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TWF - Tex Willer Forum

[283/285] Il Carro Di Fuoco


Voto alla storia  

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Soggetto e sceneggiatura : G. L. Bonelli
Disegni: Giovanni Ticci
Periodicità mensile: Maggio 1984 - Luglio 1984
Inizia nel numero 283 a pag. 48 e finisce nel numero 285 a pag. 23



Gli Apaches stanno per essere deportati in Florida su un convoglio militare: Tex e Carson si accordano con Geronimo e Ulzana per bloccare il treno della vergogna. Di notte, sganciati dalla locomotiva i vagoni con gli Apaches prigionieri, Tex e Carson accendono fuochi e bersagliano di piombo la scorta militare, facendo credere ai soldati di essere circondati da una torma di furiosi guerrieri giunti a liberare i fratelli! I pellerossa di Geronimo arrivano all'alba a dar man forte ai pards e i prigionieri si danno alla fuga, ma alcuni Apaches per riunirsi ai loro vecchi, alle loro donne e ai loro bambini è sfuggiti ai rastrellamenti dei soldati blu è devono prima sconfiggere i terribili bandoleros, sanguinari cacciatori di scalpi. Tex e Carson, superate le rapide del Rio Janos, affidano le famiglie degli Apaches ai frati della missione di Ascension.
 

 

 

© Sergio Bonelli Editore

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  • 1 mese dopo...

Questa storia è accomunabile a diverse altre della tarda produzione di GLB per il fatto che si svolge, per così dire, in tono minore e in maniera alquanto crepuscolare, cosa che le impedisce di essere un capolavoro assoluto, ma le conferisce anche un certo fascino: Tex e Carson infatti

riescono a fare evadere gli Apache dal treno che li sta portando in Florida, ma devono agire di soppiatto ( usando tattiche molto simili a quelle impiegate per distruggere il paese di Santa Rita in "Segnali di fumo") per evitare grane col governo per sè e magari pure per i Navajos; anche il loro incontro con Geronimo e Ulzana, pur tra grandi professioni di ammirazione e amicizia da ambo le parti, finisce con Tex tristemente convinto che alla fine gli Apache saranno sconfitti
Anche la parte finale della storia, con lo scontro coi bandoleros ed il trasporto degli Apache di Juarez in Messico alla missione di Ascensi?n, somiglia tanto a un "premio di consolazione" per i due pards, o alle operazioni di salvataggio dopo un naufragio ( Juarez e i suoi si salvano, ma gli altri Apache?). I disegni di Ticci, nel pieno della sua maturit?, sono eccellenti e rappresentano uno dei punti di forza della storia. In sintesi ( e IMHO ):soggetto 7 +sceneggiatura 7 - ( è in questa storia che si verifica la famosa svista del capo Apache Delgadito presentato a Tex per due volte nel giro di poche pagine )disegni 9
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  • 9 mesi dopo...
Guest Wasted Years

Storia in due parti, con la prima in cui i Pard giocano d'astuzia un bel tiro alle giacche azzurre, risolvendo brillantemente un problema in mezzo ad un mare di problemi, anzi ad un movimento delle masse marine, salvando alcuni individui ma non potendo far nulla per gli altri tanti indiani coinvolti. Brillanti, geniali e pronti ma semplici titani di fronte alla maledizione divina: Tex e Carson stranamente Nolittiani, vincenti ma sconfitti dalla loro società. La seconda parte serve IMHO da sfogo per l'azione pura, non per la pura e semplice strategia per quanto brillante, ed è condivisibile Pedro quando dice che sembra un salvataggio di naufraghi. Storia molto triste pur nella bellezza di testi e disegni.

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(Wasted Years@ 1 maggio 2009 ore 15:56 )

Brillanti, geniali e pronti ma semplici titani di fronte alla maledizione divina: Tex e Carson stranamente Nolittiani, vincenti ma sconfitti dalla loro società.

