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TWF - Tex Willer Forum

[542/ 543 ] Fratello Bianco


Voto alla storia  

38 utenti hanno votato

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Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
Disegni: Giovanni Ticci
Periodicità mensile: Dicembre 2005 - Gennaio 2006
Inizia nel numero 542 e finisce nel numero 543

 

 

Una diligenza corre per i sentieri dell'Arizona, scortata da numerosi uomini armati. Nella carrozza vengono tenuti incatenati alcuni apaches che devono essere condotti in città per subire un rapido processo e finire con una corda insaponata al collo. I pellerossa, infatti, sono accusati del massacro di minatori avvenuto a San Cristabal, una strage che sembrerebbe essere stata perpretrata dagli uomini di quello che viene dipinto come uno spietato condottiero, Taiga. E' proprio quest'ultimo che, con un abile inganno, riesce a liberare i prigionieri evitando spargimenti di sangue. Dietro il suo piano c'è la mente di Tex, deciso a riabilitare Taiga e i suoi uomini, togliendogli dalle spalle il peso di un'ingiusta accusa. Il gruppo che fa capo al prode guerriero ha promesso al generale Crook che non avrebbe più impugnato le armi contro l'uomo bianco, e la promessa di un apache è sacra!
 

 

 

 

© Sergio Bonelli Editore

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  • 9 mesi dopo...

IMHO, si potrebbe dire che i personaggi di "Fratello Bianco" ( Tex e Carson compresi ) abbiano avuto come guida per il loro modo di agire la parodia del titolo di un noto film Usa: "Fa' la cosa sbagliata". Infatti, tanto i nostri ranger, che il "cattivo" Mr. Emmerich e i suoi tirapiedi ( il bandito Harrigan, il corrotto sceriffo di Safford ecc. ) che il capo Apache ribelle Taiga commettono una serie di errori niente male nell'affrontarsi. Quelli dei due pards balzano subito all'occhio (

invece di interrogare subito il messicano presunto testimone del massacro della miniera di San Cristobal, rinviano tutto al giorno dopo, in modo da consentirgli di lasciare Fort Bowie e di mettere sull'avviso gli scagnozzi di Emmerich;lo sceriffo al soldo di Emmerich li arresta con fin troppa facilit? quando mettono le mani addosso al suo padrone - anche se, a onor del vero, una scena del genere si era potuto "ammirarla" anche nel lontano n. 96 "La caccia" -; alla fine, morto Jarvis, lo scagnozzo di Emmerich che Tex aveva convinto "con le buone" a testimoniare contro il suo capo, il nostro ranger consiglia a Taiga di scappare in Messico, visto che gli pare "impossibile" dimostrare la sua innocenza per quanto riguarda il massacro di San Cristobal, e deve essere l'Apache a escogitare un piano, per quanto ingenuo e rudimentale, per inchiodare Emmerich
), ma non si può dire che comprimari e antagonisti se la cavino poi meglio (
gli scagnozzi di Emmerich che prima fanno saltare con la dinamite il ponte su cui passano i pards, evidentemente per ucciderli, mentre poi li catturano per farli, come dicono, "interrogare dal capo"; lo sceriffo di Safford che sorprende Tex e Carson che stanno strapazzando l'uomo di cui è al soldo e non pensa di liquidarli, fingendo che gli abbiano opposto resistenza; Taiga che viene sottratto all'"infame ricatto" che fa da titolo al n. 543 soltanto dalla disobbedienza del suo luogotenente Nacho, che avverte Tex e Carson
); si possono inoltre notare alcune stonature nella caratterizzazione di Taiga, un po' troppo incline a pronunciare arringhe e un po' troppo legalitario per essere un valoroso capo Apache. Di conseguenza, nonostante che Tex e Carson non manchino di farsi valere in talune scene d'azione, la vicenda rimane dal principio alla fine assai fiacca. Anche i disegni di Ticci non mi paiono di livello molto elevato: Tex e Carson sembrano molto invecchiati e pieni di rughe, mentre per diversi altri personaggi il fitto tratteggio tipico della più recente fase stilistica del disegnatore senese non impedisce che i volti risultino poco definiti per il lettore. Insomma, IMHO:soggetto 5,5sceneggiatura 5disegni 6,5.
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  • 1 anno dopo...

