura da parte dei nostri due pards), però è una gran bella storia. La parte grafica è sicuramente stupenda, e penso che ogni buon Texiano sarà d'accordo con questo!Ticci qu? è ispiratissimo: la sua natura è semplicemente uno spettacolo per gli occhi e il giudizio della storia si eleva anche grazie al suo apporto!Su questa avventura non ho molto altro da aggiungere rispetto a quanto hanno già scritto prima di me. Decisamente di un livello superiore a "Sulle tracce di Tom Foster", perchè qui Nizzi riesce a giocare molto più sul fattore emotivo (vedasi le sequenze finali). Ciò che porta il lettore ad immedesimarsi maggiormente, è il ragazzo rinselvatichito adottato dai lupi e diventato feroce come loro. Ormai di umano ha ben poco: azzanna alla gola, lecca una mano come un cagnolino (guardate la faccia basita di Carson in quella scena :lol2: ), cammina a quattro zampe e ulula. Ma alla fine un barlume di umanit? sembra essergli rimasto, dato che decide di seguire il padre riprendendo la vita sociale. E al lettore nel finale rimane la grossa domanda: sarà riuscito a tornare una persona normale, o come è immaginabile è rimasto un mezzo selvaggio? :PIl finale è in effetti un p? troppo tirato per i capelli, ma la storia non subisce danni!Voto: 9 :trapper:

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  • 2 mesi dopo...

"Il ragazzo selvaggio" anche se non risulta orignale come trame risulta essere molto gradevole come storia in quanto fino alla fine il finale non è scontato tranne che per la consueta vittoria dei nostri pard. Il tutto è sicuramente aiutato dagli ottimi disegni di Ticci. Ci sono vari momenti molto toccanti tra cui quello che sicuramente eccelle è il colloquio con "due code" ed, in special modo, il successivo con il capo arrapaho. Interessante anche la scena dell'attacco dei lupi al bivacco, concluso il quale i due pard ipotizzano, dato che i lupi erano ben pasciuti, che ci fosse qualcos'altro dietro quell'attacco. Lupi comandati dal ragazzo... solo che nel seguito della storia non se ne fa più menzione... Nizzi se ne sarà dimenticato?Non manca, come già citato, l'approfondimento psicologico dei vari personaggi. La conclusione è un p? sdolcinata e lascia intendere che il ragazzo riuscir? ad integrarsi cosa alquanto improbabile visto che ha ormai 15 anni. Ricordo un programma, Ulisse o Superquark o qualcosa del genere, in cui si parlava di un caso analogo, una bambina vissuta in totale solitudine ai primi del secolo scorso nella giungla e ritrovata intorno ai 10 anni se ricordo bene. Nonostante gli sforzi di un ricercatore non ci fu verso di farle imparare il linguaggio umano e farla socializzare. Dopo diversi anni e numerosi sforzi riusciva a balbettare poche cose. Il problema stava nel fatto, riporto molto semplicemente, che se un essere umano non è a contatto con i suoi simili nei suoi primi anni di vita perde il momento giusto per apprendere le cose. Comunque la storia mi è piaciuta per me è da dieci.

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  • 8 mesi dopo...

seconda storia riletta dopo quella ambientata in Messico dei numeri 304 in poi, e che dire:nizzi non ha scritto nulla di nuovo, ma però devo ammettere che ha tirato su una storia molto bella e non facile(anche commovente a tratti) :snif: sicuramente do un nove sia alla storia che ai disegni ::evvai:: Ps:peccato che nessuno dei sceneggiatori abbia fatto un ''sequel'' di questa storia, semmai proponendo il ragazzo cresciuto che aiuta tex in qualche storia avventurosa con protagonisti lupi o animali selvaggi :indianovestito:

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  • 10 mesi dopo...
  • 3 settimane dopo...

Poteva funzionare, il tutto, mi piace la storia, mi piace il solito intreccio del fratellastro che vuole tutto per lui, mi piace l'indiano che fa' capire a tratti di conoscere cio' che tex e amici cercano.... molto belli i disegni..... ci sono belle scene dei lupi col ragazzo senza parole.... ma il finale dai e' terribile....

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  • 1 mese dopo...

