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TWF - Tex Willer Forum

[304/307] I Cospiratori


Voto alla storia  

53 utenti hanno votato

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Storia stupenda , a mio parere una delle migliori di Nizzi . La trama è veramente ben costruita ed elaborata , con dialoghi eccellenti e funzionanti e con scene di grande comicit? come quella in cui Tex e Kit si trovano sul treno vestiti da frati . Inoltre la presenza di Montales impreziosisce molto questa magnifica storia . I disegni come la storia meritano per me un 10 . Il Civitelli che osserviamo in questi albi non è certo quello di "La cavalcata del morto" o storie più recenti , ma merita lo stesso il voto da me già detto .

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  • 2 mesi dopo...

Che dire anche a me la storia e' piaciuta molto,Montales , poco attivo ferito capiremo poi dopo come rifugiato nel convento, protetto da frati molto battaglieri tra l'altro convento molto bello come tutte le tavole del grande Civitelli, come avete gia' detto voi molto carine le battute e i travestimenti da frati dei 2 pard, ma nella storia va' letta , anche una certa passione della chiesa per la liberta' della democrazia voi cosa ne dite???

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  • 1 anno dopo...

Buongiorno a tutti, in questi giorni sto leggendo il trittico da albi originali. Sul classico frontesipizio dice: testo di G. L. Bonelli ed alla pagina successiva disegni di F. Civitelli. Come posso risalire o capire che sono di Claudio Nizzi? Alla terza di copertina nel sommario non viene neppure menzionato. Che sia realmente di G. L. Bonelli?Grazie per la delucidazione.

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Buongiorno a tutti,
in questi giorni sto leggendo il trittico da albi originali.
Sul classico frontesipizio dice: testo di G. L. Bonelli ed alla pagina successiva disegni di F. Civitelli. Come posso risalire o capire che sono di Claudio Nizzi? Alla terza di copertina nel sommario non viene neppure menzionato.

Che sia realmente di G. L. Bonelli?
Grazie per la delucidazione.

Figurati, Ram?n, non c'è proprio alcun problema. :indianovestito:

Ad ogni modo, I cospiratori è al 100% di Nizzi. Cosa successe quando GLB cominciò a scrivere meno e venne affiancato da altri autori (specialmente Guido Nolitta, pseudonimo sotto cui si celava Sergio Bonelli, e Claudio Nizzi)? Che lo stesso Sergio, in veste di editore, temendo che i lettori avrebbero reagito all'abbandono del creatore di Tex disertando le edicole, nascose la vera paternit? delle storie spacciandole per opera di GLB.
Dopo un certo periodo (potrei controllare con precisione se fossi a casa) fu infine permesso a Nizzi - che aveva fino a quel momento agito come ghost writer, non senza malumore, come dichiarer? in seguito - di firmare le storie col proprio nome. In seguito, fu rivelata la reale paternit? anche delle storie di Nolitta e Nizzi in precedenza ritenute (dal lettore ignaro) di GLB.

Modificato da Don Fabio Esqueda
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Buongiorno a tutti,
in questi giorni sto leggendo il trittico da albi originali.
Sul classico frontesipizio dice: testo di G. L. Bonelli ed alla pagina successiva disegni di F. Civitelli. Come posso risalire o capire che sono di Claudio Nizzi? Alla terza di copertina nel sommario non viene neppure menzionato.

Che sia realmente di G. L. Bonelli?
Grazie per la delucidazione.

Figurati, Ram?n, non c'è proprio alcun problema. :indianovestito:

Ad ogni modo, I cospiratori è al 100% di Nizzi. Cosa successe quando GLB cominciò a scrivere meno e venne affiancato da altri autori (specialmente Guido Nolitta, pseudonimo sotto cui si celava Sergio Bonelli, e Claudio Nizzi)? Che lo stesso Sergio, in veste di editore, temendo che i lettori avrebbero reagito all'abbandono del creatore di Tex disertando le edicole, nascose la vera paternit? delle storie spacciandole per opera di GLB.
Dopo un certo periodo (potrei controllare con precisione se fossi a casa) fu infine permesso a Nizzi - che aveva fino a quel momento agito come ghost writer, non senza malumore, come dichiarer? in seguito - di firmare le storie col proprio nome. In seguito, fu rivelata la reale paternit? anche delle storie di Nolitta e Nizzi in precedenza ritenute (dal lettore ignaro) di GLB.

