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TWF - Tex Willer Forum

[41/42] L'uomo Della Morte


Guest Wasted Years
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19 utenti hanno votato

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Guest Wasted Years

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Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini
Periodicità mensile: Marzo 1964 - Aprile 1964
Inizia nel numero 41 a pag. 56 e finisce nel numero 42 a pag. 34


La scoperta dell'oro nella riserva navajo scatena massacri ai danni degli indiani. Per cacciare gli invasori, Tex e Tiger Jack indossano a turno la macabra maschera dell'Uomo della Morte! L'Uomo della Morte, impersonato da Tex, scongiura la guerra indiana che i trafficanti d'armi volevano scatenare a causa dell'oro scoperto in territorio navajo.

 

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Mitica prima uscita dell'uomo della morte. Tiger e Tex che si scambiano i ruoli, una vittoria contro la prepotanza dei bianchi.
Storia volutamente incruenta, come sarà Guerriglia.
Molto bella, anche se un po' breve.
Lascio spazio ai commenti.

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  • 1 anno dopo...

Storia molto bella, con tutti gli elementi per inserirsi nel mito di Tex: i Navajos in difficolt?, il costume da uomo- teschio, un Tiger in gran forma, i banditi travestiti ed altro. Gianluigi Bonelli sta facendo le "prove" per Sangue Navajo, e la storia, molto intensa e serrata, è già epica. Stranamente poco famosa, forse sottovalutata, anche se di caratura inferiore a ?Sangue Navajo? (in questo influisce il finale troppo rapido), avrebbe meritato maggior considerazione.

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  • 1 anno dopo...

Non vorrei sbagliarmi, ma questa non dovrebbe essere la prima storia in cui Tex deve difendere i suoi Navajos dall'attacco e dall'avidit? dei bianchi?Se è così,?L'uomo dal teschio? si merita appieno l'appellativo di ?pietra miliare? della serie, in quanto prima storia di un ciclo che comprende ?Dugan il bandito? e ?In nome della legge?, vicende molto diverse ma accomunate dallo stesso intento da parte dell'invasore bianco:prendere l'oro dei Monti Navajos!Oltre a ciò, questa storia è bellissima in se stessa!La trovata di far travestire Tex da spirito malvagio, per quanto possa sembrare ingenua, a mio giudizio è molto riuscita e radicata nello spirito di quei tempi- per citare le parole di Gianfranco Manfredi riportate da Sergio Bonelli nel TuttoTex n.250 :?Le storie a opuscoli di Buffalo Bill sono piene di fantasmi e manifestazioni soprannaturali, e perfino le memorie del generale Custer ci presentano le Grandi Pianure come il regno dell'ignoto, terra di miraggi e apparizioni?. Insomma, per dei minatori ignoranti non doveva essere poi così difficile credere all'esistenza del terribile ?Uomo della Morte?!Su tutta la storia grava un atmosfera drammatica; o meglio, il lettore è ben conscio che Tex, questa volta, sta davvero affrontando un grande pericolo, un pericolo che minaccia direttamente il suo mondo- la scelta di lasciare Carson e Kit al comando dei Rangers lo conferma. Pag.104, poi,? non solo pura antologia texiana, una pagina che ci svela molto delle idee e degli ideali del Nostro attraverso le sue stesse riflessioni (troppo ?scavo psicologico?, diranno i puristi!), ma è una pagina da tramandare ai posteri per l'importanza e l'universalit? dei valori che esprime- non voglio essere eccessivamente retorico, ma la saga di Tex è piena di pagine da far leggere ai bambini!Avventura pura! Scontri a fuoco e tattiche di guerriglia, in città come nell'aperta prateria; Tex e Tiger che si danno il cambio nel travestimento col primo che fa il doppio gioco e prende tutti per i fondelli; Carson e Kit che entrano al momento giusto per partecipare alle splendide scene dell'attacco al carro e della resa dei conti in città?Il tutto orchestrato dalla regia sapiente della coppia Bonelli/Galep, qui già entrata nel pieno della maturit? (almeno da ?L'asso di picche?, nn.37-38, secondo me). All'inizio ho detto che questa storia anticipa il filone dei ?Monti Navajosè, e forse sono stato troppo cauto. Perchè, probabilmente, questa storia anticipa anche ?Sangue Navajo?, e quindi tutte le storie ?Tex in difesa degli Indiani? che hanno fatto la gloria della serie-insomma, forse ?L'uomo del teschio? è ancora più ?pietra miliare? di quanto crediamo!Di certo ?Sangue navajo? e tutte le altre, almeno da un punto di vista, le anticipa senza ombra di dubbio:nell'atteggiamento ?moderato? di Tex verso gli uomini bianchi, la cui pelle viene sempre salvaguardata.

