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TWF - Tex Willer Forum

[364] Il Medaglione Spagnolo


Voto alla storia  

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Soggetto e sceneggiatura : G. L. Bonelli
Disegni: Guglielmo Letteri
Periodicità mensile: Febbraio 1991
Inizia e finisce nel numero 364



I bandoleros del bieco Mateo rapiscono la ragazza papago Daana per rivenderla come schiava, mettendo gli occhi su un antico medaglione spagnolo posseduto dall'indiana. Tex e Carson intervengono scacciando i gaglioffi e lasciandoli appiedati in pieno deserto, quindi riportano la ragazza dal padre, il sakem papago Manuelito. Il monile di Daana, secondo antiche storie, condurrebbe a un favoloso tesoro e i rangers ne seguono le tracce, scoprendo che le favolose ricchezze sono ormai perdute. E quando i due gringos tornano dalla spedizione, devono affrontare l'ira di Mateo e dei suoi vendicativi sgherri.



© Sergio Bonelli Editore

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Guest Wasted Years

Storia poco convincente e a tratti illogica. Incredibile che qualcosa di tanto appariscente rimanesse a lungo sconosciuto. La trama è esile esile e scontatissima. L'ultima di GLB, interessante solo per questo.

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  • 4 mesi dopo...

In effetti, il giudizio di Wasted non mi pare affatto campato in aria: la trama ( che, come è stato notato, ha qualche somiglianza nella sua parte iniziale con quella de "Il totem misterioso", la prima storia texiana ) procede con una certa macchinosit?

:non si capisce granch? perchè i tre bandoleros siano così assetati di vendetta da voler dare la caccia a Tex e Carson; meno ancora si riesce a comprendere come mai Tex sia tanto curioso di esplorare l'antico campo della battaglia tra spagnoli e Apache; non è nemmeno molto facile capire perchè Carson riesce ad intuire che i bandoleros vogliono vendicarsi, cosa che peraltro non evita che Tex salvi la pelle soltanto per la mira imprecisa del bandito Juan
, anche perchè (come in altre storie dell'ultima parte dell'attività di GLB ) gli episodi tendono a giustapporsi piuttosto che a connettersi organicamente l'uno con l'altro. E' vero che Tex e Carson sono fedeli alla loro consueta personalit?, ma ciò non impedisce che la storia sia molto fiacca. Anche i disegni di Letteri mostrano alcuni segni di cedimento ( la striscia intermedia di p. 94 mostra i due pards tratteggiati in maniera IMHO singolarmente tirata via per un artista come il disegnatore romano ). Insomma, a mio parere:soggetto 6 +sceneggiatura 5,5disegni 6,5
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  • Collaboratori

Della pochezza della storia si era giustificato a suo tempo lo stesso Sergio Bonelli, dicendo che era l'ultima storia paterna.

  • +1 1
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  • 1 mese dopo...

In effetti, come ha detto Pedro, la scena iniziale di questa storia riprende quasi fedelmente quella de "Il totem misterioso" dove c'era l'indiana Tesah inseguita dalla banda di Coffin, qui invece c'è un'aggiunta di un altro indiano. La storia inizia in questo modo,