La prima firmata da Nizzi ufficialmente è il Texone del 1988 dove Sergio dice che da qualche anno Nizzi aveva iniziato a collaborare a Tex. Cavolo dal 1981 con Il ritorno del Carnicero (poi uscita nel 1983)! Ha avuto pazienza il buon Claudio!
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Figurati, Ram?n, non c'è proprio alcun problema.  :indianovestito:
Ad ogni modo, I cospiratori è al 100% di Nizzi. Cosa successe quando GLB cominciò a scrivere meno e venne affiancato da altri autori (specialmente Guido Nolitta, pseudonimo sotto cui si celava Sergio Bonelli, e Claudio Nizzi)? Che lo stesso Sergio, in veste di editore, temendo che i lettori avrebbero reagito all'abbandono del creatore di Tex disertando le edicole, nascose la vera paternit? delle storie spacciandole per opera di GLB.
Dopo un certo periodo (potrei controllare con precisione se fossi a casa) fu infine permesso a Nizzi - che aveva fino a quel momento agito come ghost writer, non senza malumore, come dichiarer? in seguito - di firmare le storie col proprio nome. In seguito, fu rivelata la reale paternit? anche delle storie di Nolitta e Nizzi in precedenza ritenute (dal lettore ignaro) di GLB.

Ti ringrazio della delucidazione Don Fabio Esqueda, non conoscevo affatto questo retroscena. Infatti qualcosa non quadrava su wiki cliccami, per questo sono ricorso alla fonte primordiale.

Possiamo dire che nonostante le paure e le accortezze iniziali del suo creatore, Tex ?, a distanza di 50 anni, ancora il fumetto più venduto in Italia e credo anche del mondo, con una tiratura straordinaria.
Molti lettori prossimi alla quarantina, ragazzoni cresciuti con pane e Dylan Dog ora ripiegano su qualcosa che è un classico intramontabile. E io ne sono davvero molto emozionato.

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  • 2 anni dopo...

Questa per me è un vero gioiello nonché una delle storie più sottovalutate dell intera produzione di  nizzi. Pur apprezzando tantissimo boselli e gli sceneggiatori attuali credo che manchino un po' di trame su intrighi e complotti , delle trame che virino anche sul giallo o l hardboiled dove nizzi era invece maestro. Da antologia la scena del travestimento da sacerdoti con quegli splendidi siparietti  che nizzi confezionava per i due tizzoni d inferno .il tratto di civitelli così pulito e poco dinamico non l ho mai mandato giù pur riconoscendone la bravura 

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Questa per me è un vero gioiello nonché una delle storie più sottovalutate dell intera produzione di  nizzi. Pur apprezzando tantissimo boselli e gli sceneggiatori attuali credo che manchino un po' di trame su intrighi e complotti , delle trame che virino anche sul giallo o l hardboiled dove nizzi era invece maestro. 

Anch'io amo le trame con intrighi e complotti, però gli sceneggiatori attuali non mi sembra che li trascurino. Bravo comunque Nizzi in questa storia.

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  • 2 anni dopo...
  • 4 mesi dopo...

Una storia ottims,che inaugura degnamente il.filone messicano di Nizzi.disegni di Civitelli sopraffini,humour ad altissimi livelli.la scena dei pard vestiti da frati è una delizia,con Carson che biascica parole in Latino maccheronico!!!:D

Una trama articolata ma perfettamente lineare,con.colpi di scena e moltissimi personaggi riusciti,tra cui vale la pena di ricordare il bieco generale Velasco,il capitano Marquez,il sicario tedesco,il capitano di vascello scozzese e tanti altri...Montales viene (giustamente)relegato ad un ruolo più defilato,lasciando la scena piena ai due Tizzoni di inferno e in particolare a Tex che sventa all ultimo l attentato.Nizzi qui ha raggiunto vette difficilmente eguagliabili.

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  • 3 mesi dopo...