Anche se l'influenza nolittiana non può essere esclusa completamente ( "Il carro di fuoco è stato dopotutto pubblicato nel periodo in cui Sergio Bonelli si è più impegnato nello sceneggiare storie texiane ) IMHO si tratta soprattutto dei problemi che il nostro ranger ha di regola nel confrontarsi con la Storia con la S maiuscola, nella quale di solito o il suo ruolo è superfluo ( cfr. "Morte nella neve", in cui Tex e Carson sono inseriti nella storia del Wild Bunch in maniera palesemente forzata ) oppure il suo intervento è destinato ad un esito infausto ( cfr. "Tra due bandiere", in cui Tex deve assistere alla morte del suo amico Rod e agli orrori della Guerra di Secessione, e "Apache Kid", in cui non può evitare l'ingiusta condanna dello scout Apache ). Resta comunque significativo il fatto che GLB abbia voluto affrontare un argomento del genere, cosa che IMHO ci riporta all'atmosfera amara tipica di buona parte della sua produzione più tarda ( cfr. anche "Un mondo perduto", "Luna Comanche" ).
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  • 8 mesi dopo...

Questa ?, secondo me, se non un Capolavoro, una grandissima storia, appassionante dalla prima all'ultima pagina!Proprio in questi giorni stiamo parlando dei modi in cui la causa indiana è affrontata da Tex:indubbiamente, insieme a "Sangue Navajo" o a "Vendetta indiana", anche questa storia è paradigmatica dell'atteggiamento di fondo di Tex verso tale questione. Non so se i fatti che qui racconta Bonelli abbiano un riferimento storico preciso;sta di fatto che poche volte come in questi albi ci vengono mostrate delle giacche azzurre tanto bastarde. Infatti in "Vendetta indiana", ad esempio, il vero bastardo è il colonnello, mentre i marmittoni hanno il solo torto di essere a lui sottoposti, e di non poter quindi disattenderne gli ordini. Invece ne "Il carro di fuoco", se anche il discorso potrebbe essere analogo, tutti i soldati trattano gli apache con disprezzo e odio, considerandoli alla stregua di bestie da poter rinchiudere senza problemi nei carri bestiame:sono dunque tutti allo stesso modo razzisti, tutti bastardi allo stesso modo. Bonelli divide la storia in due parti, strettamente legate l'una all'altra;questo legame, forse non facilmente identificabile, si riscontra in quello che è (secondo me) uno degli intenti di Bonelli:realizzare un'affresco realistico delle quasi impossibili condizioni di vita degli Apache, uno dei popoli che più ha dato filo da torcere ai bianchi, e che dunque per questo motivo è stato uno dei più odiati e combattuti. Quindi ecco i nostri a vedersela contro i bandoleros, gli spietati cacciatori di scalpi. Bonelli ci mostra la difficolt? di difendere un villaggio apache, l'impossibilità per loro di avere una vita del tutto serena;Bonelli ci mostra che quello per gli apache è un'odio diffuso e una paura irrazionale, tanto che i messicani che abitano nel villaggio sul fiume non esitano un'attimo a prendere i fucili. E la storia in sè è secondo me perfetta, appassionante fino alla fine:Tex e Carson sono semplicemente grandiosi, e se pur sono impegnati in un solo scontro mortale, giganteggiano per abilità e strategia;mi è piaciuto anche il fatto che i due pards si trovano immischiati nella faccenda per puro caso:i due non hanno avuto il minimo dubbio a lasciar perdere i propri affari per soccombere i deboli(e c'era da dubitarne?). Tante le scene bellissime, che si susseguono incollando il lettore alla pagina-non solo quelle d'azione, ma anche quelle parlate:bellissimo il saluto tra Tex e Geronimo, con quella vignetta stupenda di Ticci da immortalare sui manifesti!E dunque veniamo a Ticci, che in questa storia è semplicemente maestoso!Bonelli infatti confeziona una trama che vede una enorme quantit? di scenari che, seppur in certo qual modo simili, sono tuttavia molto diversi:e Ticci si esalta, passando in maniera eccezzionale dai deserti alle mese, dalle boscaglie ai fiumi in piena... davvero,Ticci è un disegnatore straordinario, motivo di vanto e orgoglio per tutti noi texiani!E i suoi Tex e Carson(e che lo dico a fare?) sono splendidi:non solo per quel che riguarda i volti, ma anche per quanto riguarda i loro atteggiamenti e le loro azioni, anche quelle più insignificanti, come prenedere la sigaretta in una vignetta e accenderla in quella successiva:Ticci, i suoi personaggi, li fa recitare meglio di un regista!Quindi, non so se posso usare per questa storia il termine "Capolavoro", ma indubbiamente dico che questa è una grandissima storia, da leggere assolutamente!Bonelli(e anche qui:che lo dico a fare?)? stato davvero un Grande, per certi versi il più Grande di tutti!!Se devo dare un voto dico:9,5...

