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TWF - Tex Willer Forum

[285/287] Un Ranger Del Texas


Voto alla storia  

43 utenti hanno votato

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Beh, per quanto mi riguarda non la ritengo assolutamente una storia "sopravvalutata", e se così fosse continuo a sopravvalutarla perchè mi è piaciuta, continua a piacermi e penso che più continuerà a leggerla più mi piacer?. E a costo di passare come campionessa olimpica di ingenuità, io dopo dieci pagine non avevo affatto capito chi fosse il misterioso mandante nonchè assassino in proprio. Naturalmente ora lo so, e vedo con occhi diversi la scena in cui il capo, ovviamente nell'ombra, mette in risalto il vantaggio di farsi togliere le castagne dal fuoco da Tex & co.: come faceva ad esserne al corrente? Tuttavia anche questa considerazione non era valida in assoluto: ci potevano stare anche altre spiegazioni, e sicuramente Nizzi, se non avesse deciso di attribuire la patente di vilain a Macredy, ne avrebbe fornita una. No, devo proprio ammettere che la soluzione mi ha preso alla sprovvista, ed è questo che mi rende cara la storia. L'osservazione di Pedro sui rapporti Tex-Pinkerton è giusta: Tex non è abituato a richiedere i documenti e questo particolare è un di più. Ma ciò che continuo a ritenere abhastanza strano è che il ranger, pur prendendo atto della presunta identit? di Macredy, gli dia comunque tanto credito da escludere lo scerffo dall'inchiesta a causa dei "sospetti" del piccoletto dell'Est. Come se Tex non sapesse che una divisa, un distintivo o un ruolo da uomo della legge non è mai stata una garanzia di immacolatezza :DEdito per fare la traditrice :D nel senso che mentre Don Fabio Esqueda si è detto d'accordo con me, io su certi punti non lo sono con lui. Sull'uccisione di Butler, per esempio. Tex non ha quasi il tempo di fare una valutazione balistica perchè viene interrotto dallo sceriffo che lo chiama a rapporto. N°, in quel momento, ha motivo di dubitare d Macredy (visto che non ne ha mai dubitato prima). Indubbiamente sul campo investigativo Tex lascia parecchio a desiderare, e a lui resta il ruolo del giustiziere; ma forse Nizzi ha proprio voluto uscire dal solito clich? del Ranger che mette a soqquadro le stanze dell'albergo per trovare quella da cui è partito il colpo.

Modificato da Cheyenne
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  • 3 mesi dopo...
  • Rangers

Tra i migliori gialli tra quelli scritti da Nizzi su Tex. Nella lettura ci accorgiamo di quanto Nizzi fosse ispirato e sia riuscito nel difficile compito di inserire il suo amato filone "giallo" in una storia di Tex. A differenza di altre storie simili uscite in tempi recenti, questa a mio parere risulta fresca e sempre divertente da leggere. La prima volta che la lessi rimasi molto sorpreso quando nel finale veniva smascherato il misterioso "uomo nell'ombra", con un bel colpo di scena e una gran dose di fortuna da parte di Tex (che riceve il biglietto con il nome misterioso)!Certo con le successive letture un p? la sorpresa viene smorzata, ma rimane comunque ricca di scenette divertenti e sequenze indimenticabili sparse quà e là in modo sapiente!Rimasi colpito dall'accenno alla sfortunata spedizione con gli atti di cannibalismo (ero ancora ignorante in materia e non sapevo si riferisse a fatti reali). Ma ho sempre apprezzato il modo con cui Nizzi riesce a svolgere l'intreccio con un giusto grado di tensione, senza spiegazionismi eccessivi, senza cadute, buchi e senza le tanto da me odiate sequenze affrettate!Voto: 10!! :trapper:

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  • 10 mesi dopo...

Che dire, "I delitti del lago ghiacciato" è stato il primo Tex originale che lessi, a casa dei miei nonni paterni quando avevo 9/10 anni... ora lo rileggo in ristampa. il tempo passa... Che il colpevole fosse

Macredy credo si potesse già presumere quando da fuori del locale Hogart sta per sparare a Tex ed è proprio Macredy che lo mette in guardia, facendo così in modo che Tex lo uccida, e quindi farlo chiaramente diventare l'unico colpevole della morte di Malone (anche perchè vengono trovati stella e distintivo di Malone fra le cose di Hogart). Almeno, io l'ho capito da l'.
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  • 7 mesi dopo...
  • 3 settimane dopo...