Approfittando della quarta ristampa, ho acquistato questo mese Imboscata al Black Canyon, che mi mancava. Per tale motivo, non avevo mai letto il seguito della storia, Il Ragazzo Selvaggio, che invece già possedevo. Ebbene, chiuso il primo albo, non nascondo di aver provato un po' di stizza: mi aspettavo, dopo aver letto i vostri commenti qui, e dopo le parole di Guarino e Nizzi sul libro su Nizzi, di dovermi imbattere in una grande storia, ed invece, massima delusione, ecco le solite imboscate dei soliti ladroni avidi che non riescono a beccare Tex neanche nel migliore degli agguati. Mah. Dopo tanti anni di attesa, ho constatato che potevo tranquillamente fare a meno di leggere questo albo. Ho cominciato l'abo Il Ragazzo Selvaggio un po' sfiduciato, quindi, ed invece ecco che, man mano che la storia fluiva, riconoscevo l'ispirazione dello sceneggiatore che si faceva strada attraverso le vignette. Davvero avrei potuto leggere solo Il Ragazzo Selvaggio, e probabilmente così farà in futuro. Il resto è solo una insipida e troppo lunga premessa. La poesia e la storia si condensano tutte qui, in quest'albo ispirato fin dalla copertina. Nizzi e il grande Ticci ci raccontano una favola, neanche originale in fin dei conti, ma lo fanno con i momenti giusti e le parole giuste, e le sublimi inquadrature ticciane rendono al meglio il tocco felice e la delicatezza dello sceneggiatore. In sintesi, ai disegni da 10 si affianca un soggetto non originale (e quindi ingiudicabile) e una sceneggiatura che oscilla tra il 6 del primo albo e l'indiscutibile 10 del secondo.

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Personalmente, la storia mi è piaciuta abbastanza. Pur non essendo molto originale in fin dei conti, la trama funziona bene, a parer mio. In particolare sono rimasto molto colpito dalla (seppure incredibile! :o) scena finale, dove il ragazzo selvaggio si riunisce al padre... Do un 8 alla sceneggiatura e un meritato 10 agli impareggiabili disegni di Ticci, che ancora una volta ha dato il meglio sè clap :trapper:

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  • 4 settimane dopo...

Storia che rientra nella migliore ispirazione nizziana su Tex.
Sviluppata benissimo anche se non è del tutto realistica

Come fa un ragazzo nudo a sopravvivere in mezzo a una tormenta?

Inoltre non capisco come riesca riconoscere il padre quando l'ha visto solo da neonato è doubt
Boh, forse sottovaluto la memoria dei neonati (la mia non è così straordinaria)


Ma è anche questo il bello, che da situazione ne esce una storia di spessore e con personaggi ben caratterizzati.
L'avido Ruby, dal passato di criminale ( a giudicare da come lo disegna Ticci e da come conosce bene Tex e Carson, cosa inevitabile per un furfante della sua specie), e ben intenzionato a mettere le mani sull'eredit?; non è solo avidit?, nel suo desiderio si avverte come lui sente quest'eredit? come qualcosa che gli spetta di diritto visto le fatiche compiute nella vita (anche se probabilmente disoneste).
Il nipote Willie mi sembra addirittura più perfido dello zio: non si fa scrupoli o rimorsi nel tradirre Randall che lo tratta come un figlio adottivo; ha l'atteggiamento dello sfronato rispetto allo zio, più prudente e razionale (probabilmente per via della sua giovane età); quando lo zio Ruby si preoccupa che possa avere dei rimorsi, il nipote risponde tranquillamente che non ne avrà. E' davvero un contrasto con la sua immagine da giovane (e probabilmente con meno azioni sulla coscienza rispetto allo zio) e il commento di Carson mi sembra il più significativo, "Vatti a fidare dei bravi ragazzi" La sua fine è davvero uno dei bizzarri scherzi del destino a cui a volte si ricorre su Tex.
Randall è davvero un gran ingenuo , visto il continuo rifiuto di credere alla colpevolezza di Willie. Ma non è una caratteristica così, fa parte della psicologia del personaggio. Ha perso la moglie e il figlio, è ricco ma solo; per forza ha bisogno di qualcuno a cui attaccarsi emotivamente, che lo ripaghi dell'affetto perduto, in questo caso su Willie appunto. Il suo problema è anche che il suo continuo desiderio di ritrovare il figlio, gli fa anche perdere il contatto con la realtà. A differenza di Tex e Carson, più esperti e più empatici sulla natura umana, Randall vede solo il mondo con ingenuità e pensa poco, se non niente, alle dinamiche oscure che possono mettere in atto le azioni degli uomini (anche qui desiderio di ricchezza di Ruby e Willie). Probabilmente è per questo che gli antagonisti manifestano disprezzo verso lui.