Riletta stamattina in treno...la citazione in Latino del nostro Carson è una delizia,anche nel significato: vuol dire "tutto è puro per i puri" e Nizzi,quasi sicuramente,l ha estrapolata dai Promessi Sposi,di cui come sappiamo è un fervido estimatore,tanto da averne sceneggiata una versione a fumetti.la frase,che proviene da un epistola di SanPAolo,fu utilizzata nel P.S. dal frate custode nel seminario dove si rifugia Lucia..Ma la sottile ironia di Nizzi non si ferma solo mettendola in bocca a Fra Carson,perché anche il frate custode nei Promessi Sposi in realtà non ne conosce il reale significato significante,e la cita come fosse il "latinorum" di Don Abbondio!

Ma in questo episodio non manca un altro riferimento ai P. sposi:se notate,il priore del convento dove Carson e Tex si fanno prestare i sai è l esatta copia di Fra Cristoforo,non solo dal punto di vista estetico ma anche etico...è un frate rigoroso,serio ma anche autoritario e "flessibile"nel concedere ai pard di nascondersi in Chiesa e di indossare un saio (l abito non fa il monaco,solo le azioni lo creano tale...e lo stesso frate in questione è un motto vivente).

 

 

 

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Barbanera, leggendo il tuo commento de "I cospiratori ho sorriso ricordando frate Carson col saio.

Mi è venuta la curiosità di conoscere l'opinione di voi pards su quale episodio o intermezzo comico vi ha più divertito.

Non so se ci sia un topic su questo.

Nei giorni scorsi si è scritto molto delle differenze fra i vari autori di Tex a proposito di questo argomento e Nizzi veniva citato spesso come il più incline ad inserire siparietti e Carson la faceva da padrone, mentre Nolitta e Boselli usavano meno questi siparietti.

Vi chiedo questo perchè una delle scenette che mi hanno divertito di più è stata scritta credo da Boselli che ha firmato la sua prima storia con GB Bonelli in "La minaccia invisibile", con Carson impegnato a scoprire i piaceri di un centro benessere attiguo alla palestra di Lefty Protero ed il successivo incontro con Pat.

Un saluto a tutti i pards

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Rimpiango il tempo in cui i miei Tex erano tutti belli allineati sulle tre mensole di un mobiletto in cameretta.

Riuscivo a prendere qualsiasi albo per sfogliarlo, rileggerlo o trovare una vignetta o un dialogo che cercavo.

Ora ho un baule con i primi duecento con sopra di tutto, la collezione storica in doppia fila sul lato della libreria

e tutto il resto dentro agli scatoloni. Cercassi anche un albo in particolare non saprei neanche dove sia...

Di solito quando i pard erano in trasferta a S. Francisco le scene comiche non mancavano mai,

oppure a Washington, quando a Tex e a Carson prima di entrare da qualche pezzo grosso toccherebbe fare anticamera.

In genere quando non sono nel loro ambiente il loro aspetto da "vaccari" li rende sempre riconoscibili, ma

la loro reazione non è mai quella che gli altri si aspettano.

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<span style="color:red;">2 ore fa</span>, Tim Birra dice:

Barbanera, leggendo il tuo commento de "I cospiratori ho sorriso ricordando frate Carson col saio.

Mi è venuta la curiosità di conoscere l'opinione di voi pards su quale episodio o intermezzo comico vi ha più divertito.

Non so se ci sia un topic su questo.

 

Mi pare che ci sia da qualche parte

 

<span style="color:red;">2 ore fa</span>, Tim Birra dice:

Nei giorni scorsi si è scritto molto delle differenze fra i vari autori di Tex a proposito di questo argomento e Nizzi veniva citato spesso come il più incline ad inserire siparietti e Carson la faceva da padrone, mentre Nolitta e Boselli usavano meno questi siparietti.

 

Quella volta che Carson per rimediare al poco caffè che c'era lo rinforzò con whisky e polvere da sparo ;)

 

In tempi recenti, quando in incognito fuori da una posada Kit l'ha fatto passare per il nonno sordomuto :D 

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<span style="color:red;">59 minuti fa</span>, gilas2 dice:

Quella volta che Carson per rimediare al poco caffè che c'era lo rinforzò con whisky e polvere da sparo 

Se non mi sbaglio,è nell albo "Arizona" quando Tex e i pard distruggono il villaggio dei desperados che hanno quasi ucciso.Tiger...

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E naturalmente per me quando ne "La gola segreta" Tex ingaggio Tim Birra per prendere la ragazza alla stazione e portarla inj paese.