Ragazzi, se Cheyenne è campionessa olimpica d'ingenuità, io ho la medaglia d'argento. Sarà che non sono un esperto di gialli, o che questa storia l'ho letta quando ero ragazzino, ma io fino all'ultimo non avevo capito un fico secco, e devo ammettere che la rivelazione mi ha semplicemente "choccato". Anche per questo suo colpo di scena (che forse ai giallisti incalliti non parr? tale, perchè sono più allenati a cogliere retroscena simili) a me questa storia è piaciuta davvero tanto. E non solo per questo, a dire il vero: ha ritmi perfetti, vi sono, come sottolineato da Pedro Galindez, tutte "le situazioni topiche western ( la rissa nel saloon, l'agguato fuori città, l'attacco indiano ecc. )", i duetti tra i pards sono indovinati, la drammatica vicenda di Larsen è terribile e indimenticabile insieme. In definitiva, secondo me questa è una delle più belle storie della serie.

  • +1 1
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  • 2 settimane dopo...

Ho riletto questa storia tra ieri e oggi e vorrei provare a motivare un p? di più le sensazioni di piacevolezza complessiva chemi ha trasmesso e che sommariamente ho già avuto modo di segnalare.1) storia del primissimo Nizzi, ben narrata, di taglio poliziesco a metà tra il "giallo di puro ragionamento alla Agatha Christie" e quello di ragionamento e azione alla "Conan Doyle", autori che apprezzo entrambi. 2) La trama è IMHO abbastanza lineare e l'idenit? del presunto uomo nell'ombra si può intuire abbastanza presto, però la capacità di Macredy di volgere a proprio favore situazioni differenti da come erano state progettate è notevole. La sua abilità nel dissimulare la propria vera identit? è secondo me superata di gran lunga dalla sua capacità di intuire le potenzialità dei suoi avversari e di sfruttarle a proprio vantaggio. 3) Lo spessore psicologico dell'antagonista di Tex è senz'altro un punto di forza della storia e dimostra come si possa scrivere una storia con comprimari di primo piano e ben caratterizzati, pur mantenendo sempre Tex al centro della vicenda ed evitando così di metterlo troppo ai margini come è successo in altre storie di altri autori.4) Bisogna riconoscere una certa ingenuità di Tex nel bere tutto quanto Macredy gli racconta; un comportamento più vicino a Mister No che a Tex, ma poich? io adoro Mister No direi che la cosa non mi disturba affatto;5) mi è piaciuta anche la figura di Larsen e il suo tormento di coscenza è trattato con molta delicatezza da Nizzi. 6) Carson è particolarmente divertente nei suoi commenti e nei battibecchi con gli altri pards, senza per questo scadere nel ruolo di macchietta come gli è capitato in altre storie più recenti.7) I disegni di letteri sono piacevolmente funzionali allo svolgimento della storia. Pur senza disegnare tavole di particolare rilievo, ho apprezzato la capacità di rendere al meglio le diverse espressioni sul volto dei protagonisti, l'armonia delle sequenze e il suo tratto pulito. In conclusione un bel 9,5 a tutti.

  • +1 1
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  • 6 mesi dopo...

Storia che ho riletto piacevolemte in questi giorni,Tex un po' troppo credulone, rischia di cadere nella trappola di un tizio che la sa' lunga, ben costruito, ed abile a vari cambi di programma nella storia..... abbastanza credibile il dramma interiore della guida, che suo malgrado provoca un omicidio plurimo .... non mi convince molto il temporaneo salvataggio di un cattivone la cui testimonianza sara' fondamentale , per la scperta dell'uomo nell'ombra... che avviene grazie ad un grosso tronco vuoto all'interno.... per quanto concerne i disegni bhe' specie nella rilettura odierna della storia, mi sembrano un po' piatti , c'e una vignetta a pagina 59 dell'albo i delitti del lago ghiacciato in cui, tex elogia la bellezza delle montagne... bhe' li ci stava bene una bella tavola illustrativa invece si vedono solo 3-4 cime molto anonime....

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  • 3 settimane dopo...