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  • 2 mesi dopo...
  • 4 mesi dopo...
  • Rangers

Una storia divisa in due parti, decisamente la prima è quella che mi ha sempre attirato di più a livello di trama. A parte il grave errore non rivisto nella versione originale: Tex incontra Ulzana una prima volta, poi la seconda volta Geronimo rif? le presentazioni come se non si fossero proprio mai visti!!Questo errore è dovuto probabilmente al fatto che GLB lavorava su più storie contemporaneamente e forse quando riprendeva in mano quella interrotta, andava a memoria e non ricontrollava questi particolari. A parte questo, il lettore assiste all'ennesima sconfitta delle giacche azzure da parte di Tex, che riesce a liberare gli Apaches deportati dal treno con una scena indimenticabile, conun trucco classico ma sempre di buon effetto!Come sempre riesce nel suo intento di evitare un inutile spargimento di sangue, anche se come già detto e come ci ricordano i due pards, la loro è una vittoria temporanea dato che la vera Storia ormai stava già compiendo i suoi tragici passi. Il secondo tempo di questa storia vede Tex e Carson partire per salvare le famiglie degli indiani deportati, isolate nella vallata e continuamente minacciate dalla presenza di pericolosi bandidos!Molto belle in questa parte le feroci battaglie con i messicani. Anche se sono state distrutte tutte le bande che scorrazzavano liberamente nel territorio, i nostri decidono che sia meglio trasferire gli indiani nella missione religiosa. In definitiva GLB è riuscito ancora una volta a tirar fuori una storia di buon livello, seppur con qualche lieve crepa a livello di sceneggiatura. I disegni di Ticci riescono comuinque ad innalzare il livello generale, infatti sono come sempre stupendi!! :D:inch: Voto: 7 :trapper:

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  • 5 mesi dopo...

GLB si deve barcamenare fra la necessit? di dovre presentare i due pard comunque vincenti è il dovere di non creare un falso storico e lo fa in maniera soddisfacente. Il racconto non eccelle in maniera particolare ma rimane su buoni livelli. Voto 8.

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  • 3 mesi dopo...

Tra l'altro, nessuna delle due copertine c'entra con la storia: non c'è nessun indiano morto, n° tantomeno Tex si scontra con qualcuno di essi (visto che sono alleati). Poi, anche le montagne viola de "Il carro di fuoco" sono piuttosto... anomale haha. Ma Galep è grande anche per essere "originale", a volte...

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  • 1 anno dopo...

Una buona storia di passaggio direi.... non ce li vedo questi indiani a convivere coi pacifici frati ma comunque sia si legge tutto in maniera gradevole, le rapide alla fine non sembrano poi cosi' insidiose, ma tutto finisce per il meglio, sempre belle le tavole di Ticci!!!

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  • 3 settimane dopo...

Dimostrazione che GLB, nonostante la stanchezza, avesse ancora qualcosa nel repertorio.
La storia non è un capolavoro ma è comunque di buon livello, se non ottimo. L'incontro e l'allenza tra Aquila della Notte e Geronimo, li considero come uno dei momenti più rappresentativi per Tex, nella sua lunga storia di difensore di quelli che subiscono ingiustizie (magari in seguito posto la vignetta).

Una nota: la copertina del numero "Il carro di fuoco" riprende il particolare dell'indiano morto dal n° 212 "Trafficanti d'armi; guardateli, sono identici!

Sui particolari di questa storia, si è già detto molto; vorrei aggiungere anche quella triste constatazione di Tex sulla triste futura sorte di Geronimo, destinato prima o poi alla sconfitta ("Gente che meritava una sorte migliore, accidenti!)

