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TWF - Tex Willer Forum

[504/505] Guerra Nel Deserto


Voto alla storia  

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Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
Disegni: Miguel Angel Repetto
Periodicità mensile: Ottobre 2002 - Novembre 2002
Inizia nel numero 504 a pag. 40 e finisce nel numero 505

 

 

Nell'assolato deserto del Nuovo Messico, Tex è coinvolto in una delicata missione: mediare tra i Mescaleros che, sotto la guida di Durango, hanno abbandonato la riserva e l'esercito che vuole far giustizia del massacro di una pattuglia perpetrato dagli indiani in fuga. Ma è proprio certo che la responsabilità di questo eccidio sia della gente di Durango? Tex non lo crede, ma un franco scambio di vedute con un borioso sergente si trasforma per lui in una autentica trappola, costringendolo alla fuga.
 

 

 

 

© Sergio Bonelli Editore

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  • 2 settimane dopo...
Guest Wasted Years

La cosa che ho trovato più fastidiosa di questa storia che non ti fa neanche venire voglia di commentarla a fondo perchè è irritante. è che Tex deve essere salvato ad ogni più sospinto. Occhio all'ergastolo, aquila della notte. Occhio che ti disarmano e ti infilano in una buca scavata vicino ad un formicaio. Oh mio Dio!!!Io trovo insopportabile la caratterizzazione del ranger che è diventato un imbelle ma, con l'aiuto di una fortuna che non sarebbe improprio definire come schifosa viene continuamente salvato e le sue indagini imbeccate. Inoltre negli albi del periodo ha passato al fresco una quantit? di tempo incredibile, ma non era lui lo sbirro? Perchè deve sempre stare dalla parte degli accusati?I soldatacci più pigri ed vigliacchi del forte lo incastrano con facilit? irrisoria, non lo abbattono mentre fugge per paura di colpire il cavallo (sic!) Carson lo deve tirare fuori dalle peste altrimenti è un bimbo inerte, quando decide di battersi all'ultimo sangue lo disarmano in un secondo e, se non arriva Durango, addio Aquila/piccionizzata. Mi cascano le braccia.

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  • 3 mesi dopo...

Il titolo di lavorazione citato da Ymalpas non è stato poi adottato probabilmente perchè già usato per la parte iniziale della storia dei nn. 139 - 141 ( "Arizona" ); questo fatto ( e altri analoghi, come il titolo di lavorazione di "Cercatori di piste", identico a un sottotitolo interno della storia "Sulle tracce di Tom Foster" ) mostra che le possibilità di titolazione originale nella saga texiana non sono molte, cosa che IMHO ha probabilmente convinto la SBE ad abolire i sottotitoli interni agli albi ( anche se non so, date le lacune della mia collezione texiana, quando sia avvenuto con precisione: i sottotitoli interni erano ancora presenti in "Colorado Belle", mentre non c'erano più in "La banda dei tre" ).

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  • Rangers

cosa che IMHO ha probabilmente convinto la SBE ad abolire i sottotitoli interni agli albi ( anche se non so, date le lacune della mia collezione texiana, quando sia avvenuto con precisione: i sottotitoli interni erano ancora presenti in "Colorado Belle", mentre non c'erano più in "La banda dei tre" ).

L'eliminazione dei titoli interni è avvenuta esattamente a partire dal numero 555 Il Killer Misterioso (gennaio 2007), mentre nel numero 554 La Banda Dei Tre (dicembre 2006) c'erano ancora. Mi ricordo che rimasi sorpreso dall'eliminazione di questi sottotitoli, che pur non avendo un grande importanza ai fini della storia, rimanevano comunque un ricordo e una tradizione di Tex del passato.
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( Sam Stone@ 6 novembre 2008 ore 10:40 )

Mi ricordo che rimasi sorpreso dall'eliminazione di questi sottotitoli, che pur non avendo un grande importanza ai fini della storia, rimanevano comunque un ricordo e una tradizione di Tex del passato.