Nizzi con questa storia firma (forse) uno dei suoi primi capolavori. Non mi dilungo tanto sugli elementi vincenti ma per me sono soprattutto due: la figura del grande complottista (anche se alcuni è ben nota, preferisco tenerla segreta a quelli che non l'hanno ancora letta) micidiale, astuto come una volpe, e scoperto veramente per un colpo di fortuna (difatti quandso viene smascherato si consola dicendo di essere il vincitore morale) e che usa anche con la pistola contro personaggi decisivi nella storia (anche se pur sempre a tradimento); un altra nota positiva è per i disegni di Letteri, che di solito non mi piace un granch?, ma qui è davvero un maestro!A conti fatti, mi limito a dare un 9; meriterebbe anche dieci, ma non mi sento del tutto sicuro in confronto ad altri capolavori, quindi nove.

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  • 1 anno dopo...

Un saluto a tutti e complimenti per questo bellissimo spazio da un accanito lettore di Tex!Comincio a commentare da questa storia, che a prima vista presenta tutte le caratteristiche del capolavoro, con un Nizzi in grande spolvero seppure in una delle sue prime esperienze Texiane. I punti di forza sono:-la figura dello scout Larsen, il suo agghiacciante passato, i sensi di colpa che lo tormentano.-la sorprendente capacità mostrata da Winfred Macredy di sfruttare qualsiasi situazione a proprio vantaggio ed ingannare i pards. Lo svolgimento della trama è a mio avviso lineare: la scena dell'uccisione di Butler in particolare non fa una grinza... Tex ed i pards sono lontani dall'azione e non hanno tempo di frugare nell'albergo perchè vengono immediatamente convocati dallo sceriffo. Piuttosto, mi è sembrato un minimo strano che lo sceriffo, il quale a differenza dei pards conosceva benissimo l'identit? dell'assassino di Butler, non arresti Macredy immediatamente ma preferisca parlare con Tex nel suo ufficio. Non sono d'accordo con chi dice che Macredy non avrebbe avuto motivo per uccidere Butler: quest'ultimo voleva per sè una parte del bottino e, messo alle strette da Tex, avrebbe sicuramente fatto il nome di Macredy, il quale poteva anche scappare, ma Tex e company a quel punto lo avrebbero inseguito in capo al mondo... no, Butler era per Macredy un testimone troppo scomodo. Ottimo letteri per i disegni, il suo stile essenziale è adatto a questa storia. La storia secondo me è da 9. Purtroppo però, sono costretto a togliere un punto a causa di un Tex a mio giudizio troppo ingenuo e credulone... Macredy ha ragione: il vincitore è lui e lo sconfitto è Tex. Se non fosse stato per Griffin e Robson, ovvero per una fortuna sfacciata, Tex non avrebbe capito nulla, avrebbe consegnato l'oro a Macredy e considerato Hogart colpevole dell'omicidio del ranger Malone. Insomma, è un Willer tanto veloce con la pistola quanto lento con il cervello e questo stride con il personaggio, dato che parliamo della stessa persona che ad esempio si fa beffe del colonnello Middleton indossando la maschera dell'uomo della morte, o scopre il triplo gioco del capitano Lafferty, giusto per citare le prime due storie che mi vengono in mente. Come fa un ranger navigato a bere allegramente tutto ciò che Macredy gli propina, dall'inizio alla fine della vicenda? No, non è questo il Tex che mi piace e sinceramente non è neanche un Tex realistico, in linea con le caratteristiche originali del personaggio. Idem con patate per i pards, anche essi troppo ingenui. Insomma, per concludere:soggetto: 9sceneggiatura:8disegni: 8voto finale alla storia: 8

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Grazie al vostro suggerimento, ho riletto questa storia con grande interesse. E' certamente tra le migliori di Nizzi e ha dato un mucchio di spunti ai suoi successori.