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  • 3 mesi dopo...

Questa storia si può suddividere in due parti: la prima durante la quale Tex e Carson liberano con l'aiuto di Geronimo e Ulzana e la seconda nella quale i pards aiutano la fuga degli indiani dalla valle per sfuggire ai bandoleros. Le due parti sembrano tra loro quasi scollegate e senza relazioni ripercorrendo la stessa costruzione della trama presente in un altra storia del tardo Glb ossia "Uno sporco imbroglio". A mio avviso la prima parte dispone di un soggetto molto ma davvero molto ricco di potenzialità per la realizzazione di una trama complessa e lunga, e lo trovo piuttosto sprecato per questa storia. Inoltre anche la figura di Geronimo è poco sfruttata infatti, anche nell'albo che porta come titolo il nome del famoso capo indiano, la sua figura viene poco utilizzata e a circa metà albo sparisce definitivamente. Peccato perchè ritengo la storia un opportunità mancata. Nella seconda parte invece la storia cala di tono e i pards si imbarcano in una difesa, quasi inutile, degli apache che da soli riescono a mettere fuori gioco una dozzina di bandoleros tutt'altro che pericolosi. L'unico motivo che spinge i pards a continuare nella loro impresa per favorire la fuga degli apache è il pericolo delle deportazione in Florida. Inoltre si sarebbe potuto almeno spiegare in qualche pagina come finisce la faccenda della deportazione degli indiani. Disegni: Ticci è come sempre eccezionale, anche se volendo andare a trovare il pelo nell'uovo l'ho trovato meglio in altre avventure. Trama 6,5Disegni 8,5Soggetto 8 (per la prima parte) / 6,5 (per la seconda parte)

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  • 11 mesi dopo...

Di questa storia ricordo con chiarezza le bellissime immagini degli Apaches sul treno disegnate da Ticci, il razzismo che pervade la vicenda, l''incontro di Tex con Geronimo e Ulzana e la fuga degli indiani dal treno con il contributo determinante di un maestoso Tex... poi il buio. La seconda parte è sparita dalla mia mente ( eppure sono sicuro al 100% di avere letto l'intera storia per due volte).. però una cosa è rimasta: un forte senso di delusione perchè la seconda parte non manteneva le eccellenti premesse della prima. Ecco perchè non rilegger? questa storia... meglio conservarne buoni ricordi e lasciare nel dimenticatoio il resto ( anche perchè cosi il voto è più alto):Soggetto: 8Sceneggiatura 7Disegni: 9Voto globale alla storia: 8

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  • 3 anni dopo...
On 2/2/2010 at 07:18, paco ordonez dice:

Questa ?, secondo me, se non un Capolavoro, una grandissima storia, appassionante dalla prima all'ultima pagina!Proprio in questi giorni stiamo parlando dei modi in cui la causa indiana è affrontata da Tex:indubbiamente, insieme a "Sangue Navajo" o a "Vendetta indiana", anche questa storia è paradigmatica dell'atteggiamento di fondo di Tex verso tale questione. Non so se i fatti che qui racconta Bonelli abbiano un riferimento storico preciso;sta di fatto che poche volte come in questi albi ci vengono mostrate delle giacche azzurre tanto bastarde. Infatti in "Vendetta indiana", ad esempio, il vero bastardo è il colonnello, mentre i marmittoni hanno il solo torto di essere a lui sottoposti, e di non poter quindi disattenderne gli ordini. Invece ne "Il carro di fuoco", se anche il discorso potrebbe essere analogo, tutti i soldati trattano gli apache con disprezzo e odio, considerandoli alla stregua di bestie da poter rinchiudere senza problemi nei carri bestiame:sono dunque tutti allo stesso modo razzisti, tutti bastardi allo stesso modo. Bonelli divide la storia in due parti, strettamente legate l'una all'altra;questo legame, forse non facilmente identificabile, si riscontra in quello che è (secondo me) uno degli intenti di Bonelli:realizzare un'affresco realistico delle quasi impossibili condizioni di vita degli Apache, uno dei popoli che più ha dato filo da torcere ai bianchi, e che dunque per questo motivo è stato uno dei più odiati e combattuti. Quindi ecco i nostri a vedersela contro i bandoleros, gli spietati cacciatori di scalpi. Bonelli ci mostra la difficolt? di difendere un villaggio apache, l'impossibilità per loro di avere una vita del tutto serena;Bonelli ci mostra che quello per gli apache è un'odio diffuso e una paura irrazionale, tanto che i messicani che abitano nel villaggio sul fiume non esitano un'attimo a prendere i fucili. E la storia in sè è secondo me perfetta, appassionante fino alla fine:Tex e Carson sono semplicemente grandiosi, e se pur sono impegnati in un solo scontro mortale, giganteggiano per abilità e strategia;mi è piaciuto anche il fatto che i due pards si trovano immischiati nella faccenda per puro caso:i due non hanno avuto il minimo dubbio a lasciar perdere i propri affari per soccombere i deboli(e c'era da dubitarne?). Tante le scene bellissime, che si susseguono incollando il lettore alla pagina-non solo quelle d'azione, ma anche quelle parlate:bellissimo il saluto tra Tex e Geronimo, con quella vignetta stupenda di Ticci da immortalare sui manifesti!E dunque veniamo a Ticci, che in questa storia è semplicemente maestoso!Bonelli infatti confeziona una trama che vede una enorme quantit? di scenari che, seppur in certo qual modo simili, sono tuttavia molto diversi:e Ticci si esalta, passando in maniera eccezzionale dai deserti alle mese, dalle boscaglie ai fiumi in piena... davvero,Ticci è un disegnatore straordinario, motivo di vanto e orgoglio per tutti noi texiani!E i suoi Tex e Carson(e che lo dico a fare?) sono splendidi:non solo per quel che riguarda i volti, ma anche per quanto riguarda i loro atteggiamenti e le loro azioni, anche quelle più insignificanti, come prenedere la sigaretta in una vignetta e accenderla in quella successiva:Ticci, i suoi personaggi, li fa recitare meglio di un regista!Quindi, non so se posso usare per questa storia il termine "Capolavoro", ma indubbiamente dico che questa è una grandissima storia, da leggere assolutamente!Bonelli(e anche qui:che lo dico a fare?)? stato davvero un Grande, per certi versi il più Grande di tutti!!Se devo dare un voto dico:9,5...

Sono perfettamente d 'accordo...Le giacche azzurre in questo albo sono dipinte in maniera reale, come sadici e boriosi individui (d'altronde, non diceva il generale Sheridan, comandante della cavalleria USA, che l'unico indiano buono è l'indiano morto?).

Storia fantastica, struggente l'incontro tra Tex e Geronimo ("gente che meritava un futuro migliore" dice Carson sui ribelli) con Tex che sa già per certo che Goyakla e i suoi Bravos perderanno la guerra  con l'esercito.Alla fine, ma la mia è solo una considerazione personale,penso che Tex stimi Geronimo ma lo ritenga ormai "bruciato" e impossibile a far tornare sulla retta via,accettando la pace con i bianchi così come ha fatto invece Cochise. In "fiamme sull'arizona" Tex critica sia Delgado sia Geronimo per la loro riluttanza ad accettare la pace con il Generale Crook, rammentando che questa loro ostinazione porterà ulteriori lutti alle altre tribù Apache. Purtroppo il personaggio di Geronimo non è più stato ripresentato in altre storie di Tex.

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On 27/3/2013 at 11:10, la tigre nera dice:

Questa storia si può suddividere in due parti: la prima durante la quale Tex e Carson liberano con l'aiuto di Geronimo e Ulzana e la seconda nella quale i pards aiutano la fuga degli indiani dalla valle per sfuggire ai bandoleros. Le due parti sembrano tra loro quasi scollegate e senza relazioni ripercorrendo la stessa costruzione della trama presente in un altra storia del tardo Glb ossia "Uno sporco imbroglio". A mio avviso la prima parte dispone di un soggetto molto ma davvero molto ricco di potenzialità per la realizzazione di una trama complessa e lunga, e lo trovo piuttosto sprecato per questa storia. Inoltre anche la figura di Geronimo è poco sfruttata infatti, anche nell'albo che porta come titolo il nome del famoso capo indiano, la sua figura viene poco utilizzata e a circa metà albo sparisce definitivamente. Peccato perchè ritengo la storia un opportunità mancata. Nella seconda parte invece la storia cala di tono e i pards si imbarcano in una difesa, quasi inutile, degli apache che da soli riescono a mettere fuori gioco una dozzina di bandoleros tutt'altro che pericolosi. L'unico motivo che spinge i pards a continuare nella loro impresa per favorire la fuga degli apache è il pericolo delle deportazione in Florida. Inoltre si sarebbe potuto almeno spiegare in qualche pagina come finisce la faccenda della deportazione degli indiani. Disegni: Ticci è come sempre eccezionale, anche se volendo andare a trovare il pelo nell'uovo l'ho trovato meglio in altre avventure. Trama 6,5Disegni 8,5Soggetto 8 (per la prima parte) / 6,5 (per la seconda parte)

La seconda parte è praticamente una storia a se...mi sono sempre chiesto come mai i soldati catturano obok e non Juarez e gli Apache che abitano li vicino...Ticci immenso,disegni perfetti

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  • 1 anno dopo...

Riletta velocemente la storia ad un anno dal mio scarno commento...

 

Geronimo...il nome dell Apache Chiricahua ,appartenente al sottogruppo Bedonkohe,in questa storia tradisce davvero le attese.

Glb non può e non vuole tirare troppo la corda con la Storia reale e, dunque,se da una parte fa liberare gli Apache diretti in Florida da Tex e da Goyakla, dall'altra non può permettersi di "giocarsi" Tex come Agente indiano,dal momento che se i soldati lo avessero riconosciuto l' avrebbero immediatamente denunciato alle autorità (e Tex lo dice chiaramente a Carson in una scena dell attacco al treno)...per cui si inventa un attacco soft senza morti e feriti al treno e fa liberare i "bravos"dai nostri senza colpo ferire (e qui si vede la bravura dello sceneggiatore).il saluto tra Tex e Geronimo è un addio, perché se da un lato Tex non può giustificare l atteggiamento da ribelle perenne del condottiero Apache, dall'altro lato invece sembra comprenderne le ragioni più profonde senza però appunto poterle giustificare. Tex sa benissimo che Geronimo e i suoi usciranno sconfitti dalla Guerra...la scena in cui Geronimo e i suoi si allontanano a cavallo,per un estimatore degli Apache come il sottoscritto, è un pugno nello stomaco...

...da ciò che purtroppo ho capito,una ripresentazione di Geronimo in Tex è fuori discussione.Forse è un bene,visto il peso e le caratteristiche del personaggio... Ma GLb nel finale aggiunge anche dell' altro:fa dire a Tex che i due sono fratelli di sangue, e Geronimo aggiunge chr entrambi vivono protetti dal Grande Spirito dal momento che hanno cuore uguale:qui c è un tocco di romantico disincanto di Glb che, secondo me, si è reso conto di non poter fare "osare"di più a Tex nel rapporto con Geronimo... anche se idealmente è dalla sua parte). Una storia che mi fa sempre provare un sentimento di "incompletezza"...

Modificato da Barbanera
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Appena sufficiente questa storia senza mordente.
Sprecata l'occasione di imbastire una storia memorabile con Geronimo, ma ormai GLB non ne aveva più.

Voto alla storia: 6

Voto ai disegni: 8

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  • 2 anni dopo...