i due indiani vengono inseguiti dai tre messicani, anche se non si capisce esattamente cosa vogliono dai due, visto che si accorgono solo dopo che uno dei due è una donna e il medaglione, attaccato alla cintura della ragazza, lo vedono solamente dopo che l'hanno catturata con il lazo. Prima di questo avvenimento, all'altro indiano gli viene sparato un colpo in fronte da Mateo, lasciandolo disteso senza nemmeno controllare se lo avessero davvero ucciso.
Piccola parentesi: ma dico io, essere sicuri della propria mira è un gesto di autostima, ma non voler nemmeno controllare se fosse morto veramente è una pecca di presunzione.
Dopo essere stata catturata, Daana viene fatta prigioniera, con l'intenzione loro di venderla al miglior offerente nella città di San Ignacio (ma costava troppo venderla a Magdalena? Va bene che è piena di rurales, ma facendo la cosa di soppiatto e con le dovute precauzioni potevano riuscirci, non credete anche voi?). Contemporaneamente Tex e Carson aiutano Chayo, l'altro indiano, a levare di torno gli avvoltoi che lo circondavano e gli curano le ferite sia al braccio che alla tempia. Poi, passando ai tre messicani, uno di loro, Juan, prende con la forza il medaglione di Daana e se lo mette alla cintura
Almeno un p? di rispetto per una donna, che diamine, se lo avessero fatto davanti ai miei occhi sarei impazzito dalla rabbia e li avrei uccisi uno per uno, molto lentamente (naturalmente sto scherzando, ma non resterei impassibile davanti a una meschinit? come questa).
Dopo una notte passata tranquillamente, sia i messicani che Tex e Carson si mettono in cammino verso il Rio Altar. I banditi vengono scoperti grazie al fumo del loro bivacco, ma Tex e Carson vengono fiutati dai cavalli dei messicani, che si mettono in guardia. Tex, allora, viene fuori e si fa passare per un ranchero
Fino a questo punto ho da fare solo una considerazione, riguardo uno dei tre messicani che dice, riguardo a San Ignacio: <<Francamente vorrei arrivarci prima di sera. Non vedo l'ora di togliermi dai piedi questa squaw>> e la risposta dell'altro <<Levatelo dalla testa, Juan. Al paese ci potremo arrivare all'alba di domani, non prima>>. Ecco, con questo voglio fare due supposizioni e sono queste: o non sa quanto ci vuole per arrivare a questo paese, e mi sembra strano, oppure per levarsi di torno la ragazza, come dice, ma non tornerebbe il discorso poich? non possono già sapere di avere qualcuno alle loro calcagna. Vorrei, se potete, farmi un p? più di luce su questa cosa.
Riprendendo il discorso di prima, Tex spara un colpo verso la mano di Juan, facendolo desistere dai suoi cattivi propositi, e mandandoli via la pistola, fa uscire Carson e prende sotto la sua protezione Daana e anche il medaglione rubato, con dovuta spiegazione di cosa ci è inciso sopra. I tre messicani li lasciano andare per la loro strada, senza cavalli n° pistole, anche se uno di loro ha ancora un coltello.
Ora, non voglio criticare nessuno, ma se devi controllare una persona, controllala bene o non controllarla affatto.
Il mattino dopo i tre messicani arrivano al ranch di proprietà di Felipe Ortega, uccidono con un coltello sulla schiena un suo amico vicino al corral e rubandogli pistola, fucile e cavallo.
Qui si vede la durezza dei tre, che non hanno pietà per nessuno, arrivando a colpire addirittura alle spalle pur di arrivare al loro obiettivo.
Uccidendo infine Ortega e un altro suo amico, prendono viveri e munizioni necessari per vendicarsi dei pards.
Per dare una risposta su qual'? il motivo che spinge i tre, ma soprattutto Juan, ad avercela con i pards è solo una parola: orgoglio.
Tex, Carson e i due indiani si accingono ad andare verso il villaggio Papago, per riportare i due fratelli e per scoprire qualcosa in più riguardo al medaglione chiedono a Manuelito, capo di quella tribù e padre dei due fratelli.
Ragazzi, una domanda, ma questo Manuelito è quello che è vissuto realmente e che è protagonista di una discussione del nostro forum oppure è un altro?
Il medaglione, dato da un capo apache, racchiude un'indicazione: le Dita di Manito. L' si svolse una battaglia fra i "Conquistadores" e gli indiani, in cui, alla fine, vinsero gli indiani, anche se con gravissime perdite. In compenso presero il medaglione dalla sacca del capo degli spagnoli. Tex giura, dopo aver saputo questa cosa, di non dire la cosa ad alcun uomo bianco, soprattutto di un presunto tesoro. Ma la curiosità è tanta e fanno la strada per arrivare in questo luogo. Sul posto trovano i resti dei morti in battaglia, ma anche un foglio, sbiadito, sull'ubicazione di un tesoro, che custodivano i Papagos
E' vero dice di giurare, e mantiene la promessa, ma la curiosità è difficile da battere, ma forse è anche questo il motivo per cui mi appassiona il personaggio Tex.
I messicani al loro inseguimento sanno quale strada percorrere per arrivare ai due pards. Carson è preoccupato e apprensivo perchè ha il presentimento del tutto fondato, ovvero quello di essere inseguito dai tre. Mentre un coyote ulula, i messicani si avvicinano e, impastoiati i cavalli, si appostano, ma Juan, troppo ansioso di uccidere Tex, spara alla tazza di caff? che ello prendeva e subito dopo i due pards si nascondono, inizia la sparatoria, uno dei tre ci lascia le penne. Nelle battute finali Tex e Carson impallinano un bandito con un colpo al cuore e il secondo con ben tre colpi. Dopo aver fatto fuggire i cavalli dei messicani, Tex e Carson si mettono sulla pista di Fort Apache.
Da notare una cosa: Tex non accetta una scommessa con Carson, sapendo già in precedenza di averla persa, che sia un ultimo e bellissimo omaggio del grande Bonelli?Disegni: 7. Letteri, bravo, ma con più bassi che alti. Sceneggiatura: 6,5. Storia non molto convincente nei particolari, a dire il vero, e nemmeno una storia troppo da ricordare per la sua bellezza. Per me, "La lettera bruciata" è addirittura migliore di questa, nonostante questa sia spalmata su un albo intero e l'altra neanche in uno. Memorabile, come ha detto qualcuno, come ultima storia sceneggiata da Gian Luigi Bonelli e per pochissimo altro.
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  • Collaboratori