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Attenzione contiene SPOILER!E' una storia con un finale molto a sorpresa: Chi avrebbe mai pensato a Macredy come il capo' E' una vicenda abbastanza intricata con trama da giallo vero e proprio. Diversi sono gli elementi e ben concatenati fra di loro e gestiti in modo efficace:un ranger ucciso in missione, rapina compiuta anzitempo, una carovana dispersa, un bottino smarrito e poi recuperato, gli indiani Shoshones, racconti di atti antropofagi (presenti anche nella storia con Boone il cannibale oppure in "La miniera del terrore"), un sedicente giornalista sotto false spoglie di agente della Pinkerton. Il cattivo della storia è proprio il sedicente agente: E' molto abile, ha sangue freddo (riuscendo a freddare con la pistola un suo complice, sebbene questi non se lo aspettava). E' un degno avversario di Tex poich? riesce a tramare perfettamente e a differenza di altri avversarà non ha al suo soldo decine e decine di pistoleros, oppure il potere di un corrotto uomo politico, affarista o ufficiale. A differenza di altri avversarà più recenti Macredy non ha peculiari caratteristiche fisiche come un Espectro, appare come un uomo normalissimoSecondo me è da riportare questa frase pronunciata da Tex alla fine della vicenda: "Siete uno dei più pericolosi farabutti che io abbia mai incontrato, e credete che, detto da me, questo è un grande attestato, perchè di farabutti, ne ho incontrati tanti in vita mia! Voi siete quello che è andato più vicino alla vittoria perchè, al contrario di altri che usavano la colt o il winchester, avete usato un'arma ancora più pericolosa: il cervello!" Infatti Macredy è scoperto solo per pura sfortuna (per lui). Sono un estimatore di Letteri e secondo me è riuscito a rappresentare le foreste, l'accampamento indiano e i volti dei var? personaggi. L'albergatore Butler ha una somiglianza con l'attore Hal Holbrook, trovo. Nel complesso una storia molto buona. Voto: 9+

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Una delle migliori storie in assoluto. Pur essendo di parte in quanto appassionato di gialli e affini penso abbia affascinato un po' tutti. Ribadisco una mia idea: Tex e i suoi pards sono personaggio fuori dal comune e, se devono risolvere casi particolarmente difficili, devono avere avversari particolarmente difficili da affrontare. Questo purtroppo non sempre succede, o almeno in alcuni casi si incappa in situazioni nelle quali un minimo minimo di ragionamento porterebbe sulla stessa pista poi scelta da Tex. Macready è uno degli avversari più tosti tanto che, se la memoria non mi inganna, lo stesso Tex gli appunta una "medaglia al valore" definendolo uno dei più pericolosi.

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  • 4 anni dopo...

Una bella storia a sfondo giallo,che ha il limite di far sospettare subito il lettore per il vero colpevole.Ma d altra parte questo è un problema presente in molte altre storie gialle,come quelle di Glb:alzi la mano,per esempio,chi non aveva capito già da subito chi fosse il misterioso Paul della pur bellissima storia di Glb "Lo sceriffo di Durango"...).

 

Trama comunque avvincente,con molti personaggi principali che svolgono azioni parallele per arrivare per primi al tesoro di Larsen.il finale con Mcredy che crede di avere vinto la partita e poi, sentendosi scoperto, tenta il tutto per tutto con Tex è classico ma ben sceneggiato.

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  • co fondatore

Il primo classico di Nizzi per la serie. E poi un titolo come "I delitti del lago ghiacciato" è superevocativo. Letteri in gamba come sempre.

 

TESTI: 8

DISEGNI: 8

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  • 2 settimane dopo...

Storia molto carina di un Nizzi alle prime armi, accompagnata
da più che buoni disegni di Letteri.

Bello l'intreccio tra i gruppi che si dirigono verso il lago con la susseguente carneficina operata dagli indiani.

Voto alla storia: 6,8

Voto ai disegni: 8

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  • 3 mesi dopo...

Una bella storia, con un Letteri in ottima forma. Intrighi, doppi e tripli giochi orchestrati con grande intelligenza da parte dell' autore.

L' unico difetto è che si capisce subito chi è il capo della banda, che comunque è un bel personaggio, astuto e carismatico.

Voto 8

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  • 1 anno dopo...

Rileggendomi Letteri sono oggi approdato su questa storia.

Dico subito che Letteri mi pare già in leggero declino e comunque non mi ha soddisfatto come altre volte, o più seplicemente, senza cinesi lo apprezzo meno.