Perdonatemi se inauguro il mio commento con una similitudine ciclistica, ma mi è proprio venuta in mente durante la rilettura di questa vecchia storia: ci sono campioni pluridecorati che negli ultimi anni della carriera continuano ad avere una testa da fuoriclasse, ovvero riescono ancora a leggere la corsa, intuire quando bisogna attaccare o dare la stoccata decisiva agli avversari, ma purtroppo non hanno più la gamba per mettere a punto le giuste intuizioni, in par modo il Bonelli che affrontava stancamente le ultime storie del terzo centinaio, sebbene conservasse ancora alcuni  guizzi e spunti per creare qualcosa di buono, si ritrovava, al contempo, privo di quella freschezza creativa per trasformare in opere notevoli quelle buone idee. Nel caso specifico, la scelta di schierare Geronimo accanto al nostro eroe in una avventura che si prospettava epica, poteva dare il là a una possibile gemma narrativa, purtroppo però una non adeguata opera di sceneggiatura, portò a sciupare il buon spunto e, alla resa dei conti, l’episodio si presenta, sì leggibile, ma piuttosto sciatto. Già discutibile l’idea di scindere in due distinti parti la prova, così diverse da sembrare derivanti da due sceneggiature differenti (scelta volontaria o pensata dalla redazione per raggiungere un ragguardevole numero di pagine?). Non sarà l’unica volta in quei periodi che i lettori si trovarono dinanzi a queste “multistorie”, ma è dura accettare che un personaggio come Geronimo venga usato così poco e perso fra le pagine, per dare vita a una seconda parte decisamente meno interessante della prima. Almeno nella prima frazione l’idea della deportazione e il piano ideato da Tex per assaltare il treno e liberare i prigionieri, funziona e dà vita a sequenze serrate e cariche d’azione. Vero che i soldati non brillano di acume e intuito, ma si può bypassare su questo aspetto e ci si gode una lettura che sembra profumare di glorioso passato. Di colpo però l’autore, vira verso una scelta narrativa a mio avviso biasimabile, visto che separa i nostri dal grande condottiero Apache e li fa imbracare in una impresa, sì lodevole, ma alquanto slegata dal contesto. Spariscono le Giacche Blu e le motivazioni per opporsi all’assurda regola razzista istituita dal governo e il sipario si apre su un gruppo di squaw e anziani da salvare dalle mire da orde di spietati bandoleros. Discreta la figura del fiero e saggio Juarez, così come è piacevole (anche se un po’ al limite della plausibilità in un simile contesto) la trovata della grande zattera per affrontare le rapide del fiume e sfuggire al controllo dei banditi messicani. Bandoleros che non sembrano avversari degni dei nostri, vedasi come alcuni vengono facilmente eliminati dagli uomini di Juarez armati di soli archi e frecce, ma è la troppo celerità con cui si chiude la faccenda che mi convince poco. Bonelli sembra aver fretta di chiudere la storia e sequenze come il transito al villaggio o l’arrivo al convento non generano il minimo briciolo di pathos. La meta del convento sembra più un pretesto narrativo per concludere la sottotrama che un probabile piano efficace, tuttavia ormai la frittata era fatta e quella che poteva essere una prova maiuscola, si rivelò un’incompiuta facilmente dimenticabile. Senza nulla d’eccepire al buon livello grafico di Ticci, sempre impeccabile e performante. I suoi pennelli riescono a creare con ottima resa sia le dinamiche scene dell’assalto al “Carro di fuoco” fermo sulle rotaie, sia gli incantevoli scenari naturali con le rapide del turbolento fiume in bella vista. Il maestro giunto all’apice della sua creatività grafica, subito dopo aver concluso questo impegno, presterà la sua arte a una sceneggiatura di tutt’altro livello sul finire del centinaio, ma quella è un’altra storia.

P.s. Particolare il refuso in cui incappò Bonelli con la doppia presentazione di Ulzana ai nostri; purtroppo uno dei vari “segnali” di un calo di tensione, lento ma costante; d’altronde anche i fuoriclasse sono destinati a invecchiare e appendere la bici al chiodo, nel tramonto dell’esistenza. Il mio voto finale è 6

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  • 1 mese dopo...

Storia molto classica, del tutto Bonelliana, con la guerriglia, Geronimo e i bandoleros. Tutti ottimi ingredienti, sostanzialmente sprecati però, perchè alle buone idee e ai personaggi non segue una sceneggiatura fresca, ma una sceneggiatura sufficiente ma anche piuttosto pesante e macchinosa.

Il finale, poi, è davvero tirato via alla meno peggio, come se GLB avesse avuto fretta di chiudere una storia che stava girando piuttosto a vuoto.

Ticci spettacolare, dà un contributo importante a rendere comunque l'episodio sufficiente.

GLB 6

Ticci 8

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