<span style="color:red;">11 ore fa</span>, Dix Leroy dice:

Rimpiango il tempo in cui i miei Tex erano tutti belli allineati sulle tre mensole di un mobiletto in cameretta.

Stesso problema. Io ho risolto così: riesco a tenere a portata di mano la collezione a colori di Repubblica che entra giusta negli scaffali e gli ultimi 30 degli inediti, con una tabella trovata sul forum che mi da la corrispondenza con la serie storica. Ringrazio ancora chi ha fatto questo eccellente riepilogo..

Tutti gli altri negli scatoloni purtroppo.

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<span style="color:red;">9 ore fa</span>, Barbanera dice:

Se non mi sbaglio,è nell albo "Arizona" quando Tex e i pard distruggono il villaggio dei desperados che hanno quasi ucciso.Tiger...

 

Sì, che lo 'serve' al dottore che era venuto a rattoppare Tiger :D

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Nizzi continua a sfornare buone prove non facendo rimpiangere GLB, del quale riprende linguaggio e modi di fare (dei pards, intendo). Molto intelligente la struttura dell'avventura con il lungo ed avvincente prologo.
Buono, come sempre, Civitelli.
Voto alla storia: 7,5
Voto ai disegni: 8,5

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  • 3 mesi dopo...

Eccellente avventura splendidamente  illustrata, con tante scene che si fanno ricordare: il pestaggio  alla taverna, la salita fino al convento, la sequenza dell'attentato( Nizzi  nelle sue avventure mette spesso un travestimento, procedimento  cge ritengo gli autiri di oggi dovrebbero  qualche  volta utilizzare) i due rurales nella chiesa costretti a genuflettersi dal simpatico frate, Tex e Carson travestiti da frate, le sequenze sul battello  con la droga e il finto incendio. Tutte ottime. Non il massimo gli antagonisti, ma é  un peccato veniale. Voto: 9

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  • 1 anno dopo...

Storia gioiello... rileggendola si apprezza sempre e si colgono nuovi spinti

Nizzi imbastisce una trama da "complotto internazionale" e riesuma Montales,(non era facile dopo una lunga assenza), creando tutta una serie di comprimari che però non rubano mai neanche per una vignetta la scena a Tex.

Montales viene relegato ad un ruolo di secondo piano (ci sta) diventando solo la causa effetto della puntata dei pard in Messico.

Nizzi imbastisce dunque una trama lineare ma per nulla noiosa in cui abbondano i personaggi, tanti cattivi (tra cui il capitano Barranco e il capitano Maycroff,che pur all'oscuro del complotto reale danno quel quid in più alla storia).

Il Tenente Cordoba e il Capitano Marquez fanno da contraltare ai corrotti ufficiali superiori vere anime nere del complotto.da incorniciareil finale col sicario tedesco che si fa saltare in aria con i tre alti papaveri.

Nizzi mette in luce e in antitesi,non so se volutamente o meno,due pilastri della politica Messicana del 1800: Chiesa cattolica da un lato (o meglio,gli ordini religiosi), esercito federale dall'altro...in questa storia si nota proprio come queste due "forze", una presenza costante nella storia del Paese Latino Americano, si muovano in antitesi e in autonomia rispetto allo Stato Federale...

Piccolo appunto geografico:

Non vengono MAI menzionati (spero di non ricordare male) gli Stati Messicani in cui take avventura avviene.Matamoros è il principale porto del nord del Messico dopo Veracruz e si trova nello Stato del Tamaulipas del vecchio amico di Tex Nepomuceno Cortina... Monterrey invece è la capitale del Nuevo Leon, città famosa per la conciatura delle pelli e della lavorazione del cuoio (conosco bene,ho un amica originaria della città e ho un sacco di stivali e cinture simil "texane" di manifattura locale). entrambi gli Stati confinano con il Texas.

 

Modificato da Barbanera
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  • 2 mesi dopo...

La sequenza in cui Tex e Carson si vestono da improbabili frati vale alla di per sé alla storia un posto tra quelle meritevoli di essere rilette.

 

Ma in realtà la vicenda è ben congegnata, la cospirazione credibile, il killer ostico, i nostri rangers in forma.