Innanzitutto i complimenti a Doudou per l'acuta rilettura di questa storia.

Piccola parentesi: ma dico io, essere sicuri della propria mira è un gesto di autostima, ma non voler nemmeno controllare se fosse morto veramente è una pecca di presunzione.

Avendo a che fare con un indio, la cosa è invece è plausibile. Se ci si mette nei panni di questi ladroni, si può capire meglio la psiclogia che gli anima e certi gesti apparentemente incongruenti risultano sicuramente molto più comprensibili. Di cosa pensi debbano preoccuparsi dei noti assassini e fuorilegge ?

Fino a questo punto ho da fare solo una considerazione, riguardo uno dei tre messicani che dice, riguardo a San Ignacio: <<Francamente vorrei arrivarci prima di sera. Non vedo l'ora di togliermi dai piedi questa squaw>> e la risposta dell'altro <<Levatelo dalla testa, Juan. Al paese ci potremo arrivare all'alba di domani, non prima>>. Ecco, con questo voglio fare due supposizioni e sono queste: o non sa quanto ci vuole per arrivare a questo paese, e mi sembra strano, oppure per levarsi di torno la ragazza, come dice, ma non tornerebbe il discorso poich? non possono già sapere di avere qualcuno alle loro calcagna. Vorrei, se potete, farmi un p? più di luce su questa cosa.

Non è detto che il messicano pensi di essere inseguito, semplicemente il togliersi dai piedi la squaw può significare liberarsi di una persona estranea che rompe l'equilibrio del gruppo, nonchè la fretta di intascare un bel gruzzolo dalla sua vendita!

I tre messicani li lasciano andare per la loro strada, senza cavalli n° pistole, anche se uno di loro ha ancora un coltello. Ora, non voglio criticare nessuno, ma se devi controllare una persona, controllala bene o non controllarla affatto.

I messicani sono adeguatamente puniti con la lunga camminata che dovranno fare, l'alternativa era portarli di fronte alla legge, ma sia Tex, sia Carson sanno bene che con quel genere di accusa ( tentato omicidio e rapimento ) non sarebbero andati troppo lontani, infatti per quei tempi due indiani non valevano tre messicani!Li privano quindi delle loro pistole, non ha senso perquisirli. L'unica vera arma che poteva nuocere in quel frangente erano i ferri da tiro. Tex non deve certo preoccuparsi di quello che potrebbero combinare i tre nel giorno successivo! Altrimenti l'unica soluzione per evitare preoccupazioni, piuttosto radicale, sarebbe stata quella di eliminarli seduta stante, non dimentichiamoci che i messicani restano pericolosi anche a mani nude!

