Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

[302/304] Messaggero Di Morte


Voto alla storia  

42 utenti hanno votato

Non sei abilitato/a a votare al sondaggio o a vederne i risultati. Si è pregati di collegarsi o iscriversi per poter votare in questo sondaggio.

Messaggi consigliati/raccomandati

Sul prossimo ritorno dell'Uomo della Morte dovrebbe esserci qualche info più dettagliata in una delle discussioni sulle anteprime

 

Mi PARE di ricordare che sarà in una delle serie speciali (forse l'Almanacco? un Maxi? il Color Lungo?), quindi non sulla serie mensile 'regolare'. Ma, ripeto, mi pare.

 

Quanto al generale Davis, anche qui mi pare di ricordare che Boselli non voglia 'utilizzarlo' in quanto personaggio creato da Nizzi e con i personaggi 'altrui', oltretutto con il solo ruolo di deus ex machina, o quasi, non si trova a suo agio.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

<span style="color:red;">5 ore fa</span>, Barbanera dice:
5 ore fa, gilas2 dice:

L'Uomo della Morte dovrebbe tornare a breve.

Davvero?hai informazioni più dettagliate?

Dovrebbe comparire nel romanzo a fumetti "Snakeman"  di Boselli/Breccia. In teoria il prossimo in uscita.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

La storia prende spunto da un episodio reale: la fuga dei  Cheyenne del Nord dal Territorio Indiano (oggi Oklahoma),  dove erano stati confinati dopo la fine delle Guerre Indiane, verso Pine Ridge nel Dakota (oggi South Dakota) nel 1878. Ovviamente la presenza di Tex fa una bella differenza rispetto a come andarono nella realtà anche se alla fine i Cheyenne del Nord ottennero la loro Riserva nel Montana.

L'episodio ha ispirato anche il film di John Ford "Il grande sentiero ("Cheyenne autumn" in originale) tutto sommato abbastanza fedele alla realtà storica ed uno degli ultimi albi della Storia del West: disegnato da Renato Polese.

  • +1 3
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Bellissima questa avventura tra indiani e soldati con Tex che si ripete rispetto ad altre storie, ma non stanca mai.
Il colonnello Middleton va ad accrescere la schiera dei militari nemici degli indiani e desiderosi di far carriera alle loro spalle.
Ma non é completamente ottuso come chi lo ha preceduto: intuisce subito chi é l'uomo della morte ed azzecca altre mosse giuste, che però si scontrano con l'enorme esperienza ed astuzia di Tex. Certo, non poteva mai capire quale fosse il piano di Tex, anche perché non é aiutato per nulla dai suoi due esploratori i quali, pur essendo indiani, non insinuano mai in lui il minimo dubbio.

Complimenti Nizzi!

Voto alla storia: 8,6

Voto ai disegni: 7,5

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 1 mese dopo...

Sarà  stata la terza storia  di Tex  che ho letto( ma non interamente, mi mancava la parte iniziale) e quindi ci sono affezionatissimo. I disegni di Fusco  sono  splendidi, e la storia  è  fantastica , tutta basata su un MERAVIGLIOSO piano di Tex, che da' proprio soddisfazione al lettore, nel vedere raggirare  il colonnello  Middleton. Bellissimo Tex col costume  da Uomo della Morte, bisognerebbe farglielo  usare molto più    spesso. Bellissima  anche l' idea dell' epilogo con tanto di  didascalia, che mi ricorda la mia infanzia quando leggevo  questo albo dalla nonna:wub:: " Tutto finito? No, questa storia ha un epilogo." Freschissima la sceneggiatura, come quasi sempre all'epoca. Voto: 9.5

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Grande Tex dice:

. Bellissimo Tex col costume  da Uomo della Morte, bisognerebbe farglielo  usare molto più    spesso. 

 

Dovrebbe tornare prossimamente in uno degli 'speciali' (ora non ricordo quale) ;) 

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 1 anno dopo...

Nel commentare l'albo Vendetta indiana ho utilizzato l'esempio di della tecnica musicale della "variazione", in cui si ha la riproposizione di un'idea musicale con modifiche, più o meno significative, rispetto alla sua forma originaria.

 

Messaggero di morte rientra, in effetti, tra quelle storie in cui un'idea base (Tex guida una popolazione nativa che ha subito un grave torto contro l'esercito del Stati Uniti, che viene sconfitto senza spargimento di sangue grazie alle abilità da stratega di Aquila della Notte) viene riproposta con accenti nuovi.

In questo caso, gli elementi che distinguono la variazione sono le qualità intellettuali del'ufficiale che guida l'esercito (il colonnello Middelton è un comandante più in gamba tanto del colonnello Elbert, tanto del colonnello Arlington) e l'uso del costume dell'uomo della morte.