 

Senza contare i disegni, ovviamente splendidi, di Civitelli.

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  • 3 mesi dopo...
On 30/4/2012 at 01:30, Leo dice:
Pedro Galindez dice:

Nizzi sa catturare magistralmente l'interesse del lettore, alternando meravigliosamente momenti comici ( come il travestimento di Tex e Carson da frati ) e drammatici ( valga per tutti la scena iniziale ) in un rimo narrativo sempre teso. Anche i personaggi minori ( specie il capitano Barranco, "canaglia simpatica", il capitano Mycroff, divorato dall'avidit?, e il sicario tedesco ) si imprimono fortemente nel ricordo del lettore. Tex e Carson sono al massimo della forma, e ne hanno bisogno, perchè i loro nemici hanno occhi, orecchie ed armi ovunque; in compenso, però, i loro partner in questa vicenda ( il capitano Marquez e il tenente Cordoba della polizia messicana ) si dimostrano davvero abili e ricchi di risorse .

Quoto Pedro per l'ottima sintesi che fa di questa storia, che coincide esattamente con le mie vedute (anche per quanto riguarda i personaggi minori, quali ad esempio Baranco e Mycroff). Non lo quoto invece quando dice che la storia è un capolavoro: anche per me è una grande storia, intendiamoci: mi colpisce anche il fatto che per larga parte della stessa Tex e Carson siano coinvolti in svariate avvincenti scene d'azione senza che si sappia chi sia il nemico che vuole farli fuori e per quale ragione vuole farli fuori. Il lettore così si appassiona leggendo le scene d'azione, ed è nello stesso tempo sempre più incuriosito dal mandante e dal movente misterioso che si celano dietro tutti quegli agguati e quelle difficolt?. Ma, comunque, io non parlerei di Capolavoro: la storia mi sembra un p? "fredda", nel senso che, se l'azione non manca, mancano però quel pathos, quegli elementi epici, o drammatici, che fanno di una grande storia un capolavoro. E' una storia Texcentrica, che non lascia spazi, ad esempio, ad altri personaggi che coinvolgano emotivamente, o che portino altra umanit? di spessore nella storia. C'è soprattutto tanta azione, tante scene in cui i nostri pards si dimostrano in gambissima, e tanti momenti avvincenti che il nostro ranger affronta a meraviglia. E' una storia divertente e avvincente, ma che, IMHO, non suscita emozioni generate dalla compartecipazione del lettore alle vicende dei protagonisti. Qui il lettore non ha alcuna solidarietà nei confronti dei personaggi della vicenda, non si crea alcuna "empatia" (? la stessa trama che lo impedisce), si è solo spettatori di una serie di imprese mirabolanti e avvincenti, che si susseguono con un gran ritmo, e che divertono senza emozionare davvero. In sintesi, a mio modestissimo parere, grande storia sè, capolavoro no.

Bravo Leo...Questa storia mi è  piaciuta molto però qualcosa non quadrata e tu hai centrato il punto per me. Cosa che secondo me non capita nel ritorno di Velasco.

On 12/6/2018 at 11:04, Barbanera dice:

Una storia ottims,che inaugura degnamente il.filone messicano di Nizzi.disegni di Civitelli sopraffini,humour ad altissimi livelli.la scena dei pard vestiti da frati è una delizia,con Carson che biascica parole in Latino maccheronico!!!:D

Una trama articolata ma perfettamente lineare,con.colpi di scena e moltissimi personaggi riusciti,tra cui vale la pena di ricordare il bieco generale Velasco,il capitano Marquez,il sicario tedesco,il capitano di vascello scozzese e tanti altri...Montales viene (giustamente)relegato ad un ruolo più defilato,lasciando la scena piena ai due Tizzoni di inferno e in particolare a Tex che sventa all ultimo l attentato.Nizzi qui ha raggiunto vette difficilmente eguagliabili.

L'ironia e i siparietti di Nizzi sono imbattibili. Ottimo Civitelli

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  • 7 mesi dopo...