Ragazzi, una domanda, ma questo Manuelito è quello che è vissuto realmente e che è protagonista di una discussione del nostro forum oppure è un altro?

No.

Per me, "La lettera bruciata" è addirittura migliore di questa, nonostante questa sia spalmata su un albo intero e l'altra neanche in uno.

Su questo non ci piove. Chi ha detto, poi, che "La lettera bruciata" sia una storia da buttare?Vado off-tpic e finisco con un consiglio amichevole a Doudou, giacch? noto la sua tendenza ad una "critica" forse un po' troppo esasperata, sul modello sicuramente degli illustri recensori di uBC, allorquando basta una recensione più calma e serena e si ottengono senz'ombra di dubbio risultati migliori. Non voglio imporre un modello "ideale" da seguire in questo forum, ma non posso fare a meno di notare che con questo metodo critico si possono distruggere anche le storie migliori, non solo quelle a fumetti, ma anche i capolavori della letteratura mondiale. Non parliamo quindi di questa storia che è stata pubblicata solo perchè era l'ultima di un Grande. Vedere piovere queste critiche fa un po' male al cuore, sembra che noi lettori quasi non si abbia quel rispetto verso l'autore, che ne aveva permesso a suo tempo la pubblicazione.
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  • 2 anni dopo...

Ho letto quest'ultima storia di GLB in tarda serata o per meglio dire in nottata visto che quando l'ho finita la mezzanotte era passata da più di un'ora. Faccio questa premessa perchè questi giudizi un p? al vetriolo mi hanno sorpreso. D'accordo non è un capolavoro ma ho visto di molto peggio e se la storia era così brutta e campata in aria non credo che avrei resistito a leggerla fino a tarda ora ma me ne sarei andato a dormire prima. Ovviamente i giudizi sono soggettivi ma io in quest'ultimo racconto di Bonelli ho visto più di una cosa buona. La trama è un p? esile ma non credo fosse quello l'intento o la preoccupazione maggiore di GLB nel scriverla. Io ci ho visto uno strumento per ricordare tutti i punti di forza dell'amicizia fra i due pard e le particolarit? delle storie di Tex. Se ci fate caso GLB con la scusa di questi tre messicani che inseguono i due indiani ha messo dentro tutte le peculiarit? delle sue storie, i tesori nascosti, il riferimento a popoli vissuti prima, l'amicizia dei due pard con i pellerossa, l'abitudine di Tex di dare una possibilità a chi non si è macchiato, a parer suo, di gravi crimini o comunque l'abitudine a decidere su come fare giustizia al posto del giudice, i cattivi che non si arrendono e che alla fine soccombono e l'amicizia consolidata fra i due pard. Quest'ultimo punto viene sottolineato con lunghi colloqui fra Tex e Carson di fronte al fuoco in cui i due eroi parlano del più e del meno, di quel che si è fatto e di quel che si farà, colloqui di questo genere nelle storie di Tex, specie di GLB non sono molto presenti. In genere lo scambio di opinioni riguarda il problema in essere, qui invece GLB fa un eccezione e di fronte al fuoco i due pard si scambiano frasi e battute come due comuni amici che stanno per rientrare a casa e parlano dei bei tempi andati. Io l'ho visto come un omaggio alla sua creatura che stava per lasciare definitivamente... e tutto sommato mi è piaciuto. Voto 8

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  • 2 mesi dopo...

Si è capito proprio che era l'ultima storia di G. L. Bonelli:storia addirittura autoconclusiva, vera rarit? in una serie come Tex, e decisamente scarna di elementi quali suspanse, battute, azione rispetto alle classiche trame di "pap?" Bonelli. Niente di che, comunque è leggibile. Letteri, quando il soggetto non è di livello alto, tramite i suoi disegni non contribuisce ad alzare l'attrazione verso lo sviluppo della vicenda.

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  • 9 mesi dopo...