La prima metà del primo albo, pur non essendo assolutamente niente di trascendentale, più o meno fila liscio. Certo, non ci sono grosse emozioni, ma un elemento gioca a favore della sua più o meno buona riuscita:il personaggio di Thaiga, di gran lunga quello di maggior rilievo della storia. La scena iniziale è a dire il vero molto bella:il modo in cui gli Apache fregano i soldati mi sembra possa andar più che bene, e soprattutto va più che bene che a pianificare il piano sia stato Tex. E questa è forse la cosa migliore compiuta dal ranger, senza nemmeno apparire in scena. Poi cominciano i problemi. Il Nizzi della fascia 500, troppe volte ha fatto catturare Tex e Carson. Al di la del fatto che tali soluzioni narrative possano essere o non essere giustificabili all'interno del singolo racconto, questo è un fatto che a lungo andare quantomeno scoccia- sto dicendo, in pratica, che le critiche da cui parte l'antinizzismo non sono infondate (la radicalizzazione di questo atteggiamento da parte dei lettori è un'altra cosa, secondo me molto meno fondata). Se poi i due pards si fanno catturare perchè si comportano da monumentali idioti, allora si che vien da chiedersi se Nizzi, almeno per quanto riguarda la gestione dei protagonisti, non abbia un po' perso la bussola!Infatti, a causa si una estrema superficialit? e faciloneria, i nostri si fanno fregare da un peones qualunque che, molto semplicemente, se ne va dal forte senza aspettarli. E perchè avrebbe dovuto aspettarli?... peccato che questa domanda i due pards non se la sono fatta- eppure loro, che avevano già capito che dietro la storia dell'attacco alla miniera c'era del marcio, avrebbero dovuto essere un po' più malfidenti, almeno. Ma il colmo dell'anti texianit? si tocca con la seconda cattura- attenzione, in una storia di 220 pagine Tex viene catturato ben due volte (e sempre da idiota) e Carson, tanto per non strafare, tre!!-col che ritorno a chiedermi:ma la redazione della Bonelli accetta qualsiasi cosa gli venga proposta?Insomma, i nostri si trovano di fronte a uno sceriffo da quattro soldi, sul libro paga del cattivone di turno. Questo fatto Tex lo sa, e come reagisce il ranger? Semplice, si slaccia il cinturone buono buono, da bravo ragazzo pacifico, e accetta con molta filosofia di farsi tre giorni di galera!Non c'è bisogno di aggiungere altro:questo non è Tex Willer!A dire il vero qualcosa di buono Tex la fa:la liberazione di Carson e del figlio di Thaiga;ma non basta, non basta a cancellare dalla mente del lettore due figure da idiota appena lette. E poi ci sarebbe il finale, che potrebbe risollevare il morale?. Ma purtroppo qui si giunge al culmine dell'indecenza:un indecenza non solo texiana, ma che riguarda direttamente la sceneggiatura in quanto tale!Ok, passiamo sopra il fatto che il portarsi Thaiga nel bel mezzo del paese, anche se travestito,? un'altra prova di idiozia (e infatti lo sceriffo ci mette mezzo secondo a riconoscerlo); mettiamo anche da parte il fatto che non è da Tex accontentarsi di confessioni scritte (pensate al gioco raffinato attuato dal ranger in ?Uccidete Tex Willer?)?Ma insomma:quale giudice istituirebbe un processo contro un potente basandosi unicamente su una confessione scritta? Possibile che l'intelligentissimo Emmerich non lo sapeva? Perchè, appena arrivato lo sceriffo coi suoi uomini, non ha denunciato Tex,Carson e Thaiga per avergli estorto con le minacce la confessione? E lo sceriffo, al soldo di Emmerich, non poteva mettere tutto a tacere con le armi?Insomma,Emmerich era tutt?altro che sconfitto, quindi le ipotesi sono tre:1)? più idiota dei Tex e Carson visti in questa storia;2)Nizzi davvero non sapeva dove andare a parare;3)le pagine stavano finendo, e quindi questo finale affrettato e indegno era l'unico possibile. Comunque sia, siamo di fronte alla conclusione indegna di una storia indegna. Peccato per i disegni di Ticci, per il personaggio di Thaiga, che comunque rimane un buon personaggio. Peccato soprattutto per Tex e i suoi lettori. Voto 4.

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  • 7 mesi dopo...