Veniamo alla storia. Si tratta di una delle primissime storie di Nizzi. E' un Nizzi ancora leggermente acerbo, ma è già un buonissimo Nizzi. E' sostanzialmente un giallo questa storia, cosa molto frequente nei primi lavori Nizziani, prima che Sergio lo consigliasse di passare a un Tex meno Sharlock Holmes. E' un giallo ed è un bel giallo, al punto che qualcuno arriverà alla fine senza riuscire a scoprire chi sia "il grande vecchio". Confesso che anche io ci sono arrivato molto tardi. Un bel personaggio questo del finto giornalista e finto agente della Pinkerton. Storia che vede il quartetto di pard al completo (me lo ero dimenticato, non la leggevo da secoli) e che dimostra come Nizzi fosse in grado di scrivere storie anche piuttosto intricate. In questa ci sono almeno due o tre intrecci concomitanti che si assommano, appunto, al mistero dell'ideatore del tutto. E' quindi una trama articolata e una storia interessante e fresca. Dove Nizzi non è ancora del tutto rodato sono forse i dialoghi, già piuttosto divertenti ma non ancora al massimo.

Difetti: troppe origliate, decisamente troppe. E' questo un espediente di cui Nizzi ha effettivamente abusato e che comincia ad infastidirmi. Le onnipresenti patatine (ci sono anche qui), invece non mi danno alcun fastidio, e ritengo facciano parte del personaggio di Carson in modo comunque divertente.

Voti:

Nizzi 8

Letteri 7

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  • 8 mesi dopo...
On 23/4/2012 at 00:05, Leo dice:

Ragazzi, se Cheyenne è campionessa olimpica d'ingenuità, io ho la medaglia d'argento. Sarà che non sono un esperto di gialli, o che questa storia l'ho letta quando ero ragazzino, ma io fino all'ultimo non avevo capito un fico secco, e devo ammettere che la rivelazione mi ha semplicemente "choccato". Anche per questo suo colpo di scena (che forse ai giallisti incalliti non parr? tale, perchè sono più allenati a cogliere retroscena simili) a me questa storia è piaciuta davvero tanto. E non solo per questo, a dire il vero: ha ritmi perfetti, vi sono, come sottolineato da Pedro Galindez, tutte "le situazioni topiche western ( la rissa nel saloon, l'agguato fuori città, l'attacco indiano ecc. )", i duetti tra i pards sono indovinati, la drammatica vicenda di Larsen è terribile e indimenticabile insieme. In definitiva, secondo me questa è una delle più belle storie della serie.

Allora...Concordo con Leo, e con gli altri che la promuovono. Da un anno ho Conan Doyle sul comodino, quindi essendo un po' allenato avevo beccato il piccione presto. Però Nizzi ha messo tanta carne al fuoco, e secondo me l'ha cotta bene. Mi piace ogni tanto leggere Tex immerso in trame gialle e mi piace vederlo in difficoltà. Non l'ho trovato eccessivamente pollo, ci può stare essere ingannato da un piano così. Belli i siparietti con Carson, emozionante la vicenda di Larsen. Letteri elegante ed adatto a queste storie gialle.

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  • 7 mesi dopo...