L'unica cosa per cui mi ricorder? questa storia è il fatto che sia stata l'ultima scritta dal grande GLB. Niente più. Mi sembra che avanzi un p? a fatica infatti il solo motivo che spingi i bandoleros a inseguire i nostri è la pura vendetta e la sete di rivalsa nei confronti di Tex e Carson. Oltretutto fanno anche la figura dei polli venendo liquidati con poca fatica e senza impensierire troppo i pards. Inoltre i disegni di Letteri non sono tra i miei preferiti e non contribuiscono all'attenzione del lettore sulla storia. C'è da dire però che sono ancora di buona qualità e abbastanza distinti ancora. Il tratto non è impreciso come negli ultimi lavori. Una storia che a mio avviso prende una valutazione poco più che sufficiente. Voto storia 6,5Voto disegni 7

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  • 2 mesi dopo...

Ho riletto questa storia ieri dopo tanti anni. Dato il periodo di lavoro molto intenso, volevo rilassarmi con una storia linda linda, tranquilla e non troppo impegnativa. E invece ce ne è voluto, d'impegno, per non lasciare la lettura anzitempo: la trama è davvero surreale... una grande battaglia, i cui resti sono tutti l' in evidenza, di cui nessuno sa nulla, Carson preveggente in maniera del tutto illogica e altre simili amenit?. Peccato, GLB se la sarebbe potuta risparmiare... concordo con West10 solo quando accenna ai dialoghi, che in effetti sono l'unica cosa non infelice di questa altrimenti inguardabile storia.

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  • 11 mesi dopo...

Oggi ho ripreso quest'albo perchè mi andava di leggere una storia breve, quindi cosa di meglio di un'autoconclusiva?Ultima di GLB, ma se non ci fosse stata non ce ne saremmo accorti. Non è brutta, perchè una storia brutta è come una persona cattiva: può avere dei punti di interesse. In questa invece non ho trovato un senso, un motivo, un significato. Mi è sembrato uno di quei confusi e a volte interminabili racconti che inventano i bambini giocando, senza n° capo n° coda: "Facciamo che c'era il medaglione, e tu eri il bandito, e poi il medaglione aveva dei disegni, e dopo io ero quello che salvava la ragazza e poi...". Tutto così. Ma io non ho capito se questo racconto ha avuto una fine.

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  • 1 anno dopo...

Ultima storia del grande papà di Tex, ecco perché ho deciso di non mettere "storia in pubblicabile"
Trama che sembra promettere bene, all'inizio, anche se riprende molte scene di altre storie, ma che poi si rivela, secondo me, la peggior trama di Tex.
Trama quasi surreale che lascia aperti tantissimi perché...mi sarei aspettato qualcosa in più sul medaglione, fulcro della storia. Tante singole scene incollate tra di loro alla bell'e meglio con una miriade di baloons interminabili e inutili.
Un sacco di dialoghi insensati, fatti solamente per allungare la storia, come quelli tra i tre messicani e tra i due pard.

Trama che si può definire INCONSISTENTE

Ps. Io avrei fatto una storia breve speciale per commemorare l'ultima trama di GL, togliendo molti testi e facendo scoprire ai tre furfanti la mappa della miniera trovata...così sarebbe stato un modo per omaggiare l'autore che ha fatto nascere il personaggio


I disegni mi hanno sorpreso positivamente: anche se Letteri era in fase decadente è stato molto bravo a rendere le scene

Per queste ragioni, come ho già detto, voto 2-2 semplicemente perché é l'ultima storia di un grande maestro ma se fosse stata di qualcun'altro avrei votato impubblicabile

Testi:4
Disegni:7

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  • 3 anni dopo...
  • co fondatore

Storia allungata di una quarantina di pagine, probabile che la sceneggiatura originale fosse più breve. Perlomeno ha permesso al grande vecchio di entrare nel guinness come autore che ha scritto almeno una storia dello stesso personaggio per sei decenni.

È sciapa come storia, ma è pur sempre una di GLB. Quindi non mi lamento mica, che sennò torna tra noi ed estrae le colt :P.

Letteri frettoloso, doveva completare Oklahoma.