Vedete come Nizzi tratteggia alla grande i personaggi e anche come Ticci gli da anima con i suoi disegni da maestro.
VOTO: 9

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  • 2 anni dopo...

Bella storia, soggetto molto molto interessante, e ottima sceneggiatura gestita bene senza pause monotone.

Una storia diversa dal solito, con questa particolarità della "caccia" o meglio "ricerca" al ragazzo scomparso molto inedita e piacievole.

Buoni i disegni di Ticci.

Voto: 8.

 

- - -

 

Volevo segnalare un'errore in questa storia, questo errore è un problema che Tex si è sempre portato dietro e che si fa vedere in molte storie, colgo l'occasione di questa storia perchè l'errore è veramente messo in luce perfettamente,

Lo sbaglio consiste in questo: Quando i nostri eroi si fermano a bivaccare, sono soliti a legare i cavalli da qualche parte per esempio a dei tronchi, i cavalli vengono sempre legati tramite le redini, che sono collegate all'imboccatura che ha il morso o il filetto dentro alla bocca del cavallo, l'imboccatura e le briglie non vengono mai tolte, questo è un'errore grandissimo, perchè se come nel caso di questa storia, i cavalli vengono staventati da qualcosa e si agitano muovendosi di colpo sicuramente di danneggierebbero di brutto la bocca e potrebbero anche tagliarsi via la lingua. È una delle regola basilari quando ci si muove a cavallo e si intende fermarsi a bivaccare o comunque fare una sosta quella di rimuovere le briglie e l'imboccatura al cavallo e mettergli la cavezza, così da legarlo a quella salvaguardando la bocca del cavallo.

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  • 2 mesi dopo...
  • Collaboratori

Mancava il mio commento a questa avventura che ho letto non si sa quante volte. La mia recente rilettura ha risentito indubbiamente di questo "déjù lu", eppure mi sono divertito come la prima volta: un solo appunto per le tavole finali che presentano il giovane lupacchiotto riconoscere il padre Randall, la natura cede il passo al "sangue", cosa assai improbabile da come si erano presentati gli eventi che avevano mostrato solo il lato più selvaggio (o selvatico) del ragazzo, che tra le braccia del padre sembra diventato un inoffensivo cucciolo. Ci sono dietro, naturalmente, tutte le esigenze della sceneggiatura - e anche messa così, la storia ha il suo indubbio fascino, che ce la fa apprezzare enormemente. Di grande impatto, proprio alla fine, vedere Tex che si risveglia dopo aver ceduto al sonno durante un turno di guardia, con il gruppo attorno al bivacco circondato dai lupi e dal ragazzo selvaggio: Ticci si affida a una "vignettona" di grande effetto, la cosa mi ha incuriosito perche una vignetta di quelle dimensioni, neanche dodici mesi prima, era stata platealmente bocciata a Civitelli nelll'epilogo della storia "I cospiratori". Un ravvedimento dell'editore o una concessione all'immenso Ticci ? Propendo per la seconda ipotesi, naturalmente, il Ticci di questa fascia e assolutamente perfetto e dispiace un po' che il suo tratto si sia evoluto, oggi, in altre direzioni.