Stavolta vorrei iniziare il mio commento facendo notare quanto sia bella ed evocativa la copertina dell’albo n. 286, che oltre ad avvalersi di un’ottima performance di Galep ai pennelli, fa presa pure su un titolo “I delitti del lago ghiacciato”, che già da solo stuzzica la curiosità del lettore. L’episodio invece vede ai testi Nizzi, alla terza prova sulla saga. Lo sceneggiatore, seppur ancora in punta di piedi, mostra già quelle qualità che lo porteranno a diventare l’autore cardine del decennio successivo, sostituendo di fatto il grande Bonelli, ormai affaticato dal peso degli anni. Nizzi, seguendo una sua naturale indole compositiva, crea un intricato giallo, imperniato da molte situazioni tipiche del western classico e, facendo leva su un buon ritmo di sceneggiatura, cesella una storia molto valida e interessante. La parte iniziale a mio avviso è molto ben strutturata e coinvolgente; il racconto del doc che mette al corrente l’orrido esito della spedizione condotta da Larsen dona un brivido nella schiena. La presenza del villain misterioso e i numerosi tentativi di eliminare i nostri, aggiungono pepe alla pietanza. Man mano che la trama si dipana, nuove scoperte attenderanno il quartetto e i lettori. La reale fine della carovana sui Teton assume un aspetto meno noir e il punto focale del soggetto, come ovvio, si concentra sul recupero della cassa della refurtiva e sulla scoperta dell’uomo nell’ombra. Nizzi a dire il vero ricama ulteriori situazioni incrociate per mantenere alto l’interesse della prova, quali a esempio l’assalto dei Shoshones ai danni di Griffin e le trame di Butler, ma personalmente dà l’impressione di infilarsi in un imbuto, visto che ormai un lettore esperto ha avuto modo di individuare “l’insospettabile” giuda. I dialoghi e i ritmi narrativi sono molto più vicini a quelli bonelliani rispetto alle allora recenti prove di Nolitta, tuttavia alcune situazioni sembrano rimandare proprio alle prove del compianto editore. Rileggendo l’episodio mi è parso di scorgere un Tex molto nolittiano in alcune scelte e circostanze; magari mi sbaglio ma forse Nizzi, non ancora del tutto saldo al timone, oltre a rifarsi ai classici di Gian Luigi, agli inizi ha pagato pure una leggera influenza del suo “datore di lavoro”. L’abilità del ranger mostrata nei tre albi è fuori discussione, tuttavia, aldilà dei meriti di Macredy, troppo facilmente si fa raggirare e usare da quest’ultimo. Su imbeccata del villain, sospetta dello sceriffo ma non si fa alcuna domanda in merito al presunto investigatore della Pinkerton. Capisco che il tizio in bombetta appare simpatico e cordiale, ma in fondo è pur sempre un perfetto sconosciuto, che ha inizialmente mentito pure sulla sua professione, non dico leggere nel pensiero ma almeno non prendere tutto per oro colato. A proposito di oro, senza il casuale salvataggio di Griffin, il villain l’oro se lo sarebbe trovato bello e impacchettato, alla faccia dei nostri, ingannati e sbeffeggiati. Pure atipico che il ranger ormai certo del tradimento di Macredy si presenti a mani nude, quasi dovesse fare una visita di cortesia. Altro che dare la possibilità di giocarsela con una darringer, a mio avviso doveva fargli misurare col muso l’intero pavimento della stanza a furia di sganassoni. Altra leggerezza nolittiana come da le spalle a Wanekay rischiando di farsi impallinare come un tordo, tutte situazioni che al sottoscritto richiamano più Sergio che il padre a dire il vero. Tuttavia la storia è comunque piacevole, sebbene Nizzi riuscirà a fare meglio in seguito. Da matita rossa invece la copertina spoilerante dell’albo “L’uomo dell’ombra” in cui Galep tratteggia l’ombra di un eloquente avversario in bombetta; mica erano tanti i personaggi nella storia che indossavano un simile copricapo, quindi forse era meglio evitare questo dettaglio. Buono il comparto grafico a cura dell’infaticabile Letteri; tratto solido, pulito e scattante. Ottima resa dei primi piani e delle mimiche facciali, buoni sfondi e apprezzabile sintesi di tratto che coniuga velocità e qualità. Il mio voto finale è 7   

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  • pecos changed the title to [285/287] Un Ranger Del Texas
  • 10 mesi dopo...

Una discreta storia, una delle prime di Nizzi sulla serie regolare.

 

Purtroppo me la sono letta la prima volta (e unica fino a poco fa) alcuni anni fa quando ero ormai adulto e questo credo che me l'abbia un po' rovinata, nel senso che il grande colpevole l'ho indovinato praticamente a metà della vicenda.

C'è ben poco da stare a scervellarsi: tolti i pards, Griffin, Butler, Larsen e figlia e, ovviamente, Wanekay, l'unico che potesse macchinare il tutto era il buon Macredy (notare che è scritto in modo che sembri "Ma Credi?"😂).

 

Ovviamente il colpevole lo sgama prima il lettore, mentre è del tutto plausibile che Tex si faccia raggirare (no, in realtà il Tex di Bonelli non si sarebbe fatto fregare, ma la storia è costruita proprio per far sì che Tex ci caschi con tutte e due le scarpe, a differenza del lettore).

 

A parte quanto detto sopra, più qualche origlione di troppo (già alla terza storia, alla faccia) e la solita banda di indiani che si trova in zona perché sì e dal capo un po' macchietta, la storia mi ha intrattenuto abbastanza bene. 

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Laramie dice:

Ovviamente il colpevole lo sgama prima il lettore, mentre è del tutto plausibile che Tex si faccia raggirare (no, in realtà il Tex di Bonelli non si sarebbe fatto fregare, ma la storia è costruita proprio per far sì che Tex ci caschi con tutte e due le scarpe, a differenza del lettore).

Ma in realtà i pochi "gialli" scritti da GL Bonelli erano piuttosto semplici e il lettore sgamava subito il colpevole, anche prima di Tex, perché tutto sommato non era quello il punto essenziale della vicenda, l'aspetto principale era l'elemento avventuroso.