 

Testi: 6

Disegni: 6,5

  • +1 1
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La storia è il commiato di Glb con Tex ...si può giudicare l ultima storia dell' uomo che ha inventato il più grande fumetto mondiale? ovviamente no...o almeno,io non mi permetto di farlo.quel Genio mi ha regalato un amico che ritrovo ogni mese puntuale in edicola,e io gliene sarò sempre grato.Grazie, Maestro. se la storia l avesse scritta chiunque altro la definirei meno che mediocre,ma questa storia è il tentativo di un uomo di salutare la sua creatura e di prendere commiato dai suoi lettori.

Sei sempre con noi,Glb...Tex è in tutti noi grazie a te...:inch:

  • Grazie (+1) 1
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  • 1 mese dopo...

La natura ha le sue leggi insindacabili a cui nessuno si può sottrarre. Anche il titanico G.L. Bonelli si dovette piegare al peso del fardello degli anni e il suo congedo con la celebre saga da lui creata, fu alquanto mesto e malinconico. Ben lungi dal voler muovere alcuna critica all'autore, entrato prepotentemente nel cuore di noi fans che abbiamo sognato a occhi aperti, trascinati come piume nel vento sospinti dalla sua vulcanica fantasia, mi limito solo a constatare che l'ultima sua prova su Tex, non rende giustizia alla lunga e luminosa carriera. Mi chiedo ancora oggi se fu una buona scelta quella di pubblicarla. Il cuore ovviamente appoggia la decisione editoriale del figlio Sergio, la ragione molto meno, considerata l'arida trama e il ritmo compassato ed estenuante, pieno di tempi morti e dialoghi spenti e ripetitivi. Lo stesso editore mise le mani avanti, scrivendo un pensiero in appendice alla storia proprio per giustificare le motivazioni sentimentali che lo inducevano a dare alle stampe l'ultima modesta fatica dell'illustre padre. Certo che, se si leggessero in rapida sequenza capolavori del tipo "Odio senza fine" e questo albo, si faticherebbe a credere che siano opera dello stesso autore. Per doveroso rispetto al grande Bonelli, non mi soffermerò sulle numerose carenze e incongruenze che abbondano nell'episodio, posso solo pensare che al giorno d'oggi un simile "tributo alla carriera" avrebbe facilmente trovato posto su un Magazine, o molto plausibilmente, snellito di almeno una cinquantina di pagine, in un episodio breve del Color Tex, ma allora il figlio Sergio non disponeva di queste valide alternative. Aldilà di tutto finora detto, un nodo stringe la gola al pensiero che "Il medaglione spagnolo" fu l'ultima sceneggiatura del patriarca del fumetto italiano, tuttavia artisti della sua risma vincono la morte e vivranno sempre nei ricordi di chi ha amato la loro arte. I disegni di Letteri palesano una certa fretta, forse dovuta ai gravosi impegni che incombevano sullo stakanovista disegnatore romano.  Diciamo un buon riscaldamento prima (o verosimilmente durante!) della realizzazione di due episodi lunghissimi del calibro di "Oklaoma" e "Gli uomini giaguaro" che insieme raggiunsero il ragguardevole totale delle mille tavole (o giù di lì). Voto suggeritomi dal cuore: 10, ma per onestà esprimo quello obiettivo che la razionalità mi impone. Il mio voto finale è 4

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  • 1 anno dopo...

Storia che non avevo mai letto. Non mi ispirava e la immaginavo una cosa triste. E così è stato, infatti.

Storia sconcertante, senza nè capo nè coda, priva di un qualsiasi spunto attrattivo. Trama esilissima, con un medaglione antico su una cintura, i nostri che vanno a verificare il luogo della battaglia tra gli spagnoli e gli apache avvenuto 200 anni prima, e da cui proviene la cintura, il ritrovamento degli scheletri degli spagnoli (di cui uno, in modo del tutto incredibile, stringe ancora tra le mani la mappa del tesoro) e soprattutto 3 messicani che rapiscono l'indiana che detiene la cintura e che hanno la cattiva idea di volersi vendicare dei nostri che li hanno lasciati appiedati in mezzo al vuoto.

Insomma un papocchio senza senso, che conclude malamente la carriera di GLB.