Probabilmente ho letto un'altra storia perchè a me è piaciuta, non è sicuramente un capolavoro ma un 8 e mezzo lo posso dare.
Volendo dare un giudizio meno leggero secondo me la storia ha qualche forzatura ma le critiche lette mi sembrano un voler cavillare a tutti i costi, poi ovviamente è sempre questione di punti di vista.
Mi riallaccio solamente ad uno degli ultimi appunti mossi:

Perchè, appena arrivato lo sceriffo coi suoi uomini, non ha denunciato Tex,Carson e Thaiga per avergli estorto con le minacce la confessione?

Tenendo presente che il 90% delle confessioni di Tex ottenute nella sua lunga saga è stata ottenuta a suon di sganassoni se non diamo per buono questo metodo verrebbe a crollare non la sceneggiatura di "Fratello bianco" ma di buona parte delle sceneggiature texiane incluse quelle di GLB.

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Mi riallaccio solamente ad uno degli ultimi appunti mossi:

Perchè, appena arrivato lo sceriffo coi suoi uomini, non ha denunciato Tex,Carson e Thaiga per avergli estorto con le minacce la confessione?

Tenendo presente che il 90% delle confessioni di Tex ottenute nella sua lunga saga è stata ottenuta a suon di sganassoni se non diamo per buono questo metodo verrebbe a crollare non la sceneggiatura di "Fratello bianco" ma di buona parte delle sceneggiature texiane incluse quelle di GLB.

La cosa secondo me è alquanto diversa.

Tex estorce le confessioni, ma lo fa sempre mettendo il nemico con le spalle al muro: cioè fa in modo che egli non possa ritrattare, specie se è un potente con uno stuolo di legulei (amo questo termine!) dietro.
L'esempio classico ce lo da proprio Nizzi, con la splendida "Uccidete Tex Willer": l' Tex si mette al sicuro, incastra il senatore, perchè sa bene che la sua confessione vale poco.
Qui invece non incastra il cattivaccio, si accontenta di una confessione che il cattivaccio avrebbe potuto e dovuto ritrattare. E il cattivaccio non ritratta, andando contro a ogni regola di buon senso, perchè Nizzi è stato stavolta troppo facilone, l'ha data vinta troppo facilmente a Tex, in maniera quasi irreale.
I tempi di "Uccidete Tex Willer", purtroppo, erano passati da un pezzo!

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L'esempio classico ce lo da proprio Nizzi, con la splendida "Uccidete Tex Willer"

"Bersaglio Tex Willer" (che in realtà ho sempre chiamato "La morte scende dal cielo"):trapper: !Oppure "Uccidete Kit Willer", che però è di Boselli: insomma, hai fatto un bel miscuglio :trapper: !
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  • 7 mesi dopo...

Peccato vedere il talento di Ticci utilizzato per storie di non assoluto valore come questa. La storia è passabile anche se a mio avviso Nizzi è in calo in questa storia rispetto alle ultime più incoraggianti prove. La trama è abbastanza scontata con Tex che praticamente prevede tutte le mosse dei cattivi di turno. Il finale poi mi sembra molto frettoloso e improbabile. Il tentativo di strappare la confessione arriva in maniera precipitosa per far finire subito la storia e in maniera alquanto insolita visto che lo stesso Tex ammette che sarebbe molto difficile strappare una confessione a Emmerich. Peccato per i grandi disegni e Taiga, un personaggio che merita. Voto 6,5 alla tramaVoto 8,5 ai disegni

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  • 2 mesi dopo...

Concordo con voi nel dire che la storia non e' brillantissima , ma secondo me oltre alle lacune da voi messe in luce, la cosa piu' assurda e' che un Apache ribelle e in fuga abbia tutte questa smancerie per la moglie segreta e il figlio voi cosa ne pensate, anche i disegni del grande Ticci li vedo un po' smorti sfocati, belle comunque le varie tavole grandi delle storie!

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  • 2 settimane dopo...

Nulla di trascendentale questa storia, in particolare per il fatto che, a parte la cattura di cui Tex e Carson sono vittime da parte di Harrigan e soci, la spuntano davvero in maniera troppo semplice contro il grande antagonista Emmerich... Un plauso agli autori, invece, per la figura del capo Apache Taiga il quale, pur avendo subito una lunga serie di ingiustizie, dimostra dipossedere molto buonsenso evitando di lasciarsi andare ad atti di ribellione sanguinari e plateali e dunque controproducenti per la proprio gente...