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  • 2 anni dopo...
  • 1 anno dopo...
On 29/12/2012 at 11:53, Leo dice:

 Ebbene, chiuso il primo albo, non nascondo di aver provato un po' di stizza: mi aspettavo, dopo aver letto i vostri commenti qui, e dopo le parole di Guarino e Nizzi sul libro su Nizzi, di dovermi imbattere in una grande storia, ed invece, massima delusione, ecco le solite imboscate dei soliti ladroni avidi che non riescono a beccare Tex neanche nel migliore degli agguati.Ho cominciato l'abo Il Ragazzo Selvaggio un po' sfiduciato, quindi, ed invece ecco che, man mano che la storia fluiva, riconoscevo l'ispirazione dello sceneggiatore che si faceva strada attraverso le vignette.  La poesia e la storia si condensano tutte qui, in quest'albo ispirato fin dalla copertina. Nizzi e il grande Ticci ci raccontano una favola, neanche originale in fin dei conti, ma lo fanno con i momenti giusti e le parole giuste, e le sublimi inquadrature ticciane rendono al meglio il tocco felice 

Quoto questo  commento  perché  si  avvicina abbastanza al  mio pensiero: io sarei meno duro con il primo albo, che ha una sceneggiatura e dei dialoghi  freschi , e anche l'agguato non è  affatto noioso ( bella  la scena del serpente) ma sinceramente mi sono trovato piuttosto sconcertato  nel leggere ciò  che dicevano  Nizzi  e Guarino: il secondo  albo, ricchissimo di pathos  e di trovate meravigliose, è  un capolavoro, ma il primo è  giusto nella media, anzi, a tratti lento e noiosetto. Direi che più  di un 7.5  non glielo  darei. Ottimi i disegni di Ticci. Di grande impatto la scena in cui Tex si sveglia e vede i lupi, e tutto quello che succede da quel momento fino al finale.

Modificato da Grande Tex
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  • 3 settimane dopo...

Gran bella storia e splendidi disegni. Grandissimo Nizzi nel creare l'atmosfera che a volte manca nelle storie di GLB.

Sempre bella ed emozionante, e con un bel lieto fine.
Voto alla storia: 7,7

Voto ai disegni: 9

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Una storia meravigliosa,in cui si intrecciano un sacco di soggetti (e oggetti) western:i pionieri,il ranch,i trapper,gli Indiani,il marmocchio rapito,la foresta misteriosa...

Nizzi,da grande narratore,riesce a condensare in due albi appena una straordinaria trama a lieto fine,ben calibrata e a tratti commovente...

Commovente, perché in diverse sue pagine trasuda malinconia,la malinconia di un'epoca epica benché selvaggia e violenta (il selvaggio West)che oramai si avvia sul viale del tramonto.i due trapper,per esempio,che si dolgono del fatto che i castori sono quasi estinti,che i lupi e i bisonti sono sempre di meno.Randall,il colono che ha perso moglie e smarrito il figlio ma che ha costruito un impero,diventando un Cattle Baron onesto e premuroso nei confronti di Willy,l avido e disonesto soprastante che Tex da subito "beve"sospettandolo di avidità...

Gli Indiani Arapaho,che vivono in pace ma che custodiscono il segreto del ragazzo selvaggio,un Mowgli che nea sua bestialità conserva ancora il cuore di un cucciolo...

Finale splendido,certo un po' inverosimile,se vogliamo trovare una pecca ad un capolavoro...ma le fiabe (e questa lo è,lo dico con profondo rispetto) devono avere un lieto fine...

 

Due parole su Tex: è ancora molto Glbonelliano prima maniera,intesa con Carson eccellente.Fiuta quasi subito il marcio,e il finale in fondo lo "commuove"(anche Tex è padre,come Randall...)

 

Ottima storia

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  • co fondatore

Storia unica nella saga. L'ultima parte è bellissima. I disegni di Ticci fanno il resto. Metto 10 anche se so che è un po' esagerato :) .

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  • 1 anno dopo...

Appena finito di leggerla e ancora è grande l'emozione per una storia che mi ha definitivamente conquistato.

Ricordavo un pò la trama ma non il pathos che Nizzi riesce a trasmettere in pagine disegnate magnificamente da un superbo Ticci.

La sceneggiatura non ha cadute di tono: la parte iniziale, più lenta e meno coinvolgente, funge benissimo da preparazione per una seconda parte dove le emozioni si sprecano fino (e qui cito perché ripeterei le stesse identiche parole) al  

On 21/1/2019 at 17:40, Barbanera dice:

Finale splendido, certo un po' inverosimile, se vogliamo trovare una pecca ad un capolavoro...ma le fiabe (e questa lo è, lo dico con profondo rispetto) devono avere un lieto fine...