Prendiamo tre storie classiche: "Satania", "L'uomo dalle quattro dita" e "Chinatown", in tutti e tre i casi il colpevole è facilmente individuabile dal lettore, molto prima che ci arrivi Tex, che inizialmente "si fa fregare". Questo sminuisce il nostro eroe? A me pare di no, e così in questa storia nizziana. Chiariamolo una volta per tutte : non sempre Tex è infallibile , anche in GLB, e non sempre capisce subito con chi ha a che fare (anche se la maggior parte delle volete sì). Ne "La voce misteriosa" - bellissima storia - il lettore, per esempio, dopo un po' intuisce chi si nasconde dietro lo scimmione tagliateste, Tex invece no, lo scopre solo alla fine, eppure questo non pregiudica la suspense dell'avventura e non rende Tex un "fesso" che si fa raggirare, semplicemente l'eroe è un essere umano che talvolta può essere ingannato dal "male" e non riconoscerlo. In questo caso da Macredy; in GL Bonelli da Cora Grey, alias Satania, oppure Janet Brent, alias il Drago.

  • +1 1
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<span style="color:red">17 ore fa</span>, Poe dice:

Ma in realtà i pochi "gialli" scritti da GL Bonelli erano piuttosto semplici e il lettore sgamava subito il colpevole, anche prima di Tex, perché tutto sommato non era quello il punto essenziale della vicenda, l'aspetto principale era l'elemento avventuroso.

Prendiamo tre storie classiche: "Satania", "L'uomo dalle quattro dita" e "Chinatown", in tutti e tre i casi il colpevole è facilmente individuabile dal lettore, molto prima che ci arrivi Tex, che inizialmente "si fa fregare". Questo sminuisce il nostro eroe? A me pare di no, e così in questa storia nizziana. Chiariamolo una volta per tutte : non sempre Tex è infallibile , anche in GLB, e non sempre capisce subito con chi ha a che fare (anche se la maggior parte delle volete sì). Ne "La voce misteriosa" - bellissima storia - il lettore, per esempio, dopo un po' intuisce chi si nasconde dietro lo scimmione tagliateste, Tex invece no, lo scopre solo alla fine, eppure questo non pregiudica la suspense dell'avventura e non rende Tex un "fesso" che si fa raggirare, semplicemente l'eroe è un essere umano che talvolta può essere ingannato dal "male" e non riconoscerlo. In questo caso da Macredy; in GL Bonelli da Cora Grey, alias Satania, oppure Janet Brent, alias il Drago.

Non lo metto in dubbio, ci mancherebbe.

 

Probabilmente mi sono espresso in maniera sin troppo sintetica perché quello che volevo è che, parlando esclusivamente di "Un ranger del Texas", per me il Tex di GL Bonelli non si sarebbe mai fatto fregare da uno come Macredy perché ci sono almeno due scene chiave che lo avrebbero messo sull'avviso (tutta la zuppa del finto rapimento, per esempio, e anche il fatto che Macredy voglia occuparsi di persona della cassa con l'oro). Non dico che avrebbe capito al volo tutto, ma penso che si sarebbe insospettito sulle reali intenzioni del tipetto e avrebbe telegrafato ad Allan Pinkerton per saperne di più.

 

Però ripeto, quando ho scritto "il Tex di GL Bonelli non si sarebbe fatto fregare", intendevo dire che non si sarebbe fatto fregare in questa storia qui perché, per me, ci sono le scene sopra citate che avrebbero reso Macredy un tipo sospetto agli occhi del ranger.

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<span style="color:red">52 minuti fa</span>, Laramie dice:

Però ripeto, quando ho scritto "il Tex di GL Bonelli non si sarebbe fatto fregare", intendevo dire che non si sarebbe fatto fregare in questa storia qui perché, per me, ci sono le scene sopra citate che avrebbero reso Macredy un tipo sospetto agli occhi del ranger.

Ok, sono d'accordo, allora. :) 

Il Tex di Nizzi spesso si fida ciecamente di illustri sconosciuti per cui stranamente non mostra alcun sospetto come invece dovrebbe (vedi per esempio Stingo in "Nelle paludi della Louisiana"). E che poi alla fine scopre solo per un caso fortuito, non per abilità. Nelle storie di GLB è raro.

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