“Ladies e gentlmen, ecco a voi Claudio Nizzi!” :D Verrebbe da esordire così, approcciandosi al commento della storia in questione. Prove simili sono una delizia per i sensi; puro divertimento che accompagna il lettore dalla prima all’ultima tavola e che si rileggono sempre molto volentieri. Diamo a Nizzi ciò che è di Nizzi: è purtroppo vero che il suo verticale calo qualitativo, nella tarda fase di carriera, ha portato noi appassionati a muovere (motivate!) critiche, ma bisogna ammettere che l’autore, che si apprestò a cogliere la sfida offertagli da Sergio Bonelli nei primi anni ottanta, mostrava grande qualità e spessore. “I cospiratori” è il primo capitolo delle sue ambientazioni messicane e come si suol dire, il buongiorno si vede dal mattino. Episodio scoppiettante; un perfetto mix di azione, intrigo, strategia, ironia e tanto divertimento. Si comincia a delineare la tendenza di Nizzi di dividere il quartetto, visto che con un banale pretesto nell’incipit, Kit e Tiger vengono spediti “a farfalle” e l’azione si concentra sull’affiatata coppia Tex-Carson. Un duo al pieno della forma, sia per decisione, intraprendenza e tanta ironia. La trama parte circoscritta, con un misterioso omicidio, una convocazione poco chiara e un gruppo di messicani disposti a tutto pur di impedire i nostri di raggiungere Monterrey, ove è palese che il caro Montales è nei guai. Come un sasso nello stagno che produce dopo il suo tonfo, molteplici cerchi concentrici a raggio crescente, anche la storia tende ad ampliarsi pagina dopo pagina. Seguendo un ritmo serrato, dopo scene gustosissime come la mega rissa nella taverna del porto, il piano dei messicani sul veliero del capitan Maycroff o la strepitosa sequenza della fuga in treno con il travestimento da frati, si entra nel vivo e si comprendono i reali motivi della cospirazione. Senza cali di ritmo, si giunge allo scoppiettante epilogo, arricchito da personaggi ben resi come il freddo tedesco o la cricca di cospiratori, non tacendo del capitano Marquez o il tenente Cordoba, preziosi alleati per Tex, nella difficilissima missione di sventare l’attentato dinamitardo. Dopo essersi travestito da frate, il celebre ranger indosserà pure la divisa messicana e risolverà la spinosa questione, pure con un briciolo di fortuna, che ovviamente non guasta mai. Che dire, una prova davvero notevole che inaugurerà un filone molto felice per Nizzi, ovvero le ambientazioni oltre confine tra cospiratori, serpenti in divisa e traditori. Si potrà obiettare (giustamente!) che l’autore di Fiumalbo contaminasse le sue storie con caratteristiche tipiche della commedia, (da notare quanto spassosa sia la scena sul treno con “frate Carson” che risponde a capocchia con un latinorum inopportuno, seguito dall’espressione attonita della malcapitata credente messicana :lol2:) ma quando componeva con una simile verve e ispirazione creativa, brillava di luce propria. Tutto grasso che colava per una saga che stava attraversando un pericoloso guado, dopo il disimpegno dovuto alle ragioni anagrafiche del grande Bonelli e le evidenti difficoltà del figlio di proseguire la tradizione. Il recupero di Montales non è di poco conto; è vero che nel presente episodio funge solo da pretesto e rimane ai margini della scena, ma Nizzi avrà il merito di rivalutarlo e utilizzarlo molte volte nella sua gestione, donandogli quel lustro che, anni e anni di assenza, gli avevano tolto. Non trascurabile l’ottimo contributo di Civitelli ai pennelli: un disegnatore ancora in fase di rodaggio e a tratti acerbo, che però lascia già intravedere le sue grandi qualità da fuoriclasse, soprattutto nella resa degli sfondi, realizzati con certosina precisione. Il bilanciamento fra bianchi e neri è ancora da migliorare (cosa che riuscirà brillantemente all’artista con l’inserimento dei suoi celebri puntinati, qui ancora assenti a panaggio di retini incrociati più tradizionali ma sempre molto efficaci), tuttavia l’eleganza di tratto, la buona “recitazione” dei personaggi e la discreta tenuta sulla lunga distanza, decretano l’onorevole riuscita grafica del difficile episodio e suppongo che sancì il vero battesimo del fuoco dell’artista arietino, superato brillantemente per la gioia degli appassionati del buon disegno, che ancora oggi, a distanza di tre decenni, si deliziano gli occhi con la splendida arte di un simile maestro. Il mio voto finale è 9

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  • 1 anno dopo...