Tra tutti i personaggi chi mi colpisce di più, ca va sans dire, è proprio Tex che si dimostra duro, equilibrato e intelligente come al solito, ma con tratti di spiccata umanità che ne rendono la figura impareggiabile, in perfetto stile GLBonelliano.

I suoi ripetuti inviti verso Randall alla cautela sulla reale identità del ragazzo e sulla sua (ipotetica) volontà di seguirlo verso un mondo diverso rispetto a quello in cui è abituato a vivere, tratteggiano la figura di un uomo che cerca, garbatamente, di evitare illusioni e delusioni per un altro uomo già colpito duramente negli affetti.

E dalle risposte di Randall (sincere, umane ma anche disilluse) Tex capisce che deve accompagnarlo alla ricerca per quella che sembra un chimera ma che è dovere di un padre fare.

Non so come dire... ma mi ci sono rispecchiato tanto, più del solito.

Personalmente la trovo una delle storie più belle di Nizzi.

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Parto dalla fine. Le ultime tavole, in effetti fiabesche, sono semplicemente meravigliose. Nizzi racconta in modo molto delicato la vittoria di un padre tenace, che riesce a riportare a casa il suo ragazzo selvaggio; e il saluto di questi alla sua "famiglia" adottiva. Ma la storia sarebbe meno efficace se non l'avesse animata graficamente un Ticci semplicemente monumentale.

 

E Tex? Come già sottolineato da Juan Ortega, mostra una sensibilità e un equilibrio fuori da comune; un vero eroe che si mette in gioco pur di consentire a un padre di perseguire la sua ricerca.

 

Altrettanto efficaci sono i protagonisti: il freddo e malvagio Willy; un ambiguo Randall.

 

Se pure non è uno dei capisaldi della serie, si tratta comunque di una storia magistralmente scritta e realizzata.

 

 

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Come nel caso de Il Bisonte Bianco, solo nei giorni scorsi ed a distanza di anni sono andato a rileggermi questa insolita storia di Tex, che ricordavo in maniera approssimativa. La trama, curata da Nizzi e - superfluo specificarlo - decisamente affine a Il libro della giungla di Kipling, è tanto insolita quanto piacevole, e soprattutto molto toccante: non essendo genitore, posso solo immaginare cosa potrebbe provare un padre nell'avventurarsi alla ricerca di un figlio scomparso nella foresta una quindicina di anni addietro, quando era pressoché ancora in fasce, e posso solo immaginare il magone ed i mille timori che possano affollarsi nell'animo di una persona alle prese con una ricerca simile, e dall'esito tutt'altro che scontato. La ricerca fortunatamente ha esito positivo, Tex, Carson e Randall scoprono che John è ancora vivo, dopo essere stato allevato da un branco di lupi, ed in queste ultime vignette il pathos, già notevole lungo tutto il corso della storia, raggiunge il proprio apice (con la complicità di Ticci, che illustra il circostante paesaggio selvaggio ed incontaminato con superlativa bravura): il ragazzo tiene a bada i compagni di branco, si avvicina al padre, lo riconosce e, dopo un improvviso e toccante saluto ai lupi, accetta di seguirlo per tornare alla civiltà, dove nuove e non meno ardue sfide lo attendono.

 

Altro elemento che rende insolita questa storia, il ricorso all'azione cui Tex e Carson fanno ricorso in appena due circostanze, per fronteggiare le minacce portate direttamente o indirettamente dal giovane soprastante Willie e da suo zio Ruby, mossi da un sentimento vecchio quanto il mondo quale è l'avidità di denaro. Interessante e non banale, a mio parere, soprattutto la figura dello zio Ruby, sempre prodigo di (cattivi) consigli nei confronti del nipote, ambizioso ma forse non ancora del tutto smaliziato. Non è del resto da considerarsi un caso che, poco prima di tendere il secondo fallito agguato a Tex e compagni, lo zio consigli al nipote di astenersi dal partecipare attivamente dell'agguato che, nelle loro intenzioni, dovrebbe concludersi con la morte dei rangers e del ranchero: Ruby, infatti, ritiene suo nipote troppo giovane, e potenzialmente ancora troppo incline ad eventuali "pericolosi" (per i loro progetti, si intende) rimorsi di coscienza. Astensione che, tuttavia, non salverà Willie da una brutta e cercata fine.