  • +1 1
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  • 2 mesi dopo...

Prima autentica storia del filone ?Oro nella Riserva Navajo?, che in seguito ci regaler? un capolavoro e un po' di belle storie. Te si muove sul filo del rasoio e gioca un sottile (e divertente) gioco d'inganni per scacciare gli invasori, evitare un bagno di sangue e rovinare gli affari ad un po' di speculatori.1) Che ci fosse oro nella Riserva Navajo si era già accennato in precedenza, ma questa è la prima volta che apprendiamo quanto vasti siano i giacimenti. Il ritrovamento avviene in maniera casuale da parte di un cercatore solitario spintosi troppo addentro alla Riserva . Il resto segue il collaudato copione della febbre dell'oro con tanto di Boom Town che sorge da un giorno all'altro.2) Questa è la prima grande prova di Tex come capo dei Navajos. Tex vuole difendere il suo popolo ma al tempo stesso non può n° non vuole scatenare una guerra contro i bianchi. Non si tratta di un malinteso senso di solidarietà verso la propria razza, ma di un preciso calcolo politico: una rivolta dei Navajos porterebbe all'intervento dell'esercito ed il finale di uno scontro simile è molto chiaro a Tex. In più, tra i nuovi arrivati c'è gente che sotto molti punti di vista può essere definita innocente. Come uscirne? Ma con un po' di sano terrorismo psicologico, che diamine. :lol2: 3) Tex inventa il personaggio dell'Uomo della Morte o Uomo del Teschio, come viene anche chiamato, con tanto di maglia nera con sopra disegnato uno scheletro ed una maschera a forma di teschio umano. Qui, come già aveva fatto in passato, G. L. Bonelli d' sfogo ad una certa vena istrionica e soprattutto si e ci diverte sfoggiando un discreto umorismo macabro.4) Un'altra nota da ricordare è che qui Tex ed i suoi pards praticamente non uccidono nessuno, caso piuttosto raro nella lunga saga texiana, a riprova che si possono fare belle storie anche senza grandi spargimenti di sangue.5) A quanto sembra la qualifica di Tex come capo bianco dei Navajos è completamente sconosciuta non solo ai cercatori d'oro ma anche all'unico cattivo della situazione ,: Mart Simmer. Vero che non è una cosa molto pubblicizzata, ma si potrebbe presumere che all'orecchio di qualcuno una notizia così curiosa fosse arrivata. 6) Allo stesso modo si deve presumere che Tex non sia ancora l'agente indiano dei Navajos: una notizia del genere Simmer doveva saperla per forza. Che Tex ottenga l'incarico proprio in seguito a questa vicenda?7) Per la prima volta vediamo Tex al Comando dei Rangers di Phoenix (ed ancora una volta: se Tex è un Ranger del Texas, che ci fa un loro comando in Arizona? GLB aveva ancora le idee geografiche un po' confuse, pare). Il Comando è mostrato come una specie di fortino e Tex vi la scia Kit e Carson dopo aver chiesto una licenza per potersi occupare degli affari alla Riserva. Questo è un unicum in tutta la saga Texiana. Tex non chieder? mai più licenze a chicche e sia. laughing 8) Come si concilia questo col fatto che Tex e Carson avevano dato le dimissioni nel n° 35° Non si concilia, a dire il vero. Una svista di GLB probabilmente. In seguito Tex si recher? dai Rangers solo sue chiamato e sarà chiaramente libero da qualunque vincolo di presenza, subordinazione e quant?altro. A mio parere le famigerate dimissioni non sono mai state accettate ufficialmente e sia Tex che Carson (ed in seguito Kit) sono stati considerati una sorta di ?riserva? da chiamare in caso di emergenza . Difatti da allora in avanti avranno il privilegio di rifiutare l'incarico, cosa praticamente impossibile se fosse ancora in organico.9) Torna alle matite Aurelio Galleppini con il probabile aiuto di Virgilio Muzzi alle chine.