I disegni di letteri sono i soliti. Apparentemente elementari ma con una loro efficacia.

GLB 4

Letteri 6.50

Modificato da valerio
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Quando è stata pubblicata questa storia credo fossero anni che GL Bonelli non scriveva più Tex. Le ultime storie precedenti (l'ultima era stata pubblicata due anni prima) erano frammenti "sistemati" da Sclavi, da Canzio o da Nizzi (in un caso), quindi per essere lasciata per ultima,  e pubblicata solo nel 1991, chissà quanto poco davvero c'era di GL Bonelli in questa storia.

 

L'ultimo anno in cui Bonelli ha scritto con una certa regolarità per Tex è stato il 1983 (8 albi su 12) mentre già l'anno successivo sono pubblicate due sole storie sue (e una è l'ultima di Nicolò che fu terminata da Monti, e quindi probabilmente risaliva all'anno prima). Bonelli aveva 74 Anni. e fino al 1975 (quando di anni ne aveva 66) non solo aveva prodotto da solo oltre 1300 pagine di Tex all'anno, ma erano pagine di qualità elevatissima. Poi ha avuto problemi di salute (il figlio e in generale la casa editrice ha sempre tenuto uno strettissimo riserbo sui dettagli, mentre era prodigo di aneddoti sulle sue avventure e misavventure, Sergio Bonelli era molto riservato sui rapporti familiari. Riguardo al suo ingresso come sceneggiatore Nolitta ha solo accennato a volte ad un incidente del padre sulle piste da sci), quindi non parlerei di "vecchiaia" e basta. Questi ignoti problemi di salute hanno prima rallentato e poi fermato GL Bonelli mentre era al top della forma, e hanno portato in brevissimo tempo ad un calo sia di quantità che di qualità delle storie. E ci hanno tolto chissà quante storie che GL Bonelli avrebbe potuto ancora scrivere se non li avesse avuti! :unsure:

  • +1 2
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Da quanto emerso in un altro topic (@Carlo Monni disse pudicamente, se non ricordo male, ma lo menziono proprio perché in caso mi corregga, che dal 1985 in poi GLB non lesse più le storie di Tex... e non per sua scelta) mi pare di intuire che i problemi di Gianluigi Bonelli fossero abbastanza gravi.

Io mi sono fatto un'ipotesi, ma è appunto solo un'ipotesi senza uno straccio di prova e, dato che sull'argomento si è sempre mantenuto un certo riserbo, mi sembra giusto rispettarlo.

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Mah...chiaramente non conosco le vicissitudini di GLB e di questa storia. In ogni caso è una storia firmata da GLB, poi non so se sia eddettivamente sua o meno.

Non so se qualcuno ha più notizie...Borden magari ne sa qualcosa.

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Io credo che la tua ipotesi sia la stessa mia ed al riguardo posso solo dire poche cose che, è bene chiarirlo non mi derivano da conoscenze particolari ma solo ed esclusivamente dall'analisi di alcuni fatti alla portata di tutti:

 

FATTO N. 1: Nella storia "Geronimo" a Tex viene presentato due in due momenti diversi lo stesso capo Apache. Ad un lettore che glielo fa notare in una posta di Tutto Tex Sergio Bonelli prova a giustificare il padre dicendo che avendo egripreso in mano la sceneggiatura dopo diverso tempo aveva dimenticato che i due si erano già incontrati.

 

FATTO N. 2: tutte le storie di GLBuscite a partire dal 1985 sono sottoposte a revisione redazionale anche pesante, cosa mai avvenuta prima.

 

FATTO N. 3. Nell'edizione originale del n. 364 c'è un redazionale di Sergio Bonelli che parla del padre. La cosa mi colpì perché non c'era una particolare necessità di farlo, non era un numero speciale dopotutto... o lo era? Non ebbi alcun dubbio: quella era l'ultima storia di G. L. Bonelli e Sergio, pur non volendo dirlo esplicitamente non voleva nemmeno passare la cosa sotto silenzio. Ma come poteva Sergio sapere con sicurezza che il padre non avrebbe scritto mai più? L'unica risposta possibile è che sapesse che non ne era più in grado:

 

FATTO N. 4:in questo stesso forum, non ricordo più in quale topic, Borden si lasciò sfuggire qualcosa del tipo che negli ultimi anni iò fisico a GLB reggeva ancora bene... purtroppo.