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  • 2 mesi dopo...

Non malaccio come storia, anche perchè mi ricordo di aver letto ben di peggio. Diversi punti imbarazzanti per Tex e lo sviluppo della storia. Da ricordare soprattutto per la figura di Taiga, capo ribelle. Nella sua caratterizzazione mi ricorda un po' lo storico Cochise: entrambi hanno dato notevoli grattacapi all'esercito e poi si sono ritirati capendo la superiorit? militare bianca e da allora cercano in assoluto di vivere in pace. Ma tanto per cambiare, c'è sempre il solito tipo che non si sazia mai di guerra e cerca a tutti i costi di alimentare i fuochi di ribellione per il solito scopo del guadagno. A differenza di Cochise, Taiga è però un po' più combattivo e un po' meno saggio (probabilmente perchè è più giovane): mette mano al coltello più facilmente ottenendo così delle confessioni al posto di Tex e Carson (stavolta i loor soliti trattamenti energetici non sono sufficienti); inoltre come figura ha meno carisma rispetto a Cochise, perchè emana meno saggezza e meno senso che è lui il capo (Cochise come supremo capo Apaches, Taiga invece come semplice ribelle indiano). Non so bene come pormi nei confronti di Taiga, perchè a volte da l'aria di essere un personaggio di tutto rispetto, altre invece sembra solo un tipetto così. Non si capisce se possa avere abbastanza carisma per entrare nelle menti dei lettori (probabilmente no visto che continuo a chiedemerlo). Questo breve resoconto su Taiga è probabilmente lo stesso sulla storia in se: in certi punti sembra possa essere davvero ottima, ma i continui errori la penalizzano un po' troppo. Un triste segno su come Nizzi stesse faticando, nonostante le ancora buone idee.

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  • 3 settimane dopo...

la trama porta a casa la storia ma indubbiamente non è ispirata e risulta forzata, devo concordare col Cobra Galindez. Il finale poi è davvero tirato l' e Tex è soltanto spettatore, probabilmente era il periodo delle storie che dovevano stare in 2 albi e questo non ha contribuito alla riuscita, prova ne è anche il fatto che la banda Harrigan resta a piede libero!!Sono già tre o quattro storie di Ticci che trovo sotto o appena sufficienti, non sose è tutta colpa di Nizzi boh. Voto finale 5,5

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Sono già tre o quattro storie di Ticci che trovo sotto o appena sufficienti, non sose è tutta colpa di Nizzi boh.

Scusa, se le trovi tutte insufficienti da un punto di vista grafico la colpa è di Ticci. Se invece l'insufficienza riguarda la storia, allora la colpa è di chi l'ha scritta. Ovvio, non credi?
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Sono già tre o quattro storie di Ticci che trovo sotto o appena sufficienti, non sose è tutta colpa di Nizzi boh.

Scusa, se le trovi tutte insufficienti da un punto di vista grafico la colpa è di Ticci. Se invece l'insufficienza riguarda la storia, allora la colpa è di chi l'ha scritta. Ovvio, non credi?
naturalmente in linea di massima è così ma pensavo che in un binomio storico e collaudato come ticci-nizzi il disegnatore non fosse solo un mero esecutore, io almeno mi farei sentire prima di fare 3-4 storie scarse di seguito
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  • 1 anno dopo...

La lunghezza standard di due albi non è scelta premiante e in questo albo l'ho notata chiaramente. La stella di Emmerich tramonta molto in fretta, direi troppo, e un personaggio importante

come l'agente indiano che costringe Taiga alla fuga esasperandolo, che collabora al rapimento del figlio del ribelle praticamente è una comparsa. Capisco che trovarsi poi davanti al coltello dell'Apache sia un problema ma ho visto la necessit? di chiudere troppo in fretta.
Meglio storie che durino due albi e 10 pagine se queste servono a sviluppare bene le cose. Banale ma a mio avviso molto importante.
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  • 10 mesi dopo...