Cito e condivido: del resto, oltre ad essere un elemento tradizionale, potevano essere utili al lettore per segnalare degli snodi importanti della vicenda, oltre che per offrire dei punti in cui interrompere provvisoriamente la lettura. Davvero curioso comunque il particolare segnalato da Sam: l'ultima storia con sottotitoli ne è stata provvista soltanto per metà, IMHO, dovendo prendere una decisione del genere, la redazione della SBE avrebbe potuto o interrompere l'uso alla fine della storia precedente a "La banda dei tre", oppure fornirli anche all'albo"Il Killer misterioso" .
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  • 3 anni dopo...

Storia riempitiva e non molto attraente. L'ho ripresa in mano in questi giorni dopo anni che non la leggevo più. Tex e Carson troppo in balia degli eventi e non protagonisti come al solito. Vengono fatti prigionieri, accusati e devono sempre essere salvati e prosciolti da altri personaggi. Non reggono loro le redini della storia. Il soggetto poi nonostante sia già molto usato non è stato sviluppato in modo da renderlo originale e attraente. Un particolare menzione ai disegni di Repetto, molto buoni. Voto 7 alla tramaVoto 8 ai disegni

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  • 10 mesi dopo...

Storia che alterna momenti ben riusciti ad altri piuttosto disastrosi. Il problema è che sembra che la prima categoria sia riferita alle scene dei soldati mentre la seconda triste si riferisce a Tex e Carson (più che altro al primo, visto che Carson non combina un granch?). Sono ben riusciti quei momenti della pattuglia nel deserto, con la sete che li tormenta, il sole che picchia sulle zucche e con la minaccia dell'attacco degli indiani. Ben riuscite anche le figure del sergente e dell'altro ufficiale che guidano la pattuglia. Tex invece fa figure ben meschine. A cominciare dall'iniziale scontro con il sergente Laddaker; poi ancora quando ammazzano quest'ultimo, Tex che nemmeno si preoccupa di sapere chi è stato con il bel risultato di farsi incastrare ... :fumo: Non finisce qui perchè ancora che rischia diverse volte di farsi ammazzare ma in situazioni che in altre storie avrebbe risolto in maniera sicuramente migliore; il peggio arriva quando lo seppeliscono vicino al formicaio (già la faccia che fa mi irrita). Decisamente in scarsa forma il nostro Ranger. Ho difeso diverse volte Nizzi da diverse accuse di piccionagine o altro quando mi parevano ingiuste, ma qui proprio non ci siamo. :angry: Eppure se non fosse per Tex, sarebbe una bella storia perchè le altre scene sono davvero riuscite da quelle d'azione a quelle con dialoghi e conversazioni fra i vari soldati; anche pure il confronto finale fra Radcliffe e Durango. VOTO : 6+

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Tutto sommato questa storia non dispiace. Diversi punti sono altamente drammatici e ben sviluppati: la lotta contro la sete, la necessit? di sfuggire al nemico. Effettivamente Tex fa un po' troppo la figura del piccione, c'è poi una scena che fa sorridere, quando Tex tenta di fuggire dall'accampamento militare ed il sergente Ross lo redarguisce... a quel punto il ranger che conosciamo avrebbe dato una bella botta in testa al sergente, invece se ne torna a dormire come farebbe un ragazzino in gita scolastica beccato ad andare in un'altra stanza.

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  • 10 mesi dopo...

Storia di difficile intepretazione: a tratti stanchissima con Tex in inaspettata difficolt?, altre volte gradevole con la presenza di "un volpone di vecchio pelo" (il sergente Ross, ottimo personaggio) che costringono Tex ad adattarsi agli eventi invece di dominarli sempre e comunque. Ho apprezzato molto la figura del tenente Stagg, militare di buonsenso di Stevensoniana memoria. Rimane la sensazione di una tappa di trasferimento, niente da dire. Repetto mi piace moltissimo anche se troverei appropriata una maggiore distinzione dei volti.. alcune volte ci sono un sacco di somiglianze

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  • 1 anno dopo...

Storia appena sufficiente (6--), non piace vedere Carson in quelle condizioni fin dall'inizio, non piace vedere Tex sempre un po' in affanno. Soggetto "classico" senza troppe invenzioni, con molto "stereotipi"... solo i disegni sono di buon livello e qualche personaggio è ben delineato. Qui Nizzi mostra proprio una certa fatica ad inventare una storia avvincente... Fatica poi anche confessata in qualche intervista, fino ad arrivare all'abbandono della serie.