 

Trovo di alto livello l'orchestrazione di Nizzi, mentre i disegni di Fusco sono superbi come sempre.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 1 anno dopo...

Dopo una breve pausa, ho ripreso la rilettura dei vecchi albi. Oggi ho optato per questa storia nizziana d’inizio quarto centinaio, ovvero un periodo artistico molto fertile per l’autore di Fiumalbo. Un episodio valido e molto interessante, il primo con un soggetto che diverrà caro allo sceneggiatore e lo porterà a ottime opere sul proseguo, ovvero il contrasto insanabile fra la civiltà dei bianchi e i nativi. Ovviamente non è tanto l’originalità del tema a farsi ricordare, visto che si rifà vagamente a dei capolavori bonelliani come “Sangue Navajo” o “Vendetta indiana”, con gli indiani (gli Cheyennes in questo caso) vittima di soprusi e ingiustizie e con Tex che spende il suo acume strategico per difenderli da ufficiali razzisti e ottusi, ma l’opera di sceneggiatura e il ritmo che si fanno molto apprezzare. Ulteriore fattore degno di nota, l’apparizione del generale Davis, personaggio destinato a lasciare il segno in successive opere simili. Personalmente, seppur apprezzando la prova, reputo che sia inferiore al ciclo dei Sioux; evidentemente Nizzi doveva ancora prendere le misure. Nuvola Bianca è di tutt’altro spessore rispetto a Lupo Grigio, ma in compenso Tex mette in pratica un buon piano per gabbare il colonello Middleton, recuperando pure un suo vecchio e celebre travestimento, ovvero quello dell’Uomo della Morte. I riferimenti alle opere bonelliane sono un marchio della produzione nizziana di quegli anni, non è un caso che oltre al già citato macabro costume, non mancherà durante la storia il ricordo di Apache Kid e il suo triste destino. Interessante la scena in cui il vecchio Carson trattiene la furiosa reazione di Tex dopo un colloquio con l’odioso colonello, impedendogli di agire d’impulso colpendolo, così come è originale la struttura di alcune tavole sul finire, con le mappe e la descrizione a sussidio del lettore, dei movimenti del gruppo dei personaggi. Così come fa sempre effetto vedere i vecchi segnali di fumo, ultimamente diventati molto rari sulla saga. L’epilogo vede il prevedibile successo dei nostri e l’ennesima ospitata nella riserva navajo della gente di Lupo Grigio; desumo che la riserva fosse molto spaziosa o affollatissima visto la quantità di “amici” che Aquila della Notte negli anni ha portato a casa sua :D. La scena finale della tentata vendetta a Flagstaff di Middleton ci sta però non capisco come mai a Tex sanguini la spalla sinistra, quando nell’ultima vignetta di tavola 96 dell’albo “Aquila della Notte” è evidente che il piombo esploso dalla colt dell’ex ufficiale rancoroso, colpisca il nostro ranger nei pressi della scapola destra :D. Minuzie a parte, buona storia che anticipa un altro grande episodio in trasferta messicana. Su Fusco ho ormai detto quasi tutto in questi anni di recensioni sul forum. Il suo stile personale e possente, scandisce bene le sequenze narrative e presumo che la sua opera grafica accattivava tutta la stima dello sceneggiatore, che sapeva benissimo di poter contare su un collaboratore preciso e affidabile. Non a caso Nizzi non volle cederlo facilmente a Boselli o altri quando fu affiancato in "cabina di regia" anni dopo. P.s. Curiosamente in uno scherzoso scambio di battute fra Davis e Tex, il generale afferma che il desiderio di infilarsi le pantofole e coltivare in pace un pezzo d’orto è alto, e contrariamente a ciò che gli assicura verbalmente Tex, al giorno d’oggi, conoscendo la ritrosia di Borden a usarlo, suppongo che il desiderio di Davis rischia di essersi avverato :D. Il mio voto finale è 8   

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 1 anno dopo...

Erano passati diversi anni dall'ultima volta che avevo letto questa storia, che ricordavo per sommi capi, per cui stamani essendo libero da impegni ho deciso di andare a rinfrescarmi la memoria. Per quanto la sceneggiatura sia piuttosto classica, non particolarmente movimentata e lasci indubbiamente un vago sentore di già visto, le vicende narrate procedono spedite e scorrevoli senza annoiare mai, ed anzi a loro modo incuriosendo man mano che la lettura va avanti; merito di Nizzi, soprattutto per la sua intuizione di far rindossare a Tex i panni di "Uomo della Morte", quanto mai utili per impedire un massacro senza a propria volta colpo ferire. Espediente narrativo, questo dell'Uomo della Morte, ben assecondato da Fusco, autore nel complesso di una prova che, se nelle battute iniziali a me era parsa contraddistinta da un tratto piuttosto "rigido", si è poco per volta "sciolta" per tornare sui consueti standard.