Una storia disegnata da Ticci è sempre un piccolo grande evento e questo Infame Ricatto si presenta senza infamia e - consentitemi di dirlo - senza lode. L'autore tenta di presentarci un personaggio secondario in grado di sostituire degnamente i due pars e ci riesce nella parte iniziale della storia. Carson e Tex qui fanno da spettatori a teatro delle imprese di Taiga con i suoi Apaches, salvo poi lanciarsi nel solito intrigo condito dagli speculatori che vogliono arricchirsi ai danni dei pellerossa. Taiga è una vittima, certo, e vuole giustizia. Un fiero capo che nasconde anche un piccolo segreto coniugale, espediente già usato in parte ne Il prezzo della vendetta gigante scritto sempre da un Nizzi in vena di sentimentalismi e con quel senso per i colpi di scena che fa tanto Centovetrine e con capi indiani che hanno più tresche che i personaggi interpretati da Gabriel Garko. L'azione, alcuni tempi morti, cattivi senza mordente, due pards piccioni come non mai e il sud dell'Arizona in cui ci si incontra con la stessa facilità di chi va a prendere un caffè in Piazza Garibaldi a Napoli. Un west da ferrovia, dunque, che lascia spazio a pochi tocchi di classe per una storia comunque sufficiente. Finale consolatorio con confessione di Emmerich scaturita dal coltello di Taiga (che forse avrebbe preferito lavare con il sangue l'onta dell'infamia e non con un pezzo di carta) e bella la vignetta dell'ultima pagina, con Nizzi sì un po' sottotono e desaparecidos rispetto a Mescalero Station, ma che si lascia leggere.

 

Voto 6.

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  • 5 anni dopo...

Il soggetto è buono e la trama pure, interessante. Così come il personaggio di Taiga. Ma Nizzi non sembra, qui, trovare la verve dei tempi migliori, esagerando con le catture dei due pards e con certe ingenuità. Intendiamoci, i nostri due pards fanno anche moltissime cose eccellenti, sia dal punto di vista strategico che pratico, ma davvero le ingeuità e le rese sono un pò troppe. Un pò va bene per mettere pepe nella storia ma così è troppo. Comunque storia movimentata, succedono tante cose, di per sè è una storia che non annoia, ma ci sono davvero 2 o 3 cose che finiscono per disturbare sul serio, quindi non posso dare più di 6 al lavoro del maestro di Fiumalbo.

Benissimo Ticci, come sempre. Avrebbe meritato un Nizzi più in palla.

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  • 4 settimane dopo...

Nizzi per la storia in questione sembra inserire il pilota automatico, in effetti ne viene fuori una trama lineare con pochissimi sussulti e a tratti molto prevedibile. Scrivere fumetti è si un lavoro, ma l’autore deve metterci molto di più per ottenere buoni risultati: come in ogni attività artistica c’è bisogno di cuore, anima e ispirazione, ma purtroppo il Nizzi post 500 queste doti le aveva ormai smarrite da tempo nella “Zona del crepuscolo” di dylandoghiana memoria e proseguiva per inerzia sperando che l’esperienza potesse bastargli a colmare le innumerevoli lacune compositive. Un episodio come “Fratello Bianco” ne è la prova, visto che un soggetto tutto sommato funzionante, non venne valorizzato come dovuto e il compitino portato a casa per dovere di sbarcare il lunario, ha come esito una prova un po’ fiacca e alquanto noiosa, sebbene l’azione non manchi. Taiga è un bel personaggio, anche la trama traballa meno di altre occasioni, ma purtroppo non mancano snodi poco convincenti e alcuni atteggiamenti dei nostri che fanno storcere il muso. Come ormai era assodato, in quei numeri la capacità di scrivere diavoli freschi, avvincenti ed efficaci, rimaneva solo un passato ricordo, infatti pure questo aspetto influirà molto nel calo qualitativo dello sceneggiatore di Fiumalbo. A differenza della storia precedente, Tex e Carson sono più al centro dell’azione e compiono pure qualche impresa decisa, come nel caso della liberazione del figlio di Taiga o nel mettere le mani su Jarvis che potrebbe rivelarsi un ottimo testimone per inchiodare il ricco villain di turno, ma troppo spesso si perdono in un bicchiere d’acqua e commettono leggerezze incredibili, come quella di lasciarsi sfuggire il messicano all’inizio albo o di farsi beccare e catturare con troppo regolarità. Carson poi in questo episodio batte quasi un record in questo senso, visto che viene catturato tre volte e sembra trascorra più tempo legato che altro. Soluzioni simili abusate da Nizzi nella fase decadente della sua opera, alla lunga irritano il lettore ancor più se poi per porne rimedio bisogna ricorrere sempre all’aiuto esterno. In quegli anni a mio avviso si notava eccome la mancanza di un supervisore che controllasse le composizioni, poiché è ovvio che parecchie pagine di sceneggiatura andavano corrette e riviste per evitare troppi doppioni e situazioni al limite del danneggiamento della figura dei protagonisti. Tornando in tema, l’episodio scorre in qualche modo e tutto sommato può pure meritare la sufficienza ma ammetto che la delusione e la noia fanno un po’ da padrone durante lo sviluppo e, molto probabilmente, se una media qualitativa simile l’avessi riscontrata ai giorni attuali, la probabilità di interrompere l’acquisto degli albi in edicola sarebbe stata alta. Su Ticci non credo occorra aggiungere altro a quello che finora ho scritto nei commenti relativi alle storie da lui disegnate. Il maestro senese, sebbene virando verso una sintesi di tratto più nervosa ma pur sempre dinamica ed efficace, sfornò tavola su tavola mantenendo sempre livelli notevoli e mostrando una volta su tutte, quanto la redazione potesse contare sulla vecchia guardia texiana. Il mio voto finale è 6