Modificato da juanraza85
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  • 8 mesi dopo...

Mancandomi il numero 318, (anche se ho già preventivato d’inserirlo nella lista degli albi arretrati da ritirare appena riaprono i magazzini della Bonelli) son rimasto in dubbio fino all’ultimo se commentare o meno questa storia. Affidandomi all’attendibile giudizio del caro pard @Leo, desumo che l’albo mancante poco aggiunge al valore della storia, se non fungere come apripista, dunque può bastare la lettura del “Ragazzo selvaggio” per farsi un’idea complessiva della prova e abbozzare una recensione.

Lo spunto di Nizzi non spicca per originalità, visto che risente di un mix di influenze che vanno dalla storia bonelliana “Sulle tracce di Tom Foster” (che verrà pure citata tra le pagina), il romanzo “Il libro della giungla” di Kipling e svariate pellicole cinematografiche con temi simili, tuttavia l’esito finale è apprezzabile, sia per merito di una sceneggiatura molto curata e soprattutto per alcune scene a effetto che lasciano la traccia nell’animo del lettore.

Provo a elencarne alcune che mi hanno particolarmente colpito:

 - Carson che nel fitto buio del sottobosco scorge la mezza dozzina di occhi lucenti dei lupi posti in agguato, una sequenza che (non so perché) mi ha rievocato una situazione dell’albo “Le notti di luna piena” di Dylan Dog;

- il presunto potere del ragazzo selvaggio di farsi obbedire dai lupi, mettendoli sulle tracce dei nemici, particolarità già vista nella saga con l’affascinante Mitla, tuttavia nel proseguo Nizzi trascura questo aspetto lasciandolo cadere nel vuoto;

- la scena struggente della morte del lupo fra le braccia del commosso ragazzo;

- il risveglio dei nostri attorniati dai lupi, nella vignetta quadrupla superbamente illustrata da un Ticci in stato di grazia;

- la violenta uccisione di Willie, azzannato al collo dal ragazzo selvaggio;

- nell’epilogo, la vignetta in cui John, subendo il richiamo del sangue, lecca come un cucciolo ubbidiente la mano del padre, dinanzi agli attoniti pards;

- l’ultimo saluto al popolo del bosco di John, dopo aver scelto di tornare col genitore.

Le suddette scene mostrano la particolarità della prova di Nizzi e sebbene il finale sembri quello di una fiaba, si conclude la lettura molto soddisfatti. L' autore si mostra pure abile nel tratteggiare i suoi personaggi, vedi i villain, soggiogati dall’avidità e disposti a tutto pur di non perdere l’eredità; molto convincente pure la figura di Randall, uomo giusto ma affranto dalla solitudine, che lo induce a seguire fino all’ultimo il sogno di poter rivedere il suo figlio perduto. Poi Tex, umanamente coinvolto nella vicenda essendo anch’esso padre, ma al contempo attento a non far illudere oltremodo Randall, visto la difficoltà della loro missione.

Unica nota stonata, a mio avviso, la coincidenza di Ruby che apprende la notizia dell’avvenuto testamento di Randall durante la sua origliata: a proposito, ciò che non doveva mai mancare ai personaggi nizziani era l’udito visto le numerosissime situazioni in cui dovevano farne buon uso :D. Pure un po’ stucchevole il consiglio di Ruby al nipote in merito ai rimorsi di coscienza, visto che, in primis Willie ha un animo cupo quasi quanto lui, e poi per il fatto che partecipare o meno all’agguato, poco cambia visto quanto il giovane ormai c’è dentro fino al collo. Non la reputo un capolavoro, tuttavia la prova è di spessore ed evidenzia quanto Nizzi fosse ispirato nei primi anni del suo contributo alla saga. Menzione a parte merita l’immenso Ticci: superlativa la sua prestazione grafica che arricchisce l’episodio. Paesaggi da urlo, sfondi naturalistici eccelsi, grande capacità di donare pathos a ogni sequenza. Nessuno meglio del grandissimo maestro senese è capace di dipingere con così tanta poesia la natura brulla e selvaggia, dalle foreste del nord, agli assolati deserti del sud ovest. Semplicemente grandioso. A proposito di poesia: ma quanto è bella la copertina di Galep dell’albo numero 319? Il mio voto finale è 8

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