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  • 4 anni dopo...

Il centenario che va dal n. 500 al n. 600, per chi come me ha da sempre stimato Nizzi e deve alle sue stupende storie di fine anni ’80 l’avvicinamento al fantastico universo di Aquila della Notte, è amaro come il fiele. La crisi creativa già latente da parecchi anni, divenne sempre più palese e volendo recensire le varie prove della serie, la media voto cala drasticamente. Furono anni difficili per lo sceneggiatore di Fiumalbo, contraddistinti da storie anonime e poco incisive, portate avanti più con stanco mestiere che col cuore e mi chiedo come mai in redazione non si decise di sgravare l’impegno dell’autore in tempo prima di fargli toccare il fondo, d’altronde in quegli anni era ormai chiaro che Boselli potesse brillantemente condurre le redini, prendendone definitivamente, come del resto avvenne, il gravoso testimone. Già l’esito tutt’altro che positivo sull’atteso ritorno di Mefisto suonava come campanello d’allarme, ben presto anche il breve riempitivo destinato al debutto sulla regolare di Repetto, confermò il trend negativo. Un soggetto dalla trama scarna e abusata, a tratti sviluppato decentemente e a tratti tirato per i capelli. Buona la caratterizzazione del sergente Ross e del giovane tenente Stagg, che di gran lunga rubano la scena a un evanescente Carson e un a Tex irriconoscibile. Proprio il nostro amato protagonista si stenta a riconoscerlo tra le pagine del breve episodio. Si fa incastrare come un novellino da due scartine in divisa, non è in grado a far valere da solo la sua innocenza, visto che solo la confessione in fin di vita del reale assassino lo scagiona. Anche durante il tentativo di evasione notturna per raggiungere Durango, si fa beccare ingenuamente dal vigile Ross, che lo tratta nell’occasione come un bambino capriccioso e lo rimanda a letto senza appello e il nostro eroe zitto come una pecorella. A tal proposito non si capisce perchè il sergente non lo lasci fuggire in quella circostanza, visto che in seguito suggerirà personalmente a Tex la farsa della scenetta della minaccia armata dinanzi lo sparuto gruppo di soldati, per giustificare la sua fuga. Poco credibile pure il fatto che un sospettato di omicidio possa girare con le mani libere e pure armato, ma evito di spaccare il capello in quattro. Tex cadrà spesso dalla padella alla brace e ogni volta se la caverà solo grazie all’aiuto esterno. Emblematica a tal proposito la scena che lo vede interrato come una radice con il viso pieno di formiche; senza il proverbiale colpo di fortuna consistente nel telefonato arrivo di Durango e company, la sazietà degli insetti era garantita. Tutti indizi che confermano la scarsa vena dell’autore che fatica a escogitare situazioni funzionali che attirino l’attenzione del lettore e nell’intento di mettere in difficoltà il protagonista, finisce con il ridicolizzarlo, sminuendone l’azione risolutiva. Tex è sempre stato baciato dalla dea bendata, è vero, tuttavia non può essere costantemente relegato in balia degli eventi esterni: così lo si snatura a mio avviso. Efficace il lavoro di Repetto, già visto spesso all’opera su almanacchi e maxi, ma mai sulla regolare. Il suo tratto classico e pulito funziona e si fa apprezzare, sebbene coinvolga meno di quello di altri suoi colleghi. Indubbiamente l’artista argentino non avrebbe sfigurato nello staff storico degli anni 70, con i suoi tratteggi tradizionali e nitidi. Si districa bene con i paesaggi polverosi e assolati, un po’ meno nei primi piani troppo monocordi, da rivedere alcune armi che mi sembrano un tantino fuori scala, soprattutto le canne di alcuni winchester, lunghe come vecchi archibugi. Tutto sommato però un autore esperto che mostrò subito di essere all’altezza del personaggio. Il mio voto finale è 5

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  • 2 anni dopo...

Di certo non un capolavoro, ma una bella avventura si,  con continui colpi di scena e ribaltamenti di fronte; Nizzi ha imposto un buon ritmo ad un soggetto che di per sé era un deja vu.