Modificato da Carlo Monni
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  • 4 anni dopo...
  • 5 anni dopo...

“L’Uomo della Morte”: prove generali in attesa di “Sangue Navajo”, un Tex capo carismatico dei Navajos come mai si era visto fino ad allora e che si vergogna “di essere un bianco” (p. 104 del n. 42), abile stratega, non violento per calcolo e astuzia, macabro istrione che terrorizza i nemici aiutato dal suo alter-ego Tiger Jack.

 

Una gran bella storia, che influenzerà anche Nizzi, non solo per il ritorno dell’Uomo della Morte in “Messaggero di morte/Aquila della notte”, ma anche per diversi elementi della trama che riprenderà nelle sue storie con gli Indiani, per esempio in “Fiamme sull’Arizona”, con la cricca di speculatori che si servono - come qui - di un giornalista prezzolato per orientare l’opinione pubblica contro gli indiani (in Sangue Navajo, invece, Floyd il giornalista sarà dalla parte dei buoni) e sottrarre loro le terre, o anche ne "Le colline dei Sioux". Qui però non ci sono soldati né ufficiali ambiziosi o sadici incapaci, i nemici sono i cercatori d’oro, gli speculatori che li sobillano e i loro appoggi a Washington.

 

Peccato per la storia troppo breve (107 pagine) e per alcune scene che potevano essere maggiormente sviluppate. Una su tutte la distruzione di Goldenville, con i Navajos che entrano di soppiatto nella città cercando di cogliere nel sonno gli abitanti. Curiosamente la scena ricorda la famosa distruzione di Goldeena (anche il nome è simile) in “Massacro”, compiuta dagli Apaches. Qui i Nostri, all'opposto, si limitano a portare via le armi e successivamente a incendiare la boom town senza fare vittime.

Memorabili le scene di Tex che si aggira per i tetti della città infilandosi nella casa degli speculatori (un Kriminal ante-litteram? :lol:), e che spaventa i malcapitati con le sue apparizioni improvvise (ottimi i disegni di Galep!).

Il 18/5/2011 at 03:01, paco ordonez dice:

Su tutta la storia grava un atmosfera drammatica; o meglio, il lettore è ben conscio che Tex, questa volta, sta davvero affrontando un grande pericolo, un pericolo che minaccia direttamente il suo mondo

E’ vero, all’inizio l’invasione dei cercatori d’oro e il boom della città dà un’insolita sensazione al lettore, come di qualcosa di inarrestabile, come una svolta nella serie che cambierà il mondo di Tex per sempre. Poi, in realtà, la vicenda non si allargherà oltre il ristretto confine di Goldenville e né l’esercito né la politica verranno coinvolti. "Sangue Navajo” sarà un affresco più completo e grandioso.

 

Storia paradossale perché, sebbene Tex personifichi e incarni lo spirito della Morte, non uccide nessuno. La morte aspetta nel buio, potremmo dire, ma stavolta rinviando il suo lavoro.