Altra storia che non rileggevo da tempo, ma di cui conservavo un ricordo più che positivo. In effetti, come anche opportunamente sottolineato dal pard @Condor senza meta nel precedente post, possiamo ben affermare che in questa storia c'è tutta la texianità formato Nizzi (il Nizzi nel suo apice creativo, beninteso): trama abbastanza arzigogolata, colpi di scena, azione, imprevisti, scazzottate ed anche una discreta dose di ironia data dagli immancabili siparietti comici tra Tex e Carson. Fondamentale per l'ottima riuscita risultano, chiaramente, il tratto pulito e preciso e la certosina cura che, dal canto suo, Civitelli conferisce come sua abitudine ai disegni, in grado di valorizzare ulteriormente una sceneggiatura di respiro piuttosto ampio, che inizia in Texas, a Corpus Christi, per poi entrare nel vivo a sud del Rio Grande, tra Matamoros e Monterrey, teatro dell'epilogo.

 

Chiamati in Messico dall'amico Montales, Tex e Carson (inizialmente affiancati anche da Kit e Tiger Jack) sono chiamati ad indagare su una congiura di prossima attuazione, dai cui propugnatori a tratti si ritrovano a doversi soprattutto difendere in maniera più o meno ortodossa, talora ricorrendo alle fedeli Colt, altre volte sfoderando cazzotti, altre ancora travestendosi da frati (memorabili, a tal riguardo, il siparietto in cui i due pards, nel convento, coinvolgono anche il frate, così come la sequenza del treno tra equivoci, imprecazioni, colpi di pistola e salto nel fiume dal ponte della ferrovia), riuscendo però ad uscirne vincitori come al solito grazie alla consueta audacia e risolutezza, oltre che al classico pizzico di buona sorte che, senza guastare mai, aiuta spesso e volentieri gli ardimentosi: in realtà, uscito anzitempo di scena Carson a causa di una brutta ferita alla spalla, è di fatto il solo Tex a sventare all'ultimo - tramite il fondamentale aiuto del capitano Marquez e del tenente Cordoba - un attentato ordito ai danni dei ministri degli Esteri statunitense e messicano, che aveva tra i principali ideatori il capo della polizia militare Velasco, avversario politico di Montales. Con la tipica fortuna degli audaci, Tex ha la faccia tosta di presentarsi sul luogo del compiendo misfatto ancora una volta travestito, stavolta da poliziotto (geniale, quando tutta la polizia di Monterrey cercava lui) e, casualmente, riconosce dietro le sembianze di un impacciato cameriere l'esecutore materiale dell'attentato, dando l'allarme e salvando la vita dei ministri, oltre che inducendo i congiurati ad eliminarsi a vicenda, chi nel tentativo di salvare la faccia e chi per vendetta.

 

Se proprio devo muovere qualche appunto critico, ritengo di dover puntare il dito sulla gestione dei pards, storica croce e delizia di Nizzi: Kit e Tiger sono della compagnia a Corpus Christi, salvo poi essere "congedati" sul più bello con la scusa di dover provvedere al trasporto di vettovaglie da Galveston alla riserva navajo, mentre dal canto suo Carson, forse più spalla che coprotagonista al fianco di Tex, viene ferito dai congiurati ed esce di scena appena prima del gran finale. A voler essere maliziosi, sembra quasi che Nizzi con tali scelte di sceneggiatura abbia in un certo senso voluto rimarcare la propria personale concezione della texianità: Tex protagonista assoluto e leader incontrastato del quartetto, o meglio del duo, visto che alla fine con lui resta il solo Carson, mentre Kit e Tiger vengono destinati a seccature burocratiche, quando piuttosto avrebbe potuto evitare a monte di coinvolgerli nella storia (ne ho tratto l'impressione, appunto, che intendesse deliberatamente fare intendere che li ritiene superflui e non indispensabili alle dinamiche della serie, per come lui la concepisce). Quale che sia la verità, e stante la mia opinione sulla gestione dei quattro pards, trattasi comunque di una decisione legittima, che in ogni caso non compromette l'ottima riuscita della storia.

 

P.S. Aggiungo solo una postilla a margine: quello sì, che era il vero Nizzi!!!

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