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  • 1 mese dopo...

No vabbè, avevo recensito a marzo sulla base dei ricordi di una rilettura di un paio di anni fa. Siccome oggi, rispettando una cronologia, ho riletto con calma la storia, debbo fare una recensione seria e aggiornata.

Si tratta di una storia sconcertante. Succedono si, tante cose, come ricordavo, ma al di là di qualche buona azione dei nostri, l'80 per cento di ciò che succede sono cose che non fanno giustizia ai pard.

C'è, in questa storia, tutto il campionario del peggior Nizzi. Vale a dire una serie di catture allucinanti. Praticamente Tex e Carson vengono catturati tre volte, senza contare che all'inizio si lasciano sfuggire il Messicano che va poi ad avvertire i suoi compari, e alla fine Tex si porta Taiga al saloon per vedere l'effetto che fa e rischia di farselo catturare.

No, no, una storia allucinante, che curiosamente viene dopo una storia decisamente bella e riuscita di Nizzi, Puerta del diablo, e che non sembra scritta da quello stesso autore, tanto sicuro e impeccabile li, quanto abborracciato e incerto qua.

Ticci eroico nel barcamenarsi alla grande in questa sceneggiatura senza senso e senza Texianità di questo irriconoscibile Nizzi.

Nizzi 3 (irritante).

Ticci 8

Modificato da valerio
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  • 1 anno dopo...

Letta oggi questa storia del 2005. Direi che sia esemplificativa della crisi creativa di Nizzi, non tanto per la storia in sé (per quanto sia una consueta vicenda che vede al centro uno speculatore senza scrupoli), ma per come questa si articola, con una serie di avvenimenti che risultano talora francamente sconclusionati. Per dirne una, Tex non trova di meglio che portarsi dietro Taiga (in divisa da soldato, tanto per non dare nell'occhio) nel saloon, con l'ovvio risultato che il capo indiano viene immediatamente scoperto. Questo per tacere delle catture (due per Tex e tre per Carson) che si susseguono. Intendiamoci, non sono di quelli che si scandalizzano se Tex o Carson vengono catturati, ma una tantum, non 2/3 volte in una sola storia. Altro "scivolone" quello di lasciarsi raggirare bellamente dal peon. Insomma, va bene un Tex ogni tanto fallibile (c'era già in GLB), ma qui mi pare si esageri davvero.

Storia quindi bocciata senza appello, anche se,  purtroppo, quest'anno non è che sulla regolare si sia letto di gran meglio (bisogna pur riconoscere che qui, almeno, non ci sono palottole magiche dalla traiettoria ricurva: la cosa peggiore vista finora su Tex nel 2021).

La cosa migliore sono senza dubbio i disegni di Ticci: nella sua evoluzione artistica, la fase che personalmente prediligo è quella del primo Tex (es. Terra Promessa), anche se lo stile dei tardi anni '70 (es. "A Sud di Nogales"), non meno valido, è forse quello più personale e che più gli appartiene.

Il Ticci più tardo, di cui questa storia è un esempio, è quello il cui tratto meno mi entusiasma (precisando che, ovviamente, resta un disegnatore di altissimo livello).

Modificato da Jim Brandon
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