In attesa di Boselli/Breccia fra qualche mese.

Modificato da Poe
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  • 1 anno dopo...

Prima storia incentrata sull'oro della Riserva dei Navajo, spicca per l'alternarsi di Tex e Tiger nelle vesti dello Spirito della Morte al fine di dissuadere i numerosi cercatori dall'occupare i territori degli indiani.

 

Niente di eccezionale, ma risulta evidente la voglia di GL Bonelli di stupire con situazioni molto spesso originali.

 

Concordo che Tex sia ormai non più un ranger ordinario, quanto un affiliato con riserva di autonomia.

Modificato da Jeff_Weber
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  • 1 anno dopo...

Bonelli comincia a prendere le misure con una tematica che porterà a risultati splendidi nel proseguo della pubblicazione editoriale.

 

Vediamo per la prima volta il nostro Tex a dover spendersi per salvaguardare il precario equilibrio fra Navajos e "civilizzatori" bianchi, attratti nei territori della riserva dalla massiccia presenza di oro.

La scoperta casuale del minerale aurifero porta, come prevedibile, all'invasione incontrollata di avventurieri e cercatori, che infischiandosene dei confini e dei trattati, s'insediano nel cuore della riserva, fondando addirittura una fiorente boom town. 

 

Le premesse sono poco tranquillizzanti e si capisce fin dal principio, che la situazione rischia di trasformarsi in una pericolosa polveriera, alimentata peraltro dall'azione subdola di spietati speculatori, disposti a tutto pur di riuscire nel loro intento di provocare i Navajos e far intervenire l'esercito per farli sloggiare.

 

Il soggetto è interessante ed intriso di tantissime buone idee, vedi il macabro travestimento di Tex e Tiger, usato per creare una tensione psicologica agli invasori, o la presenza dello scribacchino prezzolato, che con i suoi articoli deve buttare fango sugli indigeni e favorire il piano dei due villain. Pure interessante (e odioso) lo strataggemma di servirsi di banditi travestiti da Navajos per far scattare la sospirata scintilla, bassezza ben neutralizzata da Tex e i suoi indiani e rispedita al mittente.

 

L'azione non manca, così come le scene accattivanti, tuttavia la brevità dell'episodio e alcune sessioni non sviluppate a dovere, non permettono alla prova di Bonelli di ergersi a livelli notevoli, come accadrà in seguito con il capolavoro "Sangue Navajo".

 

I nodi finiscono per sciogliersi un tantino troppo facilmente e appare un po' strano che in mezzo a tanta tensione, i nostri se la cavino senza il minimo spargimento di sangue.

Comunque la storia, resa celebre dal travestimento da "Uomo della morte" di Tex, merita un plauso e funge da apripista a quella che sarà una delle tematiche ricorrenti più care e preziose della saga.

 

Galep è una garanzia. Il suo tratto, vicino al culmine della maturazione artistica, tratteggia vignette di alto impatto e accompagna il lettore, tenendolo per mano, lungo lo sviluppo dell'avvincente sequenza narrativa. Dinamismo, ottimi sfondi, bilanciamenti da urlo e recitazione perfetta dei personaggi, uniti alla consueta e impareggiabile maestria nella realizzazione dei cavalli in movimento, rappresentano un potente valore aggiunto alla vena creativa di Bonelli e considerando l'immane mole di lavoro (e probabile ristrettezza di tempi di scadenza) ci si stupisce di cotanta qualità.

 

Anche il sottoscritto, come fatto già notare da altri utenti prima, riscontra in alcune vignette la mano di Muzzi in ausilio al papà di Tex, collaborazione che si protarrà anche negli anni d'oro con alterni esiti, dovuti soprattutto all'assurda scelta redazionale dei ritocchi facciali, già tante volte da me citata (e criticata!), ma quella è un'altra storia. Il mio voto finale è 7

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