 

Altro aspetto piuttosto insolito di questa storia, lo scarsissimo ricorso di Tex e Carson alle armi da fuoco, per effetto di un piano che Aquila della Notte studia nei minimi dettagli, con l'obiettivo di aiutare la tribù cheyenne di Lupo Grigio ad abbandonare l'inospitale riserva in Oklahoma, cercando al contempo di evitare ad ogni costo scontri diretti con i militari di Fort Nelson, guidati dal colonnello Middleton. Un antagonista, il colonnello Middleton, che Nizzi caratterizza piuttosto bene: ambizioso, cinico e guerrafondaio, dapprima decide di sbattere in gattabuia il capo Lupo Grigio onde provocare i suoi cheyennes ed avere dunque il pretesto per dare loro addosso, poi - a seguito dell'evasione del sachem, favorita dall'Uomo della Morte - spreme le sue truppe nel vano tentativo di riacciuffare l'intera tribù, divisasi nel frattempo in due gruppi (Lupo Grigio ed i guerrieri con Aquila della Notte; vecchi, donne e bambini con Capelli d'Argento ed un pugno di baldi giovani). Sconfitto su tutta la linea da Tex senza spari, ma tramite il ricorso all'astuzia ed ad una buona dose di faccia tosta ed ironia, si copre talmente di ridicolo - oltre ad inguaiare sé stesso ed i suoi uomini, per la propria ostinazione nel non voler chiedere supporto ad altre guarnigiorni - da beccarsi una sonora lavata di capo dal generale Davis e, a seguire, rimediando il congedo con disonore dall'esercito. Ma, soprattutto, la morte per mano di Tex (che, infine, non solo è costretto a mettere mano alla Colt, ma suo malgrado deve in un certo senso tenere letteralmente fede al ruolo scelto di Uomo della Morte), dopo avergli sparato alle spalle in un vicolo di Flagstaff, vari mesi dopo i fatti: una fine tanto cercata quanto ingloriosa, in linea con il personaggio.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 2 mesi dopo...

Allora...Storia ben fatta da parte di Nizzi e con un ottimo Fusco. Personaggi che colpiscono come il Colonnello Middleton (odioso), il saggio ma non sciocco Lupo Grigio, Tex e Carson sul pezzo e divertenti, trama che scorre fluida e non annoia. Anche i personaggi minori sono ben caratterizzati grazie alla bravura di Nizzi e dai pennelli di Fusco. Finale prevedibile però giudizio ampiamente positivo.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 7 mesi dopo...

Buona storia, impreziosita dai disegni del grande Fusco. 

Il prologo con l' uccisione dell' agente indiano è fulminante, la ribellione e la morte di Mocassino Rosso commovente e la figura di Lupo Grigio di grande spessore (ho trovato simpatico il suo aspetto, un vecchio capo con un carattere ribelle e malizioso come quello di un ragazzino,  sarebbe bello un suo "ritorno").

Poi la storia secondo me si perde un po' per strada, il costume dell' uomo della morte per me si poteva anche evitare (per non parlare del ridicolo e sgrammaticato modo di esprimersi di Tex nell' occasione, per simulare di essere un pellerossa), per concentrarsi maggiormente sulla fuga degli indiani dalla riserva.

Come è stato fatto notare, un Nizzi gibonelliano sotto certi aspetti, con un Tex stratega e con l' ausilio di mappe dei territori, ma in questa storia (rispetto ad altre del periodo d'oro di Nizzi) ho trovato in nuce certi difetti che poi esploderanno in seguito: l' eccessivo uso di didascalie con "spiegoni" o di vignette in cui i personaggi "pensano", certi dialoghi un po' ripetitivi e basati sullo schema domanda/risposta.

Ovvio sto andando a cercare il pelo nell' uovo, eppure questa la sensazione ad una rilettura dopo anni di questa buona storia.

La figura di Middleton infine non mi è spiaciuta affatto, ma lo ritengo troppo poco "cattivo" rispetto ad altri ottusi militari che hanno popolato le storie di Tex. Dopotutto Middleton non ha fatto nulla di grave se non trattenere Lupo Grigio allungando i tempi del processo e risulta persino degno di compassione. È Tex a giocare con lui come il gatto con il topo e a farlo esaurire! 

Durante il faccia a faccia con Tex/uomo teschio Middleton gli punta la pistola (scaricata in precedenza da Tex) dicendogli che non ha mai ucciso nessuno a sangue freddo e lo stesso Tex nel finale si stupisce della punizione inflitta da Davis al colonnello, fin troppo eccessiva. Tra Tex e Middleton non c' è vero odio, se non alla fine.

Infine, una cosa che non ho mai capito, perché in questa circostanza il titolo "aquila della notte"

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

 Share

  • Recentemente attivi qui   0 Membri

    • Nessun membro registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.