 

L'analisi di questi fatti mi ha portato ad una conclusione che lascio liberamente a voi trarre.

  • Grazie (+1) 1
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<span style="color:red;">12 minuti fa</span>, Carlo Monni dice:

 

Io credo che la tua ipotesi sia la stessa mia ed al riguardo posso solo dire poche cose che, è bene chiarirlo non mi derivano da conoscenze particolari ma solo ed esclusivamente dall'analisi di alcuni fatti alla portata di tutti:

 

FATTO N. 1: Nella storia "Geronimo" a Tex viene presentato due in due momenti diversi lo stesso capo Apache. Ad un lettore che glielo fa notare in una posta di Tutto Tex Sergio Bonelli prova a giustificare il padre dicendo che avendo egripreso in mano la sceneggiatura dopo diverso tempo aveva dimenticato che i due si erano già incontrati.

 

FATTO N. 2: tutte le storie di GLBuscite a partire dal 1985 sono sottoposte a revisione redazionale anche pesante, cosa mai avvenuta prima.

 

FATTO N. 3. Nell'edizione originale del n. 364 c'è un redazionale di Sergio Bonelli che parla del padre. La cosa mi colpì perché non c'era una particolare necessità di farlo, non era un numero speciale dopotutto... o lo era? Non ebbi alcun dubbio: quella era l'ultima storia di G. L. Bonelli e Sergio, pur non volendo dirlo esplicitamente non voleva nemmeno passare la cosa sotto silenzio. Ma come poteva Sergio sapere con sicurezza che il padre non avrebbe scritto mai più? L'unica risposta possibile è che sapesse che non ne era più in grado:

 

FATTO N. 4:in questo stesso forum, non ricordo più in quale topic, Borden si lasciò sfuggire qualcosa del tipo che negli ultimi anni iò fisico a GLB reggeva ancora bene... purtroppo.

 

L'analisi di questi fatti mi ha portato ad una conclusione che lascio liberamente a voi trarre.

 

Ricostruzione puntuale che lascia pochi dubbi; ricordo il redazione del n.364, con le parole di suo figlio Sergio che lessi all'epoca e che ricordo ancora bene, e alle quali oggi grazie a te do' un significato diverso. Mi immagino oggi il dolore del figlio nello scrivere quelle parole che dovevano celare ben altro... 

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  • co fondatore

GLB intervistato nel 1988 da Mollica era ancora in forma e lucido. Fece un famoso viaggio negli USA coi due figli e più avanti il Sergione disse che capì veramente che il padre stava invecchiando quando davanti alla possibilità di visitare la Mesa Verde preferì andare in una birreria.

Non so se la vostra ipotesi sia quella corretta, ma ho ritenuto giusto aggiungere queste informazioni.

  • +1 1
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Trovo veramente ingeneroso mettere voti negativi ad una storia che ha rappresentato il commiato da noi lettori del padre di Tex.

Io la considero come la partita amichevole di commiato di un grande calciatore, dove non vengono chiesti colpi di classe e prestazioni atletiche straordinarie, ma solo il saluto finale di chi è stato un grande e non potrà più esserlo.

Rimane solo il rammarico per chissà quante storie bellissime che avrebbe potuto ancora scrivere e che non leggeremo mai.

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<span style="color:red;">11 minuti fa</span>, Tim Birra dice:

Trovo veramente ingeneroso mettere voti negativi ad una storia che ha rappresentato il commiato da noi lettori del padre di Tex.

Non trovo ingeneroso dare un voto mediocre ad una storia mediocre. Io ho ben tenuto conto della particolarità della storia ma un albo è brutto è brutto... Per onestà intellettuale e rispetto verso GLB non mi sento di dare un 6 a questa storia e secondo me neppure i Bonelli, padre e figlio, lo avrebbero dato...

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