RIspetto ad altre storie di guerre indiane i bianchi qui vengono rappresentati nella loro umanità di soldati allo sbaraglio in terra ostile e si finisce per affezionarsi allo squadrone guidato dal tenente Stagg.

Ottimi i disegni di Repetto, le sequenze notturne nel deserto non mancano di un certo pathos e di suspence, a mio  parere l'argentino era perfetto per storie brevi sui mensili piuttosto che per i Maxi.

 

 

 

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Solo come mia curiosità. Sono sempre stato convinto (per il nome e per come è disegnato) che il sergente Ross di questa storia sia lo stesso che appare ne "La sconfitta" (nn. 98/99; lo sceriffo del paese in cui Tex affronterà Ruby Scott, che viene appunto salutato da Tex e Carson con "Che mi venga un colpo! Il sergente Ross!" e dice di aver lasciato la divisa ed essere diventato sceriffo).

Ovviamente, la storia in questione è stata pubblicata molto prima, ma a me è sembrato che in questa Nizzi abbia inserito il "primo incontro" tra Tex, Carson ed il sergente in questione.

Mia curiosità, come dicevo: qualcuno sa se sia proprio così?

 

Grazie

 

ps questa storia (non "La Sconfitta" di GLB: grande episodio) è comunque al di sotto dei minimi sindacali. Bei personaggi il sergente ed il tenente, Carson fa fuori più nemici di Tex... ma quel Tex che, quando gli ammazzano Liddaker sotto il naso, si china a vedere come sta???? Cioè, qualcuno alle mie spalle spara colpendo qualcuno davanti a me: io, che mica sono Rambo, a) scappo al riparo & b) cerco di capire chi sta sparando e se ce l'ha con me. Da Tex ti aspetti che si volti e fulmini lo sparatore. Se è senza pistola, che si tuffi al riparo e reagisca. Un Tex che si china a controllare, lascia gli arrivino alle spalle e gli diano una botta in testa non è Tex: è un sosia, idiota terminale, forse con istinti suicidi (se avessero sparato anche a lui? stava lì fermo a fare da bersaglio?). Il che spiegherebbe come mai si faccia catturare a ripetizione nel corso della storia. 

Modificato da piesse
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<span style="color:red">23 minuti fa</span>, piesse dice:

 

 

ps questa storia (non "La Sconfitta" di GLB: grande episodio) è comunque al di sotto dei minimi sindacali. Bei personaggi il sergente ed il tenente, Carson fa fuori più nemici di Tex... ma quel Tex che, quando gli ammazzano Liddaker sotto il naso, si china a vedere come sta???? Cioè, qualcuno alle mie spalle spara colpendo qualcuno davanti a me: io, che mica sono Rambo, a) scappo al riparo & b) cerco di capire chi sta sparando e se ce l'ha con me. Da Tex ti aspetti che si volti e fulmini lo sparatore. Se è senza pistola, che si tuffi al riparo e reagisca. Un Tex che si china a controllare, lascia gli arrivino alle spalle e gli diano una botta in testa non è Tex: è un sosia, idiota terminale, forse con istinti suicidi (se avessero sparato anche a lui? stava lì fermo a fare da bersaglio?). Il che spiegherebbe come mai si faccia catturare a ripetizione nel corso della storia. 

Vero, senza considerare la scena in cui Tex si fa beccare dal sergente e torna docile sotto le coperte, come detto da un altro utente.

Comunque quante volte Tex si è fatto piccionare, anche nelle storie di Bonelli e di Nolitta? Fa parte del gioco, fa muovere le storie in certi casi, e comunque non dà l'idea di un Tex perdente in ultima analisi.

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Personalmente trovo che i difetti in questa storia prevalgano sui pregi, che pur ricordo esserci in alcuni passaggi. In generale e ad essere buoni direi appenna appena passabile, 6--. Però i gusti son gusti, per restare in ambito Nizzi a me non dispiacciono alcune storie del tardo periodo che mi par di capire risultino indigeste alla maggior parte dei forumisti, tipo i i cavalieri del wyoming o la rivolta dei cheyennes...potremmo farci l'ennesima classifica, tipo "le mie storie brutte di Tex preferite" o "storie schifate dai più ma che meritano una seconda chance":D

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